Overdose D'amore. Breaking Dawn Shooting

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    GENERE: ONE SHOT IN DUE PARTI.
    RATING: ROSSO.




    In Brasile. Kristen's Pov.
    Avevamo la nostra scaletta.
    Arrivo a Rio per il 5 di novembre, inizio riprese per lunedì 7 al molo di Marina da Gloria e sul set di Lapa Street, atterraggio a Paraty per il giorno dopo, riprese alle cascate di Taquari e partenza per Louisana a fine settimana.
    Si prospettavano 7 giorni intensi, continui cambi di scena e di vestiario e un lungo periodo di convivenza psicologica con le cineprese, la troupe e i nostri personaggi.
    Eravamo appena agli inizi e già pensavo all'Aprile prossimo, quando l'ultimo ciack mi avrebbe costretto a dire addio alla figura di Bella Swan: innocente liceale prima, madre e vampira poi.
    Bill non stava nella pelle e rilasciava interviste, conferenze stampe e succulenti particolari con l'entusiasmo di chi crede seriamente nel progetto e vuole imprimergli la sua impronta personale.
    Aveva lavorato notte e giorno con Melissa per cercare di dare un'impronta più adulta al film, senza svincolarsi dal rating imposto dalla produzione e riguardo a noi, era stato categorico.
    - Abbracciatevi. Baciatevi. Toccatevi. Sfioratevi. Meno cercherete di dar' peso alle telecamere, meglio sarà. Siate sciolti, pensate di trovarvi in mezzo a un carnevale, che tutti si baciano, si sfiorano, si toccano e che a nessuno frega di voi. In parole povere, ragazzi...dimenticatevi del mondo e isolatevi.
    Isolarsi. Niente di più facile. Il difficile era dimenticare che avrebbero esaminato i miei gesti, l'inclinazione del mio corpo verso di lui, la posizione delle labbra.
    Sapevo che i fans mi aspettavano al varco e che i bloggers illazionavano già sui comportamenti che avrei dovuto adottare per dimostrare al massimo la passione di Bella per Edward.
    M'intimoriva doverlo fare, così...alla mercè di occhi che per quanto fossero occhi di lavoratori onesti...restavano sempre persone di cui a stento avrei conosciuto il nome. Ma con Rob affianco e la Summit accomodante, ero lanciatissima, gasata, libera di recitare senza un condizionale d'obbligo.
    Si. Non mi sarei più nascosta. Non avrei cercato di sviare la mia attrazione per Rob, fingendo di toccarmi i capelli o irrigidendomi, mentre si muoveva accanto a me e si approcciava per un bacio.
    Ero un'attrice. Mi pagavano 25 milioni di dollari per simulare del sesso con il mio ragazzo. E se la situazione mi fosse scappata di mano, bhè...pazienza. La sceneggiatura non era roba da adolescenti e con Rob al timone, avevo poche speranze di mantenere intatta la mia autonomia da professionista.
    Soggiornavamo al Copacabana Palace da un paio di giorni e l'intera città era in fermento.
    Dopo una mattinata trascorsa al letto e una colazione consumata quasi all'ora di pranzo, eravamo carichi di energia come due motorini. Niente nuotate in piscina, partite a tennis, palestra. Avevamo declinato tutti i servizi extra deL pacchetto, per dedicarci al relax in camera e a noi stessi.
    Avevamo bisogno di coccolarci, di carburare e sincronizzare le nostre battute.
    Un intero piano era stato affittato per noi e mi ero incazzata nera quando la produzione aveva dato ordine al team di scaricare i bagagli in due stanze diverse.
    - Non se ne parla. Portate tutto nella 1002. Voglio stare da Rob. E'ridicolo che la mia roba si trovi qui se devo stare da un'altra parte. Non farò la pendolare, ok? Se proprio volete tenere occupata quella stanza, mettedeci dentro il figlio del Presidente...ma scordatevi la sottoscritta.
    Poche parole, erano bastate a convincere l'entourage a trasferire la mia roba da Robert e la Summit non aveva avuto la sfrontatezza di batter ciglio.
    Così, mi ero assicurata i miei due giorni di vacanza all'insegna del mio ragazzo e delle sue lunghe braccia calde.
    Inutile dire, che il silenzio assoluto avremmo potuto trovarlo solo sull'isola deserta.
    Davanti all'Hotel, transitavano a frotte ragazzine, mamme in attesa, signore col carrozzino, uomini sull'orlo di una crisi di nervi e una pila di sacchi a pelo ammucchiati in fila sulla gradinata annunciava drasticamente che molte di loro avrebbero pernottato in strada nella notte, a dispetto della violenza urbana e della delinquenza che sboccava dalle favelas e si espandeva come un'iniezione d'inciviltà anche nelle strade più trafficate.
    In pochi lasciavano il gruppo e quelli che ci rimanevano, si attaccavano alle cancellate, sventolando striscioni e urlando i nostri nomi.
    Era arrivata la tv. E assieme alle parabole, anche i paparazzi lucidavano gli obiettivi e sincronizzavano i turni nelle ore più proibitive, nell'attesa di sorprenderci a fumare in balcone, magari con i capelli scompigliati e la faccia distrutta in modo da ricamarci su una nottata di sesso sfrenato e alcool a fiumi.
    Ci avevo fatto il callo e da qualche tempo mi era passata la voglia di mandarli a fanculo.
    Chiamiamola rieducazione, un vago tentativo di riacciuffare la mia femminilità...ma stavo così bene da potermi permettere il lusso di far scivolare sul fondoschiena tutti i miei tic nervosi.
    E poi, le carezze di Rob, i baci di Rob, la dolcezza di Rob, la sua voce accompagnata dalla chitarra....erano il mio miglior calmante e insieme...il mio miglior eccitante.
    Saremmo rimasti appicicati come due cozze per 6 mesi di fila. E questo si...che metteva un tappo ai miei istinti omicidi.

