Posts written by Annatar

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    CITAZIONE (-TACET- @ 30/5/2019, 22:10) 
    Ma è di Lovecraft?

    No, non lo è. La storia è di mio pugno :B
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    Sono contento ti piaccia, l'inizio almeno ^_^
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    Ahahahah, noto che hai colto le citazioni alle anomalie di S.T.A.L.K.E.R ^_^
    Confermo di essermi ispirato anche a quelle per la scrittura.
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    001 - Teorie sui portali
    È credenza comune che i portali di Aksenov-Lytkin siano direttamene collegati agli eventi di Chernobyl. Tuttavia si vocifera che già nel 1966, in Brasile, uno di questi portali possa aver causato gli eventi descritti nel caso delle Maschere di Piombo. A proposito di ciò, si presume che le due vittime fossero a conoscenza di tali “iperoggetti” e che abbiano provato ad accedervi senza le corrette precauzioni.
    Un altro evento collegato a questo sfuggente fenomeno, denominato anche come UP-N0 (Undefined Phenomenon Number 0), è, con molta probabilità, l’Incidente del passo di Djatlov. Le alte dosi di radiazioni rinvenute sui corpi degli escursionisti, appartenenti al tipo gamma, non potrebbero essere spiegate altrimenti.
    Ad ogni modo, dopo il disastro di Chernobyl, inoltre, i portali vennero studiati con interesse, senza che però si riuscisse a trovare un effettivo nesso tra essi e l’incidente alla centrale. Dunque è più probabile che tale fenomeno sia sempre stato presente nella nostra Storia, ma che si sia intensificato negli ultimi anni.
    Ad oggi, la Zona continua a subire invasioni di iperoggetti che appaiono e scompaiono in poche decine di secondi.

    002 - Riguardo i portali
    Il primo studio di un portale risale al 23 luglio 1986, circa due mesi dopo l’Incidente di Chernobyl. Gli scienziati locali Ivan Aksenov e Marcus Lytkin, furono testimoni dell’invasione di P#01, un iperoggetto di forma sferica, caratterizzato da una pulsante luminescenza arancione. La durata dell’invasione si aggirò sui 36 secondi, abbastanza affinché i due studiosi potessero fotografare il fenomeno.
    Da allora sono stati registrati circa ventuno iperoggetti, ognuno con caratteristiche differenti di forma, colore, durata ed influenza nell'ambiente. Sembra comunque che le radiazioni gamma siano sempre presenti.
    La consistenza dei portali è spesso nulla, riducendosi ad oggetti composti da fotoni e altre radiazioni. Tuttavia P#06, P#09 e P#17 vengono descritti come dotati di una densità propria, simile a quella di un gas o del plasma.
    Gli effetti causati dai portali consistono principalmente in: un’enorme irradiazione in direzione di ogni essere organico (tutta la materia inorganica sembra non essere direttamente bersagliata); flash di luce provenienti dagli iperoggetti stessi; piccole scariche elettrostatiche fino a 4 metri dal centro del fenomeno; disturbi magnetici di alta intensità.
    I restanti effetti variano da caso a caso e comprendono: alterazioni gravitazionali, allucinazioni visive, allucinazioni uditive, modifiche alla memoria, mutazioni somatiche (come la perdita completa della pigmentazione della pelle), espulsione di materia grezza o di oggetti complessi (soprattutto grotteschi ammassi di tessuto osseo e muscolare) caratterizzati da una rapida decomposizione, sbalzi termici e, perfino, leggere distorsioni temporali.

    003 - P#22
    Alle 15:38 del 16 Settembre 2011, mentre stavo lavorando con il mio team nei pressi della zona di esclusione di Fukushima, nelle vicinanze del reattore Dai-ichi 4, fui testimone dell’invasione di P#22; il portale si manifestò a circa 200 metri est dal reattore, vicino alla costa.
    Gli strumenti impazzirono, registrando un’anomalia geomagnetica e gravitazionale in un punto spoglio da vegetazione, nei pressi di alcuni elettrodomestici abbandonati e detriti misti. Dopo circa 5 secondi, un iperoggetto dalla forma piramidale allungata invase quello spazio. La sua apparizione fu anticipata da brevi scariche elettrostatiche di colore rossastro che appiccarono un piccolo incendio sopra un vecchio frigorifero. P#22 si presentò di consistenza gassosa, caratterizzata da continui moti convettivi e da una luminescenza scarlatta instabile. Il carico di radiazioni emesso raggiunse le 400 rem.
    Tenendoci ad una distanza di 50 metri, protetti dalla pesante tuta antiradiazioni, restammo ad osservare il portale per un totale di 29 secondi.
    P#22 emise un rigetto di materia simile a latte, poi confermato essere calce idrata.
    Tra tutti i componenti della squadra di ricerca, solamente io ebbi un’allucinazione visiva: sospesa a 2 metri dal suolo, vidi una donna senza vestiti, dalla pelle candida e dai capelli corvini intenta ad allattare al seno un neonato.

    004 - Cosa è successo a mio padre?
    Vivevo in una casa del nord Minnesota, con mia moglie e mio padre, quasi novantenne. Greenbush è un posto tranquillo, non succede mai nulla di insolito. Tuttavia, la notte tra il 6 ed il 7 febbraio 2018 è accaduto qualcosa di agghiacciante.
    Come tutte le sere, misi mio padre a riposare nel suo letto al pian terreno; non soffriva di insonnia o altri disturbi, non mi diede mai motivo di preoccupazione.
    Eppure, quella notte, verso le 3:45, un rumore dal giardino mi svegliò. Affacciandomi alla finestra della mia camera da letto, vidi mio padre raggomitolato in un angolo, vicino alla siepe. Corsi fuori.
    Una volta raggiunto, notai un particolare inquietante: mio padre aveva le braccia completamente ricoperte da segni di bruciature, la cui forma ricordava occhi disumani, dal tratto accurato e sinistramente realistici.
    Alla mia domanda su cosa fosse successo e su chi gli avesse fatto ciò mi rispose: “È maligno. L’ultima fase.”
    Non seppi di cosa parlasse finché una settimana dopo non gli venne diagnosticato un tumore al pancreas in fase avanzata. Morì in ospedale dopo una quindicina di giorni.
    Cosa è successo a mio padre?

