Missione Ryu Akimichi

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    Missione Ryu Akimichi
    Missione a Servizio di:Konohagakure No Sato
    Livello:C
    Esecutore della Missione:Ryu Akimichi
    Luogo di partenza:Cancello nord di Konohagakure
    Appuntamento Ore:09.00
    L'isola Nami è l'unica isola, seppur piccolissima che rientra nel cerchio del paese del fuoco. Il tuo compito è quello di portarti fino a la e stilare un rapporto sulle condizioni degli abitanti e sull'operato dei pochi Shinobi presenti sull'isola. E' necessario ricevere dei rapporti periodici su di loro visto che sono così distaccati dal centro del paese. Se trovi eventuali scaramucce puoi anche prendere iniziativa e spegnere il fuoco sul nascere.
    Buona Gita
     
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    Pirata da strapazzo

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    Narrato, Pensato, « Parlato », « Parlato marinaio », « Parlato Francis », « Parlato Brillo », « Parlato Arima », « Parlato Ryosuke », « Parlato Shinsuke », « Parlato Kyoraku », « Parlato Akainu », « Parlato pirata », « Parlato Quincy ».


    Uno dei problemi peggiori di Ryu, è che certe volte gli prendevano delle fisse assurde. Certo, a chi è che non capita di andare in fissa con qualcosa? Che ne so, camminare sulle mattonelle senza toccare le linee, stare a dieta e cose del genere. Ma le fisse che venivano a Ryu erano qualcosa di straordinario... L'ultima, forse la più idiota in assoluto, era quella di diventare monaco. Di minchiate ne aveva fatte, in vita sua, ma mai di questi livelli. E così aveva aderito a una religione chiamata Monotesimo. No, forse "aderire" non era il termien più giusto. Già, sarebbe meglio dire "creato". E così Ryu, messia sceso in terra, andava in giro per Konoha a raccogliere adesioni per la religione di cui egli stesso era il profeta, senza però riscuotere il successo desiderato. Ed è per questo che, leggendo la missiva della missione livello C che gli era stata affidata, pensò che avrebbe avuto la possibilità di cercare adesioni lì. Da missiva, infatti, lo Shinobi si sarebbe dovuto recare a Nami, l'unica isola appartenete al territorio del Paese del Fuoco, per stilare un rapporto sulla situazione generale. Una palla assurda, probabilmente, ma avendo la possibilità di diffondere nelle terre oltre mare la propria religione, Ryu accolse la missione con più entusiasmo del previsto. Rilesse la missiva per l'ennesima volta mentre, zaino in spalla, camminava in direzione della costa del Paese del Fuoco, dalla quale si sarebbe poi imbarcato alla volta di Nami:

    L'isola Nami è l'unica isola, seppur piccolissima che rientra nel cerchio del paese del fuoco. Il tuo compito è quello di portarti fino a la e stilare un rapporto sulle condizioni degli abitanti e sull'operato dei pochi Shinobi presenti sull'isola. E' necessario ricevere dei rapporti periodici su di loro visto che sono così distaccati dal centro del paese. Se trovi eventuali scaramucce puoi anche prendere iniziativa e spegnere il fuoco sul nascere.
    Buona Gita

