Posts written by Lucifergirl88

view post Posted: 6/5/2024, 16:49     Conto di Kyōmei Yūzora - Banca
- Stipendio Maggio -
    + 150 ryo Shinobi Jonin
    + 60 ryo Kage

    = 10.695 ryo
view post Posted: 6/5/2024, 16:48     Conto di Shura no Mahiru - Risparmi Liberi
- Stipendio Maggio -
    +100 Guadagni Liberi, Stipendio Genin (Medico)

    = 8900 ryo
view post Posted: 6/5/2024, 16:47     [∞] - Censimento - Censimenti
MAGGIO

CITAZIONE
Nome e cognome del personaggio: Kyōmei Yūzora
Rango: Jonin
Lavoro bonus: Kage
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CITAZIONE
Nome e cognome del personaggio: Shura no Mahiru
Rango: Genin
Lavoro bonus: ///
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Link al conto: X
view post Posted: 5/5/2024, 15:47     Missione 2S/6A/2B | Zero - XV | Il Folle ed il Diavolo - Missioni

Varcare la soglia dell’abitazione fu come entrare in un onsen. La differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno, fu causa di un’onda di vapore caldo che li accolse nel superare l’uscio, seguita da una temperatura gradevole - forse anche troppo alta - che riuscì quasi all’istante a sciogliere le membra intirizzite dal freddo. Solo una volta che tutti furono all’interno dell’abitazione Pantegana si permise di parlare, presentandosi e palesando l’ovvio. Era un omino curioso…così basso che sarebbe passato per un bambino se non fosse stato per la voce bassa e roca che possedeva. Ma la cosa più strana era che, nonostante il calore della sua casa, se ne stava tutto imbacuccato da testa a piedi, tanto che non era possibile intravedere un solo lembo di pelle scoperto. Sembrava uno di quegli insetti in bozzolo, tutto avvolto nel suo giaccone imbottito con il cappuccio tirato in testa. Impossibile dire se fosse magro o grasso, sotto quegli abiti…chissà quanti altri sovrapposti poteva averne sotto il soprabito! La cosa che però più infastidiva Yu era non poterlo guardare dritto negli occhi. L’informatore del monastero era munito di un paio di occhiali scuri che impedivano di capire dove stesse realmente fissando il proprio sguardo…e che, per ovvie ragioni, non permettevano di scrutare le espressioni del suo viso. Se anche era un tipo freddoloso, quegli occhiali di sicuro non servivano a proteggerlo dal gelo - non in casa di certo - tanto da risultare un tantino sospetto. Tuttavia, per il momento, non aveva fatto mosse azzardate quindi valeva la pena assicurargli il beneficio del dubbio e, quando li invitò ad accomodarsi, il Rosso ringraziò cordialmente con un rapido movimento del capo.
Prese posto al massiccio tavolo che faceva da centro alla stanza, approfittando per studiare un po’ l’ambiente. Si trovavano in una specie di baita. La quasi totalità dell’abitazione era costruita in legno, grandi travi spiccavano sul soffitto e una scala lasciava intendere la presenza di un secondo piano. Tappeti colorati e una luce calda, accompagnati dallo scoppiettio del fuoco nel caminetto, rendevano il tutto accogliente. Un piacevole odore di legno, resina e qualcosa che doveva essere stufato riempiva la stanza, senza riuscire a nascondere il riconoscibilissimo profumo dell’inchiostro che Yu, da bravo scrittore, avrebbe riconosciuto ovunque. Dal bordo peloso del proprio cappuccio, gli occhi del Rosso si spostarono da una parte all’altra della casa, con circospezione, analizzando i fornelli occupati da un pentolone luccicante e una serie di strani aggeggi che emanavano la maggior parte del calore che permeava la casa. Nulla di particolarmente sospetto in ogni caso. Riuscì quasi a rilassarsi un attimo, scambiano uno sguardo con Takumi e Yosuke che in quel frangente aveva l’aspetto di una bella ragazza poco più che adolescente dai tratti tali da poter sembrare la sorella minore di Yu stesso. Non aveva idea se il ragazzone l’avesse fatto con quell’intento, ma considerate le circostanze era stata una scelta azzeccata. Stava considerando divertito che gli sarebbe piaciuto essere nella testa del castano per poter capire cosa ne pensasse in merito, quando il discorso di Pantegana attirò la sua attenzione.


Altro ospite..? Fece eco alle sue parole, senza nascondere il dubbio nella voce e nel taglio affilato che presero i suoi occhi. Di chi diavolo stava parlando? Al di là del fatto che evidentemente i Monaci del Sole non avevano lesinato in dettagli sul loro conto…da dove arrivava questa sua sicurezza nel dare ad esso la priorità rispetto alla donna di cui aveva parlato nella missiva? Lentamente si alzò dal tavolo, posando le mani sulla superficie liscia come quella di uno stagno tranquillo…contrariamente a lui che dava più l’idea di uno specchio d’acqua in cui avevano appena lanciato un sasso. Di che altro ospite parla? Si tratta di un altro sopravvissuto alle bestie nere?