    005 - Mundus corruptus est
    Il Signore disse: «Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti». (Genesi, 6:7)
    Nel 2024 una nuova ondata di ateismo e paganesimo ha colpito l’Europa. Lo stesso papa sembra aprirsi ad essa; che sia forse egli l’Anticristo di cui parlano le eterne scritture? La popolazione è affetta da una malattia, come un cancro dell’anima: è possibile vederlo nei loro occhi. Il benessere fisico è diventato più importante del benessere spirituale, quello personale più impellente di quello comunitario.
    Il diavolo si è insediato nei nostri cuori, ha calcificato le nostre coscienze e piano piano sta consumando questo pianeta, questa razza umana sul pianeta Terra.
    Ma il giudizio divino è vicino, terribilmente vicino. Stiamo colonizzando lo spazio, costruendo e mandando in orbita satelliti, stazioni spaziali, bombe nucleari. Credete forse che tutto ciò sia destinato all’utilizzo sulla Terra? No, i potenti della terra si stanno armando, si stanno preparando, sanno che qualcosa sta arrivando. Qualcosa sta arrivando dal cielo. Gli Elohim, gli angeli del signore distruggeranno il Sole. La fine è vicina.

    006 - Gli incidenti urbani
    Sono passati ormai quindici anni da quando vidi P#22. Nel frattempo sono stati registrati altri 9 portali in punti differenti del mondo. Per la prima volta abbiamo schedato degli iperoggetti in pieno centro urbano.
    Il 26 agosto 2019, alle ore 11:36, l’iperoggetto P#25 ha invaso uno spazio di tre metri all’interno della sala ipostila nel Parco Güell, distruggendo parzialmente il colonnato e uccidendo quattro civili.
    Il portale si è presentato come un ammasso globulare di spettro bianco. Il suo arrivo è stato anticipato da un sibilo nell’aria, avvertito fino a 1km di distanza. P#25 ha incenerito un’area di circa 6 metri di diametro, rilasciando sulla zona investita all’incirca 3 chilogrammi di polvere d’oro. L’accaduto è stato registrato dalle telecamere di sicurezza ed i filmati sono stati confiscati.
    Il 9 ottobre 2022, alle ore 20:07, l’iperoggetto P#29 ha invaso la cattedrale dell’Immacolata Concezione di La Plata, durante una celebrazione domenicale. Il portale si è manifestato dentro il tabernacolo durante il rito eucaristico. P#29 si è presentato sotto forma di una grande V dotata di una elevata luminescenza color miele. Tale iperoggetto, dopo aver distrutto completamente il tabernacolo, ha rigettato sul pavimento circa tre litri di sangue leucemico. L’incidente è stato registrato da alcuni fedeli intenti a filmare una Prima Comunione.
    Infine, il 1 gennaio 2025, alle ore 00:00, l’iperoggetto P#31, ha invaso una zona di 12 metri di diametro, nel centro di Piazza Syntagma ad Atene, uccidendo 47 civili e classificandosi come il peggior incidente degli ultimi dieci anni.
    P#31 si è manifestato come un iperoggetto di forma spiroidale, anche se i superstiti affermano di aver percepito tale fenomeno come una bambina dai capelli argentei coronata di piume.
    Il portale è apparso senza nessun preavviso, emanando una forte luce diurna e causando una scossa di magnitudo 8,5 limitata esclusivamente all’area della piazza. Gli unici video disponibili non sono riusciti a catturare un’immagine pulita degli 11 secondi seguenti all’invasione, causa interferenze elettromagnetiche.
    Tuttavia, da ciò che gli studiosi sono riusciti a ricavare e dalle testimonianze dei superstiti, pare che le vittime siano state parzialmente liquefatte e riaddensate insieme. Tutto ciò che è rimasto dopo la scomparsa di P#31 è stato un grottesco ammasso di carne, sangue ed ossa. Risultato di una fusione inspiegabile, si è degradato in polvere grigia dopo circa 2 minuti.


    Undefined Phenomena - Parte 1
    Il termine Undefined Phenomenon è stato coniato nel 1992. Nel 1986 vennero studiati per la prima volta i Portali, grazie agli scienziati ucraini Ivan Aksenov e Marcus Lytkin. Tuttavia, tale termine di classificazione è nato solamente a seguito di un altro fenomeno, il quale ha portato gli studiosi a porsi dubbi sull’effettiva conoscenza umana della realtà. Il 28 novembre 1991 nell’aeroporto di Stansted, alle 15:22, circa un centinaio di persone, tra civili, staff e guardie aeroportuali, sono state testimoni di un Contatto.
    David Murray, uomo 36enne, stava andando verso i gates quando bloccò improvvisamente il suo passo e rimase fermo, in posizione eretta, per 13 minuti prima che qualcuno si accorgesse che qualcosa non andava. Un gruppo di persone notò che sul viso di David andava dipingendosi un’espressione di shock: i suoi occhi erano spalancati, i muscoli facciali tesi, e sulle sue guance scorrevano copiose lacrime.
    Dopo 15 minuti giunse una guardia aeroportuale che provò a risvegliare l’uomo dal suo stato di shock. Non riscontrando successo e notando che David sembrava assolutamente non percepire l’ambiente intorno a sé, la guardia, di nome Isaac Foster, tentò di farlo sedere. Non appena l’addetto alla sicurezza toccò David, questi sussurrò “Sono stato scelto, sono stato scelto…” per poi cadere a terra in preda alle convulsioni. I tentativi dello staff aeroportuale furono inutili e David Murray venne dichiarato morto per emorragia cerebrale pochi minuti dopo.
    Tuttavia, mentre il corpo di David veniva posto su una barella per essere caricato su un’ambulanza, accadde qualcosa di tanto miracoloso quanto sinistro.
    Sulla sua pelle incominciarono a manifestarsi numerosi segni somiglianti agli occhi dei cefalopodi. Poi, egli riaprì gli occhi e sollevandosi urlò, in mezzo alla folla, “Rhäò… Sol’Pharazor!”. Subito, cominciò a sgretolarsi, come fatto di sabbia, rilasciando dall’interno del suo cranio numerosa polvere d’oro.
    Tale fenomeno, venne dichiarato ufficialmente come “un fallito attacco terroristico”, ma segretamente fu classificato come UP-N1 (preceduto da UP-N0: i Portali di Aksenov-Lytkin). Questo non fu un caso isolato, nel suo genere, e nemmeno l’ultimo di una serie di inspiegabili eventi che colpì nel profondo le nostre fragili convinzioni sulla realtà.