    __________________________________



    Ciack si Gira


    - Kristen!!!! Kristen!!!! I Love you, Kristen!!!! You're the Besttttttttttttttt!!!!
    Il sole del primo pomeriggio schiariva a palmate l'asfalto e di sotto un gruppo di fans urlava il mio nome, col rischio di farsi scoppiare le tonsille.
    - Hai visto? Dicono che sei meravigliosa. Mi sento un tantino emarginato....
    Eravamo appena uscita dalla doccia e lui stava frizionandosi energicamente i capelli con un telo di spugna, simulando un'imbronciatura infantile, che sulla bella bocca strafottente, stava da Dio.
    - Oh bhè. Per una volta che non mi scambiano per il tuo bagaglio a mano o per uno spaventapasseri. Sono soddisfazioni! - scimmiottai. - Ma se dovessi scostare quelle tende...stai certo che quelle ragazze si trasformerebbero immediatamente in uteri vaganti e si scorderebbero che esisto....
    - Mmm. Potrebbero essere lesbiche. Lo sai che piaci molto alle donne. Ho visto certi disegnini su internet....roba porno, s'intende.
    - Su intenet ci sei anche tu, fotomontato nudo con Taylor, se permetti. E i siti gay sono pieni di tue foto. Sai quanti maschietti sbavano su di te e scrivono cose oscene? Vuoi che ti faccia un elenco dettagliato su come e con quanta frequenza vorrebbero fotterti?
    Lo vidi soffocare un conato di vomito. - Ti prego. Ho la digestione lenta. E non mi va di passare mezza di questa giornata con la testa nel water a svuotarmi l'intestino.
    Sorrisi, soddisfatta e tornai a vestirmi.
    Una delle paure estreme di Rob era proprio quella di essere tallonato da un omosessuale o ricevere telefonate assurde su come un tizio intendesse accedere ai suoi gioielli di famiglia. Lo prendevo in giro spesso, quando volevo chiudergli la bocca. E ci riuscivo sempre con successo.
    Era così maldestramente e adorabilmente sciocco, da farsi andare di traverso la colazione anche se leggeva articoli assurdi sulla mia ambiguità sessuale e si era infastidito per il nomignolo che le Krisbians avevano adottato in nome dell'adorazione che nutrivano per me.
    Non voleva assolutamente che si pensasse avessi strane tendenze e mentre si faceva il sangue amaro, io me la ridevo e gli rubavo un toast con la marmellata.
    Stavo abbottonandomi gli shorts e non mi ero accorta di lui che si era avvicinato alla finestra, scostando con l'indice la tendina.
    - Pensavo. Perchè non tagliamo la testa al toro e li facciamo contenti?
    Alzai la testa e lo guardai stupita. - Vorresti uscire adesso? Dobbiamo ancora passarci il phon...
    - Con questo caldo, si asciugheranno da soli, tesoro. E poi John e Dean sono nella hall. La Summit fa la bella addormentata nel bosco. E loro vogliono noi...
    - Non fa una piega....
    - Anche se...
    - Mh?
    - A quest'altezza ti si vedranno le mutandine...- fece lui, squadrando le mie gambe nude.
    - Ah siii?- Gli strappai il telo dalle mani e glielo avvitai come un capestro intorno al collo. - Ti rimangeresti le palle, allora? Per un paio di mutandine...?
    Lui ci pensò su, restituendomi un bacetto che profumava di shampoo e bagno schiuma. - Delle mutandine me ne frego. E di quello che c'è sotto le mutandine che mi preoccupo...
    - Ma quello che c'è sotto, lo vedi solo tu....
    - Ma non mi va che gli altri se lo immaginino....
    - Non sono tutti porcellini come te, amore....
    - Non si tratta di essere porci o meno. Sono realista...gli uomini ragionano col pisello...
    - E le donne con la vagina. - dissi, ridendogli sulla superficie delle labbra. - Vuoi fare l'uomo d'onore per un paio di short quando you tube è zeppo di video dedicati al tuo lato A, con freccette, zoommate e tutto il resto?
    - E'un tuo modo delicato di dirmi che sono ridicolo?
    - Ti adoro, lo sai...quando fai il geloso marcio...ma ti confesso che mi eccita l'idea d'uscire da quel balcone e farmi vedere assieme a te. - Gli passai la lingua sulla bocca, fra il labbro superiore e quello inferiore. Non mi ero accorta di aver assunto una posizione inequivocabilmente seducente e che le pacche del mio fondoschiena occupavano il centro della specchiera alle mie spalle. - Sai che bella scampanata per quelle streghe che ti vogliono scopare al posto mio? Dai, Rob. facciamolo....
    - Kristen...- brontolò lui, respirando più velocemente contro la mia bocca. - Se cominci così...quel balcone lo vedremo col binocolo. Lo sai che sto cercando di fare yoga per essere in tiro con le riprese....
    - Yoga, eh? - Lo baciai ancora, fuggevolmente e appoggiai la fronte sulla sua, per guardarlo dritto negli occhi. - In questo preciso istante ho le tue mani sul sedere, o sbaglio? E'una nuova tecnica?
    Lui gettò uno sguardo fintamente allucinato allo specchio. - Cazzo. E come ci sono finite lì?
    - Sempre per caso, amore...
    - Non è colpa mia, giuro. E che sono troppo grandi...vanno da sole...
    - Ah si...? E non è il tuo cervello che le guida fin laggiù?
    - Ti assicuro di no. E' il tuo fondoschiena che fa da calamita...
    - Quindi stai scaricando sulle mie chiappe ogni responsabilità? Che pagliaccio....
    Rise.
    Adoravo la sua risata bassa e truffaldina.
    Sembrava un bambino e io mi sentivo inondare dalla sua dolcezza. Ci sbaciucchiammo tra una frase e l'altra. - Te l'avevo detto che ero cleptomane...
    Con le mani, raggiunsi le sue, poggiate fermamente su ognuna delle mie natiche.
    - Cleptomane si. Ma questa si chiama sindrome da palpeggiatore, tesoro...
    Un altro bacio, un'altra piccola risate, un altro sfregamento di nasi.
    Intanto la folla urlava. E le voci diventavano sempre più numerose. A tratti calavano d'intensità, trasformandosi in un pigoloso mormorio. Oppure esplodevano in lunghe ovazioni da stadio.
    - Se potessi, ti porterei via ogni singolo pezzo..come faccio con i calzini...i boxer...le magliette...
    - E da quando mi reputi il tuo guardaroba personale?- recalcitro io, fintamente arrabbiata.
    Lui scosse la testa. Il suo naso urtò delicatamente contro il mio. I suoi occhi azzurro-grigi entrarono così all'interno del mio campo visivo che cercare di guardare altro, sarebbe stato come pretendere che l'assurdo diventasse reale. C'erano le sue pagliuzze, la sua iride meravigliosa e netta, la profondità del suo spirito, il mio colore riflesso. - Da quando ti ho avuta nel mio letto e ho pensato che saresti stata mia e di nessun altro...- mi disse. La sua voce inglese era una deliziosa minaccia. - Posso anche andare in giro nudo, se vieni con me....non m'importa...Per questo ti dico che sono cleptomane. Ti voglio tutta...e cerco di prenderti anche se col cervello sono da un'altra parte...
    - Rob...?
    - Mh?
    - ....Ti amo....
    - ....Anch'io....
    Ci baciammo ancora, a fior di labbra, annusandoci a vicenda.
    Non avevamo bisogno di fare l'amore.
    Il nostro fisico era soltanto un'unica forma molle, in sospensione.
    Restammo così, con quel desiderio inconscio di voler tendere una trappola al tempo e costringerlo ad allungarsi per noi.
    Quando ci riuscivamo, smettevamo di correre. Di fuggire. Di nasconderci. Ci appropriavamo di un terzo del mondo, con la leggerezza di quando si è innamorati e i nodi si sciolgono magicamente, senza che le dita si affannino a sbrogliarli.
    Uscimmo sulla balconata verso le 4, e un boato esplose sotto di noi non appena aprimmo le imposte, con i capelli ancora bagnati e l'adrenalina che faceva lo slaloom nei nostri corpi.

    Salutammo agitando in aria le mani, e la calca parve aumentare, mentre l'organizzazione di sotto impartiva gli ordini e decideva la maniera più spicciola per farci uscire da lì, dandola in barba ai fotografi.
    Era la prima volta, dopo due anni, che io e Rob eravamo soli sullo stesso balcone, senza palle al piede o gente alle spalle che ci suggerisse cosa fare e cosa non fare.
    Eravamo liberi e fu dannatamente corroborante esporsi utilizzando le nostre facce, le nostre braccia, i nostri sorrisi.
    Ancora non avevamo idea di quanto lavorassero i twitter, nel dare le news in diretta. Qualcosa ci arrivò alle orecchie, quando rientrammo e scendemmo a piano terra, incrociando il team che già aveva depistato i giornalisti facendo partire all'esterno una land rover con i vetri oscurati.
    Giungemmo a Marina da Gloria , alle 18, in taxi.
    Passammo dal trucco all'acconciatura in un'ora. Indossammo le lenti di scena e gli abiti confezionati su misura che la Produzione aveva deciso di utilizzare per la luna di miele di Edward e Bella.
    Tubino color cipria per me, decorato in vita da un cinturino in pelle. Camicia azzurra, pantaloni classici neri e mocassino, per lui.
    Mi creò un certo scompiglio, vedermi arrivare Rob col volto rasato di fresco, la bocca rossa e le ciocche scure, sparpagliate sensualmente sulla sua testa. Sembrava più giovane della sua età, più scanzonato che vampiro, ma era così bello e sexy che mi chiesi come avrei fatto a restare stabile sui miei tacchi da 15, muovendomi all'unisono con lui.
    Mi diede una pacca sul sedere, dopo avermi costretta a una semi piroetta. - Uno schianto, baby. Questo tubino mette in risalto il tuo sedere a mandolino....
    - Smettila, Rob....
    - Sul serio. Mi viene voglia di prenderlo a morsi....
    - Ma non dovevi fare il serio almeno nei panni di Edward...?
    - Sono un vampiro, dopotutto. Ancora vergine, è vero, ma perfettamente dotato di canini ruspanti...
    - Sssshhh, buffone. Arriva Bill.
    Gli tappai le labbra con l'indice e gli sorrisi.
    Il regista ci raggiunse, dopo aver parlottato con il primo blocco dei cameramen, mischiandosi alla folla con il suo look abbronzato e senza pretese.
    Dopo alcune prove tecniche al molo, con la sera che avanzava su Rio De Janeiro e le barriere di lamiera che costeggiavano la location, il primo ciack ufficiale c'immortalò sul motoscafo.
    Rob alla guida avrebbe fatto risorgere i morti dallo spavento.
    - Stai facendo marcia indietro. No, così vai troppo veloce! Molla il piede!!! Gira a destra! Bravo. Adesso Rallenta. Rooob!!!! Smettila di ridereeeeee o ci ammazziamo!
    Cercai di mantenere la calma, mentre lui si divertiva a frenare e ad accelerare.
    Alle 20 suonate, ci spostammo a Lapa Street, dove una flottaglia di comparse aveva riempito a dovere il quartiere con abiti sgarcianti e schiamazzi al ritmo di samba.
    L'organizzazione era la nostra ciliegina sulla torta.
    Degli elicotteri sorvolavano la zona, per le riprese in campo aereo e i paparazzi sembravano essersi mescolati ai figuranti perchè non mi accorsi minimamente dei loro flash nel tragitto che io e Rob percorremmo svariate volte, durante la nottata.
    L'intero quartiere era stato transennato per un raggio di 500 metri e i residenti erano stati fatti evacuare dalle loro case per evitare che telefonini e video camere registrassero la sequenza abusivamente. Filò tutto liscio, finché una piccola fetta di teste calde tentò di rientrare nelle abitazioni senza fornire un documento di riconoscimento e venne immediatamente bloccata dalla sicurezza. Non gradendo il contrordine, qualcuno pensò bene di dar fuoco a un wc chimico e i vigili del fuoco si precipitarono sul posto, sedando le fiamme in pochi minuti.
    Alcuni affreschi eretti nel pomeriggio andarono in fumo, ma a dispetto dell'atto vandalico, Condon seguitò a dirigere il film, seguendolo così da vicino da finire inevitabilmente nelle inquadrature.
    Era troppo gasato per lasciarsi intimorire da due balordi e i bodyguard ci seguivano come ombre, spuntando con le loro spallate giganti sopra le comparse.
    Mano nella mano, io e Rob ripetemmo la scena da varie angolature, urtando di volta in volta contro la folla dei manifestanti fino a raggiungere un buco isolato al centro della pista che consentisse a lui di tirarmi verso le sue braccia e baciarmi.

