Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Il mio primo strap-on

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view post Posted on 25/10/2016, 15:47     +4   +1   -1
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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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Voglio raccontarvi un’altra mia prima volta ovvero quella con lo strap-on. Come al mio solito, non sarò affatto breve e comincio prendendola piuttosto alla larga. Risale a circa tre anni fa. Erano ormai un paio d’anni che io e mia moglie giocavamo alla dominazione con lotta annessa dopo diversi anni di tentativi infruttuosi. Uso sempre il verbo <giocare> quando parlo di ciò che accade tra me e lei in quanto non credo che esista un sinonimo che possa far comprendere esattamente le sensazioni che proviamo. Non che si rida e si scherza, comunque. Anzi, tutto è terribilmente serio in quei momenti ma entrambi sappiamo che, finiti quei momenti, si ricomincia la normale vita coniugale e quindi che la dominazione, il femdom, altro non è che una pausa particolare all’interno della nostra vita di coppia abbastanza abitudinaria. Ma bastavano quei pochi momenti per farmi sentire felice come non lo ero mai stato. Altro che tre metri sopra il cielo, io mi sentivo proprio in paradiso, come una persona che ha finalmente raggiunto il suo scopo nella vita. Perché io quelle sensazioni di sottomettermi ad una donna forte ce l’avevo sempre avute fin da bambino. Fin da bambino, giuro. Avevo forse dieci/undici anni quando avevo cominciato a fantasticare su una simile eventualità e mi andavo a cercare tutti i film o le serie televisive dove ci fosse un’eroina che menava di brutto. Ricordo in particolare la splendida Emma Peel di < Agente speciale> ma potrei farvi un elenco enorme. Ed immaginavo che un giorno, una ragazza simile a quelle eroine potesse diventare un giorno la mia ragazza dominante. Contemporaneamente, oltre ai films mi piaceva raccogliere fumetti dove le varie eroine, che potevano essere Batgirl, Catwoman, Wonder woman o anche Satanik e Jada, picchiavano duro. E così, mentre i miei amici si portavano fumetti porno al bagno per farsi le seghe, io me le facevo vedendo le mie eroine che le davano di brutto. Poi crescendo, il colpo di fortuna. A ventuno anni incontro una deliziosa ragazza campionessa di judo, alta come piaceva a me, tanto carina e brava nel suo sport quanto timida e introversa. Ma chissenefrega se è il contrario della donna dominante da me agognata. Mi piace troppo per non provarci. Mi ci metto insieme, la sposo, ci faccio una figlia e inizio insieme a lei il mio percorso matrimoniale nel modo più classico. Ma poteva un uomo con le mie pulsioni vivere accanto ad una ragazza con delle doti simili senza sentire il desiderio di farsi dominare, magari dopo aver subito una splendida mossa di judo ed essere costretto alla resa? Certo che no ed infatti le confesso tutto. Ma dopo la confessione, lite, separazione di otto mesi e finalmente riappacificazione. E con la pace e l’armonia di coppia ritrovata e dopo una serie infinita di conversazioni su questa mia mania lei mi promette addirittura di provare ad accontentarmi. Ma sto divagando e ritorno quindi dentro al tema di questa discussione. Come ho detto, da circa un paio d’anni mia moglie cominciava a fare sul serio e l’unico appunto che potevo farle era la scarsa fantasia. Lei faceva bene ciò che le avevo fatto presente in quelle lunghissime conversazioni ma non prendeva iniziative. Forse per scarsa conoscenza della materia o forse proprio per mancanza di fantasia. Ma non potevo proprio lamentarmi. Anche perché ciò che faceva cominciava a farlo davvero bene, a cominciare dalla lotta per passare a schiaffi e punizioni. Ma forse ciò che la soddisfaceva di più delle mie richieste era l’abbigliamento in lattice. E pensare che per molto tempo non l’aveva voluto mettere malgrado avessi speso un sacco di soldi per comprarglielo perché riteneva che fosse troppo da mignotta. Ma dopo che lo indossò la prima volta, se ne innamorò. Forse perchè si vedeva più sexy o forse perchè vedeva l'effetto che faceva su di me. Boh! L'importante era che le fosse piaciuto. Sulle scarpe coi tacchi alti invece, altro tassello del dress code che preferivo, non ci furono mai problemi e, almeno in quei momenti, finalmente potevo vederla dal basso in alto, come avevo sempre desiderato. Ma uno dei pezzi pregiati del suo guardaroba in lattice ovvero una splendida tuta, o catsuit come si chiama in gergo, si era miseramente rotta l’ultima volta in cui avevamo giocato a causa della lotta e avevo intenzione di ricomperarla.
Ma cosa c’entra tutto questo con lo strap-on, direte voi? Ve lo dico la prossima volta
 
