Posts written by ¬BloodyRose.

view post Posted: 25/4/2024, 17:51     Yubikiri Genman 指切りげんまん - Dove Porta il Filo Rosso - Nel Villaggio

Doveva ammettere a se stesso che sarebbe morto con piacere nell’ardente bramosia di quel bacio, trascinato lentamente nell’oblio dal dolce sapore delle sue labbra e avvolto dal calore divampante del corpo del compagno, divorato con passione a stento controllata. Era tutto dannatamente perfetto: l’acqua calda che li avvolgeva proteggendoli dal freddo pungente della sera, la volta celeste trapunta di stelle sulla cui tela scura spiccava in bellezza la luna, la fioca luce delle lanterne che rischiaravano appena l’ambiente con la loro luce soffusa, i loro corpi affamati a contatto.. mancava soltanto quel semplice ‘si’ e quel sogno in cui erano immersi sarebbe divenuto una realtà. Avrebbero vissuto momenti come quello tutte le volte di cui avrebbero avuto bisogno, lontani dai doveri e dagli occhi indiscreti di chi li avrebbe giudicati o usati per colpire meglio l’altro. Momenti in cui potevano essere semplicemente Harada Takumi e Kyōmei Yūzora, e non il Mizukage e il Consigliere di Guerra. Avevano bisogno entrambi di tutto questo. Di potersi vivere, amarsi liberamente senza dover estorcere tempo in momenti non propriamente consoni. Avrebbero continuato a farlo certamente (era dannatamente eccitante amarsi nel timore di essere scoperti), ma sarebbe stato del tutto diverso. Non sarebbe stato un bisogno represso che esplode per poter essere appena saziato e messo a tacere, ma un gioco di seduzione che sarebbe continuato lontano dalle mura dello studio, accrescendo il desiderio di entrambi nell’aspettativa di poterlo saziare.
Fingendosi suscettibile all’argomento - soltanto dopo aver raccontato com’erano andate le cose fra lui e il simpaticissimo Fuyu No Yuki - il castano mise su un broncio adorabile, non appena il compagno prese a ridere. Si. Vederli nella stessa stanza a scazzottarsi a parole e a fulminarsi con gli occhi per poi trovare un unico punto d’incontro nel Rosso sarebbe stato esilarante per chiunque, dato che erano notoriamente come l’acqua e l’olio.
Visto che mi è toccato fare..? borbottò, alimentando giustappunto quella risata che minacciava di far lacrimare il compagno, tanto che fu costretto a staccarsi e asciugarsi al bordo dell’occhio sinistro. Era di una bellezza disarmante e quel sorriso avrebbe potuto scacciare le tenebre più oscure, tanto era radioso. Si ritrovò a sciogliere quel finto broncio e a sorridere a sua volta, osservandolo rapito. Se avesse potuto, avrebbe scolpito ogni suo lineamento con lo sguardo e pennellato ogni colore assaggiandolo, toccandolo. Era semplicemente incredibile come un angelo di quella bellezza fosse caduto dal cielo per essere avvolto dalle sue braccia.

Scommetto che potete immaginare tutti come la sua espressione espresse un’emozione che solitamente non si vedeva sul suo viso, al fatidico ‘va bene’. Gioia, gratitudine, vittoria, senso di appartenenza.. tutte queste le emozioni che gli attraversarono gli occhi e gli illuminarono il volto, sciolto in un sorriso sincero e raro. Un bambo al quale avevano regalato la cosa più preziosa del mondo. Stava per dirgli che non se ne sarebbe pentito, che era felice come non lo era mai stato nella sua vita.. ma Yūzora aveva deciso di aggiungere delle postille, zittendolo dolcemente con un indice sulle labbra. Le condizioni erano semplici: sopravvivere al compito che li attendeva fuori dalle mura del villaggio - sarebbe venuto a vivere li solo dopo la missione che li attendeva da li a poche ore - e partecipare a tutte le spese dell’immobile, pregresse e non. Sulla prima non aveva nulla da obiettare, sarebbe stato un motivo in più per riportare entrambi a casa la pelle; sulla seconda invece..
Fece per obiettare. Non c’era assolutamente bisogno che partecipasse a quelle spese, aveva già pensato a tutto e non era necessario che spendesse i suoi risparmi per quello. Ma il Kyōmei si impuntò ancora, anticipandolo, spingendo maggiormente quel dito sulle sue labbra ancor prima che potessero dar fiato ai suoi pensieri. Dannazione.
E poi sarei io il criminale.. borbottò, allontanando dolcemente quel dito dalle labbra e osservandolo con sguardo sottile, magnetico. Sapeva che non l’avrebbe avuta vinta, non in quella disputa. Doveva accettare. E sia. Voglio che tu venga a vivere con me. sentenziò, salvo poi sorridere malizioso. Ma sappi che anche io ho le mie condizioni, Mizukage-sama. s’espresse, per poi stringerlo a sé gelosamente e assaggiare vorace il suo collo, baciandolo, lappandolo, accarezzandolo possessivo sulla nuca. QUELLE erano le sue condizioni. Lo voleva per sé, per sempre.

