Posts written by portavoce del karma‚ ossequi

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    If the wind turns, if I hit a squallAllow the ground to find its brutal way to me
    may 4th, 2024
    William Lancaster ha fatto delle scelte.
    Ha scelto di vivere cento vite diventando un paradosso di se stesso. Ha scelto l'equilibrio sul caos e l'ordine. Ha scelto di farsi portavoce di tutti coloro rimasti a metà fra una sponda e l'altra della politica mondiale.
    Ha scelto di offrire le stesse possibilità a tutte le parti in gioco, ponendosi ad un punto a metà fra le forze di Abbadon ed il Nuovo Ordine.
    Lui a legare e tirare i fili della Guerra di Primavera Magica, offrendo strumenti che andassero a pareggiare le discrepanze con il nuovo, impossibile potere messo in tavola da Abbadon. Lui, a tenere tutti nodi nel palmo. A stringere. A lasciare andare.
    Vi ha chiesto di scegliere, in passato.
    Un anno prima, ha guardato i soldati dell'esercito di Sartre e gli ha chiesto di prendere tempo. Per cosa? Per una possibilità, ha mormorato.
    Una possibilità persa, perché il tempo non va a favore di nessuno. Scorre e basta, carnefice di se stesso.
    Una possibilità persa quel giorno, però.
    Non per sempre.
    Nulla, si perde per sempre.
    Ha scelto di esserci, per quello. Ha scelto di fare accordi con impensabili e folli rubando un hotel intero, perché nulla muove i passi dell'uomo più del cuore.
    Vi racconta una storia che non ha tutte le parti, perché alcune le deve ingoiare e sorriderne. Non tutte le sue scelte sono condivisibili: è bravo, a mantenere segreti.

    «quella che sto per raccontarvi, non è una storia come le altre, ed allo stesso tempo, è esattamente come le altre. ci sono eroi, ci sono cattivi. è solo difficile scindere gli uni dagli altri»

    Si stringe nelle spalle, sorridendo.

    «punti di vista.
    viviamo in un mondo che abbiamo creato, ma non scelto.
    oggi siete qui perché avete la possibilità di farlo: scegliere.
    scegliere la libertà. scegliere un'alternativa.
    mi dispiace essere stato costretto ad attirarvi qui con metodi poco…ortodossi, ma era necessario. avevamo bisogno di tutto l'aiuto possibile, per costruire quello che vedete alle mie spalle. ed abbiamo bisogno di voi per completarlo.
    siete qui per qualcosa, giusto? vendetta. spiegazioni. amici.
    possiamo darvi tutto quanto. prima però vi chiedo solo di ascoltare.»


    C'erano una, due, centinaia di volta.
    Il Quinto Fondatore. Una società basata sul momento, vi racconta. Senza futuro.

    «la sua è una magia che prende, senza dare mai. se non troviamo un modo per esiliarlo…»

    Scuote il capo. Quando torna a parlare, lo fa lentamente. Scandendo ogni lettera.

    «le dimensioni sono sottili. più sottili ogni giorno. quando diventerà troppo, sarà tardi»

    Un dato di fatto. Vi sta offrendo le informazioni così come sono, nude e crude.
    William Lancaster ha scelto di andare contro i suoi alleati, per portarvi lì. Jeanine e il Drago l'hanno scoperto solo quando impedirlo sarebbe stato impossibile. Ha liberato alcuni messaggeri, perché è l'unico a conoscenza del fattore mancante a completare il rito. La magia che li renderà intoccabili.
    C'è fierezza, nel suo tono. Una fierezza triste, in qualche modo. In qualche mondo.

    «la chiamiamo "Bolla".
    Si tratta di una base operativa in cui poter riunire menti e braccia per creare qualcosa di nuovo. non esiste una soluzione ad Abbadon, ma possiamo crearla.
    non siete stanchi che qualcuno scelga per voi? non siete stanchi di una società mai equa? siamo tutti uguali, nella bolla. fianco a fianco.
    non vi chiedo di scegliere noi.
    vi chiedo di prendervi la responsabilità di sapere che da questo punto in voi, qualunque cosa accadrà, avrà anche la vostra impronta.
    non è facile, vero? colpa


    La indossa bene, quella parola lì. Sa quanto gli appartenga. Gliene sono state affibbiate migliaia, ed ha sempre cercato di meritarsele.
    Colpe.