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view post Posted on 27/10/2016, 15:22     +1   +1   -1
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Dunque, dovevo andarle a comperare la catsuit in lattice. Ma dove mi rifornivo? Non su internet. Mia moglie era stata chiara sulla faccenda. < C’è il rischio che il pacco possa arrivare al portiere che è un impiccione oppure, peggio ancora, che lo possa ricevere nostra figlia mentre noi non siamo in casa>. Devo dire che non mi sentivo affatto di darle torto e pertanto avevo trovato un sexy shop piuttosto fuori mano, almeno per me, per evitare pericolosi incontri casuali mentre ci si entra. Chi conosce Roma se ne renderà conto. Sono di monteverde e quel sexy shop si trovava in una stradina vicino a via Tuscolana prima di Porta Furba. Un viaggio, praticamente. C’ero sempre andato da solo in quanto lei mi aveva dato libera scelta e soprattutto perché si vergognava di entrare in un luogo simile ma quel pomeriggio avrei voluto che venisse con me. Perché? Perché da un po’ di tempo mi girava in mente di arricchire i nostri giochi con qualcosa di diverso: uno strap-on. Dirglielo in faccia non mi sembrava il caso anche perché lei mi aveva già accontentato su tutto il resto e portarlo in casa di mia iniziativa sarebbe risultato ancora peggio. Ed in fondo, un po’ mi vergognavo di cosa avrebbe pensato. Ma da quando avevo cominciato a pensare allo strap-on? Bisogna tornare indietro di qualche anno, in quel periodo che va dalla mia confessione al momento che poi mia moglie mi accontentò veramente, in quella specie di limbo temporale durato diversi anni durante i quali la dominazione di mia moglie era veramente poca cosa. A quel tempo, le mie capacità informatiche erano veramente a ridosso dello zero. Non che nel frattempo sia migliorato parecchio ma almeno qualcosa so fare ma all’epoca il mio computer veniva usato esclusivamente per giocare a carte o cose simili. Avrei avuto voglia di navigare alla ricerca di informazioni che riguardavano la mia passione ma avevo anche timore che mia figlia potesse venire a scoprirlo, visto che anche lei usava lo stesso pc. Decisi quindi di comperarmi un nuovo portatile tutto per me, dove avrei potuto informarmi, guardare e scoprire qualcosa sul mondo della dominazione. Dopo un po’ di tempo, non so come, mi imbattei in un racconto scritto in inglese il cui titolo era tutto un programma. Si chiamava < Dominating my husband> ovvero < dominando mio marito>. Per fortuna, conosco abbastanza bene l’inglese soprattutto quando debbo leggere e non ebbi difficoltà nel comprenderlo. Man mano che lo leggevo, trasalivo. Praticamente me lo divorai. Era incredibile ma il personaggio femminile di quel racconto era esattamente il tipo di donna alla quale ambivo. Per filo e per segno. Solo dopo comunque, acquisita un po’ d’esperienza in materia, capii quanto una cosa del genere fosse rara. Quel personaggio picchiava suo marito dopo essersi scoperta più forte di lui, lo dominava, gli dava ordini ma soprattutto lo amava e ci faceva l’amore e quelle violenze altro non erano che una specie di gioco erotico che la eccitavano ed eccitavano l’uomo. Esattamente quello che desideravo io. Quindi, non era poi più unico che raro il mio bisogno. Quel racconto mi aveva infiammato ed eccitato. E parlo di eccitazione non solo mentale. Più tardi avrei scoperto che esisteva una traduzione in italiano con il titolo, sbagliatissimo secondo me, di < Un marito da schiacciare> che un giorno vorrei postare anche sul Sire. Tra l’altro, dopo averlo letto, ebbi quasi il bisogno di cominciare a scrivere pure io. Come aveva eccitato me, avrei voluto eccitare anche altre persone. Ma dovette passare oltre un anno prima che fossi capace di postare il mio primo racconto su quel sito e per farlo dovetti chiedere aiuto a mia moglie in quanto non ero capace di aprire un file. Ma questa è un’altra storia. Quindi, tutto ciò che la protagonista faceva al marito era proprio ciò che io avrei voluto che mia moglie facesse a me. Solo una cosa mi lasciò interdetto e fu l’uso dello strap-on. Non avevo mai considerato questo oggetto e tantomeno i membri degli altri uomini che mi facevano e mi fanno tuttora schifo. Sono sempre stato etero al 100% ma qualcosa in quella lettura mi aveva scombussolato. Non era per la penetrazione di per se stessa ma per lo scambio dei ruoli, della donna forte che fa leccare il membro finto al suo uomo e poi lo penetra. E lo scambio dei ruoli era, ed è tuttora, il fondamento della mia visione del femdom. Non per niente per me la lotta, la vittoria della femmina sull’uomo, è la parte più eccitante ma, sempre per la storia dello scambio dei ruoli, l’uso dello stap-on non sembrava affatto avere un’importanza inferiore. Cosa ci può essere di più stravolgente e di capovolto in un rapporto tra un uomo ed una donna di lei che è più forte di lui e che lo penetra con violenza? Ed infatti quella scena mi aveva eccitato oltre misura perché toccava le corde del mio essere sub, ovvero sottomettersi alla propria donna solo se questa ha le capacità di farlo.
Ecco come avevo iniziato a pensarci ma poi, col passare del tempo, abbandonai quel pensiero salvo riprenderlo con veemenza proprio quando mia moglie era diventata la donna che avevo sognato per tutta la vita. Ora dovevo solo trovare un modo di comprare lo strap-on facendo in modo che pensasse che fosse un’idea casuale e non una mia fissazione. E per fare questo dovevo convincerla a venire con me nel sexy shop, cosa meno facile di quanto possiate immaginare.
Continua.....
 
