Posts written by Elkantar

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    Buona sera, udite udite, è finalmente arrivato il momento di sviluppare un po il mio Tostapane, per qualche ulteriore info sul pg e altro guardate qui Guarda guarda guarda dai guarda

    Sono aperto a ogni tipo di role (il pg non è combattente per ora)
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    Bentornato Poison (immaginalo detto col tono di Gooooooood Morning Vietnam)
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    Per Alexander quello che accadde dopo quel frenetico, focoso e passionale amplesso fu una sorta di ciliegina sulla torta, una sorta di firma a completare un quadro già perfetto.
    Sentì la coda di Raltias lasciare la presa dal suo torace e rilassarsi, appagata quanto lui, dall'orgasmo per poi stringersi alla sua, intrecciandosi in un gesto allo stesso tempo dolce e intimo, sentì le scaglie della viverna contro le sue e, quasi in maniera automatica, senza pensarci, rispose facendo si che la sua coda si intrecciasse con quella di lei mentre un sorriso beato e appagato apparve sul suo volto.
    Il drago nero era talmente coinvolto e appagato che, per una volta, non badò al fatto di essere sdraiato sul pavimento di una casa e non su un morbido giaciglio magari adornato da lenzuola di seta candide ma ora il pavimento della villa di Sarsha era l'unico posto dove avrebbe voluto essere, forse perchè era con Raltias.
    Grazie Raltias, per avermi aperto gli occhi e per avermi fatto assaporare tutto questo,
    Le sussurrò mentre delicatamente le accarezzava la testa in un gesto tenero e protettivo mentre chiudeva gli occhi godendosi il calore del corpo della viverna contro il proprio realizzando in quel momento quanto quella sensazione gli piacesse, quanto con una dragonessa al suo fianco si sentisse appagato, solo altre due volte si era sentito così legato a qualcuno e per un istante pensò a chi gli aveva fatto muovere i primi passi sul sentiero, la ragazza a cui aveva donato una sua scaglia, era merito anche suo se aveva incontrato Raltias, quel ricordo lo colpì quando realizzò che probabilmente lei di lui ora non ricordava più nulla ma un giorno averebbe voluto rivederla, di questo era certo.
    Si accorse che Raltias dormiva serena contro di lui, rimase immobile godendo ancora del contatto intimo con lei attendendo che fosse addormentata per poi sgattaiolare furtivo a procurarsi della carne di cinghiale per fare una sorpresa a Raltias quando si sarebbe svegliata, avrebbe attinto dalla dispensa di Sarsha ma era certo lei avrebbe capito, in caso contrario già lo odiava e quindi non avrebbe rovinato nulla.
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    CAMERA PRINCIPALE
    Dopo che il loro secondo “divertimento” aveva lasciato la stanza, o per meglio dire si era trascinata fuori con il poco di forze che le erano rimaste le altre succubi la seguirono lasciando il povero barista esausto, una di quelle creature lo sollevò apparentemente senza sforzo mettendolo sul grande letto ormai sfatto legandolo con le manette e le catene che venivano usate per particolari richieste BDSM, la succube si chinò su di lui sussurrandogli con voce sensuale e calda
    Sei un bravo giocattolino, ora riprenditi, magari poi torniamo da te: ora sei nostro
    E prima di andarsene prese in bocca la sua virilità, la sua lingua la avvolgeva e la massaggiava, la bocca della succube era calda e la sua saliva faceva si che l’asta scivolasse nella sua bocca con un lento e sensuale movimento che ebbe bruscamente termine
    Presto faremo una piccola festicciola, ogni padrona porterà il suo giocattolino e ci divertiremo con loro e guardandoli giocare tra loro, e indovina chi è il mio bravo schiavetto
    Le disse maliziosa mentre faceva scorrere le sue unghie sul suo ventre distrattamente mentre lui era legato e impotente, non lo avrebbe più spremuto fisicamente dato che il succube era ormai sfinito e dominare un corpo ormai privo di volontà non le dava alcun appagamento.
    Una delle altre succubi entrò nella stanza e senza dire una parola ripulì rapidamente il corpo di Met dagli umori delle altre succubi e uscì dalla porta senza fermarsi a dire una parola, probabilmente qualcosa stava accadendo in una delle altre stanze ma lei era intenzionata a divertirsi ancora un po’ quando il barista avesse ripreso i sensi, non le fu però possibile in quanto le altre demonessa arrivarono nella stanza e le intimarono di slegare il potero barista e di aiutarle a trasportarlo in un’altra stanza.

    CAMERA SECONDARIA
    L’acqua calda scorreva sul corpo del drago, adorava sentire il calore sulla sua pelle, con gli occhi chiusi si beava di quel tocco ristoratore, era stata una notte fantastica per lui. Nella sua mente pensava a cosa fare con Atzuco, non poteva portarla a Roma con lui, anche se trovava sgradevole che crescesse in un bordello: gli venne in mente che poteva far si che vivesse con suo fratello minore, ovviamente la famiglia Severo avrebbe pagato per il giovane rampollo un appartamento vicino all’università che avrebbe frequentato e trovarne uno con una stanza in più non sarebbe stato particolarmente difficile e suo fratello Gaio non avrebbe mai rifiutato un favore al fratello maggiore che idolatrava fin da quando erano bambini.