    Undefined Phenomena – Parte 2
    Fino ad oggi, 27 marzo 2028, si sono verificati 17 Contatti e 35 invasioni di Portali. Ma gli eventi UP-N0 e UP-N1 non sono gli unici a far parte degli inspiegabili prodigi che hanno scosso la nostra era.
    Nella classifica degli Undefined Phenomenon trovano posto anche UP-N2, UP-N3 e UP-N4.

    - UP-N2: Traslazioni.
    Il 3 dicembre 2020, Encelado, luna del pianeta Saturno, scomparve inspiegabilmente dalle immagini delle sonde e dei telescopi spaziali. Nonostante l’assenza di prove dirette, gli astrofisici calcolarono che la sua sparizione risaliva a circa un mese prima. Quando gli scienziati ormai erano convinti, secondo diverse teorie, che tale satellite fosse stato catturato verso gli strati esterni del sistema solare, questo ricomparve miracolosamente: il 18 gennaio 2021, il Mauna Kea Observatory catturò nuove immagini della luna Encelado, mentre si trovava in transito in una nuova orbita vicina a Mercurio.
    Il 19 aprile 2023, l’intero villaggio di Kujapi, in India, scomparve e venne trovato, completamente deserto, circa quattro mesi dopo, nei pressi del deserto australiano di Gibson. […]

    - UP-N3: - Terrori Maligni di Albrecht (dal nome del loro scopritore).
    Scoperti nel 1957 da Ignaz Albrecht, medico tedesco, il Terrori Maligni rappresentano un fenomeno di massa, caratterizzato da opprimenti incubi notturni, malesseri psichici e tendenze al suicidio.
    Questi inspiegabili avvenimenti di estrema malinconia collettiva, si verificano casualmente in giro per il mondo. Il primo caso registrato corrisponde al Terrore del Novilunio, del 1957: gli abitanti di un intero quartiere di Stoccarda vennero colti improvvisamente da una forte apatia e da crisi notturne che, a seguito di incubi e insonnia, li conducevano spesso ad attacchi di panico e colpi di febbre.
    Dopo una settimana, l’intero quartiere si tolse la vita durante una notte di novilunio, con un suicidio di massa. […]

    - UP-N4: Feralia (nella Roma antica, celebre festività dei morti).
    Tale fenomeno si presentò per la prima volta il 21 febbraio 1995. Durante un sabato di preghiera al monastero di Cimiez, il frate Rene Guerin venne visto accedere alla cappella e sparire nei pressi dell’altare. Tale avvenimento turbò tutto l’ordine religioso, il quale era ben consapevole che il monaco era morto da dieci anni.
    Il 10 maggio 2022, durante una visita notturna al cimitero di Highgate, un gruppo di 25 turisti fu testimone dell’apparizione, ai piedi di un grande mausoleo, di tre sagome interamente fatte d’ombra che sibilarono un messaggio e poi scomparvero. Tale messaggio recitava “I cancelli sono aperti, non possiamo nasconderci”. […]


    Questi sono solamente alcuni esempi; i casi archiviati sono tanti e tutti allo stesso modo inspiegabili.
    Cosa sta succedendo?
    Sono certo che presto avremo le risposte che cerchiamo. E ce ne spaventeremo.

    Una frase sinistra
    Avevo un amico nel New Jersey, Matthew, abitava a Salem. Sì, proprio la città famosa per la caccia alle streghe e le leggende chi vi aleggiano sopra. Tuttavia non so se per caso o per maleficio, ma certamente per una sinistra coincidenza, il mio amico si tolse la vita in circostanze misteriose. E aggiungo tale aggettivo perché non si trattò del solito caso di suicidio, bensì di un vero e proprio caso inquietante.
    Solitamente io e Matthew ci vedevamo una volta al mese e, quando non ero lì, ci sentivamo per telefono frequentemente, diciamo circa una volta a settimana; era una persona allegra e ottimista, a differenza mia.
    Il 15 luglio tuttavia, dopo una decina di giorni che non avevo sue notizie, decisi di chiamarlo per fare quattro chiacchere e scherzare un po’ con lui. Ebbene, giuro che non lo riconobbi affatto.
    La sua voce era tetra e sconsolata, parlava con affanno, facendo spesso delle brevi pause per prendere fiato. Gli domandai cosa fosse successo e lui mi rispose che erano diversi giorni che dormiva a malapena, poiché quando cadeva addormentato faceva strani e terrificanti incubi.
    Chiesi dunque cosa sognasse e mi raccontò, sussurrando, di dimensioni a lui ignote, colme di anime urlanti e entità aliene, creature deformi maledette da Dio. Mi confessò che udiva una voce nella sua testa che recitava continuamente una frase senza senso; era convinto che non appartenesse a questo mondo.
    Decisi che il fine settimana sarei andato da lui, per fargli compagnia e provare a tirarlo su di morale. Lui mi sconsigliò di andare lì, mi disse che era preda di frequenti attacchi di febbre e che non aveva le forze o la voglia di fare nulla, ma io ero troppo preoccupato per lasciarlo solo.

    Non feci in tempo a raggiungerlo. La mattina del 17 luglio ricevetti una telefonata dalla madre di Matthew: lui era morto. Non riuscii a credere alle sue parole, frammentate da continui singhiozzi, e non credetti neppure ai miei occhi quando giunsi a Salem, la sera stessa, con l’ultima corriera.
    Il mio amico si era tolto la vita: un volo dal terzo piano con una corda attaccata al collo.
    Non fu, però, solamente la vista del suo corpo esanime a raggelarmi il sangue, bensì il macabro spettacolo di una quarantina di corpi di tutte le età, morti suicidi la stessa notte.
    Poi, mentre soffrivo la scomparsa di Matthew e chiedevo col fiato spezzato al suo cadavere il perché dell’estremo gesto, attorniato da tutto il villaggio in lutto che piangeva la morte dei propri cari, nel piazzale arrivò un vecchio sciamano. Era un eremita, uno degli ultimi Susquahannok, una tribù ormai estinta delle terre nord-orientali.