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view post Posted on 27/10/2016, 15:33     +1   -1

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Wow grazie
 
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view post Posted on 27/10/2016, 16:54     +1   -1

Maestro di Piedi

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Sempre un vero maestro a tenerci sulle spine!
È ovvio che aspetto con impazienza il seguito.
Ancora complimenti.
 
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view post Posted on 27/10/2016, 19:45     +1   -1
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CITAZIONE (Toki1975 @ 27/10/2016, 16:33)
Wow grazie

Grazie a te di leggerlo e di commentarlo. Continua a seguirlo
CITAZIONE (Esule q @ 27/10/2016, 17:54)
Sempre un vero maestro a tenerci sulle spine!
È ovvio che aspetto con impazienza il seguito.
Ancora complimenti.

:) :) Ci provo a tenervi sulle spine per spingervi poi a leggere il seguito. Non vi farò attendere a lungo, comunque. E grazie per i complimenti
 
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view post Posted on 27/10/2016, 19:58     +1   -1
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Un teasing and denial da un maschietto mi mancava😂😂😂
Belle esperienze 😊
 
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view post Posted on 28/10/2016, 16:25     +1   -1
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CITAZIONE (Gatto_gattone @ 27/10/2016, 20:58) 
Un teasing and denial da un maschietto mi mancava������
Belle esperienze ��

Prova a leggere i miei racconti, allora. Altro che teasind & denial. Mi interrompo sempre sul più bello e scommetto che molti mi malediranno. :D :D Però, al contrario di tanti altri, porto sempre tutto a conclusione
 
