Posts written by Axel ~

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    Wow, questa me l'ero persa. Mi spiace che non ci sia un sequel, ma davvero bella, complimenti!
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    ParliamodiVG ha appena pubblicato un episodio di Creepy Games di mezz'ora su questa stupenda gamepasta :)
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    Fin dalla tenera età, Sarah era terrorizzata dai clown, anche se, fortunatamente per il suo orgoglio personale, molte altre persone nascondevano la sua stessa paura. L’idea di una persona con un atteggiamento perennemente felice e strampalato, vestita con un buffo costume, era spesso fonte di disagio per molte persone, perciò Sarah non era l’unica a provare inquietudine.
    Crescendo, raramente aveva dovuto incontrare uno di quegli uomini o donne dal viso truccato e dai capelli colorati e stravaganti, ma, quando succedeva, per lei era davvero brutto. Tanto brutto, infatti, che era finita per andare in terapia durante la maggior parte delle medie e del liceo per via degli incubi provocati dalla sua fobia. Tuttavia quest’ultima, col passare degli anni e delle sedute di terapia, stava cominciando a svanire. Sarah non avrebbe più chiuso gli occhi vedendo un clown sorridente in televisione o trovando accidentalmente un’immagine di Pennywise (dal libro di Stephen King, It) durante la navigazione in internet.
    Sarah aveva imparato a controllare la sua paura in maniera tale da non farsi controllare da essa. Il suo primo anno di college era stato perfetto grazie alla sua abilità, appena scoperta, di interrompere le grida dei suoi demoni interiori, frutto dei suoi brutti ricordi. Ad ogni modo, questa situazione di tranquillità non sarebbe durata a lungo, perché le grandi paure possono tornare e lo fanno nella maniera più sinistra possibile…


    Era metà Marzo e Sarah era impegnata, come al solito, a gestire il carico di lavoro di una tipica studentessa nel pieno del college. Precisamente era martedì e Sarah aveva appena concluso l’ultima lezione del giorno: un’importante conferenza di psicologia tenuta da un relatore, durata circa due ore.
    Mentre la ragazza stava tornando al suo appartamento del campus, un giovane uomo, evidentemente di fretta, si scontrò con lei, facendo cadere entrambi a terra. Lei era caduta di schiena e la borsa le era cascata dalla spalla. Irritata dalla stupidità dell’uomo, Sarah lentamente si alzò semplicemente per chiedergli come diamine facesse ad essere così sbadato, ma rimase scioccata quando si rese conto che l’uomo era sparito. Guardandosi intorno, non trovò traccia di lui. Scuotendo la testa, si rimise in piedi, e, mentre raccoglieva la sua borsa, notò un volantino a terra, a faccia in giù. "Deve averlo fatto cadere quello scimmione dopo avermi travolto" pensò. Lo prese da terra, lo girò ed ebbe un sussulto: il volantino pubblicizzava un evento speciale chiamato “La notte dei Clown!”. Posto nella parte inferiore, nel mezzo dell’inserzione, c’era l’immagine di un clown raccapricciante, con occhi color blu scuro e un grosso sorriso arancione dipinto sulla sua faccia, colorata di bianco. Al di sotto dell’immagine, c’era una breve descrizione dell’evento:


    Siete pronti per il gran divertimento?! Per buffoni imbranati che farebbero sorridere anche quella tua nonna sempre ingrugnata?! Allora non perdete tempo, ragazze e ragazzi, perché la Notte dei Clown è in città!! Preparatevi per una serata di cibo, divertimento e giochi, condotta da noi strampalati clown, e assolutamente GRATUITA! Venite soli o con la famiglia, chiunque è benvenuto!!


    Ancora al di sotto della descrizione, c’erano le indicazioni per raggiungere il luogo e l’orario d’inizio dell’evento. Confusa, Sarah rilesse le informazioni, accorgendosi che l’evento si sarebbe svolto al Luna Park MacArthur, ma lei sapeva che i Luna Park erano stati chiusi più di due mesi prima perché il paese voleva utilizzare il territorio per costruire zone commerciali e residenziali. Non ci sarebbe mai più stato alcun tipo di festival o carnevale. Scuotendo ancora la testa, continuò a leggere il volantino, che diceva che l’evento sarebbe iniziato alle 20:00 di quella sera e che sarebbe durato fino alla mattina successiva.
    Sarah non riusciva a capire perché qualcuno potesse voler trascorrere un’intera serata con qualche clown squilibrato. Guardò ancora il clown sul volantino, con i suoi occhi che la fissavano a loro volta. Osservò attentamente il volantino, cercando di ricordare se, per caso, avesse mai sentito di un evento chiamato La notte dei Clown!, ma non le venne nulla in mente, le sembrava solo troppo strano. Fece no con la testa e gettò il volantino nella spazzatura. "No, grazie" pensò "Niente clown per me".


