Missione Ryu Akimichi & Maky Uryuu

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    Missione Ryu Akimichi & Maky Uryuu
    Missione a Servizio di:Konohagakure No Sato
    Livello:C
    Esecutori della Missione:Ryu Akimichi & Maky Uryuu
    Luogo d'Incontro:Davanti all'ingresso del tempio di Fukumyoka a pochi km ad est di Tanzaku
    Appuntamento Ore:09.00
    Da troppo tempo abbiamo lasciato Gintaro Bunta, un piccolo ricettatore fare quello che voleva. Ora, però, sta alzando troppo la cresta ed ha organizzato un vero e proprio attacco ai danni di un piccolo villaggio di contaddini prendendo loro praticamente tutto. Crede che abbiamo cose più importanti a cui badare e non sconfineremo per una cosa di poco conto.
    Voi andrete a casa sua a Tanzaku, lo preleverete, affrontando se necessario le due guardie del corpo che si tiene a presso, due abili spadaccini paragonabili a genin privi di tecniche, lo porterete al suo negozio, poi lo convincerete, con le buone o con le cattive a dirvi dove sta la refurtiva. Una volta recuperato, distruggete il suo negozio! Non deve rimanerne niente! Niente, avete capito? Ovviamente, arrangiatevi a non danneggiare palazzi vicini. E poi riportatecelo assieme alla refurtiva.
    Buon lavoro.
     
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    Mentre tornava a casa, Ryu lesse un paio di volte la missiva:
    CITAZIONE
    Missione a Servizio di: Konohagakure No Sato
    Livello: C
    Esecutori della Missione: Ryu Akimichi & Maky Uryuu
    Luogo d'Incontro: Davanti all'ingresso del tempio di Fukumyoka a pochi km ad est di Tanzaku
    Appuntamento Ore: 09.00

    Da troppo tempo abbiamo lasciato Gintaro Bunta, un piccolo ricettatore fare quello che voleva. Ora, però, sta alzando troppo la cresta ed ha organizzato un vero e proprio attacco ai danni di un piccolo villaggio di contaddini prendendo loro praticamente tutto. Crede che abbiamo cose più importanti a cui badare e non sconfineremo per una cosa di poco conto.
    Voi andrete a casa sua a Tanzaku, lo preleverete, affrontando se necessario le due guardie del corpo che si tiene a presso, due abili spadaccini paragonabili a genin privi di tecniche, lo porterete al suo negozio, poi lo convincerete, con le buone o con le cattive a dirvi dove sta la refurtiva. Una volta recuperato, distruggete il suo negozio! Non deve rimanerne niente! Niente, avete capito? Ovviamente, arrangiatevi a non danneggiare palazzi vicini. E poi riportatecelo assieme alla refurtiva.
    Buon lavoro.

    Quindi si tratta di sculacciare un piccolo ricettatore bastardo che se la prende con i contadini indifesi e poi distruggergli il negozio... Potrebbe rivelarsi divertente! Sogghingnò. La sua attenzione si soffermò poi sul nome del suo compagno di missione. Maky Uryuu... Quel nome gli sembrava familiare, ma non ricordava dove potesse averlo visto o sentito. Tra un pensiero e un altro il Genin di Konoha era arrivato a casa e quasi automaticamente si diresse in cucina, dove consumò un'abbondante cena a base di Ramen e pollo, dunque a stomaco pieno si infilò il pigiama e si stese sul letto. L'appuntamento era fissato per le 9.00 del mattino seguente, presso l'ingresso del tempio di Fukumyoka, a pochi chilometri ad est di Tanzaku. Ryu aveva già sentito parlare di quel tempio e dei suoi sacerdoti: pareva fossero monaci guerrieri che veneravano Tulkas il Selvaggio, dio della guerra, il quale passo nessuna creatura esistente poteva tenere e che utilizzava come armi i suoi soli pugni. Nessuna armatura era più resistente della sua pelle e alcuna corda più lunga dei suoi capelli dorati. Ryu si era sempre interessato a queste cose, che tanto lo appassionavano, e qualche volta gli era venuta una mezza idea di andare a visitare il tempio di Fukumyoka, senza però mai farlo realmente. Finalmente ne avrebbe avuto l'opportunità. Essendo stanco decise di andare subito a dormire e dunque fissò la sveglia per le 7.20 di domani. Si addormentò quasi immediatamente, e il suo sonno fu tormentato da un'ombra oscura che sembrava avvolgerlo nelle tenebre, fino a quando un guerriero dai lunghi capelli dorati non venne a salvarlo scacciando l'oscurità. Quando l'indomani si svegliò, Ryu non ricordava assolutamente nulla e si sentiva più riposato che mai. Non ci volle molto per prepararsi e già per le 8.00 il ragazzo era pronto a partire: per l'occasione aveva indossato una felpa nera con cappuccio piuttosto larga (perfino per lui), una tuta grigio chiaro e dei sandali anch'essi neri. Al fianco destro teneva legata la borsa contenente Kunai e Shuriken e alle mani aveva indossato i guanti chiodati; il coprifronte era come al solito legato al braccio sinistro. Nonostante il luogo d'incontro fosse molto vicino, Ryu decise di avviarsi immediatamente, in modo da potersela prendere con calma. Il Sole splendeva alto in cielo, ma nonostante ciò era una giornata piuttosto fredda. Ryu se la prese molto comoda, camminando lentamente con le mani in tasca e fischiettando e canticchiando allegramente. «Somebooooody calls you, you answer quite slowly, a girl with kailedoscope eyeeeeeees!» Si trattava di una canzone in una strana lingua che gli aveva fatto sentire Sheen in quei giorni e che gli era rimasta in testa e che non sembrava intenzionata ad uscirne. Non sapeva esattamente cosa significasse e che lingua fosse quella, ma comunque gli piaceva.
    Non ci volle molto a raggiungere il luogo di destinazione, e quando fu arrivato fuori l'ingresso del tempio, Ryu si trovò davanti una grossa statua di quattro metri circa, raffigurante un alto guerriero dallo sguardo profondo, vestito solo dei suoi lunghi capelli. La gamba destra portata più avanti rispetto all'altra e i muscoli contratti davano l'impressione che la statua fosse viva, pronta a fronteggiare il proprio avversario con il grosso martello stretto spasmodicamente nella mano destra. Ryu rimase impressionato. Per tutti gli dei.. La statua si trovava esattamente tra i due portoni d'accesso al tempio, ed era affiancata da due alti uomini, anch'essi dai lunghi capelli e dal volto fiero. Devono essere dei monaci. A Ryu avrebbe fatto piacere scambiare qualche parolina con quei due, ma ormai erano quasi le 9.00 e dunque decise semplicemente di aspettare che il suo compagno arrivasse. Si sedette su una panchina di pietra e riprese a fischiettare.