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view post Posted on 31/10/2016, 14:16     +3   +1   -1
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Il primo sabato disponibile le chiesi quindi di accompagnarmi a comprare la catsuit. Il sabato era ed è tuttora l’unico suo giorno disponibile perché tra palestra e lavoro gli altri giorni sono completamente occupati ed il pomeriggio sono libero anch’io. La risposta fu però picche. Disse che aveva da fare, non ricordo cosa, e mi rispose che se avevo voglia di vederla con la tutta nera di lattice avrei dovuto fare quella compera da solo. Non ci andai nemmeno io. In fondo, di indumenti in lattice da poter indossare ne aveva in quantità industriale ed il dress code sarebbe stato rispettato anche nel gioco successivo. Io avevo bisogno che venisse anche lei ma anche la settimana seguente mi mise una scusa. Mi sembra che disse che aveva l’appuntamento col parrucchiere ma potrei sbagliarmi. Di sicuro comunque non venne. Non mi persi d’animo e la settimana successiva le riproposi per la terza volta di seguito la stessa cosa ma al suo ennesimo rifiuto mi feci risentire. D’altronde, lei voleva che al di fuori dai nostri giochi il nostro rapporto fosse paritario e quindi mi comportai di conseguenza. Le dissi che non era giusto che facesse fare certe cose solo a me e che certe situazioni vanno vissute insieme ed anche il semplice gesto di comprare un oggetto che sarebbe poi servito per i nostri giochi sarebbe stato piacevole e divertente farlo insieme. Dovetti essere piuttosto convincente perché lei sbuffò un pochino ma alla fine acconsentì. La prima mossa era riuscita ma come comprare lo strap-on senza che sembrasse un mio grosso desiderio? Me la sarei dovuta giocare dentro al negozio e se avessi perso l’occasione sarebbe stato piuttosto difficile trovarne altre . Già durante il tragitto intanto, lei aveva cominciato a vestire i panni della padrona, cosa che ovviamente mi fu graditissima. Non avevamo una frase che ci portasse a comportarci di conseguenza. Tempo addietro avevamo provato con < Inizia il gioco> e < Finisce il gioco> ma l’avevamo abbandonato su sua espressa volontà. Ed in effetti, non ce n’era il bisogno. Si capisce subito. Sono diversi il modo di comportarsi, il tono della voce e ovviamente il modo di esprimere richieste. L’unica cosa è che deve essere lei a decidere quando e come ed io devo comprendere al volo. E a me va benissimo anche se per me rimane estremamente complicato trattare con devozione e sottomissione la stessa donna con la quale fino a poco tempo prima avevo parlato in modo normale. Ma debbo anche dire che basta un po’ di tempo, almeno una mezz’oretta, e ci si abitua entrando nel personaggio e vedendola proprio come una padrona e non come la moglie che mi ha appena servito il pranzo. Molto meglio quando io sono in casa e lei fuori ( o viceversa) e che mi avverte con un messaggino in tema sul tipo < Comincia a preparare la cena > oppure, ancora più eccitante, < Oggi mi girano. Quando arrivo stai zitto altrimenti me la sfogo su di te> In questi casi, già dall’arrivo del messaggino mi cominciano ad accelerare i battiti al solo pensiero ed il personaggio del marito sottomesso entra automaticamente nel mio corpo. Ma continuo a divagare.
Arrivammo, dunque. Prima di entrare nel negozio, lei si guardò intorno con comprensibile timore e molto imbarazzo ma alla fine si fece coraggio e finalmente la titolare del sexy shop ( o la commessa, boh), poté ammirare di persona la fantomatica moglie padrona per la quale io avevo comprato un bel po’ di abbigliamento e qualche paio di scarpe.