view post Posted: 14/4/2024, 14:28     +1Missione 2S/6A/2B | Zero - XV | Il Folle ed il Diavolo - Missioni

Non avrebbe dovuto cedere all’istinto, ma cosa poteva farci? In quel frangente - completamente fuori da ogni ragionevole conformità alla situazione stessa - ogni fibra del suo essere gli suggeriva di baciarlo lì, al solo cospetto del sole morente del tramonto che dolcemente carezzava un’ultima volta la distesa di neve sotto di loro. Una mossa assai pericolosa, lo sapeva perfettamente. Eppure il sorriso sincero del compagno, quel suo semplicissimo ma incisivo Si. A casa nostra., uscito dalle sue labbra con una determinazione disarmante, aveva punzecchiato le corde della sua anima in una maniera tale che, soltanto a ripensarci, gli correvano dei piacevoli brividi lungo la spina dorsale. Per quanto ne potevano sapere, quella poteva essere la loro ultima occasione. Erano impelagati in una missione suicida con lo scopo di ritrovare non soltanto l’uomo che aveva tradito il segreto di Kurama ma anche i cimeli che mai avrebbero dovuto abbandonare la Nebbia, a un passo (se consideriamo la distanza oramai percorsa nei lunghi giorni di viaggio precedenti) dal luogo in cui avrebbero potuto scoprire di più sul dannatissimo Libernio e su chi vi aveva messo le mani, eppure erano ancora dannatamente lontani dall’obiettivo. Distante quindi era il giorno in cui avrebbero potuto tornare a casa, vivere insieme come da promessa del Rosso.. e purtroppo non era nemmeno sicuro avrebbero potuto coronare quel sogno, considerata la pericolosità della questione. Ma a quella speranza di poter vivere giorno dopo giorno con la persona che amava si era aggrappato con le unghie e con i denti, giurando a se stesso che sarebbero tornati sani e salvi o che sarebbe morto li, sozzando la neve del colore scarlatto del sacrificio.
Sorrise, accarezzandogli il viso gelido per via delle sferzate con appena un accenno di insicurezza, lasciandosi catturare dai suoi occhi e dalle sue labbra che ardentemente lo supplicavano. Si ritrovò a rimarcare le parole del compagno con uno spontaneo
Si.. prima di cedere definitivamente all’istinto, avvicinando le proprie per baciarlo. Solo un bacio, poi tutto sarebbe tornato come sempre. Potevano permetterselo quel fugace attimo di passione, nella desolazione del terrazzamento. Yūzora doveva essere del suo stesso avviso, perché non pareva avere intenzione di troncare il suo intento. Ma si sa che il tempismo è una prostituta e che non sempre le cose vanno come ci si aspetta.
Appena prima che potesse toccare le sue labbra con le proprie si sentì allontanare con una mano sul petto. Stupito da quell’improvviso cambio di rotta e allarmato dalle parole del compagno, si volse verso la scena che con un cenno gli aveva indicato e maledisse interiormente tutti. Proprio adesso doveva planare sopra le loro teste quel fottutissimo gufo? Sospirò, corrucciando la fronte per il malumore. Dovevano rientrare e scoprire cosa stava accadendo, per quale motivo vi fosse quella concitazione.
Spero ci sia un valido motivo, altrimenti uccido qualcuno. commentò a denti stretti, seguendolo poi in silenzio. Non stava scherzando.

