Missione Galatea Shishi & Kisuke Momochi

Livello B

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    Missione Galatea Shishi & Kisuke Momochi
    Missione a Servizio di:Kirigakure No Sato
    Livello:B
    Esecutori della Missione:Galatea Shishi & Kisuke Momochi
    Luogo d'Incontro:Cancello Nord di Kirigakure no Sato
    Appuntamento Ore:10.00
    In virtù dei frequentissimi approdi di Mukenin nelle zone di Mitsu abbiamo scoperto che il primo cittadino sta ultimamente chiudendo un occhio di troppo per tirare più acqua al proprio mulino. Ciò significa che sta permettendo ai Mukenin pian piano d'inglobare Mitsu nelle loro terre, ciò è ovviamente inaccettabile. La vostra missione è di infiltrarvi a Mitsu ed uccidere il primo cittadino, che molto probabilmente avrà una scorta al suo servizio; due Mukenin.
    Buona Fortuna.


    Inizia Basil
     
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    parlato Galatea | telepatia Galatea | pensato Galatea
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    parlato Kisuke
    telepatia evocazioni
    parlato Agave
    parlato altri


    Ma che due coglioni! Ancora Mitsu? Aveva giusto sbirciato il contenuto del rotolo consegnatole una decina di minuti prima, quando ormai camminava sul sentiero solitario e deserto che conduceva a casa sua. Casa Shishi, per meglio dire. Aveva capito che fosse una missione d'assassinio, la prima di quel genere per la kunoichi, che aveva all'attivo una lunga serie di catture, in cui, se ci era scappato il morto, era solo per la circostanza e non per obiettivi veri e propri da raggiungere. Era stato proprio poco tempo prima che aveva fatto l'amara conoscenza diretta della morte, a Shimayama, quando si era ritrovata più per caso che per volontà con l'Omoikarui conficcata nel collo di una sentinella. Stavolta nessuna premura, invece: la vita che cercavano non era da incatenare e riportare indietro, ma da giustiziare. Aveva capito, soprattutto, che ancora una volta avrebbe dovuto agire a Mitsu, quella cittadina portuale dei paesi neutri a nord-est di Kirigakure che sembrava un crogiolo di attività illegali di ogni sorta. Ci ho fatto l'abbonamento ormai... Era in effetti la terza volta che veniva impiegata in quei lidi: un'associazione illegale da scovare, che aveva trovato aver interessi mafiosi ben inseriti proprio a Mitsu; un'associazione illegale da smantellare, nei pressi della città; ora un sindaco da eliminare, perché sembrava particolarmente compiacente con tutte quelle attività illegali che gli brulicavano intorno. Fosse un compito immediato almeno: come al solito farabutti del genere avevano puntualmente qualche fetente sempre intorno a protegger loro le regali terga, due Mukenin di un certo tenore per giustificare la classificazione di quella specifica missione. Bah, chissà se facendo fuori questo tipo si sistemano un po' di cose e la smettono di mandarmi a mettere pezze qua e là a Mitsu... A casa trovò solo la madre, come si aspettava. Poggiò le chiavi sul tavolo della sala e la raggiunse in cucina. Ma' si presentò, per non spaventarla con un'apparizione improvvisa.
    Ohi Tea. Come mai qui? Hai dimenticato altro da prendere?
    No, non mi pare. Sono venuta ad avvisare che domani parto in missione.
    Ah, capisco. Stai attenta e non ridurti come l'ultima volta la riprese Agave. Stai andando da Kisuke?
    Sì, vado da lui. E' lui il compagno di missione aggiunse, come se quella specifica dovesse rassicurare la madre sulla sua sicurezza personale.
    Magnifico! Ultimamente sempre insieme pure in missione eh?
    Pare.
    Immagino non ti dispiaccia. E... vai così? la squadrò, come se fosse interamente nuda.
    Così come? Galatea allargò le braccia e studiò il proprio abbigliamento, ricercandovi quella stranezza che la madre notava ma a lei sfuggiva.
    Senza equipaggiamento o armi o gilet...
    Quello è già tutto da Kisuke. Comunque vado, stammi bene la baciò sulla guancia, lasciandovi stampata per qualche istante la sagoma della proprie labbra. Ah, lascio le chiavi di casa sul tavolo.
    E perché?
    Beh, ecco, non mi pare il caso di tenerle e...
    E se dovessero servire per emergenza che fai? Stai di fuori? Ignorando le proteste della figlia, che si ritrovò ad essere trascinata e spintonata senza cerimonie verso il salotto, Agave le ficcò le chiavi in tasca e la lasciò andare, quasi la costrinse ad andare, ricordandole che c'era un ragazzo, un bel ragazzo a detta proprio della figlia, ad attenderla, in pensiero per lei magari. Ma guarda tu... è proprio incorreggibile, non cambia mai... Si diresse infine verso la zona Sud del Villaggio, verso casa, la vera casa, riprendendo in mano la missiva e controllando tutti i particolari del caso. Cercava soprattutto la conferma che fosse proprio il Momochi il suo compagno anche per quella volta, come se temesse di aver mal interpretato le parole della Mizukage. Avrei preferito stare a casa con lui notò mentalmente, arrivata al punto in cui il suo nome era affiancato ai kanji del nome del suo fidanzato. Ma sempre meglio una missione insieme che missioni divise e stare lontani. Dopo un periodo, per quanto breve, in cui erano stati davvero separati, lui in missione e lei occupata con le proprie cose, anche l'occasione di stare in compagnia ma impegnati in missione era comunque un notevole passo avanti, per lei che non si sarebbe mai voluta staccare da lui. Tsk, e ci consigliano pure un punto d'incontro rise mentalmente Galatea. Come se non fossimo abbastanza intimi da poterci vedere ben prima... Chissà se hanno già avvertito pure lui. Potevano anche chiamarci insieme. Magari non lo sa e posso fargli un bello scherzetto... Riavvolse su se stesso il rotolo e lo infilò in una tasca della casacca, accelerando il passo, quasi correndo per le strade velate di nebbiolina timida e pacata. Arrivò davanti la porta di casa Momochi e bussò a ripetizione, quasi avesse una tremenda fretta. In effetti aveva fretta di buttarsi tra le braccia del suo uomo.
    Momochi! Mooomochiii! lo richiamò attraversò il battente in legno, come se i colpi ripetuti non fossero sufficienti a richiamare la sua attenzione. Assunse anche un atteggiamento indispettito, per l'attesa lì, in strada, con la frase già pronta da dire per quando avesse aperto la porta, anche se già sentiva il classico sorriso tirargli verso l'alto gli angoli della bocca e rovinare del tutto la scenetta che aveva messo su. Avrei una missione da compiere. Non vorrai tenermi sequestrato tutto l'equipaggiamento e lasciarmi andare così come sono ora! Parlò, ma in realtà rideva già alla vista del ragazzo, sgusciando subito dopo verso di lui.

    Stato
    ChakraFisicoMentale
    115/115ottimaleottimale
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (4/4)Torcia luminosa
    Senbon (20/20)Radiolina
    Palla Gelo (5/5)Cimice (3/3)
    Cartabomba (5/5)Filo Metallico (10m)
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    Rotolo MinoreBastone del Monacoin borsa
    Rotolo MaggioreKusarigamaNon indossato
    FoderoOmoikaruiNon indossato
    Tasca SupplementareKunai di Kiri (1/1)Non indossata
    AbbigliamentoParabracciaNon indossati
    AbbigliamentoParastinchiNon indossati

    Gilet Kiri
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (10/10)Olio Infiammabile (2/2)
    ------
    Note- Coprifronte legato al collo.
    - Due palle gelo legate ad altrettanti kunai.
    - Due cartebomba legate ad altrettanti kunai.
     
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    "Questi primi cittadini sono sempre i soliti" pensò il kiriano, richiudendo su se stessa la pergamena con la missione. Compito particolare, forse, quello che gli era stato assegnato, o così almeno sarebbe stato visto dagli occhi di Galatea. Kisuke già più di una volta aveva affrontato missioni simili, con un obiettivo del genere, e già altre volte aveva avuto a che fare con i primi cittadini, sindaci di cittadine neutre, che parevano riservare tutti l'abitudine di affidarsi ai Mukenin anzi che assoldare o richiedere elementi provenienti dalle forze regolari. Molto probabilmente il buon rapporto qualità prezzo facevano scordare a tali elementi l'importanza dei fattori legalità e sicurezza. Anche per il primo cittadino di Yuge molto probabilmente l'appoggio di un Mukenin aveva fatto più comodo di quello di un regolare, anche se in quel caso lì, il Mukenin aveva stretto un accordo quasi di simbiosi con il sindaco e viveva quindi nella cittadina, nascosto e coperto dall'autorità del sindaco stesso a patto che occupasse poi la posizione di adesso alla difesa e proteggesse dunque la cittadina e la gente che ci viveva. Lui e Galatea, stavolta, non sapevano però come fosse ancora la situazione a Mitsu, per quanto nella stessa isola ci fossero stati insieme nemmeno una dozzina di giorni prima, portando a termine la missione riguardo la Brigata Nera. Avevano perlopiù trascorso il loro tempo per la gran parte nel territorio della regione, ma nella cittadina vera e propria ci avevano trascorso solo una notte, quella prima del rientro. "Sembra che non ci siano particolari vincoli riguardo la missione, non chiedono l'anonimato ed al tempo stesso non ci chiedono di far capire il messaggio: abbiamo libera scelta d'azione" si disse, ed era proprio ciò che lui preferiva, come supponeva chiunque, giacché consentiva appunto di agire nel migliore dei modi in relazione ai propri mezzi adattandosi a qualsivoglia situazione ci si trovi ad incappare. Kisuke poggiò su un mobiletto lì vicino la pergamena con la missiva e le istruzioni per la missione, per quanto misere. Le ante dell'armadio spalancate, un cassetto interno aperto, Kisuke rovistava in cerca di uno dei suoi tanti completi d'abiti. Stava raccattando tutti i vari indumenti principali che avrebbero composto il suo completo, ovvero maglia nera a collo alto, pantaloni neri larghi, giubba grigio scuro con cerniera e bande di tessuto marrone che sarebbero andati a coprire le gambe. Quando poi si spostò alla scarpiera per prendere un paio di scarpe - del modello solito - udì qualcuno alla soglia di casa. «Momochi! Mooomochiii!» Kisuke udì provenire dall'esterno, accompagnato da un bussare prepotente e continui, ma quella voce la conosceva. "Ma che scema..." pensò, sospirando, lasciandosi sfuggire un sorriso mentre si avviava ad aprire. "E pensare che le ho anche dato una copia delle chiavi di casa. È proprio incorreggibile" si disse, andando ad aprire la porta. Quando aprì, sulla soglia vi notò lei in tutto il suo splendore, un sorriso smagliante e uno sguardo tanto sereno e felice quanto seducente al tempo stesso e un fisico talmente formoso e sensuale da far eccitare Kisuke al solo sguardo prolungato, un fisico che gli si butto addossò e si avvinghiò, abbracciandolo. «Avrei una missione da compiere. Non vorrai tenermi sequestrato tutto l'equipaggiamento e lasciarmi andare così come sono ora!» Era una pessima attrice in certe situazioni, dato che teneva sul volto un sorriso a trentadue denti e ridacchiava.
    «Oh sìììì! Sì che ne ho l'intenzione, sei una bambina cattiva, molto cattiva» le disse mentre la stringeva a sé con il braccio destro cingendola sulle spalle, baciandole poi il collo a profusione sulla parte sinistra, sonoramente e con il braccio sinistro infine cingerla poco sopra il sedere. «Forza entra, scema di una leonessa» le disse, lasciandola andare e assestandole una sonora sculacciata. «Le chiavi dove le hai lasciate? Nascoste nelle mutandine e devo venire a scovarle io?» le chiese, ilare, facendo cenno d'avanzare, quindi richiuse la porta. Si portò nuovamente nella camera da letto, completando il suo lavoro lasciato precedentemente a metà, quindi prese gli indumenti e li portò nel piano interrato, dovei poi prese a selezionare tutto il proprio equipaggiamento, controllandolo con cura e perizia e sistemando ogni singolo pezzo ai suoi occhi risultasse imperfetto e non in stato ottimale per essere portato in missione l'indomani, in modo da dover solo prendere tutto e partire insieme a Galatea, che così come Kisuke si sarebbe dovuta preparare il tutto per l'indomani. Sì, l'indomani mattina, ma per quest'oggi, una volta terminati i preparativi, aspettava loro un'intera sera e cena insieme, nonché una notte di fuoco dove Kisuke avrebbe trascinato Galatea, ma solo per le prime battute, giacché il kiriano sapeva sarebbe stata poi anche lei a condurre le danze, una volta - ovvero quasi istantaneamente alla presa d’iniziativa da parte di lui - capito quale fosse la danza.