Azzardò quell’ipotesi, invitando silenziosamente Pantegana a fornire ulteriori dettagli in merito. Dettagli che arrivarono con la stessa forza di un pugno nello stomaco. Era un sopravvissuto, sì, ma ad una sciagura differente…Uno shinobi di Kiri che era arrivato fin lì dal mare. Inutile dire che quelle parole riuscirono a raggelare il Mizukage sul posto. Sentì chiaramente il calore abbandonare il viso, mentre stringeva il pugno conficcandosi le unghie nelle mani, cercando inutilmente appiglio nel dolore. Impossibile non pensare ai compagni inviati nella missione gemella alla loro, impossibile non pensare che qualcosa fosse andato storto se uno di loro era arrivato lì, impossibile non pensare che, forse, aveva mandato quegli shinobi a morire. E non doveva essere il solo ad aver sfiorato quell’idea…la faccia di Yasuko - come aveva deliberatamente deciso di chiamare Yosuke in quelle vesti - era piuttosto eloquente e Takumi non gli si sarebbe mai avvicinato a quel modo, se non avesse capito cosa gli passava per la testa. Il suo tocco sulla spalla, le sue parole sussurrate in quel tono flautato atte a ricordargli che non era solo…Yu le accolse con uno sguardo grato, prima di fare un cenno affermatovi in direzione di Pantegana dandogli il suo consenso di andare a prendere questo fantomatico ospite. Appena l’informatore fu sparito sulle scale, prese un respiro profondo, il blocco d’acciaio che aveva sul petto non accennava a diminuire, era come se l’aria non fosse abbastanza. Fu allora che un sibilo giunse al suo orecchio, il Kokage suggeriva che potesse essere una trappola.

« Il Serpente ha ragione. Non saltare a conclusioni affrettate, ragazzo, puoi fidarti solamente dei compagni al tuo fianco e di te stesso. »
Avete ragione tutti, tuttavia…per quanto anche l’informatore potrebbe essere stato ingannato, faccio fatica a pensarlo. Probabilmente perché fin dall’inizio conoscevo la possibilità di aver sottovalutato i nostri nemici. La colpa è lì, che pende su di me da quando siamo partiti, come una katana pronta ad abbattersi sul mio collo.
« Stronzate! Tu sei il Mizukage, il sovrano di quello sputo di terra in mezzo al mare, non un indovino. C’è sempre la possibilità che qualcosa vada storto, non puoi prevedere tutto tu. »
Sai..su questo la pensiamo diversamente. Non è colpa della lama se il suo utilizzatore non la sa bandire e ne rovina il filo. Io dovrei saperci gestire...dovrei sapere chi mandare, quando, se da solo o no. Se ho sbagliato la valutazione iniziale e qualcuno di loro non dovesse fare ritorno, io...
« Ancora non lo sai, Yu. »Lo fermò, prima che terminasse quella frase. Perentorio, con quella voce che vibrava talmente profondamente da dargli lo stesso effetto di rimbombo nello stomaco di un fuoco artificiale. « Concentrati su ciò che sai. »

Su ciò che conosceva, eh? Insomma fare quello che poteva con quello che aveva e di cui era certo. Non che fosse molto, però forse qualcosa avrebbe potuto metterlo assieme. Un puzzle incompleto, con pezzi che mancavano ovunque…ma era meglio di nulla. Doveva solo evitare di concentrarsi su qualcosa che non era altro che la concretizzazione delle sue insicurezze e delle sue paure. Essere costruttivo. Cercare di non far trasparire troppo ciò ce realmente provava, anche per non spaventare inutilmente Yasuko/Yosuke. D’accordo.
Quindi, cos’era che sapeva?


Quelli che abbiamo visto nella proiezione riguardante lo sterminio degli ANBU, avevano un aspetto mostruoso. Iniziò a rispondere a mezza voce, ma abbastanza alta perché oltre a Hideyoshi lo potessero sentire anche gli altri. E in effetti quelli identificati come Mitsuaki Kanada e Akio Nakajima erano ormai delle bestie…proprio come l’Averla. …Credo sia difficile ingannare qualcuno con delle sembianze simili. Sempre che non sappiano usare la trasformazione, che lo stesso Pantegana possa essersi camuffato o che questo ospite sia qualcuno dalla loro parte, ma ancora umano. Quelle ultime ipotesi le riportò quasi parlando tra sé e sé, mordicchiandosi il labbro inferiore infastidito. Rimase in silenzio qualche istante, fissando corrucciato un punto non ben precisato di fronte a sé, prima di voltarsi verso Takumi e indicargli la base delle scale. Teniamoci pronti al peggio. Yosuke, tu vieni con me.