Si ritrovarono tutti riuniti nella sala principale del monastero, quando la lettera venne consegnata dai monaci nelle mani del Mizukage. Taciturno e parecchio risentito (non certo nei confronti del compagno) per l’interruzione forzata di pochi minuti prima, con le braccia incrociate al petto, prese ad osservarlo attentamente, provando a scorgere nel modellarsi dei suoi lineamenti durante la lettura qualcosa. Quello che riuscì a scorgere, pur essendo stato bravo il Kyomei a celare le sue emozioni, non gli piacque. Ebbe conferma dei suoi sospetti quando la missiva arrivò nelle sue mani. Stando a quanto riportato fra le righe inchiostrate della pergamena, uno degli informatori del monastero stesso - un tale che si firmava Pantegana - riferiva di un attacco di quegli abomini di cui avevano sentito tanto parlare a un gruppo sparuto formato da tre uomini e una donna. Era avvenuto nella zona est dell’area industriale di Namisiu, laddove avrebbero dovuto recarsi loro stessi. La cosa curiosa non era soltanto il fatto che le creature (capitanate da quella che, leggendo, il castano aveva avuto la sensazione potesse essere quella denominata l’Averla) avevano sfruttato la rete fognaria per aggredire quella povera gente, ma che soltanto i tre uomini era morti e la quarta vittima, la donna sopravvissuta, era stata pure malamente cacciata dalle autorità una volta denunciato il fatto. Ebbe un fremito. Sapevano che si stavano muovendo e avevano attaccato le persone sbagliate? Come avevano potuto scoprirlo? Passò la lettera al Kokage perché ne potesse leggere il contenuto di sua sponte, senza emettere fiato. L’unica era che si erano accorti del cadavere di Ushijima e della sparizione improvvisa dei tre minatori. Speravano di fare arrivare la notizia fino a loro per farli desistere o li stavano invitando a cena, stendendo un bel tappeto rosso per il loro arrivo? Entrambe potevano essere piste plausibili. Quello che era certo è che nessuno conosceva i loro veri volti e nessuno sapeva che erano in quattro: l’effetto sorpresa, per quanto mandato a meretrici dall’allerta del nemico, poteva ancora essere sfruttato contro di loro, seppure per vie traverse. Si morse le labbra nervoso, passandosi una mano fra i capelli. Era convinto che avessero preso tutte le precauzioni del caso, ma evidentemente non erano bastate. Che cosa aveva sbagliato? Cosa avrebbero potuto fare diversamente da quello che avevano fatto per rimanere nel totale anonimato? Domande le cui risposte non erano né immediate né scontate, ma che sicuramente in quel momento erano futili. Dovevano pensare al da farsi.
A prendere la parola per primo e illustrare la situazione, suggerendo come procedere, fu ovviamente il Kyōmei che, come sempre, espresse in concetti chiari tutto quello che era frullato nella mente anche a lui. La migliore pista che avevano era la sopravvissuta all’assalto e confrontarsi con lei prima di raggiungere la sede di stoccaggio del Libernio sarebbe stata la mosse giusta, anche solo per comprendere meglio con chi avessero a che fare. L’unico modo per far questo era contattare Pantegana e raggiungerlo al più presto, mantenendo il loro solito basso profilo. Gli occhi caddero inevitabilmente su Isao/Yosuke, non esattamente propenso a seguire il consiglio di trasformarsi in una donna per maggiore sicurezza.
Preferisci morire? s’intromise, gelido come il filo di una lama. Sanno che tre uomini gli stanno per bussare alla porta, seppure non credo sappiano chi siamo e che aspetto abbiamo. Molto probabilmente ci attaccheranno a vista senza darci il beneficio del dubbio, se ci muoviamo in gruppo senza una donna. concluse, supportando la tesi del Mizukage forse in maniera troppo brusca ma necessaria a mettere le cose in chiaro. Fortunatamente il genin si convinse, supportato anche dall’intento del Kokage di trasformarsi nuovamente in un serpente e nascondersi fra le loro vesti per non destare ulteriori sospetti. Era deciso dunque. La direzione era stata tracciata.
Ryōkai. rispose deciso all’ordine del suo Yūzora, congedandosi da lui con un accenno di inchino per procedere a fare quello che gli era stato richiesto.