    Mi piacque da morire provare e riprovare, stare aggrappata a lui come se fosse il mio filo conduttore, seguire i suoi passi come se fossero i miei e immergerci in quel brodo di facce felici con la spensieratezza che non avevo avuto nei precedenti film.
    Alla terza ripresa, lo paccai sulle mani perchè aveva allungato i tempi del bacio rispetto ai take precedenti e si era lasciato deliberatamente andare ad una strusciata di mano sulla mia natica destra.
    - Avvisami quando entri nell'ottica di Edward, ok?
    - Secondo me, con tutta la frustrazione che si porta dietro...qualche sgarro lo commette...
    - Anche Bella è frustrata, amore. Ma non sta lì a palpare il sederino del suo uomo...
    - Mica me la prenderei se lo facesse...anzi.
    - Com'è che non ne dubitavo?
    - Perchè mi conosci meglio delle tue tasche...
    Stavamo ripercorrendo per la seconda volta lo stesso tragitto, a telecamere spente, quando una ragazzina con lunghe treccine castane si catapultò all'improvviso tra le braccia di Rob, cogliendoci di sorpresa.
    Fu Dean a strattonarla via, prima che avesse l'opportunità di palparselo ben bene.
    Non si era accorta di me, ovvio.
    Se c'era uno strafigo al quale appoliparsi, automaticamente ci si dimenticava che quello strafigo si trovava sul mio territorio e che almeno in mia presenza nessuno, bimbe, donne e fanciulle in calore, poteva prendersi certe libertà.
    Era durato un attimo, ma i sorci verdi li avevo visti tutti. In fila per uno, col resto di due.
    Rob mi agguantò meglio la mano, guardandomi di sottecchi in attesa di una mia reazione.
    Alle spalle, Bill sembrava più divertito che disturbato.
    - E anche oggi hai distribuito il tuo charme all'umanità...- brontolai.
    - Stavolta io non c'entro...Non l'ho vista neanche arrivare.
    E intanto rideva. E la mia gelosia lievitava.
    - Un giorno di questi ti sveglierai in Polinesia e non saprai come ti ci hanno portato....
    - Ma è sfuggita persino al controllo di Dean....- si giustificò.
    - Alla prossima che ci prova, gli pianto uno di questi sulla faccia...- dissi, sfoderandogli il mio pugno micidiale. - ...e tu non fiaterai, intesi?
    - Non credo che basti...ehhheh....- intervenne Bill che aveva seguito discretamente la nostra conversazione. - Le sue fans sono disposte anche a farsi prendere a calci nel sedere o a farsi sbattere in prigione pur di toccarlo...
    Rob continuava a ridersela in pompa magna, contagiandomi con i suoi bei denti bianchi e la sua aria scanzonata.
    - Ah siii? - Mi appoggiai alla spalla del regista e feci finta di togliermi una scarpa. - Allora, vuol dire che passerò alle maniere forti. Un bel tacco da quindici in testa....e chiudiamo il discorso. Ci state?
    A quel punto, la risata di Rob esplose e il suono della sua voce spazzò immediatamente via ogni traccia di malumore.
    Stavo con lui, anche per la sua risata.
    Mi faceva andare in paradiso ogni volta che apriva la bocca e si sbellicava come un bambino, ai miei danni.
    Se non ci fossero state le riprese di mezzo, ne avrei approfittato per zittirlo con un bacio.
    Riprendemmo a girare dopo una pausa di dieci minuti e senza accorgermene, mi ritrovai a barcamenarmi tra la folla con le mani perennemente arpionate su di lui e alla sua camicia.
    Gliela torsi in ogni maniera possibile, come se temessi che nella baraonda potesse sfuggirmi o che qualche fan invasata ci staccasse ancora, con la scusa di un autografo.

    Nessuno poteva darmi la certezza matematica che non ci avrebbero provato.
    Quella ragazzina, aveva rotto le fila per saltargli addosso e tra gli ordini impartiti al megafono, la samba che rimbombava continuamente dalle casse e i corpi che ballavano a ritmo, chiunque avrebbe potuto tentare un approccio...
    O farci del male.
    O farne solo a me.
    Diventai paranoica. Rob lo intuì e mi tenne ancora più stretta a sè, facendomi capire mutamente che non correvo pericoli assieme a lui e che se si fossero presentati, mi avrebbe protetta.
    Capitava che di tanto in tanto, approfittassi del cambio d'angolatura per accovacciarmi e far riposare i piedi.
    Su quei trampoli, stavo friggendo e Rob mi riservava le sue frecciatine migliori.
    - Che ne sai tu che male cane fanno?
    - Non lo so, per fortuna. Ma messa così, sembri in procinto di covare l'uovo...
    - Grrr...- Avrei voluto graffiarlo con tutte e dieci le dita, ma il dolore pulsava negli alluci e me l'indolenziva.
    - Scherzo, amore. Sei sempre deliziosa...anche in questa posa compromettente...
    - E tu sempre di una stronzaggine unica....Pregherò affinché tu nasca femmina la prossima volta...
    - Se tu prometti di essere il mio uomo, sarebbe un'esperienza niente male, eh?
    - Ah. Ah. Ridi pure. Godrò come un'infame quando avrai altri tipi di dolore...
    - A quelli onestamente non avevo pensato...
    - Ci avrei giurato. Tu non pensi mai quando non ti conviene....
    - Ho perso gli ultimi neuroni con te. - fece lui, offrendomi i suoi bei palmi grandi per tirarmi su.
    - Oh no! La pausa è già finita? Ma i miei piedi sono in uno stato ancora pietoso....ahia...
    - Bill sta facendo segno. E i cinque minuti sono scaduti...- annunciò, dispiaciuto.
    A malincuore, afferrai le sue mani e cercai di issarmi, facendo leva sui reni, nonostante il peso della stanchezza e le fitte lancinanti.
    Mi tenne abbracciata a lui, finché il sangue non riprese a fluire gradualmente dall'alto verso il basso e allora fu meno difficile azzardare un movimento senza che sembrassi aggraziata quanto un elefante.
    Dimenticai anche il dolore. I tacchi alti. I riombrotti della fame. La stanchezza.
    Il sorriso di Rob e l'effluvio caldo che proveniva dal suo corpo mi corroborava, rendendomi leggera e quasi priva di gravità.
    Ridemmo. Scherzammo. Tra i cut, ci scambiammo la stessa sigaretta. Recitammo per due quarti della nottata un copione che invece di appartenere a Edward e Bella, apparteneva in primis a noi due, come esseri umani.
    Neanche quando Bill interveniva con i suoi consigli, ci mollavamo.
    Le nostre mani erano sempre vicine, le dita sempre intrecciate, i nostri corpi sempre ad un pelo dal contatto fisico ed era meraviglioso sentirsi pizzicare dal sangue, dal sudore, avere l'impressione che l'oscurità non fosse poi così nera e che l'ultimo ciack era già dietro l'angolo.



    Edited by Lady Alexandra - 21/11/2010, 00:26
     
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  2. ;AbbeyDawn
     
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    Ale ma sei bravissima!!!!complimenti!!!!*___*
    le battute sono fantastiche xD
    bellissima la cover**
     
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  3. ~ * ~ [ BrEaTh Of YoU ] ~ * ~
     
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    Meravigliosa!
    Davvero complimenti Lady! ;)
     
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  4.  
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    Mi sono dimenticata di scrivere che è un rating rosso...perchè il sequel è quelli da porpora... :ph34r:
    Grazie per i commenti, ragazze...
     
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  5. giorgiet
     
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    bellissimooo *.*!!!! complimenti scrivi meravigliosamente!!!
     