    Normalmente Ryu avrebbe pensato che fosse la rottura di palle più grande del mondo, ma adesso invece non stava più nella pelle di arrivare all'isoletta, fermamente convinto che lì la sua religione avrebbe sicuramente trovato più consenso che a Konoha. L' Akimichi camminava a grosse falcate, con il sole che gli batteva sulla nuca. Era una giornata piuttosto soleggiata: il cielo era limpido e l'immensa distesa d'azzurro era solo qua e là interrotta da solitarie nuvole bianche, così candide e soffici a vedersi da farti desiderare di tuffartici dentro. Un venticello accarezzava e rifrescava il volto del Konohaniano, contorto in un grugno nello sforzo di trattenere la cacca. Quella mattina a colazione aveva decisamente esagerato, e adesso ne stava pagando le conseguenze. Intanto cercava di distrarsi, in modo da non farsela scappare, ripassando tutti i discorsi oratori che si era preparato. Iniziava a fare un gran caldo e una goccia di sudore gli scivolò sulla tempia. Si passò l'avambraccio sulla fronte e si sbottonò i primi bottoni della camicia rossa a fiori gialli che aveva indossato per l'occasione. Stese le paffute dita della mano destra a protezione degli occhi, per osservare l' orizzonte e vide con piacere che il sentiero che stava seguendo si immergeva in un fitto bosco di sempre-verde, dove sarebbe stato per un po a riparo dai raggi solari. Rinvigorito dalla vista, accellerò il passo. In pochi minuti si ritrovò finalmente all'ombra, al riparo dalla luce solare. I rami degli alberi erano così fitti che il terreno era quasi completamente in ombra. Sembravano alberi centenari, e l'aria era così pesante che Ryu faceva quasi fatica a respirare. Ben presto alle sue orecchie furono ben udibili scricchiolii e fruscii sinistri, con tutta probabilità frutto della sua mera immaginazione. Per un secondo, l' Akimichi giurò persino di aver visto uno degli alberi muoversi, porgendogli un ramo in segno di saluto. Ed è per questo che il ciccio-bombo fu ben lieto di ritornare a camminare sotto la forte luce solare, dopo aver passato un'interminabile mezzora d'ansia all'interno della foresta. Il fatto che Ryu, che di racconti fantastici ne leggeva a bizeffe, era facilmente suggestionabile a volte. Tanto grosso quanto fifone. Intanto il Sole aveva già raggiunto lo Zenit, e adesso declinava lentamente verso Ovest. Improvvisamente Ryu si sentì stringere violentemente allo stomaco, si piegò in due sulle ginocchia e il peso dello zaino lo fece finire faccia a terra. La paura momentanea gli aveva fatto dimenticare di starsi letteralmente cagando addosso. Sudando freddo nello sforzo di trattenersi, Ryu lasciò la strada principale e si nascose dietro un cespuglio, dove si calò i pantaloni e... bhè, diede alla natura ciò che è della natura. Per cinque minuti circa sudò freddo, accovacciato dietro un cespuglio, con le ginocchia che urlavano dal dolore e imploravano pietà. Quando finalmente ebbe finito, dopo essersi pulito e tutto, riprese il viaggio, con un fastidioso prurito al fondo schiena. Arrivò ad un punto in cui il sentiero che stava seguendo costeggiava un grosso lago. Senza pensarci due volte, si svestì e si tuffò in acqua, potendosi finalmente dare una sciacquata al cu... bhe, ci siamo capiti. Tra una pausa e l'altra, non ci fu da sorprendersi se, quando Ryu arrivò alla cosa Est del Paese del Fuoco, il Sole era si era quasi completamente tuffato nel mare. Ryu raggiunse una località di cui aveva già sentito parlare, New Port. Gli avevano detto che lì avrebbe potuto facilmente trovare qualche nave mercantile che fosse diretta verso Nami e disposta ad accoglierlo a bordo. Il posto era piuttosto semplice: era una grossa insenatura naturale, dove vi erano diverse navi ormeggiate lungo un molo in legno, che sembrava di recente datazione. Il "paese" consisteva in una ventina di costruzioni, di cui un paio di ostelli che ospitavano i viandanti, abitazioni di alcuni marinai, depositi mercantili e simili. Nell'aria aleggiava un forte odore di salsedine, e di sotto-fondo si sentiva il rumore delle onde che si infrangevano sulla roccia. E così Ryu si diresse alla lunga banchina in legno. C'era grande movimento: molti uomini caricavano le merci sulle loro imbarcazioni, si preparavano alla partenza, davano i loro ultimi saluti strappalacrime alle famiglie e così via dicendo. L' Akimichi rivolse la parola a diverse persone, chiedendo ospitalità o semplici informazioni. Ma nessuno sembrava diretto alla volta di Nami. Era come se tutti volessero evitare la rotta verso l' isola del Paese del Fuoco. La maggior parte erano diretti verso Yuge o verso il Paese del Fulmine. Solo ad un vecchio uomo barbuto, Ryu riuscì a strappare qualche parola di più: « Le rotte per Nami sono piene di pirati, non troverai nessuno disposto ad andarci, ragazzo... Viviamo in tempi pazzi, pazzi! » E così, Ryu, sconsolato, si sedette sulla banchina, con le gambe penzoloni, mangiando alcune delle provviste che aveva portato con sé. E se ci andassi a nuoto? Pensò, osservando il lontano e offuscato profilo dell' isola. Si immerse nei suoi pensieri, che furono dopo un poco interrotti da una voce simile a un latrato: « Hey! Dico a te, bestione! » Un vecchio gli si avvicinò. Aveva un'andatura altalenante, e Ryu immaginò che il lungo mantello che lo avvolgeva nascondesse una gamba di legno. Aveva un volto severo ricoperto da un'incolta barba grigio bianca e lunghi capelli grigistri raccolti in una coda. Ryu si rimise in piedi, e attese che il vecchio lo raggiungesse. Clunk, clunk, clunk. Finalmente furono vicini e il vecchio gli porse una nodosa mano. Da vicino Ryu notò che gli mancava un grosso pezzo di naso. « Salve, io sono Fracis Drake! Ho sentito da certi tipi laggiù che cerchi una nave diretta a Nami su cui imbarcarti... » Ryu annuì. « Le hanno detto bene. Io sono Ryu Akimichi » Rimcabiò la stretta della mano nodosa, e al tatto avvertì numerosi calli. « Bhe, sei fortunato, mio caro Ryu! La Leonessa, la mia nave, non si lascia mica scoraggiare da dei pirati da quattro soldi! Forza, seguimi, partiremo a breve! » E così Ryu si imbarcò sulla Leonessa. La nave era completamente in legno: si trattava di una nave mercantile, e al suo interno erano stipati viveri e oggetti manufatturieri. Per quanto gli fu possibile, l' Akimichi diede una mano. Quando finalmente partirono, si posizionò alla destra di Drake, le quali nodese mani erano saldamente strette attorno al timone. « Spero tu non soffra il mal di mare, amico! » E in effetti il mare sembrava piuttosto agitato. Il vento ululava con violenza, sferzando il volto dei marinai e le onde si infrangevano con violenza inaudita contro le rocce dell'insenatura. « Non saprei, è la prima volta che salgo in nave... » Drake rise, una risata simile a un latrato. « Vedrai che ti piacerà! » Mentre la nave ondeggiava sotto i suoi piedi, Ryu pensò che fosse piuttosto improbabile, ma tenne quei pensieri per sé. « Spero solo che Ponyo e Wando ci assistano! » Il volto del vecchio si contorse in un'epressione incuriosita, dando risalto al pezzo di naso mancante. « Cosa sono, roba che si mangia?» Ryu assunse un'espressione di superiorità. « Essi sono due divinità della mia religione! Rispettivamente signore dei Mari e dei Venti, sono favorevoli ai marinai diligenti e onesti! » Ancora una volta nell'aria echeggiò l'aria simile a un latrato. « Bhe, non so quanti onesti possano essere i miei pirati, ma a quanto pare il tuo signore dei Venti e dalla nostra... il vento soffia verso Est! Ammainate le vele, topi di fogna, si salpa! » Ryu si sentì pervadere da una certa eccitazione. Aveva letto racconti di battaglie navali, pirati e corsari e in quel momento tale si sentiva. La sua allegria fu aumentata dalle parole di Drake. « E così sei un credete, ragazzo? Sai, non mi è mai piaciuta la religione, ma quella roba del signore dei venti e del mare sembra interessante... Raccontami un po! » Il volto di Ryu si stese in un largo sorriso e il ragazzo si cimentò subito in un'approfondita descrizione delle divinità da lui stesso creato e di come esse, nate dai vortici di materia, avessero creato il mondo con il loro pensiero. Ben presto, però, l' Akimichi fu costretto a tacere. Svanita l'eccitazione iniziale, iniziò a sentire lo stomaco in subbuglio e il suo volto assunse un colorito verdastro, mentre il mare si agitava sempre di più. Barcollante, tenendosi stretto a delle funi, Ryu si portò a poppa. Un vento gelato gli sferzava il viso, scompigliandogli i capelli. Guardò il mare illuminato dalla luna e il cielo trapunto di stelle, mentre l'odore di salsedine gli invadeva le narici e l'acqua schiumava e ribolliva, infrangendosi contro lo scafo della nave. Guardò all'orizzonte, e vide l' isola di Nami farsi sempre più vicina. Di sicuro, la nave non era il suo modo preferito di viaggiare. Quando finalmente arrivarono a destinazione, era ormai notte inoltrata. Ryu, di un colorito innaturalmente bianco, fu portato sulla terra ferma da due robusti marinai. Inutile dire quanto fu lieto di poter finalmente poggiare i piedi su una superficie stabile. Mentre mandava giù qualcosa per riprendersi, fu raggiunto dal vecchio Drake. « Visto?! Di pirati neanche l' ombra... Il vecchio Drake è ancora rispettato tra i mari! Se mi avessi vinto quando avevo ancora entrambe le gambe... Il terrore dei sette mari! Ai miei tempi tutti questi pirati non c'erano, solo marinai con la testa al posto giusto... » E' risaputo che quando i vecchi si mettono a parlare del loro passato, possono andare avanti per ore intere senza neanche accorgersene, quindi Ryu frenò subito il vecchio. « Mi scusi, ma adesso devo andare. Sono stanco e il viaggio mi ha scosso, l'unica cosa che voglio fare adesso è riposare » Il vecchio si limitò ad annuire. « Non preoccuparti! So quanto possa essere noioso un vecchio che ricorda il suo passato! » Disse in tono comprensivo, mentre gli tendeva la mano nodosa. « E' sempre un piacere incontrare aspiranti lupi di mare! Che la fortuna ti assista, Ryu Akimichi! » Ryu ricambiò la stretta. « Che Ponyo e Wando ti assistano! E che Tradye, signore dei commerci, renda te e i tuoi fratelli ricchi e felici! » Dunque si voltò, e zaino in spalla si diresse verso il centro abitato. Nami era un'isoletta montuosa, dove praticamente in cinquanta metri si poteva passare da mare a montagna. Il villaggio centrale era costruito ai piedi della montagna, poco più in alto rispetto al livello del mare, ed era costituito da numerose abitazioni in legno e in pietra, di cui Ryu in lontananza riusciva a scorgere solo le luci accese. Il porto era piuttosto grosso: un gran numero di navi erano ormeggiate alla lunga banchina in legno, e numerose bancarelle e piccoli chioschetti si trovavano nelle vicinanze. Ryu immaginò che la mattina si svolgesse il mercato del pesce o qualcosa di simile. Dunque l' Akimichi prese a seguire il sentiero che si dirigeva verso il villaggio centrale. Aveva le gambe molli, forse per effetto del viaggio in nave, e non vedeva l'ora di riposarsi. Camminava lentamente, osservando le luci delle case simili a fiammelle farsi sempre più vicine. Non gli ci volle molto ad arrivare a destinazione, e neanche ad individuare una tavera in cui poter passare la notte. Era una delle costruzioni più grosse, nonché la più numerosa: voci allegre provenivano dall'interno, persone che cantavano, schiamazzavano e ballavano e sull'entrata torreggiava una grossa insegna che recitava a caratteri cubitali "Il Mercante in Fiera". Ryu entrò cercando di non dare troppo nell'occhio e di non attirare l'attenzione su di sè, dirigendosi al bancone. L'oste era un uomo basso e grasso, dai lunghi baffi neri arricciati alle estremità, con la pelata che luccicava alla luce delle lampade. « Buonasera, le do il benvenuto alla taverna del Mercante in Fiera! Io sono Brillo Bryosuke, il proprietario. In cosa posso essere utile, signor... » « Akimichi. Sono Ryu Akimichi » si affrettò a completare il Konohaniano. « Mi servirebbe una stanza in cui poter passare la notte » L'oste annuì. « Si ferma anche a colazione? » « Ovviamente » « Benissimo! Ora le chiamo qualcuno che le mostri la stanza... ARIMAAAA! » Un ragazzo di circa 18 anni dai capelli a spazzola color paglia accorse velocemente. « Brutto scansafatiche, al posto di grattarti l' intimo mostra al signor Akimichi la sua stanza! » Gli lanciò un paio di chiavi che aveva preso da sotto il bancone. Arima le afferrò al volo e corse velocemente verso le scale, evitando un calcione sferratogli dall' oste. Ryu gli andò dietro e il giovane lo condusse su per una rampa di scale, fino ad arrivare a un corridoio sul quale si aprivano quattro porte. « Questa è la sua stanza » disse indicandogli la prima porta sulla destra e porgendogli le chiavi « Dovrebbe essere tutto al proprio posto, per qualsiasi problema non esiti a chiamare! Se vuole, quando sarà pronto saremo ben lieti di accoglierla giù in sala, per cantare e ballare in compagnia! » Si congedò con un leggero inchino e se ne andò. Ryu entrò nella stanza: era piuttosto accogliente, con un letto a una piazza e mezzo, un comò e due poltrone vicino un polveroso camino. Ryu lasciò cadere lo zaino su una delle due poltrone e, senza perder tempo, si spogliò e si tuffò sotto la doccia. Quando fu completamente pulito e asciutto, si lasciò cadere sul letto ancora in mutande, rilassando i muscoli e chiudendo gli occhi. Gli sarebbe piaciuto andare a dormire immediatamente, ma aveva già deciso di rispondere all'invito di Arima di intrattenersi nella sala sottostante. L' Akimichi non aveva infatti dimenticato la missione, e voleva iniziare a raccogliere il maggior numero di informazioni possibile... e in più voleva cogliere l'occasione per diffondere il Volkanesimo. Indossò una lunga veste marrone cuoio e, dopo aver chiuso a chiave la porta, scese nella sala sottostante. Gli si presentò una visione quasi dionisiaca, a cui prima non aveva prestato paricolare attenzione: uomini raccolti in gruppetti cantavano a squarciagola canzoni delle più strane, con voci da far rizzare i capelli in testa ed ognuno a tempi diversi; altri uomini ballavano a piedi scaldi sul tavolo al centro sala, raccogliendo applausi e fischi d'ammirazione; il bancone era ricolmo di caraffe e boccali vuoti, il quale contenuto era stato sviscerato dagli stessi uomini dalle guance rosse che adesso facevano cercavano di attirare l'attenzione di donne dalle curve prorompenti, inventandosi storie che con tutta probabilità erano frutto della loro immaginazione. Ryu sentì un uomo affermare di essere uno dei candidati al titolo di Hokage, nel tentativo di attirare l'attenzione di una bella donna dai capelli rossi e ricci, e non potè fare a meno di sorridere. La sua attenzione fu però subito attirata un gruppetto piuttosto anonimo, che si teneva in disparte all'angolo della sala e borbottava in silenzio. Insospettendosi, Ryu cercò di avvicinarsi senza dare troppo nell'occhio. Si sedette su un tavolo vicino e prese a battere le mani a ritmo di musica, lo sguardo fisso sugli uomini che ancora ballavano al centro della sala, ma le orecchie ben attente a cogliere pezzi di conversazione del gruppo anonimo. « ...Ho sentito che il sindaco è stato visto in compagnia di gente poco affidabile, pirati, forse »
    « Quelle che muovi sono forti accuse, Ryosuke. Stai accusando il sindaco di essere in combutta con dei pirati della peggior specie, e sono accuse totalmente infondate» « Infondate un corno! Quel grassone si sta arricchendo sulle nostre spalle! » « E' inutile che cerchi di negare, Shinsuke. Forse non ne avremmo le prove, ma sappiamo tutti cosa è disposto a fare il sindaco Quincy pur di arricchirsi » « Ma io non sto negando questo! Sappiamo tutti che persona spregievole sia, ma sto dicendo che non possiamo muovere esplicitamente delle accuse se non ne abbiamo prove! » « Ma non possiamo nemmeno rimanere con le mani in mano! » « Ecco, sono d'accordo con Kyoraku! » Convenne il primo uomo battendo con violenza il pugno sul tavolo « Questa gente può continuare a festeggiare quanto vuole e a fingere che vada tutto bene, ma sappiamo tutti che non è così! » Kyoraku fece un segno d'assenso « La maggior parte dei carichi destinati all'isola non arriva a destinazione e di conseguenza i commerci stanno andando a farsi fottere! Di questo passo non avremo neanche più il cibo per sfamare i nostri bambini! » « E invece, guarda caso, di birra e maiale salato in villa Quincy non ne mancano mai. Anzi, quel bastardo si fa sempre più grasso, se possibile » Shinsuke ti tenne un po la testa tra le mani, pensieroso.« So benissimo che avete ragione, il fatto è che non possiamo fare niente! Non c'è nulla in nostro potere che possiamo fare, se non rivolgerci alle autorità » Ryosuke sbuffò. « Sì, le autorità... Guarda caso il nostro sindaco, la nostra autorità è proprio in combutta con la causa della nostra rovina, guarda un po... No, ormai non ho più alcuna fiducia nelle autorità » « Se vogliamo incastrare Quincy, allora dobbiamo coglierlo con le mani nel sacco » A quel punto, parlò l'ultimo dei quattro uomini, che fino ad allora era rimasto in silenzio. In penombra, con il cappuccio calato sul viso, era quasi totalmente nascosto alla vista di Ryu. Fumava una pipa, e per un attimo il bruciare del tabacco rese visibile il suo volto, duro e segnato da profonde cicatrici. « Dalle mie fonti ho saputo che stasera Quincy dovrebbe incontrarsi con una, mmh, "delegazione" di pirati. A quanto pare c'è un grosso carico di metalli che dovrebbe arrivare da Mori, a cui i pirati sarebbero interessati... » « Ecco, è l'occasione perfetta per incastrarlo! » Kyoraku scosse il capo. « Come facciamo? Villa Quincy è praticamente una roccaforte, con tutti quegli uomini alla guardia. Noi siamo solo in quattro, e per di più solo due di noi sono capaci di impugnare un'arma » Stavolta fu Shinsuke, ad annuire. « Esatto. Non abbiamo possibilità di riuscirci da soli, per questo insisto... Dobbiamo chiedere aiuto al governo centrale! Se contattassimo il Villaggio del Fuoco, potrebbero inviare degli Shinobi ad investigare » «Passeranno mesi, prima che la nostra richiesta venga accolta! » « E allora aspetteremo » Shinsuke intervenne. « Aspettare con le mani in mano mentre ci portano via ciò che è nostro? Non se ne parla » Intanto la mente di Ryu lavorava freneticamente. E' così la situazione non è delle migliori. Da quanto ho capito, questo sindaco Quincy è in combutta con i pirati che assaltano le navi che salpano o si dirigono vero Nami. Forse il sindaco informa i pirati delle rotte delle navi mercantili... E stasera i pirati gli verranno a far visita. Se riuscissi a intrufolarmi nella villa e a coglierlo con le mani nel sacco, si risolverebbe il problema. Ma se venissi scoperto? E anzi, se queste fossero tutte boiate? Insomma, alcuni di questi tipi non mi sembrano particolarmente certi sulle loro informazioni... C'era da decidere. Era probabile che l'incontro tra sindaco e pirati, se davvero ci fosse stato, si sarebbe svolto quella stessa notte, lontano dalla luce del giorno. Forse era già in corso. Non c'era il tempo di riposare, tanto meno quello di riflettere: Ryu doveva prendere una decisione. Dopo tutto la sua missione lì era quella di controllare la situazione, quindi era suo dovere verificare le parole dei quattro uomini. Ma a questo punto, tanto valeva rivelarsi a loro, in modo da evitare di farli scervellare inutilmente per trovare un modo di entrare in villa Quincy: ci avrebbe pensato lui. Silenziosamente si alzò e si avvicinò ai quattro uomini, i quali erano così coinvolti nella loro conversazione da non accorgersi che adesso ci fosse un quinto partecipante. L'unico che si accorse di lui, era il quarto, il più silenzioso. « Ma dobbiam- » « Silenzio » Ryosuke assunse un'espressione ferita. « Ma io credevo che tu fossi d'accordo sul fatto che dovessi agire, Jerard, perché cambi improv- » « Silenzio. Qui c'è un ospite indesiderato... » Tutti si volsero verso Ryu, che però non mostrò alcun segno di imbarazzo e sostenne i loro sguardi indagatori. « Allora, chi sei? » « Una spia di Quincy? » Aggiunse Ryosuke, che si alzò minaccioso. Kyoraku lo trattenne per l'orlo della veste e lo invitò a sedersi. « Evitiamo di dare troppo nell'occhio, Ryosuke. Siediti » Raccomandazione inutile: in tutto quel baccano, nessuno sembrava notare i cinque uomini parlottare nell'angolo. « Allora? Stiamo aspettando » Ryu rimase in silenzio per qualche attimo, poi parlò: « Io rappresento le "autorità" di cui il vostro amico tanto diffida » ammiccò verso Ryosuke, che sembrava tanto intenzionato a rialzarsi, mentre mostrava loro il coprifronte che fino a quel momento aveva tenuto nascosto sotto la veste. « E così stavi origliando, bastardo! » Ryu sghignazzò. « Preferirei dire che stavo eseguendo il mio lavoro. Sono stato inviato qui a Nami per controllare che tutto vada nel migliore dei modi, e a quanto pare non è così. E' un bene per voi che abbia, come dici tu, origliato la vostra conversazione » Un attimo di tensione in cui nessuno parlò. « Me ne occuperò io. Andrò io in villa Quincy » Per un secondo lo fissarono tutti con espressioni indecifrabili, poi presero a parlare come se Ryu non fosse lì. « Possiamo fidarci? » « Non abbiamo niente da perdere, nel farlo, tanto vale... » « Io dico di no... » « Fidiamoci » Tagliò corto Jeral, con un tono che non ammetteva repliche. Ancora una volta si volsero tutti verso Ryu. « Avete preso la scelta migliore » disse sorridente « Solo... non so dove andare... » Cinque minuti dopo, l' improbabile gruppetto camminava per le buie strade di Nami. Ryu aveva avuto giusto il tempo di cambiarsi, indossando una camicia blu notte a ricami floreali azzurri e una tuta nera e un mantello nero. Avvolti nei loro pesanti mantelli scuri, i cinque si muovevano come ombre furtive, invisibili a qualunque occhio poco attento e indagatore. Ryu era in perenne stato dall'erta, sinceramente non ancora del tutto fiducioso dei quattro uomini. Questi lo condussero in un'edificio in pietra di due piani: Shinsuke estrasse delle grosse chiavi d'argento, aprì la porta e li invitò ad entrare silenziosamente. Quando furono dentro accese un paio di lampade ad'olio e li invitò a sedersi attorno a un tavolo in legno, qua e là rovinato dalle termiti. « Benvenuto in casa mia, Ryu » Disse rivolto all' Akimichi « Abbiamo preferito spostarci qui, in modo da essere lontano da orecchie indiscrete e indesiderate - » « Come le tue » aggiunse Ryosuke, senza riuscire a trattenersi. Ryu fece come se non avesse sentito. « Per strada non possiamo rimanere, poiché gli uomini di Quincy svolgono continue ronde per le strade della città. Qui siamo al sicuro » Fece una piccola pausa, aspettando che Ryu dicesse qualcosa. Visto che lo Shinobi non parlò, continuò il suo discorso: « Come avrai già sentito - non è un rimprovero» aggiunse velocemente, perché Ryu aveva già aperto bocca « Come avrai già sentito, stasera a quanto pare dovrebbe esserci un incontro tra Quincy e una "delegazione" di pirati. Bene, dobbiamo riuscire a coglierlo con le mani nel sacco. Se ci riusciamo, possiamo dimostrare la sua colpevolezza e quindi sbarazzarci di lui » Aspettò ancora che Ryu parlasse, ma l' Akimichi rimase in silenzio. « Bene, purtroppo per noi intrufolarci nella villa Quincy è un'impresa che ha quasi dell' impossibile. E' attentamente sorvegliata da uomini che pattugliano il perimetro e se adesso ci sono anche i pirati di mezzo, credo sia il posto più sicuro di tutta Nami... E qui entri in gioco tu » Ryosuke grugnì, in segno di dissenso. « E' inutile lamentarsi, Ryosuke. Converrai che questo Shinobi è la nostra unica possibilità di incastrare Quincy » « Fate come credete » tagliò lui corto. « Qualcunaltro ha delle obiezioni da fare? » Kyoraku alzò le spalle in segno di indifferenza, Jeral rimase impassibile. « Allora è deciso » si rivolse nuovamente a Ryu: « Ora, quanto meno per rispetto, mi è dovuto chiederti: sei ancora disposto ad aiutarci? » Ryu annuì con il capo. « Perfetto... Allora,per raggiungere la villa ti basterà andare sempre verso Nord. Si trova esattamente sulle pendici della motagna, evidentemente Quincy desiderava aver un bel panorama » Lo invitò ad avvicinarsi alla finestra, leggermente appannata per l' umidità. « Non so se la riesci a vedere, eccola lì » Indicò a Ryu un edificio posto più in alto e più in periferia rispetto agli altri edifici della città. Era una grossa villa, almeno di due piani, circondata da un ampio giardino in cui probabilmente sarebbe potuta entrare l'intero resto della città. Si tratta bene, il figlio di puttana... Ryu rimase per un attimo in silenzio. « Bene. Non vi assicuro niente, ma ci proverò » Si ficcò un dito nel naso, gesto che gli altri quattro fecero finta di non vedere. « Secondo le mie informazioni, dovrebbero esserci circa una ventina d'uomini a difesa del perimetro, ognuno di essi dotato di radiolina per rimanere in collegamento con gli altri. Per quanto riguarda i pirati, non so dirti quanti sono né che tipi sono, quindi fai molta attenzione » Ryu sbuffò. Manco fosse stato un giovane apprendista... Era un Chuunin, lui! « Grazie delle informazioni, mi saranno utili. Ma so quello che faccio, non preoccupatevi. Spero solo di non essere costretto ad usare le maniere forti » aggiunse con un ghigno. Ryosuke scosse la testa, come se pentito di quanto stavano facendo. Detto ciò, se ne andò senza troppe cerimonie. Veloce come un'ombra, muovendosi furtivamente sulle strade o balzando da un tetto all'altro, Ryu raggiunse la villa Quincy. Nascosto dietro un cespuglio, osservò l'enorme cancello di ingresso, attentamente sorvegliato da due uomini in divisa, i quali portavano lunghe katane legate ai fianchi. Ryu li avrebbe volentieri stesi, ma probabilmente avrebbero avvisato il resto della truppa tramite le radioline e l' Akimichi si sarebbe ritrovato ad affrontare un'intera pattuglia di uomini presumibilmente ben addestrati. L'unica possibilità era quella di entrare nella villa di soppiatto, ma prima doveva riuscire a distrarre i due. Prese una pietra da terra, e la lanciò con violenza in direzione opposta a dove si trovava. Dopo qualche secondo dal lancio, risuonò un sordo tonfo. Le due sentinelle scattarono subito all'erta e iniziarono a borbottare concitate, poi, con le mani strette attorno all' impugnatura della katana, avanzarono lentamente verso il luogo da cui era provenuto il rumore. Hanno abboccato! Ryu ne approfittò immediatamente: scattò verso il muro di mattoni e, con l'ausilio del controllo del chakra, lo scavalcò abilmente come solo uno Shinobi avrebbe saputo fare. Quando fu dall'altro lato, si ritrovò all'interno del giardino di villa Quincy, che più che un giardino sembrava una vera e propria foresta. Prima che le due sentinelle avessero il tempo di tornare, prese a avanzare silenziosamente, nascondendosi dietro cespugli e alberi. Ogni tanto gli parve di sentire rumori di passi o voci, ma non incontrò né vide nessuno, se non alcuni putti e cupidi che cercarono di trapassarlo con le loro frecce di pietra. Tutto stava andando per il meglio. Finalmente arrivò all'edificio centrale: una grossa costruzione di due piani in legno, con tanto di piscina. Le luci all'interno dell'edificio erano tutte spente, ad eccezione di una piccola finestrella al secondo piano. Forse è lì che sta avvenendo la riunione... Sempre nascondendosi tra gli arbusti, Ryu fece un giro completo attorno alla casa: intorno al perimetro erano posizionati otto uomini, quattro coppie da due, tutti erano armati con katane, mazze o spade e ognuno di essi reggeva tra le mani una torcia elettrica, cercando di scrutare nell'oscurità. Eppure nessuno di essi indossava la divisa delle sentinelle all'entrate. Sembravano più pirati che altro, alcuni con occhi ricoperti da bende nere, altri con larghe camicie bianche sbottonate. Nessujno di essi portava all'orecchio una radiolina. Più volte Ryu rischiò di essere beccato, ma le guardie riuscirono a convincersi che si trattasse solo di qualche scoiattolo amante della vita notturna. Ma adesso veniva la parte difficile: riuscire a entrare nell'edificio senza essere scoperto. Stavolta il semplice lancio di una pietra non avrebbe funzionato, erano in troppi. Si fermò per un attimo a pensare, fino a quando non si formò nella sua mente un piano. Era un piano piuttosto scarso, con alte probabilità di insuccesso e molte falle, ma era l'unico piano che aveva. Congiunse le mani eseguendo i sigilli per:
    Henge No Jutsu; Tecnica della Trasformazione
    HengeNoJutsuTecnicadellaTrasformazione
    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa tecnica il Ninja potrà assumere l'aspetto d'una qualsiasi persona o oggetto, ma il peso e le dimensioni reali dell'utilizzatore rimarranno invariate e non potrà trasformarsi in nulla di più piccolo d'un cucciolo di cane ne tantomeno nulla di più grande d'un orso.
    Siccome la tecnica non cambia anche il peso dell'utilizzatore, bisogna fare attenzione. Ad esempio sarà si possibile tramutarsi in uno Shuriken Gigante, ma di certo lanciarne più di uno nello stesso turno sarà impossibile per via dell'immenso sforzo richiesto per lanciare un soggetto che pesa dai 50 kg in su. Eventuali armi possedute dal soggetto saranno utilizzabili solo se non camuffate tramite questa tecnica. Questa è considerata la tecnica di livello E più difficile da apprendere, difatti solo un Genin molto abile sarà capace di replicare alla perfezione l'aspetto di qualcuno mentre inizialmente sarà possibile ad un occhio attento notare diverse imperfezioni.
    La tecnica si dissolve dopo aver subito un danno lieve.
    Consumo: 1 (A Turno)