Si appostarono ai piedi della rampa di scale, nascosti grazie alla conformazione della gradinata. Takumi, che aveva il compito di bloccare l’ospite, da un lato, mentre Yu e Yosuke dall’altro. Non era servito essere più specifici con il castano, si conoscevano da anni, combattevano fianco a fianco da altrettanti…e da quando il Rosso era Mizukage, il più grande aveva imparato ad afferrare al volo i messaggi nascosti nelle parole del Jonin. Silenzioso come un gatto, si era messo in agguato con Yomikoe in pugno, il filo affilatissimo come una corda di erhu. Con il giovane moro, Yu preferì quanto meno intimare il silenzio, posò un indice sulle labbra, poi indicò a terra, gli occhi, quindi le scale. Yosuke sembrò capire, fece un cenno di assenso e rimase al suo posto in silenzio come tutti loro, con gli orecchi tirati in attesa dei passi sulle scale che non tardarono a farsi sentire.
Il legno scricchiolava ad ogni passo, sempre più vicino. Il respiro del Rosso si fece impercettibile, tanto da far pensare non respirasse affatto. Si aspettava di veder spuntare prima Pantegana invece…fu la figura minuta e familiare di Jorogumo a fare capolino sulle scale. Difficile dire come si sentisse in proposito Yu, un misto di emozioni confuse, macchiate dal sospetto che chi aveva di fronte potesse non essere chi credeva che fosse. Un movimento alla sua destra, gli fece meccanicamente portare il braccio a bloccare Yosuke, ma in realtà il giovane stava semplicemente stringendosi la mano fasciata. Riportò gli occhi sulla scena in tempo per vedere Yomikoe sfrecciare in avanti come una vipera pronta a mordere, il filo pericolosamente vicino alla gola dell’ospite.


Identificati. La voce di Yu suonò dura e affilata tanto quanto la spada del castano. Identificati in modo che possa essere certo che tu sia chi sembri essere. Se era davvero Jorogumo…se c’era veramente Urako sotto quella maschera, non avrebbe avuto problemi a provarlo.

view post Posted: 30/4/2024, 10:11     Yubikiri Genman 指切りげんまん - Dove Porta il Filo Rosso - Nel Villaggio

Un po’ gli era dispiaciuto mettere a cuocere sul fuoco anche quelle postille. Avevano fatto sì che il viso di Takumi si imbronciasse, quando giusto poco prima aveva mostrato il sorriso più bello che Yu gli avesse mai visto. La felicità fatta a uomo, però con la stessa genuina sincerità che avrebbe potuto avere un bambino a cui avevano appena regalato il giocattolo che aveva sempre desiderato. A dir poco raggiante! Come se tutti i problemi che c’erano fossero nulla in confronto al fatto che il Rosso avesse accettato di vivere con lui in quella magnifica magione. E, forse, in realtà era proprio così. Di fatto anche Yu sentiva quella sensazione allo stomaco all’idea…come se mille farfalle si muovessero al suo interno, acuita e amplificata dalla gioia del compagno. Gli piaceva vederlo felice e ancor più condividere quella gioia con lui.
Basta accontentarsi di rubare attimi d’intimità in frangenti non del tutto appropriati! Avrebbero finalmente potuto godersi il reciproco desiderio appieno e senza fretta, senza la continua ansia - ma anche un po’ di eccitazione - che qualcuno potesse entrare nello studio e beccarli sul fatto. Poi certo…era sicuro che avrebbero continuato ad agire in quella maniera, ma sarebbe stato diverso. Non sarebbe più stato lo sfogo di un bisogno a lungo tenuto sotto controllo, quanto piuttosto un modo per allietare la giornata, uno stuzzicarsi in attesa di poter andare a casa e viversi appieno. Se ci pensava non poteva fare a meno di sorridere, grato al compagno per quella sorpresa. Quando quella sera lo aveva trascinato via dall’ufficio non immaginava proprio che si sarebbe arrivati a quello…Takumi aveva organizzato tutto per bene. Ed era felice di non aver disatteso le sue speranze, nonostante tutti i suoi dubbi pregressi.

Beh…a parte quelle due condizioni.
Era abbastanza sicuro che sulla prima il castano non avrebbe avuto nulla da ridire, mentre sulla seconda avrebbe provato ad obiettare. Era sempre così, quando si trattava di denaro il compagno pensava di dover essere l’unico a mettercelo. Ma se volevano vivere assieme, per Yu non poteva essere altrimenti che un cinquanta e cinquanta. E non avrebbe accettato alcuna contestazione. Takumi doveva averlo capito, perché gli diede subito del criminale, borbottando, mentre allontanava l’indice di Yu dalle proprie labbra e ricambiava il suo sguardo deciso con uno affilato e magnetico. Ma non sarebbe bastato a far cambiare idea al Rosso, tant’è che alla fine il più grande cedette e gliela diede vinta.
Tuttavia non era tipo da lasciar correre così facilmente, il Mizukage lo sapeva bene e il sorriso malizioso che tagliò il viso elegante di Takumi glielo confermò. Siccome non amava perdere, proprio come lui, il castano volle imporre a sua volta una condizione. Yūzora stava per chiedere di cosa si trattasse, quando si sentì stringere saldamente mentre la labbra del compagno si posavano voracemente sul suo collo, baciandolo e lappandolo avidamente, accompagnando il tutto con delle carezze possessive sulla nuca. Il Rosso sospirò piacevolmente a quelle attenzioni improvvise e avvolgenti, piegando il collo per lasciare più spazio al compagno, sorridendo divertito.