Tra l’altro, non trovammo la catsuit nera della taglia di mia moglie e la dovemmo ordinare ma in compenso lei decise, e finalmente lo fece di sua spontanea volontà, di comprarsi un paio di stivali col tacco altissimo che in seguito mi fecero uscire gli occhi dalle orbite ed una specie di corsetto, adatto per i pantaloni di lattice, con delle stringhe davanti. E mentre la commessa ( o la padrona, boh) chiedeva a mia moglie, avendo intuito come fosse lei a decidere, se ci potessero interessare dei filmini, roba che a noi non piace per niente, io gironzolavo per il negozio con fare indifferente fermandomi poi sui sex toys. Era finalmente giunto il momento e non nascondo di essere stato piuttosto nervoso. Non potevo sbagliare se volevo soddisfare l’ennesima mia voglia strana. Mi avvicinai alle due donne e captai come il discorso fosse scivolato sul piano commerciale con quella signora che si lamentava di come ormai quel suo lavoro avesse, secondo il suo parere, i giorni contati in quanto gli acquisti on line avevano ormai soppiantato quasi del tutto le compere fatte in modo diretto. Appena arrivai a contatto con le due donne, mia moglie, col fare autoritario della vera padrona mi ordinò di pagare perché si stava facendo tardi. Tralascio di raccontarvi la mia eccitazione per quell’ordine dato dinanzi ad altre persone, cosa che mi manda in visibilio, e le chiesi se aveva voglia di vedere qualche altra cosa. Rimase un po’ interdetta. Il mio modo di vedere il femdom era piuttosto semplice e non aveva bisogno di oggetti particolari. Almeno questo era quanto uscito dalle nostre conversazioni. Ad ogni modo, mi segui’ per quei pochi metri che ci separavano dall’angolo dove c’erano tutti i sex toys. La maggior parte raffiguravano il membro maschile con dimensioni piuttosto vistose ed erano vibratori adatti prevalentemente ( almeno presumo) per la donna e falli di plastica da applicare al corpo: il famigerato strap-on. Io le chiesi cosa ne pensava ma lei mi guardò in modo riprovevole
“ Oh, ma che sei tutto scemo! Io quei cosi dentro di me non ce li voglio proprio” mi disse equivocando. Era piuttosto arrabbiata ed era chiaro che aveva pensato che si trattasse di falli adatti esclusivamente per una clientela femminile. Io sorrisi ed invece le spiegai, con tono molto sottomesso considerando che in quel preciso momento eravamo all’interno del nostro gioco, che molti di quelli erano per gli uomini ma che comunque ciò non significava certo che poi si dovevano usare per forza e che sarebbe potuta risultare eccitante anche solo la minaccia di usarlo. Non sembrava molto convinta anche se la scusa che avevo messo era abbastanza plausibile. Dissi pure che ovviamente la decisione finale sarebbe stata la sua ma che, visto che spesso c’erano dei vuoti all’interno del nostri momenti, non sarebbe stato male riempirli con l’aiuto di qualche altra cosa, che fosse un semplice oggetto o una pratica diversa. Continuava a non essere convinta e chissà su cosa ragionava il suo cervello ma alla fine scrollò le spalle
“ Mah! Fa un po’ come ti pare. Va beh dai, ti do il permesso. Scegline uno” C’ero riuscito. E senza particolari opere di persuasione. Ero praticamente a metà dell’opera. Ne scelsi uno ovviamente da principiante con lunghezza di 13 centimetri e diametro di due e mezzo con una specie di doppia imbracatura a sorreggerlo e di colore azzurro. Non volevo che assomigliassero troppo al membro vero di color carne. Ovviamente, non potei comprare quelli con doppia penetrazione, visto il modo in cui mia moglie mi aveva trattato quando pensava che fosse per lei e che era nelle mie intenzioni visto che nel racconto il dildo che la protagonista usava era appunto a doppia penetrazione ma andava benissimo così e portai la scatola con lo strap-on sul bancone dove già erano in attesa di essere imbustati gli stivali ed il corsetto, mi alleggerii di oltre 250 pleuri ed uscimmo dal sexy shop. Non avevo idea se poi in serata avesse usato lo strap-on oppure no. Avrei dovuto attendere solo poche ore e l’avrei saputo.
Continua.......
 