    Avrebbe comunicato alla ragazzina il suo piano, ovviamente con la promessa che sarebbe andato a trovarla spesso e che avrebbe badato a lei. Avvolto nel caldo abbraccio liquido non udì chiaramente cosa la voce nell’altra stanza dicesse ma probabilmente la ragazzina si era svegliata da quel sonno appagante dopo l’orgasmo e lo stava chiamando, si avvolse un asciugamano in vita e la raggiunse
    Principessa che cosa hai....
    Le parole gli morirono in gola mentre assisteva alla scena, tre demoni, non poteva definirli in altra maniera, stavano violando la ragazzina, sentì una furia cieca salire dentro di lui, le sue mandibole si serrarono e senza nemmeno che se ne accorgesse assunse la sua forma dragonica, raggiungendo quasi i tre metri di altezza coperto di scaglie nere come la notte e con le iridi rosse come il fuoco dell’inferno
    Lasciatela immediatamente stare
    Ruggì di rabbia, con voce roca, cavernosa e colma di ira come il verso di un animale feroce pronto ad attaccare, incurante di non avere nemmeno più addosso l’asciugamano si ergeva maestoso nella stanza, afferrò per le spalle una delle succubi cercando di staccarla dalla ragazzine e impedendole di penetralra
    Non azzardatevi a toccarla o sarà l’ultima cosa che farete nelle vostre vite
    Il suo tono ora era calmo, basso, pericolosamente neutro: non c’era traccia di rabbia solo di una determinazione che lasciava presumere che quelle non sarebbero state solo parole di minaccia ma che il drago le avrebbe messe in pratica
    Principessa come stai?
    chiese alla ragazzina con tono dolce e preoccupato senza però staccare gli occhi di dosso dalle succubi, un loro movimento e avrebbe richiamato i suoi poteri.
    Utilizzando la lunga coda raccolse l’asciugamano e lo posò sul corpo nudo di Atzuco per far si che si coprisse e non rimanesse nuda di fronte a quella piccola folla, nell’aria c’era odore di feromoni ma anche della rabbia del drago, la situazione era tesa ed elettrica e Alexander era talmente concentrato sulle creature che volevano far del male alla sua giovane amante che non aveva ancora notato la donna nuda e gravemente traumatizzata che era nella stanza.
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    Alexander sentì l'intero suo corpo come attraversato da una scarica elettrica, la sua virilità era in balia di Raltias: la viverna massaggiava con i proprio muscoli la sua erezione la stringeva dentro di se, in un caldo, ferreo e liquido abbraccio; per la prima volta dopo tanto tempo il drago nero non riusciva a mantenere il controllo, non era lui a condurre il ritmo ed a far fare alla sua parthner quello che lui desiderava, piegarla ai suoi voleri e godersi il piacere che le concedeva. Con Raltias era tutto diverso, non c'era alcuno schema nella testa del drago, non riusciva a pensare a nulla gli sembrava di aver perso ogni facoltà razionale, in quel momento c'era solo il piacere; probabilmente se Raltias fosse stata umana in quella foga la avrebbe senza dubbio ferita ma alla viverna questo sembrava non importare; Alexander la possedeva sempre con maggiore foga sentendo dentro di se il piacere crescere, poteva fare ben poco per ritardare l'inevitabile conclusione di quello che era stato uno degli incontri d'amore più focosi e appaganti per il drago.
    La voce di Raltias ebbe per lui lo stesso effetto che aveva il suo corpo, fece crescere ancora l'eccitazione: la afferrò per le spalle e con due poderosi colpi di reni affondo dentro di lei rilasciando il suo seme in un appagante, selvaggio orgasmo; dalle sue labbra affiorò un ruggito di piacere che si trasformò in Raltias, probabilmente se Sarsha avesse avuto dei vicini si sarebbero accorti della presenza di qualcuno nella villa dato che non aveva minimamente badato a fare silenzio; dopo un lungo istante nel quale rimase immobile sentendo il suo membro pulsare contro l'utero della viverna mentre sentiva il suo piacere fluire in lei, sentiva il corpo scosso da leggeri brividi e una sensazione di beatitudine e felicità lo avvolse, chiuse gli occhi e si sistemò vicino a lei aprendo le sue ali nere coprendoli entrambi come una sorta di coperta, in un gesto allo stesso tempo protettivo e tenero, non era il tipo che si addormentava subito dopo o che si alzava lasciando la sua parthner sola.
    Si chinò su Raltias baciandola dolcemente, senza dire nulla per non rovinare quel momento; fissava semplicemente Raltias sorridendole, non aveva mai fatto caso al colore dei suoi occhi e ora gli sembravano magnifici, le diede un altro lento sensuale e dolce bacio cercando la sua lingua e le sue labbra mettendoci meno foga ma molta più dolce passione.