Baka… lo apostrofò, mentre si godeva quell’attimo che sugellava la loro promessa. Come se ci fosse bisogno di impormelo come condizione. Si strinse a lui, premendo sulla nuca del compagno, frizionando, piegandosi su di lui per vezzeggiarlo a sua volta sulla pelle sensibile e delicata del collo, prima di salire con una lappata fino al suo orecchio. Ma tutto a suo tempo. Gli sussurrò, palesemente divertito, sollevandosi in modo da poterlo vedere in viso. Non pensi che prima dovresti farmi vedere casa? Insomma…ho accettato di vivere qui con te, un giro mi sembra doveroso e opportuno. Abbassò le palpebre, affilando lo sguardo che si fece furbo come quello di una kitsune, quindi si abbassò su di lui baciandolo e mordicchiandogli il labbro inferiore, prima di insistere con un …No? mentre quel Poi sarò tuo, rimase inespresso e silenzioso ad aleggiare nell’aria tra i due.

view post Posted: 12/4/2024, 18:01     Yubikiri Genman 指切りげんまん - Dove Porta il Filo Rosso - Nel Villaggio

Capiva il desiderio di Takumi. Lo capiva dannatamente bene. Era qualcosa che nella sua fantasia aveva accarezzato tante, tante volte per poi ritrarre la mano, incapace di sostenere i contro che quel suo egoistico sogno avrebbe comportato. Conservandolo comunque lì, in un cantuccio, da dove lo tirava fuori ogni tanto per trovare conforto, per illudersi un po’, per dirsi quel “un giorno, forse…” che tanto bastava a farlo sentire meglio. Se chiudeva gli occhi poteva veder prendere forma quelle parole, quelle situazioni, quei momenti di vita quotidiana di cui sentiva troppo la mancanza. Cose semplici, nulla di così particolarmente ricercato, ma che sarebbero state sufficienti ad alleggerire il peso che gli gravava sulle spalle, nonché quello che avvertiva sul petto e che lo faceva sentire in colpa nei confronti del castano. E sarebbe bastato così poco per renderle reali…proprio lì, in quella magione meravigliosa di cui nessuno era a conoscenza tranne il suo sensei.
Quello che lo bloccava, infondo, era una pensiero insensato se confrontato a tutto il resto. Un piccolo puntello che impediva alla frana di scendere…Ma era fissato bene, piantato con forza nel terreno. Tuttavia ormai iniziava a cedere perché, sì, Takumi lo avrebbe protetto in ogni caso, sia che andassero a vivere assieme che no. Quindi era davvero sciocco continuare ad aggrapparsi a quella paura: il pericolo per il castano ci sarebbe stato in ogni caso. E sapeva benissimo che per lui sarebbe stato capace di fare follie.
Non era quello che voleva, ma era chiaro non potesse impedirglielo. Non sempre. Quindi se quel punto era inalterabile, la vera scelta qual era? Probabilmente se voleva mantenere, se non addirittura ampliare, la felicità dipinta sul viso del compagno in quel momento, oppure se aveva il coraggio di distruggerla per una mera incertezza personale.
Lo osservò ridere delle sue parole, mentre prendeva posto tra le sue braccia, a cavalcioni delle gambe, indugiando su quelle labbra incurvate in un sorriso che avrebbe sciolto il ghiaccio di uno Yuki, se avesse voluto. Ma invece era qualcosa che riservava unicamente a Yu, una piccola esclusiva di cui il Rosso era particolarmente geloso.
Non sapeva se fosse la luce della luna, ma quella sera Takumi gli sembrava particolarmente bello, splendido nel lucore notturno che dava maggior profondità al mistero contenuto in quegli occhi verdi. Mentre andava incontro a quella carezza come un gatto, lo osservò a lungo e attentamente. Lo sguardo del jonin scese sfiorando il suo profilo, il suo collo e la linea della spalla deturpata dalla cicatrice, prima di tornare su verso quelle labbra che tentarono di discolparsi, mentre riconfermavano semplicemente ciò che Yu aveva affermato poc’anzi.
Sorrise al gesto malizioso del compagno, quel lappargli sensuale le labbra sfiorandole leggero, facendosi desiderare e chiamandolo “Mizukage-sama” con quel tono.


Rivolti anche le mie stesse parole contro di me? Se lo ricordava bene cosa aveva detto durante il discorso fatto alla sua investitura. Lo sei eccome un criminale! Il mio criminale…ad essere precisi. Quello con cui avrebbe voluto passare il resto della sua vita. Sorrise a quel pensiero, rubandogli un bacio mentre gli circondava il collo con le braccia per arrivare facilmente ad accarezzargli la nuca. Fu un un’effusione volutamente lenta la sua, passionale, colma di tutte quelle parole non dette, quei discorsi troppo incasinati da fare, tanto che solo a voce non avrebbero mai reso abbastanza di ciò che realmente avrebbero voluto significare. Solo una volta che il bisogno d’aria fu insostenibile si allontanarono, senza realmente farlo. Yu rimase ancorato a lui, davvero molto vicino, abbastanza da sentire il suo respiro sulla pelle. …Quindi? Come hai spiegato la cosa a Fuyu-sensei?

