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Il veleno del ragno
di Chattam Maxime
€ 19,00 / pagine 516
Editore Sonzogno
Collana Romanzi
Da qualche tempo, inspiegabilmente, tra i cittadini di Portland, nel "tranquillo" Oregon, si sono diffusi casi di punture di ragni, spesso con esito mortale, come nell'uomo trovato cadavere nella National Forest con in corpo una spropositata dose di veleno e sul viso una smorfia di puro orrore. Nelle indagini vengono coinvolti Joshua Brolin, ex profiler dell'FBI e ora investigatore privato, e la detective Annabel O'Connel, in visita a Brolin. Dopo una telefonata anonima, nella stessa foresta viene scoperto il cadavere di una donna: appeso tra i rami di un albero, pare mummificato, avvolto in quello che sembra il gigantesco bozzolo di una tela di ragno. L'autopsia rivela che la vittima è stata eviscerata: sul corpo nessuna traccia di apertura, come se i suoi organi fossero stati aspirati, proprio la tecnica che usano i ragni iniettando il veleno nelle loro prede.
Capitolo conclusivo della "trilogia del male". Buona storia, ottimi spunti ma... estremamente deludente rispetto a "In tenebris", il precedente capitolo.
Le descrizioni, lo stile e l'incastro degli indizi e delle indagini sembra essere precipitata al livello de "L'anima del male"... molto approssimativo, troppo ridondante nella "lirica" delle descrizioni e poco efficace dal punto di vista investigativo.
In una Portland di inzio secondo millennio, le indagini sembrano eseguite da una squadra investigativa dei primi anni '80.
Molti i dettagli che anche il lettore meno preparato può essere in grado di scoprire prima dei protagonisti e un senso di "incompletezza" nel finale.
Pur essendo il capitolo conclusivo della trilogia, Chattam lascia liberi alcuni fili, parlando nel post scriptum del libro di come alcuni personaggi secondari possono diventare protagonisti in nuove vicende e di come, quelli che prima erano i principali interpreti, possono invece passare in secondo piano... forse un abile giro di parole per preparare il terreno ad un nuovo "non capitolo" della trilogia.
Del resto... il male è sempre in agguato.
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