    Così assunse l'aspetto di una delle due sentinelle all'entrata. Spero solo che funzioni... Uscì allo scoperto e, improvvisando una voce rauca e profonda, disse: « Sono stato chiamato dal capo, lasciatemi salire » Non appena fu individuato da una delle sentinelle, questa urlò: « E' uno degli uomini di Quincy, prendetelo! » In men che non si dica, quattro guardie si fiondarono su un basito e sorpreso Ryu Akimichi. Qualcuno gli rifilò un bel cazzottone sulla spalla, scogliendo la Henge e quando l' Akimichi riassunse il suo aspetto, i pirati si fermarono sbalorditi. Quell'attimo basto a Ryu per riprendere il controllo. Ormai la "segretezza" era andata, tanto valeva pestarli a sangue. Si esibì in una rapida serie di sigilli:
    Burō Doro - Colpo di Fango
    BuroDoro
    Villaggio: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Ninjutsu
    Dopo una sequenza di sigilli e impastando il proprio chakra doton in bocca si creerà un proiettile fangoso che verrà sputato ad alta velocità sull'avversario, esso potrà inizialmente credere che sia fisicamente dannoso ma in realtà ha l'unica funzione di "esplodere" finendo facilmente con l'offuscare la visuale della vittima. Il fango sarà difficilissimo da scostare per l'intero turno successivo limitando così parzialmente l'avversario.
    Consumo: 2