    Alle sette di sera circa, Sarah era sul divano del salotto e guardava la televisione, mentre cenava con del cibo cinese da asporto, consapevole che sarebbe rimasta da sola per un po’ visto che la sua coinquilina Dawn era fuori col suo fidanzato. Mentre era seduta, pensò che poteva fare uno squillo al suo fidanzato Jesse per chiedergli di venire a trovarla, se non aveva impegni, ma poi le venne in mente che non era nei paraggi perché avrebbe lavorato fino a mezzanotte. Realizzando definitivamente di non poter avere compagnia, tirò un sospiro e prese un boccone di chow-mein (piatto cinese a base di noodles), mentre girava i canali della TV.
    Passò diversi programmi come Lavori sporchi e Criminal Minds, senza trovare nulla che le interessasse, finché non arrivò al film L’uomo d’acciaio su HBO. Mentre guardava il film, notò che le immagini della TV stavano iniziando a sfocarsi. Improvvisamente, lo schermo passò dal raffigurare la scena in Superman combatteva il generale Zod all’inquietante viso di un clown triste con un trucco scuro, che fece saltare Sarah dal divano. Il clown la fissava e le faceva cenno di avvicinarsi. Impaurita, Sarah cercò goffamente il telecomando e spense la TV.
    Scosse la testa. Dannati clown. Non sapeva assolutamente come diavolo si fosse passati da Superman a uno stupido pagliaccio, ma non le interessava. Aveva visto abbastanza TV per quella sera. Guardò il suo cellulare e vide che erano le 20:00 e ebbe un sussulto quando il telefono suonò all’improvviso. Non riconobbe il numero del mittente e rispose.


    “Pronto?” disse e, dopo qualche istante di silenzio, rispose una voce simile a quella di Pippo della Disney: “Ti stiamo aspettando, Sarah. Il divertimento sta per cominciare, e abbiamo bisogno di te!”.
    Sarah tentò di capire chi, con quella stupida voce, potesse essere al telefono e rise: “Ok, chi parla? Jesse, smettila!” rispose, ridendo ancora di più e, dopo dei momenti di silenzio, la voce sogghignò: “No, no, no, no, no. Non Jesse” Sarah, sorridendo ancora, scosse la testa: “Ok, beh, chiunque tu sia, devo andare”. Prima ancora che Sarah potesse riattaccare, l’interlocutore iniziò a ridere istericamente e all’improvviso la TV si riaccese. C’era ancora lo stesso clown raccapricciante di prima che la fissava, stavolta era in piedi accanto a un uomo legato a una sedia. Il clown gli stava tenendo un coltello appoggiato alla gola. Quando Sarah lentamente si rese conto chi fosse la vittima, gridò col pianto in gola e si coprì la bocca con la mano.


    “Aspetterei a riagganciare se fossi in te, Sarah, o il povero piccolo Jesse sarà costretto ad andarsene.” Sarah guardò il telefono, tremando per il terrore.
    “Chi… chi sei? Che diavolo sta succedendo?!” Sarah aveva gli occhi incollati alla TV e riuscì a sentire l’uomo al telefono scoppiare in una risata gutturale.
    “Sono solo un clown, Sarah. Non hai più paura dei clown, vero?” le lacrime iniziarono a scenderle lungo le guance mentre guardava l’espressione terrorizzata di Jesse. Trattenendo il pianto, rispose: “No… non ho paura… ma per favore, lasciatelo andare…” sentì ancora l’uomo ridere.
    “Certo, ma devi prima venire qui, a La Notte dei Clown . Ti aspettiamo, Sarah, ti aspettiamo…”. L’uomo riattaccò e la TV si spense. Sarah rimase seduta lì, scioccata, col telefono ancora all’orecchio. Posò il telefono lentamente e pensò di chiamare la polizia. Mentre componeva “911”, si rese conto che non si trattava di un tizio qualsiasi che giocava a manomettere la sua TV o di qualche rapitore improvvisato. Era qualcosa di paranormale, fuori da qualsiasi logica. Capì cosa doveva fare per salvare il suo fidanzato: recarsi a La Notte dei Clown .