    Informazioni:

    Chakra: 70
    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Mentale: Curioso / In attesa

    Equipaggiamento:.

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    Shurikenx20, nella borsa

    Abbigliamento:
    Borsa, legata al fianco destro
    Guanti chiodati, indossati
    Coprifronte, legato al braccio sinistro
     
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    Si tratta di questo, dunque..
    pensai, mentre uscivo dalla magione del Kazekage abbastanza soddisfatto. La missione parlava chiaro. Tutti i compiti che avevo svolto fino a quel momento erano di spionaggio e di ricerca, questa volta tutto ciò che avrei dovuto fare era scritto nero su bianco. Mi sarei dovuto limitare ad eseguire e, eventualmente, a combattere. Ma non era un problema. Ero riuscito a migliorarmi nel poco tempo di riposo tra una missione e l'altra, apprendendo una nuova e temibile tecnica insegnatami da Arko. Comunque, il capovillaggio era stato chiaro. Dovevo partire subito, di li a due giorni ci sarebbe stato l'incontro con il mio compagno.
    Un'altra traversata del deserto.. ormai è più il tempo che passo negli altri villaggi che qui.
    pensai sconsolato, mentre mi dirigevo all'alimentari più vicino. Comprai carne secca in abbondanza, che mi sarebbe dunque bastata anche per il viaggio di ritorno visto che durava a lungo, e degli onigiri. Poi uscii dalle mura di Suna e mi diressi a casa che si trovava appena fuori da esse, poco dopo la porta Est. Presi due borracce d'acqua da un litro e mezzo ciascuna e le legai alla cintura. Dopo, impacchettai tutti gli alimenti che avevo preso e li legai in cima ad un bastone a forma di "Y". Infine, mi cambiai i vestiti mettendomi una normale maglia e dei pantaloni, ma mi coprii con un mantello bianco opaco che mi copriva tutto il corpo, braccia e petto inclusi, dotato di cappuccio che mi sarebbe tornato non poco utile durante il tragitto. A quel punto, uscii di casa e iniziai il vero e proprio viaggio attraverso le lande desolate e le collinette sabbiose. Piuttosto monotono da descrivere, il paesaggio era deserto ed il clima torrido per tutta la giornata, e per due volte fui costretto a fermarmi all'ombra di un masso o di una palma per riprendere fiato e bere e mangiare qualcosa. Infine, arrivò la notte. Anzichè dormire, proseguii, seppur stanco, il viaggio. Dopo il tramonto era molto più piacevole viaggiare e, nonostante facesse freddo, continuando a correre si percepiva meno. A notte ormai inoltrata, mi accorsi di piccoli cambiamenti di paesaggio, iniziava a scorgersi un po di verde e di piante, tipiche del paese del fuoco, anche se ero sicuro di non esserci ancora arrivato. Dunque, decisi di fermarmi a riposare un po visto che la giornata seguente sarebbe stata un po meno pesante per via del clima più piacevole. Dormii per quattro o cinque ore ai piedi di un grosso albero e quando il sole aveva albeggiato da poco mi svegliai, stanco ma pronto per continuare. Anche quel giorno di viaggio trascorse lentamente seppur i contorni fossero diversi e più piacevoli del precedente e finii per ritrovarmi, a tarda sera, ad un bivio. Da una parte c'era Konoha e dall'altra la mia destinazione, Tanzaku. Decisi dunque di fermarmi li a riposare, per essere il più preparato possibile alla mia missione che sarebbe incominciata l'indomani. Mi misi a dormire ai piedi del cartello che indicava la deviazione avvolto nel mio mantello e così feci per tutta la notte. Anche quel mattino fu il sole dell'alba a svegliarmi e mi ammonì, con i suoi raggi che mi costrinsero a strizzare gli occhi, comunicandomi che era tempo di mettersi in marcia. Proseguii lentamente senza particolare fretta per non stancarmi troppo e, giunto a Tanzaku, chiesi indicazioni per il tempio che era abbastanza famoso. Infatti, la prima persona a cui avevo chiesto aveva saputo rispondermi, un'anzianotta sulla settantina. Arrivai dunque a destinazione qualche minuto in ritardo, seppur non voluto, e notai un'omaccione con il coprifronte di Konoha legato sul braccio sinistro. Sembrava piuttosto vecchio e grasso, e così mi astenni dal presentarmi e mi misi vicino alla statua come lui, convinto che non fosse il Ryu Akimichi che cercavo.
    Chakra: 70
    Condizioni fisiche: Ottimali, leggermente stanco e assonnato
    Condizioni mentali: Pensieroso ma tranquillo
     
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    Si sedette su una panchina di pietra e riprese a fischiettare la stessa canzone di prima: «Lucy in the sky with diamooooooooonds!» Uno dei due monaci lo guardò con espressione severa, come ad ammonirlo, e il Genin di Konoha si zittì immediatamente, continuando però a canticchiare in mente. Lucy in the sky with diamooooooooonds! Ora che aveva smesso di cantare ad alta voce, notò che lì intorno regnava un silenzio religioso, interrotto solo periodicamente dal felice cinguettare degli uccellini. Tutto attorno al tempio, una grossa costruzione in pietra, sembrava esserci un'atmosfera mistica che allontanava ogni rumore. Ryu sospirò, desideroso di visitare la struttura al suo interno. Non era passato che qualche minuto dalle nove e il ragazzo stava ancora lì seduto sulla panchina, quando arrivò un bambino che non doveva essere più alto del metro e sessanta. Ma che cos'è, un bambinello?! Nella mia merda ci sono pezzi di peperone più grossi! Il ragazzino, che era avvolto in un mantello bianco opaco, ad occhio sembrava avere sui dodici, massimo tredici anni. Appena arrivato osservò Ryu per qualche secondo, per poi distogliere lo sguardo come se "insoddisfatto". Dunque si mise vicino alla statua, evidentemente in attesa di qualcuno. Non credo sia molta la gente che venga a visitare questo tempio... Anzi, non credo nemmeno che il tempio sia aperto al pubblico. Vuoi vedere che questo bambino è proprio il Maky Uryuu che sto cercando? Osservò il bambino con più attenzione: aveva occhi a mandorla di un marrone scuro, quasi e nero, e portava capelli rossi e spettinati. Ma quello che più colpì in assoluto Ryu era la sua giovane età, nonché la "bassezza". Eppure gli occhi del bambino trasmettevano una grande carica di rabbia, una cosa non affatto normale per un ragazzino di dodici anni... A meno che non si tratti di uno Shinobi che ne abbia passate delle belle! Ryu si convinse che quello doveva essere proprio il "suo" Maky Uryuu, dunque, seppur con un po di insicurezza, si alzò e gli si avvicinò. La differenza di altezza era sproporzionata. «Ciao, io sono Ryu Akimichi, piacere di consocerti! Tu sei Maky Uryuu?» Il Genin di Konoha dovette quasi chinarsi per porgergli la grossa mano destra, che era grande all'incirca quanto la sua testa.