    Sputò dalla bocca un proiettile di fango, che colpì l'avversario più vicino esplodendo sonoramente e ricoprendo tutti di fango da capo a piedi. Ryu si fiondò in avanti: con due possenti pugni stese due avversari, che si accasciarono al suolo privi di sensi. Un terzo aveva estratto la sua enorme spada larga dal fodero e con un violento fendente verticale tentò di dividere Ryu in due parti speculari. L' Akimichi evitò il colpo per un pelo, ed era già pronto a restituire il favore quando qualcosa di grosso e pesante lo colpì alla schiena. Per un attimo la vista gli si offuscò, e lo Shinobi cadde in avanti. Riprese però immediatamente il controllo, si rimise in piedi con una sorta di mezza capriola. Sentiva dolore alla spalla destra, ma non era niente di insopportabile. Si voltò e vide uno dei suoi avversari impugnare una grossa mazza. Più veloce del normale, Ryu lo colpì con un pugno allo stomaco. Le punte dei guanti chiodati affondarono nella carne, e l'uomo cadde a terra con una sorta di guaito:
    Jinsokuna Senko wa - Pugno Rapido
    Direttorapido
    Villaggi: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Taijutsu
    Quest'attacco consiste in un pugno molto più rapido del normale. L'utilizzatore distende il braccio in un istante, per colpire in fretta e tornare in guardia. Poiché l'attacco sfrutta più la velocità che la potenza causa solo danni medio-lievi.
    Consumo: 2

