Posts written by -Daisy Locke

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    CITAZIONE
    Ah, Rick O'Connell non avrebbe mai gridato alla resa! Non meriti codesto nome!

    Herbie.


    P.S= Non so se si capisce, comunque è un "no"

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    Non volevo forzarla a fare questa cosa: dopotutto se non le fosse piaciuta l'idea non avrei insistito più di tanto. Il problema con Marsilda era che era sempre molto difficile capire da chi fossero stabiliti i limiti che si poneva. La piccola Corva era ligia alle regole, amava l'ordine, amava la sicurezza. Ma io lo vedevo che c'era di più là sotto a quella piccola bisbetica germanica. Ogni tanto la chiamavo così per scherzare e riuscivo bene a percepire quanto quegli appellativi le dispiacessero. Non mi diceva niente, accennava anche una specie di sorriso segnalando che stava al gioco, giusto perché ero io a dirglielo... ma riuscivo anche a vedere come l'angolo della bocca si piegava quando il sorriso di circostanza rientrava. Marsilda non amava l'ordine e le regole.. qualsiasi cosa ci fosse dietro a quel guscio di marmo bianco avrebbe voluto uscire. Non sapevo cosa glielo impedisse, eppure sapevo che voleva uscire.. anche solo per un attimo prima di tornare dentro al sicuro.
    Come quando eravamo andate a vedere l'aurora boreale: avevo come l'impressione che la vera Marsilda fosse quella lì e avrei voluto conoscerla meglio.
    Il mio sbattere le ciglia e saltellare letteralmente per esprimere l'impellente bisogno che mi dicesse di sì, diedero i suoi frutti.
    Sssssh! Noi NON siamo minorenni! Tu hai appena compiuto 18 anni!!
    Ma vedi tu se doveva rovinare la nostra copertura così! Mi guardai attorno con fare sospettoso quando nominò suo padre. Non mi stupiva che fosse severo, d'altronde quella rigidezza doveva pur venire da qualcuno.. eppure..
    ...io non lo vedo in giro...
    Sarcasmo a parte.. le presi la mano, avvicinandomi un po' a lei per allungarle la penna con discrezione mentre un sorriso trionfante mi si dipingeva in volto. Annuii alle sue parole, cercando di non ballettare troppo con i piedi: urca l'avevo convinta lo facevamo davvero!!
    Non lo scoprirà mai: troveremo una collocazione adatta, dove i padre non guardano!
    Anche mio padre sicuramente non ne sarebbe stato felice... eppure ormai avevo una cicatrice enorme su spalla, braccio e schiena: davvero aggrapparsi all'irresponsabilità di un tatuaggio sarebbe stato ridicolo.
    I corpi sono i nostri dopotutto.. siamo le uniche che devono decidere..
    Mi dava l'idea, l'impressione di avere il controllo su qualcosa. Non potevo decidere di trasformarmi, non era in mio potere evitarlo. Eppure poter decidere di fare qualcosa sulla mia pelle mi faceva sentire più.. potente. Mi faceva sentire che avevo il controllo.. una specie di simbolo, forse un'illusione. Eppure ne sentivo l'esigenza.
    Una volta dentro però diventò tutto leggermente inquietante: il tipo al bancone per esempio. Mi ero immaginata che ci avrebbe accolto lui dandoci precise istruzioni, assurdamente sapendo già perché eravamo là dentro.. non che dovessi andarci a parlare..
    Si ecco noi.. tutte e due.. vorremmo farci un tatuaggio. O un pircing. Dobbiamo ancora decidere..
    Sì, perché a dirla tutta la mia capacità di progettazione mi rendevo conto di quanto fosse stata astratta... Ero partita all'idea di un tatuaggio, salvo poi ricordarmi che forse, trasformandomi in lupo, e non sapendo di preciso dove diamine avessero il pelo i lupi mannari.. avrebbe potuto rimanere scoperto. E avrei potuto essere riconoscibile. Volevo esserlo..? Non avrei saputo rispondere a quella domanda e mi ritrovai momentaneamente spaesata mentre sfogliavo alcuni esempi con Marsilda. C'erano un sacco di fiori.. eppure forse il riferimento sarebbe stato troppo immediato..
    ...io credo che farò un pircing..
    decretai alla fine annuendo, come a convincermi.
    Ehm.. dove.. dove si possono fare i pircing..?
    Chiesi all'uomo del bancone che mi allungò un foglio con una specie di sagoma umana costellata da frecce in ogni dove su un lato e dall'altra un orecchio che sembrava una mappa stellare.
    ..ommioddio anche lì...?
    sussurrai osservando come uscissero frecce col nome del pircing letteralmente da ogni dove. Quelle erano un NO, decisamente un NO!
    Oh all'ombelico sarebbe carino...
    Avrei potuto toglierlo alla luna piena e poi rimetterlo subito dopo..Mi morsi l'interno della guancia, spazientita da come quella cosa dovesse rovinare TUTTO anche una cosa così che non ci entrava niente!
    Mars che ne pensi?
    Non mi avrebbe impedito di fare quello che volevo.. io mi rifiutavo che l'essere lupo mannaro dovesse rovinare tutto!!
    Il mio sguardo cercò l'aiuto della Corvonero: dopotutto era lei quella intelligente...
    Ehm... forse ci serve qualche minuto... tipo 27... o 45... per decidere bene..
    pigolai verso il tatuatore, con un sorriso impacciato.
    Hai trovato qualcosa che ti piace?
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    Edimburgo, ultimo weekend di agosto.