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view post Posted on 31/10/2016, 14:25     +1   -1
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Anche noi attendiamo di sapere quando lo ha usato
 
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nonbastamai
view post Posted on 31/10/2016, 23:54     +1   -1




CITAZIONE (Davide Sebastiani @ 25/10/2016, 16:47) 
Voglio raccontarvi un’altra mia prima volta ovvero quella con lo strap-on. Come al mio solito, non sarò affatto breve e comincio prendendola piuttosto alla larga. Risale a circa tre anni fa. Erano ormai un paio d’anni che io e mia moglie giocavamo alla dominazione con lotta annessa dopo diversi anni di tentativi infruttuosi. Uso sempre il verbo <giocare> quando parlo di ciò che accade tra me e lei in quanto non credo che esista un sinonimo che possa far comprendere esattamente le sensazioni che proviamo. Non che si rida e si scherza, comunque. Anzi, tutto è terribilmente serio in quei momenti ma entrambi sappiamo che, finiti quei momenti, si ricomincia la normale vita coniugale e quindi che la dominazione, il femdom, altro non è che una pausa particolare all’interno della nostra vita di coppia abbastanza abitudinaria. Ma bastavano quei pochi momenti per farmi sentire felice come non lo ero mai stato. Altro che tre metri sopra il cielo, io mi sentivo proprio in paradiso, come una persona che ha finalmente raggiunto il suo scopo nella vita. Perché io quelle sensazioni di sottomettermi ad una donna forte ce l’avevo sempre avute fin da bambino. Fin da bambino, giuro. Avevo forse dieci/undici anni quando avevo cominciato a fantasticare su una simile eventualità e mi andavo a cercare tutti i film o le serie televisive dove ci fosse un’eroina che menava di brutto. Ricordo in particolare la splendida Emma Peel di < Agente speciale> ma potrei farvi un elenco enorme. Ed immaginavo che un giorno, una ragazza simile a quelle eroine potesse diventare un giorno la mia ragazza dominante. Contemporaneamente, oltre ai films mi piaceva raccogliere fumetti dove le varie eroine, che potevano essere Batgirl, Catwoman, Wonder woman o anche Satanik e Jada, picchiavano duro. E così, mentre i miei amici si portavano fumetti porno al bagno per farsi le seghe, io me le facevo vedendo le mie eroine che le davano di brutto. Poi crescendo, il colpo di fortuna. A ventuno anni incontro una deliziosa ragazza campionessa di judo, alta come piaceva a me, tanto carina e brava nel suo sport quanto timida e introversa. Ma chissenefrega se è il contrario della donna dominante da me agognata. Mi piace troppo per non provarci. Mi ci metto insieme, la sposo, ci faccio una figlia e inizio insieme a lei il mio percorso matrimoniale nel modo più classico. Ma poteva un uomo con le mie pulsioni vivere accanto ad una ragazza con delle doti simili senza sentire il desiderio di farsi dominare, magari dopo aver subito una splendida mossa di judo ed essere costretto alla resa? Certo che no ed infatti le confesso tutto. Ma dopo la confessione, lite, separazione di otto mesi e finalmente riappacificazione. E con la pace e l’armonia di coppia ritrovata e dopo una serie infinita di conversazioni su questa mia mania lei mi promette addirittura di provare ad accontentarmi. Ma sto divagando e ritorno quindi dentro al tema di questa discussione. Come ho detto, da circa un paio d’anni mia moglie cominciava a fare sul serio e l’unico appunto che potevo farle era la scarsa fantasia. Lei faceva bene ciò che le avevo fatto presente in quelle lunghissime conversazioni ma non prendeva iniziative. Forse per scarsa conoscenza della materia o forse proprio per mancanza di fantasia. Ma non potevo proprio lamentarmi. Anche perché ciò che faceva cominciava a farlo davvero bene, a cominciare dalla lotta per passare a schiaffi e punizioni. Ma forse ciò che la soddisfaceva di più delle mie richieste era l’abbigliamento in lattice. E pensare che per molto tempo non l’aveva voluto mettere malgrado avessi speso un sacco di soldi per comprarglielo perché riteneva che fosse troppo da mignotta. Ma dopo che lo indossò la prima volta, se ne innamorò. Forse perchè si vedeva più sexy o forse perchè vedeva l'effetto che faceva su di me. Boh! L'importante era che le fosse piaciuto. Sulle scarpe coi tacchi alti invece, altro tassello del dress code che preferivo, non ci furono mai problemi e, almeno in quei momenti, finalmente potevo vederla dal basso in alto, come avevo sempre desiderato. Ma uno dei pezzi pregiati del suo guardaroba in lattice ovvero una splendida tuta, o catsuit come si chiama in gergo, si era miseramente rotta l’ultima volta in cui avevamo giocato a causa della lotta e avevo intenzione di ricomperarla.
Ma cosa c’entra tutto questo con lo strap-on, direte voi? Ve lo dico la prossima volta

