BERETTA 51- Rotture blocco di chiusura

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view post Posted on 9/2/2016, 20:06


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Un paio di giorni fa ho ritrovato, con sorpresa, nella confusione di minuterie e ricambi, un vecchio blocchetto oscillante di Beretta 51, arma da me un tempo amatissima
L’avevo comprata in Fabbrica grazie alle norme dell’epoca che consentivano agli Ufficiali e, mi sembra, ai Marescialli Maggiori, di acquistare armi personali in calibri militari e, da quel momento avevo cominciato con entusiasmo un gran lavoro di distruzione di ogni tipo di munizionamento, nuovo e di giacenze di magazzino. In particolare colpi GFL M38 e, nuovi, SMI, all’epoca definiti da una rivista americana “the hottest of the world”. L’arma era bellissima precisissima e di funzionamento impeccabile, ma dopo qualche tempo ho avuto la frattura delle alette di due blocchetti di chiusura, e il terzo si è solo incrinato perché ormai quando sparavo facevo frequenti controlli.blocchetto_1
Questa volta alla Beretta mi avevano sostituito anche il carrello con quello, più pesante di un etto, del modello a raffica che pesando di più, rallentava l’inizio dell’ oscillazione del blocchetto a quando le pressioni si fossero sufficientemente abbassate. L’Ing. Viti, della Beretta, mi aveva spiegato che le alette erano state progettate per resistere a una forza applicata orizzontalmente quando erano in completa chiusura, mentre qualche istante prima dello sgancio erano sottoposte ad una forza di torsione e tranciamento che ne provocava la rotturaDSC04040
apertura_fase_2
La cosa mi aveva molto meravigliato, che nel progetto non si fosse tenuti ampi margini di sicurezza, anche considerando che sul campo di battaglia si deve poter sparare qualsiasi cosa si possa trovare; tra l’altro era sufficiente il confronto con le alette della P. 38!
Con l’entrata poi in vigore della legge 110/75, inizialmente la spostavo nella collezione di armi da guerra, poi siccome in questo modo me ne veniva impedito il porto e grazie al fatto che allora ciò che non era vietato era consentito, ritubavo la canna in 7, 65 Para e ne davo comunicazione alla Questura che mi prescriveva di cancellare sul carrello l’indicazione “9” del calibro, come si vede dalle foto. L’arma così era diventata leggermente più precisa e morbida allo sparo, ma …. non era più “il mio Amore”!
Per inciso, la distruttività delle munizioni belliche GFL M38 Pare che fosse dovuta alla scadente balistite usata, che col tempo si corrompeva trasudando nitroglicerina che, pur in piccolissime quantità, detonava. Personalmente avevo spesso trovato questa polvere leggermente oleosa al tatto cosa che ritengo che confermi questa ipotesi.

ho dimenticato la foto della pistola, eccola:
DSC04036
I riflessi rossastri sull'arma sono dovuti al panno rosso dello sfondo e non so come toglierli.
 
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view post Posted on 10/2/2016, 07:02


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Una storia molto affascinante! Peccato che tu l'abbia ritubata, forse con il senno di poi sarebbe stato meglio conservarla in collezione armi da guerra, almeno sarebbe rimasta in condizioni originali. Tanto più che di 51 o 52 in 7,65 para, non c'era il problema di trovarne in giro!
Per quanto riguarda i blocchetti, confermo (ovviamente) la loro delicatezza, anche se questo dato va contestualizzato. Infatti, come mi fu confermato dai tecnici Beretta, il punto era che la Beretta 51 era stata dimensionata e prodotta in base alle specifiche allora vigenti in Italia, che prevedevano una vita utile dell'arma di 5 mila colpi, "spalmati" su svariati anni. In pratica, si presupponeva una media di 50 colpi sparati all'anno.
Con la Beretta 92, in particolare tenendo a mente i "tender" militari dei Paesi stranieri, si dimensionò l'arma (ma soprattutto il blocchetto) per una durata minima di 20 mila colpi, non 5 mila. Da qui, l'esigenza di aumento ponderale.
In ogni caso, anche il blocchetto della 92 è stato soggetto a rotture e per questo è stato necessario modificarlo in almeno due occasioni. Inoltre, un altro significativo passo in avanti è stato compiuto da quando si è passati a ricavare le sedi nel carrello per fresatura, a quando si è cominciato a farle per elettroerosione. In questo modo, infatti, si può garantire la perfetta complanarità delle due sedi al centesimo di millimetro, cosa che non era possibile fare con la fresatura.
In definitiva, il blocchetto della 51 fu realizzato molto esile per consentire la realizzazione di un'arma di grosso calibro (rispetto alla 34...) relativamente leggera, snella e filante, sacrificando la durata massima operativa in considerazione del fatto che, fino a quel momento, le pistole militari italiane venivano "indossate" molto, ma sparate poco.
 