    Era un azzardo quello, lo sapevo benissimo. Eppure ci avrei provato lo stesso. D'altronde alcune cose andavano fatte a 16 anni, senza i genitori di mezzo e simili. E sentivo il bisogno di.. esprimere in qualche modo la mia esasperazione per come stava andando la vita negli ultimi mesi. Un modo stupido per esternare la voglia di... stravolgere tutto. Non avevo ancora bene in mente che cosa avremmo potuto fare, non ero a dire il vero, nemmeno sicura che sarei riuscita a convincere la Corvonero ma avrei fatto del mio meglio per convincerla. Infondo rompere qualche regola le avrebbe fatto solo bene: doveva incominciare a divertirsi.
    L'avevo fatta svegliare prestissimo, un regalo di compleanno invidiabile vero?
    Tanti auguri mia piccola maniaca del controllo!
    SVEGLIATI ALLE 6 CHE DOBBIAMO ANDARE! Dove? Non glielo avevo detto. A fare cosa? Neanche. Immaginate la gioia di Frau Millais nel non saper scegliere che cosa indossare e mettere in borsa... Avevamo preso il treno per andare ad Edimburgo.. d'altronde era una delle città più vicine alla scuola. Avevamo fatto qualche giretto e poi ci eravamo fermate davanti ad negozio. O meglio io mi ero fermata con un sorriso a trentadue denti, proprio vicino alla porta. La Corvonero mi aveva fissato per qualche secondo probabilmente convinta che fossi stata colta da paralisi.
    SORPRESA! Questo è il tuo regalo!
    Braccia alzate per indicare con eccessiva teatralità l'entrata del Tatto Shop. Già vedevo l'orrore nel suo sguardo quindi iniziai a saltellare prendendola per le mani.
    Oh Mars ANDIAMO! Abbiamo sedici anni, non facciamo MAI NIENTE! Spengi il cervello per una volta e facciamo qualcosa di.. spontaneo e istintivo!
    Beh sullo spontaneo e istintivo magari stavo un pochino barando dal momento che mi ero fatta mandare i fogli per l'autorizzazione di un genitore e avevo accuratamente provveduto a riempirli e firmarli. Cioè la firma dei genitori di Marsilda non la sapevo ma confidavo che lei ne fosse capace.. Era un istinto programmato ecco..
    Possiamo farci un tatuaggio piccolo piccolo.. oppure un pircing!! I pircing si possono togliere e rimettere! Andiamo! Sarà come suggellare la nostra amicizia, una cosa simbolica...
    Sbattere le ciglia all'infinito avrebbe funzionato?
    Che ne dici??
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    Ciao benvenuto!! Perfetto qualche altro studente ci serve! Non ti preoccupare per la nazionalità non è mai stata un problema XD Inoltre puoi scegliere l'età e l'anno scolastico che preferisci (anche se non andrei oltre il 4-5 altrimenti a scuola ci stai pochissimo) quindi ti puoi infilare ad Hogwarts come meglio credi in base alla storia del pg
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    CITAZIONE


    Comunque Rick O'Connell come nome falso è terribile! Lo sapevo che eri un nato babbano! Magari al prossimo cambio di identità suggerirei un film meno famoso a cui ispirarsi!

