Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

La buca in spiaggia

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view post Posted on 23/7/2020, 12:48     +9   +1   -1

Novizio

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Eravamo amici da molti anni io, Francesca e Gaia. Alcuni dicono che l'amicizia tra ex non sia possibile, che l'attrazione inevitabilmente finisca per rovinare i rapporti tra donne e uomini. Io non la penso così. Con Gaia era finita da tre anni, e, come spesso succede, durante la crisi che aveva preceduto la rottura, avevo legato molto con la sua migliore amica, Francesca, che aveva cercato di aiutarci a risolvere i nostri problemi. Ma la relazione con Gaia non funzionava, dopo un po' era risultato talmente evidente ad entrambi, che lasciarsi era stata una decisione sofferta, ma obbligata. Tornando al presente, dopo un primo periodo di allontanamento, hanno prevalso il bene e l'affetto reciproco che provavamo ed ora abbiamo tutti e tre un bellissimo rapporto, sincero e spontaneo, tanto che a volte andiamo in vacanza insieme.

Quest'anno, ad inizio luglio, abbiamo deciso di concederci un weekend di relax in spiaggia, al Lido di Venezia, dove Francesca ha un appartamento sul lungomare. Arriviamo il venerdì sera, dopo il lavoro, ed essendo tutti stanchi decidiamo di andare a letto presto. L'appartamento non è molto grande, ha solo una camera con un letto matrimoniale dove dormono Gaia e Francesca mentre io, per beneficiare dell'aria condizionata, mi sono organizzato con un materassino che posiziono ai piedi del letto, nell'unico spazio disponibile.

Durante la cena si era pianificato di sfruttare appieno il tempo disponibile e di alzarci presto, per andare a vedere l'alba in spiaggia.

Suona la sveglia.

"Dormito bene nella cuccia?" mi stuzzica Gaia mentre sorseggiamo il caffè. Lei era a conoscenza di alcune delle mie fantasie, sapeva che sentirmi sottomesso mi piaceva, anche se non mi ero mai aperto del tutto. Ogni tanto mi chiedeva ancora di massaggiarle i piedi, in onore dei vecchi tempi.
Io rispondo con un grugnito, che suscita l'ilarità di Francesca, poi taglio corto:
"Forza ragazze, andiamo, che so che volete fare una storia Instagram dell'alba!".