    Posando il suo bastone per terra intonò un canto.
    Noi tutti avremmo dato poco peso alla vicenda e ce ne saremmo presto dimenticati, se non fosse che quello sciamano cieco e deforme adoperò nella sua litania le stesse identiche parole che, a quanto capii dai volti della gente raccolta nel piazzale, non solamente Matthew, ma anche tutti gli altri suicidi sentivano dentro la loro testa.
    E quando ci avvicinammo con ferocia e spavento all’eremita, per domandargli cosa volessero dire quelle nefaste frasi, egli ci rispose a bassa voce: “Y’aak thaa dohr’nuul… venite da me a urlare nel Vuoto”.

    Un'ombra sotto la sopraelevata
    Dio, non crederete mai a che cazzo ho visto oggi! Per fortuna che gli agenti del governo non mi hanno beccato ad osservare la scena altrimenti adesso sarei chiuso in chissà quale stanza sotterranea.
    Stavo passeggiando per il mio cazzo di quartiere portando a pisciare il mio cane Rusty. Erano le 2 di notte e appena mi sono avvicinato alla Interstate 81 ho visto qualcosa che mi ha fatto accapponare la pelle.
    Giuro su Dio che so cosa ho visto ragazzi: a circa 60 piedi da me, illuminata dai lampioni, c’era una fottutissima sagoma nera. Non era un cazzo di maniaco nudo o qualche fratello ubriaco. No ragazzi, era una di quelle ombre avvistate al cimitero di Highgate in Inghilterra. Santa Maria, quella cazzo di cosa fluttuava a mezz’aria, non toccava terra e stava guardando verso di me.
    Ho sentito delle auto avvicinarsi e mi sono nascosto dietro una macchina. Sono scesi i federali, hanno fatto delle foto e montato uno strano apparecchio sotto ad una grossa stele in pietra.
    Non so cosa abbiano fatto, ma quella sagoma è scomparsa nei pressi della stele.
    Dio santo, ho ancora la pelle d’oca. Sono sicuro che sta merda ha a che vedere con tutti i casini che stanno accadendo in giro. Sul telegiornale dicono che quegli affari chiamati “portali” siano una conseguenza delle radiazioni, ma secondo me sono stronzate. Per me sono stati attirati qui dalle radiazioni e adesso si stanno accorgendo di noi.

    Ah, un’ultima cosa. Credo che quella figura mi abbia detto qualcosa. Non sono sicuro fosse rivolto a me, ma ho sentito sussurrare qualcosa. Mi si raggela il sangue a ripensarci; non aveva una voce umana.
    Ciò che ho sentito è stato qualcosa tipo “È l’ultima fase. L’Empio ci ha osservato a lungo, ma a breve sussurrerà nelle nostre menti con le sue mille lingue nere”. Cristo.
    Qualcuno ha scoperchiato il vaso di Pandora.

    In aggiornamento...


    Edited by ;Isabel - 19/3/2019, 15:43
  5. .
    Io penso che nella rosa - e al suo posto - ci si possa vedere ciò che si vuole, non fa differenza. La composizione è ottima ed il messaggio arriva perfettamente, a me è piaciuta molto.
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    Smisto ^_^
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    Salve, nel caso tu abbia dubbi su cosa puoi fare e non, consulta pure il Regolamento. Naturalmente immagino che se qualcuno vorrà leggerti comprerà i libri, pagando giustamente i diritti, ma nulla ti vieta di scrivere qualche articolo o dei piccoli (o lunghi) racconti da postare su questo forum ^_^
  8. .
    Non c'è nessun link.
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    “La Divinità è insieme informe e onniforme, e pervade tutte le cose
    mobili e immobili, come l'acqua o uno specchio”



    (4 Luglio 1934, New England, Lettere di Adam Armistead)
    Questa è la seconda notte che sogno la volta celeste. Non mi era mai capitato di vederla così vividamente durante il sonno; in fin dei conti sono un uomo di campagna, un contadino che lavora spesso all’aperto, e sono avvezzo alla compagnia delle stelle e dei pianeti, tanto che la loro presenza è divenuta abituale per me e il loro volto non comunica che banalità ormai. Tuttavia, ecco che d’improvviso, durante le ore in cui la mia fantasia solitamente vola, mi ritrovo, per tutta la notte, a dipingere con la mente il cielo notturno popolato dagli astri.
    Comunque, il fatto che il sonno di due notti sia stato completamente saturato dallo stesso sogno, il che basterebbe in ogni caso a far spazientire chiunque, non è l’unico fastidio che lamento. Infatti, non solo sono costretto a sopportare per ore la stessa identica visione, ma ciò che vedo non è solamente una mera immagine statica dell’arco celeste, è invece un turbinare, un continuo moto circolare dell’intero cielo notturno, nauseante e terribilmente estenuante. Spero di avere sonni più tranquilli le prossime notti.


    (5 Luglio 1934, New England, Lettere di Adam Armistead)
    Ringrazio il cielo di essere riuscito a trascorrere una notte tranquilla, priva di sogni fastidiosi e ripetitivi, completamente libera da qualsiasi traccia di stelle, pianeti o qualsivoglia altro corpo celeste. Mi sento, invero, fresco e riposato, pronto ad una nuova giornata di lavoro in mezzo ai campi. Il grano cresce abbondante; questa sembra una buona annata e sono sicuro che mi frutterà un buon ricavato, abbastanza forse per migliorare la mia fattoria, costruendo un nuovo deposito ad Est e consentendomi l’acquisto di qualche nuova macchina agricola.
    Purtroppo non posso dire lo stesso del mais. Ieri ho constatato con dispiacere che i campi coltivati a granturco non sembrano promettere un decente raccolto: le spighe appaiono rovinate, come in preda ad una malattia. Non so di cosa potrebbe trattarsi, proverò ad indagare a riguardo. È un vero peccato.