    Herbert
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    Sollevai le sopracciglia senza riuscire a frenare la mia lingua
    Però ne hai di autostima eh?
    Poco c'entrava con l'aspetto fisico: trovavo difficile pensare che potesse avere tutto questo successo con le ragazze per via del suo atteggiamento e del suo modo di parlare. Tutta quella confidenza non aveva basi, se l'era presa e basta affibbiando nomignoli e invadendo gli spazi altrui. Lui non era abituato a sentirsi dire di "no". Non sapeva accettarli e probabilmente li trovava inconcepibili. La storia della sua famiglia mi fornì in qualche modo conferma di questo. Il preferito dalla madre, sicuramente messo su un piedistallo, circondato da qualsiasi cosa avesse sempre voluto. Ricompensato con qualche oggetto di valore per mancanze.
    Queste persone non avrebbero mai dato importanza a nessun'altro che non fosse loro. Il mondo girava intorno a loro. Tutto quel che succedeva attorno era un effetto collaterale. E probabilmente avrei dovuto sentirmi in colpa per quello che gli avevo detto.. ma non ci riuscivo. Forse aveva ragione Axel.. forse dovevi davvero attaccare per primo. Forse funzionava davvero così nel mondo dei maghi: dovevi mostrare i denti e far capire a chi avevi davanti che non eri inerme. Infondo cosa ci avevo guadagnato a fare diversamente? Se anche fossi stata gentile con Oliver in cortile, non sarebbe cambiato niente. Avrei dovuto mollargli un calcio ben assestato o un immobilus e togliermi di torno. La luna stava per cambiare.. aveva iniziato a crescere e ogni volta in quei giorni era più facile essere meno tolleranti, più rabbiosi in un misto di preoccupazione, ansia e paura. E forse anche di influenza del satellite.
    Incrociai quindi le braccia, stringendo con le dita il lembo della manica della maglia, aggrappandomi a esso come a cercare una rigidezza che non sentivo di avere. Sforzandomi, come un gatto che gonfiava la coda e alzava il pelo, di apparire più risoluta e meno delicata di quanto non mi sentissi.
    Mi dispiace, hai ragione.. non avrei dovuto mostrare tanta insensibilità. E' piuttosto ovvio che non sei mai stato criticato in vita tua. Avrei dovuto essere più delicata verso il tuo.... fragile ego di carta.
    Axel ti guardava negli occhi quando voleva metterti a disagio e cercai di sforzarmi di farlo anche io, cercando di non abbassare lo sguardo ma di sostenerlo. Non sapevo quanto minaccioso potesse essere... speravo solo non fosse vergognosamente impaurito. D'altronde il suo discorso sulle mutande non era affatto rassicurante ma contribuiva a renderlo solo terribilmente.. viscido.
    Sai chi sono dei grandi collezionisti di solito? I serial killer...
    Mi stavo pentendo di aver lasciato il vaso. Non avevo ancora recuperato la bacchetta.. non avevo niente a disposizione. Avrei solo potuto sperare in una magia involontaria, del tutto imprevedibile nella manifestazione e negli esiti.. una smorfia disgustata mi apparve sul viso all'immagine che qualcuno gli lanciasse addosso le proprie mutande.
    Buon per te..
    commentai asciutta. Non sembrava voler mollare neanche per le cuffie: come detto non sembrava capace di accettare un "no". Ma quella era una questione che avrei affrontato in un altro momento.
    Il serpeverde decise che sarebbe stata un'ottima idea dimostrare la sua bontà d'animo offrendo la sua faccia come sacrificio per le offese arrecate.
    Non mi interessa picchiarti Oliver: voglio solo che tu mi lasci in pace. Torna dalle tue fan ad ampliare la collezione, riceverai sicuramente tutto ciò che chiedi e l'attenzione che tanto brami.
    Doveva solo andare via. Era così difficile? Non aveva altro da fare?? Il ragazzo avvertì la mia voglia di averlo fuori dalle scatole e sembrò trovare così uno stimolo proprio nel rimanere.
    Sono questioni familiari: non è gentile immischiarsi.
    Fu la mia risposta precipitosa, detta con un tono di voce più acuto del normale, spostandomi per occupare più spazio possibile sulla porta della serra.. eppure già lo sapevo, riuscendo a vedere quella scintilla nello sguardo: più mi frapponevo e più avrebbe voluto entrare. Lui come Axel si divertiva a mettere in soggezione chi aveva davanti, a cercare una posizione di vantaggio per avere il coltello dalla parte del manico. Si divertivano entrambi a giocare con gli altri come se fossero prede. Il modo di agire del bulgaro però era meno chiassoso e meno sfacciato, almeno con me, di quello del serpeverde che avevo davanti. Non ci mise molto quindi a scostarmi e superarmi, raggiungendo il pacco con la Antilupo in pochi passi. Sentii chiaramente tintinnare il vetro delle fialette e strinsi le labbra ed i pugni, temendo che si rompessero.
    Una sensazione di panico iniziò a farsi strada mentre il mio cervello era allo stesso tempo vuoto e pieno di domande su che cosa avrei dovuto fare. Non potevo toglierglielo di mano, anche se era il primo impulso. Era più alto, era più forte. E in quel momento mi faceva genuinamente paura per più di una ragione. Quando iniziò a scartare il pacchetto tuttavia sapevo che non sarei riuscita a fermarlo sfidandolo o aggredendolo. Se avessi detto la cosa sbagliata lo avrebbe aperto e avrebbe scoperto tutto.
    Sei sotto Starnutaria anche adesso?
    Non sembrava poi diverso dal ragazzo che una settimana prima era ubriaco in cortile. Aveva scelto un animale meno innocuo, sicuramente meno inquietante, ma rimaneva comunque lì davanti a imporre la sua presenza, trasfigurandosi i tratti e invadendo gli spazi altrui. Feci qualche passo in avanti, allungando la mano per afferrare un estremità del pacchetto e tentare di riprendermelo