Dieci minuti di passeggiata ed arriviamo alla spiaggia libera. A parte qualche coraggioso jogger di passaggio è completamente deserta.
Posizioniamo i teli, e ci godiamo il sorgere del sole, in silenzio, ancora mezzi addormentati.
Caratterialmente non sono capace di stare fermo a lungo, per cui l'idea di stare tutto il giorno disteso ad abbronzarmi non è concepibile per me.
Così, mentre le ragazze iniziano a sfruttare i primi raggi del sole appena nato, io inizio a scavare una buca, tanto per fare.
Francesca, vedendomi tutto indaffarato, mi prende in giro:"Dopo la cuccia anche le buche ti metti a fare, vuoi che ti lanci anche un bastone, Giacomino?".
"Abbiamo controllato che in questa spiaggia siano ammessi i cani?" si aggancia subito Gaia, ed entrambe scoppiano a ridere.
Rido anche io, ma in realtà dentro inizio a sentirmi eccitato dalla situazione. Continuo a scavare. Ormai la buca è abbastanza profonda, così, per gioco, mi ci infilo dentro.
Gaia e Francesca, che ormai seguivano con interesse i miei progressi ingegneristici, dicono quasi in coro:"Adesso ti copriamo".
Iniziano a ricoprirmi, io le lascio fare, sto al gioco. In men che non si dica dalla sabbia emerge solo la mia testa.
"Contente adesso? Solo una cosa: potrei avere un po' di acqua?". Gaia prende la bottiglia dallo zaino e si avvicina a me, in lei noto un sorriso per me nuovo.
"Apri la bocca" dice in tono stranamente perentorio. Versa un piccolo goccio d'acqua, poi si ferma, ridendo.
"Ancora!" chiedo.
"Te lo devi meritare!" risponde ridendo insieme a Francesca, e dicendo questo prende il mio telo da mare, e mi copre.
"Ecco Giacomo, così stai più fresco e non ti viene sete".
Mentre protesto, mantenendo sempre un tono scherzoso, perché tutto sommato la situazione mi divertiva molto e mi intrigava ancora di più, sento che le due ragazze si sono alzate e bisbigliano. Non vedo nulla, ma dopo poco sento che la pressione della sabbia che copre le mie gambe ed il mio addome aumenta sensibilmente. Avevano spostato i loro asciugamani, ora erano sopra di me!
"Bene Giacomino, io e Francesca ci siamo consultate, e la presenza di un ragazzo, secondo noi, potrebbe scoraggiare eventuali pretendenti, per cui rimarrai lì sotto!"
Protesto, ma sto allo scherzo, loro ridono e intanto spostano gli zaini vicino a me, per coprirmi ancora di più dagli sguardi delle altre persone, che avevano iniziato ad affollare la spiaggia. Sento che si distendono di nuovo, avverto la pressione sul mio corpo sepolto.
"Tanto sappiamo che non sei il tipo da farsi i bagni di sole" aggiunge Francesca, e via altre risate complici. Dal suono della voce mi rendo conto che sono distese con i piedi rivolti verso di me, dall'eccitazione la replica mi rimane in bocca.
Segue qualche minuto di silenzio, non so quanto, forse dieci o quindici, non so bene come comportarmi, non voglio che capiscano che la situazione mi eccita, per cui, combattendo l'istinto che mi spingerebbe a godermi il momento, provo a protestare.
"Ragazze, dura ancor..."
Non riesco a finire la frase che un piede di Gaia in un attimo fa capolino dal telo che mi copre la testa preme sulla mia bocca.
"SSSHHHH". Ammutolisco. Poi cambia posizione e sento la sua voce più vicina: "Ci sono due ragazzi che si sono stesi qui di fianco a noi, ci hanno già guardate, non farti sentire, sai che figuraccia vederti sbucare da lì sotto?" mi dice poi bisbigliando.
Sento Francesca ridere, Gaia si distende nuovamente.
Non so cosa fare, mi sembra di sognare, mai avrei immaginato di trovarmi in una situazione così.
Mentre pensavo all'assurditá del momento, improvvisamente filtra un po' di luce, vedo dello smalto nero. I piedi di Gaia. Avanzano lentamente. Sono ad un centimetro dal mio viso, vedo i granelli di sabbia sulle piante.
Io resto immobile. In passato, quando stavamo insieme qualche volta le avevo chiesto di poterle baciare i piedi, ma, per l'appunto, si era sempre trattata di una mia richiesta, assecondata da Gaia più per farmi piacere che per altro.
Ma si parla di anni fa.
Ora i suoi piedi erano lì, la tentazione era fortissima, ma non volevo prendere iniziative.
Non riesco a pensare, non mi muovo.
I suoi piedi invece continuano ad avvicinarsi lentamente, lentamente.
Sento il contatto.
Ora entrambi i suoi piedi premono sul mio viso, io ancora non mi muovo.
Mi chiedo se Francesca si sia accorta di quello che sta accadendo.
Non so davvero cosa fare. Gaia inizia a strisciare i piedi sul mio viso, la sabbia inizia a cadere, mi rimane nella barba, un po' mi graffia la pelle. Rimango immobile, anche se sono eccitatissimo. Poi Gaia plantiflette il piede sinistro, con l'alluce mi tocca la punta del naso, mi stuzzica un po', poi scende sulle labbra. La mia bocca rimane chiusa, ma sento che la pressione della punta del suo piede aumenta. Aumenta sempre di più, al che io non resisto più, schiudo leggermente le labbra. In un attimo il piede di Gaia si infila nella mia bocca, prima la punta dell'alluce, poi si fa largo, quasi prepotentemente Gaia spinge il suo piede nella mia bocca, ormai aperta del tutto. Sono in estasi. Rimane fuori solo il mignolo e la cosa, a quanto pare, la infastidisce, per cui inizia a muovere il piede all'interno della mia bocca finché anche l'ultimo dito non entra. Terminata l'operazione, come a dimostrarmi la sua soddisfazione, con l'altro piede mi accarezza la guancia.
Da parte mia, ogni pensiero razionale se n'è andato. Nella mia bocca sento il sapore della sabbia, ma non mi importa.