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    Grazie...^^
     
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    nooo bellissimooo!! mi piace tantissimo bravissima!!! è così tenero e reale *--*
     
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    Potrei impazzire se solo non avessi già perso la ragione.
    Perchè, con te, sono sempre sull'orlo di qualcosa.
    Ed è piacevole la vertigine che mi coglie
    se all'improvviso comprendo di avere un piede già fuori
    e che sono in procinto di cadere.
    A volte, mi fermo a guardarti mentre dormi.
    O ti vesti dopo la doccia.
    O ti spalmi la crema sulla spiaggia.
    O sei affacciata alla finestra, con la luna di fronte
    in un silenzio che diventa stranamente anche mio.
    E'così che funziona.
    Prima si è vuoti.
    Poi, arriva qualcunoche ci riempie da dentro
    e ricominci a vivere partendo da zero.
    Tu, mi hai riempito, disotterrando e curando le mie ferite,
    coprendo le mie infinite buche.
    Ora so, perchè sei venuta. Perchè sei stata creata.
    Perchè non ho potuto impedire che ti avvicinassi.
    E finché ci sarai, attaccata come una calamita a me
    so che di questo amore ne avrò abbastanza
    quando Dio stesso mi dirà che ormai, da te, non ho altro da imparare.

    ( Tratto dalla raccolta "Hollywood Stars " di Lady Alexandra)