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    Ciao, io sono Ryu Akimichi, piacere di consocerti! Tu sei Maky Uryuu?
    Lo stavo osservando con la coda dell'occhio da qualche secondo, visto che il tizio mi fissava da quando ero arrivato. E poi, vengo a scoprire che è proprio il mio compagno di missione.
    Ne ho incontrati di shinobi adulti ma cinquantenni che svolgono missioni di questo tipo.. mai.. Avrà sicuramente un'esperienza sconfinata e si sarà preso una vacanza. Ne sono certo. pensai, convinto che il ninja che avessi di fronte fosse come minimo uno Special Jounin.
    Mi tese la mano e ricambiai, stringendogli però solo l'indice ed esibendo un sorriso perchè in quel momento mi veniva parecchio da ridere.
    Ehm si sono io.. continuai con ancora il sorriso stampato in faccia.
    Sinceramente non mi è mai capitato di collaborare con shinobi così adulti.. quanti anni hai? gli chiesi poi, ignorando le buone maniere. La situazione era per me molto buffa e cercai il più possibile di far finta di niente.
    Allora, andiamo a "prelevare" questo furfante? incitai il mio compagno, iniziando dunque a incamminarmi in direzione della cittadina dove ero stato poco prima. Non ci avremmo messo molto ad arrivare e andavo fiducioso che per una missione del genere una giornata sarebbe bastata ed avanzata, a differenza del solito.
    Il tragitto era perlopiù forestiero, ripercorsi di conseguenza il tratto da cui ero appena passato saltando da un ramo ad un'altro dell'albero, mentre, senza darlo troppo a vedere, me la sghignazzavo.
    Penso che rimarrà a terra.. se sale sui rami fa crollare mezza foresta!
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    «Ciao, io sono Ryu Akimichi, piacere di consocerti!» Gli porse goffamente la grossa mano destra, che era grande all'incirca quanto la sua testa. Lui afferrò il solo indice e risposte allegramente: «Ehm si sono io.. Sinceramente non mi è mai capitato di collaborare con shinobi così adulti.. quanti anni hai?» Il ragazzino aveva un allegro sorriso stampato in faccia. «Non sono mica tanto vecchio! Ho 23 anni...» Mentì Ryu sentendosi schifosamente vecchio, rispetto al ragazzino. «Se sembro così vecchio è per colpa di una malattia che contrassi quando ero ancora bambino... Niente di grave, comunque! Zehahahahahahahaha!» Rise fragorosamente. Maky, comunque, sembrava piuttosto impaziente e desideroso di concludere la missione. «Allora, andiamo a "prelevare" questo furfante?» Dunque si incamminò in direzione Ovest, diretto a Tanzaku. La fretta... Tipica dei bambini! Pensò Ryu, che si incamminò a sua volta, senza però poter evitare di voltarsi indietro per dare un'ultima occhiata al tempio e alla grande statua che, se non l'aveste capito, raffigurava proprio Tulkas il Selvaggio, signore della guerra. Il tragitto fu breve e il sentiero che seguirono era immerso in una grande foresta di sempreverdi. Maky, che sembrava tanto essere un ragazzino iper-attivo, di quelli che quando mangia un po di zuccheri parte come un razzo, saltava allegro da un ramo all'altro. Ryu, dal canto suo, non amava quel comportamento "scimmiesco", per così definirlo, e dunque si limitò a camminare a passo veloce per stare dietro al compagno di missione. Gli sarebbe piaciuto chiacchierare con lui, essendo loquace per natura, ma a causa di quel suo strano modo di muoversi la comunicazione gli era preclusa. I bambini di oggi non sono più quelli di una volta... Finalmente gli alberi iniziarono a farsi sempre più radi, fino a lasciare posto alla nuda pianura. A meno che non sia capace di fluttuare nell'aria, adesso sarà costretto a camminare con i piedi per terra.. Il luogo in cui erano diretti, Tanzaku, era una città di medie dimensioni, non certo ai livelli di Konohagakure, ma era un centro abitato abbastanza grande. In più il tenore di vita lì era piuttosto alto, e vi si concentravano molte famiglie ricche che spesso sfruttavano i contadini dei piccoli villaggi circostanti, proprio come era successo nel caso di Gintaro Bunta, che avrebbero dovuto stanare nel corso della missione. Quando la città fu finalmente visibile all'orizzonte, Ryu si fermò, rivolgendosi a Maky. «Eccola, finalmente. Quella e Tanzaku.» Indicò la città in lontananza con l'indice destro, non tanto dissimile da una salsiccia. «E' li che risiede il nostro uomo, Gintaro Bunta... Ora, non so quanto tu sia pratico della zona, ma qui a Tanzaku risiedono molte famiglie ricche, e alcune anche di rango nobiliare, e l' Hokage non sarebbe molto soddisfatto di ricevere lamentele da parte loro. Vediamo di fare un lavoro liscio, evitando di combinare guai.» A Ryu non è che piacesse molto comandare, ma essendo lui il Ninja che giocava "in casa" stava dando al suo compagno tutte le informazioni di cui era in possesso. «In più», aggiunse mentre si slegava il coprifronte dal braccio sinistro e lo riponeva nella borsa, «sarà meglio fingerci dei semplici civili, certi riccastri non vedono di buon occhio noi Shinobi..» Riprese a camminare, sperando che a Maky fosse tutto chiaro.