    Sarah guidò più velocemente possibile per raggiungere il Luna Park MacArthur, fuori città. A mano a mano che si avvicinava alla zona, una fitta e densa nebbia avvolgeva la sua auto. Ancor prima di rendersene conto, arrivò al grosso cancello chiuso di ferro che si trovava all’entrata.
    Rimase sconvolta vedendo il parco illuminato come un tendone da circo, con brillanti luci stroboscopiche di diversi colori, in contrasto con il buio della notte. C’erano giostre di ogni tipo e chioschi con diversi giochi, risonava nell’aria una forte musica carnevalesca, che si mischiava alle risate distinte dei bambini. Ciò che mancava, invece, erano le persone: sembrava che l’intero luogo fosse abitato da fantasmi. Lentamente, Sarah scese dall’auto e, quasi immediatamente, il cancello si iniziò ad aprire e lei si avvicinò con cautela, guardandosi ansiosamente intorno. All’improvviso, un gruppo di clown apparve davanti a lei, ridendo e incoraggiandola ad entrare. C’erano sia maschi sia femmine, con diversi costumi, cappelli e parrucche e mostravano i loro inquietanti sorrisi. Sarah si avvicinò, sudando per la paura.
    “Ok… sono qui. Lui dov’è?” uno dei clown, che indossava un cappello a cilindro e impugnava un bastone dall’aspetto divertente, guardò gli altri e sghignazzò, poi guardò Sarah e le mise una mano su una spalla
    “Ti porteremo dritta da lui, mia cara, e ci divertiremo moltissimo!”
    Il clown poi le avvolse il collo con un braccio scherzosamente e gli altri esplosero in una risata. Con la paura di dire o fare qualsiasi cosa, Sarah consentì ai clown di accompagnarla da Jesse.

    Passando per le varie giostre e i vari chioschi vedeva sempre più clown accordarsi a quelli che già la circondavano. Si accorse anche che i loro visi diventavano sempre più disturbanti, le loro forme mostruose, a mano a mano che si addentravano in quel contorto carnevale. C’erano anche clown di altezza inumana sporgersi verso di lei. Ma non era tutto: uno di loro era curvo, dall’aspetto animalesco, con una lingua simile a quella di una lucertola, che entrava e usciva tra delle labbra cremisi, e sibilava in sua direzione. Un altro ancora indossava una maschera fatta completamente di carne umana, che gocciolava di sangue, i cui occhi rossi sembravano brillare come due sinistre sfere di luce.
    Finalmente il gruppo di clown che la scortava si fermò di fronte a una grossa tenda a pois.
    Il pagliaccio con il cilindro prese Sarah di forza per le spalle in modo da guardarla negli occhi
    Sarah tremava come una foglia mentre fissava i suoi occhi maligni, che trasudavano follia.
    “Dove… dov’è lui?” il clown indicò con la testa la tenda.
    “Proprio lì, mia cara. Entra e potremo cominciare” la lasciò andare e Sarah entrò lentamente nella tenda.


    Fu accolta da luci splendenti e grandi applausi e, quasi accecata dalla forte luce, portò la mano sulla fronte a mo’ di visiera. Dopo aver sbattuto più volte gli occhi, vide che era circondata da clown seduti sugli spalti, come in uno spettacolo, che la guardavano ridacchiando. Di fronte a lei trovò Jesse, ancora legato sulla sedia, in compagnia di quello spaventoso clown triste che gli teneva il coltello pericolosamente vicino alla gola. Sarah emise un grido di rabbia e corse verso il fidanzato. Era a pochi passi quando il clown aumentò la pressione del coltello sulla gola del ragazzo. Sarah lo guardò e capì che era svenuto, poi si girò verso il sinistro clown che lo teneva in ostaggio, con gli occhi accecati dall’ira. “Lascialo andare!” urlò. Il buffone la guardò minaccioso, prima lei, poi Jesse, scosse la testa tristemente e, senza preavviso, gli tagliò completamente la gola. Il sangue schizzò ovunque mentre il ragazzo si contorceva sulla sedia. Sarah, impulsivamente, corse verso l’aguzzino e gli tirò un pugno in faccia, facendolo cadere all’indietro e scivolare il coltello di mano. Il clown guardava Sarah mentre teneva Jesse tra le braccia, con le lacrime che le sgorgavano dagli occhi e, quando tentò di rialzarsi, la ragazza raccolse il coltello da terra e si lanciò su di lui.