    Dopo l'amplesso con la viverna capiva il perchè dei mobili rovinati nella stanza, se tra draghi la passione era quella era probabile che gli elementi d'arredo ne facessero le spese.
    E' stato splendio Ralti, io.... non credo di aver mai provato nulla del genere
    Ammise poi, si sentiva come dopo la sua prima volta, ed in un certo senso quella era la sua prima volta con una dragonessa, fece un un lungo sospiro che ricordava molto il verso di appagamento emesso da lei durante l'amplesso, sentiva il calore delle scaglie della viverna contro le proprie e anche lei avrebbe senza dubbio percepito il suo calore. Era la prima volta che non era in un comodo e ricco letto ma su un pavimento e sorprendentemente non gli importava nulla.
    Credo che Sarsha stia ancora dormendo, abbiamo ancora un sacco di tempo per noi
    Le sussurrò abbracciandola e facendole passare un braccio sotto la nuca per farla stare più comoda, e far si che se avesse voluto si sarebbe potuta accoccolare contro di lui.
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    Raltias sembrava seguirlo e assecondarlo, non opponeva alcuna resistenza al suo membro e Alexander iniziò ad aumentare il ritmo, i suoi affondi si fecero sempre più decisi e rapidi, Raltias si sistemò in modo tale che il drago potesse penetrarla a fondo senza causarle dolore ed ad ogni affondo si spingeva sempre più in lei fino a quando i loro bacini si toccarono; in quel momento si accorse di quanto la carne lasciata libera dalle scaglie della Viverna fosse calda, quella sensazione di contatto con le sue calde carni gli fecero provare un lungo brivido che gli fece chiudere gli occhi ed inarcare la schiena affondando ancora più in lei, per quanto fosse possibile.
    Quando riaprì gli occhi fissava il volto estatico della sua parthner e sentì il lieve tocco delle sue dita attraverso le carni, si sporse verso di lei facendo si che il suo ventre aderisse a quello di lei ed iniziò a muoversi, strusciandosi contro di lei facendo si che le sue scaglie lucide e liscie sfiorassero contro le clitoridi della viverna, sentiva il suo piacere bagnargli il ventre e i lombi e di colpo uscì da lei mostrando per un attimo tutta la sua virilità eretta e lucente di umori. Questa volta decise di non farla attendere e sfiorò le sue sue grandi labbra con la propria virilità per far si che queste si dischiudessero per lui, in preda alla passione afferrò il polso della mano con cui Raltias si era accarezzata e, spinto dal desiderio di sentire di nuovo quell’inebriante sapore ne succhiò avidamente le dita umide mentre, finalmente, la penetrò: accompagnò quel lento gesto con un suono basso a metà tra un gemito e un basso ringhio di soddisfazione: l’initmità bagnata e calda di Raltias fu per lui il coronamento di quell’amplesso.
    Senza attendere alcun ordine da parte dalla viverna iniziò a muoversi dentro di lei senza foga ma con un crescendo di passione
    Ralti, piccola Ralti, prendimi e urla
    Disse chinandosi su di lei coprendo il corpo di lei con il proprio, strusciandosi in modo che le sue scaglie sfiorassero il suo ventre e quelle del suo petto, solcate dalla cicatrice, i suoi seni, le sue labbra si posarono sul collo della viverna in un bacio che divenne rapidamente una serie di piccoli morsi
    urla il mio nome, piccola Ralti
    Le sussurrò con voce roca e calda carica di desiderio, lo stesso desiderio che faceva leggermente pulsare la sua mascolinità all’interno di Raltias.
    Nemmeno si era accorto che la padrona di casa si fosse destata, ne pensava anche lontanamente a quella possibilità, ne ad altro che non fosse il meraviglioso corpo caldo di desiderio della Viverna.
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    Udite udite è arrivato il tempo delle ferie anche per me :) (per i prossimi 5 giorni sarò ad Amsterdam ) a presto gente
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    Alexander, seppur totalmente avvinto dal desiderio, percepì chiaramente le unghie di Raltias percorrere le sue scaglie, non era un gesto violento ma si percepiva il desiderio e l’impazienza della giovane Viverna, segno che la sua strategia aveva portato i suoi frutti: evidentemente non era per nulla abituata all’ars amandi umana e tutto quello era nuovo e a quanto percepiva eccitante, sentì i suoi umori colare, la sua calda eccitazione bagnare il suo sesso e il suo ano fornendo un naturale lubrificante; il suo bacino si offriva a lui, lo invitava a possederla, a darle quel piacere che le aveva promesso, le aveva fatto intendere cosa le avrebbe dato senza però concederglielo. Fino a quel momento.
    Sfiorò il suo ano ed il suo sesso per far si che la sua virilità si ungesse di umori, non sapeva se Raltias fosse avezza a certe pratiche ma decise di lottare, contro se stesso, di dominarsi e di non possederla con la foga che gli faceva battere il cuore come un tamburo; entrò delicatamente in lei, assaporando ogni centimetro di quella penetrazione sentendo le carni della dragonessa aderire alla sua virilità, il suo respiro si fece corto e rapido, sentiva il calore sulla sua virilità e sul suo volto apparve un sorriso, un ringraziamento e al contempo pura gioia diretto a Raltias, solo per lei.