    KisukeMomochiSPOILER
    ChakraFisicoMentale
    195- Ottimo;- Ottimo;
    Tripla Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (10)Fili Metallici (30m)
    Senbon (19)Fili Metallici (10m)
    Cartabomba (5)Telescopio
    Cartabomba Fasulla (4)Pillole del Soldato (3)
    Makibishi (24)Kit Grimaldelli
    Pupazzi Esplosivi (3)Veleno Debole (2)
    Cartabomba (5)Occhio Cibernetico
    N/ACimice (3)
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    Tasca Sup.Kunai di Kiri(2)
    Taschino Sup.Flauto DemoniacoSpalla
    Fodero MinoreSpada CortaLombare
    FasciaOmbrello Compl.Schiena
    CustodiaOttavaCintura
    AbbigliamentoCoprinaso BendeIndossato
    AbbigliamentoProtezione CuoioIndossata
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoAnello ReiPollice destro
    AbbigliamentoParabracciaIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati
    AbbigliamentoBendeIndossate
    AbbigliamentoGomitiereIndossate
    AbbigliamentoScarpe con LamaIndossate
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
    Fumogeni (4)Radiolina
    Kunai (9)Torcia Elettrica
    Sigilli d'Evocazione
    Armi da LancioShuriken Pesanti
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore

    Note- Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    - Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    - Dieci metri di Filo Metallico sono legati ad un Kunai;
    - Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Tre Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
     
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    Passò la destra dietro il collo, sollevando i lunghi capelli argentei fino a farli scivolare fuori dalla maglietta che aveva indossato e sotto la quale erano rimasti incastrati. Era una maglia con un'ampia scollatura circolare, con la particolarità di avere le maniche, corte, di un colore differente rispetto al resto del tessuto, quasi a simulare un top indossato sopra una maglietta distinta. Sul busto era di quel verde acqua pallido che caratterizzava molte divise tipiche di Kirigakure, ripreso sui bordi della maglia a rete che vi aveva indossato sotto e degli shorts sempre a rete che circondavano le cosce. Le maniche, invece, erano di un nero un po' stinto, quasi tendente ad un blu-violaceo, così come i guanti a mezze dita, che coprivano polso e parte dell'avambraccio fino a nascondere parzialmente i parabraccia, così come le calzature, stivaletti bassi dalla punta aperta, e così come la gonna, molto corta, che sbucava da sotto la maglia. Non restava che legare quella fascia ampia che le avrebbe avvolto il busto, da sotto il seno all'altezza dell'ombelico, per essere finalmente pronta e sistemare tutti i restanti ammennicoli che andavano a comporre l'equipaggiamento. Aveva tutto a portata di mano, tutto ordinatamente disposto con cura, preparato in anticipo il giorno prima. Quando era arrivata da Kisuke, il pomeriggio precedente, questi non solo era stato informato della missione imminente, ma era già impegnato nella preparazione meticolosa di tutto il necessario, per potersi godere il resto della serata con la kunoichi, e il resto della nottata poi, potendosi svegliare quasi all'ultimo momento la mattina successiva, quella mattina cioè. Superata la fase delle battute e delle frecciatine, la kunoichi aveva imitato la solerzia del Momochi, portando i vestiti prescelti nel seminterrato, nell'angoletto in cui aveva accatastato il suo scarno equipaggiamento, osservando con un pizzico d'invidia come il suo fidanzato avesse una sorta di armeria personale, un catalogo tutto suo di armi tra cui scegliere, per avere con sé solo le lame più affidabili. Lei, al contrario, aveva il suo set fisso di lame, contato, limitato, quasi obbligato. Uno dei tanti motivi per cui mi sento una principiante in un mondo di specialisti... aveva pensato, inevitabilmente, poggiando la borsa sopra i vestiti ben ripiegati, a loro volta posati sulla seduta di una sedia in legno. Per un attimo si era sentita una semplice cliente delle terme, con il proprio armadietto smilzo, affiancata ad un nobile privilegiato, con il privé, l'armadio a muro e una gamma infinita di comodità a propria disposizione. Per la prima volta nella sua carriera, aveva scelto di non indossare una delle sue divise attillate, bensì uno dei tanti abiti che le riempivano l'armadio, ma che avevano tutti un certo stile ninja. Era una caratteristica di quasi tutti i suoi vestiti: poca roba moderna, qualche raro capo tradizionale, e poi uno stile aggressivo e vagamente provocante, adatto, con i giusti abbinamenti ed accessori, a qualsiasi occasione. Per quell'occasione gli accessori erano borsa, rotoli, tasche e taschini, foderi e spade, coprifronte e protezioni varie, che coronavano l'aspetto altrimenti appena suggerito dal vestito di kunoichi in piena regola. Strinse contro la vita la fascia, di un verde meno spento e offuscato: risaltava sul resto del completo, ma soprattutto esaltava ogni singola forma, dai fianchi ben fasciati al seno sotto cui si fermava, alle natiche verso cui conduceva lo sguardo. Finisce che Kisuke mi salta addosso conciata così ammise, sbarazzina, osservandosi allo specchio. Non che le sarebbe dispiaciuta un'eventualità simile, tutt'altro, avendo ancora vivida nella memoria la notte di amore totale e assoluto appena vissuta. Era diventata una consuetudine ormai, che non avevano mai disatteso, fare l'amore la notte prima di una missione, senza sosta, fino ad addormentarsi l'uno nelle braccia dell'altro. Ti ricorda qualcosa? chiese vaga al Momochi, mentre serrava il nodo del coprifronte dietro il collo, prima di assestargli un sonoro bacio sulla bocca. Era quasi del tutto identico all'abito che aveva indossato qualche sera prima, durante la loro uscita. Terminò rapidamente gli ultimi preparativi, quindi in accordo con Kisuke si apprestò alla partenza: passando in salotto si avvicinò ai due mazzi di fiori che Kisuke le aveva regalato nei giorni precedenti. Il tempo li aveva fatti appassire, perdere di colore, afflosciare, la loro magnificenza iniziale sgualcita dallo scorrere inesorabile delle ore, nonostante tutte le cure che la kunoichi aveva loro prestato. I nontiscordardime erano ora di un celeste pallido, le camelie ormai rosate; anche l'odore, dopo che Galatea tuffò le narici nei petali setosi, era indebolito ed evanescente. Ma per la giovane mantenevano ancora il profumo inebriante ed il colore splendente che avevano avuto all'inizio, il fascino originario e l'amore che li avevano accompagnati e che le aveva fatto compagnia anche quando Kisuke se n'era andato in missione. Sapendo che li avrebbe rivisti del tutto morenti, uscì nelle strade di una Kirigakure in cui i raggi del sole ancora faticavano a penetrare la cortina fumosa della nebbia, smettendo parzialmente i panni della Galatea pazza d'amore per calarsi in quelli della kunoichi con un compito da svolgere. Destinazione ovviamente il porto, per raggiungere il quale dovevano attraversare mezzo villaggio e proseguire verso ovest, lungo un percorso che qualunque shinobi conosceva a memoria e poteva percorrere a occhi chiusi. Ormai conosco a memoria gli orari dei traghetti per quella cittadina della malora. Prendiamo il traghetto classico che parte tra un'oretta?

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    Rotolo MinoreBastone del Monacoin borsa
    Rotolo MaggioreKusarigamaDietro la schiena
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    Tasca SupplementareKunai di Kiri (1/1)Coscia destra
    AbbigliamentoParabracciaIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati

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    Kunai (10/10)Olio Infiammabile (2/2)
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    Note- Coprifronte legato al collo.
    - Due palle gelo legate ad altrettanti kunai.
    - Due cartebomba legate ad altrettanti kunai.
     
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    Nuovamente attraversavano le nebbiose terre fuori Kiri, ancora insieme la coppia d'innamorati viaggiava in compagnia l'uno dell'altro alla volta del porto del Paese, nella prospettiva di portare a termine un nuovo incarico. "Certo che Mitsu pare creare problemi a ruota libera proprio" si disse, mentre atletico balzava da un ramo ad un altro, come ormai aveva imparato a fare pure ad occhi chiusi. La cosa che più però lo rendeva entusiasta è che non solo poteva permettersi di stare in compagnia della persona che amava tutto il tempo anche in missione, bensì poter avere al proprio fianco una persona che stimava e su cui riponeva piena fiducia sotto il punto di vista lavorativo e combattivo oltre ovviamente a trovarsi in perfetta sintonia e affiatamento al punto da ritenere di poter con lei creare una coppia fissa ed abituale non sono in amore, nel privato, ma anche sul lavoro.
    Kisuke non aveva mai operato granché nella regione di Mitsu, se non per scaramucce in tempi più o meno lontani, dunque il suo unico pensiero si recò verso la ormai sgominata da breve tempo Brigata Nera, e ovviamente il suo comandante Tadahisa Saizen noto come Cuore Nero, il quale marciva nelle umide prigioni di Kirigakure no Sato. "È probabile che loro, forse non solo loro, ma anche loro fossero nel libro paga del sindaco per chissà quali profitti..." Non aveva come Hanzo Nishimura partecipato all'interrogatorio di Cuore Nero, ma Kisuke sospettava che qualcosa l'avesse sputata e cantata, per i professionisti negli interrogatori - o torture che dir si voglia - era un gioco da ragazzi, e da lì nasceva il loro nuovo incarico a Mitsu. Fortunatamente avevano già n vago sentore di traccia da cui partire, perché sicuramente una qualsiasi sorta di copertura tramite il sindaco, alla luce dei fatti attuali, Saizen doveva avercela, forse anche grazie all'aiuto di Shiki, che in quanto regolare sotto copertura si sarà dovuto trovare a fare anche questo, e nel caso anche da lì altre piste che avevano portato il loro incarico. Peccato che non avessero avuto il tempo di parlar con Shiki.
    I banchi di nebbia si facevano sempre meno fitti, sempre meno lividi e lattiginosi, le querce secolari e le enormi sequoie che si facevano meno robuste, meno secolari, meno grosse e decisamente più rade, fino a lasciare spazio ad un territorio più libero, brullo e semplice. «Prendiamo il traghetto classico che parte tra un'oretta?» esordì ad un certo punto Galatea, quando ormai erano prossimi a terminare i loro appoggi lignei a mezz'aria e portati dunque a preferire la via terra.
    «Sì, prendiamo quello» rispose Kisuke, proprio una volta calato a terra, intenzionato a proseguire a quota terreno. «Dovrebbe essere il primo disponibile per quando saremo al porto» rispose Kisuke, consolato stavolta che il genere d'operazione da svolgere e conseguentemente l'orario per cui si muovevano avrebbe concesso loro di capitare al porto ad un orario sì mattutino ma non eccessivamente mattutino, quindi in grado di far trovare loro le varie e più frequenti coincidenze dei traghetti dai moli diretti verso gli altri più importanti porti del mondo ninja. "A meno che non facciamo ritardo ed a quel punto ci salta la prima fascia di partenze, ma non dovremo." si disse, proseguendo. Il paesaggio circostante era ormai mutato, seppur non eccessivamente e di certo non diventando irriconoscibile. Kisuke poteva vantare ormai di conoscere il territorio del Paese dell'Acqua a menadito e ancor più alla perfezione le strade che portavano alle località più importanti della Regione. Non molto più tardi la salsedine sulla pelle e l'odore salmastro si fecero presenti ai loro sensi, ancor prima di varcare l'enorme entrata del porto. «Speriamo non faccia scalo a New Port, sarebbe solo un inutile fottuta sofferenza in più!» sbuffò Kisuke, mentre procedeva in direzione della biglietteria. Una volta faccia afaccia con l'impiegato, il ragazzo acquisto due biglietti relativi a una cabina doppia, quindi dovette cedere i soldi che sarebbero poi stati prontamente rimborsati dalle casse del Villaggio al loro rientro e biglietti in tasca si portò presso il molo e lì attese che giungesse finalmente l'ora d'imbarco. Solo a quel punto tirò fuori i biglietti e rivelò la sorpresa della giornata a Galatea: una cabina doppia tutta per loro in cui trascorrere il viaggio in santa pace. In breve poterono portarsi a bordo e raggiungere la loro cabina.
    «Piuttosto, una cosa importante, toglimi una curiosità...» esordì Kisuke, una volta nella cabina, tirando un sospiro di sollievo, liberandosi delle cose ingombranti e adagiandosi da una parte, sulla sponda del letto. «Ma come fai ad essere sempre così bella?» Kisuke l'aveva scelta proprio per quello, per la sua estrema e sempre infinita bellezza, anche nelle cose più semplici, anche in battaglia, anche ricoperta di ferite e taglietti, eppure nonostante l'avesse scelta proprio per quello, proprio per saper trasformare la propria belligeranza in fascino estremo, Kisuke si ritrovava sorpreso, colto alla sprovvista e ammaliato ogni volta, come se fosse la prima volta che se la trovava davanti agli occhi.