    (8 Luglio 1934, New England, Lettere di Adam Armistead)
    Stanotte ho fatto un sogno davvero bizzarro, reso ancora più strano dal momento che non ho mai avuto possibilità di osservare di persona, concretamente, un importante particolare che ha fatto parte della mia breve avventura onirica. Il sogno incominciava esattamente in questa stanza e mi era concesso vedere me stesso dall’esterno, cosa che capita raramente nel regno di Morfeo. Ero alla finestra e osservavo pensieroso il cielo serale, scrutando le prime stelle che brillano quando il sole tramonta. Non so per quale motivo stessi fissando la volta celeste, ma la mia attenzione sembrava focalizzarsi ad oriente: potevo scorgere Venere, bassa all’orizzonte, Altair poco più in alto e la bianca e luminosissima Vega della costellazione della Lira. Ma ciò che pareva aver catturato maggiormente i miei pensieri sembrava essere Deneb, l’azzurra testa del Cigno. Poi, dopo alcuni minuti di contemplazione che davano l’impressione di essere interminabili, avevo abbandonato quella postazione per muovermi verso le scale, scenderle e, con pochi passi, raggiungere l’esterno della mia abitazione. Così avevo incominciato a passeggiare per i campi, senza un’effettiva meta precisa. Mi ero inoltrato per le coltivazioni di mais e, anche se appare chiaro sia cosa impossibile non perdere il senso dell’orientamento tra piante tanto alte, mi sembrava di procedere come guidato da una forza superiore, verso una direzione a me ignota, ma dalla quale parevo essere attratto.
    Dopo un infinito viaggio tra mille pannocchie malconce e cadenti, il cui aspetto peggiorava mano a mano che mi addentravo per i campi, ero giunto in un punto dove il terreno era per lo più spoglio e le piante erano completamente marce e morenti.
    Lì, sopra il terriccio secco e malato, stava una stella marina. Non ne avevo mai vista una dal vivo; ne avevo solamente sentito parlare da alcuni uomini di mare che abitavano nel Massachusetts. E, se ben ricordo, la descrizione che quei signori mi diedero specificava la presenza di cinque arti. Io invece, nel mio sogno, avevo raccolto e osservato da vicino una dettagliatissima stella marina a nove punte. Ecco, questo è il curioso particolare che ha reso tanto bizzarro il mio sogno.


    (10 Luglio 1934, New England, Lettere di Adam Armistead)
    Credo che il mais sia completamente rovinato. Dopo alcuni controlli lungo il perimetro del campo coltivato a granturco ho notato che la malattia sembra essersi diffusa ovunque non lasciando intoccata alcuna porzione del terreno, da ciò che mi è stato possibile osservare almeno esternamente.
    Inoltre ho notato degli strani avvenimenti collegati al suddetto agro. Il primo riguarda il suolo, il quale si presenta estremamente arido, come se fosse a maggese riarso dal sole, nonostante le abbondanti piogge di questi ultimi giorni sommate alla continua irrigazione, e manifesta, solo in alcuni punti per il momento da come ho potuto notare, una sottile e bizzarra polvere dorata che farò analizzare senza dubbio.
    Il secondo, invece, ha a che vedere con gli uccelli: è da un po’ di tempo che effettivamente non ne vedo più volteggiare sopra il campo, anzi, potrei dire che sembrano proprio evitarlo. Nemmeno gli uccellini più piccoli, che solitamente nidificano tra le piante o sul terreno, svolazzano ormai tra le cadenti pannocchie.
    Gli animali, inoltre, hanno incominciato a bere l’acqua piovana conservata nella grande cisterna ad Est. Tale cisterna era in disuso da anni perché il serbatoio, interamente fatto di ferro, aveva le pareti interne ossidate, le quali rilasciavano ruggine rendendo l’acqua tossica. Invece, da alcuni giorni sembra che l’ossido di ferro sia sparito. Inoltre, l’abbandono di tale cisterna avrebbe dovuto permettere la prolificazione di batteri e altri organismi. Al contrario, ho notato le mucche usufruirne più volte senza riscontrare, ad ora, danni da parassiti o intossicazioni. Ho deciso così di assaggiarne un cucchiaio, lasciando prima bollire l’acqua, ed ho constatato che effettivamente il sapore ferroso è scomparso, mentre ho avvertito un leggero retrogusto di terracotta. Credo sia diventata alcalina. Non capisco come sia successo.


    (12 Luglio 1934, New England, Lettere di Adam Armistead)
    Ancora una volta, a prova della mia pazienza, ho viaggiato nel sonno per il vasto cielo stellato. Esso continuava a roteare incessantemente, provocandomi anche stanotte una costante e tremenda sensazione di nausea e lasciandomi tutt’altro che riposato. Ho tentato varie soluzioni: cambiare posizione nel letto, rinfrescarmi il viso, spostare la mia mente su altro, muovermi in un'altra stanza. Non ha funzionato nulla di tutto ciò, nulla è riuscito a deviare il mio cervello da quella monotona e tediosa immagine in movimento della volta celeste, come se il mio intelletto fosse stato meccanicamente tarato al vagabondaggio onirico nella stessa, identica e ripetitiva visione. Tuttavia, stanotte sono riuscito a notare un bizzarro particolare: normalmente, l’intero cielo gira su sé stesso, attorno ad un punto che l’uomo, da tempi immemori, ha identificato come la Stella Polare; la sfera celeste che osservavo io, invece, non roteava intorno a quella piccola stella dell’Orsa Minore, bensì sembrava farlo proprio circolarmente ad un punto ben definito nella costellazione del Cigno: la bianca Deneb.
    Stamattina, così, ripensando anche al sogno di quattro giorni fa, durante il quale riuscivo ad osservare una strana asteroidea a nove punte nel mio desolante campo di mais, ho deciso di avventurarmi per i miei terreni in cerca del punto, fantasticato, dove avevo trovato quel curioso esemplare marino.
    Dunque, dopo aver preso una bussola e le carte planimetriche dei miei terreni, mi sono messo in cammino in direzione del campo di mais. Mano a mano che mi inoltravo nel terreno, la condizione delle piante diventava ancora più pietosa rispetto a quella vista nel sogno: gli stecchi erano scuri, torti e deformi, le foglie sembravano ragnatele malsane sulle quali cadeva, dalle pannocchie nere e marce, la stessa polvere dorata vista qualche giorno fa. Osservando attentamente ho notato che i chicchi stessi sono ripieni di tale pulviscolo, e credo di dover giungere alla conclusione che la misteriosa polvere dorata sia prodotta dalla pianta stessa.
    Dopo diversi minuti, durante i quali sentivo crescere in me una repulsione ed un malessere asfissiante, contagiato da quell’agro in cui non mi ero voluto inoltrare da giorni, sono giunto infine in un punto in cui le piante sembravano aliene. Orribili, nere e scheletriche, nauseanti, parevano agitarsi spettrali al ritmo di una qualche musica inudibile, irrazionale. I pennacchi si muovevano lentamente, tirati da una brezza leggera, ma la loro vista mi disgustava; facevano affiorare al mio pensiero empietà di dimensioni recondite, fantasie che avrei preferito dimenticare, lette per curiosità giovanile su libri nefasti, come il maledetto De Daemonibus Vacuorum e i dissacranti Manoscritti di Mallok, ma più di tutti sul blasfemo e folle Ordonrìdion, il libro perduto degli oscuri sacerdoti atlantidei.
    Ed è stato lì, mentre ero tormentato da queste latenti paure, che ho visto per la prima volta qualcosa di completamente estraneo, una parvenza di oltre-terreno. Ero giunto nel punto finale del sogno, la mia meta; avevo riconosciuto la zona, non perché la ricordassi visivamente, ma perché tale certezza mi folgorò quando vidi dinanzi a me, a circa quattro metri sopra le spighe di mais, fluttuare in cielo una larga figura evanescente, la cui forma era quella di una stella marina a nove punte.