ACH..... Fortunellen......
Che figata avere la compagna/moglie Padrona.
Sei stato coraggioso a confidarti, hai rischiato ma sei stato premiato.
 
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view post Posted on 1/11/2016, 12:50     +1   -1
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CITAZIONE (schiavomicrodotato @ 31/10/2016, 14:25)
Anche noi attendiamo di sapere quando lo ha usato

Lo sto scrivendo. Domani credo di postarla
CITAZIONE (nonbastamai @ 31/10/2016, 23:54)

ACH..... Fortunellen......
Che figata avere la compagna/moglie Padrona.
Sei stato coraggioso a confidarti, hai rischiato ma sei stato premiato.
[/QUOTE]

Coraggioso e incosciente. Non saprei se consigliarlo ad altri. A me ha detto bene, anche se per lungo tempo pensavo di aver mandato in aria il matrimonio ma temo che molte donne che non conoscono il bdsm ed il feticismo potrebbero prenderla male.
 
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view post Posted on 1/11/2016, 12:53     +1   -1
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Secondo me arrivare al matrimonio senza averne mai parlato è sbagliato, come si può iniziare un matrimonio nascondendo una parte così importante? Hai fatto benissimo
 
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view post Posted on 1/11/2016, 13:36     +1   -1
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Veramente la mia confessione è avvenuta diversi anni dopo il matrimonio. Il problema è che si pensa di convivere con le proprie ossessioni tranquillamente, pensando che non interferiscano nella nostra vita. Solo in parte è così. Alla fine esplodono dentro di noi e non è facile tenerle sotto controllo. Calcola poi che ognuno di noi ha una visione del bdsm e del feticismo differente dall'altro. Probabilmente, se io avessi trovato un certo giovamento andando con una prodomme, non le avrei confessato nulla. Invece, la mia visione del femdom che prevede una sottomissione in ambito familiare con la propria donna non mi permetteva di andare a pro. Sarebbero stati soldi buttati e se volevo soddisfare le mie tendenze dovevo assolutamente confessarglielo sperando nella sua intelligenza e comprensione. Però è veramente complicato
 
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view post Posted on 1/11/2016, 15:03     +1   -1

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Non solo è complicato ma implica un coraggio non comune: per fortuna ti è andata bene e tua moglie è molto innamorata di te.
 
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lodesana
view post Posted on 1/11/2016, 16:56     +1   -1




Arti marziali e strap on credo sia il massimo.Ti prego finisci il racconto
 
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