Divider


Partirono all’alba del giorno dopo, avvolti da pesanti mantelli di calda pelliccia in grado sia di camuffarli e confonderli con la popolazione del luogo sia di tenerli al caldo dal gelo che sferzava quelle lande. Avrebbero preso la via meno diretta per raggiungere l’informatore del monastero, evitando di passare per le vie della capitale tecnologica. Ci avrebbero impiegato una mezza giornata. Non disse nulla sul fatto che il Kokage, trasformato in serpente, sostasse fra le vesti di Yūzora - cosa che obiettivamente gli dava particolarmente fastidio - e non schernì per nulla Isao/Yosuke come avrebbe fatto in diverse circostanze. Era ancora assorto nei suoi pensieri mentre affondava i piedi nella neve fresca, avanzando un passo alla volta verso il successo della loro missione o verso la loro più totale disfatta. Non si sentiva di sbilanciarsi, non ancora. La partita non aveva ancora segnato nessun punto per nessuno, anche perché le pedine sul tavolo erano appena state mosse. Sospirò, generando una bella condensa di fronte alle sue labbra. Si augurava che la donna sopravvissuta con cui li avrebbe messi in contatto Pantegana potesse fornire loro dettagli importanti, una sorta di chiave di volta che avesse il potere di potar loro un vantaggio - seppur blando - sui nemici a tutt’oggi imperscrutabili che si ritrovavano ad affrontare. E poi c’era la questione dell’Averla. Qualcosa gli diceva che quell’essere mostruoso potesse essere il Kobayashi, o quel che ne restava almeno. Matatabi fremeva all’idea di uno scontro diretto con lui, poiché sapeva che la collera del suo tramite nei suoi confronti era profonda e questo gli avrebbe garantito di potersi sbizzarrire e di dar sfogo a tutta la sua superiorità.
Arrivarono a destinazione e un tipetto mingherlino, basso, avvolto da un cappotto di pelliccia simile al loro, e con spessi occhiali scuri a celarne lo sguardo aprì alla porta dopo tre colpi. Rimanendo in silenzio ascoltò il Mizukage presentarli all’informatore, in attesa di essere accolti dentro.

view post Posted: 6/4/2024, 15:32     Yubikiri Genman 指切りげんまん - Dove Porta il Filo Rosso - Nel Villaggio

