Il Calderone di Severus

Reoplano - La compagnia degli invisibili, Tipologia: One Shot ( 500) - Genere: Comico/Parodia - Altro Genere: Nessuno Avvertimenti: Nessuno - Epoca: HP 5^ anno - Pairing: Nessuno - Personaggi: Severus - Altri Personaggi: Alcuni Tassorosso

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view post Posted on 27/3/2017, 14:14

Buca-calderoni

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Titolo: La Compagnia degli Invisibili
Autore/data: Reoplano novembre 2014
Beta-reader: Ida59
Tipologia: one shot
Rating: per tutti
Genere: Comico
Personaggi: Severus Snape, e alcuni Tassorosso
Pairing: nessuno
Epoca: 5° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: La felicità è fatta di normalità
Nota: Storia scritta per il Club 3F Facciamo Finalmente Felice (Severus) del Forum “Il Calderone di Severus”.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio originale, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Parole:1527




La compagnia degli invisibili



Quando la sveglia non suonò, Piton aprì gli occhi al giorno che nasceva.
Oggi, come ieri e probabilmente domani, era solo un giorno come tanti, un altro giorno a cui sopravvivere.
L'acqua fresca della doccia lo svegliò del tutto, e fu mentre si radeva davanti allo specchio che improvvisamente si fermò, gli occhi fissi nei suoi occhi riflessi, mentre la sua voce formulava la solita domanda:
- Sei felice, Severus?
Come al solito la sua immagine riflessa rifiutò di rispondergli.
Le mani di Piton terminarono il compito che era stato loro assegnato: finì di lavarsi, cercò i suoi abiti e li trovò esattamente dove dovevano essere, si vestì e si allacciò le scarpe. Scostò con aria perplessa la carota che trovò a lato della bacchetta, raccolse quest'ultima e finalmente uscì.
Eppure la domanda che si era posto poco prima continuava a girargli per la testa, creando un incredibile numero di altre domande che si alternavano, si incrociavano, sovrapponendosi tra di loro, distraendolo e rendendo incerto quello che solitamente era un passo ben deciso.
“Sono felice della mia vita? Cosa significa felicità? Cosa mi serve per essere veramente felice?
Questo pensava Piton mentre i suoi piedi passavano su quella che fino a qualche istante prima era una pozzanghera fangosa, ricordo del temporale scatenatosi la sera precedente, ma che ora si presentava come il resto del cortile, ben asciutto e compatto.
L'idea di fare colazione in Sala Grande non migliorò il suo umore tendente al malinconico. I suoi pensieri furono interrotti dai saluti d'obbligo e questo lo innervosì: si innervosiva sempre in mezzo alla gente, in mezzo a tutte quelle manifestazioni di buona educazione fine a se stessa. Ma, una volta tanto, lo zucchero era davanti a lui ed i toast non erano bruciacchiati, la marmellata poi era decisamente amara, proprio come piaceva a lui e così, senza quasi accorgersene, si concesse un sorriso.
Incamminandosi verso l'aula di pozioni, le domande che ancora parzialmente gli giravano in testa furono sostituite dai preparativi necessari a sostenere la lezione che si apprestava a tenere. Era così concentrato sulla lezione che non vide Edvige, il gufo di Harry Potter, procedere ad alta velocità in rotta di collisione con la sua testa; non vide nemmeno la brusca virata, di quasi novanta gradi, che permise ai due di non scontrarsi con grande meraviglia di Edvige, che invece su quella collisione aveva impostato la sua personale idea di felicità.
La lezione andò come al solito, anzi, no. Innanzi tutto quella saputella di Hermione Granger non alzò mai la mano, il pentolone di Neville non esplose e Harry Potter fu meno fastidioso del solito. Fu come se la classe intera avesse finalmente imparato quello che lui voleva da loro: attenzione e dedizione. Fu una lezione perfetta, di quelle che non capitano mai.
Il gruppetto di Serpeverde che incontrò Piton nel pomeriggio rimase così sconvolto che parlò del fatto per molti giorni. Avevano incontrato Piton nei pressi del lago e lui, invece di tirare dritto come al solito, smettendo per un attimo di fischiettare li aveva salutati. La cosa inconcepibile non era che li avesse salutati, dopo tutto era successo in altre rare occasioni, ma che stesse fischiettando, questa poi...
La sera alfine arrivò, e con essa terminarono le attività: tutta Hogwarts si preparava ad andare a letto, anche il Professor Severus Piton, insegnante di pozioni.
La cena era stata ottima, il vino buono e la confusione limitata. Si sentiva leggero; è vero, il futuro era incerto, né più né meno di ieri, ma quella particolare giornata, così, così... perfetta lo aveva reso strano, lo aveva reso diverso; per rispondere alla domanda che si era posto quella stessa mattina: lo aveva reso felice!
*-*