    O sei così e basta?
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    Dannazione, non avevo la benchè minima idea di cosa fosse la Starnutaria! In realtà non avrei saputo le proprietà di nessuna cosa avesse risposto, eppure era stata la prima cosa che mi era venuta in mente di chiedere. Non dissi niente quindi, limitandomi ad osservarlo con le braccia incrociate.
    Forse hanno i loro motivi per farlo.. te ne viene in mente nessuno?
    Probabilmente se fossi andata a riferire l'accaduto al Preside lo avrebbero sospeso... o forse no. Si poteva sospendere o espellere qualcuno perché aveva creato una situazione veramente inquietante, usato la magia per, potenzialmente tirarmi su a mezz'aria per disarmarmi e farmi bere alcolici a forza per pareggiare l'umiliazione di aver provato a rispondergli a tono? Io non avevo visto che cosa era successo dopo. Ma lui forse non lo sapeva. In ogni caso la sensazione di impotenza e paura continuavano a tenermi ben ancorata a una diffidenza viscerale: non volevo mai più trovarmi in una situazione simile o temere che potesse farlo di nuovo. Ai miei occhi Hogwarts e il mondo a cui apparteneva erano già sufficientemente ricchi di insidie e violenza per aggiungerne altra. E la sua descrizione di "amici" non mi spingeva affatto a mettere da parte tale diffidenza.
    Non intendo niente di ciò che hai appena detto... è evidente che non hai proprio idea del significato del termine "amici".
    Non era la prima volta che incontravo qualcuno tra le mura di quella scuola che ritenesse gli altri solo persone di cui diffidare e da cui vedersi. La bontà d'animo in amicizia c'entrava poco, questo ragazzo non aveva la benchè minima idea di che cosa volesse dire avere qualcuno che teneva a te, tanto da non saperne neanche la definizione e non riuscire ad immaginare l'istinto di protezione verso qualcun altro mosso semplicemente dall'affetto nei suoi confronti. Disinteressato? Non del tutto.. l'amicizia come ogni altra cosa andava guadagnata e costruita.
    Se non hai nessun amico forse dovresti farti qualche domanda..
    Lui non avrebbe fatto niente per nessuno in cambio di niente, e questo era ciò che riceveva in cambio. Avrebbe forse dovuto farmi pena, eppure, data la prima impressione di poche sere fa, non riuscivo neanche a provare una vena di compassione per una persona evidentemente sola. La sua mancanza di empatia era evidente e da quella semplice frase, aveva del tutto senso.
    E poi c'era la questione delle mutande oscene. Sollevai le sopracciglia davanti alla sua sorpresa, cercando di resistere in modo stoico all'imbarazzo circa la questione, sopratutto quando ripetè "proboscide".
    Non sto insinuando un bel niente: c'era il tuo nome su delle mutande sul mio letto a forma di elefante con la proboscide per il.. e le orecchie e addirittura degli occhi sopra!
    In ogni caso, mi ritrovai aggrottata come un carlino per quello si sentì in dovere di specificare.
    ....nel senso che tu conservi le mutande di altre persone?!?
    Continuava comunque a sostenere di non saperne niente e che lui mi aveva spedito solo le cuffie, sottolineando lo sforzo incredibile nel reperirle e sottintendendo il valore economico che avevano. In effetti erano delle buone cuffie, niente di paragonabile al mio banale auricolare ma non le volevo. Non da lui.
    Mi dispiace che tu abbia perso tempo: sono sicura che potrai rivenderle velocemente o usarle tu stesso. Non voglio sentirmi in debito con te ne farti credere che bastino dei regali per farmi cambiare idea sul tuo conto. Darti il beneficio del dubbio è un rischio che non voglio correre.
    Poi si avvicinò, mossa sbagliata.. che sicuramente non contribuiva a migliorare la sua situazione. Arretrai finendo contro la porta della serra. Il serpeverde chiuse gli occhi, invitandomi a colpirlo in faccia per pareggiare i conti.
    Rimasi immobile qualche secondo, scrutandolo, nella sicurezza di non essere vista. Non avevo voglia di colpirlo. Non ero arrabbiata con lui, non era quella la sensazione principale. Io avevo paura di lui e la mia risposta alla paura tendenzialmente era la fuga, non l'attacco.
    In quel momento tuttavia, un rumore sordo proveniente dalla serra mi informò che il mio pacco era arrivato.
    Il motivo per cui mi trovavo lì era ricevere la consegna della pozione antilupo per quel mese. Mi trovavo più a mio agio a riceverla fuori dall'ufficio del Preside, come se in qualche modo fosse più difficile essere scoperta recandosi alle serre, generalmente vuote, che non puntualmente una settimana prima della luna piena assieme all'altro tizio con la cicatrice in faccia.
    Il pacco era sempre ben imballato, tuttavia il mio disagio aumentò ulteriormente nella paranoia di essere scoperta. Mi portai ben davanti all'ingresso della serra, poggiando le mani su entrambi gli stipiti, per impedirgli di entrare e curiosare.
    Ho da fare Barnes, hai finito? Riavrai le cuffie stasera stessa.
    Vattene e basta... con questo caldo la pozione si rovinerà di sicuro, non posso tenerla in una serra per troppo tempo...