Edited by Carpetoilet - 25/7/2020, 10:06
 
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Se piace continuo!
 
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si bello!!
 
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Vavanza iniziata coi fiocchi
Complimenti
 
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Si si è bello aspetto il seguito
 
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PARTE 2

Sono passati circa cinque minuti, e Gaia non pare dare il minimo segno di voler cambiare posizione. Respirare solamente con il naso sta iniziando a diventare faticoso, la sabbia sul viso sì è accumulata vicino alle narici, rendendo acre ogni inspirazione. In bocca non ho più una goccia di saliva. Ma non oso muovermi, per paura di interrompere quel momento più vicino ad un sogno che alla realtà.
D'un tratto avverto un movimento, ma non sopra di me, non è Gaia. Deve essere Francesca che cambia posizione. Nello stesso momento Gaia ritrae velocemente i piedi, lasciandomi letteralmente a bocca asciutta.
Dalla reazione di Gaia deduco quindi che no, fortunatamente Francesca non si era accorta di nulla. Le sento parlare, anche se non riesco a distinguere le parole, intorno sento infatti un vociare continuo, ormai la spiaggia dev'essere affollata.
Dopo questa conversazione tornano a distendersi entrambe e per un po' io rimango solo con la mia sete e la mia eccitazione.
Passa qualche minuto e vedo nuovamente il telo sollevarsi, uno spiraglio di luce, un piede fare capolino. Non aspettavo altro. Per quella poca libertà di movimento che ho, fletto il collo in avanti, chiudo gli occhi ed inizio a leccare.
Risolini.
Apro gli occhi, mi fermo, la lingua ancora fuori.
Gaia non indossa una cavigliera.
Guardo bene, la poca luce presente sotto l'asciugamano che è diventato la mia prigione sì riflette sulla superficie lucida delle conchiglie che compongono il monile.
Il piede è di Francesca, non c'è dubbio. Non riesco a crederci, dalla pianta non l'avevo riconosciuto, preso com'ero dal desiderio.
Com'era possibile che fosse successo?
In quel momento immagino cosa si possano esser dette poco prima le due amiche.
Francesca ritrae il piede, sento dei movimenti.
"Ci hai messo un po' ad accorgertene, considerami offesa" bisbiglia Gaia.
La voce è vicina, devono essersi girate per potermi parlare senza sembrare pazze.
Balbetto qualcosa, non riesco a parlare, un po' per la sabbia che mi impasta la bocca, ma soprattutto per il feroce imbarazzo.
"Non ti vergognare, è una bella sensazione sai, non pensavo!"
Le parole di Francesca non fanno altro che aumentare il mio imbarazzo.
"Mi piace questa cosa. Come hai detto che si chiama Gaia?"
"Mah, io non è che sia tanto esperta, sicuramente Giacomino ne sa di più, su, spiegaci!" mi incalza Gaia.
Io non riesco davvero a parlare, vorrei sprofondare nel terreno, se solo non ci fossi già.
"Aspetta" inizia Francesca "ho cercato su Google -leccare piedi- e davvero c'è un mondo, ecco, leggi qua, c'è addirittura un annuncio: -schiavo cerca padrona per sottomissione 24/7-"
"Passa qui, fai leggere" dice Gaia.
Segue una decina di minuti di silenzio, intervallato da qualche risatina.
Ogni tanto sento una delle due chiedere all'altra cose del tipo "sapevi cos'è il pissing?" oppure "questo lo proverei".
Io nel frattempo non parlavo da quando il piede di Gaia non mi aveva zittito, cioè da quando tutto questa incredibile situazione aveva avuto inizio.
Prendo coraggio, veramente avevo bisogno di bere dell'acqua.
"Scusate" dico bisbigliando, per non farmi sentire da chiunque ci fosse nei paraggi.
Francesca, che evidentemente ci aveva preso gusto, mi interrompe: "-Scusate Padrone- volevi dire giusto?".
E via risate di gusto.
Io ammutolisco, Gaia percependo la mia difficoltà viene in mio aiuto:
"Dicci pure Giacomino"
"Ho una sete pazzesca!"
"Cavoli, scusaci, hai ragione".
La sento trafficare nello zaino, rumore di plastica. Una risatina. Luce improvvisa, hanno sollevato il telo. Vedo comparire il viso di Gaia.
"Apri la bocca, tesoro".
Io la apro, aspettando di vedere comparire la tanto agognata bottiglietta. Invece dalla destra di Gaia compare Francesca, che, senza preavviso, sputa un sorso d'acqua appena bevuto direttamente nella mia bocca.
"Centro!" esclama Gaia, abbassando nuovamente il telo sulla mia testa. Ridono per almeno un minuto.
Ormai la situazione è chiara, il limite era stato superato.
Io ero in uno strano limbo, le mie fantasie stavano prendendo forma, ma mi faceva un po' paura la loro trasposizione nella realtà. Come ne sarei uscito? Stavo dando un potere su di me ad altre due persone, un potere assoluto che non so se sarei più stato in grado di riavere indietro.
I miei pensieri vengono interrotti da Gaia.
"Cagnolino, fai la guardia. Noi andiamo a fare il bagno".
Ancora una volta non rispondo.
Cagnolino.
Sì, il limite era stato superato, e non di poco.