    (13 Luglio 1934, New England, Lettere di Adam Armistead)
    Dopo ciò che vidi ieri, nel mezzo del campo di granturco, tornai velocemente in casa. La sera non toccai cibo poiché il solo pensiero del marciume delle piante di mais mi procurava inappetenza e nausea. Tuttavia bevetti dell’acqua dal rubinetto, come solitamente faccio prima di andare a dormire. Credo che ci sia un problema alle tubature, poiché anche l’acqua corrente è divenuta alcalina.
    Ciò che mi preme maggiormente raccontare, tuttavia, non ha a che vedere con l’acqua o il cibo, ma riguarda i sogni notturni che ho fatto. Stanotte infatti credo che il mio cervello si sia spinto oltre lidi sicuri per acque nere, profonde e cariche di mistero. Ho visto ciò che nessuna mente umana potrebbe immaginare, nemmeno l’estro più creativo di un folle artista potrebbe riuscire a figurare ciò che il mio intelletto ha deciso di fantasticare stanotte. Ma ho il dubbio che sogni così esotici possano essere frutto di mera immaginazione mortale.
    Come l’ultima volta, potevo vedere me stesso contemplare il cielo stellato. La mia attenzione sembrava concentrarsi anche stavolta nei pressi della costellazione del Cigno. Le stelle pulsavano inquiete, proprio come il battito del mio cuore, che potevo distintamente avvertire ogni secondo. Ma c’era qualcosa di sgradevole in ciò; gli astri, così come il sangue nelle mie vene, palpitavano allo stesso malato ritmo dell’ondeggiare delle piante di mais. Quella musica inudibile, silenziosa, mi assordava.
    Poi, dopo un crescendo orripilante, un’inesistente ma insopportabile cacofonia che mi ricordava gli empi tamburi che risuonano sordi per i vuoti spazi di dimensioni aldilà del tempo, venni proiettato verso l’alto, nel cielo infinito. Seguii il mio corpo cadere come folgore nel cosmo aperto, viaggiando a velocità super-luminare in una direzione che conoscevo bene ormai: Deneb.
    Le pareti cosmiche sembravano torcersi e frantumarsi tutte intorno a me, rivelando scorci di paesaggi alieni e dimensioni extrasensoriali: sfrecciai sulle rive dei mari di Iskarcove, città dolente sotto pesanti lune nere, attraversai il pianeta Yha’grath e vidi le sue geometrie non-euclidee, scivolai per i bronzei templi di Scethus, addobbati con foschi drappi. Poi, incominciai a vedere colori mai visti, non presenti sulla terra; balenavano e sfumavano in sinistre aurore, per le quali si scoprivano galassie alla deriva e sconfinati ammassi di stelle.
    Infine caddi per le terribili valli d’ombra delle dimensioni remote, mentre venti di anime urlanti soffiavano spettrali per le tenebre siderali e mi trascinavano verso la fine dello spazio e del tempo. E mentre mi avvicinavo alla destinazione finale, nella mia mente avvertivo ancora una volta l’odiosa cacofonia; cresceva e rimbombava, affiancata da un canto più profondo dei neri abissi.
    A quel punto però, così vicino a lasciare i confini della realtà stessa, mi risvegliai dalla mia avventura onirica. Il viaggio astrale, così credo sia meglio definirlo, doveva avermi rapito con grande forza poiché quando riaprii gli occhi e osservai l’orologio, capii di essere rimasto a letto per tredici ore.


    (14 Luglio 1934, New England, Lettere di Adam Armistead)
    Ho paura di non essere pianamente in salute fisica e, dopo gli ultimi avvenimenti e visioni, neppure mentale. Ieri, dopo essermi risvegliato dall’assurda visione ero talmente stordito e dolente che sono riuscito ad appuntare solamente il sogno fatto, ma ho preferito rimandare ad oggi il resto. Ho trascorso l’intera giornata sulla vecchia poltrona in salotto, a bere del tè e mangiare qualche biscotto di tanto in tanto, poiché sapevo di non riuscire ad ingerire null’altro. Credo inoltre di aver preso freddo, perché sono stato colto da una fastidiosa tosse che mi accompagna anche adesso mentre scrivo.
    Questa notte non ricordo di aver avuto sogni agitati, mentre rammento bene di aver sognato un’enorme distesa dorata, sulla quale giacevo sdraiato allo stesso modo dei ragazzini sulla neve, con le braccia e le gambe aperte, rilassato e in piena sintonia con l’ambiente circostante. Il tutto mi comunicava una sensazione di pace e tranquillità mai avvertita prima, quasi come se fossi tutt’uno con la purezza stessa.

    Stamattina ho fatto una sostanziosa colazione e mi sono vestito per andare a sistemare il problema del campo di mais: avevo deciso che era meglio bruciare tutto e liberarmi della coltura rovinata.
    Non avrei mai potuto immaginare però che la situazione sarebbe degenerata tanto: il campo di mais, in condizioni terrificanti, completamente nero e degradato, era ammantato da un velo di polvere dorata. Ve n’era sul terreno e sulle piante, fuoriusciva dalle stesse e si sollevava in volo per piccole nubi.
    Ma ciò che mi ha dato più sgomento è stata la vista del campo di grano; con terrore ho constatato che la misteriosa malattia sembra aver contagiato alcune delle piante più esterne del terreno, quelle più vicine al campo di mais. Mi sono dunque armato più velocemente possibile di falcetto e sarchiatore per sradicare tutte le spighe colpite, creando anche una zona di sicurezza, estirpando perfino quelle sane in prossimità delle malate. Poi ho accatastato il tutto nel campo di mais e ho appiccato il fuoco, sperando in questo modo di liberarmi del dannato morbo.