    KisukeMomochiSPOILER
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    Note- Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    - Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    - Dieci metri di Filo Metallico sono legati ad un Kunai;
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    - Tre Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
     
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    «Speriamo non faccia scalo a New Port, sarebbe solo un inutile fottuta sofferenza in più!» Erano arrivati al porto, nel giro di nemmeno venti minuti passati a saettare di ramo in ramo, in quell'avanzata scimmiesca tipica di loro shinobi. Anche il modo di correre, così come insegnato loro all'accademia, era unico, con le braccia lasciate stese e molli all'indietro invece che piegate ad accompagnare lo sforzo, ma mai strambo quanto quel saltellare di albero in albero come fossero delle biglie impazzite. Galatea, quando ormai Kisuke non poteva più notarla, volgendole le spalle ed essendo diretto verso la biglietteria, scosse la testa sconsolata, ben sapendo che le speranze del Momochi erano mal riposte: aveva preso quello stesso traghetto già due volte e la prima delle due proprio per scendere a New Port, dove poi si era occupata di una banda di usurai molesti. Avrebbero senza alcun dubbio fatto sosta in quella tappa intermedia, perdendo una buona oretta del loro tempo, giungendo a destinazione quando sarebbe stato solo pomeriggio inoltrato, se non addirittura sera, tenendo conto di qualche eventuale ritardo. Che palle, sempre la solita storia. Ogni volta perdiamo giornate intere per questi maledetti viaggi in mare! Quanto mi piacerebbe mettessero a disposizione imbarcazioni veloci e riservate, invece di dover ogni volta fare la solita manfrina... La kunoichi attese il suo compagno già nella zona del loro molo d'imbarco, lo vide tornare dalla biglietteria e insieme attesero di salire a bordo, dove lo shinobi le rivelò di aver preso i biglietti per una cabina matrimoniale, dove avrebbero potuto viaggiare comodi, rilassati, ma soprattutto soli, solo loro due. In confronto allo standard dei viaggi in nave a cui s'era abituata la giovane, sembrava quasi di aver a disposizione una suite di lusso. Con la prospettiva di una mezza giornata da passare stesa su quel letto, appena mise piede nella cabina Galatea si spogliò di tutto quanto fosse futile o scomodo: coprifronte, rotolo, borsa, parabraccia e parastinchi, tutto ciò che non fosse meri abiti venne poggiato con cura al lato del letto, nella metà dello stanzino che aveva prescelto, la destra. Salì sul materasso, saggiandone la consistenza quasi legnosa, che Kisuke la distrasse con la sua voce calda e "manomessa" dalle bende del coprinaso. «Piuttosto, una cosa importante, toglimi una curiosità...» disse vago Kisuke, sistematosi sul lato opposto della cabina. Galatea sollevò la testa nella sua direzione, incuriosita. «Ma come fai ad essere sempre così bella?» Sorrise: si aspettava qualcosa sulla missione o al massimo sulla scelta della divisa, non di certo una domanda tanto privata e lontana dal compito che spettava loro. La kunoichi gattonò sulle coperte fino ad abbracciare alle spalle il suo compagno, le braccia intorno al collo, il volto poggiato lateralmente contro il suo.
    Non lo so, prova a dirmelo tu gli disse, baciandolo sulla guancia fasciata di tessuto bianco. Per aver ammaliato in questo modo proprio te dovrò avere qualcosa di speciale. Sicuro non sia qualche infame sortilegio, shinobi? O l'opera di qualche subdola pozione? Gli mordicchiò la punta dell'orecchio. Sono pur sempre la "strega d'amore" io... gli sussurrò, scoppiando poi a ridere e facendosi perdonare l'impertinenza con un sonoro bacio sulle labbra, per quanto filtrato dalle bende importune del coprinaso. Tornò sul suo lato, si mise seduta su quel letto matrimoniale tutto per loro, le gambe quasi del tutto scoperte piegate, la schiena poggiata contro la parete in legno che sostituiva la spalliera. I capelli fluenti vennero afferrati e raccolti sulla spalla sinistra. Senti, Kisuke... mi chiedevo esordì la giovane, che voleva sfruttare parte di quel viaggio per discutere un po' del compito che li attendeva. E' la prima volta che mi affidano una missione d'assassinio, quindi probabile mi stia ponendo delle domande idiote ma... è normale che ci diano così tanta libertà d'azione? Non aveva riletto la missiva, ma nemmeno aveva bisogno di ritirarla fuori e controllare per confermare quel suo dubbio; il testo si focalizzava su tre semplici aspetti: la corruzione del sindaco, l'obiettivo di eliminarlo e la protezione di due mukenin. Sulle modalità d'esecuzione non c'era il minimo accenno, quindi la kunoichi aveva ovviamente dedotto che il villaggio desse loro totale libertà d'azione. Possibile che non gli freghi nulla di come lo ammazziamo? Oppure si rimettono al nostro buon senso? Lei aveva automaticamente pensato ad un assassinio in sordina, niente di eclatante e forse proprio perché era una deduzione immediata di qualunque ninja non avevano ritenuto necessario specificare; ma d'altronde poteva esserci qualche altra motivazione dietro, qualche meccanismo che a lei sfuggiva ma nel quale il suo fidanzato poteva essere più addentrato. Ho forse sbagliato ad interpretare quella missiva in quel senso? Non mi vietano in alcun modo un'esecuzione pubblica. Opzione questa che la kunoichi avrebbe eseguito, e forse anche malvolentieri, solo sotto ordine diretto, mai di sua spontanea volontà. Che se da un lato potrebbe essere un segnale bello forte per i vari sindaci corrotti, dall'altro potrebbe avere un notevole rovescio della medaglia per il villaggio. Potremmo passare solo per dei barbari assassini e perderci la faccia. Erano in sostanza arrivati al momento della lezione di turno che il sensei Kisuke avrebbe dato all'allieva Galatea, uno dei tanti momenti in cui la giovane s'affidava all'esperienza del suo compagno per capire qualcosa in più dei meccanismi di quel mondo in cui, alle volte, si sentiva un po' un'estranea di passaggio. Capisco da me che non sia la soluzione migliore, sempre che non stia del tutto travisando il nostro obiettivo, ma si affidano al buon senso di noi ninja? O forse è sottinteso che dovremmo agire senza metterci in mostra ed è una conclusione scontata che ognuno dovrebbe sapere?


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    Armi da LancioAccessori
    Kunai (4/4)Torcia luminosa
    Senbon (20/20)Radiolina
    Palla Gelo (5/5)Cimice (3/3)
    Cartabomba (5/5)Filo Metallico (10m)
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    Rotolo MinoreBastone del Monacoin borsa
    Rotolo MaggioreKusarigamaDietro la schiena
    FoderoOmoikaruiFianco sinistro
    Tasca SupplementareKunai di Kiri (1/1)Coscia destra
    AbbigliamentoParabracciaIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati

    Gilet Kiri
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (10/10)Olio Infiammabile (2/2)
    ------
    Note- Coprifronte legato al collo.
    - Due palle gelo legate ad altrettanti kunai.
    - Due cartebomba legate ad altrettanti kunai.
     
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    Galatea si strinse attorno al suo corpo, mormorò parole dolci, gli mordicchiò un orecchio, finendo poi per scoppiare a ridere, proprio perché un attimo prima gli stava rivolgendo e ritorcendo contro le stesse parole e le allusioni che il kiriano le aveva fatto proprio durante il prologo del loro appuntamento di qualche giorno prima, lasciando così che a Kisuke si formasse un sorriso compiaciuto sul volto. "Che scema innamorata" pensò quando ancora il suo sorriso tracciava la propria sagoma sulle bende del coprinaso per poi dover mutare e conformarsi a quelle di Galatea quando lo baciò dopo essersi staccata da lui per riprendere un tono più serio, più formale e più professionale, sedendosi con la schiena poggiata sulla testata del letto. Iniziò a chiedere riguardo alla missione, il motivo più importante perché erano lì insieme, sperando che Kisuke potesse diradare quel velo di dubbi che l'ammorbava e l'affliggevano, chiarendo laddove la kunoichi si ritrovava ad avere le prime esperienze in merito. Facendo, infatti, riferimento agli ordini e le direttive riportate nella missiva, esattamente come il Momochi aveva constatato fin da subito, non vi erano grandi restrizioni o particolari richieste, ed esattamente a tal proposito nascevano le perplessità della Chuunin per la prima volta alle prese con una missione d'assassinio. Kisuke la fece parlare e l'ascoltò fine in fondo, poi quando arrivò il suo turno di parlare per rispondere, cambiò posizione e si mise più comodo, sulla sponda del letto, con un gamba incrociata sotto l'altra che rimaneva a penzoloni nel piccolo baratro oltre la sponda.
    «La Nebbia in questa situazione vuol dire che non si pone eventuali problemi a riguardo: quello che importa è sbarazzarci del problema. Chiaramente, è sempre ben accetta la massima indiscrezione, se possibile. Tuttavia, per la Nebbia in questo caso il problema ha la precedenza, anche assassinio in pieno pubblico durante un comizio è compreso, pur di risolvere tutto.» Parlava piano, riducendo la propria voce a qualcosa di poco superiore di un sussurro e un sospiro messi insieme. Invertì le gambe, ponendo quella che stava incrociata sotto quella a penzoloni e viceversa. Si massaggiò il collo e riprese a parlare. «Ovviamente l'anonimato è preferito e considerato di ben più utilità, nella maggior parte dei casi, questo compreso» asserì Kisuke. «Pensaci» le disse, sollevando un dito più per istinto scenico che per tenere una numerazione «quando la notizia si spargerà, chiunque altro si porrà il quesito di chi abbia fatto tale atto. Se facciamo il tutto nell'anonimato, potrebbero essere gli stessi Mukenin da assoldati e coperti dal sindaco, che per un motivo o per un altro si sono fatti valere, magari perché non hanno ottenuto un aumento della paga oppure uno sconto su una trattativa, perciò chiunque altro sarà restio ad assoldare e ospitare dei Mukenin. Al tempo stesso, potrebbe anche essere stato il Villaggio, e perciò chiunque altro sarà ben restio dall'inimicarsi la Nebbia... in conclusione, con l'anonimato, il risultato è che si trasmette un messaggio chiaro e ben preciso, dove la Nebbia non ci mette la faccia però ottiene comunque quanto gli occorre» concluse, voltandosi verso di lei per farle l'occhiolino e abbassando il dito sollevato in precedenza solo per attirare l'attenzione in quel momento. Il viaggio proseguiva in santa pace, l'assoluta tranquillità della cabina valeva ogni singolo Ryo speso per prenderla anche se per un brevissimo comodato. Il mare era piuttosto calmo, a differenza di qualche giorno prima in cui Kisuke si era dovuto muovere una tempesta, seppur non eccessiva, che imperversava.
    «Poi, è chiaro che se la Nebbia punta a qualcosa di particolare lo chiede esplicitamente, come lasciare un messaggio chiaro e forte, ad esempio, oppure così come accaduto con la precedente missione a Mitsu contro la Brigata Nera dove la priorità era il rapimento di Cuore Nero, ma, diversamente, in casi come quello che abbiamo per le mani ora, almeno teoricamente potremo far saltare in aria la piazza in cui il sindaco tiene il comizio pur di compiere la missione.»