    «non vi chiedo di credermi.
    credete a loro.»


    Amaranth. Liam. Corvina. Adrian. John.
    Se volevate ricordare,
    click -
    ora lo fate.

    La Bolla non è sempre stata la Bolla. Non lo è neanche adesso.
    Quel che era quando avete aperto gli occhi la prima volta, però, era solo un hotel nel nulla. William Lancaster e Jeanine Lafayette, con l'aiuto dei loro collaboratori vi hanno accolto sul suolo messicano con sorrisi tirati ed un chip iniettato nel petto mentre eravate privi di sensi.
    Poco cortese; molto pragmatico.
    Vi hanno tolto quella che ora vi promettono - una scelta - obbligandovi a lavorare per loro. Siete stati divisi in due gruppi: chi rimaneva nei confini della città (Corvina e Liam ricordano di averne fatto parte, così come tutti i partecipanti dell'oblinder) e chi, invece, era incaricato di lasciare la Città e costretto a farvi sempre ritorno. Un guinzaglio morale, perché in Città c'erano le stesse persone che vi avevano portati al Lotus a Febbraio; fisico, perché il chip premeva sul cuore.
    Le missioni degli esterni variavano: serviva materiale, manodopera. Libri smarriti. Messaggi da portare. Coloro all'interno della Città, l'hanno costruita. Fisicamente, senza l'ausilio della magia. Non più di quanto fosse necessario.
    Avrebbe attirato troppa attenzione.
    Schiavi dello stesso sistema che ora offre l'opposto.
    Le prime settimane, sono state le più difficili.
    I disordini. Le insubordinazioni. Le punizioni. Giornate passate a sperimentare, senza sapere quando - se - ne sareste usciti.
    Ma. Ma. Non è stato così per tutti i mesi.
    Giorno dopo giorno, avete avuto sempre più libertà. Avete iniziato a fare amicizia con gli altri cittadini, alcuni volontari ed altri come voi. Avete avuto tempo libero. Concessioni. Parole, e parole. La Città si è espansa facendosi rifugio per babbani e disertori. Le loro lacrime sapevano di speranza; non ricordavate più che colore avesse. La risata di Lancaster nel mostrarvi l'ennesima meraviglia che avete aiutato a costruire; la voce ferma di Jeanine Lafayette a suggerirvi fosse la strada giusta. Piccoli semi che, nei due mesi passati nella proto bolla, vi hanno reso collaboratori. Sempre prigionieri, ma con una data di scadenza.
    Non era previsto rimaneste per sempre. Non così.
    Voi Cinque siete usciti prima degli altri, ed in maniera imprevista, ma il vostro forzato contratto era destinato a finire, prima o poi.
    Oggi, è quel prima. Quel poi.
    Questo non lo sapete, però. Né voi, né coloro ancora all'interno, cui viene posta la stessa domanda che fra poco vi ridarà un futuro solo vostro. Quello che sapete è che voi siete usciti, e gli altri sono ancora dentro.
    E ricordate. Ricordate i corpi addormentati di Marcus e Moka, Javi e Wren, Sinclair. Poggiati in una stanza come suppellettili. Marionette pericolose.
    E allora perché non sono morti.
    Scelte. Equilibrio. Ucciderli non avrebbe aiutato nessuno: su quello, William Lancaster, era stato irremovibile.
    Finché aveva potuto. Il loro orologio, iniziava a rallentare i battiti. Non lo facevano forse tutti?
    Ha degli accordi, l'uomo. Ha fatto delle promesse. Nulla che vi riguardi, comunque. Nulla di cui possiate sospettare qualcosa.
    Quello che sapete è: non possono uscire. Non loro. Non gli altri.
    Non ancora.
    A meno che.
    A meno che, non avessero già avuto modo di scegliere: quello, non potete saperlo.
    Hanno scelto la Città? La Bolla? Le promesse?
    Ricordate i pasti in mensa. Le birre attorno al fuoco. I primi sorrisi un po' più sinceri. La musica di una chitarra. Strappi alla regola a rendere quella prigione qualcosa di più.
    Qualcosa di meno.

    «mi dispiace»

    Lo ripete, perché è vero.
    Lo ribadisce, perché lo rifarebbe.

    «il debito va comunque pagato»

    Semplice. Non vi piace? Pazienza: tutto quello che stanno - che state - facendo, è qualcosa di più grande delle vostre banali preferenze.