Edited by Carpetoilet - 25/7/2020, 10:20
 
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PARTE 3

Credo che fossero circa le dieci di mattina. Lì dove sono, immobile, nella quasi totale oscurità, non ho punti di riferimento, per cui non saprei dirlo con certezza.
Gaia e Francesca erano via da un po', L'acqua che Francesca mi aveva sputato in bocca mi aveva dato nuova linfa vitale, anche se devo ammettere che sapeva un po' di tabacco, probabilmente aveva appena fumato una sigaretta.
Poco importa, finalmente avevo potuto risciacquarmi la bocca dalla sabbia.
Sento dei passi.
Delle voci.
Sono loro, stanno tornando.
"Ci voleva proprio" dice Francesca, mentre sento che entrambe riprendono posizione sui loro teli da mare.
"Bellissima l'acqua" risponde Gaia, e nel mentre mi dà un calcetto con il piede attraverso l'asciugamano.
In realtà non era stato proprio un calcetto leggero, non mi aveva fatto male ma il gesto non era del tutto privo di violenza.
"Ora lo mettiamo a dura prova" continua Gaia, rivolgendosi a Francesca.
Passa qualche istante e vedo il telo sollevarsi leggermente.
Sbuca lo schermo di uno smartphone. iPhone, è Gaia.
C'è scritta una nota.
Metto a fuoco con difficoltà, gli occhi mi si sono abituati alla poca luce.
Leggo: "Giacomino caro. Abbiamo una sfida per te. Se vinci avrai diritto ad un altro sorso d'acqua. È molto semplice. Fino a quando non ti farò leggere un altro messaggio come questo, dovrai tenere la lingua fuori. Mi raccomando, non ritirarla per nessun motivo.
Bravo cagnolino!

Le Padrone :-P"