    KisukeMomochiSPOILER
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    195- Ottimo;- Ottimo;
    Tripla Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (10)Fili Metallici (30m)
    Senbon (19)Fili Metallici (10m)
    Cartabomba (5)Telescopio
    Cartabomba Fasulla (4)Pillole del Soldato (3)
    Makibishi (24)Kit Grimaldelli
    Pupazzi Esplosivi (3)Veleno Debole (2)
    Cartabomba (5)Occhio Cibernetico
    N/ACimice (3)
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    Tasca Sup.Kunai di Kiri(2)
    Taschino Sup.Flauto DemoniacoSpalla
    Fodero MinoreSpada CortaLombare
    FasciaOmbrello Compl.Schiena
    CustodiaOttavaCintura
    AbbigliamentoCoprinaso BendeIndossato
    AbbigliamentoProtezione CuoioIndossata
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoAnello ReiPollice destro
    AbbigliamentoParabracciaIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati
    AbbigliamentoBendeIndossate
    AbbigliamentoGomitiereIndossate
    AbbigliamentoScarpe con LamaIndossate
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
    Fumogeni (4)Radiolina
    Kunai (9)Torcia Elettrica
    Sigilli d'Evocazione
    Armi da LancioShuriken Pesanti
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore

    Note- Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    - Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    - Dieci metri di Filo Metallico sono legati ad un Kunai;
    - Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Tre Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
     
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    Quindi più o meno è come pensavo rifletteva la kunoichi, mentre Kisuke rispondeva ai dubbi che lei stessa aveva esposto poco prima. Il Villaggio non dà un indirizzo specifico, ma comunque una preferenza c'è... preferenza che un ninja come si deve dovrebbe capire da sé. Kisuke stava infatti spiegando che, nonostante fosse l'obiettivo finale ad avere la precedenza su tutto, anche sui mezzi per raggiungerlo, anche il metodo, agire cioè in modo cauto e non vistoso, poteva avere la sua notevole importanza. Non so se essere contenta di averla istintivamente pensata giusta o delusa di non aver dato per scontata una cosa simile... In quel caso, l'importanza era quel duplice risultato che si poteva ottenere, uccidere cioè il sindaco corrotto lasciando il dubbio su chi fosse il vero responsabile, con la conseguenza del duplice motivo per futuri sindaci ad evitare di imitare le azioni dei predecessori. La giovane aveva visto la cosa dalla prospettiva di un omicidio "pubblico", con i suoi pro e i notevoli contro, ma non aveva analizzato la vicenda dal punto di vista di un assassinio nell'ombra. Aveva cioè puntato in una direzione più per esclusione della direzione opposta che per gli effettivi vantaggi di quella intrapresa. Vantaggi che più ponderava più trovava sensati. Non avevo minimamente pensato ad un risvolto simile. Lasciare il dubbio è senza dubbio proficuo, eventualmente. Chi ha fatto il doppio gioco si ritrova un doppio nemico alle calcagna, doppi rischi... Mi chiedo se potrebbe rivelarsi utile allo scopo inscenare un certo tipo di assassinio, in qualche stile particolare... Prese a grattarsi distrattamente le gambe, passando le unghie sulla pelle senza però fare pressione, per non irritarla o arrossirla. È da vedere poi quanto possa essere utile eliminare così il primo cittadino. Non vorrei essere nei panni del successore. E anche i Mukenin, potrebbero sfruttare il momento in cui la carica è vacante per fare i loro porci comodi. Ma se ci è stato ordinato così ci sarà un motivo... magari c'è già qualcuno in viaggio per occuparsi di tutti i traditori coinvolti. Accantonò la questione, che non la riguardava, essendo al solito solo una pedina che doveva seguire gli ordini e non porsi problemi sulle motivazioni dietro di essi. Si sporse di nuovo verso l'altra sponda del letto, sedendosi al centro del materasso e incrociando le gambe. Allungò le mani verso Kisuke nel tentativo di proseguire quel massaggio al collo che lui aveva appena accennato: i pollici avrebbero premuto ai lati delle prime vertebre della colonna, le mani si sarebbero allungate verso le spalle e in modo delicato e lento avrebbero iniziato a massaggiare i muscoli, per distenderli o alleviare la tensione che Kisuke sembrava provare, almeno come suggeriva il gesto di poco prima. Quindi siamo d'accordo sul non agire in modo... eclatante. Io la piazza in aria non la faccio saltare di certo commentò, con aria giocherellona, palesando però in tal modo il proprio pensiero: azioni vistose ed eccessive non le andavano a genio, per niente. Se le cose stanno così... potrebbe anche essere una missione breve. Si tratta di individuare il punto in cui colpire, eludere i tirapiedi e concludere. Galatea aveva già iniziato a crearsi alcuni degli scenari possibili, dai più semplici a situazioni via via più rognose, da immagini realistiche a idee fantasiose e molto poco verosimili: una villa isolata, un appartamento in un condominio, quella che poteva essere interpretata come una camera d'albergo, in cui uno dei tirapiedi faceva da balia a sorvegliare il sonno del sindaco, persino l'ufficio silenzioso e calmo all'interno del municipio. Se si deve fare una cosa nell'anonimato, uno scontro con due shinobi, due Mukenin, non mi pare l'idea migliore, a meno che non si possa attaccare in una zona isolata. Sempre che lui non evochi qualcosa tipo quella bestia... allora nemmeno il deserto basterebbe... Di nuovo sembrava presentarsi il problema di distrarre, evitare, aggirare la guardia pedissequa di shinobi che avrebbero solo intralciato la loro missione, dopo che nell'ultima da lei svolta quello era stato il nodo cruciale dell'intera faccenda. La faccenda prende sempre più i contorni dell'ultima missione... Accantonò anche quel pensiero, iniziando invece un discorso differente, per quanto sempre legato alla missione loro assegnata. Ora che ci penso, qualche mese fa ho dovuto fare un'indagine proprio a Mitsu. Non ricordo se è stato poco prima o poco dopo lo scontro in cui c'era anche quell'albino di Sunagakure. La prima volta che era stata in quella città; ancora ricordava la vaghezza della missione, una delle prime in singolo oltretutto: ricercare una "moltitudine" presunta di persone che sfruttava la costa di Mitsu come punto di ritrovo. Quanto di più vago sia come posizione sia come obiettivo. Aveva faticato, insistendo sull'unica pista che aveva trovato, per una serie fortunosa di circostanze, fino a formare un quadro generale delle cose nella cittadina. Dovevo indagare sulla presenza di una possibile associazione illegale proprio nella zona, senza fare altro, solo accertarne la presenza. Alla fine è venuto fuori che si trattava di una sorta di associazione mafiosa, che traeva profitti principalmente dal controllo sulla prostituzione. Poi però si è allargata a controllare più di qualche settore dell'economia cittadina. Ricordo l'edilizia, ma anche attività commerciali iniziavano a subire la loro presenza. E ricordo che si vociferasse di collusioni di qualche nome grosso, anche se allora ci si limitava a nominare qualche notaio, se non ricordo male. Immagini sparse di quell'esperienza le si affacciavano alla mente, corredate di voci passeggere di vecchie pettegole, negozianti indaffarati, di voci minacciose di chi nel sistema c'era entrato con tutta convinzione. Invece a quanto pare era addirittura il sindaco a trarne vantaggio... La kunoichi ripensò inevitabilmente alla donna a cui aveva "estorto" le informazioni necessarie per giungere alla conclusione che aveva appena riferito a Kisuke, esponendosi in promesse che non aveva potuto mantenere. Almeno così pensava: visto l'oggetto della missione, probabile che fossero quelli i primi passi di Kirigakure per risolvere i problemi che affliggevano Mitsu, forse attività mafiose comprese. Quindi è probabile che prima mi abbiano mandato ad indagare e ora mi mandano a sistemare le cose... servizio completo proprio... Seduta sul materasso, ancora intenta a massaggiare le spalle del suo fidanzato, se questi avesse gradito, la kunoichi iniziava a farsi cullare dal rollio appena accennato dal traghetto, man mano che la navigazione lo portava in mare aperto. Credi che, vedendo due regolari a zonzo per la città, qualche Mukenin possa darci fastidio?

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    Senz'ombra di dubbio la faccenda iniziò a farsi ancor più interessante quando Galatea menzionò una sua precedente missione di ricognizione e spionaggio svolta proprio a Mitsu, in cui era giunta alla conclusione che nella cittadina neutra vi fosse un circolo vizioso di cui era artefice un'organizzazione mafiosa che predominava su prostituzione, edilizia, proprietà e commercio. "E invece parte tutto da molto più in alto" pensò in merito Kisuke. o almeno questo era il primo pensiero, anche se non quello che al cento per cento corrispondeva per forza alla realtà.
    «Credi che, vedendo due regolari a zonzo per la città, qualche Mukenin possa darci fastidio?» chiese poi Galatea, inoltrandosi in quel massaggio sulle spalle cominciato già da un bel po' che prevedeva appunto lo scioglimento dei nervi e della tensione del ragazzo. Certamente tutto il movimento degli ultimi giorni riguardo alla sua vita di coppia aveva contribuito a quel suo status forse ben più della sola agitazione, tensione e adrenalina per la missione per conto delle Forze Speciali appena svolta e la nuova missione da svolgere. "Mi fiacca e stressa di più tutto questo avanzamento che pensare di assassinare un sindaco corrotto." «Con tutta probabilità direi di no, a meno che non sia qualche cane sciolto... ladruncoli, truffatori, furfantelli o cose del genere, scarafaggi insomma» replicò il Momochi alla domanda della sua compagna. "E questo cane sciolto deve essere molto stupido oppure davvero molto astuto, per farsi avanti" aggiunse poi tra sé e sé, quindi riprese. «I Mukenin con un minimo di cervello, e sopratutto quelli in accordo con il sindaco e sul suo libro paga, ci penserebbero due volte prima di fare qualsiasi cosa. Non sono estranei a vedere dei ninja nella loro zona, e sanno come comportarsi. Ci sono pur sempre gli shinobi in ricognizione e di stanza, oppure anche solo quelli di passaggio perché in transito o per una semplice commissione.»
    Intanto il viaggio proseguiva tranquillo e sereno, con il traghetto che solcava i mari, infrangeva le onde spumeggianti e cullava dolcemente i passeggeri al proprio interno, senza nemmeno far credere che giorni addietro qualcuno, e anzi più d'uno, su quella stessa tratta, visto il maltempo generale, si era sicuramente ritrovato a vomitare qua e là.
    «Non saltiamo a conclusioni affrettate, comunque» precisò Kisuke, riabbracciando il punto precedentemente accennato da Galatea. «Che il sindaco non abbia le mani pulite è assodato, ma non è detto però che abbia le mani in pasta su qualsiasi attività illecita e o collegata ai Mukenin in questa città. È probabile, sì, ma non è per niente certo.» Fu però proprio in quel momento, mentre terminava la frase, che come un lampo gli tornò alla mente una sua vecchia missione, in compagnia di Hanzo Kurosawa, soldato più che discreto di Otogakure no Sato, dove anche loro erano stati incaricati d'indagare su sospetti riguardanti la cittadina di Mitsu, trovando un traffico illegale di liquidi quali olio infiammabile e acqua della Cascata. "Che anche in quel caso, già allora, ci fosse tutto questo marcio a Mitsu?" si chiese, perplesso, ora che aveva riscontrato ormai troppe mele marce nell'albero di Mitsu. «Anche sul profitto effettivo nutro alcuni dubbi, dipende dai loro accordi, ma in fondo per noi è irrilevante...» Per Kisuke, infatti, potevano anche solo assegnargli l'incarico di assassinare tale soggetto, senza specifica o motivazione alcuna, era il suo lavoro, quella persona sarebbe automaticamente diventata il suo obiettivo, e Kisuke avrebbe eseguito.
    «Non preoccupiamoci troppo, in ogni caso» disse, mentre con una mano fermava galatea dal proseguire con i massaggio, quindi si lasciò andare all'indietro, stende dosi, le mani che andavano a formare un piccolo cuscino ulteriore a quello già presente. «Nessuno ci mette fretta, abbiamo tutto il tempo che vogliamo per verificare, studiare, pianificare e agire. Oltretutto ora avremo maggiori possibilità e più tempo per scoprire la città, e soprattutto vederla sotto un occhio differente.»
    «Ora perché non mi fai un po' di compagnia chiese, malizioso, sfrontato, un sorriso accattivante che si allargava sul volto, mentre allungava le braccia per con le proprie mani guantate afferrare Galatea ai fianchi ed invitarla a sedersi, montare su di lui. «Prenditi un po' cura di me, mi sento ancora tutto indolenzito...» disse sfiorandosi la spalla dove uno spuntone di sabbia lo aveva colpito, ma in realtà pretendeva molto più che qualche attenzione.
    Solo più tardi, quando il traghetto attraccò a Mitsu, Kisuke abbandonò la propria posizione sul letto, si diede una sistemata, riprese le proprie cose che aveva abbandonato prima per stare comodo, quindi si preoccupò di scendere dal traghetto insieme a Galatea, potendo così dare un nuovo, primo abbraccio alla città di Mitsu che negli ultimi tempi sembrava reclamare la loro presenza, m se tutto sarebbe andato bene quella sarebbe molto probabilmente stata l'ultima volta, o quantomeno avrebbe fatto in modo che la cittadine richiedesse meno la loro presenza, e non per la stessa questione. "Tagliando la testa del ragno anche le zampe si fermeranno..." si rammentò, mentre scendeva dalla nave gettando una sguardo generale sul porto e sulla cittadina. «Da adesso occhi e orecchie ben aperti.»