    (18 Luglio 1934, New England, Lettere di Adam Armistead)
    Il campo di mais è andato completamente distrutto dal fuoco, liberando nell’aria enormi fumi neri e dorati, che per evitare mi son dovuto costringere in casa tutta la giornata, sbarrando porte e finestre e apponendo stracci bagnati negli interstizi. Per fortuna è andato tutto in cenere, salvo alcune sporadiche piante annerite o qualche cespuglio ancora in piedi. Non ho tuttavia avuto il coraggio di addentrarmi nel terreno per completare il lavoro, poiché ho sempre paura di essere assalito nuovamente da quella sensazione di vertigine e nausea che provai l’ultima volta. La polvere dorata, invece, si è sfortunatamente riversata per ogni dove, appannando le finestre e cadendo lunga la cappa fumaria. Ciò non aiuta di certo la mia tremenda tosse, anzi, sta di certo favorendo la comparsa di una fastidiosissima emicrania.
    L’unica cosa che mi ha rassicurato leggermente è che si tratta effettivamente di oro, quindi posso escludere che sia qualche altra sostanza sconosciuta. Rimane comunque il fatto che sia comparsa da chissà dove o che sia stata magicamente prodotta dalle piante, ma io, in vent’anni da contadino, non ho mai sentito parlare di piante capaci di creare polveri metalliche, figurarsi di oro puro.

    Ma le stranezze non finiscono qui: ho inoltre notato, con gran frustrazione, che il terreno stesso sembra essere stato colpito dallo strano morbo e che quest’aridità malsana stia avanzando lentamente ma inesorabilmente. Per questo problema tuttavia non ho potuto far nulla, almeno nell’immediato, se non salvare il salvabile e dunque falciare il grano in salute prima che potesse cadere preda della pestilenza. Così ho trascorso questi quattro giorni a mietere le spighe di grano, spostandolo nel deposito Ovest.
    Nonostante abbia evitato ogni contatto con il terreno bruciato, ho notato più volte, da lontano, l’evanescente figura a forma di asteroidea irregolare fluttuare nell’aria. Ho addirittura chiesto al mio vicino di terreno, il vecchio Greyson, attirato inevitabilmente dal falò, qualche parere sulla situazione e su cosa possa essere la strana forma sospesa sopra il campo. Ed egli, agricoltore ferrato nel suo campo da una vita di esperienza, mi ha detto che potrebbe trattarsi di una fuoriuscita di gas a creare tale effetto e che devo considerarmi fortunato, perché se così fosse la causa della distruzione del mio campo di mais potrebbe essere la mia fortuna. Penso dunque che chiamerò chi competente per fare analizzare il sottosuolo.


    (19 Luglio 1934, New England, Lettere di Adam Armistead)
    Ieri notte mi sono coricato presto, poiché il dolore alla testa era divenuto insopportabile e gli occhi mi bruciavano come se fossi preda di una febbre opprimente. Riuscivo a contare le pulsazioni delle tempie mentre, sfinito, tentavo di trovare conforto nel mio letto, al caldo delle coperte. Non so di preciso quanto io sia rimasto in attesa di essere colto dal sonno, ma non avrei mai immaginato che avrei rimpianto la veglia al dormire.
    Ad un tratto, infatti, ecco che sprofondai nel vuoto, ma invece di svegliarmi per l’incubo improvviso continuai a cadere nelle tenebre fino a che non avvertii nuovamente il gelo del cosmo e il lontano luccichio di stelle malate. Poi, come una secchiata d’acqua fredda, avvertii i dannati venti di anime soffiarmi sul viso e trascinarmi per gli spazi siderali delle regioni remote. Mi sembrava di cadere in un turbine di oscurità e blasfeme aurore vibranti, mentre nella mia mente si faceva strada pian piano il cupo e profondo canto già udito in precedenza; sembrava quasi il lontano lamento delle grandi creature sottomarine, ma più raggelante e abissale, poiché dava l’impressione di un’antichità infinita e al tempo stesso di una grandezza incomprensibile.
    Mentre scivolavo nel fiume del tempo e dello spazio, vidi che tutto appariva ruotare attorno ad un punto luminoso verso il quale si ammassava la materia e l’energia, come attratta dalla gravità di quella singolarità. E lì, quando fui vicino a quell’orizzonte degli eventi della realtà stessa, così luminoso e immenso, mi accorsi di trovarmi davanti alla superficie di uno specchio sul quale ruotava a gran velocità l’intera immagine del cosmo. Con una mano toccai la superficie.
    Mi risvegliai di soprassalto, pregno di sudore e colto da una forte tachicardia. Ero rimasto addormentato per tredici ore anche stavolta. Sprofondai in uno stato d’ansia incontrollato, ma ciò che mi terrorizzò maggiormente fu la vista di alcune macchie di sangue sul cuscino. Mi accorsi con spavento che la mia tosse doveva essersi aggravata e che dovevo soffrire qualche emorragia interna.
    Sono dunque rimasto a riposare anche oggi, sulla vecchia poltrona in salotto.