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view post Posted on 10/2/2016, 09:41


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CITAZIONE (Ruggero.pettinelli @ 10/2/2016, 07:02) 
.... Infatti, come mi fu confermato dai tecnici Beretta, il punto era che la Beretta 51 era stata dimensionata e prodotta in base alle specifiche allora vigenti in Italia, che prevedevano una vita utile dell'arma di 5 mila colpi, "spalmati" su svariati anni. In pratica, si presupponeva una media di 50 colpi sparati all'anno.....

5.000 colpi di vita utile diviso per 50 colpi all'anno fanno una durata di ... 100 anni! :woot: Si vede che agli Stati Maggiori avevano previsto di non sostituire le '51 ben oltre le soglie del terzo millennio!!!! (che poi le avevano in dotazione solo la MM e qualche Reparto della P.S.)
A parte le facezie, la '51 è stata il "Primo Amore" per parecchia gente, compreso il sottoscritto, che l'ha portata addosso per DP, anche se camerata nel più mite 7,65 Para. Bella, sottile, precisa e orgogliosamente italica; non c'è da aggiungere altro!
Di sicuro una dieta a base di 9 M38 avrebbe scassato ben presto più di una blasonata P08, a prescindere dallo stato di conservazione delle cartucce o dei difetti di preparazione della Balistite. D'altra parte, qualunque pezzo meccanico è a rischio rottura se si superano i limiti per i quali è stato progettato e costruito e gli acciai dell'epoca avevano altra resistenza alla fatica rispetto a quelli attuali, sottoposti ai moderni trattamenti termici.
Molto bella anche la prescrizione della locale Questura: si cancella il "9" et voilà, la temibile arma da guerra non può più incutere timore. Questo la dice lunga sulla mentalità farisaica dell'epoca ......... :shifty: noi però, con i cosiddetti B7, siamo messi anche peggio ......... :sick:
Lunga vita alla Beretta!
P.S. (e OT): ho letto (di sfuggita, per ora) l'articolo su A&T dedicato ai caricatori. Complimenti e avanti così, non si finisce mai di imparare.
l'Artigliere
 
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view post Posted on 10/2/2016, 10:00


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Grazie, sei gentile!
Per quanto riguarda la 51, non posso far altro che confermare il suo fascino, che in effetti ha stregato anche me! Un paio di anni fa me ne sono acchiappata una praticamente nuova e non posso fare a meno di sottolinearne l'eleganza, l'ergonomia (malgrado le guancette scivolose), la precisione. È sottile e per questo può stare a suo agio anche nel porto occulto. Bellissima...
 
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view post Posted on 11/2/2016, 00:11


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Concordo in pieno, ritubare la canna in 7,65P è stato un crimine, col senno di poi, ma all'epoca era il solo modo di poter detener armi nate in 9 mm Para e questo grazie all'idea di Armando Piscetta che aveva cominciato a fabbricare canne in questo calibro un po' per tutti i modelli di pistola che si trovavano in giro. All'epoca le canne erano di libera vendita ai maggiorenni e non erano matricolate. Non so quanti ricordano che prima dell'applicazione della 110/75 il Ministero dell'Interno aveva diramato un elenco di "Armi da Guerra" per il quale aveva chiesto la consulenza dell'Esercito: erano indicate in generale tutte le pistole cal. 7,65 Para, e addirittura la carabina AP70, calibro .22LR del buon Piscetta che, avendo, giovanissimo, militato come bersagliere nell'RSI, era considerato un pericoloso sovversivo. Nelle prime riunioni della CCCCC era stato raggiunto dal mio predecessore un accordo per cui il 9mm M34 veniva considerato da guerra e il 7,65 Para, più piccolo, comune, con il sollievo dei collezionisti, ai quali molte Questure avevano già ritirato le armi.
Tanta era l'acqua che doveva passare sotto i ponti prima che il buon Piscetta creasse il 9x21,realizzato allargando i bossoli del 7,65 P e gli venisse invece accettata la sua proposta alternativa di accorciare i bossoli del 9 Steyr.
 
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view post Posted on 11/2/2016, 06:36


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Vero! Ricordo anche che, proprio in vista del fatto che anche il 7,65 mm para fosse considerato anch'esso da guerra, Piscetta aveva realizzato un prototipo di canna in 7,65 mm Browning per la 51, con la quale utilizzare un 7,65 mm Browning più "pompato" e dotato della stessa palla del parabellum. La cosa non ebbe fortunatamente seguito.
 
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view post Posted on 11/2/2016, 23:18


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Purtroppo Piscetta, stanco di vedersi respingere o ritardare le sue proposte, aveva cercato di fare atto di sottomissione consegnando a me una sua lettera ufficiosa in cui chiedeva alla CCCCa se una sua richiesta di catalogazione di una pistola in un nuovo calibro 9mm derivato dal Parabellum aveva la possibilità di essere accolta. Consegnavo la lettera e la risposta, infastidita, era che non se ne parlava nemmeno. Piscetta mi consegnava una seconda lettera in cui proponeva di realizzarla dai bossoli 9mm Steyr, di cui ho ancora la copia. La proposta veniva accettata ma qualche tempo dopo qualcuno catalogava una pistola in calibro 9mm IMI. Dopo tanti anni la cosa non mi è ancora andata giù.
 
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