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    In effetti per noi conta poco si ritrovò a pensare la kunoichi, non appena Kisuke aveva sussurrato che gli effettivi vantaggi tratti dal sindaco fossero irrilevanti ai fini della loro missione. A noi spetta solo giustiziarlo, non assicurarci che ce ne siano le ragioni! Qualora anche avessero indagato e scoperto che le colpe del sindaco erano in realtà minime e insignificanti, l'ordine loro impartito rimaneva quello e quello avrebbero dovuto eseguire. Sapere quando era il caso di porsi problemi di natura etica e quando invece agire come fossero degli automi programmati doveva essere una qualità innata di ogni ninja, difficilmente si poteva imparare con delle lezioni in aula. Nel caso di quella missione, sembrava proprio che spunti moralistici non dovessero avere spazio. «Ora perché non mi fai un po' di compagnia?» Kisuke, dopo aver bloccato il massaggio lieve che Galatea stava conducendo sulle spalle, si stese sul letto, afferrando Galatea ai fianchi perché si portasse a sedere sul suo bacino. La kunoichi nemmeno pensò di opporre resistenza e si portò ben volentieri in quella posizione di dominio sul Momochi. «Prenditi un po' cura di me, mi sento ancora tutto indolenzito...» La giovane ricambiò il sorriso malizioso, allungando le mani verso il punto che Kisuke pretendeva necessitasse di maggiori cure.
    Per chi mi hai preso, Momochi? Per una "dama di compagnia"? chiese, con voce flebile e sussurrata. Aprì le bretelle che tenevano fermo il gilet del villaggio, sfilandolo dal busto e poggiandolo sul letto al proprio fianco. Questo non mi serve, è solo d'intralcio... Quindi si piegò sull'ANBU, baciando la presunta ferita attraverso il tessuto della maglia. Sono la tua fidanzata, ho bisogno anch'io delle tue cure. Dalla spalla risalì verso il collo, dove trovò l'impedimento del coprinaso, che stavolta però si premurò di slegare e svolgere dalla pelle del giovane. Anche questo è di troppo...

    ...

    «Da adesso occhi e orecchie ben aperti.»
    Agli ordini! commentò Galatea a bassa voce, ilare. Rispetto ad un mese prima, giorno più, giorno meno, a Mitsu non era cambiato nulla. Non fosse per le divise differenti, la presenza dei coprifronte regolari e l'assenza di qualsivoglia infiltrato che li stesse attendendo, non c'era poi molto che differenziasse quell'arrivo da quello riservato loro nella precedente missione di coppia svolta insieme. Il porto aveva dato loro il benvenuto allo stesso identico modo, con la folla che iniziava a disperdersi, l'oscurità serale che iniziava ad avvolgere gli edifici e l'esercito di prostitute che aspettava nell'ombra per poter dare il via alle danze del loro ennesimo turno serale. Niente "fuga" rapida dalla cittadina stavolta, bensì dovevano mettersi in marcia per accaparrarsi un punto d'appoggio in qualche locanda. Non che ci fosse chissà quale fretta di mettersi in azione: sapendo della presenza di due Mukenin protettori, era il caso di prendersi il tempo necessario per studiare i movimenti del loro obiettivo e puntare al momento di maggior vulnerabilità. Almeno così la pensava la kunoichi. Non voglio pensare che due ninja che si assumono un ruolo simile siano dei dementi che si piazzano davanti alla porta come due statue... tizi simili se li può permettere il Bunta della situazione, non un sindaco. Poi, se sono ninja di un certo livello, avranno anche escogitato da sé qualcosa per mantenere al sicuro il loro protettore. Dubitava fortemente di dover avere a che fare con delle semplici sentinelle, almeno a giudicare da quanto lei stessa in primis, al posto dei due Mukenin, avrebbe provato ad escogitare. I due di Kirigakure attraversarono il porto e si buttarono nelle strade cittadine, vivaci di una folla frettolosa di tornare a casa. Ehi, Kisuke. Pensavo di tornare alla locanda dove sono stata la prima volta che sono venuta in città. È pressoché al centro, hai pettegolezzi garantiti ventiquattrore su ventiquattro e poi quella dove siamo stati con Shiki l'ultima volta era un po' deprimente... Sapendo che Kisuke non avrebbe posto problemi, immaginando che per lui una stanza valesse l'altra, Galatea si mise alla testa del team e ripercorse le vie che aveva consumato tempo prima. La locanda era lì, così come l'aveva lasciata: il salottino dei pettegolezzi, in cui le vecchie amiche della madre del proprietario si ritrovavano per cianciare e disturbare quei rari clienti che s'intrattenevano per leggere; la sala dei pasti, antiquata come il salottino; il proprietario dietro il bancone d'accoglienza, dall'aria annoiata dopo una giornata moscia e priva di novità. 'Sera si presentò la kunoichi. Cerchiamo un posto per la notte. Per qualche notte, almeno.
    Buonasera, benvenuti. Due singole? chiese l'uomo, notando i coprifronte marchiati esposti in bella vista. Era ormai consuetudine che coppie di ninja di quel tipo, un uomo ed una donna a maggior ragione, richiedessero stanze separate, per cui il gestore aveva anticipato l'eventuale richiesta. Galatea l'aveva riconosciuto subito, ma evidentemente l'uomo non aveva fatto altrettanto con lei.
    Andrà benissimo una doppia ribatté laconica.
    Abbiamo libere solo delle matrimoniali commentò in tono di scusa il proprietario, dopo una rapida occhiata ai numeri ancora appesi nel tabellone delle chiavi alle sue spalle. Una doppia era una rarità, ma purtroppo per quei ninja risparmiatori le doppie a letti singoli erano tutte occupate.
    È perfetta una matrimoniale concesse la giovane, sorridendo, senza nemmeno il bisogno di consultarsi con Kisuke. A parte il sapere che sarebbe stato d'accordo con lei, Galatea voleva che stessero nella stessa stanza, e così sarebbe stato.
    Stavolta s'è portata dietro il fidanzatino? commentò una voce di passaggio, leggermente rauca, vecchia, dal tono esperto e pettegolo.
    Eh?
    Si vede lontano un miglio ridacchiò. Di nuovo in città per le sue indagini noiose? La madre del proprietario, la capo-pettegola del quartiere nonché mascotte della locanda, sgattaiolò da chissà quale porta per andarsene chissà dove. Da perfetta osservatrice qual era, pettegola e chiacchierona come poche in quelle terre, ricordava Galatea molto meglio del figlio, che invece non l'aveva nemmeno riconosciuta. Vecchiacci maledetti, non gli sfugge nulla e sono sempre pronti a rimarcare... Nonostante la confusione momentanea, l'uomo ritenne opportuno scusarsi per quell'intrusione.
    Mia madre è fatta così. Si ricorda di tutti e non perde occasione di farlo notare... Per quante notti pensate di soggiornare?
    Per ora paghiamo tre notti. Nel caso non ci sono problemi se prolunghiamo il soggiorno, no?
    Nessuno. Camera ventinove, secondo piano. Buona permanenza. I due si scambiarono dei sorrisi cordiali, quindi Galatea, richiamando all'attenzione il suo fidanzato se necessario, imboccò la rampa di scale per salire fino alla camera assegnata. Camera ventinove, comunissima stanza da locanda: piccola, intima, con appena lo spazio per muoversi tra letto, comodini e armadio e la porta del bagno che si apriva sul corto corridoio tra la porta d'ingresso e il centro della stanza. In un batter d'occhio Galatea si ritrovò a spogliarsi di tutti i gingilli fastidiosi che aveva indosso, proprio come sul traghetto quella mattina.
    Ehi, capo-squadra del mio cuore. Come ha intenzione di muoversi domani mattina?

    Stato
    ChakraFisicoMentale
    115/115ottimaleottimale
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (4/4)Torcia luminosa
    Senbon (20/20)Radiolina
    Palla Gelo (5/5)Cimice (3/3)
    Cartabomba (5/5)Filo Metallico (10m)
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    Rotolo MinoreBastone del Monacoin borsa
    Rotolo MaggioreKusarigamaDietro la schiena
    FoderoOmoikaruiFianco sinistro
    Tasca SupplementareKunai di Kiri (1/1)Coscia destra
    AbbigliamentoParabracciaIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati

    Gilet Kiri
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (10/10)Olio Infiammabile (2/2)
    ------
    Note- Coprifronte legato al collo.
    - Due palle gelo legate ad altrettanti kunai.
    - Due cartebomba legate ad altrettanti kunai.
     