Quelle parole, lasciate sospese, non erano passate inosservate. Sapeva perfettamente che Yūzora non avesse la minima intenzione di permettergli di sacrificarsi per lui, e non certo per il mero orgoglio o per il bisogno spasmodico di dimostrare qualcosa. Avevano semplicemente bisogno l’uno dell’altro, come ossigeno nei polmoni. Anche solo pensare di potersi separare per una qualsiasi ragione - e in maniera maggiormente critica nel caso in cui uno dei due fosse venuto a mancare - era una pugnalata a carne viva, uno strazio senza fine che avrebbe fatto impallidire l’inferno stesso, che sarebbe parso un parco divertimenti a confronto. Lo comprendeva. Valeva lo stesso per il castano. Ma al contempo non poteva permettere che qualcuno glie lo portasse via. Egoisticamente, preferiva passare a miglior vita piuttosto che viverla senza il Kyōmei al suo fianco. D’altro canto non si permise di gettare ulteriore benzina su quel fuoco pericoloso, che prospettava eventi futuri nefasti. Cambiò discorso. Non voleva che ci rimuginasse troppo.
Incalzarlo era un diletto, così come lo era baciare le sue labbra e avvertire la tensione sciogliersi man mano che la lussuria si impadroniva dei loro pensieri. Quello che gli disse era una confessione a cuore aperto, un bisogno che per lungo tempo lo aveva carezzato. Aveva bisogno di averlo al suo fianco giorno dopo giorno, di viverlo fuori dalle quattro mura del palazzo del Mizukage che era diventata la prigione dove la loro passione poteva esprimersi solo in maniera clandestina. Senza contare che sarebbero stati tutti al sicuro, se avesse accettato. Non avendo intenzione di vivere a palazzo, lasciare la casa di Kai e dei suoi fratelli avrebbe posto in maggiore sicurezza l’intero nucleo famigliare senza contare che sarebbe stato protetto 24 ore su 24 dal castano, oltre che da Kurama.
Non poté non ridacchiare alla domanda retorica, mentre lo accoglieva fra le sue braccia. Non aveva ancora detto quel ‘si’ che tanto agognava, ma adesso sembrava leggermente più aperto all’idea. Questo lo rallegrava.
Direi proprio di no.. rise. E’ un trattamento speciale, solo per te. e lo accarezzò ancora, sul viso, lasciandogli tutto il tempo di osservarlo, di divorarlo con lo sguardo. Gli piaceva. E non sono un criminale. fece spallucce, ridacchiando ancora, prima di lappare sensuale le sue labbra, con la punta della lingua, da sotto in su, sfiorandole appena. Non puoi certo vietarmi di essere me stesso, Mizukage-sama. ribatté con una nota di sensualità nel tono della voce. Si. Era proprio un criminale!
Gli ho semplicemente detto che dovevo cercare una casa appartata, sconosciuta ai più. cominciò a spiegare, rendendolo partecipe di quella peripezia. Mi ha chiesto a cosa mi servisse, ovviamente. Credo di avergli risposto come prima cosa di farsi i cazzi suoi. rise. Glie lo aveva proprio detto. Poi ho fatto il tuo nome, e li ha ceduto.. a patto di proteggerti da qualsiasi pericolo. Li non è stato difficile dare la mia parola, ovviamente.. e detto questo, rimase a osservarlo, beandosi della sua bellezza inaudita sotto il bacio della luna e la luce soffusa delle lanterne.



Devo riprendere un po’ la mano, non scrivo da boh..


Edited by ¬BloodyRose. - 12/4/2024, 18:10
view post Posted: 6/4/2024, 13:38     Conto di Harada Takumi - Banca
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view post Posted: 6/4/2024, 13:34     [∞] - Censimento - Censimenti
APRILE

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CITAZIONE
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view post Posted: 15/3/2024, 12:10     Conto di Harada Takumi - Banca
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view post Posted: 15/3/2024, 12:09     Conto di Setsuna Hyuga - Banca
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view post Posted: 15/3/2024, 12:07     [∞] - Censimento - Censimenti
MARZO

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CITAZIONE
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view post Posted: 2/2/2024, 18:33     Conto di Harada Takumi - Banca
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view post Posted: 2/2/2024, 18:32     Conto di Setsuna Hyuga - Banca
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FEBBRAIO

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view post Posted: 28/1/2024, 20:37     Yubikiri Genman 指切りげんまん - Dove Porta il Filo Rosso - Nel Villaggio