    Non appena chiudo la porta a chiave, ti butti sul lettone, lasciando che i capelli arruffati dall'umidità salina creino una splendida cornice intorno al tuo viso.
    Sei bella anche dopo tutte queste ore di riprese, con la stanchezza che ti si legge negli occhi, le guance pallide e il vestitino color cipria che hai deciso di tenerti in ricordo, con leggero disappunto della costumista.
    Non hai voglia di lavarti la faccia. Non hai voglia di docciarti. Non hai voglia di toccare cibo.
    Neppure io ho fame. E non intendo passarmi la spugna da solo.
    E'già tanto che mi sia lasciato struccare, perchè non sopportavo il cerone sulla faccia e quel rossetto che a furia di baciarci era quasi diventato una leggera pellicola di sudore sulle mie labbra.
    Abbiamo declinato l'invito a cena sul Pink Feet Yatch, ma Bill capirà. E dovranno capire gli altri. Anche i giornalisti intrufolati alla chetichella che ci avrebbero fatto andare di traverso la serata bombardandoci di domande.
    Che se la prendano a male.
    Il dolore è un altro.
    Sei tu, il mio dolore.
    Divarichi le gambe davanti a me e ti liberi in un battibaleno delle kids colorate usando prima un piede e poi l'altro, come fanno i bimbi nel passeggino, quando hanno avvertono il desiderio della nudità e dell'aria fresca sotto ai talloni.
    Baby, baby, baby.
    Non ho fatto che guardarti per l'intera nottata.
    Mi spiace per Bill. Lo so che non è molto professionale dirigere altrove gli occhi mentre un regista cerca di darti delle direttive, ma era più forte di me.
    Sentivo che c'eri, che respiravi...e istintivamente mi voltavo.
    Ti avrò mangiata chissà quante volte, partendo dalla curva del naso per poi finire su quella delle labbra.
    Cristo! Alla fine di questo film ci arriverò col ghiaccio e mi costerà uno sforzo immane cercare di tenere a bada le inflessioni automatiche de mio corpo, delle mie mani, questo sesso che si gonfia non appena mi sfiori o ti strusci contro un fianco.
    Ci sono momenti in cui sembri non accorgertene che stai emanando desiderio direttamente dalla pelle.
    Ma io si. Me ne accorgo sempre.
    Sono diventato bravo a scoperchiare i piatti, baby.
    E tu lo sai cosa mi sta passando nella testa, ora.
    Vero, che lo sai?
    Stai ridacchiando.
    Mi arrampico con mani e scarpe sul materasso e mi allungo su di te, che con quel visetto stai avvolgendo la pellicola di un film a luci rosse. - E'solo una vaga impressione o stanotte vuoi fare i capricci?
    Con un dito, seguo i contorni della tua bocca.
    La schiudi appena e l'umidore del respiro comunica un brivido al mio polpastrello.
    - Mi rispondo da solo. Vuoi fare i capricci....
    Sorridi maliziosamente. - Hai cercato di palparmi ogni volta che potevi, tesoro. Ho dovuto persino picchiarti sulle mani. Quello che fa i capricci non sono io...
    - Ah no? - Il mio punto di domanda suona così basso che per un attimo mi sembra di vedere il tuo cuore salirti in gola. - Te la dò buona. Ma solo perchè sono perfettamente cosciente dei miei limiti. Non credere però...che non mi siano passate inosservate le tue innocenti strusciate....
    Allampani gli occhi. Verdi, verdissimi. Cristo, sei così desiderabile che vorrei prenderti subito, senza giocare. - Come? Io mi strusciavo? Ioooo?
    - E'inutile che fai la svampita. - rimbecco a mia volta. - Dovevi vedere la faccia della costumista, quando ho restituito uno straccio col buco sotto l'ascella, al posto della camicia di Armani nuova di zecca. L'hai torta e ritorta a dovere...nelle tue belle manine...con la scusa che i trampoli ti facevano cadere....
    - Umpf! E dire che era così sexy...quella camicia...- Fingi dispiacere. Ti riesce a meraviglia la simulazione. Peccato che quegli occhi immensi esprimano altro. - La prossima volta, mi aggrapperò al primo pensile che trovo...e vedrai le stelle, tesoro...
    - Provaci. E saranno guai...
    - Ah. Ah. Ciò che è tuo è mio...e ciò che mio è tuo. Quindi, per par condicio, anche quel bel pensile che ti porti dietro mi appartiene. Posso giostrarmela come voglio....
    - Uhm...tutta quella samba ti ha dato alla testa, baby. Mi stai letteralmente servendo le battute più volgari su un piatto d'argento...
    - Oh, ma tu te ne starai buono, vero? Buono e zitto.
    - Ce le ho in fila sulla lingua. Roba da tapparti le orecchie. Perciò ti conviene non tirare troppo la corda...o qui finisce male...- Struscio la punta dell'indice avanti e indietro tra le tue labbra.
    - Pensi che mi scandalizzi per qualche parolaccia? La tua voce è sexy anche quando mi mandi a fanculo...
    - E'un modo per dirmi che sono poco convincente?
    - Exactly.
    - Stai risvegliando il mostro che è in me, ti avverto. Potrei scatenare un macello da un momento all'altro. Poi, vedremo chi fra noi due è il vero professionista....
    - Nessuno ha dubbi, a proposito. La sottoscritta.
    - Che tu sia un genio della simulazione, è appurato...- Ormai ti sto guardando fisso, sfoderando il sorrisetto sghembo che tanto di fa eccitare.
    - Stronzo. Mi stai dando della mistificatrice?
    - Quando dici che sono stronzo, allora ho centrato il bersaglio...
    - Uhm...ma non vale!!!!- protesti, arricciando le labbra come fanno i bimbi che non vogliono il cucchiaio di pappa. - Sei diventato troppo sicuro di te, Rob. Ti ho lasciato più potere del necessario... - ammetti alla fine.
    - Ma ti piaccio da morire...
    - No. Mi piaci e basta.
    - Da m-o-r-i-r-e...ripetilo.
    - Te lo scordi.
    - Non è importante che lo ammetti adesso. Te lo estorcerò, quando lo faremo, stanne certa....
    - Ma non eri stanco? - Cerchi di deviare.
    - No. Ho ancora la caffeina in circolo...ed anche tu...
    Apri la bocca e introduco l'indice all'interno, tra le pareti seriche del tuo palato.
    Succhiami, Kris. Come al solito.
    Succhiami fino a riempirmi di brividi la spina dorsale.
    Succhiami, tenendo le pupille incollare sulla mia faccia.
    Te lo chiedo senza parlare e ubbidisci.
    E'più forte di te.
    E'stato il nostro primo giochetto sensuale, con la birra nelle vene e la sigaretta che passava di bocca in bocca.
    Baby. Che casino è diventata la mia vita, da quel giorno.
    E anche ora, che ti osservo mentre chiudi a riccio le labbra e inizi a grattare il mio dito fra i denti e la lingua, ho la baraonda nel cervello.
    Su e giù. Dentro e fuori.
    Succhiami.
    Fai rumore, come se stessi poppando dolcemente.
    Fammi sentire l'erezione che s'impenna, gonfiandomi i testicoli con l'acqua bollente.
    Ho le vampate di sotto. La peluria del pube che pizzica come se ci camminassero dei piccoli vermi.
    Ci siamo toccati troppo, stasera, e non mi capacito di aver resistito all'impulso di prenderti contro un muro e infilarti una mano tra le cosce.
    Eri così deliziosa.
    Così appetitosa.
    E adesso è ancora peggio.
    Il mio dito che entra ed esce, i tuoi piccoli denti che mordicchiano il polpastrello, la tua lingua che lecca, mi fanno immaginare di avere già i pantaloni abbassati e il mio membro infilato tutto nella tua bocca, circondato da un bozzolo di saliva e di seme che poi mi farai assaggiare, se ti ricorderai di baciarmi.
    Mi piace il potere che eserciti su di me. Mi piace assaggiarmi quando c'è commistione tra i nostri sapori.
    Tu, così delicata e dolce. Io, così denso e appena salato.
    Entrambi diventiamo prede e cacciatori nello stesso momento.
    Tu dai a me ciò che voglio.
    Io do a te ciò che vuoi.
    Ai ritmi che sono nostri e che neppure un copione può clonare.
    All'improvviso, smetti di succhiare e con gli occhi che ammiccano, m'induci a portare l'indice imperlato di saliva alla mia bocca. Mi succhio davanti a te, in un gesto che è diventato naturale fra noi, e la tensione si trasforma in una cappa di calore talmente visibile che si potrebbe affettare con un coltello.
    Giriamo il nostro film porno, baby.
    Adesso.
    Che si un misto di eros e parossismo. Che sia una mescolanza di odori e di sapori.
    Che sia...l'inferno assemblato al Paradiso.
    Ci sappiamo fare col genere.
    Mi afferri la maglietta dal torace e ti issi con i reni contro di me, fino ad attaccare i miei capezzoli ai tuoi. Avvicini la bocca alle nocche della mia mano, con malizia. Passi la lingua su ognuna, disegnando umidi cerchi intorno alla carne che scotta. Poi, la lingua si tende lungo la falange, finché smetto di succhiarmi e ti rinfilo il dito bagnato tra le labbra.