    Una cosa era certa, pensò Ryu, quelli non erano uomini addestrati. Sembrava fosse la prima volta che maneggiavano quel tipo di armi, e bastava il minimo colpo a mandarli K.O. Quello armato di spada larga tentò ancora di affettarlo, ma l' Akimichi riuscì nuovamente ad evitare il fendente. Deciso a farla finita, congiunse le mani ed eseguì quella che probabilmente era la sua tecnica più potente:
    Ranji Shigumi no Jutsu - Tecnica della Criniera del Leone Selvaggio
    RanjiShiguminoJutsu-TecnicadellaCrinieradelLeoneSelvaggio
    Villaggio: Tutti
    Tipo: Ninjutsu
    Immettendo il proprio chakra nei capelli, l'utilizzatore può aumentarne temporaneamente la lunghezza e la resistenza. Utilizzando tale jutsu i capeli arriveranno a una distanza massima di venti metri e saranno in grado di boccare completamente le armi da lancio. Avrano più difficoltà nel caso in cui l'arma in volo sia di dimensioni maggiori (es shruiken gigante) dove potrà al massimo rallentare e deviare parzialmente la sua corsa.
    L'utilizzatore potrà controllare a proprio piacimento i capelli, allungandoli, accorciandoli e separandoli in più fasci per poter catturare l'avversario. Ma questi non hanno solo la funzione di immobilizzare un soggetto ma possono servire anche per ferirlo direttamente. Infatti i capelli formeranno una serie di spine che potranno causare danni medio-lievi all'avversario per poi cercare di bloccarlo completamente.
    Se il nemico rimane imprigionato per più d'un turno l'utilizzatore potrà trapassarlo con l'ausilio delle spine.
    Consumo: 8