    Alla stregua di un animale infuriato e distrutto dal dolore, pugnalò più e più volte al torace il clown triste, che gridò invano. Sarah continuava a trafiggerlo più forte che poteva, ridendo istericamente mentre lo guardava soffocare nel suo stesso sangue con gli occhi girati all’indietro. Non smise neanche quando vide che aveva chiuso gli occhi e esalato l’ultimo respiro: continuava a colpirlo senza pietà. Dopo qualche minuto, finalmente si fermò e si alzò in piedi, ricoperta di sangue, e guardò la folla, che restava in silenzio e immobile. Piangendo, gettò il coltello per terra.
    “Siete contenti ora?! Vedete cosa mi avete fatto?!” gridò. Il pubblico di clown continuava a guardarla senza fiatare.
    Finalmente, il clown col cilindro e il bastone entrò nella tenda e sgranò gli occhi quando vide il clown triste in una pozza di sangue.
    “Signore e signori, ce l’ha fatta! La nostra Sarah ha finalmente sconfitto la sua paura!” gli spettatori esplosero in risate e applausi, saltando su e giù sui posti a sedere. Le tiravano fiori e stelle filanti, lanciavano coriandoli in aria.
    Il clown si avvicinò a Sarah, allargando sempre più il suo sorriso, mentre lei lo fissava con odio estremo nei suoi occhi.


    “Lasciatemi solo andar via! Vi prego!” urlò con le lacrime agli occhi. Il clown scosse la testa mentre aizzava la folla: “Andare via? Perché mai, mia cara? Non potrai mai andare via”.
    Sarah lo guardò, scuotendo confusa la testa: “Ma perché? Cosa vi ho fatto?!” il clown rise, avvolgendole il collo con il braccio ancora una volta, indicando la folla.
    “Nulla, Sarah, non hai fatto nulla a nessuno di noi. Non si tratta di vendetta, no, no. È qualcosa di ancora migliore: un test”
    Sarah, con le lacrime agli occhi, lo guardò e rispose: “Un test…?” lui annuì con eccitazione: “Sì, un test! E sei passata a pieni voti! Dovevamo verificare se fossi pronta a unirti a noi!”.
    Sarah sentì un brivido percorrerle la schiena, facendole sentire le gambe come due spaghetti: “U-Unirmi a voi?” il clown annuì ancora una volta e rise: “Sì, unirti a noi! Noi cerchiamo coloro che hanno paura di noi e li aiutiamo a capire che non devono temerci! E, alla fine, quando finalmente hanno capito, diventano parte della nostra grande, folle famiglia! Per sempre!”.


    Sarah, inorridita, cercò di fuggire, ma il clown la teneva saldamente.
    “Per favore, lasciatemi andare!” lo supplicò “ho perso il mio fidanzato! Non è abbastanza per voi?!” l’interlocutore fece no con la testa: “Era solo una parte del nostro test, lui non ha importanza: quel che importa è che tu sia passata, ora sei una di noi! Ecco, da’ un’occhiata!” il clown tirò fuori un grosso specchio rosso da una tasca dei suoi pantaloni a strisce e lo porse a Sarah. Lei lo girò e, vedendo la sua immagine riflessa, strepitò a pieni polmoni: la pelle del suo viso era di un bianco cadaverico, con rombi neri attorno agli occhi, entrambe le guance dipinte con cerchi neri e le labbra circondate da un grosso, innaturale sorriso del colore dell’ebano.


    Tentò di cancellare la pittura, graffiando e tirando la pelle del suo viso per liberarsi di quel macabro trucco. Si rese poi conto che non si trattava assolutamente di pittura…ma della sua stessa pelle. Tremando, si accorse dal riflesso che anche i suoi occhi avevano cambiato colore, da castano a un misto tra verde e rosso. Sentiva anche qualcosa di strano in bocca, così la aprì e urlò ancora una volta quando si rese conto che i suoi denti erano ora dei lunghi canini, che sporgevano da delle labbra scure.
    Tremando ancora di più, stava quasi per collassare tra le braccia del clown, che ridacchiò e la sostenne. Si rivolse poi a lui.