    Ripetiamo l'operazione due volte, alterandoci sullo stesso indice, senza mai levarci gli occhi di dosso, fissandoci le bocche reciprocamente, come cannibali in attesa che il pranzo ruoti nel ferro e insaporisca l'atmosfera.
    Ho l'acquolina, baby.
    E tu?
    Tum tum tum.
    Il cuore sta accelerando i battiti.
    Tum tum tum.
    Non ha mai cambiato suoni in questi anni.
    Tum tum tum.
    Sempre più veloce, sempre più incostante.
    Si suda qua dentro e le pareti sembrano aver stretto arbitrariamente gli spazi. Mi sento un orco, ingabbiato in una cuccia di cane. Ma va bene uguale.
    Con il lume che arabesca una bizzarra opalescenza sulle lenzuola e lo sciabordio che giunge dal molo vicino, ogni cosa è acuita.
    Fra pochi minuti, i brasiliani si alzeranno e faranno colazione mentre per noi il tempo si sarà fermato.
    E'l'attimo che preferisco, per fare l'amore.
    Quando il sole è una sottile striscia all'orizzonte e la notte si afferra ai contorni per rimanere in sella al cielo nonostante sappia che il suo cartellino è già scaduto e che deve smammare. E' come se si creasse una sorta di magia e sui tetti scendesse una bruma che non appartiene a questo mondo umano, e che avvolge tutto e tutti in bolle di sapone tanto delicate al tatto da poterle rompere con uno sguardo.
    - Apri la bocca, Kris. Voglio baciarti.- ti ordino. Ma la mia voce è sulla gogna.
    Tu mi fa la linguaccia. - Prima sganciami la cerniera...
    - Dopo.
    - No. Adesso.
    - Hai deciso di fare i capricci?
    Annuisci con la testa.
    - Allora ti meriti una bella sculacciata da papà...- Con un movimento veloce, ti spingo all'indietro, sul materasso e contro la tua volontà inizio a solleticarti sotto l'ascella, dove so che la tua carne è più ricettiva.
    La tua risata esplode e ne approfitto per far sgattaiolare la lingua in gola.
    Sei in trappola, baby. Non si scherza col fuoco.
    Il tuo respiro ti si strozza per la sorpresa, ma poi sento che cedi e ti ammorbidisci.
    Vengo sopra di te, con metà del mio corpo.
    Incuneo un ginocchio tra le tue cosce.
    Ti blocco sul materasso, schiacciando il torace sui tuoi piccoli seni.
    Con una mano dietro la nuca, ti arpioni ai miei capelli, con l'altra scendi fino alla natica e me la stringi.
    Cristo, baby. Mi fai ammattire quando mi palpi così, come se volessi sfondare con le unghie la stoffa dei miei pantaloni.
    Stringi di più.
    Di più.
    Voglio venire in un orgasmo violento.
    Nello stato in cui mi trovo, non sentirò altro dolore tranne quello del sangue che bombarda nella cappella e ingrossa le mie terminazioni nervose intorno all'erezione.
    - Rob....Rob...ti voglio....- Me lo dici baciandomi con una passione tale che, tra una parola e l'altra, mi prendi a morsi la punta della lingua.
    - Ti voglio anch'io...- ti rispondo rocamente, col respiro affrettato.
    L'eccitazione tambura in maniera anormale dentro i pantaloni e rischio di bagnarmi se non mi dò una calmata.
    Resto seduto sul tuo bacino e ti sollevo il vestito.
    Nel frattempo, premo la mia erezione proprio dove il tuo clitoride batte e s'intravede il gonfiore attraverso la stoffa leggera della coulotte.
    Tu inarchi la schiena.
    Piombo con tutte e dieci le dita sui tuoi seni.
    Li chiudo a coppa nei palmi.
    Li massaggio, come se li stessi impastando per me.
    Stringo e poi rilasso le dita.
    Torno a stringere, finché i tuoi capezzoli si sollevano contro il reggiseno e diventano tondi e gonfi, tutti da mordere.
    - Questa non è una punizione! - protesti, guardandomi con un paio di occhi verdissimi. Hai il respiro ansante. - E'una tortura! Rob....Rob!
    - Si, chiamami, amore....chiamami!- Continuo a stringere, a prenderli nelle mani, a massaggiarli in circolo, e mentre afferrò le rotondità nei palmi, chiudo il pollice e l'indice sulle punte erette e strizzo.
    - Oh Dio, Rob...smettila....ti prego.....
    - Il tuo è più un continua Rob...ti prego....- scimmiotto io, divertito dalla maniera con cui tutto il tuo corpo si sta contocendo sotto di me.
    Ti si stanno inumidendo le mutandine, baby. E' la reazione che aspettavo.
    Le tue mani coprono le mie, mi aiutano a stringere.
    Mi piace toccarti, mentre anche tu ti tocchi.
    E'terribilmente frustrante e terribilmente trasgressivo.
    Ha il sapore dell'indecenza, di quelle cose che non si dovrebbero fare ma che la legge vuole che si facciano.
    Mi stringi fra le tue cosce, allacciandoti dietro di me.
    Col pube, ti attacchi al mio membro e io inizio a sfregarmi contro la stoffa leggera,mentre continuo a stringerti i seni e inghiotto a vuoto l'emozione di vederli diventare tondi e duri sotto la spinta del ferretto.
    Non posso più aspettare.
    Voglio morire questa notte.
    E voglio morire di una morta lenta, voglio vedere le supernove cozzare fra loro e fartele vedere a mia volta.
    Mi allungo su te, strofinandomi lentamente contro il tuo bacino per appiccare piccoli fuochi tra le stoffe dei nostri abiti e allungare i tempi di questo desiderio che ormai rischia di appannarmi la vista e farmi perdere il controllo di me stesso.
    Ci baciamo ancora.
    Ci lecchiamo ancora.
    A volte lo facciamo freneticamente, come se fossimo impazziti.
    Con le mani, scivolo dietro la tua schiena, sgancio il primo bottoncino che trovo all'altezza della nuca e faccio scivolare giù la zip, procurandoti un gemito di soddisfazione e di liberazione. Mentre sotto sei quasi bagnata, la tua spina dorsale è una corda sottile, che vibra sotto le dita come se ci avessero appiccato le fiamme. Sono certo che se sfiorassi le tue costole, il tuo ventre, il tuo ombellico e i tuoi bellissimi capezzoli, la sensazione non cambierebbe.
    Ti guardo.
    Sono a fondo nei tuoi occhi.
    Mi sto congestionando per te, lo vedi?
    Si. Lo vedi.
    Credo di aver cambiato colore. Persino la faccia, perchè sento i muscoli tesi assurdamente sotto la pelle e il respiro che fatica ad uscire.
    Difficile pensare quando e come siamo giunti a questo punto.
    Ci arriviamo sempre, e non ce lo sappiamo spiegare mai.
    Quando lo capiremo e lo intercetteremo, probabilmente anche un pò di questa magia si sarà incrinata.
    Allora, spero di non arrivarci.
    Voglio rimanere così, a godermi la mia beata ignoranza, i miei spazi vuoti, quest'impressione di collasso imminente, questa strana febbre che ti spinge a strapparti i vestiti di dosso e a buttarti come un salame nel fuoco.
    Ti faccio girare sotto di me, a carponi sul materasso.
    Non fai una piega.
    E'quello che vuoi.
    Lo avverto dalla cedevolezza del tuo corpo, dal modo in cui i glutei si tendono verso di me. Così belli e così rotondi che se non ci pianto i denti, muoio uguale.
    Scivolo su ognuno con la bocca.
    Seguo la curva facendoci saettare sopra la lingua.
    Tu gemi e con le dita ti afferri all'estremità del cuscino.
    Non hai cominciato a gridare, ma lo farai presto.
    Te lo giuro.
    Affondo i canini sulla natica destra, mordicchio la carne tenera e intanto scosto con l'indice il sottile filo della coulotte che nasconde la tua intimità. La tiro verso di me, mentre ti assaggio a piccole boccate, e lo sfregamento del pizzo tra l'ano e la vulva ti costringe a tuffare la faccia nel cuscino.
    Mi chiami.
    Hai la voce irriconoscibile.
    Baby, baby, baby.
    Quando fai così....mi sento un animale.
    E ti amo come un animale.
    Sposto le labbra, in mezzo all'insenatura che divide le natiche e comincio a leccarti lì, dove la piccola apertura dello sfintere si arriccia e l'odore del sesso si fa più pungente. Esploro la zona erogena del tuo corpo e poi, con la lingua, scivolo lungo il breve perimetro di pelle liscia che separa l'ano dalla vagina, insalivandola.
    Mmm....buona.
    Troppo buona.
    Emetti un gemito roco, che spero non si sia udito altrove, perchè è quello di una donna ormai al limite, che vuole chiedere l'impossibile al proprio uomo e che non ce la fa a mettere le parole in fila.
    La situazione precipita, quando inserisco la punta dell'indice bagnato nell'ano e la faccio calare a fondo.
    Serri entrambe le natiche per istinto.
    Vuoi intrappolarmi, abituarti alla mia presenza.
    Ma non è la prima volta che lo facciamo.
    E mi fa impazzire che tu reagisca come reagisci tutte le volte, quasi fossimo allo sbando, in attesa di scoprire dove andremo a finire quando avremo finito.
    E questo è l'inizio.