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    Non ci mettemmo molto per arrivare in vista di Tanzaku, la nostra meta. L'omaccione mi spiegò la situazione della cittadina e non mi stupii più di tanto. C'erano tante tribù del Paese del Vento messe molto peggio. Rimasi però un po interdetto dalla sua ultima affermazione.
    sarà meglio fingerci dei semplici civili, certi riccastri non vedono di buon occhio noi Shinobi..
    Uhm.. Certo è vero, potresti avere ragione se dovessimo permanere in città a lungo e dunque le voci si spargerebbero. Ma è una cittadina abbastanza grande, mi par di vedere. Io penso che sia meglio metterci proprio in mostra come Shinobi, se c'è il malcontento tra la gente che ha tra le mura della cittadina un criminale, dobbiamo fargli notare che noi siamo qui per consegnarlo alla giustizia. Se ci prendessero come normali cittadini, chi ci darebbe mai informazioni su di lui che, con tutta probabilità, li ricatta o quantomeno li intimorisce? Dobbiamo fargli capire che risolveremo la situazione.. conclusi, spiegando esaurientemente le mie ragioni. Infondo era una cosa che, speravo, si sarebbe conclusa in un giorno, massimo due. Non ci sarebbe stato il tempo materiale per il criminale di fuggire, anche se l'avesse saputo in quel preciso momento.
    Inoltre, per quanto i nobili ci possano guardare storti, immagino che se dovessero scegliere tra noi e questo "Gintaro" non avrebbero dubbi.. Almeno spero.. aggiunsi, tenendo però l'ultima parte per me.
    Tenni dunque il coprifronte legato al braccio destro, in attesa che il mio compagno rispondesse o che smentisse la mia tesi. Se per lui era proprio necessario fingerci normali civili non avrei avuto problemi a farlo, ma volevo esser sicuro che fosse la scelta migliore. Perciò, con il bastone in mano dove c'erano appese sulla cima tutte le provviste rimastomi, mi misi a camminare lentamente vedendo che anche il mio compagno aveva fatto lo stesso, in attesa della sua risposta o della sua conferma.
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    Maky non vide di buon occhio la proposta di Ryu di fingersi semplici Shinobi. «...Io penso che sia meglio metterci proprio in mostra come Shinobi... » Argomentò la sua tesi e alla fine convinse il Genin di Konoha, che dunque riestrasse il coprifronte e lo riallacciò al braccio destro, ben in vista. I due ripresero dunque a camminare, stavolta fianco a fianco. Ryu finalmente potè dare sfogo alla sua loquacità: «Quindi tu non sei del Paese del Fuoco?» Domandò ammiccando al coprifronte del Villaggio della Sabbia. Ryu era sempre stato affascinato dagli altri paesi Ninja, ma non aveva avuto grandi occasioni per viaggiare. L'unico viaggio in cui si era spinto oltre i confini del Paese del Fuoco era stato durante la sua prima missione, quella svolta con il Genin di Kumo Ren Shizuka. Il viaggio era stato piuttosto lungo e il Konohaniano aveva dovuto attraversare la Repubblica dei Samurai e il Paese del Fulmine. Aveva dunque affrontato un territorio aspro e montuoso come quello di Kumo, scoprendo che la natura non è tutta pianura e foresta come a Konoha e dintorni. Per quanto riguarda il deserto, non ci era mai stato, ma sapeva che di certo non era un luogo ospitale in cui fare una passeggiata al chiaro di luna con gli amici o con una bella ragazza. Bisognava fare attenzione tanto alle ore più calde della giornata, quanto a quelle più fredde della notte e partire con un buon carico di provviste e soprattutto di acqua, tanto rara quanto preziosa, nel deserto. «Non dev'essere stato un viaggio facile, immagino... Eppure sono sempre stato interessato al deserto! Parlando in generale mi piacerebbe girare un po per il mondo e in particolare visitare qualche terra oltremare... Anche se alla fine credo che il posto migliore per vivere sia proprio il Paese del Fuoco! Insomma, guardati intorno...» Disse indicando tutto ciò che stava loro intorno. «Dove lo trovi un posto così?» Ryu aveva iniziato con la sua parlantina e niente sembrava poterlo fermare. I due procedevano a passo non troppo veloce e la città diventava sempre più grande ai loro occhi.