    I capelli di Ryu presero ad allungarsi a velocità disarmante, dipanandosi in più fasci e lasciando di stucco i cinque avversari rimanenti. Sfruttato questo loro attivo di esitazione, le lunghe ciocché dell' Akimichi, alcune nere come la pece, altre di un grigio chiaro, si avvolsero attorno ai cinque avversari come dei serpenti. I cinque iniziarono a contorcersi, tentando di liberarsi, ma come nelle sabbie mobili, più si contorcevano più le spire li avvolgevano. Dopo alcuni attimi di innaturale silenzio, tutti e cinque urlarono di dolore: erano stati trafitti dalle spine. Ryu sciolse la tecnica e due di loro cadderono al suolo, privi di sensi, mentre gli altri tre rimaserono in piedi, ancora intenzionati a combattere. Uno di essi estrasse dalla lunga veste che indossava una Mitraglietta, di quelle che Ryu si era già visto usare contro dal malvivente Gintaro Bunta. Preoccupato, l' Akimichi si slanciò verso sinistra, ma la distanza era troppo ravvicinata e i quattro Shuriken sparatigli dall'avversario lo colpirono al braccio sinistro, affondando nelle sue carni. Trattenendo le urla di dolore, Ryu si rimise in piedi. Estrasse i quattro Shuriken dal braccio e li lanciò con violenza verso l'avversario, seguendoli a ruota. L' avversario riuscì a schivare gli Shuriken, ma non riuscì a schivare il potente calcio di Ryu, che lo colpì in pieno e lo spedì a diversi metri di distanza, facendogli cadere la Mitraglia.
    Dainamikku Entorii - Entrata Dinamica
    DainamikkuEntorii-EntrataDinamica
    Villaggio: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Taijutsu
    L'entrata dinamica è un colpo diretto dove l'utilizzatore concentra in maggior parte il proprio Chakra nella gamba con la quale sferra l'attacco. In genere viene usata assieme ad un diversivo con il quale distrarre il nemico.
    Consumo: 2