    “Cosa… cosa mi avete fatto?” chiese flebilmente, lui la guardò con sguardo contrito, e aizzò ancora la folla: “Nulla, cara Sarah. Ti abbiamo solo accolto nella famiglia!” il pubblico di clown rise fragorosamente ancora una volta e la ragazza osservò attentamente ogni spettatore.
    Studiò per lungo tempo ogni singolo viso, compreso quello del clown che la teneva. Erano dementi, squilibrati… ma felici, pensò. Felici. Il suono delle loro risate divenne presto, per qualche strano motivo, rassicurante, come una melodia rilassante da ascoltare prima di dormire. Lentamente, sul volto di Sarah spuntò un sorriso, poi un ghigno che si trasformò in una risata isterica.
    Da quel momento non si sentì altro che le risate dei clown, che si propagavano fuori dalla tenda, nell’aria di quella fredda, tenebrosa notte.



    Edited by DamaXion - 6/8/2016, 10:49
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    Grazie comunque per esserti espresso, le critiche di sicuro sono costruttive, avevo risposto giusto per puntualizzare che l'idea di base era ben precisa e nulla era a caso ^^
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    CITAZIONE (WDR-F.C. Account @ 18/12/2015, 23:14) 
    Ah, la GP che diede il via ad una lista interminabile di CP (Di solito, squallide) su The Sims!
    Ma poi, dopo aver letto la CP, c'è da dirsi solo una cosa: "E quindi?" (Non per dire eh, ma ste CP con moralismi messi a caso hanno proprio rotto i meloni!)

    Riconosco che in questa pasta, che sottolineo essere la mia prima, ci siano dei cliché visti in altre storie (come un gioco che sfocia nel sovrannaturale) e riconosco che quindi non è perfetta, ma ci tengo a sottolineare che non ho inserito nessun moralismo a caso, ma una semplice idea di base, ovvero che l'abuso della libertà illimitata che si ha sui Sims possa essere percepita da loro come delle persone reali (poi il fatto che non ti piace lo accetto tranquillamente, beninteso). Inoltre, non mi pare di aver dato vita a "liste interminabili", visto che ci sono solo altre due CP sull'argomento in questa sezione, di cui una è mia. Per il resto accetto la critica :)
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    Mi fa sempre piacere leggere creepypasta su The Sims e sapere che ci sono altre persone che le scrivono, secondo me è un gioco che offre molti spunti (infatti anch'io ne ho scritte due). Tutto sommato mi è piaciuta, aspetto di leggere la tua prossima pasta :)
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    Gamepasta a dir poco spettacolare, sono rimasto attaccato tutto il tempo allo schermo a leggere. Quando poi è intervenuto Acacius mi sono messo a esultare come un idiota :asd: .
    L'idea che il gioco sia ancora in circolazione e teoricamente reperibile è dopotutto carina, ma come finale mi aspettavo qualcosa di meglio... per il resto la storia è impeccabile. Una delle migliori paste che abbia mai letto!
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    Da grande amante di Dark Souls mi è piaciuta tantissimo
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    Idem! Grazie mille comunque :)
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    CITAZIONE (KungFuTzo @ 26/7/2014, 10:38) 
    Cielo, se veramente i sim volessero vendicarsi credo che in molti avremmo problemi, però mi piace pensare che le cattive azioni verso alcuni sim siano compensate dalle buone verso altri...
    Comunque come storia è molto piacevole, adoro the sims e le tue descrizioni sono tanto accurate da farmi immedesimare. Per finire ho apprezzato veramente molto il "nevermore". Un voluto richiamo al Corvo di Poe o semplice fortunata coinvidenza stilistica?

    Citazione di Poe da The Raven, esatto. Mi fa molto piacere che qualcuno ci abbia fatto caso :D
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    Aggiunta la signora Crumplebottom, sto lavorando anche sul mistero di Daniela Alberghini :)
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    Se intendi l'immagine è in spoiler sotto il paragrafo :)
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    Lo facevo anche io, ma purtroppo la musica c'era lo stesso :asd:
    Purtroppo sono riuscito a trovare solo un'immagine del vicinato, se trovo altro posto :)
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    Molto molto interessante!! Il mistero di Daniela Alberghini lo conoscevo già ma non l'ho inserito perché c'è molto da dire. La seconda leggenda no. Comunque provvederò per tutti e due :D
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    Pasta molto bella :)
    Anche io avevo la demo btw, nemmeno a me piaceva tanto :asd:
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