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    Mi voltai, sentendo il suono che avrebbe voluto essere di un gatto ma che non gli somigliava affatto. Non mi sarei di certo immaginata di trovarmi davanti una faccia parzialmente trasfigurata con delle orecchie da gatto. Sbuzzai gli occhi ancora prima di rendermi conto su chi fossero spuntate quelle orecchie! Sembrava uscito dal musical di Cats e forse in un altro contesto mi avrebbe fatto anche ridere. Dal momento però che la prossima settimana mi sarei trasformata mio malgrado in un lupo mannaro in modo estremamente doloroso, trovavo particolarmente disturbante il fatto che lui plasmasse i propri tratti per dargli un aspetto animale, e questo disturbo andava a sommarsi a tutto il resto che aveva combinato. Dati i precedenti quindi voltai per afferrare un vasetto di coccio contenente una pianta dall'aspetto bizzarro per alzarlo fin sopra la testa, pronta al lancio.
    Cosa hai alla faccia?!? Per quale motiv.. Stai fermo lì!!!
    Con l'altra mano muovevo l'indice come a indicargli di rimanere esattamente dove si trovava perché avevo un vaso e non avevo certo paura di usarlo!... almeno questa era l'impressione che volevo dargli. Il serpeverde sembrava un eccellente attore nel cambiare i suoi modi oltre che al farsi crescere varie appendici in faccia: poco era rimasto dello sbruffone di appena una settimana prima in cortile. Questo non fece altro che aumentare la mia diffidenza invece di sopprimerla: ogni membro di quella casata sembrava avere a disposizione un'infinità di maschere da tirare fuori e sfoggiare pronte all'uso a seconda dell'occasione. E non sempre queste maschere erano tali. Non del tutto.. Aveva ragione Marsilda, non era come nei film. Non potevo davvero pensare che ci fosse del buono in tutti. Non in lui, non dopo quello che aveva fatto...
    Si stava scusando, dicendo che qualcuno gli aveva messo qualcosa nel drink e che il suo comportamento era dovuto a quello. Tuttavia il mio vaso rimaneva alzato, calando di qualche centimetro solo perché mi si stava stancando il braccio.
    Che ti hanno messo nel drink?
    Non sapevo come prenderle quelle scuse. Non lo conoscevo, non sapevo assolutamente niente di questo tizio. Ma Karen mi aveva sempre detto che per scoprire le bugie delle persone dovevi fare delle domande molto precise, chiedendo più dettagli possibili. E, quando mentivi, di prepararti sempre una risposta, una storia di sfondo che fosse sensata in modo da non arrivare impreparata. Puzzava di alcol, ricordavo l'odore, e quello ben poco c'entrava con l'avere qualche pozione nel bicchiere.
    E perchè se sono tuoi amici avrebbero dovuto farlo?
    "Ti è…piaciuto il regalo?" Ecco un'altra prova che non ci si poteva fidare. Arretrai di un altro passo, riportando il vaso in alto.
    NO!! Tu devi tenere le tue mutande fuori dal mio dormitorio e dalla mia posta!! Non so quali problemi tu abbia con gli animali ma non voglio vedere nessuna proboscide, razza di maniaco!
    Quasi non riuscii a sentire la parola "cuffie" mentre gli parlavo sopra. Quindi era stato lui? Aggrottai la fronte, visibilmente confusa: non avevo idea di chi fosse il mittente e come ogni cosa anonima il mio cervello si era impegnato a pensare a mille scenari possibili, cercando quello più plausibile, quello più.. sensato. Non ero arrivata molto lontano, pensando che fosse stato mandato dai miei genitori e che il biglietto si fosse perso. Avevo quasi pensato venisse da Caitlin ma avevo allontanato questa ipotesi: non mi sembrava il tipo da perdersi nella tecnologia babbana. E infine avevo pensato a qualcun'altro che sapeva che mi piaceva la musica e che non amava firmarsi ne scrivere biglietti. Anche se non aveva senso farlo.
    Stavolta il braccio si abbassò, posando il coccio sul muretto della serra.
    Te le farò riavere. Non le voglio.
    Era mia intenzione in ogni caso farlo, mettendo un annuncio in bacheca per poterle restituire. Quel gesto tuttavia non voleva simboleggiare una resa nei suoi confronti: rimasi comunque abbastanza vicino per poterlo prendere se fosse servito per avere qualcosa con cui difendermi. Lo guardai qualche secondo, prima di alzare il mento in una sicurezza che poche volte riusciva ad uscire.
    Se credi che delle cuffie o qualcos'altro possa comprare la mia fiducia nei tuoi confronti o il mio silenzio sappi che puoi scordartelo.
    Non dovevo mostrargli che avevo paura di lui. Anche se ne avevo. E non sapevo neanche se ero capace di nasconderlo davvero. La sensazione di sentirsi all'angolo la ricordavo bene, il senso di oppressione, il non vedere vie di fuga.. il voler tirare in ballo anche tutti gli altri, creando una situazione impossibile da gestire.. io questo lo sentivo tutti i giorni. Alcune volte meno, altre di più. Succedeva con la magia involontaria, e ancora di più con la luna. Su quello non potevo farci niente.. ma su questo.. su di lui.. sì.
    Non ho alcun motivo per farti questo favore Barnes e non ho alcuna intenzione di farlo. Perché non ti credo.
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    ... perché c'è pericolo anche se si prende l'antilupo?
    Era un qualcosa che non riuscivo a capire. Axel che si incantenava per timore che l'antilupo fosse sbagliato, questo ragazzo che aveva la stessa paura a sentire le sue parole. Quindi cosa era, una bugia? La pozione antilupo era in realtà totalmente inutile?
    Il tono era lo stesso del serpeverde: brusco, conciso, quasi cattivo. Mi sentivo quasi stupida a fare quelle domande, come se la risposta fosse palese ma non riuscissi comunque a scorgerla. Come quando in classe tutti sembrano aver capito e tu no ma non hai il coraggio di chiedere.