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    «L'importante è poterci continuare a vedere, lontano un miglio» fu l'unica cosa che Kisuke disse, pronunciandosi in merito a quell'inutile intervento da parte della vecchia. Il tono usato di certo non era neutro, né tanto meno caldo e scherzoso. "Qualcun altro al posto mio le avrebbe pure mollato un diretto sul viso..." Quando Galatea aveva proposto di alloggiare in un posto che lei conosceva già, Kisuke non aveva mosso nessuna protesta in merito e l'aveva seguita senza tanti patemi, scrutando la città al suo passaggio, osservando le persone, i movimenti, gli andazzi, e quando giunsero alla locanda, anche da fuori non gli sembrava poi tanto male, anzi, ma quando si presentò quella vecchia signora, udire quel commento a sproposito gli fece venire l'amaro sulla lingua, costringendolo a sputare veleno. Successivamente quando Galatea avanzò verso le scale, Kisuke lasciò al ragazzo i soldi per l'affitto della camera matrimoniale per i giorni richiesti e le andò dietro, salendo le scale e raggiungendo la camera. L'interno era molto semplice, non tanto grande, e con tutto l'essenziale per chi di passaggio come loro due.
    «Ehi, capo-squadra del mio cuore. Come ha intenzione di muoversi domani mattina?» chiese Galatea, dopo essersi liberata delle cose di troppo e messa comoda. Kisuke fece altrettanto, ormai era sera, dunque si privò della fascia con annesso ombrello, della propria divisa con annesso fodero e spada corta, quindi si levò le scarpe e gli abiti, rimanendo infine solo con indosso l'intimo.
    «Faccia poco la spiritosa lei, Chuunin indisciplinata che non è altra» replicò con tono di rimprovero, seppur ovviamente falso, ironico. Poi non rispose immediatamente, ma si limitò per il momento a portare un dito indice davanti alla bocca in segno di silenzio, poi passò a setacciare nel miglior modo possibile la loro camera da letto, smanacciando le lenzuola, controllando dietro le fessure, sotto ai materassi e in ogni posto possibile, verificando che non vi fossero cimici e microspie all'interno della stanza. "Pare non esserci nulla, ma non si sa mai comunque" pensò, tirando un sospiro di sollievo. In fondo riconosceva che forse era un controllo esagerato per quella locanda ma al tempo stesso era anche vero che la prudenza non era mai troppa. Tuttavia decise per quella volta di soprassedere e di non ricorrere nemmeno a un metodo artigianale e improvvisato per impedire l'intercettazione, sfruttando un sonaglio improvvisato, anche realizzato con un bicchiere riempito di monete e scosso durante la comunicazione. Successivamente andò per primo dentro al bagno il ragazzo, ben sapendo che ormai la consuetudine e l'abitudine era quella, ovvero che la sua fidanzata desiderava andare per seconda, a causa del tempo prolungato impiegato da lei nel bagno. Una volta dentro si levò anche le mutande per inoltrarsi nella doccia. Non che ormai Kisuke avesse problemi a mostrarsi nudo di fronte a Galatea, quella ragazza aveva visto la sua virilità più e più volte oramai. Dopo essersi lavato e rinfrescato per bene, il kiriano si asciugò e si rivestì, rimanendo poi solo con i pantaloni e la classica maglia a rete, e niente più. Steso sul letto, le braccia dietro la nuca, attese eventualmente che anche la ragazza andasse nel bagno e che uscisse, quindi si riagganciò al discorso precedente.
    «Dovremo stare attenti a quello che diciamo, non è improbabile che dove meno ce lo aspettiamo anche i muri hanno orecchie. Dunque per comunicazioni di un certo tipo dovremo comunicare o con dei bigliettini scritti oppure mediante dei cenni in base ad un codice ben preciso. Il primo diciamo che andrebbe utilizzato in sede di consiglio, mentre l'altro sul campo. Su questo punto Kisuke rimaneva ancora dubbioso però, prima di adottarne uno voleva verificare sul serio se ce ne fosse stato il bisogno.
    «Per la domanda di prima... be', bella domanda...» disse, rimanendo per un attimo sovrappensiero, soppesando quali potessero essere per loro i possibili indirizzi da seguire ed i diversi scenari realizzabili. «Quasi quasiiii...» disse, strascicando l'ultima lettera. «Sì, quasi quasi azzarderei addirittura un incontro con il sindaco, d'altronde è una pubblica autorità e noi vogliamo conferire con lui. Potrebbe servirci per tastare il terreno, verificare la presenza delle guardie del corpo e il metodo d'azione. Senz'ombra di dubbio non si scatenerebbe uno scontro a meno che non siamo noi a fare la prima mossa. Anche se ci presentassimo da lui non perderebbero la calma e verificheranno le nostre intenzioni. Prenderanno in considerazione l'ipotesi di una minaccia, probabilmente, ma non staranno sul chi va là come chi viene braccato più e più volte in prima persona direttamente. Ovviamente quelle di Kisuke erano solo ipotesi, certo con una serie probabilità, ma pur sempre ipotesi di cui tenere conto per le prossime mosse. «Con tutte le volte che sono stati mandati qui dei ninja, apparentemente di passaggio oppure per sistemare dei veri e propri problemi, ma loro non sono mai stati sfiorati, non si sono mai sentiti dei bersagli fino ad oggi ed hanno proseguito nei loro intenti... ed è ormai questione di anni. Prima non te l'ho detto, però anche io tempo fa sono stato mandato qui a Mitsu per delle indagini riguardo a del movimento sospetto» confessò, infine, senza nessun annuvolamento in particolare. Prima non ne aveva parlato perché alla sua mente era sfuggito il ricordo e quando poi se n'era ricordato non ce ne fu occasione.
    «Comunque comportiamoci bene e potremo indagare e tastare il terreno quanto vogliamo. Ci serviranno pure i pasticcini se non ci riterranno una minaccia per i loro affari ma solo dei fessi che possono continuare a prendere in giro» estremizzò Kisuke, ironico, mettendo un punto al suo prolungato discorso. "Più che altro, a questo punto, il vero lavoro è come sistemare le sue guardie del corpo... ci vorrebbe poco o nulla altrimenti a sferrare un attacco diretto contro colui che dovrebbe soltanto essere un civile privo di qualsiasi abilità combattiva. In un caso come questo sarebbe poi un’incognita lo spirito delle guardie del corpo: se hanno l'animo del mercenario non daranno il via alla lotta, una volta consapevoli che il loro cliente è morto, nel caso si accostino invece ai samurai ci attaccherebbero ugualmente. In quest'ultima ipotesi e nel caso in cui riescano a prescindere a prevederci nell'assassinio, rischieremo uno scontro in una struttura pubblica, coinvolgendo pure degli innocenti." Troppa carne sul fuoco brucia, e Kisuke avrebbe dovuto razionalizzare ogni cosa, facendosi un'idea generale via via sempre più chiara della situazione.


    KisukeMomochiSPOILER
    ChakraFisicoMentale
    195- Ottimo;- Ottimo;
    Tripla Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (10)Fili Metallici (30m)
    Senbon (19)Fili Metallici (10m)
    Cartabomba (5)Telescopio
    Cartabomba Fasulla (4)Pillole del Soldato (3)
    Makibishi (24)Kit Grimaldelli
    Pupazzi Esplosivi (3)Veleno Debole (2)
    Cartabomba (5)Occhio Cibernetico
    N/ACimice (3)
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    Tasca Sup.Kunai di Kiri(2)
    Taschino Sup.Flauto DemoniacoSpalla
    Fodero MinoreSpada CortaLombare
    FasciaOmbrello Compl.Schiena
    CustodiaOttavaCintura
    AbbigliamentoCoprinaso BendeIndossato
    AbbigliamentoProtezione CuoioIndossata
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoAnello ReiPollice destro
    AbbigliamentoParabracciaIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati
    AbbigliamentoBendeIndossate
    AbbigliamentoGomitiereIndossate
    AbbigliamentoScarpe con LamaIndossate
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
    Fumogeni (4)Radiolina
    Kunai (9)Torcia Elettrica
    Sigilli d'Evocazione
    Armi da LancioShuriken Pesanti
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore

    Note- Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    - Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    - Dieci metri di Filo Metallico sono legati ad un Kunai;
    - Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Tre Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
     
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    Indisciplinata ora... al massimo brontolona replicò la kunoichi, fintamente imbronciata, prima di ammutolirsi. Kisuke le aveva fatto cenno di fare silenzio e Galatea "eseguì", tenendosi per sé richieste di chiarificazioni. La curiosità, però, era ben stampata sul suo volto, sull'arco del sopracciglio che si era sollevato verso la fronte, sullo sguardo interrogativo che seguiva ogni movimento del suo compagno di vita e di missione. Cos'ha? Gli son presi i cinque minuti da mania di persecuzione? pensava, un po' attonita, scantonata in un angolo, mentre Kisuke metteva sottosopra la stanza alla ricerca di cimici che chiaramente non c'erano. Soddisfatto? Tutto a posto? sussurrò appena Galatea, più per gioco che per reale preoccupazione per l'esito dell'indagine. Finita l'ispezione, Kisuke decise di rimandare ancora il momento della risposta a Galatea. Forse gli sarà passato di mente, preso com'era... o ci sta ancora pensando su! In biancheria s'era diretto al bagno, per lavarsi, e una volta fuori fu imitato dalla kunoichi: anche lei si chiuse in bagno, s'infilò sotto la doccia e si ristorò al gettito tiepido del soffione. Certo, se lei aveva atteso le varie incombenze del Momochi, ora toccava a lui aspettare tutte le cerimonie della giovane. Croce e delizia, i suoi capelli erano sempre uno splendore, ma la loro perfezione era il frutto di un lungo processo che la teneva incatenata davanti uno specchio. Almeno ha tutto il tempo per riflettere su come muoverci domani... Quando si ritenne soddisfatta dello stato di salute della sua chioma, Galatea si rivestì di sole mutande e reggiseno e abbandonò il loculo vaporoso e umido. Si stese sul letto, in diagonale, in posizione prona, i capelli sciolti che cadevano come un manto sulla schiena nuda e sulle coperte candide. Le gambe erano piegate ad elle, con i piedi sollevati verso l'alto e ondeggianti; anche spalle e volto erano sollevati, sorretti dai gomiti ripiegati appena sotto il busto. Le mani, a pochi centimetri dal corpo del Momochi, si tormentavano bonariamente, l'una stretta nell'altra. Fissava così il volto rivolto verso il soffitto di Kisuke, come se lui fosse incantato ad osservare un cielo stellato e lei stregata dalla sua bellezza, quando invece lui stava per parlare di come si sarebbero mossi l'indomani e lei avrebbe ascoltato con attenzione cosa le sarebbe toccato fare. Stavolta non mi sfuggi, Momochi! Allora... partì all'attacco Galatea, ma Kisuke smorzò le sue velleità, inoltrandosi in una spiegazione alla richiesta della kunoichi, dopo un breve inciso che ancora batteva il chiodo sulla sicurezza. Ma è davvero necessaria tutta questa cautela? Male che vada sappiamo che possiamo contare sulle lumache. Il metodo è già testato pure... Il punto in comune tra le parole di Kisuke e il pensiero di Galatea era che avrebbero indagato sulle abitudini del sindaco. Se, però, Galatea aveva immaginato delle indagini "classiche", da detective che scruta nell'ombra, segue nella folla e studia da lontano, per vie traverse, Kisuke invece proponeva un incontro diretto, faccia a faccia, durante il quale avrebbero toccato con mano l'uomo da sistemare e avrebbero visto da vicino quali sorveglianze avrebbero dovuto eludere, con i loro occhi, o altri sensi o mezzi che Kisuke conosceva e Galatea chiaramente no. Da uno che sa muoversi nella nebbia m'aspetto che sappia cogliere particolari a me impercettibili...
    «Ci serviranno pure i pasticcini se non ci riterranno una minaccia per i loro affari ma solo dei fessi che possono continuare a prendere in giro»
    Mica abbiamo scritto in fronte: "siamo venuti ad uccidere il sindaco" giocò la kunoichi, impostando una voce profonda e rimbombante, ma pur sempre contenuta, da annuncio speciale. Si sistemò sulle coperte, avvicinandosi di qualche millimetro al Momochi nel processo. Basta avere la scusa buona e non fare i moscerini che ronzano sempre nei dintorni. Personalmente, soprattutto se andiamo per un incontro ufficiale, non credo che questa scorta si palesi o si mostri in bella vista. Almeno, se provo a mettermi nei loro panni, io non lo farei. Sì che è il primo cittadino, ma non un Kage che ha sempre qualche fido mascherato al seguito. Al massimo qualcuno messo di sentinella è solo uno specchietto per le allodole, per far credere vi sia un certo tipo di controllo, quando invece è ben più serrato. Spero solo il loro piano per proteggere quel fetente non sia troppo elaborato e strutturato, o da una missione d'omicidio diventa un travaglio organizzativo. Si grattò la base del collo e sistemò la bretella del reggiseno sulla spalla. Sarebbe stato tutto più facile, se il mondo intero non avesse deciso di vivere costantemente con almeno due paia d'occhi puntate addosso. Mi chiedo se la presenza di questa scorta sia solo preventiva o dovuta a qualche minaccia reale. In questo secondo caso, anche se del tutto consueta, la nostra presenza potrebbe risultare comunque sospetta e potremmo ritrovarci qualche segugio alle calcagna. Il tono si era fatto più serio e pensieroso: se quella di prima era una battuta, stavolta il dubbio era concreto. In fondo sembrava ci fosse una stretta correlazione tra sindaco e i molti Mukenin che giravano nella zona e avevano tutti gli interessi a salvaguardarsi a vicenda. Non è detto che il prossimo sindaco sia uno compiacente... Galatea cambiò discorso di punto in bianco, ritornando sul tema della cautela, esprimendo quanto aveva pensato prima all'accenno di Kisuke. Non vorrei fare la vanitosa premise la kunoichi, che a discutere di certi argomenti con Kisuke in un certa misura finiva sempre per sentirsi il subordinato che osa alzare la voce con il superiore, prendendosi più libertà di quante ne abbia realmente. Ma... nel caso ci siano particolari accortezze da adottare per comunicare, non è più sicuro usare di nuovo le lumache, come abbiamo fatto nella Brigata, invece che inventarci sul momento qualche codice? Piuttosto che affidarci a qualcosa tirato su per il momento, credo sia più saggio ricorrere ad un metodo che abbiamo provato, abbiamo visto funzionare e a cui siamo almeno abituati... anche perché potrebbe pure essere utile in momenti in cui un codice di cenni e gesti è inutilizzabile. I momenti, chiaramente, erano quelli in cui i due potevano venire separati, o essere costretti a farlo, durante l'esecuzione dell'omicidio di cui erano stati incaricati. Questo perché nella mente della giovane era ormai assodata l'idea che si sarebbe intrufolati nell'abitazione del sindaco per farlo fuori. Stavolta non aveva maniche ampie in cui nascondere la sua evocazione, ma nemmeno avrebbe avuto bisogno di tenerla celata. Si girò sul fianco, poggiando la tempia appena sotto il petto di Kisuke, il volto rivolto verso le gambe del giovane, una mano lasciata molle sui suoi addominali. Inspirò il suo odore cremoso, di bagnoschiuma. Comunque, hai già la scusa pronta per richiedere questo colloquio? Così su due piedi non mi viene nulla. Ripenso ai fatti della Brigata, ma è passato un po' troppo tempo forse per ritirarlo fuori di nuovo.