Siamo i Tassorosso.
Noi non siamo come gli appartenenti alle altre case, non siamo così coraggiosi come i Grifondoro, né brillanti e intelligenti come i Corvonero o, per fortuna, così perfidi e ambiziosi come i Serpeverde.
Siamo orgogliosi della nostra diversità, anzi, per meglio dire, siamo orgogliosi di essere quello che siamo: costanti, pazienti, tolleranti e corretti, in altre parole, solidi.
Anche la nostra fondatrice, Tosca Tassorosso, era orgogliosa di noi, lo era a tal punto che, proprio per meglio utilizzare le nostre peculiarità, fondò, contemporaneamente alla casa di Tassorosso, una società segreta: la Compagnia degli Invisibili.
Il nome dovrebbe suggerirvi qualcosa, ma forse è opportuno che vi spieghi meglio chi siamo.
Nella Compagnia (noi la chiamiamo così) vengono chiamati i Tassorosso migliori, i più degni. All'interno della Compagnia non si utilizzano i veri nomi, ma dei nomignoli, indicativi delle caratteristiche di chi li porta; così abbiamo un Furbizia, un Costanza, un Tolleranza, un Pazienza e così via. Nella Compagnia può esserci un solo rappresentante per ogni caratteristica, e, solo quando il titolare del nome si ritira, un altro, selezionato ed istruito da lui stesso, può aspirare a prendere il suo posto.
A cosa serve la Compagnia? Semplice, noi alleviamo le pene, confortiamo e sosteniamo chi ne ha bisogno. Ogni volta ci dedichiamo ad un solo obbiettivo e fino a che il nostro compito non è finito gli riserviamo tutti i nostri sforzi.
Ah, volete sapere come facciamo a renderci invisibili? Beh, non è difficile, nessuno ci nota, siamo troppo normali; e poi abbiamo i nostri metodi, conosciamo meglio di chiunque altro i passaggi segreti di Hogwarts e sappiamo mimetizzarci al meglio, in più conosciamo qualche trucchetto tramandatoci direttamente da Tosca Tassorosso... vi basti sapere che qualcuno dovrà ben averlo tessuto il mantello dell'invisibilità...
Ma torniamo a noi, in questo momento l'obbiettivo su cui si stà concentrando tutta l'organico della Compagnia degli Invisibili è Severus Piton, il professore di pozioni.

*-*

- Ok, ci siamo tutti, dichiaro aperta la prima riunione di rendicontazione per questo particolare obbiettivo. Ricordatevi, è solo dal lavoro ben fatto e dai nostri errori che possiamo imparare e noi di errori ne commettiamo tanti, vero Pazienza?

- Non so a cosa ti riferisci, Tolleranza: l'ho svegliato con un leggero tocco quando la sveglia non ha suonato, gli ho praticamente messo gli abiti in mano e ho preparato al meglio tutte le sue cose...

- La carota, Pazienza, la carota... ne avevamo già parlato, l'idea di infilare la bacchetta in una carota è sciocca, in più non sappiamo come potrebbe reagire al primo incantesimo, che ne so, metti che pronunci un semplice “Avis” invece di uccellini colorati potrebbero comparire piselli...
Inoltre, è vero che le groupie di Piton utilizzano la “bacchetta” con una miriade di doppi sensi, ma non è che “carota” sia da meno... per cui lascia perdere questa idea una volta per tutte.
- Va bene, scusami Tolleranza.
- Non ti preoccupare, passiamo ad altro; Prontezza, sei stato bravissimo con quella pozzanghera e con la minaccia di Edvige: come hai fatto?
- Oh beh, per la pozzanghera non ho fatto altro che girare la giratempo, tornare a prima del temporale, aprire l'ombrello e mantenere asciutto il terreno; mettiamola così, è stato più noioso che faticoso. Con la minaccia portata da Edvige la cosa è stata un pochino più complicata: ho dovuto utilizzare il tubo invisibile grande, l'ho piegato quasi ad angolo retto ed ho fatto in modo che Edvige ci si infilasse, il risultato è stato spettacolare, una virata così non la fa nemmeno un F16.
- Benissimo, veramente ben fatto. Passiamo ad Onestà, come hai sistemato le cose in Sala Grande per colazione pranzo e cena?
- Niente di particolare, ho solo suggerito agli Elfi quello che mi aspettavo da loro e, con estrema onestà, ho spiegato cosa sarebbe loro successo se non avessero agito come ord... hem suggerito.
- Onesto sei stato onesto, non so quanto questo rientri nella correttezza e nell'etica della Compagnia, ma il risultato è stato fantastico: ha addirittura sorriso a colazione! Ora tocca a te, Perseveranza, raccontaci quello che è successo a lezione di pozioni.
- La prima difficoltà e stata quella dovuta al fatto che Piton insegna solo ai Grifondoro ed ai Serpeverde, per cui mi sono dovuto travestire.
- Ti sei travestito da Grifondoro o da Serpeverde?
- Mi sono travestito da ceppo di legno per il fuoco e, nel caso ve lo foste domandato, questo spiega le bruciature che vedete nei miei pantaloni. Comunque, le cose sono state tutto sommato semplici: un poco di valium nella colazione degli studenti li ha calmati al punto giusto; due punti di cucito con un filo invisibile estremamente resistente tra le maniche e la giacca di Hermione le hanno impedito di alzare la mano; un fumetto di quelli giusti da tenere nel libro ha sistemato Potter e la pozione di Neville l'ho preparata io mentre era in bagno. Un gioco da ragazzi, insomma.
- Cosa intendi con fumetto di quelli giusti? Va beh, non ha importanza. Ottimo, ottimo: se continuiamo così finiremo presto con il professore... a proposito, serve una volontaria per allietare i suoi sogni: qualcuna si offre? Ci risiamo, come al solito siete troppe e dovremo tirare a sorte...
Va bene ragazzi/e, per oggi abbiamo finito. Abbiamo fatto un lavoro fantastico, ma non possiamo dormire sugli allori; ricordatevi tutti/e che una volta terminato con il professor Piton abbiamo un obbiettivo altrettanto impegnativo: rendere felice Voldemort!
Potete andare, La seduta è tolta.
 
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