    Non risposi alla domanda sui pidocchi, portandomi però automaticamente la mano alla ciocca di capelli per toccarli. Non li avevo mai avuti ma ricordavo le paranoie dell'ispezione scimmiesca di mia madre dopo le notifiche dalla scuola. A pensarci bene era una cosa così stupida... Le parole dopo però mi ferirono, arrivando come degli schiaffi in faccia. "Non avrai un lavoro, non avrai un ragazzo. Non avrai una vita.” Riuscii a sentire vividamente i lucciconi che si accalcavano sul bordo delle ciglia, pronti a scendere giù. Quindi sarebbe stato così? Sarei finita come loro? A ringhiare a tutti e a tenere segreti e raccontare bugie per sempre perché la verità avrebbe allontanato tutti? Quelle parole riagitarono quell'ansia che cercavo di tenere sepolta, di lasciare lontana, che non volevo affrontare, così come non volevo affrontare la trasformazione imminente. Erano tutti problemi che avrei preferito ignorare, limitandoli a quei pochi giorni inevitabili per continuare poi la mia vita come avevo sempre fatto.
    Eppure.. eppure non sembrava possibile. E in quel momento dimenticai totalmente che per me non era stato un problema. Non mi aveva fatto paura e non aveva alterato la percezione della persona che avevo davanti. Fu come se non l'avessi mai fatto e adattarmi, comportarmi come gli altri mannari sembrava essere la cosa migliore. Adattarsi.. mimare il loro comportamento... perché quando non sai da dove iniziare, inizi a guardare come fanno gli altri e imparare da quello.
    La donna però sembrava pensarla diversamente. Il suo pensiero avrebbe potuto essere ragionevole, avrebbe potuto avvicinarsi a quello che era il mio prima del morso... eppure.. eppure la vedevo così distante da quel che ero io. Così regale in un certo senso, così.. di più. Non sembrava così impossibile che per lei fosse diverso, era facile immaginarla come un signora dei lupi, con i capelli corvini e la pelle così chiara come la luna. A vederla sembrava quasi che fosse nata per essere quel tipo di creatura... per diventarlo. Era un pensiero orribile da fare, ma era quello che sentivo in quel momento, che c'erano persone che avevano quel "non so che" che permetteva loro di navigare in un mare in tempesta come se fosse la cosa più semplice del mondo.. e chi a malapena sapeva gonfiare un canotto e comunque si rendeva ridicolo mentre provava a salirci.
    Non avrei saputo rispondere alla sua domanda, perché non volevo pensarci e mi ero vietata di farlo. Non sapevo che cosa mi facesse più paura di quella situazione, non riuscivo ancora a far prendere forma a quei pensieri e a quelle sensazioni preferendo seppellirli altrove. Eppure sentivo di dover chiedere qualcosa, quasi come ad assecondare la strega, che delle domande se le aspettava e a non porle probabilmente avrebbe solo insistito ulteriormente..
    Ho letto che i mannari hanno un'aspettativa di vita più breve... è vero?
    Non veniva specificato quanto più breve. Non veniva detto perché. Non veniva detto se dipendeva da quando si era stati morsi. Non veniva detto niente.
    Ma di una cosa era sicurissima e avevo la risposta alla seconda domanda della signora dei lupi.
    Assolutamente no.
    Non avrei mai evitato volontariamente di prendere la pozione antilupo. Avevo già paura di fare del male a qualcuno con le magie involontarie, per cui non potevo farci niente... a questo c'era una soluzione e mi sembrava qualcosa di bellissimo.
    E' stata inventata per renderli... per renderCI innocui. Perché non dovremmo prenderla?
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    Doveva essere una cosa particolarmente diffusa quella di negare e nascondere la natura del lupo mannaro: ci era voluto molto.. o forse poi neanche tanto perché Axel me lo dicesse. Ad essere del tutto onesta dovevo ancora capire perché lo avesse fatto.. quello di cui ero certa era che se ne fosse pentito, benchè non lo avessi detto a nessuno e benchè tutto quello che gli avevo detto che lo aveva fatto arrabbiare, non avesse niente a che fare con l'essere lupo mannaro.
    E quel che vedevo adesso era un altro ragazzo che non voleva dirlo, che non voleva farlo sapere a nessuno e che aveva scelto di rimanere solo piuttosto. Mi chiedevo se le ragioni fossero le stesse.. mi chiedevo se forse non fossi io il problema e se non avrei dovuto, invece, adottare lo stesso comportamento. Dopotutto.. dovevano avere i loro motivi e forse ne sapevano più di me.
    Le parole della donna poi mi ricordarono quelle situazioni che si vedevano nei film, dove la gente veniva fatta sedere in cerchio, gli veniva detto che quello era un posto sicuro in cui parlare e a turno, ognuno doveva alzarsi in piedi e dire il proprio nome.
    Era quindi questo quello che sarebbe successo d'ora in poi?
    Sto bene.
    Risposi semplicemente, stringendomi nelle spalle, mossa istintiva e automatica che però, con quelle ferite in quella zona, risultò nuovamente ed inaspettatamente dolorosa, costringendomi a una smorfia che sembrava rendere la mia affermazione particolarmente ridicola.
    Non era una menzogna in realtà: procedere un giorno alla volta sembrava essere particolarmente efficace. Mancava ancora un po' alla prossima luna piena e cercavo di non pensarci limitandomi a una fredda analisi puramente razionale e particolarmente ingenua allo stesso tempo.
    Insomma non capisco perché continuino a chiedermelo. C'è la pozione, basta prenderla e stare isolati durante la trasformazione. Il resto del tempo siamo persone normali. Non vedo dove sia il problema.