Leggo una volta, poi una seconda. Cos'hanno in mente? Ragiono sulla fattibilità della cosa, sarò in grado?
Gaia ritrae la mano, torna il buio.
"Da adesso" la sento dire, chiaramente rivolgendosi a me.
Tiro fuori la lingua, obbedisco.
Passano i secondi, non succede niente.
"Noooo, così perde subito" sento la voce divertita di Francesca, subito dopo vedo i piedi di Gaia far capolino dall'asciugamano.
Subito capisco il motivo del commento dell'amica della mia ex ragazza.
Gaia non si era minimamente preoccupata di ripulire i piedi dalla sabbia dopo essere salite dal mare, anzi probabilmente aveva fatto in modo di sporcarli il più possibile. Complice il bagnato, la pianta del piede che si stava avvicinando lentamente alla mia lingua era completamente ricoperta da uno strato di sabbia.
Chiudo gli occhi.
Dopo un secondo, il contatto.
Gaia appoggia il piede sinistro con dolcezza sulla mia lingua. Rimane ferma per un attimo, poi preme delicatamente, probabilmente per sincerarsi che sia effettivamente la mia lingua quella su cui poggia.
Esita un secondo, forse si aspettava che la ritraessi subito.
Poi inizia a muoversi, la sabbia si accumula sulla mia lingua, cade, sì accumula, ricade. Non è facile, ma resisto. Ho riaperto gli occhi, finalmente scorgo la prima traccia di pelle rosea che compare tra il marrone della sabbia umida.
I movimenti di Gaia, iniziano a farsi sempre meno delicati, come se si stesse indispettendo per il mio stoico resistere. Ora alterna i due piedi, usa la mia lingua senza preoccuparsi di premere con forza contro il mio viso. Li sfrega con movimenti dal basso verso l'alto, oppure lateralmente, facendo perno col tallone sul suolo.
Io resisto, anche se la mandibola è indolenzita, la lingua ormai non la sento più.
D'un tratto Gaia ritrae i piedi.
Sento due risate fondersi insieme.
"Non ci posso credere" riesco a intercettare la voce di Francesca.
Sento un movimento. "Avevo scommesso che non saresti durato più di cinque secondi, invece ora i piedi di Gaia sono pulitissimi. Davvero complimenti! Vedi di fare lo stesso anche con i miei adesso."
Francesca si era avvicinata per bisbigliarmi queste parole.
L'autorità e la naturalezza con cui si era espressa mi aveva spiazzato.
Il modo giocoso di dire cose così umilianti e degradanti mi faceva impazzire.
La sento tornare distesa.
L'asciugamano si alza. La mia lingua è ancora fuori. Attende.

Edited by Carpetoilet - 25/7/2020, 10:23
 
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bellissimo complimenti!
 
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Bello e originale!!! Complimenti.
 
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view post Posted on 24/7/2020, 18:28     +1   -1

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Grazie mille dei feedback, appena ho un attimo libero continuo!
 
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Un racconto bello e un po diverso, rispetto a quelli tutti uguali, bello continua
 
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PARTE 4

Subito mi accorgo del diverso approccio di Francesca rispetto a Gaia.
In Gaia percepivo sempre un qualcosa di violento, nulla di esagerato, sia chiaro, ma la sua tendenza, nel suo modo di farsi leccare i piedi, nei suoi gesti, era più orientata verso il procurarmi dolore.
Francesca, invece, era più maliziosa, più creativa nel modo di "utilizzarmi", mi dava proprio l'impressione di divertirsi.
Erano cinque minuti che tormentava la mia lingua prendendola tra alluce e secondo dito.
In questo momento, mentre con un piede mi tiene bloccata la lingua, con l'altro prende il mio naso.
Fatico a respirare solo con la bocca, le fauci sono secchissime, la sabbia ha assorbito la poca saliva che mi era rimasta.
Francesca pare percepire la mia difficoltà, molla la presa.
La pace dura poco, con un movimento repentino infila tutto il piede destro nella mia bocca, la lingua rimane fuori, a contatto con la pianta del piede.
In questa posizione non entra aria dalla mia bocca.
Francesca lo sa, ed inizia a torturarmi prendendomi il naso tra le dita, impedendomi di respirare per qualche secondo, prima di liberarmi.
Lo fa ancora, ancora e ancora.
Sono quasi stremato.
Per fortuna, dopo cinque minuti, Francesca decide di cambiare approccio.
Ritrae i piedi, io ne approfitto per riprendere fiato.
Ormai non mi rendo nemmeno più conto di avere un corpo. Erano ormai più di quattro ore che non muovevo nessun muscolo dal collo in giù.
Ero diventato un oggetto.
Fuori dal mio asciugamano, nel mondo reale sento dei movimenti. Francesca.
I suoi bellissimi piedi fanno nuovamente capolino.
C'è una novità.
Ha indossato le sue ciabattine infradito, quelle con cui era uscita di casa.
Flette le caviglie, orienta le suole verso il mio viso.
Cavolo.
Sono le classiche Havaianas, bianche.
Il colore mi permette di apprezzare, da posizione privilegiata peraltro, tutta la sporcizia accumulatasi negli anni. Quante volte gliele ho viste addosso quelle flip-flop!
La tentazione di ritrarre la lingua è forte, ma non voglio deludere Francesca.
-Non voglio deluderla-.
Io stesso mi sorprendo di questo mio pensiero.
Francesca e Gaia sanno di avermi messo alle strette, le sento ridacchiare.
Muove il piede destro, si avvicina, sempre di più.
Tocca la mia lingua.
Poi mi dà come dei colpetti, probabilmente per capire se si tratta effettivamente della mia lingua,
Si ferma un attimo, ha capito.
Le risate si fanno più intense.