    Ralti è meraviglioso, tu sei meravigliosa
    Disse con gemito e quando terminò la frase un lungo suono, basso e pregno di desiderio si diffuse dalle sue labbra semi dischiuse.
    Lasciò a Raltias il tempo per abituarsi ad averlo in se prima di iniziare a muoversi lentamente dentro di lei, ne osservava il volto beandosi dell’espressione estatica che il piacere le conferiva e con la coda le sfiorava le natiche facendola scorrere su quella particolare zona del suo corpo che trovava dannatamente desiderabile e sensuale.
    Spinto dal calore di Raltias nemmeno si accorse di aumentare il ritmo e di possederla con vigore, non riusciva a dominare il desiderio che aveva di lei e possederla a quel modo, considerato taboo tra gli umani, non faceva altro che accrescere il suo desiderio, sorreggendosi con una sola mano utilizzò l’altra per afferrare una di quelle meravigliose natiche.
    Ralti, ti voglio, sei la miglior dragonessa che esista, voglio averti
    Le parlava mentre la sua virilità entrava del tutto in lei affondando nel suo caldo piacere e sentendosi stretto dai suoi muscoli, il resto del mondo non esisteva e nemmeno la possibilità che la padrona di casa si svegliasse e avesse qualcosa da ridire su quello che stava accadendo nel suo salotto gli importava più
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    Alexander trattenne un risatina trionfante che rieccheggiò solo nella sua mente, probabilmente Raltias non aveva mai avuto parthner umani, non conosceva i segreti per far felice una umana ed a lei quelle pratiche sarebbero apparse delle curiose, esotiche, bizzarrie; la cosa era esattamente quello che il drago nero desiderava, voleva che la giovane viverna si ricordasse di lui, del loro incontro e non c’era nulla meglio che offrirle qualcosa che non aveva mai provato fino a quel momento.
    La giovane sembrò inizialmente spiazzata dall’idea di essere stimolata con la lingua ma si dovette ricredere quando lui iniziò ad esplorarne l’intimitià avido di lei e del suo piacere, anche per il drago c’era comunque qualcosa di nuovo: il piacere della Viverna era caldo e viscoso e il suo sapore sulle sue labbra e sulla sua lingua gli diede alla testa, non era nemmeno lontanemante paragonabile a quello umano, era molto più intenso tanto che ebbe la sensazione che per effetto di quel dolce nettare il suo desiderio aumentasse ancora, per quanto lo ritenesse impossibile.
    Ormai libero dagli abiti che giacevano rovinati e parzialmente a brandelli per la stanza Alexander si staccò, anche se a malincuore, dal dolce sesso di Raltias e si mise in piedi per far si che la Viverna potesse per un istante ammirare il suo corpo e la sua virilità ormai eretta e pulsante, si passò la lingua sulle labbra per l’eccitazione e per raccogliere gli ultimi rimasugli del piacere della Viverna.
    Dopo l’attimo di tregua, volutamente concessa al fine di farle desiderare ancora più ardentemente un nuovo contatto con lui, torno a sdraiarsi sopra di lei ma questa volta il suo viso era vicino a quello della viverna, sentiva il suo gemere sommesso e trovava la cosa decisamente eccitante, con la sua virilità si avvicinò alternativamente alla femminilità umida di desiderio ed al più stretto orifizio tra le sue natiche, sul suo volto era dipinta una espressione tra il pensieroso e il malizioso, non era certo se e come i draghi recepissero il sesso anale ma, date le sue frequentazioni umane aveva iniziato ad apprezzare la pratica per parecchi motivi ivi ricompreso il piacere derivato dal taboo per gli umani.
    I suoi occhi guardavano Raltias con desiderio mentre la sua erezione scivolava vicino al suo orifizio tra quelle meravigliose, sode natiche della viverna.
    Rilassati Ralti
    Le sussurrò prima di baciarla, con passione giungendo le sue labbra con quelle di lei ed esplorando con foga la sua bocca con la lingua, intrecciandola a quella di lei facendole intuire quanto desiderasse possederla.
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    Alexander pensò di essere tornato indietro nel tempo alla sua prima volta, l’unione con una della sua specie era qualcosa di primordiale, qualcosa che non lasciava spazio agli elaborati giochi e tempi che usava con le umane, qui c’era solo istinto e desiderio, non era come sul tetto del grattacielo ora lo percepiva nettamente, sentiva l’odore dell’eccitazione della Viverna mentre stuzzicava i suoi capezzoli con la lingua lei gli spinse la testa contro il suo seno, in quel momento Alexander capì che ne voleva ancora, ne voleva di più; con i denti stando attento a non farle male mordicchio con delicatezza i capezzoli di Raltias ormai turgidi sotto le carezze della sua lingua; quando il profumo inebriante di lei gli salì nelle narici fin dritto al cervello il suo desiderio divenne più forte, in un gesto d’impeto afferrò una delle natiche della Viverna stringendola, voleva possederla, tenerla stretta a se, voleva farla sua e sotto le sue dita forti sentire il sedere sodo e soffice fece si che la sua eccitazione crescesse ancora.