    Alza lo sguardo alla Bolla.
    Ed accade tutto insieme, come spesso succede.

    Accade che c'è uno spiraglio, ed uno dei Cinque può aiutarvi a trovarlo. Potete entrare nella Bolla, a vostro rischio e pericolo. L'hanno scoperto in una delle prime ronde, ma non sono mai stati in grado di utilizzarlo, considerando che il chip li avrebbe uccisi. Ora? Ora potete. Entrare, e portare il caos. Entrare, e portarveli via.

    Accade che i cancelli si aprono, e ne escono volti che conoscete. O non conoscete. Indossano tutti la stessa divisa che avete visto agli avversari i giorni precedenti. Sono guidati da una donna la cui fama la precede: Jeanine Lafayette. Hanno scelto la Bolla, quindi. Non tutti; qualcuno sì, però. Sono armati. Vi guardano sperando di vedervi altrove. Lontano, magari.

    Accade che vi hanno seguiti. Vi hanno scoperti.
    Stanno arrivando. Suoni che dovrebbero esistere solo nel mondo onirico degli incubi - ringhi, e clic/clic, e artigli a tranciare gli alberi.- vi riempiono le orecchie, costringendo il cuore a saltare battiti e secondi.

    William Lancaster non sembra sorpreso.
    Jeanine Lafayette non sembra sorpresa.

    Ed accade che.
    Questione di un istante. Se ne rende conto solo chi è vicino loro, perché avviene in silenzio. Un segreto con il Fato. Una minaccia bisbigliata all'orecchio, soffiata in bocca da aliti bollenti. Amari.
    Il futuro raramente, è dolce. E l'uomo conosce migliaia di modi per fallire e collassare su se stesso.
    Ed è reale, quello che vedono. Reale quanto i loro battiti, ed i vostri respiri.
    Ma non è scritto nella pietra.
    Elias Raikonnen vede il mondo inghiottito dal buio. La nebbia ne consuma ogni millimetro, spegnendo ogni luce come dita su uno stoppino. Sente la risata di Abbadon nelle ossa. Lo sguardo opaco di Sabine, lo percepisce strisciare sulla pelle. Vede creature nate dall'orrore fatte d'ombra e morte. Vede strade diventate fiumi d'acqua rossa. Vede città devastate dagli elementi. Zanne avorio. Abissi oscuri che ingoiano ogni cosa. Un gelo eterno impossibile da scrollare. Organi interni a pulsare e pulsare e pulsare e -
    Troy Bolton respira la cenere di un mondo in fiamme. Lancaster è rimasto in piedi; non è solo. Orme fantasma sulla polvere. Ossa brillanti sotto una luce tragicamente impossibile che scioglie lo sguardo. Esistono ancora le stelle, senza la notte? Creature strisciano fra le pieghe di un mondo devastato dalla siccità, arido e asciutto come vetro su una spiaggia. Qualcosa pulsa in lontananza, ma non riesce a vederlo. Qualcosa che non dovrebbe vivere. Tutta l'aria che non c'è. Sono mani, quelle a terra, ma non sono le sue. Il sangue è trasparente e rimbalza in onde continue e -

    «sapete. come cambierete la storia, non mi riguarda»

    Sembra stia scherzando. Non è così. È solo un umile messaggero, plasmato per distruggere l'ordine ed il caos in egual misura. Quello che è stato deve rimanere, e quello che sarà diventare quel che resta.
    È politica.
    È la società.
    È l'uomo.

    «indelicato da parte mia, e preferirei davvero non essere io a dirvelo, ma…»

    Sospira.
    William Lancaster ha fatto molte, molte scelte. Rimpiante solo alcune.
    Guarda un punto oltre le vostre spalle.
    Guarda la Bolla.
    Guarda voi. Uno per uno.
    Una storia vecchia come il mondo, quella lì: c'era una volta, fintanto che c'era.