    Non era un eccesso di strafottenza, ma era esattamente ciò che pensavo. Continuavo a ricevere quella domanda ancora e ancora come se tutti quanti stesso aspettando pazientemente che crollassi dicendo la verità da un momento all'altro. Ma era questa la verità.
    ..perché lo tengono tutti nascosto?
    C'era sicuramente qualcosa che mi sfuggiva. C'era sicuramente qualcosa che non avevo capito. E se ormai ero qua tanto valeva chiedere... no? A chi altro avrei potuto porre quelle domande altrimenti?
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    Finalmente il mio soggiorno al San Mungo sembrava essere terminato. La febbre era passata, le ferite non si erano ancora rimarginate del tutto, ma era normale dicevano quando si trattava di lupi mannari. Avevano comunque smesso di sanguinare e al massimo sentivo il dolore con alcuni movimenti e la pelle che tirava e prudeva terribilmente. C'era un'ultima cosa da fare prima di poter tornare al castello. Non ci avevo pensato molto, priva di tutta quella parte di preconcetti e timori ben radicati nel mondo magico sui licantropi: così andava fatto per godere della pozione antilupo gratuita e per avere lo spazio apposito dove trasformarsi in sicurezza. Ne io ne i miei genitori vedevamo motivi per non farlo. E sebbene fossi davvero convinta di questo.. la teoria è sempre più semplice dell'applicazione pratica, vero?
    Avevo messo i miei abiti babbani, con un maglione colorato ma decisamente ampio, affinchè non si vedesse l'ingombro delle bende e riuscissi anche a tenermi il braccio sinistro incrociato attorno al corpo come se avessi freddo.. lasciarlo ciondolare lungo il corpo alla lunga era terribilmente fastidioso. Dovevo parlare con una strega, anche lei era un mannaro ed era a disposizione per rispondere alle domande. Ne avevo tante e allo stesso tempo nessuna che riuscissi ad articolare con semplicità. Non mi andava di pensarci, non mi andava di affrontare il problema. Ma quando raggiunsi la porta trovai un'altra persona ad attendere. Era decisamente più grande di me e forse la barba ed i capelli lunghi lo facevamo sembrare ancora più adulto di quanto non fosse. Mi misi a sedere accanto a lui e subito lo vidi girarsi di scatto con un certo disgusto sulla faccia. Abbassai quindi lo sguardo mortificata, cercando di allontanarmi il più possibile da lui, scalando di una sedia: sicuramente erano quelle erbe puzzolenti sotto le bende. Io non lo sentivo più quell'odore terribile ma forse era solo il mio naso ad essersi assuefatto. “Tu sei l'amica di Karen.” Non mi aspettavo quella dichiarazione, quindi alzai la testa, guardandolo in faccia.Non lo conoscevo, non l'avevo mai notato se veniva a scuola anche lui. Rimasi quindi interdetta, in quell'espressione di disagio che hai quando l'altra persona sa chi sei ma tu no, con la bocca leggermente aperta prima di balbettare un:
    ..sì..
    anche se la sua non era una domanda. Karen... Oddio Karen! E se gli diceva che ero lì? Che mi aveva visto lì??? Mi agitai sulla sedia, cambiando posizione. “Perchè sei qui?” Il tono di voce del ragazzo era ruvido, secco, quasi scortese. Non avrei dovuto prendermela, eppure io non lo conoscevo, mi ero solo seduta e sembrava detestarmi.
    ..io il..mio coniglio.
    Infondo prima o poi avrei dovuto dire che cosa era successo al coniglio, K avrebbe notato che non c'era. Senza scendere troppo nei dettagli, sentivo questo bisogno di cercare una copertura. Di non dire la verità. Perché volevo prendere tempo e aver modo di pensare a quello che volevo fare davvero. Prendevo tempo, rimandando a un altro momento. Rimasi quindi accartocciata sul mio maglione, occhi a terra, senza voler rincrociare lo sguardo quasi cattivo di quel ragazzo. Rimanemmo lì in silenzio quindi, senza guardarci, aspettando il nostro turno, osservando le persone che camminavano su e giù per quel corridoio, finchè una figura non si fermò davanti a noi, invitandoci ad entrare. Rimasi al mio posto, sbattendo le ciglia come uno di quei pupazzetti senza cervello, senza sapere che inventarmi: io sapevo benissimo che cosa era successo al mio coniglio.. non potevo davvero denunciarne la scomparsa..
    ...a pensarci bene forse si è solo nascosto sotto al letto, devo cercarlo di più..
    Farfugliai, muovendomi di nuovo sulla sedia. Una fitta di dolore, una smorfia evidente mentre con la mano destra riaccompagnavo di nuovo l'avambraccio in una posizione raccolta, più "sicura".
    Ma la donna non sembrava essere qua per raccogliere denunce di animali scomparsi.. e aveva comunque appuntamento con entrambi. I miei occhi si posarono quindi sul ragazzo, studiandone la figura, intravedendo alla fine, sotto alla barba lunga quella che sembrava a tutti gli effetti una cicatrice. Probabilmente se l'era fatta crescere proprio per nasconderla.. Mi alzai quindi, seguendo la donna nell'ufficio. Guardai più attentamente anche lei. Era bella, aveva quei capelli scurissimi e la pelle chiara. Anche lei aveva una cicatrice sul volto.. eppure era sottile, precisa.. diversa. Si intravedeva però un bordo lucido e frastagliato sul collo.. ne avevo già vista una così, nello stesso punto.
    In quella stanza eravamo tutti lupi mannari. E allora perché mi sentivo così fuori posto? Mi voltai alla fine verso l'altro ragazzo, sforzandomi di guardarlo negli occhi.
    ...non lo dirò a nessuno...
    Come non avevo detto a nessuno del serpeverde, così avrei fatto con lui. E speravo che lui avrebbe fatto lo stesso: dovevo decidere io a chi e quando dirlo.. era qualcosa di cui non doveva privarmi nessuno.
  12. .