    (20 Luglio 1934, New England, Lettere di Adam Armistead)
    Quello che è accaduto oggi potrebbe essere giudicato troppo folle e insensato per essere raccontato, ma è ciò che ho effettivamente sperimentato e non mi importa di passare per pazzo o di essere tacciato di blasfemia per ciò che scriverò. Se quello da me ricevuto in visione fosse uno stralcio della realtà nascosta delle cose, allora è giusto che tutto il mondo sappia cosa si cela oltre la cortina delle dimensioni interne, nel piano infinito ed eterno. Ebbene, questo pomeriggio, in un momento di forze ho deciso di andare a controllare da vicino la spettrale figura sul campo bruciato.
    Con la coperta sulle spalle e un panno sul viso per proteggermi dalle polveri d’oro, mi sono avventurato per il nero terreno arido e morente. Lentamente mi sono avvicinato alla strana forma e passo dopo passo ho avvertito nuovamente quella sgradevole sensazione crescere in me. Con gli occhi in fiamme, la testa ed il petto che mi bruciavano constatai un’incredibile aumento delle dimensioni della figura. La prima volta che la vidi, infatti, era grande poco più di una grossa stella marina, ma attualmente potevo scorgerne le varie protuberanze insinuarsi nel terreno e perdersi nel cielo a diversi metri d’altezza.
    A quel punto, tra un colpo di tosse e gocce di sangue dal naso, forse in preda alla febbre o ad una qualche pazza voglia di conoscenza, toccai con mano l’evanescente asteroidea.
    So che in molti non crederanno a quanto segue, ma io sono fermamente convinto di aver vissuto ogni breve momento di quanto sto per raccontarvi. Sono certo, con ogni singolo lume di razionalità di essere stato partecipe di una vera ed effettiva Teofania.
    Come ho detto, posai una mano sulla figura, ma subito la mia coscienza venne scaraventata per le pieghe del tempo e dello spazio fino all’enorme superficie dell’orizzonte a specchio vista in sogno. Toccando l’evanescente forma nel mio campo avevo toccato le pareti ultime dell’universo, e nello stesso momento in cui le toccai, trovai accesso ad un altro luogo, una zona extra-dimensionale, pura nella sua intera essenza, perpetua e immortale. Sfiorando con mano quel confine, aprii la porta per la Corte di Dio. Ed Egli era lì, un grande occhio ardente, insonne, coronato da nove arti luminescenti… Sol’Pharazor, Signore del Cosmo.
    Non credo di essere riuscito a resistere il suo sguardo per più di qualche secondo. Poi è tutto divenuto scuro e mi sono sentito cadere.

    Mi sono risvegliato in mezzo al campo, ma la grande asteroidea evanescente era scomparsa. Non ne trovai più traccia, era sparita.
    Non avrei mai dovuto toccarla, poiché adesso so di cosa si trattava, ho ricevuto la maledizione della Conoscenza. Sfiorando con mano la Porta, sono caduto oltre le dimensioni, per le enormi distese della Valle delle Ombre, fino al cospetto del padre degli Dei.
    Sono rientrato a casa col petto in fiamme e la testa carica di vertigini. Ho scritto quest’ultima pagina di diario con le poche forze e gli ultimi stralci di lucidità che mi sono rimasti poiché ho un terribile sensazione e temo per la mia vita. Credo che le mie forze mi stiano abbandonando…


    (21 Luglio 1934, New England, Lettere di Adam Armistead)
    Non mi da pace! Quando mi sono risvegliato non c'era più... ma ora l’Occhio Folgorante dai Nove Arti è qui! Il Re dell’Universo, Signore delle Forze Fondamentali è qui! Diventa sempre più vivido nella mia mente… esponenzialmente. Lo vedo anche adesso, ad occhi aperti! Credo che la Sua immagine si stia imprimendo nella mia retina… a breve non vedrò altro che Lui ma… credo che entro domani Lo raggiungerò personalmente… con la mia anima. Ieri sera sono rimasto sulla poltrona del salotto… continuavo a tossire sangue fino a che non ho visto… dio mio… polvere d’oro colare dalla mia bocca. Lui trasforma tutto... ogni cosa intorno... muta la struttura stessa degli organismi.
    Le mie ossa! Le mie ossa… sono pesanti e non riesco a muoverle… mi viene difficile anche scrivere con la penna… Rhäò , ho paura…
    Non posso… non voglio… finire alla valle… la Valle delle Ombre.
    In camera mia… fucile… mi farò saltare le cervella… prima che radiazioni...
    Oddio… io… io… sono Perfezione adesso che sono Divinità


    (15 Agosto 1934, New England, Nota di Joseph Armistead)
    Scrivo quest’ultima lettera allegandola alle altre. Sono il fratello di Adam Armistead. Giunsi a casa sua dopo circa tre giorni dalla sua ultima lettera. Su tutte le sue terre giaceva un immenso manto dorato. Ho trascritto il suo diario per paura che la polizia non me lo lasciasse tenere. Paura che poi si è avverata, poiché sembra che le autorità abbiano deciso di non attirare l’attenzione su quanto accaduto, spiegando l’avvenimento come un’intossicazione da gas fuoriusciti dal suolo, i quali avrebbero condotto alla pazzia e alla morte mio fratello. Tuttavia io so qual è la verità e non intendo tenerla nascosta. La gente potrà dire che anche io sia impazzito, ma non posso tacere di fronte alla tremenda realtà delle cose.
    Perché oltre alle lettere, io ho visto qualcosa che la polizia ed i servizi segreti hanno voluto tenere nascosto. Perché quando sono giunto alla casa di mio fratello, tre giorni dopo la sua morte, ho visto qualcosa che non scorderò mai: nella stanza, carica di pulviscolo dorato, giacevano riverse al suolo le diverse pagine di un diario scritto a mano, tempestate da disegni frenetici di asteroidee a nove punte, e, sopra una vecchia poltrona, vi stava Adam Armistead, mutato e sfigurato da chissà cosa, mentre della polvere d’oro fuoriusciva dai suoi occhi e colava sulle sue guance e dalle sue labbra; il colore della sua stessa pelle era ocra e i suoi capelli parevano filamenti dorati, mentre i denti e le sue ossa, visibili a tratti oltre la carne mummificata, erano di autentico oro massiccio.

    Ma ad incutermi più sgomento, a raggelare la mia anima non furono solamente le mutazioni inspiegabili di ossa e tessuto fluido o le innumerevoli pagine cariche di figure a nove punte, furono invece due fatti: il primo è che mio fratello non giaceva morto in una posizione rilassata, con le braccia lungo i fianchi, ma con la sua ultima lettera sotto una mano, mentre con l’altra sfiorava la superficie di uno specchio, nel quale sembrava riflettersi sorridente; il secondo è che, dopo essermi preso la libertà di far analizzare un frammento dei suoi tessuti, il laboratorio di ricerca mi abbia comunicato che tale DNA non appartenga ad un uomo, bensì ad una stella marina.

    Edited by Annatar - 17/12/2018, 09:47
  10. .
    Smisto ^_^
  11. .
    Pubblicato il sesto capitolo.
  12. .
    Aggiunto il secondo capitolo.
  13. .
    Welcome back :peoflow:
  14. .
    CITAZIONE (d-fox @ 29/7/2018, 22:08) 
    faccio schifo devo morire ciao!

    Ma no, suvvia.
    Benvenuto, e ti auguriamo una buona permanenza ^_^
    Dai un occhiata al Regolamento.
  15. .
    Beh, salute a te.
    Ti invitiamo a prendere visione del Regolamento.
    Buona permanenza.
209 replies since 5/11/2012
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