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    Cartabomba (5/5)Filo Metallico (10m)
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    Rotolo MaggioreKusarigamaNon indossato
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    Tasca SupplementareKunai di Kiri (1/1)Non indossata
    AbbigliamentoParabracciaNon indossati
    AbbigliamentoParastinchiNon indossati

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    "Le lumache..." Kisuke aveva escluso le creature a priori, senza nessun motivo reale, lampante. Non che con loro si fosse effettivamente trovato a lavorare male, a disaggio, anzi. Quando avevano sfruttato quelle creature per organizzarsi, la Brigata Nera aveva già un piede nella tomba. "Anche se comportarono un grosso rischio e un buon dispendio di forze." Kisuke d'altronde sapeva che per quanta preparazione potesse avere, a quel livello la quantità di Chakra che la sua amata avrebbe potuto impastare ancora e ancora, era pur sempre limitata, e l'evocazione di creature anche di taglia piccola riportava un grosso morso alle sue energie. Intanto la kunoichi, completamente nuda se non per l'intimo addosso si era portata sul letto insieme a lui, sdraiandosi in diagonale, pancia in giù, rimanendo quasi incantata ad osservarlo come un bambino starebbe ore ad osservare il suo spettacolo di marionette preferito.
    «Comunque, hai già la scusa pronta per richiedere questo colloquio? Così su due piedi non mi viene nulla. Ripenso ai fatti della Brigata, ma è passato un po' troppo tempo forse per ritirarlo fuori di nuovo.» Non aveva tutti i torti, e la domanda sorgeva più che lecita vista e considerata l'uscita precedente di Kisuke, il quale aveva comunque la risposta pronta anzi che no.
    «Scusa pronta? Io!? Per chi mi hai preso?» Kisuke si finse indignato, offeso. «Io sono io, e non ho bisogno di scuse se voglio conferire con il primo cittadino!» scherzò passando la mano sulla schiena nuda della ragazza, facendo poi ricorso ai cosiddetti grattini. «Purtroppo qui non siamo nel Paese dell'Acqua, Mitsu è una cittadina neutra... non che non mi possa far valere con la forza, ma di certo non è ciò che potrebbe tornarci utile a noi.» Per la visione attuale di Kisuke, la procedura da seguire sarebbe stata un’altra, e proprio perché in fronte non avevano scritto che erano lì per ammazzare il sindaco, dovevano fare in modo che eventuali sospetti scivolassero via come stolti sull’olio. «Dimentica la Brigata Nera, è meglio tenere lei ed i suoi uomini lontani dai nostri discorsi, anche se...» Il kiriano si soffermò un attimo soppesando il seguito del suo discorso, poi riprese. «Anche se, preso alla lontana, il discorso potrebbe tornarci utile. Potremo chiedere di voler conferire con il sindaco per parlare con lui del tasso di crimine della cittadina e della regione, territori limitrofi e oltre, quindi dell'operato degli shinobi di stanza qui.» Dopo essersi pronunciato ci ragionò meglio egli stesso, convincendosene maggiormente. "Potrebbero pur sempre esserci ancora a giro i rimasugli della Brigata Nera, quelli che al momento del blitz non erano nell'accampamento, e quelli sicuramente dovranno mangiare e campare in qualche modo... dunque se non immediatamente sotto accordo con il sindaco, si saranno messi in proprio e potrebbero rappresentare una valida fetta di criminalità nella regione, oltre che un fastidio stesso per il sindaco e i suoi soci." Non che Kisuke necessitasse propriamente della scusante reale, ma anche solo fittizia poteva bastare, pur di abbordare un discorso con il primo cittadino di Mitsu, nonché loro obiettivo nella missione. Nel frattempo, la sua mano continuava a vagare sulla schiena della ragazza, liscia e vellutata che una delizia, per poi circumnavigare il busto e insinuarsi di sotto, evadere la copertura del reggiseno e stringere nel proprio palmo un seno di lei, poi ripassava alla schiena, fino a giungere sul quel sedere da dio, intrufolandosi sotto l'intimo e così via, spingendosi anche con le dita in direzione del suo sesso. Intanto, dopo la questione della scusante per il colloquio con il sindaco, l'ANBU si riallacciò alla questione della comunicazione, preparandosi a dar merito alla kunoichi ma anche una piccola lezione. «Piuttosto... le tue lumache costano, no? Potrebbero essere energie da investire in modo diverso, non credi? Oltretutto non ci sono sempre, qualunque cosa succeda...» spiegò, mentre la sua mano gustava nuovamente un seno della giovane. «Per esempio...» disse, portando l'altra mano, quella libera, a simulare una lama e poggiarla sul collo della kunoichi. «Adesso non avresti avuto modo di comunicarmi qualcosa se non con un gesto o un qualche codice prestabilito, perché le tue lumache devono essere richiamate preventivamente, e tu non puoi andare in giro con una lumachella in bella vista.» Ovviamente era un esempio estremista, ma Kisuke sperava in egual modo che la ragazza capisse il concetto, ovvero che per quanto utilissime le sue lumache non sempre potevano fare al caso loro o essere la soluzione migliore. Fossero stati ad esempio al cospetto del sindaco e Kisuke si fosse accorto di qualcosa che non andava, non avrebbe ad esempio avuto modo di comunicarlo a Galatea. «Suppongo comunque che tu abbia un minimo di preparazione di base in merito alla comunicazione non verbale, quindi potremo andare sul sicuro. Ora dormi, cucciolotta vanitosa.»

    ...

    «Eccolo, il nostro caro municipio...» disse Kisuke, piano, mentre osservava la struttura. Da quella mattina appena svegli, i due si erano limitati a fare una breve colazione insieme a base di riso, carne e verdure grigliate, poi una volta fattesi un quarto alle nove, iniziarono a muoversi per le strade di Mitsu. Sembrava squadrata e monotona, con edifici e palazzoni della stessa forma e dello stesso colore, un beige stinto e spesso scrostato, che cambiavano solo per dimensioni ed altezza. Un'architettura per certi versi moderna ma con un richiamo al tradizionale era quella che predominava nella cittadina neutra di Mitsu, notò Kisuke. Con affianco la propria compagna nonché amata, si mosse mentre su di loro si ergeva un cielo grigio antracite con al di sopra il sole che cercava di far breccia con i suoi raggi acuminati come lance, ad illuminare la giornata. Osservò la cittadina nel suo risveglio mattutino, con sempre la costante sensazione degli occhi puntati addosso. Chiese informazioni riguardo al municipio e come raggiungerlo, ed ecco che ora si ritrovava lì, di fronte l'edificio, ad un nonnulla dall'incontro diretto con il bersaglio. «Entriamo.»

    KisukeMomochiSPOILER
    ChakraFisicoMentale
    195- Ottimo;- Ottimo;
    Tripla Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (10)Fili Metallici (30m)
    Senbon (19)Fili Metallici (10m)
    Cartabomba (5)Telescopio
    Cartabomba Fasulla (4)Pillole del Soldato (3)
    Makibishi (24)Kit Grimaldelli
    Pupazzi Esplosivi (3)Veleno Debole (2)
    Cartabomba (5)Occhio Cibernetico
    N/ACimice (3)
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    Tasca Sup.Kunai di Kiri(2)
    Taschino Sup.Flauto DemoniacoSpalla
    Fodero MinoreSpada CortaLombare
    FasciaOmbrello Compl.Schiena
    CustodiaOttavaCintura
    AbbigliamentoCoprinaso BendeIndossato
    AbbigliamentoProtezione CuoioIndossata
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoAnello ReiPollice destro
    AbbigliamentoParabracciaIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati
    AbbigliamentoBendeIndossate
    AbbigliamentoGomitiereIndossate
    AbbigliamentoScarpe con LamaIndossate
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
    Fumogeni (4)Radiolina
    Kunai (9)Torcia Elettrica
    Sigilli d'Evocazione
    Armi da LancioShuriken Pesanti
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore

    Note- Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    - Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    - Dieci metri di Filo Metallico sono legati ad un Kunai;
    - Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Tre Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
     
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    parlato Galatea | telepatia Galatea | pensato Galatea
    parlato cloni | telepatia cloni | pensato cloni
    parlato Kisuke
    telepatia evocazioni
    parlato altri


    Hmmmmmm mormorò mentalmente la kunoichi. Dalla gola le fuoriuscivano mormorii gutturali che parevano quasi quelli di una gatta intenta a fare le fusa, quando erano solo i mormorii di una giovane deliziata dalle carezze del proprio amato. Pian piano, allungandosi e muovendosi ogni qual volta quelle dita perfette le percorrevano la pelle, le stringevano i seni, le si intrufolavano sotto le mutande, portò il volto sempre più verso il petto dell'ANBU, finché non si stabilì preciso e perfetto sul suo pettorale. Mentre ad occhi chiusi godeva di tutte quelle carezze, ricambiando fin da subito con la mano che teneva poggiata sugli addominali del suo uomo, lasciandola vagare e curiosare fin dove riuscisse ad arrivare, le orecchie non perdevano una parola di quelle pronunciate dal Momochi. Ora capisco. A meno che non mi prepari preventivamente, in una circostanza come quella di domani le mie parole sono solo una marea di baggianate buttate all'aria. Anche se domani non dovremmo aver bisogno di alcun codice e anzi, usare qualcosa di visivo all'occorrenza potrebbe pure essere controproducente. Le dita di Kisuke si sollevarono dal collo su cui si erano poggiate per completare quell'esempio esplicativo. In un situazione delicata anche il minimo gesto può essere preso nel modo sbagliato. Ma comunque per ora non dovrebbe servire nulla del genere... nel caso del bisogno, spero quelle quattro scemenze che ci hanno insegnato all'accademia siano sufficienti. In fondo, che evocare le lumache siano un dispendio notevole di chakra è vero, così come il fatto che non posso nasconderle, se non lasciandole qui in stanza. E poi dovrei considerare anche il tempo necessario al passaggio della comunicazione...
    «Ora dormi, cucciolotta vanitosa.»
    Agli ordini, caposquadra del mio cuore. Tanto ci sei tu a vegliare su di me, no? Galatea, mantenendo la testa sul petto di Kisuke, scivolò sul letto per affiancare il proprio corpo al suo, come ormai trascorreva ogni singola notte, quando non la passavano abbracciati in altro modo.

    ...