Lo incalzò, curioso. D’altronde, che il castano fosse andato dallo Yuki a chiedere un favore era decisamente un evento più unico che raro. Il che sottolineava ulteriormente quanto ci tenesse a quella proposta. Al racconto della peripezia di Takumi non riuscì a fare a meno di ridere. Se li immaginava proprio quei due testoni uno davanti all’altro - uno più rigido dell’altro - a cercare di fare a chi ce l’aveva più lungo per poi trovare un punto di incontro non appena veniva fatto il suo nome. Inutile dire che avrebbe pagato oro a sacchi per assistere alla cosa di persona, ma anche raccontata dal castano era parecchio divertente. Abbastanza da farlo scoppiare a ridere come un ragazzino.

Ahahaha! Lo hai fatto sul serio? Kami, avrei voluto vedervi! Riesco ad immaginare il gelo nella stanza! Brrr… Rise e nel farlo si allontanò un poco dal compagno, staccando anche una mano dal suo collo per andare ad asciugare delle lacrime che minacciavano di scendere dal bordo dell’occhio. Aaaaah…Assistere alla scena sarebbe stato impagabile! Loro due, proprio loro due che riuscivano a capirsi era veramente da segnare sul calendario. Anche se, in effetti, doveva succedere prima o poi. Entrambi volevano il suo bene, era inevitabile. Come inevitabile era la sua risposta definitiva, giunti a questo punto.
Takumi stava aspettando, lusingandolo silenziosamente con lo sguardo che carezzava il suo corpo esposto. Paziente, consapevole dei suoi dubbi e rispettoso dei suoi tempi per scioglierli. Yu sorrise affettuosamente…era così dolce che nemmeno se ne rendeva conto. Gli posò una carezza sul viso, a mano piena, muovendo gentilmente il pollice per saggiare la pelle del compagno. Aveva deciso.


Va bene. Si espresse infine, sorridendo. Se sopravvivremo alla missione che ci attende, sarò ben felice di venire a vivere qui con te. Prima che Takumi potesse dire alcunchè, fece scivolare la mano lungo i suoi lineamenti posandogli l’indice sulle labbra. Ma ci sono due condizioni: la prima, come ho detto, è occuparci innanzitutto del compito che grava sulle nostre spalle e tornarne vivi; la seconda, invece, è che mi sia permesso di pagare metà di tutte le spese. Il che include il prezzo d’acquisto della casa, i costi di mantenimento futuri, bollette e tutto il resto. Vedendo che a quell’ultima condizione il castano stava per ribattere lo bloccò subito, premendo leggermente di più sulle sue labbra - ma senza fargli male - e avvicinandosi al suo viso. Vuoi che venga a vivere con te o da te, Harada Takumi? C’è una sottile differenza.

view post Posted: 12/4/2024, 17:59     +1Missione 2S/6A/2B | Zero - XV | Il Folle ed il Diavolo - Missioni

Chiudere quella missione e tornare a casa, insieme. A casa loro. Quella che Yu aveva accettato di condividere con lui solo una manciata di giorni prima, previo se fossero tornati sani e salvi da quel compito spinoso in cui erano imbrigliati. Sembrava quasi una vita fa quella proposta fatta nell’onsen della magione, mentre erano l’uno tra le braccia dell’altro coccolati dall’acqua calda della sorgente termale. E invece non era che qualche giorno…A separarli, però, un viaggio in nave, una traversata fino al Paese della Pietra per raggiungere Sukoshi dömu e, da lì, un’altra per arrivare a Yuki no Kuni. Domante? Tante. Risposte? Poche, se non nessuna. Una cadavere alle spalle. Non era proprio un bilancio incoraggiante, ma nemmeno uno dei peggiori che potessero capitare. D’altronde erano ancora ben distanti dal posto che avrebbero dovuto raggiungere per scoprire di più sul Libernio e coloro che lo richiedevano. Il Monastero del Sole, dove si trovavano, era stata una tappa fortunata e obbligatoria per riposare le membra e raccogliere qualche informazione. Ma, appunto, era solo una tappa. Sarebbero dovuti ripartire presto, non appena si fossero schiariti le idee. Per il momento sapevano solamente quale direzione prendere, ma era sempre meglio di nulla. Accontentarsi era importante, specie in situazioni intricate come quella. A dirla tutta, si sentiva già fin troppo fortunato ad avere Takumi accanto a sé in quel momento. Erano bastate due parole da parte sua per migliorare la sua visione delle cose. Una magia di cui solo il castano era capace. Si ritrovò a sorridergli sincero, rinfrancato dall’immagine che aveva richiamato alla sua mente: loro due assieme a casa a godersi quel po’ di intimità che altrimenti non riuscivano ad avere, ma anche semplicemente piccoli gesti quotidiani. Takumi che si alzava presto e iniziava a spignattare in cucina. Yu che andava a salutarlo per poi allenarsi nel dojo in attesa di poterlo raggiungere, fatta la doccia, e fare colazione assieme. Sciocchezze per molti, ma che per il Rosso erano importanti quanto l’aria. Il solo pensiero di concludere i propri obblighi di Mizukage e poter tornare a casa dal castano, gli dava sollievo. Non vedeva l’ora che tutto questo potesse essere reale, e avrebbe fatto di tutto per renderlo tale.
Quel
Sì. A casa nostra. gli uscì del tutto naturale, ricambiando lo sguardo del compagno in quel paesaggio innevato sul terrazzamento semi-deserto del monastero. Non c’era nessuno fuori, solo qualche monaco di guardia sulle mura più in là. Tanto che non si sentì proprio di rimproverare e bloccare all’istante Takumi quando gli accarezzò il viso, rinsaldando il concetto espresso dal Rosso con un “sì” sussurrato, per poi avvicinarsi alle sue labbra col chiaro intento di baciarlo. Chiamatelo momento di debolezza o puro egoismo, ma Yu non ne ebbe il cuore…Glielo avrebbe lasciato fare. Si sarebbero baciati lì, in mezzo alla candida neve, mentre il sole iniziava a tingerla dei riflessi del tramonto, se solo non fosse arrivato quel gufo.
Yu lo vide sfrecciare nel cielo, stagliandosi argenteo sullo sfondo ormai aranciato, diretto verso il monastero. I monaci posti di guardia sulle mura, lo additarono concitati e il Rosso…beh, il Rosso si maledisse mille volte.