    Ralti sei splendida, hai un corpo meraviglioso, ti voglio solo per me ora
    La sua voce era poco più di un roco gemito mentre le sue mani esploravano le scaglie di Raltias tornando spesso a stringerle le natiche con forza e decisione.
    Quando lei inziò a spogliarlo anche dei pantaloni non potè fare a meno di ringraziare il cielo per la fine di quella tortura di stoffa che si frapponeva tra lui e la giovane, calda, eccitante viverna; in poche rapide mosse la aiuto a liberarsi degli indumenti che lanciò lontano a finire sotto il divano della padrona di casa, nemmeno si accorse che erano strappati e lacerati in più punti e anche se lo avesse visto non gli sarebbe importato minimamente.
    Sia lui che Raltias erano ansanti di desiderio, lei era passionale ma non autoritaria, non voleva dominarlo ne farsi sottomettere era un rapporto tra pari e quel desiderio, quella fierezza non fecero altro che convincere Alexander che il suo posto fosse li, senza ombra di dubbio.
    Senza proferire parola poggiandosi su un fianco si girò provando a mettere Raltias a pancia all’aria, voleva assaporare il suo piacere dopo essersi inebriato con il suo profumo e così portò la sua testa verso l’inguine della viverna dove le scaglie si erano già ritratte per lasciare la sua femminilità esposta alle sue attenzioni: baciò rapidamente intorno alle grandi labbra prima di chiudere la sua bocca sulla clitoride della Viverna, succhiando e mordicchiando l’epicentro della femminilità della sua compagna per prepararla al piacere e per infliggerle una dolce tortura che aveva come unico risultato di farle desiderare ancora di più di averlo per se; si concedeva qualche piccola pausa per lambire le sue labbra con la propria lingua spingendosi in una piccola pentrazione all’interno prima di tornare a concentrarsi sulla sua clitoride, voleva sentire la voce di Raltias supplicarlo di averla, quel desiderio di sentire ancora la sua voce eccitata, prossima all’orgasmo fece si che aumentasse il ritmo delle sue carezze intime
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    Il tempo sembrò fermarsi, erano separati solo da un respiro, solo dalla loro volontà in uno stallo dove nessuno dei due volesse rischiare di fare quel passo che, in cuor loro, agognavano: Raltias si fece finalmente avanti, quando la sua lingua sfiorò le labbra di Alexander questo sentì il suo corpo come attraversato da una scarica elettrica, desiderio e soddisfazione per l’essere desiderato da Raltias si mescolarono in lui ma non ebbe nemmeno il tempo di farsi avanti per ricambiare quel primo, timido, bacio che Raltias aveva già preso l’inziativa, con l’energia tipica di una dragonessa fiera e libera, lontana dalle idee di corteggiamento umane si era già fiondata su di lui.
    Mentre lei lo baciava con la passione che solo due draghi possono esprimere lui ricambiò senza più remore, spinse le sue labbra contro quelle di Raltias, approfittando dei rari momenti in cui non erano uniti in un passionale contatto per mordicchiare leggermente le labbra della viverna per poi cercare di nuovo la sua bocca, la sua lingua: sentiva il suo sapore sulle sue labbra e non ne aveva mai abbastanza; quando udì il suono emesso da Raltias, qualcosa di simile alle fusa di un grosso felino l’ultimo barlume di raziocinio lo abbandono: pensava solo a Raltias e ad avere quella splendida viverna tutta per lui.
    Lei fu nuovamente più veloce di lui ad agire, gattonò verso di lui senza staccare le sue labbra da quelle del drago in una posa che trovò talmente sensuale da sentire già la sua erezione premere contro gli abiti, un gemito di desiderio molto simile a quello di della dragonessa affiorò sulle sue labbra mentre lei si sedeva sopra di lui avvinghiandosi con le gambe e con la coda, mostrando senza ombra di dubbio di desiderarlo tanto quanto lui desiderasse lei, sentiva il suo bacino contro la propria erezione e, senza nemmeno pensarci, senza considerare che portava ancora gli abiti indosso iniziò a muovere il bacino come a volerla possedere subito, saltando tutta la fase di preliminari che di solito riservava alle donne umane.
    Raltias era passione pura, desiderio irrazionale e puro eros, quando le strappò la camicia non disse nulla, non protestò ma anzi ne fu grato, bramava il contatto con Raltias, con i suoi seni, con le sue scaglie, quando sentì i suoi seni poggiarsi contro il suo petto chiuse gli occhi beandosi di quel contatto: la aveva già avuta sul tetto del grattacielo ma ora era completamente diverso molto più inteso come se ogni sensazione fosse più vivida ogni colore ogni odore più niditi.