"Fate ridere un po' anche noi, ragazze".
Il sangue mi si gela, una voce maschile.
"Sì, non è giusto che voi vi divertiate così tanto, mentre noi qui di fianco ci annoiamo".
Sono in due.
I marpioni di turno, spero che Gaia e Francesca se ne liberino velocemente.
"Perlomeno avete avuto l'onestá di ammettere che, in quanto a divertimento, le donne battono gli uomini dieci a zero" replica Gaia, civettuola.
Francesca ride, i due marpioni le fanno l'eco.
"Piacere Andrea".
"Gaia".
"Luca".
"Francesca".
Sento dei passi, sì sono avvicinati per presentarsi.
"Dai mettetevi qui vicino, vedremo di condividere un po' della nostra immensa simpatia con voi".
"Accettiamo l'offerta, come siete generose" risponde Luca, o Andrea, non so, non riesco a distinguerli bene.
Si allontanano per recuperare le loro cose.
In tutto questo scambio di battute, il piede di Francesca era rimasto lì dov'era, calzato dall'infradito, appoggiato sulla mia lingua. Io non avevo più respirato.
La situazione iniziava a diventare seriamente preoccupante, come ne sarei uscito?
In quell'istante, luce, compaiono Gaia e Francesca.
"Scusaci Giacomino, sono proprio dei bei ragazzi, tieni, fai scorta".
Inclina una bottiglietta, versa dell'acqua nella mia bocca.
Non immaginate la sensazione di benessere.
Faccio qualche risciacquo per ripulirmi dalla sabbia, bevo.
"Sei stato bravissimo, te lo sei meritato" dice Francesca.
Io la guardo, quasi lusingato, ancora con la lingua fuori.
"Puoi mettere dentro la lingua, scemotto" ordina Gaia, sorridendo.
"Vuoi ancora acqua?"
"Sì, grazie". La voce mi esce roca, da quanto non parlavo!
Gaia e Francesca ridono. Poi vedo Francesca voltarsi.
"Stanno tornando".
"Bene" gli occhi di Gaia passano dall'affettuoso al gelido in un istante. "Ora hai bevuto, non so quanto dovrai stare ancora lì sotto. Per ingannare l'attesa ti faccio un regalino".
Lascia andare il telo, che mi ricopre lasciandomi per l'ennesima volta al buio, stavolta per poco
Dopo un secondo secondo dopo vedo sbucare la mano di Gaia, ma non filtra molta luce, non capisco cosa regge.
"Apri" sento la sua voce.
Obbedisco.
In bocca sento qualcosa di stoffa, cotone.
Capisco quasi subito.
Gaia quella mattina si era lamentata di essersi dimenticata di portarsi un paio di ciabatte, per cui era uscita con le sue Vans nere.
Ricordo anche di aver notato, sempre quella mattina, che aveva indossato le stesse calze del giorno prima. Nere a pois bianchi.
Stamattina, mentre le notavo, non avrei mai pensato che quelle calze sarebbero finite nella mia bocca nel giro di qualche ora.
Gaia le spinge per bene nella mia bocca, sempre con quel suo modo tendente al violento, poi bisbiglia: "Buon pranzo".
Cala l'asciugamano. La sento sistemare per bene gli zaini intorno a me, per mimetizzarmi al meglio.
Sento voci maschili che si avvicinano.
In bocca ho un sapore strano. Salato. Immagino sia sudore.
Incredibilmente mi piace.
Quello che non mi piace è che ora sento movimenti intorno a me.
Non mi piace che Gaia e Francesca ora stiano parlando con Luca e Andrea.
Non mi piace percepire che anche loro, ora, si siano distesi, uno a fianco di Gaia, e uno a fianco di Francesca, per come mi è sembrato di capire.
Posso affermarlo con la quasi totale certezza: dopo tutto questo tempo sono diventato un vero esperto nel leggere le vobrazioni del terreno che mi sovrasta.
Non mi piace, eppure sono eccitato.
Mi eccita il pensiero che loro, Gaia e Francesca, che conosco da una vita, mi stiano facendo questo.
Che a loro, in qualche modo, piaccia.
 