Poggiò la mano sul petto di Takumi, frenando i suoi intenti.
Aspetta. Sta succedendo qualcosa. Lo avvisò. L’intera scena si era svolta alle spalle del castano, mentre il Mizukage aveva avuto un posto in prima fila. Gli fece un cenno con la testa, perché si voltasse a vedere, giusto in tempo per notare i monaci recuperare il gufo. Non poté trovarsi più d’accordo con le parole seccate del compagno in quel frangente. Sospirò a sua volta, rivolgendosi a Takumi con un sorriso di scusa. Credo sia meglio rientrare.

Una parte di sé diceva che era stata una fortuna che fosse andata così, non erano cose da farsi in missione. L’altra invece…stava calando una serie di improperi chiedendosi se non avrebbe potuto fare a meno di notare l’arrivo del volatile o, eventualmente, fottersene. Insomma, le solite seghe mentali per le quali Kurama si lamentava. E aveva pure ragione: ormai era andata, c’era poco da recriminare. Occasione persa.
L’importante ora era capire cosa stesse succedendo.
Fortunatamente non ci volle molto. Uno ad uno i componenti del loro sparuto gruppo si riunirono nella sala principale del monastero, tutti richiamati lì dalla stessa visione del gufo.
Un messaggero a dirla tutta che aveva riportato alla comunità religiosa di quel luogo delle notizie a dir poco inquietanti. Vergata con una calligrafia elegante e precisa, la lettera riportata da Bubo - questo il nome del Gufo - giungeva da uno degli informatori del monastero, un tale Pantegana, che raccontava di un gruppo di persone aggredite da “quelle maledette schifezze nere e viscide”, nella zona ad est dell’area industriale di Namisiu. Sembrava infatti, che all’alba tre di questi abomini fossero sbucati da un tombino della rete fognaria, accompagnati da un quarto decisamente diverso dagli altri. Era solido, ben sviluppato e con due teste. La banda di mostri dopo aver perlustrato la zona circostante aveva attaccato un gruppo di civili, uccidendone tre e lasciando ferita una donna, tutt’ora unica testimone dell’accaduto e in custodia presso l’informatore. Da lei era arrivato il resoconto riportato in quelle righe, assieme ad altre informazioni che sembravano stupire lo stesso Pantegana. Tra di esse il fatto che la gente del posto sembrasse vivere in simbiosi con tali creature e che fino a quel momento non ci fosse mai stato alcun incidente. Oltre a ciò veniva accennato anche il fatto che la donna sopravvissuta, prima di essere soccorsa dall’informatore, aveva denunciato l’infausto evento alle autorità della centrale di Namisiu, per vedersi cacciata via in malo modo.

Yu lesse quelle righe in silenzio, soffermandosi tanto sull’oggetto, quanto sul contenuto. Le sue sopracciglia si corrucciarono più volte, prima che sospirasse e passasse la missiva a chi dei suoi compagni non l’aveva ancora letta.
C’era una serie di coincidenze troppo pesanti per essere solo un caso nel racconto della ragazza. A partire dal fatto che fino a quel momento gli abomini avevano convissuto con gli abitanti in tutta tranquillità, per poi rivoltarsi contro di loro proprio adesso. Faceva davvero fatica a credere che fosse tutto una mera concomitanza di eventi…e se non lo era, l’unica cosa che poteva essere cambiata tanto da far mutare atteggiamento a quei mostri neri, era la loro presenza lì. Loro erano l’increspatura nell’acqua. E quello che veniva raccontato in quella missiva aveva tutta l’aria di essere un tappeto rosso.
Ma c’erano ancora parecchi punti fumosi nell’intera faccenda, primo tra tutti come facessero a sapere che erano lì in quel momento e che l’informazione sarebbe giunta alle loro orecchie. D’altronde, se il Kokage non fosse stato con loro, non si sarebbero nemmeno fermati al monastero, optando certamente per un altro luogo nel tentativo di cercare riparo. E anche se avessero saputo della presenza di Hideyoshi, dubitava che il suo legame con i monaci fosse di dominio pubblico. Si volse verso la guida del Suono per avere conferma.