    Ralti
    Il suo tono era caldo, roco, pieno, grondante di eccitazione, in quel nome, in quella singola parola era rinchiuso un intero mondo di concetti; quando le scaglie della viverna si ritrassero mostrando le areole rosee dei suoi capezzoli pensò che forse Raltias non aveva mai fatto l amore come un umana, magari la cosa la avrebbe sorpresa: avvicinò la sua bocca ai seni scoperti della viverna e dischiudendo le labbra accolse uno dei due capezzoli iniziando a stuzzicarlo con la lingua mentre le sue mani percorrevano la schiena artigliandosi a lei spingendola verso di se.
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    Raltias gli disse che quei segni sui mobili li aveva sempre visti in casa della dragonessa rossa, forse aveva un animale: magari era un amante dell’esotico e teneva un coccodrillo o un leone in casa, dopotutto era un drago e un leone per lei sarebbe stato poco più di un gatto un po’ aggressivo.
    Ma nonappena vide Raltias rilassarsi e assumere una posa al contempo naturale e seducente i pensieri sugli animali domestici di Sarsha svanirono come neve ad agosto, quando poi gli occhi della Viverna si posarono sulle sue iridi rosse la cosa non lo mise così a disagio come se a guardarlo fosse stata Sarsha o chiunque altro, dopo aver sentito il “canto” non si sarebbe mai sentito in imbarazzo con lei, non era solo per il sesso di quel pomeriggio sul tetto del grattacielo, ma si sentiva molto legato alla giovane viverna quindi non solo resse il suo sguardo ma guardò anche lui negli occhi di lei perdendosi nelle sue parole.
    Raltias gli racconto le origini di quel canto e, gli parve, mentre ne parlava un’ombra passò sul suo volto: Alexander si soffermò a pensare al perchè e immaginò che per una dragonessa che si occupava di cuccioli tutta questa storia delle uova potesse averla colpita in maniera particolarmente dura.
    Quando le si fece ancora più vicino il drago rimase impassibile ma era certo che Raltias, e forse anche Sarsha se non stesse smaltendo una sbronza epica, avrebbero potuto udire distintamente il battito del suo cuore: nonostante il desiderio di cingere Raltias in un abbraccio quello che lei raccontava aveva tutta la sua attenzione, la stava ascoltando con la massima attenzione non era solo una facciata per farla sentire importante per poi portarla a letto, era davvero interessato a quello che lei raccontava; e più lei raccontava più la rabbia e la determinazione crescevano in lui, si sentiva stupido e adirato per non aver creduto a Sarsha mentre qualcuno stava deliberatamente attaccando la sua razza con metodo e pianificazione, i suoi muscoli guizzavano mentre serrava i pugni e la mandibola per la rabbia e l’indignazione.
    Ralti, non devi nemmeno dirlo, è ovvio che mi farebbe piacere unirmi a voi è il mio dovere di drago e poi, beh, anche tu mi piaci Ralti
    Si sentì un po’ stupido a dire quella frase e un sorriso un po’ imbarazzato apparve per qualche secondo sulle sue fauci prima che si ricomponesse in un contegno da drago tutto d’un pezzo.
    Nel mentre le mani di Raltias percorrevano le sue scaglie lisce come ossidiana con un tocco curioso e gentile, solo allora se ne accorse e il suo cuore riprese a battere come un tamburo nel petto, come se stesse correndo o volando sfruttando a pieno il suo fisico, era talmente vicino a Raltias che nemmeno un soffio li separava, poteva vedere da vicino il muso della viverna e la trovava attraente e bella, avrebbe voluto baciarla subito ma lei attendeva una risposta, una risposta a una domanda importante
    Si, Ralti
    Sussurrò con una voce calda e profonda mentre con studiata apparente noncuranza posava una sua mano sul ginocchio della viverna
    e vorrei un giorno vedere la valle da dove vieni, sembra un posto meraviglioso, ovviamente quando avremo finito con questi infami ladri
    Si sporse verso di lei quasi a sfiorarle le labbra con le proprie lasciando a lei l iniziativa, non voleva forzarla o costringerla, si stava proponendo le stava dicendo “voglio baciarti ma lascio a te la possibilità di dirmi di si”.
    Nei suoi occhi rossi ardeva una fiamma di desiderio, ora si era dimenticato dei ladri, ora il suo mondo era ridotto agli occhi di Raltias, la guardava implorandola di baciarlo.
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    benvenuta e bell'avatar ^^
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    Nonappena misero piede fuori dal pub sorreggendo la dragonessa rossa quest’utlima con la sincerità tipica degli ubriachi rinfacciò nuovamente al drago nero di non averle creduto nel loro primo incontro, allora ad Alexander tutta quella storia appariva come un gigantesco, folle incubo partorito dalla mente di una dragonica paranoica o peggio ancora del tutto folle ma ora, dopo la sparatoria e la fuga sui tetti non gli appariva più così folle, anzi si sentiva stupido: aveva sempre considerato gli umani come creature da difendere e guidare ma ora quegli stessi umani, una parte di loro almeno, aveva attaccato deliberatamente la sua razza nel suo punto più debole, le uova.