    Sto sfidando me stesso, per resistere.
    Faccio scivolare il dito dentro e fuori, come se fosse ancora dentro la tua bocca e ogni volta che ne esce ho l'impressione che si trascini dietro una ragnatela di fiamme.
    - Rob....Rob....non ce la faccio più...ti voglio dentro....subito....! Per favore...mi stai facendo morire...
    Mi vuoi dentro. Ti sto facendo morire.
    L'hai detto finalmente, ma non so se sono io ad essere uscito vicente da questa battaglia oppure se mi hai trasformato nella tua preda.
    Baby. Kris. La mia micetta. La mia piccola.
    Le tue contrazioni muscolari attorno al mio dito, hanno fatto arrivare la mia erezione ad un punto di sutura.
    M'inginocchio sul letto, sbottono i pantaloni e prendo il mio sesso alla base, tirandolo fuori dall'elastico dei boxer.
    Wow.
    E'come se ricominciassi a respirare regolarmene e mi fossi appena liberato di una prigionia che poteva sul serio costarmi cara.
    Faccio scorrere l'altra mano sull'intera lunghezza del muscolo, e scopro che ogni nervo è saturo di scosse elettriche e che sulla punta arrossata sono evidenti piccole tracce del mio sperma.
    Me ne bagno i polpastrelli e le uso per lubrificarmi, dall'alto verso il basso, in una lieve masturbazione che dovrebbe servirmi a non farti troppo male nell'attimo in cui deciderò di entrare in te. Noto che mi stai sbirciando, maliziosamente, con le labbra morse a sangue e lo sguardo devastato dall'eccitazione, mentre il mio muscolo diventa duro e liscio sotto ai tuoi occhi verdissimi.
    Bum Bum Bum.
    Il battito cardiaco ha cambiato frequenza.
    Ora, questa stanza ha preso le sembianze di una cassa acustica e noi ci siamo dentro, tra i fili, le congiunzioni, gli alti e i bassi del surround.
    Con la mano ancora attaccata alla base, avvicino l'erezione e vi faccio penetrare la punta.
    Ti contrai dinnanzi all'intrusione e un secondo dopo, le pareti calde si rilassano incitandomi ad osare maggiormente.
    Mi sento grande e grosso, per una fessura tanto piccola. Eppure, ti lasci andare ad un mugolio di piacere così dolce che non capisco se sarò in grado di portare a termine il rapporto senza venire sul più bello.
    Ti afferrò per i glutei, avanzo per metà tragitto, mi fermo di nuovo e ti dò il tempo di abituarti al mio peso ingombrante, compiendo dei movimenti lenti e circolari dentro di te.
    Gemo, e a furia di far ruotare piano il mio membro e ridurre al minimo il dolore, mi sta girando la testa.
    - Kris...Kris...
    Prendimi.
    Accettami.
    Non chiedermi di aspettare, piccola mia.
    Con un colpo di reni, spingi il fondoschiena contro i miei testicoli gonfi e mi fai capire che nemmeno tu puoi aspettare, che sarebbe assurdo e malato cercare di tenere a bada i sensi quando tutte le terminazioni, tutti i muscoli e le ossa stanno convergendo verso l'amplesso totalizzante.
    Resto quasi imbambolato a fissare il mio membro che sparisce fra le pareti umide dell'ano e lo sfintere che lo fagocita come se all'interno ci fossero delle bocche affamate, pronte a succhiarlo in ogni sua minima parte.
    Fammi entrare ancora più dentro.
    Voglio diventare parte integrante di te.
    Mangiami un altro pò.
    L'adrenalina aumenta vertiginosamente.
    Devo cercare di stare buono, nonostante il mio corpo mi stia comunicando di concludere in fretta, con delle bombardate veloci e abusive.
    No. E'ancora troppo presto.
    Ti farei provare dolore, invece ciò che desidero è condurti al piacere.
    Mi rilasso e mi allungo in te, centimetro dopo centimetro, senza strofinarmi, finché irrompo del tutto, raggiungendo con la cappella il centro erotico che comunica direttamente alla tua vagina il senso di assoluta completezza con la mia virilità.
    Non m'importa se ci rimetterò le penne e se non ho studiato abbastanza le tecniche del tantra che permettono di sopravvivere a un rapporto anale, prolungandolo per tre quarti d'ora di fila.
    Il mio compito è tenerti sulla corda il più a lungo possibile.
    Vado avanti.
    Indietro.
    Ancora avanti.
    Ancora indietro.
    Comincio a carburare con il ritmo, e il frizionamento, con le mura decontratte della tua intimità, fa incalzare il respiro.
    Incredibile, baby. Questa comunione che c'è tra di noi, farebbe impallidire chiunque ed è un peccato che gli arredatori non abbiano incollato uno specchio di fianco al letto, che rifletta il sudore che trasuda dalla nostra pelle e ci dia l'agio di sbirciarci durante l'accoppiamento.
    E'tutta nostra, la perfezione. Nessuno sgarra o compie gesti bruschi.
    Se mi ritraggo, i tuoi glutei si chiudono ermeticamente attorno al mio membro e spingono dritti contro il mio pube.
    Se affondo, tu allenti la morsa e poi torni a inghiottirmi.
    Ancora dentro.
    Ancora fuori.
    Poi, di nuovo dentro. E scivolo che è un piacere, perchè sono bagnato fino alla punta.
    Cristo.
    Mi sto rompendo come un giocattolo cinese.
    I bulloni si sganciano. Le ruote schizzano lontano. Il volante è dall'altra parte della carreggiata. Il soffitto sopra di me, è un'accozzaglia di fregi storici che ruotano, in barba a chi è a un passo dall'orgasmo.
    - Rob...oddio...Rob....- Te lo sento gridare il mio nome, assieme a qualche esclamazione che mi invita ad aumentare il numero degli affondi e a velocizzarli come il mio fisico mi chiede insistentemente di fare.
    Ti afferro per il busto e ti faccio sollevare meglio contro di me, in modo che con le ginocchia piantate sul materasso e le mani artigliate al cuscino, nessuno dei due corra il rischio di sbilanciarsi non appena il terremoto raggiungerà il picco e ci costringerà ad abbandonarci all'istinto.
    Vuoi che ti tocchi, eh? Vuoi sentire le mie dita, piccola?
    Si, che le vuoi sentire. Ed io ho una voglia matta di mettertele dentro, di conquistarti per intero e spedirti all'altro mondo, con uno di quegli orgasmi che rasentano la bestialità dell'essere.
    Le faccio entrare nella vagina, alternando l'indice al medio, per poi usarle contemporaneamente e rendere la masturbazione simultanea alle flessioni del membro.
    Strozzi il mio nome, in gola e getti la testa bruna all'indietro.
    Non ti ricordo bagnata così.
    Nella tua vagina, c'è come un piccolo pozzo di umore in fermento.
    Ed è tutto mio.
    Stai per andare a sbattere, baby.
    Te l'avevo promesso.
    E io ti seguirò a ruota. Dritti contro un muro. Come al solito.
    Spingo più forte, vado più veloce, finché non mi accorgo che affondo e mi ritraggo senza pause, come se avessi d'improvviso dimenticato di respirare, di avere un cuore in tachicardia, di essere una persona.
    Amore, sono qui.
    Comincio a venire, in una pioggia schiumosa, tra un colpo e l'altro.
    Ti sto riempiendo del mio seme, e per ora non sono in grado di capire se smetterò.
    E nemmeno tu, sai con precisione quando smetterai di venire tra le mie dita.
    Il liquido pastoso, ti sta scivolando in rigagnoli bianchi lungo le cosce.
    Mi basta immaginarlo, e vado su di giri.
    La sensazione di avere nei palmi il tuo umore, mi fa sentire un predestinato.
    E'caldo. Bagnato. Denso.
    Se potessi attaccarmi con la bocca laggiù, ti berrei finché non ti sarai esaurita tutta quanta. Ma adesso, la mia testa è concentrata nelle spinte e nelle ritrazioni, sul mio organo genitale che viene risucchiato dal tuo stretto canale.
    Kris.
    La mia Kris.
    Sei una meraviglia.
    La donna che ho sempre voluto, nei miei sogni erotici.
    Voglio sposarti.
    Voglio continuare a farti mia.
    Voglio poter arrivare al termine dei miei giorni, con i tuoi gemiti di piacere nelle orecchie.
    Ti amo.
    E anche adesso mi sento così animale che quasi me ne vergogno.
    Arriva un'ondata forte.
    Passa dalla pancia e imbottisce il mio membro fino alla punta.
    Tremo con violenza, in un orgasmo che riempie il nostro spazio di puntini bianchi e neri, e mi accascio sopra di te, gridando, mentre vai giù, assieme al mio peso, con un lamento che sa di sudore e di piacere ormai svuotato.
    C'è uno sconquasso nervoso lungo la tua spina dorsale.
    Poi, ogni cosa che prima girava confusamente, si assesta, permettendoci di trovare un nostro equlibrio e di atterrare, planando all'unisono su un mucchio di lenzuola scartoffiate.
    Tum tum tum.
    Tum tum tum tum...
    Mi addormento così, rimanendo al caldo dentro di te, con il viso nascosto nel tuo collo, le caviglie intrecciate e le dita infilate tra le tue gambe.