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    A quanto pareva anche il mio compagno aveva finito per pensarla al mio stesso modo. Quando mi chiese se io appartenessi ad un'altro villaggio scossi la testa in senso di «No» visto che l'omaccione sembrava fissarmi il coprifronte che anch'io tenevo legato, come mio solito, al braccio destro. Prese a parlare e, tanto era veloce la sua parlantina, non mi lasciava il tempo di rispondere anche se sentirlo parlare mi faceva tornare in mente la mia seconda passione, la seconda delle cose che più avrei preferito fare nella vita: Viaggiare.
    Se non fossi un ninja, sarebbe quello ciò che farei. Per tutta la vita. Viaggiare e vivere scrivendo libri.. m'immersi un momento nei miei pensieri ma quando il ninja finì il discorso essi s'interruppero, lasciandomi libero spazio di rispondere.
    No, non è stato affatto un viaggio facile ma del resto ci sono piuttosto abituato. E, per quanto riguarda il deserto.. è certamente uno dei migliori posti Konoha, non lo metto in dubbio. Clima e ambiente perfetti per la vita dell'uomo. Ma fai bene a interessarti delle lande di sabbia. Penso che t'insegnino molte più cose di qualsiasi altro posto al mondo. Fanno ciò che nessun'altro luogo fa. E' come se t'insegnassero a vivere. mi fermai e ripensai a ciò che avevo detto, per qualcuno che non appartenesse al villaggio di Suna, effettivamente, poteva apparire un discorso senza alcun senso.
    Aaah, è difficile spiegarlo. ed effettivamente era così. I venti caldi, le tempeste di sabbia, le dune apparentemente tutte identiche. Passare molto tempo nel deserto ti permetteva di riflettere, ti permetteva di aprire la mente. Ti faceva capire quanto noi, rispetto al mondo e alla natura, fossimo piccoli e impotenti. E allora ti chiedevi Perchè?. Perchè viviamo? Perchè alcune persone trascorrono la loro vita a cercar di cambiare questo mondo, quando noi sembriamo così inutili rispetto ad esso e la nostra vita così insignificante per cambiare qualcosa di così immenso? Perchè, in alcuni posti e in alcuni momenti, il tempo e lo spazio non mutano indifferentemente da quello che uno o cento uomini possono fare?
    Basta. avrei potuto andare avanti all'infinito, ma le domande che mi ponevo non avevano soluzione. Non per l'era in cui vivevo. Inutile porsele, in quel momento. Avevo una missione da svolgere.
    Ah guarda, siamo arrivati. ripresi, facendo notare al mio compagno che avevamo appena oltrepassato il confine che delimitava la piccola cittadina. Mi guardai un'attimo attorno, in cerca di qualche anzianotto a cui chiedere informazioni.
    Penso che sia il momento di iniziare a chiedere in giro di questo signor Bunta.. Io pensavo ad un'approccio facile e diretto, chiediamo semplicemente dove abita senza divulgare motivi che non riguardano la gente. Si tratta solo dell'abitazione, non penso che siano così restii a darci qualche informazione.. dissi, continuando a ruotare lo sguardo tra passanti e tutte le altre persone che si trovavano a portata di vista in quel momento.
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    Maky non sembrò annoiato dalla parlatina di Ryu, e rispose a tutti i suoi quesiti sulle dune del deserto. «... E' come se t'insegnassero a vivere....» Poi, evidentemente temendo che il suo discorso potesse apparire senza senso alle orecchie del Genin di Konoha, aggiunse: «Aaah, è difficile spiegarlo!» Ryu scosse il capo. «Non preoccuparti, ti sei spiegato benissimo... Insomma, quale posto migliore per imparare a vivere, o anzi, a sopravvivere, se non un posto in cui la tua vita può essere potenzialmente in perenne pericolo?» Adesso era lui stesso a temere di non essersi spiegato bene, ma comunque il discorso si chiuse lì. Ryu si immerse dunque nei suoi pensieri, fantasticando di terre ancora sconosciute tutte da scoprire e da conquistare, ma i suoi pensieri furono ben presto interrotti dal Genin di Suna: «Ah guarda, siamo arrivati.» Dallo "stupore", per così definirlo, del compagno, Ryu capì che come lui doveva essersi perso nei suoi pensieri, continuando a camminare meccanicamente. Comunque in effetti avevano appena oltrepassato i cancelli della cittadina. Tanzaku era una città media, cinta per tutto il suo perimetro da delle mura di pietra non molto spesse, diciamo una cattiva riproduzione di Konoha. Le porte del villaggio erano spalancate e ai loro lati vi erano due guardie armate di tutto punto che scrutarono con attenzione Ryu e Maky, soffermandosi sui coprifronte dei due Shinobi. L' Uryuu si guardò un po intorno, probabilmente mentre stava decidendo cosa fare. «... Penso che sia il momento di iniziare a chiedere in giro di questo signor Bunta... » Ryu annuì. «Speriamo bene, vorrei essere a casa per ora di cena.» Lo stomaco del Genin brontolò, mentre per la sua mente passavano tutti i suoi piatti preferiti. «Chi prima inizia prima finisce!» Disse citando una frase che era solito dirgli suo padre. «Dai cazzo!» Per le strade c'era abbastanza gente, di tutti i tipi e tutte le età. Molti mercanti ambulanti avevano esposto la propria merce su bancarelle improvvisate qua e là, urlando a destra e manca i loro prezzi super convenienti; i compratori, dal canto loro, venivano "aggrediti" dai vari mercanti, che cercavano di sottrarre clientela alla concorrenza. Un clima tipico delle città medio grandi. Pensò Ryu sghignazzando. Poi decise di mettersi all'opera e fermò la prima persona che gli capitò a tiro: un uomo alto sul metro e settanta, capelli e barba folti di un rossiccio tendente al castano. «Buongiorno! Scusi se la disturbo,» lo Shinobi abbassò la voce fino a quasi sussurrare, «Mica saprebbe indicarmi dove abita un certo Gintaro Bunta?» Alle ultime due parole l'uomo quasi sbiancò, poi scosse violentemente la testa. «Non ne ho idea, non ne ho idae!» E si allontanò camminando velocemente. Sarà più difficile del previsto... Pensò lo Shinobi mentre si grattava la nuca. Sperò che Maky stesse avendo più fortuna e fermò un altro passante, una donna di mezza età, pelle scura e occhi a mandorla, di una bellezza che non passava inosservata. «Mi scusi, signora, saprebbe dirmi dove si trova l' abitazione di Gintaro Bunta?» La donna, che inizialmente aveva assunto un'espressione maliziosa, come se aspettandosi delle avance, cambiò radicalmente espressione nell' udire il nome del malvivente, proprio come nel caso precedente, ma a differenza dell'uomo la donna mantenne un certo contegno. «No, mi dispiace ma non posso aiutarla..» La donna andò via camminando altezzosa, e Ryu non potè fare a meno di posare lo sguardo sul suo didietro, dalle morbide e armoniose curve, scolpite dal più grande di tutti gli scultori con grande pazienza e delicatezza. Poi quando la donna si fu allontanata, tornò del mondo dei comuni mortali, bestemmiando per aver fallito ancora una volta nel tentativo. Intanto lo Shinobi non si era accorto che aveva attirato l'attenzione di alcuni tipi loschi, che dalle finestre di una taverna lo osservavano sospettosi..