    Hai ragione
    Ammise ingoiando una enorme dose di orgoglio, gli costava ammettere a Sarsha di essersi sbagliato a non credergli, ma il suo orgoglio era superato solo dal suo senso di giustizia e sapeva di essere nel torto
    Sono stato uno stronzo io,
    Sarsha vaneggiando per il liquore sostenne che non le aveva creduto perchè fosse brutta, quell’affermazione gli bloccò la lingua, dopotutto non le aveva creduto non per il suo aspetto ma per l’apparente assurdità della sua storia, fortunatamente Raltias intervenne, calmando e rassicurando Sarsha sul suo aspetto, il drago nero rimase stranito che una dragonessa con un fisico giunonico e così sicura di se si sentisse brutta, probabilmente aveva conquistato più draghi di quanti Alexander avesse mai fatto conoscenza.
    Rimase in un silenzio totale mentre Sarsha si sfogava, Alexander capì in quel momento l’origine di quella rabbia che la aveva resa una combattente così abile e spietata, non solo sembrava che il clan di Raltias combattesse contro gli umani che attaccavano i draghi e che anche Sarsha si fosse unita alla causa, in quel momento aveva mille domande in testa ma non gli parve opportuno fare domande in quel momento.
    Raltias emise un suono basso che Alexander non aveva mai udito, o meglio che non ricordava di aver mai udito, ma che ebbe un immediato effetto su di lui: era una sensazione strana, rassicurante come essere cullati dalla propria madre, quel suono gli era entrato nel cervello calmando ogni ansia e paura come essere avvolti in una calda coperta e per un lungo istante si lasciò cullare da quel suono, Raltias era una fonte continua di sorprese per lui e ad ogni nuova scoperta il suo interesse per lei cresceva.
    Il "canto" di Raltias ebbe lo stesso effetto su Sarsha ma la dragonessa rossa, forse perchè ubriaca, si lascio andare del tutto fino ad addormentarsi contro la spalla della Viverna, ad Alexander in quel momento apparve tutt'altro che la temibile e brutale combattetene che lo aveva quasi ammazzato, dopo quel monologo biascicato e ora che la vedeva così vulnerabile non riusciva più a provare odio per lei.
    Non preoccuparti Ralti, nessuno saprà di quello che è successo, non sono tipo da voler umiliare nessuno e poi Sarsha mi ammazzerebbe se lo sapesse
    Disse con una battuta finale cercando di stemperare la tensione e di far tornare il sorriso sul viso della giovane viverna che si era preoccupata così tanto di preservare l'onore della sua amica, era curioso come Raltias palesemente più giovane si comportasse da madre per Sarsha forse, si disse, aveva a che fare con un'altra gerarchia non basata sull'età ma sulla posizione un po' come i gradi nell'esercito o all'interno del clan dragonico che Sarsha aveva menzionato poco prima di addormentarsi ubriaca ed esausta; si ripromise di chiederglielo una volta che fossero stati soli e più tranquilli.
    Aiutò Raltias a portare la dragonessa ormai addormentata e pacifica verso casa sua, durante tutto il tragitto non parlò molto intento com'era a cercare di ordinare i pensieri e provando a rispondere alle mille domande che gli affollavano la mente sopratutto su cosa fosse il clan Theryannan ma arrivò alla conclusione che avrebbe dovuto chiedere a Raltias, interrogare Sarsha era troppo rischioso per i suoi gusti.
    Si era immaginato che Sarsha abitasse in una specie di caserma dove non c'era traccia di lusso ma solo solido acciaio, ordine e pulizia quasi militare invece rimase stupito dalla sontuosa villa dove portarono la dragonessa, era il tipo di casa che avrebbe acquistato ma una volta all'interno potè notare che l'arredamento per quanto costoso e di buon gusto sembrava essere stato rovinato da quelli che parevano morsi e unghiate
    Cosa diamine è successo qui? Ladri? o forse ...
    Pensò, assistendo a quella scena immaginò che qualcuno fosse entrato in casa cercando la dragonessa ed i suoi alleati e forse era ancora li in attesa. Alexander iniziò a guardare ovunque con gli occhi che dardeggiavano da destra a sinistra in cerca di minacce, decise di non dire nulla a Raltias per non farla preoccupare e per non passare da paranoico ma non amava particolarmente quando gli sparavano addosso come era accaduto quel giorno.
    Quando fu certo che nessuno oltre loro tre fosse in casa e dopo aver comodamente adagiato Sarsha nel suo grande letto Alexander contemplò la sua ex avversaria e vide che riposava tranquilla, la cosa inspiegabilmente lo fece sentire più sollevato, decise di lasciarla riposare e in silenzio seguì la viverna verso un piccolo salottino, rimase stranito nel vederla accomodarsi sul tappeto con un sospiro stanco, per lui era più che naturale accomodarsi sul divano ma si sedette a terra a gambe incrociate vicino a Raltias
    Tutti quei muscoli pesano
    Replicò con un sorriso di risposta alla battuta di Raltias, se fosse stata umana probabilmente quella battuta sarebbe stato un tentativo di rompere il ghiaccio ma forse per Raltias era solo una constatazione.
    Sembra ci sia stato qualcuno qui, un animale o delle persone che cercavano qualcosa, sarà sicura la casa?