    Edited by Lady Alexandra - 18/12/2010, 16:10
     
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  9. giorgiet
     
    .

    User deleted


    assolutamente divina!
    non mi vengono in mente altre parole...scrivi in modo divino.
    wow!
     
    .
  10. antonel89
     
    .

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    e brava.......complimenti
     
    .
  11.  
    .
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    In realtà, doveva essere una short stoy in due parti, ma mi è stata richiesta una terza, ossia il pov di kris sulla stessa scena. Spero di non aver combinato casini.

    Sei riuscito a baciarmi, nonostante abbia fatto l'impossibile per evitare le tue labbra.
    Furbacchione.
    Ma con la tua lingua in bocca, ora pretendo che tu mi dia il resto.
    Sesso per intenderci.
    Quello che sai fare così bene da avermi reso dipendente.
    Essere tua, è diventata una specie di droga. Non potrei vivere senza la consapevolezza di girarmi nel letto e non trovare te che mi guardi, che mi studi, che mi poni al centro dell'universo.
    Mi piace quando minacci a vuoto e fingi di essere arrabbiato perchè se devo dartela, voglio dartela secondo le mie regole. Ti si forma una ruga tra un sopracciglio e l'altro, gli occhi si rabbuiano, la bocca s'imbroncia, e assumi quell'espressione seria che ti fa sembrare sul punto di combinare un macello.
    Mi hai preso i seni nelle mani.
    Li hai stretti fino a farmi vedere le stelle.
    Adoro quando mi tocchi come se volessi risvoltarmi, quando i tuoi pollici guizzano sui capezzoli e li fanno inturgidire sotto la stoffa. Vestita o no, con te, preda delle tue lunghe mani, è come se fossi sempre nuda.
    Anche in giro.
    Hai la capacità di togliermi i vestiti, mentre mangiamo un panino o beviamo birra dalla lattina, come gli accattoni.
    Avrei dovuto capirlo subito, dal giorno in cui hai cominciato a fare musica posando gli occhi su di me.
    Allo stesso modo, mi fai nuda e cruda, cedibile alle tue voglie.
    Ti amo, Rob.
    Ti amo da morire.
    E vorrei non finisse mai questa magia che c'è tra di noi. Vorrei sentirmi anche in futuro, fra trent'anni, la tua principessa, la tua baby, il tuo scricciolo dagli occhi verdi.
    Mi stai guardando fitto.
    Oddio...non guardarmi così.
    E'torbido quello sguardo e l'eccitazione va a mille.
    Mi fai scendere la zip.
    Le tue mani sulla schiena, tra le scapole, lungo la spina dorsale, bastano ad accendermi come una sigaretta.
    Sono la tua sigaretta, Rob.
    Fumami, ti prego.
    Aspirami tutta.
    Fammi diventare la tua nicotina, il tuo piccolo cancro, la tua supernova.
    Mi lascio girare, in modo da avere la tua erezione premuta sul fondoschiena.
    Mi sto bagnando.
    E'come stare sul punto di venire due tre volte di seguito e fermarsi sul più bello, con l'impazienza che aumenta assieme al martellare cardiaco.
    Sento il tuo cuore, amore, e il fiato che esce dalle tue labbra schiuse, sembra creare una spirale leggera contro la luce accesa sul comodino.
    Bello.
    Sei una fitta dentro di me.
    Poi, ho il tempo di vedere la tua bocca che cala sulle mie natiche e tutto comincia a distorcersi.
    Mi mordicchi, mi lecchi. Scosti il filo delle mutandine, fino a scoprire la parte più piccola di me, quella che ti fa impazzire quando ci stai dentro. Mi lecchi intorno e io affondo la faccia nel cuscino perchè mi sta salendo vertiginosamente la temperatura e la tachicardia si sta facendo incontrollabile.
    E'come se fossi un cubetto di ghiaccio e mi sciogliessi.
    Non mi spaventano le conseguenze.
    Desidero dissolvermi, sparire piano piano, mentre la tua lingua gratta dolcemente le minuscole pieghe disseminate all'interno del mio ano e la pelle formicola comunicando al mio cervello una serie di scariche elettriche ad alto voltaggio.
    Fulminami, Rob.
    Solo tu puoi farlo.
    Continua a leccarmi, a farmi tua in questo modo autentico e pericoloso.
    La tua lingua scende, s'incunea fra il tratto di pelle che separa le natiche dalla mia vagina. Arriva a titillarmi lì, come un serpente umido, e le grandi labbra s'ingrossano.
    Oddio...
    Muoio.
    Dopo avermi assaporato, m'infili l'indice dentro.
    Non ce la posso fare a sopravvivere.
    Ho la luce che mi scoppia negli occhi.
    Mi contraggo, ti vengo incontro.
    Il tuo dito si muove lentamente, dentro e fuori e io prego che questa tortura non finisca prima che abbia esalato l'ultimo respiro.
    All'improvviso, ti blocchi.
    Il tuo respiro accelerato, mi ricorda che certe cose non si possono evitare a lungo.
    So cosa stai per fare.
    Ti guardo, mentre ti sbottoni i pantaloni e liberi il tuo membro dai boxer.
    Wow.
    E'così rigido e pieno che potrebbe scoppiarti.
    Da prendere subito in bocca.
    Fai una leggera smorfia.
    Senti dolore, vero?
    Immagino di si. E sai che ti dico? Chi se ne frega se hai dolore? Quell'erezione meravigliosa te l'ho procurata io, con il mio corpo, con i miei occhi, con i miei baci, con le fantasie che ti scateno.
    Il giorno in cui ti guarderò e il tuo sesso non reagirà alla mia presenza, saprò che l'incanto è finito e che le mie forme da ragazzina appena svezzata non sono più in grado di eccitarti.
    Consentimi di approfittare di te, amore.
    Di prendere tutto ciò che riesco ancora a scatenarti.
    Consentimi di essere bellissima davanti a te, nonostante conosca a memoria i miei difetti e i miei limiti.
    Guardati adesso.
    Hai del seme sulla punta del membro.
    Mi domando quanto potrai resistere, ridotto in quello stato.
    Lo raccogli sui polpastrelli e lo spalmi come il burro sull'erezione.
    Dio...ora si che potrei venire tranquillamente.
    Sei così sexy...così depravato nei tuoi piccoli gesti, che ho l'impressione di trovarmi a due passi da una bomba che fa tic tac, in procinto di esplodere.
    Adoro sbirciarti, mentre quelle dita lunghissime scivolano intorno al tuo sesso, come se ti masturbassi davanti a me e mi permettessi di assistere ad un atto d'amore che rivolgi unicamente te stesso, passando attraverso me.
    Toccati ancora. Coraggio. Toccati, amore.
    Se verrai tra i tuoi palmi, non me la prenderò. Perchè avrò un orgasmo di conseguenza e sarà anche quello un orgasmo magico.
    Chiudi la tua erezione nel palmo e cominci a frizionarla dall'alto verso il basso.
    Non posso fare a meno di mordermi le labbra e di tenere gli occhi fissi sul seme che stendi sul tuo membro, perchè stai per entrare dentro di me e non vuoi farmi del male.
    Non me ne faresti comunque.
    Sono bagnata anche lì.
    Potrei scommetterci la testa.
    E ormai, non ce la faccio più. Il mio fisico e i miei organi stanno reagendo impunemente.
    Vieni dentro di me, Robert.
    T'imploro di fare in fretta e mi afferro con le unghie al cuscino.
    Tu sistemi il sesso in mezzo alle natiche.
    Entri appena.
    E già qui, la mia razionalità va a farsi benedire.
    Sei grande. E grosso. E caldo.
    Troppo caldo.
    Mi ritraggo appena, poi mi rilasso sotto le tue mani che tengono fermo il mio bacino e mi spingo verso di te, sui testicoli che sembrano duri come pietre.
    Il tuo sesso mi penetra ed è meraviglioso.
    Resti un attimo fermo, per abituarmi alla sua presenza.
    Non fa male, giuro.
    Il piacere che provo è quasi delirante.
    Cominci a ruotare i fianchi lentamente e la tua erezione compie lo stesso mezzo giro all'interno del mio corpo, facendomi appannare la vista.
    Gemo.
    Voglio che si sentano fuori i miei gemiti. Perchè sto provando un piacere incredibile nel sentire i tuoi movimenti circolari, la punta del membro che scava dentro di me e sembra voler arrivare chissà dove.
    Dio...sei così...così....
    Serro le natiche nel momento in cui ti ho inglobato tutto e un brivido di piacere mi costringe a tuffare la faccia nel cuscino.
    T'imploro di cominciare a spingere, perchè l'attesa è diventata ad un tratto insopportabile.
    E tu spingi.
    Avanti. Indietro. Ancora avanti. Ancora indietro.
    E io ti seguo, chiudendomi e allargandomi per te.
    Robert. Robert. Robert.
    Ancora, Robert.
    Spingi ancora.
    Più veloce.
    Mi sta scoppiando il cuore.
    E il tuo tambura come un martello pneumatico.
    Toccami.
    Toccami, amore.
    Voglio sentire le tue mani magiche anche lì, sul mio clitoride che pizzica e che m'invita a creargli un intervallo di piacere, fra le mie dita, fra le tue dita, fra di noi.
    Allungo una mano verso il basso.
    Devo prendermi e raddoppiare la dose, ma tu mi precedi e sistemi il pollice dove la piccola pietra formicola.
    Lo spremi delicatamente, lo fai ruotare come una pallina sotto il polpastrello.
    Contemporaneamente, l'indice mi entra nella vagina. Si fa strada fra le grandi labbra. Poi, anche il medio penetra e insieme iniziano a lavorare freneticamente nelle pareti nervosamente contratte e gonfie di umore.
    Ancora. Ancora.
    Spingi ancora.
    Le tue mani. Il tuo sesso. Il tuo corpo.
    Tutto ciò che ti appartiene, dallo a me.
    Pure l'anima.
    Se ne avessi il potere, te la succhierei, fino a togliertela dalle ossa.
    Perchè sei mio.
    Perchè sono tua.
    Perchè con la tua anima, spero di conviverci in eterno.
    Ti amo, Rob.
    Ti amo.
    Fammi ancora.
    Con più violenza. Assesta bene i colpi. Non preoccuparti di me.
    Ho le lacrime agli occhi tant'è intenso il piacere che mi dai e avverto il mascara colare a rigagnoli sulle mie guance.
    Dio.
    Amore.
    Sono qui.
    Sto venendo.
    Arriva l'orgasmo ed è un cavallone che sommerge persino la carta da parati, sdoppiando ogni cosa che ci circonda.
    Sento il tuo seme irrorarmi all'interno e il mio umore traboccare fra le tue dita.
    E'un'acquazzone bollente e mi ci bagno volentieri, come per una doccia.
    L'ultimo gemito è quello che ci fa crollare tra le lenzuola e mi ci gioco la vita...l'avranno sentito al piano di sotto. Era un grido strozzato, un rantolo d'animale e non importa se ci siamo trasformati in qualche bestia.
    Mi dannerei, pur di avere la certezza che faremo l'amore così negli anni futuri e che ci lascerà sfatti, con la sensazione di non possedere un corpo nostro.
    Forse abbiamo perso conoscenza durante l'atterraggio.
    Non ho la percezione del mio corpo e fatico a scollare le palpebre.
    Sento solo il nostro fiato che rimbomba nella stanza, il tuo viso tuffato nel mio collo, le tue dita infilate tra le mie gambe, il tuo sesso dentro di me che si sta svuotando gradatamente.

    _____________________________________

    Ti ho detto che ti amo, Rob?
    Si....te l'avrò ripetuto un sacco di volte, da quando ci siamo messi insieme.
    Anche prima. Ti baciavo di nascosto e lo sussurravo tra i denti, sulla tua lingua.
    Ti ho amato sin dal primo giorno. Il mio inglese pasticcione.
    E ci sono dei momenti in cui passerei le ore a riformulare le solite frasi, mentre stiamo così, stretti in un corpo che sembra unico, come quegli angeli sulle cartoline decorate, che volano su una sola ala.
    E sai qual'è la cosa più divertente in tutto questo?
    Che non mi sento...patetica.
    So che ci sei. E mi basta. So che se cadrò e mi sbuccerò le ginocchia, tu sarai vicino a me e passerai sopra la ferita un cortisonico che me la cicatrizzi.
    Non mi fanno paura le frecciate di quelli che vorrebbero venderci al miglior offerente, né le lusinghe ipocrite degli invidiosi che parlano di noi, fingendo ammirazione e sono pronti a pugnalarci alle spalle. Non mi fa paura quest'America con le sue pietre acuminate, con le sue statue immortali e i suoi grattacieli di ferro, simili a squali assassini.
    E non mi fanno paura quelle donne, dai decolletè imbottiti, dalle labbra al silicone che sguazzano intorno a te, sperando di strapparti un occhiolino da intenditore.
    Tu mi rendi sicura. E sana.
    Buffo, vero?
    Prima mi mancava qualcosa e credevo di possedere tutto.
    Dopo, sei arrivato tu...e ho scoperto i miei fossati.
    All'inizio, è stato difficile accettarli, armarsi di zappa e riempirli. Adesso...niente potrebbe rendermi più orgogliosa di averti accanto, pur essendo me stessa in ogni pulsione, in tutto ciò che faccio.
    Non è vero, che in amore devi rinunciare a una parte di ciò che sei.
    La mia è rimasta integra, grazie a te che l'hai accettata.
    Ti amo.
    Con la schiena, mi attacco al tuo torace.
    Ecco, Rob. Il senso di calore che mi dai...voglio che duri per sempre.
    Voglio chiudere gli occhi, ogni santo giorno della mia vita, e percepire il tuo battito cardiaco tra le scapole. Voglio darti un figlio. Essere madre attraverso te e allattare il nostro bambino, con la percezione di aver fatto la cosa più giusta e più naturale del mondo.
    Non me ne accorgo, e le lacrime iniziano a scendere piano.
    Dormi, amore. Continua a dormire.
    Nulla fa male.
    Sono solamente....felice.

    (Fine)



    Edited by Lady Alexandra - 18/12/2010, 16:18
     
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  12. antonel89
     
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    hai capito sti due mascalzoncelli!!! cmq bel capitolo peccato ke sia l'ultimo
     
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  13. giorgiet
     
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    finale con il botto! bellissimo...
     
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12 replies since 20/11/2010, 20:44   2735 views
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