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    La ricerca iniziò dunque nel peggiore dei modi. Una, due, tre persone identificarono questo "Signor Bunta" come uno sconosciuto oppure dissero di non averlo mai sentito nominare.
    Ma che è tiene in pugno tutta la città? Hanno tutti paura di parlare?!
    pensai spazientito. Riguardai dunque la missione in cerca di qualche piccolo dettaglio che mi aiutasse a scoprire dove potesse abitare, ma nulla. Poi, ci pensai.
    Qualcuno deve aver avvisato Konoha.. E chi se non..!
    Ripercorsi i miei passi ritornando alle porte della città, dove c'erano le guardie. A quel punto, chiesi a loro se sapessero dove si trovava l'abitazione e, come speravo, seppero dirmelo.
    E' appena fuori dal cancello opposto, il cancello Ovest. Non ti saprei dire nient'altro ma non crucciartene, non avrai problemi a trovarla..
    disse con un sorrisetto complice. Non ci badai molto e dunque tornai dal mio compagno, riferendogli di esser riuscito a trovare l'abitazione del malfattore.
    L'ho trovata! Andiamo dai!
    proseguii di fretta senza badar molto a tutta la gente che si trovava in città attraversandola completamente in pochi minuti, arrivando dunque dalla parte opposta. Appena fuori dal cancello, alla destra c'erano altre mura più piccole ovviamente di quelle del villaggio al cui interno vi era una grande villa. Le mura circondavano tutta la casa e c'era una sola entrata, quella anteriore dove c'era un grande cancello a impedire il passaggio. Avvicinandomi di più notai che il cancello non era sigillato, forse, pensai, era inutile chiuderlo con meccanismi costosi. Infondo nessuna persona normale sarebbe riuscita ad aprirlo visto il suo peso.
    Un ninja non avrà problemi però.. pensai esibendo un sorriso sotto i baffi.
    Ascolta, ricordiamoci che la nostra priorità è Bunta. Qualsiasi cosa succeda all'interno impediamogli di scappare, anche se uno dei due dovesse rimanere indietro. avvisai il mio compagno, visto che mi era già capitata un'esperienza alquanto tragica dalla quale ancora dovevo uscire completamente.
    In ogni caso, farò in modo di non dividerci. pensai, non appena giunsi al cancello. Era in metallo nero e abbastanza arrugginito, ma assolveva bene la sua funzione. Scostai con la mano destra il mantello bianco che mi avvolgeva completamente e spinsi. Dovetti impiegare gran parte della mia forza per riuscire ad aprirlo, era molto pensante e massiccio. Lo aprii a sufficienza da passarci io ed il mio compagno, non totalmente. Non scattò nessun'allarme. C'era un piccolo vialetto di una ventina di metri dove a fianco c'erano degli alberi su entrambi i lati, e tutt'intorno un giardino con della semplice erbetta tagliata. Il profumo m'invadeva ancora le narici, doveva essere passato da poco il giardiniere. In ogni caso, la casa era di un bianco pallido, molto simile a quello delle case di Suna. Il portico era sorretto da colonne e andava su due piani più, potei notare grazie alla ringhiera, un terrazzo. Notai solo all'ultimo momento che appena fuori dal portico vi era un'ometto vestito molto elegantemente in blu, con cravatta e cappello e un ragazzo sulla ventina con una katana portata al fianco accanto a lui. Pochi secondi dopo ne arrivò un'altro, a questo diedi non più di quindici anni, anche lui aveva una katana al fianco sinistro e due valigie per braccio. L'ometto basso e abbastanza tracagnotto, con i suoi occhiali e i suoi baffetti, sobbalzò quando guardò l'uscita della casa, dove c'eravamo io e Ryu.
    Eccolo.. mi dissi, rivedendo in lui l'uomo che cercavo anche se era leggermente cambiato dalla foto che c'era allegata alla missiva.
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    Intanto lo Shinobi non si era accorto che aveva attirato l'attenzione di alcuni tipi loschi, che dalle finestre di una taverna lo osservavano sospettosi. Così, ignaro di essere osservato, Ryu continuava nella sua ricerca, chiedendo a chiunque gli capitasse sotto tiro e ottenendo sempre risposte negative. Si era ormai quasi arreso quando Maky, in preda a chissà quale colpo di genio, ritornò verso le porte della città scomparendo alla sua vista. Che abbia avuto qualche idea? Intanto gli stessi uomini che qualche minuto prima lo stavano osservando, erano usciti dalla taverna e gli si erano avvicinati, senza destare alcun sospetto nello Shinobi. Quei due non erano altro che scagnozzi proprio di quel Gintaro Bunta che Ryu e Maky stavano tanto cercando, e appena capito che i due Shinobi erano in cerca del loro capo, corsero verso la sua abitazione sulle ali del vento. Esattamente quando loro partirono, tanto ritornò Maky. «L'ho trovata! Andiamo dai!» Non si perse in troppe spiegazioni, e Ryu non ne pretese, limitandosi a seguire il compagno. L'abitazione era una villa piuttosto grossa che si trovava in periferia rispetto alla città. Era cinta da piccole mura di pietra e si sviluppava su due piani più un terrazzo. L'accesso al giardino che circondava la villa era dato da un grosso cancello dall'aria piuttosto pesante. «...Qualsiasi cosa succeda all'interno impediamogli di scappare...» Ryu alzò il pollice destro in segno di assenso. Dunque, pensando che spettasse a lui, si avvicinò al cancello per spalancarlo, ma Maky lo anticipò e con gran forza lo aprì quel tanto da permettere ad entrambi di passare. Ryu era rimasto sbalordito, anche se non lo diede a vedere. Così piccolo e così forte? Si ritrovarono dunque nel giardino della villa, che era completamente spoglio, fatta eccezione per la fresca e corta erbetta che si trovava al suolo. Appena fuori dal portico della casa, vi era Gintaro Bunta, che fumava beffardo un lungo sigaro, vestito di un completo elegante blu con tanto di cappello. Al suo fianco vi erano due ragazzi tra i quindici e i venti anni che portavano katane legate al fianco. Uno di essi reggeva tra le mani due valigie. Gintaro trasalì appena li vide, e quasi il sigaro gli scivolò dalla bocca. Dopo un attimo però si ricompose: «Siete stati più veloci del previsto... Ma comunque, vi stavamo aspettando!» Sogghignò. Qualcuno gli avrà detto del nostro arrivo... Ma chi? In tutta risposta, dietro il malfattore apparvero i due uomini che avevano osservato Ryu e Maky cercare informazioni. Bastardi! Dopo qualche secondo di silenzio Gintaro riprese la parola: «Bhe, come vedete stavo facendo i preparativi per darmela a gambe...» Fece cenno alle due valigie che una delle sue guardie, quella più giovane, teneva tra le mani. «Ma a questo punto... » Lanciò una specie di urlo, dunque da sotto la giacca estrasse una Mitraglia, di quelle che Ryu aveva visto solo in armeria. Ma che cazz?! Dall'arma partirono 10 kunai a raffica diretti verso i due Shinobi. Contemporaneamente le due guardie impugnarono le loro katane, e gli altri due uomini impugnarono un mazzafrusto e una kusarigama, anche se sembrava tanto che quella fosse la prima volta che impugnassero un' arma in vita loro. Grazie alla propria reattività, Ryu aveva immediatamente composto il sigillo che gli era necessario per la Kengan no Jutsu:
    Kengan no Jutsu - Tecnica del Pugno di Roccia
    kenganb
    Villaggio: Tutti
    Tipo: Ninjutsu
    Livello: C
    Dopo aver effettuato un unico sigillo, l'utilizzatore concentrerà il suo chakra di tipo doton attorno a un arto. Il chakra formerà un solido strato di roccia che ricoprirà l'arto dal braccio alla mano e aumenterà la resistenza e la forza dello stesso. Infatti lo strato di roccia potrà resistere a qualsiasi tecnica di livello D e a fendenti scagliati da armi inferiori a una katana (escluse armi leggendarie). Inoltre qualsiasi taijutsu di livello B o inferiore sferrato con l'arto potenziato aumenterà il proprio danno di mezzo grado. Durante l'utilizzo della tecnica non sarà possibile effettuare sigilli e/o attivare la tecnica su entrambi gli arti.
    Consumo: 4 (A Turno)