    Il municipio è generalmente l'edificio rappresentativo di una città e per questo si distingue dal resto degli edifici, emerge dalla massa spesso anonima delle costruzioni: è il più maestoso, il più sontuoso, è l'edificio centrale, quello posto più in alto, quello più svettante o vistoso, quello più adornato e abbellito, perché è un po' il biglietto da visita dell'intera città. Come il palazzo della Mizukage dominava su Kirigakure tutta, come Galatea ricordava il palazzo dell'Hokage sorvegliare l'intera Konoha, così dei vari paesi neutri in cui era stata aveva sempre l'immagine di un municipio quasi monumentale nella cura con cui era ostentato, addobbato di fioriere variopinte, dall'apparenza a momenti solenne e antica. A Mitsu questa consuetudine non sembrava essere di casa, però. Della stessa monotonia che affliggeva il resto della cittadina, dello stesso beige stinto e invecchiato che pareva morente, si riconosceva e distingueva solo per tre miseri elementi: la scritta che lo identificava come tale che correva nel sottotetto; gli stendardi che sventolavano pigri al vento appena accennato di quella giornata bigia; quella specie di porticato semicircolare che sporgeva dalla struttura a parallelepipedo della costruzione, che movimentava la facciata altrimenti piatta e anonima, che sorreggeva stanzoni a loro volta semicircolari sui piani superiori. Erano arrivati lì all'incirca alle nove, minuto più, minuto meno. Avevano deciso, o meglio, Kisuke aveva suggerito quale argomento portare per richiedere udienza, in fondo era solo una visita preliminare, per saggiare le acque intorno alla figura del sindaco: era loro obiettivo iniziare a studiare come muoversi per raggiungere lo scopo finale, cioè l'assassinio, sapendo della presenza di due shinobi a guardia della futura vittima. Avessero dovuto, o potuto, concludere in quel momento la questione, nemmeno ci sarebbe stato bisogno di scegliere con cura quale scusante adottare. Nulla avrebbe distinto la chiacchierata di quel giorno da un qualunque dialogo informativo e indagatorio come tanti, da shinobi, ne avevano condotti. Eppure Galatea sentiva comunque un velo di ansia aleggiarle sullo stomaco, come ultimamente accadeva quasi ogni volta dovesse mettersi in azione. Fosse il peso di una responsabilità a cui ancora non faceva l'abitudine, fosse la presenza di Kisuke che la portava a desiderare di non commettere nemmeno il minimo accenno di passo falso, lei entrava ormai puntualmente in uno stato di tensione, più o meno accentuato a seconda della circostanza. Sarebbe anche il caso di finirla però... soprattutto quando non c'è motivo di avere timori ed essere tesi...
    «Entriamo.»
    Va bene si limitò a rispondere la kunoichi, avviandosi subito dopo verso i pochi scalini che introducevano agli interni del municipio. Sarà il caso di chiedere in portineria dove dobbiamo andare... dubito che all'interno troveremo dei cartelli ad indirizzarci... La portineria era un semplice gabbiotto protetto da una mezza vetrata, dietro il quale si intravedevano una scrivania con un calendario-agenda sopra, una sedia girevole vuota e ovviamente nessun impiegato presente. La kunoichi batté rumorosamente le nocche sul vetro, cercò invano un campanellino, bussò nuovamente sul vetro, con insistenza. Buongiorno! esclamò ad alta voce, nella speranza di richiamare qualcuno. Buongiorno! ripeté, proprio mentre un uomo, mingherlino, non proprio sveglio, si presentava trafelato, sbucando da una porticina laterale. Oooh, alla buon ora, buongiorno. Senta, un'informazione: dov'è l'ufficio del sindaco? Avremmo necessità d'incontrarlo.
    'Giorno esclamò il ragazzo, con una voce pastosa, burbera, che usciva con difficoltà dalle labbra. Avete un appuntamento fissato?
    No.
    Gliene fisso uno?
    No, non mi serve un appuntamento. Intendiamo incontrarlo ora. Ci serve solo sapere dov'è il suo ufficio spiegò paziente la kunoichi, avendo compreso che l'uomo che aveva davanti non fosse il massimo.
    Ma il signor sindaco non riceve senza appuntamento e poi questo non è orario di colloqui. Non riceve nemmeno fuori orario. Potrei fissarvene uno in un...
    Ho detto no, non ci interessa se lui non riceve. Per noi farà volentieri un'eccezione, non credo vorrà rifiutarci a cuor leggero un incontro lo interruppe, in modo più brusco e scortese, prima che s'alzasse di nuovo per uscire e dirigersi chissà dove. Mi serve solo sapere dov'è l'ufficio. Al massimo ci accordiamo con la sua segretaria. Avrà una segretaria no?
    S-sì, certo, Asuka...
    Allora come raggiungiamo questo ufficio? lo interruppe di nuovo, bruscamente.
    È al primo piano... le scale in fondo e poi in fondo al corridoio, la porta frontale...
    Perfetto esclamò Galatea, d'improvviso di nuovo baldanzosa. Primo piano, in fondo al corridoio. Gentilissimo sorrise in direzione dell'impiegato, con finta riconoscenza, quindi si voltò verso Kisuke, stavolta più seria e a voce bassa, seppur con una vena d'ironia. Capito, shinobi? Primo piano, in fondo al corridoio. Su, muoviamoci che il sindaco non sembra volenteroso a concederci qualche minuto del suo tempo.

    Stato
    ChakraFisicoMentale
    115/115ottimalebuono, nervosa
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (4/4)Torcia luminosa
    Senbon (20/20)Radiolina
    Palla Gelo (5/5)Cimice (3/3)
    Cartabomba (5/5)Filo Metallico (10m)
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    Rotolo MinoreBastone del Monacoin borsa
    Rotolo MaggioreKusarigamaDietro la schiena
    FoderoOmoikaruiFianco sinistro
    Tasca SupplementareKunai di Kiri (1/1)Coscia destra
    AbbigliamentoParabracciaIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati

    Gilet Kiri
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (10/10)Olio Infiammabile (2/2)
    ------
    Note- Coprifronte legato al collo.
    - Due palle gelo legate ad altrettanti kunai.
    - Due cartebomba legate ad altrettanti kunai.
     
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    «Ci sento benissimo da me, kunoichi!» replicò Kisuke, a tono, quando Galatea ripeté le indicazioni appena ottenute dall'inserviente, quindi si mossero. "Quanta aggressività..." rilevò Kisuke, ripensando a qualche attimo prima, alla conversazione tra Galatea e l'inserviente, associando forse quell'atteggiamento a un certo tasso di tensione. «Mantieni la calma, leonessa» disse Kisuke a Galatea, mentre salivano le scale per raggiungere l'ufficio del sindaco, o meglio l'anticamera in cui avrebbero parlato con la segretaria.
    «Salve» salutò Kisuke, una volta giunti dalla segretaria del sindaco, seguendo le semplici indicazioni ottenute pochi minuti prima da Galatea. La ragazza che ricopriva la mansione di segretaria, appena poco più che trentenne valutò Kisuke, portava una capigliatura sciolta, leggermente mossa, i capelli circa alla lunghezza delle spalle, color verde foresta scuro e spento e infuocati d'arancione sulle ciocche laterali, fisico snello, curato, sicuramente anche slanciato per quello stralcio che si vedeva, e un viso serio, professionale, dai lineamenti marcati ma al tempo stesso graziosi, il tutto accentuato da una montatura da vista. Indossava un completino scuro, attillato, che ne risaltava le forme modestamente generose, smanicato, che iniziava con un colletto alto aperto sulla gola e una gonna corta, niente meno una versione moderna di qipao. Quella ragazza aveva mutato leggermente il proprio aspetto, ma in realtà quella che avevano di fronte Kisuke e Galatea era niente meno che una dei due Mukenin accennati nella missiva. Occupava da tempo la carica di segretaria del sindaco e per lei quella era sempre la solita solfa, ormai da parecchio tempo, da quando avevano stretto gli accordi con il sindaco, così che potesse al meglio sfruttare quella posizione per svolgere al meglio la propria mansione di guardia del corpo del sindaco.
    «Avremo necessità di parlare con il sindaco, e ci è stato detto di parlare con lei, per prendere un appuntamento.»
    «Sì, dica pure.»
    «Ecco, noi non vorremo nessun appuntamento, ci vorremo parlare ora.»
    «Mi spiace darvi questa notizia, ma non è possibile. Il nostro primo cittadino è infermo già da quasi un paio d'anni, e non prende colloquio con nessuno senza previo appuntamento. Poi oggi non è nemmeno presente,» "Sfuggevole come un anguilla questo primo cittadino..." «e se anche ci fosse le sue guardie del corpo non vi faranno di certo passare senza un appuntamento...» disse, accennando all'unica porta che si apriva da quell'anticamera, dove Kisuke immaginò le due guardie ai lati. "Certo, come no..." Kisuke sorrise all'idea dei due che venivano poi afferrati per la gola e pestati l'uno contro l'altro per lasciare libero passaggio alla coppia di Kirigakure no Sato. "Il fatto che comunque non siano presenti attualmente significa che davvero il sindaco non c'è adesso, e la sua situazione d'infermo potrebbe essere la scusante apparente per averne assunto una coppia per la sua sicurezza personale e non tanto scusante invece per aver chiamato una coppia di Mukenin."
    «Chiedo venia, non ne ero al corrente. Allora... non saprei: quando potremo incontrarlo?»
    «Vi fisso un appuntamento, se volete.»
    Kisuke annui, facendo spallucce. «Certo, grazie.»
    «E vorreste parlare con il sindaco riguardo a...?»
    «Nulla di grandioso, solo qualche domanda chiarificatrice riguardo alla città e alla regione. Si annoierà, purtroppo, lui tanto quanto noi...»
    «Capisco...» disse. «Bene allora. Quando vorreste venire?»
    Indubbiamente il prima possibile, ma al tempo stesso ci è indifferente. Non abbiamo chissà quale fretta o urgenza, data la situazione... insomma, veda lei, anche sapendo quando al sindaco possa pesare di meno.»
    La ragazza ci pensò per quale istante, girando indietro alcune pagine dell'agenda. «Per questa sera alle diciassette vi va bene?»
    «Certo, d'accordo! La ringrazio, è stata gentilissima. Arrivederci e buon lavoro»

    ...

    Due bravacci armati e dalle spalle larghe sorvegliavano la porta dell'ufficio del sindaco quando Kisuke si presentò lì per rispettare l'appuntamento. La mattina erano andati via subito dopo aver ottenuto l'accordo per il colloquio e Kisuke aveva proposto semplicemente di trascorrere quelle ore che li separavano dall'incontro studiando la città, osservando i movimenti, gustando il cibo del posto, riposando e perché no?, anche dedicarsi un po' a loro due.
    «Siamo qui per vedere il sindaco.»
    «Avete un appuntamento?»
    «Certo, guardi pure.» Kisuke frugò nelle tasche dei pantaloni, ove trovo nella sinistra due monete d'argento (tenute pronte all'occorrenza, appositamente), mentre nella destra ciò che cercava, dunque allungò al suo interlocutore il foglietto datogli la mattina dalla segretaria del sindaco.
    «Accesso accordato, ma dovete lasciare a noi le armi.»
    «Ah certo, e dove? Nel collo? Nella schiena? Nelle reni?»
    L'espressione assunta da entrambe le guardie dimostrò che le parole del Momochi non erano suonate loro tanto gradevoli. «Non siamo pagati per ripetere le cose.»
    «Oh, ma nemmeno io. Le armi rimangono con noi, e non si discute. Non vi preoccupate, avessimo avuto intenzioni ostili vi pare avremo preso appuntamento e saremo venuti qui in bella vista?» Kisuke abbozzò un ghigno sotto le bende del coprinaso. «O se al massimo ci ritenete così stupidi, credete che non vi avremo già spiccato le teste dal collo per passare?» Il ghigno mutò in una smorfia sadica. «Lasciateci passare.»
    Le due guardie si guardarono l’una l’altra e annuirono all'unisono, accordandosi. Poi una delle due allungò una mano verso la maniglia e aprì la porta. "Non sono loro i due Mukenin, o quanto meno ne dubito fortemente." All'infuori della sua indole, Kisuke aveva agito in quel modo sfrontato appunto per testare la reazione delle due guardie. Ora non gli rimaneva che oltrepassare quella porta spalancata ed entrare. Quando entrarono, trovarono ad attenderli solo un uomo dai lineamenti paffuti, in leggero sovrappeso, circa una cinquantina di anni, capelli e una barbetta sale e pepe con qualche ruga intorno a degli occhi grandi e blu, vestito con degli abiti non eccessivamente eleganti, bensì anche leggermente tendenti allo sportivo, e ovviamente seduto su una sedia a rotelle dietro una scrivania interamente in legno di noce e alle spalle una modesta vetrata che tuttavia non rendeva giustizia per via del sole oscurato da un cielo nuvoloso e dalle tendine a fasce verticali tirate sulla vetrata.

    Otome Yunomae
    OtomeYunomae_zpsfea8c6db
    Fisico: Ottimo
    Chakra: 150


    KisukeMomochiSPOILER
    ChakraFisicoMentale
    195- Ottimo;- Ottimo;
    Tripla Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (10)Fili Metallici (30m)
    Senbon (19)Fili Metallici (10m)
    Cartabomba (5)Telescopio
    Cartabomba Fasulla (4)Pillole del Soldato (3)
    Makibishi (24)Kit Grimaldelli
    Pupazzi Esplosivi (3)Veleno Debole (2)
    Cartabomba (5)Occhio Cibernetico
    N/ACimice (3)
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    Tasca Sup.Kunai di Kiri(2)
    Taschino Sup.Flauto DemoniacoSpalla
    Fodero MinoreSpada CortaLombare
    FasciaOmbrello Compl.Schiena
    CustodiaOttavaCintura
    AbbigliamentoCoprinaso BendeIndossato
    AbbigliamentoProtezione CuoioIndossata
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoAnello ReiPollice destro
    AbbigliamentoParabracciaIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati
    AbbigliamentoBendeIndossate
    AbbigliamentoGomitiereIndossate
    AbbigliamentoScarpe con LamaIndossate
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
    Fumogeni (4)Radiolina
    Kunai (9)Torcia Elettrica
    Sigilli d'Evocazione
    Armi da LancioShuriken Pesanti
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore

    Note- Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    - Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    - Dieci metri di Filo Metallico sono legati ad un Kunai;
    - Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Tre Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
     
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