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PARTE 5

Mi ero abituato a respirare solo con il naso.
Quello a cui non mi ero abituato era la consapevolezza che lì, vicino a me, accanto alle mie due amiche, ci fossero due sconosciuti, che, in qualsiasi momento, avrebbero potuto sollevare l'asciugamano che mi copriva e vedermi lì, con dei calzini in bocca, affiorare dalla sabbia.
Continuavo ad immaginarmi la scena nella mia testa.
Paura mista ad eccitazione, che stranezza.
Non riesco a sentire bene le loro conversazioni.
Probabilmente è ora di pranzo, percepisco una variazione della pressione della sabbia proprio sopra di me, Gaia.
Sì è alzata, adesso fruga nello zaino, che poggia, attraverso l'asciugamano, proprio sulla mia nuca.
Prende i panini.
Bene, la mia parte del pranzo al sacco probabilmente sfamerà i due marpioni.
Luca e Andrea.
Non so nemmeno che faccia abbiano, eppure li detesto.
A causa loro per Gaia e Francesca non esisto più. Li sento mangiare, ridere, scherzare.
Poi silenzio.
Credo che tutti e quattro si stiano concedendo una pennichella post-prandiale.
Come dargli torto, dormirei anche io se solo non fossi martoriato dal senso di disagio.
Passa un tempo che non saprei quantificare, poi un movimento, vicino a me.
Mi immobilizzo, l'aria rimane nei polmoni, non oso respirare.
Fa capolino un piede.
Francesca, riconosco la cavigliera.
Riprendo a respirare.
Lentamente il piede di Francesca si avvicina, fino a poggiare in tutta la sua lunghezza sul mio viso.
Cerca il mio naso, lo prende tra le dita. Evidentemente le era piaciuto quel gioco.
Sa che nella mia bocca ci sono i calzini di Gaia, si diverte a stuzzicarmi, a privarmi temporaneamente della possibilità di respirare.
Nel frattempo sento dei movimenti.
Sono più lontani, alla mia sinistra. È il ragazzo disteso a fianco di Francesca, Luca, se non ho capito male da quelle parti di conversazione che ero riuscito ad intercettare.
"Francesca!" esclama Gaia. "Mi addormento un attimo e subito ti dai da fare!".
Rimango per un attimo interdetto, pensando si riferisse a me.
Poi capisco: evidentemente il riferimento era al fatto che Luca e Francesca erano passati ad una fase successiva al semplice flirt.
Sento delle risate, uno scambio di battute che non riesco ad intercettare, poi torna la calma.
Il piede di Francesca, in tutto questo, era sempre stato appoggiato sul mio viso.
Immaginare che, mentre io mi trovavo letteralmente ai suoi piedi, lei si stesse baciando con un altro ragazzo, mi faceva impazzire: come poteva umiliarmi in questo modo?
Non avrei mai pensato che Francesca avesse una mente così perversa.
E non avrei nemmeno mai pensato che una situazione del genere mi eccitasse così tanto.
Passano i minuti, ora Francesca non gioca più, entrambi i suoi piedi si muovono sul mio viso, sono più simili a delle carezze, sono erotiche, mi sembra di percepire la sua eccitazione attraverso le sue estremità, come se, in qualche modo, volesse rendermene partecipe.
Come se volesse farmi sapere che un altro ragazzo, non io, la stava facendo stare così.
Un livello di umiliazione che non avevo mai sperimentato e che, sinceramente, mi spaventava.