Nonostante avesse personalmente riscontrato una notevole difficoltà nel soprassedere al nodo che minacciava di formarglisi in gola nel tentativo di impedirgli di aprire totalmente la sua anima, era riuscito a sganciare la bomba. Finalmente era riuscito a chiedergli di vivere con lui, pregandolo di restare al suo fianco e di non andare mai più via. La maledetta speranza, sua acerrima nemica, foriera di delusioni cocenti, attivò immediatamente i suoi meccanismi facendogli palpitare il cuore in attesa di una semplice approvazione che, in fin dei conti, avrebbe potuto non giungere a destinazione per svariate motivazioni. Motivazioni, queste ultime, a cui aveva posto in essere delle contromisure ma che, fino a prova contraria, non gli garantivano il successo assoluto. Tutto era nelle mani di colui al quale aveva aperto spregiudicatamente il suo cuore, che sapeva per certo avrebbe tentennato in un primo acchito. Lo conosceva troppo bene e fu facile per il castano scorgere nelle espressioni del Kyōmei l’iniziale sorpresa, la gioia susseguente e infine le scure nuvole del dubbio offuscare tutto quanto vi era di buono in quella proposta. Non era mai stato di pancia quando si trattava di questioni importanti; non poteva esserlo in quanto vi era oggettivamente molto in ballo. Lo comprendeva. Eppure vederlo tribolare in quella maniera non fu per nulla facile da incassare. Faceva male, perché la speranza - quella gran prostituta - aveva attecchito bene, creando delle aspettative che potevano benissimo essere disattese. Com’è che si dice? Chi vola troppo in alto corre il rischio di schiantarsi e fare più rumore? Una cosa del genere, forse..
Trattenne il fiato, mantenendo però saldo lo sguardo sul compagno dubbioso, senza mai lasciare la presa sulle sue mani - quasi a volerlo rassicurare della sua presenza. Gli permise di ragionare mantenendo un religioso silenzio, esprimere tutti i concetti che riteneva opportuno far uscire per far luce nella sua mente. Abbozzò un tiepido sorriso, quando il Rosso si confutò da solo. Doveva essersi accorto lui stesso perché dopo quella ammutolì per qualche secondo, per poi sollevare lo sguardo al cielo in cerca di risposte. Takumi lo seguì con lo sguardo, rimirando le stesse stelle stagliate nel firmamento pennellato dell’oscurità della notte, per poi tornare ad osservare il suo Mizukage, non appena espresse quel balsamico ‘sarebbe bello’ che ebbe l’effetto di fargli mancare un battito. Kyōmei Yūzora VOLEVA stare con lui, in quella casa. Sarebbe stato tutto molto più semplice se non avesse ottenuto la carica più alta e pericolosa del villaggio, perché sostanzialmente - per sua stessa ammissione - quello che lo impensieriva maggiormente era il tema dalle sicurezza. Sospirò, quasi sollevato all’idea di dover fugare soltanto quel dubbio. Incrociò nuovamente il suo sguardo, specchiandosi nei suoi occhi chiari mentre lo avvertiva ancorarsi maggiormente alle sue mani, cercando in lui un’ancora di salvezza in quel turbinio di quesiti e problemi.

Sorrise. Uno di quei sorrisi sinceri e rassicuranti che solo con lui potevano esprimersi liberamente. Lentamente fece scivolare via la sinistra da quell’intreccio di mani per poterlo nuovamente carezzare in viso.
Il mio posto è con te, Kyōmei Yūzora; non importa quanto pericoloso possa essere. disse, scendendo con la carezza fino alle sue labbra, sfiorandole appena con i polpastrelli. Sfiderei tutti i demoni dell’inferno per proteggerti. proseguì, dando enfasi alle sue parole con una serietà e un trasporto disarmante. Doveva essergli chiaro che anche non vivendo sotto lo stesso tetto per lui avrebbe rischiato tutto, per scelta e non per imposizione, perché, per quanto ancora fosse restio ad ammetterlo, lo amava con ogni fibra del suo essere. Ah.. per la cronaca.. nessuno sa che ho comprato casa qui, eccetto il simpaticissimo ghiacciolo formato karkadè che chiami sensei. Nessuno. Né gli ANBU, né i tuoi fratelli, né Eichiro o Tanaka-san.. tutti all’oscuro. tenne a precisare ulteriormente, per fargli notare che aveva pensato proprio a tutto per la sua e la loro sicurezza, finanche a scendere a compromessi con se stesso e chiedere aiuto e consiglio all’impomatato Fuyu No Yuki (che era certo lo avrebbe aiutato nell’impresa soltanto per il bene di Yūzora). Voglio averti qui tutte le notti, Yu; accarezzarti al mattino e sapere che per quanto lunghe siano le giornate, è qui che ti ritroverò.. ribadì dolcemente, non prima di avergli strappato un altro bacio, lento, passionale, di quelli che solitamente avevano il potere di far agitare le farfalle nello stomaco. Ce la stava mettendo proprio tutta per rassicurarlo e non avrebbe mollato la presa fino a quando non avesse ottenuto quel semplicissimo ma maledetto si.



CITAZIONE
#takumicriminale
view post Posted: 9/1/2024, 09:19     Conto di Harada Takumi - Banca
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view post Posted: 9/1/2024, 09:17     Conto di Setsuna Hyuga - Banca
- Stipendio Gennaio -
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