    LUPO MANNARO






    DATI ANAGRAFICI:

    Nome: Daisy
    Cognome: Locke
    Data di Nascita: 20/05/2006
    Nato a: Sconosciuto
    Residente a: Otterton, Cornovaglia
    Stato civile: Nubile









    DATI CREATURA:

    Razza: Licantropo- Lupo Mannaro
    Descrizione fisica: Altezza: 1,57cm peso: 48kg
    Capelli biondo cenere, occhi azzurri.
    Segni particolari: Cicatrice di morso sulla spalla sinistra, cicatrici dei graffi su braccio sinistro e scapola sinistra





    ALBERO GENEALOGICO:

    Nome e Cognome: Elizabeth Austen-BABBANO
    Grado di parentela: Madre adottiva

    Nome e Cognome: John Locke - BABBANO
    Grado di parentela: Padre adottivo





  13. .
    Ooook, quindi l'acqua avevo fatto bene a metterla nel calderone, per le margherite ne serviva solo un po', perfetto! Una volta che l'acqua nel calderone iniziò a bollire girai la clessidra dei 15 minuti, nel frattempo controllai di nuovo di avere tutti gli ingredienti e gli strumenti. Ci tenevo a fare una pozione decente quindi appena l'ultimo granello di sabbia cadde spensi il fuoco e aggiunsi gli ingredienti seguendo le istruzioni. Con la coda dell'occhio però notai che lo gnomo stava bevendo l'acqua con i fiori e cercai di scacciarlo.
    Sciò! Sciò! Pussa via!! Mollaaaaaa!
    Alla fine gli tolsi in malo modo la ciotolina di mano e filtrai bene l'acqua delle margherite col colino e cercando di essere estremamente precisa con la pipetta graduata per il sangue di salamandra.
    Mescolai bene e girai nuovamente la clessidra per attendere altri 15 minuti.
    Intanto lo gnomo continuava a starnutire in giro. Aggiunsi alla fine le due gocce di bile e mescolai di nuovo. Con un mestolo misi quindi la pozione in un bicchiere e la porsi allo gnomo, soddisfatta del mio lavoro.
    L'esserino la squadrò con totale diffidenza e poi finse di berla neanche fosse una bambina di 4 anni che beveva del thè con i suoi peluche. Aggrottai la fronte, spingendogli di nuovo il bicchiere vicino. Stavolta lo fece cadere distrattamente a terra.
    ..ok l'hai voluto tu..
    decretai alla fine riempendo un nuovo bicchiere a avvicinandomi con decisione allo gnomo: ero una somministratrice professionista di pillole ai gatti. Afferrai lo gnomo per la mascella costringendolo ad aprire la bocca, gli versai la pozione e poi con una mano gliela tappai mentre con l'altra gli chiudevo il naso. Attesi quindi che deglutisse e poi, come il buon Attila mi aveva insegnato, prima di lasciarlo andare controllai che non avesse semplicemente finto.
    Una volta appurato che la pozione era stata somministrata lo lasciai andare soddisfatta.
  14. .
    Ottimo avevo sbagliato tutte le risposte. Pozioni si stava rivelando meno innocua di quanto pensassi.. o forse l'avevo semplicemente sottovalutata troppo. Presi il quaderno degli appunti e scuotendo la testa scarabocchiai le risposte giuste ed i dettagli che pensavo di aver compreso, mettendoli in evidenza con un bello stampatello e delle frecce.
    Beh no.. era solo curiosità.. credo che comunque dovremmo sempre pensare a tutti gli utilizzi possibili di una pozione o un incantesimo per.. ecco sfruttarne al massimo le potenzialità..
    risposi stringendomi nelle spalle. Ok avevo sbagliato di brutto e non c'entrava poi molto con questa pozione nello specifico ma... si era capito quello che intendevo no?
    ..certo questa pozione serve solo per il raffreddore e simili quindi.. non ha altre applicazioni.. e.. ehm... sto zitta-sì..
    farfugliai alla fine, rituffandomi con lo sguardo sugli appunti, testa appoggiata alla mano per nascondermi da quel velo di imbarazzo che mi sentivo appiccicato addosso.
    Intanto un serpeverde mi aveva dato della "tizia di Tassorosso", mi limitai semplicemente ad alzare gli occhi al cielo: ormai ci avevo fatto l'abitudine. In questo castello sembrava che le persone trovassero l'appagamento dell'ego nell'essere musoni, antipatici e via dicendo. Quel che mi diede fastidio fu però, paradossalmente, l'altro serpeverde che glielo fece notare. Avrebbe dovuto farmi piacere che ci fosse una persona meno strafottente ma avrei preferito che al cosa passasse in sordina e basta invece di farci cadere l'attenzione.
    Sssh, lascia perdere..
    Forse l'anima scorbutica dei serpi mi stava contagiando ma questo fu il rimbecco che si prese il riccio.
    Ma era il momento di fare la pozione. Lessi con attenzione il procedimento e gli ingredienti, per poi alzarmi e andare a recuperare tutto l'occorrente per preparare la pozione.
    Affettai con attenzione la radice, cercando di fare i cubetti della dimensione giusta. Versai l'acqua nel calderone usando il cilindro graduato e aggiunsi i tocchetti, mettendo tutto sulla piccola fiammella e mentre aspettavo che tutto bollisse pesai i fiori essiccati e li misi a mollo nell'acqua....ok.. un momento..
    ehm.. professoressa la radice a cubetti va messa nel calderone senza acqua? Non manca la parte liquida? Perchè qui non dice se va usata una parte per l'ammollo delle margherite e una parte da versare subito..
    Ecco perchè le pozioni non erano semplici: mancavano i video tutorial. Sarebbe stato tutto più semplice con dei video tutorial!
  15. .
    CITAZIONE
    Lo so che non ci parliamo da parecchio e forse butterai via tutto ma.. volevo solo augurarti un Buon Natale.
    Daisy

    Insieme al biglietto c'è un braccialetto con cordoncino in pelle nera con una medaglietta al centro con una runa che ricorda una R.

    La runa Raido simboleggia il percorso di un viaggio, i cambiamenti in arrivo o qualsiasi tipo di processo di transizione. Da un lato, simboleggia la lotta e la ricerca del percorso evolutivo di ogni individuo. D’altra parte, simboleggia lo sforzo interiore che c’è nel processo di maturazione dall’adolescenza all’età adulta. In breve, la runa Raido è strettamente legata ai processi di cambiamento e trasformazione.
91 replies since 10/3/2014
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