    Ryu raccolse la mitraglietta e sparò tutti i colpi rimanenti verso i due avversari ancora in piedi. Uno di questi si difese utilizzando una spada larga come scudo, l'altro si slanciò verso destra e fu colpito da tre Shuriken al braccio, lasciando cadere per il dolore la mazza che teneva stretta tra le mani. Ryu scattò verso di lui, per dargli il colpo di grazia, ma quello armato di spada larga si frappose e tentò di tagliargli un braccio con un colpo secco. L' Akimichi evitò l'arma e sferrò poderoso pugno in volto all'avversario, che andò K.O. soprattutto per via dei guanti chiodati, che gli lasciarono brutti segni sul volto. Era rimasto un solo avversario, che sembrava terrorizzato dall'idea di dover affrontare Ryu tutto da solo. L' Akimichi lo fissò per qualche secondo... « Buh! » Quello scappò via a gambe levate, urlando dalla paura, mentre lo Shinobi si scompisciava dalle risate. Dopo qualche attimo di pausa passato a leccarsi le ferite, Ryu iniziò a farsi qualche domanda: Ma se mi ero trasformato in uno dei loro, come mai mi hanno attaccato? Gli tornarono in mente le parole del pirata... "E' uno degli uomini di Quincy, prendetelo!"... E perché nessuno era accorso fuori ad aiutare quei tipi? Con tutto il baccano che avevano fatto era praticamente impossibile che non li avessero sentiti... No, c'era qualcosa che non andava. Più cauto che mai, Ryu entrò nella casa totalmente buia. Nonostante la situazione, non potè far a meno di notare quanto fosse ben arredata: mobili in mogano, divani e poltrone dall'aspetto soffice e riposante, pavimenti in marmo. Ricordando la luce proveniente dal secondo piano, Ryu cercò le scale e le salì, tra uno scricchiolio e l'altro. Sentì qualcosa simile a un muggito, un rumore soffocato. Pronto a cogliere ogni minimo movimento, avanzo lentamente con il massimo della prudenza. Si ritrovò in un lungo corridoio: la luce proveniva dall'ultima stanza a destra. Guardandosi a destra e a sinistra, con la paura che i nemici potessero improvvisamente uscire da una delle tante porte che affacciavano sul corridoio, Ryu giunse fuori la porta da cui proveniva la luce. Cercò di sbirciare dallo spioncino, ma non vide altro se non un bel tavolo intarsiato in legno. Lentamente, chiuse la paffuta mano destra attorno al pomello della porta. Con un sonoro scatto, la porta si aprì. Ryu spalancò violentemente la porta, pronto ad essere ben servito ma... la stanza era vuota. Anzi, non esattamente vuota. Ryu infatti, notò ben nascosto dietro il tavolo una sorta di sacco di patate, che si contorceva e produceva suoni soffocati. No, non era un sacco di patate: era un uomo. Un uomo piuttosto grasso che era stato legato e avvolto in un mantello marrone tutto sfilacciato e a cui era stata ficcata una grossa mela in bocca. Quel particolare, insieme all' enorme massa grassa contribuiva a renderlo estremamente simile a un maiale. Ryu si avvicinò cautamente e gli strappo la mela di bocca, lasciandolo finalmente libero di parlare. « I pirati, i pirati! Mi hanno colpito e legato, hanno detto che non hanno più bisogno di me! Vogliono attaccare l'isola, vogliono attaccare l'isola, stasera! I pirati, i pirati, mi ruberanno tutto, diventerò povero e non sarò più sindaco, i pirati, i pirati! » Aveva detto tutto ciò senza respirare. Mentre quello che era evidentemente il sindaco Quincy continuava ad urlare disperato, il cervello di Ryu iniziò a lavorare freneticamente: Cosa?! I pirati, attaccare l'isola... stasera?! Ma è terribile, devo assolutamente avvertire gli altri! Eseguì una rapida serie di sigilli:
    Kage Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni d'Ombra
    KageBunshinnoJutsu-TecnicaSuperioredellaMoltiplicazionedelCorpo
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tale tecnica è più avanzata rispetto alla Bunshin no Jutsu, infatti consiste nella creazione di copie dotate di consistenza fisica e in grado di provocare danni reali. I cloni svaniscono in una piccola nube di fumo non appena vengono feriti, quando l'utilizzatore decide di annullarli oppure quando non ha più chakra. Il vero punto di forza però è che i cloni, non appena vengono annullati, trasferiscono tutte le conoscenze e le capacità acquisite al proprietario, che esse siano informazioni segrete o conoscenze riscontrate durante un allenamento. Questi cloni hanno la facoltà di utilizzare qualsiasi Abilità o Jutsu.
    - Il Chakra utilizzato dai cloni viene ovviamente scalato dall'originale e si dissolvono se subiscono una qualsiasi forma di ferita.
    Il clone gode in tutto e per tutto dello stesso equipaggiamento dell'originale, a partire dagli indumenti fino agli oggetti di natura metallica. Fanno eccezione Armi Leggendarie ed oggetti monouso come Carte-bomba e Kit di Pronto Soccorso.
    Consumo: 8 (A Clone)