    Immise una discreta quantità di Chakra Doton nell'arto destro, che fu immediatamente circondato da uno spesso trato roccioso che il Genin di Konoha utilizzò per intercettare tutti i Kunai, facendo da scudo anche a Maky. Intanto Bunta si era rintanato nella casa mentre ricaricava l'arma, chiudendosi la porta alle spalle.
    «Adesso ci si diverte! »

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    Edited by Arathorn - 27/12/2012, 01:18
     
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    Gintaro parve piuttosto sicuro di se, e quando anche altri due uomini comparvero alle sue spalle a dar man forte ai due spadaccini, ne capii il motivo.
    Ottimo.. anche la maggioranza numerica adesso..
    Iniziò a sparare, da un'apposita arma che avevo notato solo una volta in'armeria, una dozzina di kunai. Avevo già tirato fuori una mano dal mantello per comporre i sigilli ma l'omaccione, mio compagno, mi anticipò rendendo una sua gigantesca mano rocciosa e parando tutti i coltelli, anche quelli a me diretti. L'uomo sembrava divertito, io ero tutt'altro. Soprattutto, quando nuovamente tre uomini uscirono dalla villa, forse sentendo tutto quel baccano. Uno aveva un'arco in mano e una faretra sulle spalle, un'altro aveva un'ombrello sulle spalle, che reputai piuttosto strano, e l'ultimo ovvero il più pericoloso aveva sul braccio destro una cosa che mi preoccupò non poco: Un lanciagranate.
    Ma sono un'esercito..
    Quello con l'ombrello si mise dietro all'uomo con la micidiale arma e iniziò a caricarla di carte bomba. Quello con l'arco invece si spostò dal gruppo e si mise lateralmente e iniziò a incoccare una freccia alla volta e scagliarcela contro. Le prime furono piuttosto fuori traiettoria, ma poi sembrò abituarsi e ci mirò con più precisione.
    Merda..
    Sapevo di poter concludere il tutto in un battibaleno e rimanere solo con i due nemici più ostici, gli spadaccini, ma ero un po restio a farlo. Innanzitutto non volevo scoprire troppe carte, ed in ogni caso mettermi a fare sul serio con tutta quella gente non ne valeva la pena. Infine, non potevo nemmeno darci troppo dentro se non volevo rischiare di uccidere Gintaro, e di lui avevo bisogno vivo se volevo portare a termine la missione.
    Che fare..? mi chiedevo, convincendomi sempre più di quale fosse la cosa migliore. Avvicinarmi e stenderli uno a uno, se riuscivo. Partii in quarta, braccia indietro e il mantello che mi svolazzava alle spalle, piegato per cercar di essere il bersaglio più piccolo possibile. Una, due, tre frecce mi passarono a pochi centimetri dal corpo ma riuscii abilmente a spostarmi all'ultimo secondo, poi Gintaro uscì nuovamente dalla porta e mi scagliò una serie di dieci shuriken a ripetizione e sparati ad alta velocità. Balzai con tutte le mie forze a sinistra gettandomi quasi tra gli alberi e schivai i colpi senza fermarmi, quando però ripresi a correre mi trovavo il filo di una katana a pochi millimetri dal viso all'altezza degli occhi. Con la testa seguii il movimento della spada e vidi il piatto della lama sfiorarmi la punta del naso, ma non potei continuare la corsa e mi ritrovai costretto ad un balzo con capriola all'indietro. L'ultima azione era stata parecchio acrobatica e fui soddisfatto di me stesso, anche se avevo il cuore a mille. Non ero mai stato così vicino ad una lama in vita mia, e solo per dei riflessi ed una notevole fortuna ero riuscito a schivare quel colpo, perlopiù tornando alla posizione di partenza di fianco al mio compagno.
    E' veloce.. Non sarà affatto facile avvicinarsi.. dissi, riferendomi allo spadaccino che mi aveva quasi colpito, il ventenne. Nuovamente una freccia mi passò accanto, ma questa volta mi bastò spostarmi di qualche centimetro col busto per rendere quel lancio innocuo. Quando poi vidi l'uomo con il lanciagranate pronto a sparare, iniziai a ricredermi e a pensare che, forse, la strategia migliore era proprio quella di fare sul serio fin da subito.
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    Maky non perse tempo e si lanciò subito alla riscossa correndo in direzione degli avversari. Questi, intanto, erano aumentati di numero, essendo arrivati dall'interno della casa altri tre scagnozzi, armati di arco, ombrello e lanciagranate, tutte cose che Ryu aveva già visto nell'armeria di Konoha. Contrabbando di armi, eh? Mentre Maky correva verso di loro, per rendergli il compito più facile Ryu cercò di attirare l'attenzione su di sé. Gli furono scoccate quattro frecce contro, ma tutte andarono a conficcarsi o nel terreno oppure nel suo braccio roccioso. Maky aveva ormai quasi raggiunto i nemici, quando improvvisamente il più grande delle due guardie del corpo, sfruttando un suo momento di distrazione, gli si avventò contro, quasi colpendolo con la katana. Maky riuscì a schivare il colpo, e piuttosto acrobaticamente si portò fuori dalla portata dell'avversario, ritornando al fianco del Genin di Konoha. «E' veloce.. Non sarà affatto facile avvicinarsi..» Ryu annuì. Si trovavano in un momento di tregua. Gintaro, che intanto si era nascosto in casa sparando loro attraverso una finestra, stava ricaricando l'arma, gli altri li guardavano con aria di sfida. Con piacere Ryu notò che l'arciere aveva quasi esaurito le frecce. Ma subito la sua gioia fu interrotta da un movimento di quello armato di lancia granate, che stese il braccio destro e vi posò il sinistro sopra, pronto ad attivare il meccanismo dell'arma. Porca merda! L'unica via d'uscita che Ryu vedeva era quella di rifugiarsi sotto terra. Sciolse la Kengan e si esibì in una serie di sigilli, a seguito del quale si rintanò sotto terra.
    Doton: Shinjuu Zanshu no Jutsu - Tecnica della Decapitazione Terrestre
    DotonShinjuuZanshunoJutsu-TecnicadellaDecapitazioneTerrestre
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    Livello: D
    Tipo: Ninjutsu
    Tale tecnica permette ai possessori dell'elemento Terra d'infiltrarsi nel sottosuolo lasciando in bella vista una buca d'un metro quadrato, se non in possesso di tecniche che permettano d'infiltrarsi senza lasciar tracce, e dirigersi verso una posizione prestabilita prima di andare sottoterra, nel tentativo d'afferrare la caviglia dell'avversario e trascinarlo nel sottosuolo lasciandolo momentaneamente immobilizzato. Se usata contro un soggetto in possesso dell'elemento Doton esso potrà rapidamente liberarsi dalla tecnica, altrimenti ci riuscirà solamente all'inizio del suo secondo turno.
    Non è ovviamente possibile protrarre la tecnica per più turni e si dovrà riemergere prima della fine del proprio.
    Consumo: 2