    Domandò dando poi voce alle sue preoccupazioni anche se era abbastanza certo che la casa fosse deserta, dava per scontato che Sarsha non fosse pazza da mordere i suoi stessi mobili, dopotutto erano pezzi costosi e di pregio e chi mai morsicherebbe un mobile che costa quanto lo stipendio annuale di un impiegato in una delle megasocietà di Roma?
    Ralti quel "suono" prima, quando Sarsha stava male, cos'era? mi ha fatto sentire tranquillo calmo, al sicuro..... io, mi sembrava di essere tornato un cucciolo, forse è una cosa stupida ma grazie
    Mentre parlava, quasi senza pensarci, aprì le ali ed andò a coprire il corpo della viverna in un gesto simile ad un abbraccio umano con la sua ala sinistra, probabilmente Raltias avrebbe sentito un piacevole tepore trasmesso dalle scaglie del drago nero
    approposito Ralti, prima accennavate al vostro clan i Theryannan, voi siete impegnati in questa guerra contro quei maledetti infami che hanno rubato le uova e ci hanno sparato vero? io ....
    Prese un attimo di tempo per trovare le parole più adatte a incanalare il suo slancio, la sua rabbia verso quella situazione tanto folle quanto aberrante nella sua mente
    Io vorrei fare la mia parte, e non solo per scusarmi per non aver creduto a Sarsha, voglio fare la mia, questa guerra va vinta ad ogni costo
    La sua voce era forse un po' troppo alta condita da sincero fervore e rabbia
    approposito, sei sicura di stare bene? sediamoci sul divano sarà più comodo che stare seduti a terra
  15. .
    Il Kaiju rispose indispettito, non tollerava l’intromissione di Alexander, e non fece nulla per nasconderlo; smise di palpare il sedere si Sarsha per concentrarsi sull’altro drago pronto a colpirlo con un gancio, probabilmente se lo avesse fatto l’impatto contro le scaglie rinforzate, dure come metallo, del drago gli avrebbe fatto parecchio male, anche fratturato un paio di dita se non avesse portato il pugno serrandolo in maniera corretta.
    Il suo atteggiarsi a spaccone non impressionò particolarmetne Alexander che sapeva benissimo che le dimensioni non contavano, almeno non quelle dei muscoli ipertrofici del Kaiju.
    Lo scontro non avvenne mai perchè dopo una serie di proteste biascicate, con voce incerta e tremante, da parte di Sarsha che sembrava non aver gradito l’idea di Alexander di intromettersi per evitare che la creatura continuasse a scambiare le natiche della dragonessa per uno scarica stress da palpare e stringere; la dragonessa rossa si girò e vomitò sul suo “pretendete”, i draghi erano carnivori e spesso mangiavano carne cruda e di conseguenza i loro succhi gastrici erano molto simili ai più potenti acidi usati dagli umani, gli abiti dei Kaiju come previsto si squagliarono come reazione a quel potente acido e lo spavaldo pretendente si ritirò non prima di aver asserito che si sarebbe accoppiato sia con Raltias che con Sarsha
    Guarda che non basta solo parlare
    Commentò sottovoce scoccando un’ultima occhiata al Kaiju che si allontanava coperto solo da pochi brandelli di stoffa lisa, consunta e fumante per l’acido che aveva addosso la giovane viverna si era apprestata ad aiutare la sua amica, seppur a fatica la sorreggeva mentre quella, per effetto dell’acol le dava dei piccoli bacini anche se era palese che non fosse minimamente lucida, si strusciava con ingenuità lasciva contro la giovane viverna che si era proposta di portarla a casa sua e lei continuava con un maldestro quanto divertente tentativo di approccio.
    Hai perfettamente ragione
    Disse a Raltias mentre si insinuava sotto una delle ascelle della dragonessa rossa aiutando la viverna a sorreggerla, Sarsha era una dragonessa adulta e muscolosa e Raltias avrebbe fatto una grossa fatica a trasportarla
    Non possiamo lasciarla qui potrebbe farsi del male, potrebbero farle del male ma sopratutto potrebbe far del male a qualcun altro
    Disse cercando di ironizzare e ricordando che Sarsha era dannatamente abile in combattimento e altrettanto pericolosa per chiunque non disponesse almeno di un carro armato dietro al quale ripararsi.
    Dobbiamo portarla in un posto tranquillo dove possa riposare e farsi passare la sbronza, direi casa sua se non è troppo lontana, o alla peggio la mia ma non vorrei mi vomitasse sui divani, sono in pelle e molto delicati
    Ricordò più a se stesso che alla viverna, prima di aprire le ali e di sgranchirle, pronto ad un volo nel quale avrebbe sorretto il corpo della dragonessa ubriaca
    Sei davvero altruista Ralti, ora dimmi dove dobbiamo andare, non mi va di chiamare un taxi: non voglio che nessuno veda un drago così, non è decoroso, Lady Sarsha tra poco la mettiamo a letto a riposare
    La rassicurò che sarebbe stato un volo corto, e anche lui se lo augurava.
257 replies since 17/3/2013
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