    Una sua perfetta copia apparve alla sua destra in una densa nuvoletta di fumo bianco, e senza aspettare ordini né niente, poiché già consapevole del suo compito, schizzò giù per le scale, dritta al villaggio, per avvertire gli altri di quanto stava accadendo. Ryu invece rimase lì, con il sindaco Quincy. Lo scrollò con violenza per farlo smettere di delirare, lo slegò e lo mise a sedere su una soffice poltrona color amaranto. « Si calmi, signor Quincy, si calmi! » Dopo alcuni attimi l'uomo sembrò finalmente riacquisire il controllo di sè. « Si calmi. Si calmi e mi dica cos'è successo. Sono uno Shinobi di Konoha, sono qui per aiutarla » L'uomo respirò profondamente, come per riprendere fiato dopo una lunga corsa. « Sono venuti qui, come d'accordo. Dovevamo parlare del- ... dovevamo parlare di una cosa, però a un certo punto mi hanno bloccato e legato. Hanno detto che non gli servivo più. Hanno detto che ormai potevano fare tutto da soli e che si sarebbero presi l'isola con la forza. Avrebbero attaccato stanotte, mentre tutti dormivano. Quando nessuno se lo aspettava » Poi fu incapace di continuare, e forse per lo stress si accasciò sulla poltrona privo di sensi. Credo che fronteggiare un'invasione di pirati non faccia parte dei miei compiti... Improvvisamente, sentì come un leggero colpo alla testa, un brivido gli percosse la schiena e la sua mente fu invasa da pensieri e ricordi che non erano i suoi: il Kage Bushin, assolto il suo compito, si era dissolto. A quanto pare aveva avvisato Kyoraku e gli altri che si erano diretti al campanile della città, per suonare l'allarme. Nitida, si fece strada nella sua mente, l'immagine di una nave pirata che si avvicinava lentamente alla costa. I pirati erano lì. Senza perder tempo, Ryu corse come un matto verso la costa. Mentre si avvicinava alla città, sentì il suono di una campana, seguito da urla di paura e terrore. Donne, anziani e bambini si nascosero, gli uomini più coraggiosi afferrarono forche e picconi e si radunarono in piazza, dove Kyoraku fornì loro un resoconto della situazione. Quando finalmente Ryu arrivò alla costa, gli uomini radunati erano già stati schierati alla meno peggio da Kyoraku, pronti alla battaglia. Dalla nave pirata non era ancora sbarcato nessuno, ma si potevano sentire le urla e le grida di battaglia dei pirati. Ryu si avvicinò a Kyoraku e gli altri tre uomini, che non reggevano semplici forche, ma quattro lunghe katane.
    « Vedo che avete avuto modo di organizzare una piccola resistenza » Kyoraku annuì. « Dobbiamo ringraziarti, Ryu Akimichi. Grazie a te li abbiamo privati del fattore sorpresa. Se non fossimo stati avvisati, ci avrebbero senz'altro colti impreparati e a quest'ora saremmo tutti morti, o peggio, ai loro ordini » « Grazie » « Grazie... tsk » Ryu posò lo sguardo sulla nave, sulla quale sventolava un Jolly Roger raffigurante un teschio dalla lunga barba rossa. « Cosa aspettano per attaccare? » Kyoraku fece spallucce. « Non lo so. Immagino che siano rimasti sorpresi dalla nostra resistenza. Hanno capito che qualcosa è andato storto e che parte dei loro uomini è già andata K.O. » Ormai erano passate ore e ore, le stelle iniziavano a scomparire e il sole iniziava ad affacciarsi dalle montagne, dando al cielo un colorito tra il blu e il rosso fuoco. Guardando all' orizzonte, Ryu riuscì a scorgere un'altra nave avvicinarsi alla costa. « E' quella cos'è? » disse, indicando l' imparcazione con il paffuto indice destro. « Che siano... » « Figli di puttana, stavano aspettando i rinforzi! » I pochi uomini a difesa della città iniziarono a borbottare impauriti, indicando la nave in arrivo. « Ed è così che finisce la nostra libertà... » « No. Se necessario, morirò per difenderla, ma non vivrò da schiavo! » « Mmh... » Ryosuke sbuffò spazientito. « Non essere sempre così enigmatico, Akainu! Almeno per questa volta, rendici partecipi dei tuoi dubbi, è una cosa che mi fa girare i coglioni! » « Se usassi gli occhi quanto usi la bocca, ti accorgeresti che quella non è una nave pirata, Ryosuke... » Ryu si volse verso la nave, ormai vicinissima alla costa. Ha ragione! Sul veliero non sventolava alcun Jolly Roger, e la prua era finemente scolpita e rappresentava quello che era il profilo di una... La "Leonessa! Pensò Ryu, felice come non mai. La luce del sole portò con sé la speranza. Lontano, si sentì riecheggiare una voce simile a un latrato: « Aprite il fuoco! » Ci fu un forte rumore di esplosioni e di legno che va in pezzi. Le palle di cannone della Leonessa si abbatterono sul vascello pirata, che lentamente calò a picco. I suoi uomini si tuffarono i mare, in trappola. Alcuni, i più sfortunati, persero la vita per via della fisionomia rocciosa dell'insenatura, altri furono successivamente catturati dagli uomini di Nami. Insomma, alla fine tutto andò per il meglio: i pirati furono legati e rinchiusi nelle prigioni della città, Quincy fu condattano ai servizi pubblici per un tempo indeterminato, e Kyoraku fu eletto sindaco della città. Ryosuke fu costretto a riconoscere l'importanza dell'aiuto di Ryu e il vecchio Francis Drake fu onorato sopra ogni altro, grazie al suo repentino intervento. Gli furono attribuiti privilegi su privilegi, consegnate le chivi della città e fu dispensato da tutte le tasse e le dogane commerciali. Divenne una vera e propria leggenda, e ancora oggi si narra di come a capo della sua Leonessa, fu capace da solo di distruggere un'intera flotta di pirati, interessati all'enorme tesoro che egli teneva nascosto nessuno sa dove. Per quanto riguarda Ryu, solo in pochi lo ringraziarono e alcuni non seppero neanche del suo intervento provvidenziale, ma di questo l' Akimichi non se ne dispiacque. Il giorno dopo, zaino in spalla, dopo aver salutato affettuosamente Brillo, Arima, Kyoraku, Shinsuke, Akainu e persino Ryosuke, si imbarcò sulla prima nave diretta a New Port. Al di là della parte in nave, il viaggio di ritorno fu piuttosto piacevole e tra una pausa e l'altra Ryu si occupò di stilare il rapporto destinato all' Hokage, che forniva un resoconto completo dei due giorni e una notte che lo Shinobi aveva trascorso all' interno dell'isola e di come tutto adesso andasse per il meglio. Quando finalmente l' Akimichi si ritrovò sul suo amato letto, mangiando biscotti a più non possò, non potè fare a meno di pensare che quella che aveva vissuto, era proprio una gran bella avventura!


    Informazioni:

    Chakra: 115 - 1 - 2 - 2 - 8 - 2 - 8 = 92
    Stato Fisico: Ottimali
    Stato Mentale: Felice

    Equipaggiamento:.

    Kunaix10, nella borsa
    Shurikenx20, nella borsa
    Pillole del Soldatox2, nella borsa

    Abbigliamento:

    Borsa, legata al fianco destro
    Guanti chiodati, indossati
    Coprifronte, nascosto sotto le vesti


    Edited by [S]ergio - 29/3/2013, 15:14
     
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    - Noto con piacere che non sono l'unico ad avere problemi a cercare nomi per PNG (dopo ormai quasi tre anni di GDR) però ho almeno il buongusto di aspettare un momento per trovarne uno decente, non troppo banale e "adatto" (ma queste son seghe mentali mie ^^). E se non sbaglio questa dei nomi è una cosa che ti feci notare quando all'inizio volevi farti passare per un nabbetto... parte che ti è riuscita abbastanza bene, tra l'altro :D
    - Non che sia impossibile però boh, lo vedo molto strano il tuo PG che si muove come un ombra o furtivamente, gli dovrebbe venire un po' complicato per quanto sia comunque un Ninja.
    - Uno scoiattolo...

    Fatti aggiungere una C e 250 Ryo.
    E a te ho bloccato i PM :addit:
     
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2 replies since 24/3/2013, 15:49   135 views
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