Kokage-sama, perdonate la domanda...posso sapere chi è a conoscenza dei vostri rapporti con i Monaci del Sole?

Fortunatamente il canuto compagno di viaggio, non ebbe remore nello sciogliere i suoi dubbi. Di fatto sembrava che quella tra lui e il monastero in questione fosse una storia di lunga data, andata avanti a più riprese, ma che non esulava al di fuori degli Shinobi di Oto.
Quindi che rimaneva? Forse qualcuno aveva visto un gruppo di stranieri, riportando la cosa alle orecchie sbagliate, oppure il Tossico aveva un agente al monastero o, ancora, quelle creature, muovendosi nelle fogne, erano riuscite a scorgere il loro arrivo. Yu vagliò le sue idee, scartandole una ad una. A quanto dicevano i monaci, la rete fognaria non arrivava fin lì, si estendeva solo sotto Namisiu e periferia. Un informatore al monastero poteva esserci, ma francamente, senza conoscere i trascorsi col Kokage non vedeva una reale motivazione per infiltrare qualcuno tra i religiosi. L’unica ipotesi probabile era quella che vedeva arrivare la notizia di alcuni stranieri presenti alle miniere e poi giunti alla Neve. La mossa degli abomini e di chi li governava, poteva essersi fondata sulla speranza che il rifrangersi delle notizie avrebbe fatto arrivare a chi di dovere quello che doveva sapere, oppure semplicemente per verificare se quelle voci fossero vere o meno.
Come la si volesse mettere, erano attesi. Le creature erano in guardia. Si aspettavano un gruppo di tre o quattro uomini e oltre a questo…c’era lo strano comportamento delle autorità di Namisiu. Il modo in cui la sopravvissuta era stata trattata dalle autorità locali, lasciava intendere che fossero a conoscenza dei loschi traffici del Paese, ma che gli sia stato chiesto di insabbiare tutto. Quindi, in realtà, quello poteva anche non essere il primo caso in cui le creature attaccavano le persone, semplicemente degli altri incidenti non si era venuto a sapere niente, perché tutto era stato messo a tacere. Era possibile che questo fosse semplicemente il primo episodio in cui qualcuno era sopravvissuto.
Ovviamente erano tutte supposizioni. Nulla di concreto.
Ciò che era certo era che la donna fosse la loro migliore fonte di informazioni.


Penso che ci siamo fatti tutti la nostra idea in proposito. Quindi sono certo di non dire nulla di inaspettato se faccio presente che questa storia puzza chiaramente di trappola e che tutto fa pensare che il nemico ci stia aspettando. Osservò uno ad uno i presenti. Non so dirvi come…potrei farvi un elenco delle possibilità che mi sono venute in mente, ma non potrei darvi la certezza assoluta su quale sia quella più veritiera tra di esse. Partiamo quindi da questo presupposto: sanno che qualcuno c’è, ma non penso sappiano chi siamo, da dove veniamo e quale sia il nostro compito. Di questo era certo. Ci sarebbe voluta una spia tra gli altri livelli di Kiri per avere quelle informazioni e non lo riteneva assolutamente possibile. Siamo stati cauti fino adesso, abbiamo coperto bene le nostre tracce. Non ci resta che prendere coscienza della cosa e puntare all’obbiettivo. Indicò la lettera. Quella donna è la nostra migliore fonte di informazioni. Se siete d’accordo, prima di andare alla ricerca del luogo di stoccaggio del Libernio, raggiungerei l’informatore quanto prima. Il che significa partire domattina, mantenendo un basso profilo come sempre. Quindi l’opzione migliore era prendere la strada più lunga, girando attorno alla capitale. A tal proposito avrei una proposta. Se davvero sono arrivate voci circa degli stranieri a chiunque governi quegli abomini, dovrebbero parlare di tre o quattro uomini. Potrebbe essere anche per questo che la donna del gruppo assalito è stata lasciata in vita, oltre che per attirarci lì come falene sul fuoco. Quindi vorrei che almeno uno di noi si trasformasse in una ragazza. Se fosse capitato il peggio, forse in questo modo chiunque avesse l’aspetto di una donna se la sarebbe cavata. In tal senso non aveva molti dubbi su a chi dare questo compito. Nella fattispecie…tu, Yosuke. Gli occhi di Yu si posarono sul ragazzone; il genin non sembrava molto propenso all’idea, ma accettò ugualmente, forse rincuorato da Hideyoshi che avvisò che a sua volta avrebbe preso le sembianze serpentine, come aveva già fatto al villaggio di minatori. Molto bene! Takumi per favore, ti dispiacerebbe raccogliere qualche dettaglio utile dai monaci? Circa il loro informatore, il luogo in cui si trova e quant’altro ritieni conveniente. Inoltre sarebbe opportuno inviare un messaggio a..ehm…Pantegana, per avvisarlo dell’arrivo di alcuni ospiti.