"Ragazze, sono le 16".
Finalmente un riferimento temporale, grazie Andrea.
"Che ne dite di un bagno?"
La proposta viene accolta all'unanimità.
Prima di alzarsi Francesca, che non aveva più tolto i piedi da sotto l'asciugamano che mi ospitava, mi dà una carezza sul naso con l'alluce, dalla radice alla punta, che interpreto come un segno d'affetto.
Li sento allontanarsi, sono solo.

Stanno in acqua molto, un'ora, forse anche di più.
La prima a tornare è Gaia.
"Giacomino, dammi qua, devo parlarti".
Senza la minima delicatezza mi infila la mano in bocca ed estrae i suoi calzini.
"Praticamente hai fatto da lavatrice!"
Ridiamo, anche se la risata dura poco, i muscoli della faccia mi fanno un male cane.
"Dimmi pure Gaia" dico, cercando di sgranchirmi la mandibola.
Lei si distende a pancia in giù, col viso rivolta verso di me, e con una mano tiene sollevato l'asciugamano.
Nell'altra tiene una sigaretta, che si era accesa prima di scoprirmi.
"Mi serve un favore". Nel dirlo noto una strana luce nei suoi occhi, qualcosa di sconosciuto, nonostante la nostra relazione passata.
"Stasera mangiamo qui, i ragazzi vanno a prendere una pizza e da bere" inizia Gaia.
Sto per replicare, ma non mi viene lasciato spazio.
"Aspetta, aspetta"
Io mi blocco, lei avvicina la sigaretta alla mia bocca rimasta aperta, mi fissa negli occhi, rimango impietrito.
"Posso?"
Non aspetta la risposta.
Lascia cadere della cenere dritta nella mia bocca.
"Su, manda giù" mi dice sorridendo.
Deglutisco.
Non me l'aspettavo.
"Prima leggevamo che alcuni schiavi fanno anche da posacenere umani, ho voluto provare" dice, aspirando un altro tiro. Mi ha davvero spiazzato, non so cosa dire, le rispondo con un sorriso figlio dello sbigottimento.
Gaia rimane pur sempre la mia ex fidanzata, di lei avevo conosciuto un lato dolce ora completamente invisibile.
E adesso, quello sguardo, non sembrava nemmeno lei.
Continua come se nulla fosse: "Ti dicevo del favore".
Mentre parla avvicina la sigaretta al mio viso ed io, come se ormai fosse la cosa più normale del mondo, apro la bocca e sono ancora il suo posacenere. Gaia continua, senza badare nemmeno al gesto: "So che ti chiedo tanto, ma voglio che tu rimanga qui sotto anche stasera".
Abbozzo una risposta, ma improvvisamente mi ricopre con l'asciugamano, subito dopo la sento bisbigliare:"Stanno tornando, grazie tesoro".
Sono immobile, frastornato sia dalla noncuranza con cui ero stato trasformato in un posacenere che dal pensiero di rimanere bloccato in quella posizione per chissà ancora quante ore.
Sarei stato in grado di resistere anche per la serata? La fame già mi attanagliava lo stomaco. Finora non sentivo lo stimolo di urinare, ma probabilmente era perché avevo bevuto veramente poco nel corso della giornata.
Rimango coi miei dubbi, nel frattempo sento le voci degli altri farsi sempre più vicine.
 
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view post Posted on 28/7/2020, 08:19     +1   -1
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Professore/essa SM

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Non è roba da poco riuscire a rendere divertente e appassionante una situazione così statica come quella di un uomo sepolto in una buca in spiaggia.
Sei molto in gamba, non vedo l’ora di leggere il seguito!
 
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view post Posted on 28/7/2020, 09:51     +1   +1   -1
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Complimenti!! Attendo la continua!
 
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38 replies since 23/7/2020, 12:48   19639 views
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