    Ryu non sapeva che elementi Chakra possedesse Maky, né se conoscesse la Shinjuu, ma sperò che fosse dotato di abbastanza prontezza di spirito per fiondarsi nel buco che Ryu aveva lasciato nel terreno utilizzando la tecnica. Quattro bombe carta esplosero su di lui, alzando un gran polverone e facendo tremare il terreno. A quel punto Ryu decise di sfruttare l'effetto sorpresa e si portò sotto i piedi degli avversari. Con un urlo si lanciò fuori dal terreno, trascinando nel sottosuolo proprio l'avversario armato di lancia granate. «Aaaaaaaaaaaaaaaaaah!» L'effetto sorpresa era riuscito, ma ora Ryu si trovava circondato sei nemici piuttosto incazzati, più uno sotto terra che a breve si sarebbe liberato e Gintaro pronto a sparagli Shuriken e Kunai a tradimento dall'interno della casa. Sono sempre il solito idiota..

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    Chakra: 66 - 2 = 64
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    Il mio compagno trovò la sua salvezza in una tecnica di mia conoscenza, la decapitazione terrestre. E, in effetti, pensai, poteva essere una valida alternativa. Tuttavia io mi limitai a lanciarmi alla sinistra, tuffandomi dunque dietro gli alberi laterali del vialetto che mi ripararono dalle carte bomba.
    Non posso far crollare tutto perchè c'è Gintaro dentro! Merda..
    Quando poi ritornai con lo sguardo sui nemici, notai si che Ryu aveva intrappolato quello con il lanciagranate, ma era circondato da tutti quegli uomini, spadaccini inclusi.
    Contro tutti quelli non ce la può fare!
    mi dissi, cercando di trovare una soluzione il più in fretta possibile. A quanto pare, avrei dovuto fare ricorso già da subito alla nuova tecnica che avevo appreso.
    Ne vale la pena.. pensai, mentre componevo velocemente una serie di sigilli.
    Ganchuurou no Jutsu - Tecnica dei Pilastri di Roccia Imprigionanti
    GanchuurounoJutsu-TecnicadeiPilastridiRocciaImprigionanti
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    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Questa è una tecnica che sfrutta il Chakra elementale di tipo Doton. Dopo che l' utilizzatore avrà eseguito gli opportuni sigilli, in una zona di circa 10 mq da lui precedentemente designata, spunteranno dal terreno enormi pilastri di terra, alti circa 15 metri e dal diametro di 50 cm. Questi, però, non avranno lo scopo di ferire l' avversario. Infatti, dato che nascono l' uno molto vicino l' altro, possono fungere come una sorta di prigione, per bloccare temporaneamente il proprio nemico. Questi pilastri, però, possono essere facilmente distrutti da tecniche di livello C.
    Consumo: 4

    Una serie di colonne di roccia spuntò fuori nell'area che avevo delimitato, ovvero tutto il portico dove c'erano i nemici, immobilizzando o comunque impossibilitando gran parte di loro ad agire.
    Via di li Ryu! gli urlai, in un modo o nell'altro doveva spostarsi di li, magari riutilizzando la decapitazione terrestre. A quel punto, effettuai nuovamente un'altra serie di sigilli inondando la zona dei nemici di gas tossico che li avrebbe rintronati per bene. Inoltre, se una qualsiasi esplosione fosse avvenuta nell'area dove avevo utilizzato la tecnica, si sarebbero ritrovati una bella sorpresina. Il gas in ogni caso era piuttosto incolore, dunque sarebbe stato difficile notarlo per loro se non dopo che avevano già inspirato almeno una piccola quantità di esso.
    Katoon: Kasumi Enbu no Jutsu - Tecnica della Nube Incendiaria
    KasumiEnbunoJutsu-TecnicadellaNubeIncendiaria
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    Livello: D
    Tipo: Ninjutsu
    Questa tecnica d'elemento Katon non crea direttamente delle fiamme ma sprigiona un gas altamente infiammabile, che se inalato provoca forti giramenti di testa per due turni. La tecnica viene scelta da molti Shinobi privi di altri Jutsu Katon poiché basterebbe una cartabomba per creare l'effetto stile "Palla di Fuoco". Qualsiasi altro Jutsu Katon è sufficiente per creare lo stesso effetto, permettendo di cogliere il nemico di sorpresa. La nube si espande fino a una distanza massima di 25 metri coprendo un raggio di cinque per un'altezza di tre La tecnica può anche essere usata per dirigere la nube a mezz’aria ma, in questo caso, si porterà automaticamente a terra dopo 20 secondi. La nube rimane per due turni al massimo (compreso quello in cui viene eseguita la tecnica) e poi si disperde, e uno solo in presenza di forte vento. Anche se la nube rimane per due turni nel secondo l’esplosione sarà più ridotta e meno forte anche se gli effetti collaterali dall’inalazione saranno invariati.
    Consumo: 2
    Gomu Nawa - Frusta di Gomma
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    Tipo: Ninjutsu
    Livello: D
    Grazie a questa tecnica è possibile creare una frusta composta dalla particolare variante di gomma tipica dello Youton. Il vantaggio della frusta non sta particolarmente nei danni che attribuisce ma sorprattutto alla sua capacità d'avvolgere un oggetto; oppure se colpito una persona. La frusta avrà una lunghezza massima di quattro metri e si dissolve per volere dell'utilizzatore o dopo ventiquattro ore.
    Consumo: 2

    A quel punto, i nemici dovevano essere distratti o quantomeno colti di sorpresa dal gas. Così, creai una frusta gommosa grazie alla mia abilità innata e mi avvicinai il più possibile all'arciere. Non appena quello fu a portata, con un colpo ben assestato di frusta prima gli strappai l'arco e lo scagliai lontano, poi lo colpii numerose volte sul corpo fino a quando, per mia sfortuna, Gintaro non riaprì la finestra e mi scagliò nuovamente addosso una pioggia di shuriken e venni dunque costretto a spostarmi da quella zona e ritornare, ancora, alla posizione di partenza.
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31 replies since 23/12/2012, 15:55   453 views
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