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Le luci dell’alba videro i quattro lasciare il monastero…o, per meglio dire, i tre e il serpente. Fortunatamente i religiosi avevano fatto loro dono di mantelli pesanti per combattere il freddo pungente di Yuki no Kuni, così anche Hideyoshi, nascosto tra le vesti calorose di Yu, non avrebbe patito troppo per via del suo sangue freddo. O almeno il Mizukage pensava ne avrebbe sofferto…in realtà non aveva chiesto tutti i dettagli al Kokage. La cosa importante ora era raggiungere la loro meta. Dai dati che Takumi aveva raccolto dai monaci, avrebbero raggiunto la dimora del loro informatore in mezza giornata di cammino, prendendo la strada più cauta che girava attorno a Namisiu, senza quindi attraversare direttamente la tecnologica capitale. Un peccato…era curioso di vedere con i propri occhi le meraviglie di cui la Neve era tanto gelosa. Ma anche senza passare per il centro nevralgico del Paese, ebbero comunque la possibilità di vedere qualche esempio. A Nord di Namisiu, all’inizio della zona industriale, laddove le strade erano trapunte di bianca neve, c’erano alcuni tombini dove questa sembrava non attecchire affatto. Scoprirono presto perché. Di tanto in tanto da quelle chiuse, usciva un denso fumo bianco, probabilmente vapore, che andava a sciogliere la neve che altrimenti avrebbe coperto tutto. Strani tubi di rame uscivano dagli edifici per collegarsi ad una caldaia unica. Una specie di riscaldamento centralizzato forse? Non ne aveva idea, ma sicuramente quelle condutture erano calde! Avrebbe potuto cuocerci una bistecca…se solo non gli venisse la nausea ogni volta che pensava alla carne cotta da quella volta a Ishi no Kuni.
La casa di Pantegana era una di quelle abitazioni. Uguale alle altre, tanto che senza le accurate indicazioni dei monaci sarebbe stato impossibile individuarla. L’informatore era stato avvisato del loro arrivo, ma era comunque bene essere cauti.
Yu si calò per bene il cappuccio in testa. La pelliccia sul contorno dello stesso nascondeva quasi del tutto la sua chioma fulva. Se tutto era come aveva immaginato, ora si trovavano proprio dove il loro nemico voleva che fossero…il solo pensiero lo rendeva nervoso e irritabile. Ma Kurama era anche peggio di lui, lo sentiva brontolare nel fondo della sua anima, teso come il predatore che era. La cosa lo rinfrancò un po’.
Dopo essersi scambiato uno sguardo coi suoi compagni, bussò tre volte. Ci volle poco perché si sentissero dei passi oltre l’ingresso e, un attimo dopo, la porta si aprì di un poco. Al di là della stessa, un tizio mingherlino e basso, coperto da un cappotto di pelliccia come un bozzolo, tanto che l’unico dettaglio visibile degno di nota erano degli strani occhiali dalle lenti scure che impedivano di vedere dove stesse realmente guardando.


Ohayō gozaimasu…Lieti di conoscerla. Salutò, chinando brevemente il capo. Dovremmo essere stati annunciati, siamo gli ospiti che vengono dal Sole.

view post Posted: 2/4/2024, 20:02     Conto di Kyōmei Yūzora - Banca
- Stipendio Aprile -
    + 150 ryo Shinobi Jonin
    + 60 ryo Kage

    = 10.485 ryo
view post Posted: 2/4/2024, 20:01     Conto di Shura no Mahiru - Risparmi Liberi
- Stipendio Aprile -
    +100 Guadagni Liberi, Stipendio Genin (Medico)

    = 8800 ryo
view post Posted: 2/4/2024, 20:00     [∞] - Censimento - Censimenti
APRILE

CITAZIONE
Nome e cognome del personaggio: Kyōmei Yūzora
Rango: Jonin
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CITAZIONE
Nome e cognome del personaggio: Shura no Mahiru
Rango: Genin
Lavoro bonus: ///
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view post Posted: 31/3/2024, 08:55     Ciao a tutti! - Benvenuti
Benvenuto!
E Buona Pasqua già che ci siamo :asd:
view post Posted: 25/3/2024, 19:59     Un saluto a tutti/e - Benvenuti
Quoto il buon Rove!
Vieni a Kiri, ne abbiamo per tutti i gusti: pesci, biscotti... :ahsi:
view post Posted: 3/3/2024, 21:00     Conto di Kyōmei Yūzora - Banca
- Stipendio Marzo -
    + 150 ryo Shinobi Jonin
    + 60 ryo Kage

    = 10.275 ryo
view post Posted: 3/3/2024, 20:59     Conto di Shura no Mahiru - Risparmi Liberi
- Stipendio Marzo -
    +100 Guadagni Liberi, Stipendio Genin (Medico)

    = 8700 ryo
view post Posted: 3/3/2024, 20:58     [∞] - Censimento - Censimenti
MARZO

CITAZIONE
Nome e cognome del personaggio: Kyōmei Yūzora
Rango: Jonin
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CITAZIONE
Nome e cognome del personaggio: Shura no Mahiru
Rango: Genin
Lavoro bonus: ///
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