    «siete con noi, o siete contro di noi»

    Che sguardo triste, quello di William Lancaster. Un uomo che vince e perde sempre. Che ha fatto delle scelte e continuerà a farne.
    Con, o senza di voi.

    the end of the beginning
    &&. off gdr
    Scelte. Si tratta sempre di scelte, e si riduce inevitabilmente tutto a questo: da che parte starò, cosa farò, in cosa credo, cosa mi spinge?
    Chiedetelo a voi stessi, personaggi e player, perché siete chiamati a prendere un’altra – forse l’ultima, forse no – decisione: siete favorevoli a Lancaster, alla Bolla, al suo discorso? O non lo siete, avete un motivo per non esserlo, ed opporvi?
    Quindi, per arrivare al nocciolo della questione: dovrete indicare in quale fazione (PRO o CONTRO) schiererete i vostri personaggi.
    Ma ATTENZIONE!
    Non soltanto quelli che qui avete indicato come partecipanti: tutti. Ergo, sia quelli che hanno partecipato alla quest, sia quelli che sono stati confinati all’interno della Bolla, che essi abbiano partecipato all’oblinder o alla miniquest.
    Come potrete immaginare, l’ultima settimana vedrà due ostacoli divisi tra chi è pro, e chi è contro.
    In più. In più.
    Un vostro pg, uno ed uno soltanto, tra quelli che parteciperanno all’ultima settimana, avrà la possibilità di entrare nella Bolla per un ostacolo extra. Rischioso? Beh, ci mancherebbe altro – ma chi non risica non rosica, am I right?
    Ebbene sì: molte decisioni da prendere. Crediamo in voi <3
    Scelte da prendere, e conseguenze da accettare
    Tempo fino alle 15:00 del 28/04.
    &&. modulo
    nome pg:
    fazione: pro/contro
    dov'è: (scegliere una fra le seguenti opzioni)
    ULTIMA SETTIMANA — OSTACOLO NELLA BOLLA
    / ULTIMA SETTIMANA — NORMALE
    / PARTECIPANTE QUEST CHE NON E' NELL'ULTIMA SETTIMANA
    / RAPITO OBLINDER O MINIQUEST
    CODICE
    <i class="fas fa-arrow-right" style="font-size:8px"></i> <b>nome pg:</b>
    <i class="fas fa-arrow-right" style="font-size:8px"></i> <b>fazione:</b> pro/contro
    <i class="fas fa-arrow-right" style="font-size:8px"></i> <b>dov'è:</b> (scegliere una fra le seguenti opzioni)
    ULTIMA SETTIMANA — OSTACOLO NELLA BOLLA
    / ULTIMA SETTIMANA — NORMALE
    / PARTECIPANTE QUEST CHE NON E' NELL'ULTIMA SETTIMANA
    / RAPITO OBLINDER O MINIQUEST
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    If the wind turns, if I hit a squallAllow the ground to find its brutal way to me
    may 4th, 2024
    È la luce, ad attirare la vostra attenzione. State seguendo le indicazioni sulla mappa, procedendo per quelle che continuano a sembrarvi le stesse, maledette strade impervie, stanchi e sporchi di sangue - vostro, ed altri - quando il segnale luminoso vi interrompe. La cartina fra le vostre mani si scalda, intiepidendo i polpastrelli.
    C'è un punto, ora. Preciso. Specifico.
    Nel tragitto, John, Adrian e Corvina si fermano spesso. Liam e Amaranth, si lanciano sguardi d'intesa. L'hanno già vista, quella strada. La conoscono. Malgrado a voi paia sempre identica, loro insistano sia familiare, anche se non saprebbero dirvi dove porti.
    A cosa, porti.
    Armi alla mano, bacchette pronte. Ogni sibilo è un sobbalzo, il cuore in gola a premere con urgenza - ma alzando pistole e lame ai nemici, vi accorgete non lo siano affatto.
    I Sowelo trovano i Berkana. I Perth si scontrano con i Raido, incrociando poi i Laguz. Othila e Uruz raggiungono i piedi della montagna dai frangenti opposti, ma nello stesso momento.
    Alcuni compagni che avevate lasciato all'accampamento sono già lì, ed indossano tutti la stessa espressione (stanca. provata) perplessa, nel guardarsi attorno.
    Chi prima e chi dopo, arrivate tutti.
    Il vice ministro è lì con parte dell'esercito. Anche loro si guardano attorno, attendendo cosa abbia spinto la mappa ad indicarvi quella destinazione. Mentre vengono prestati i primi soccorsi, loro si dividono per esplorare la zona, allontanandosi sotto la copertura degli alberi.
    Ed è quando anche l'ultimo fra loro lascia il circolo, che un silenzio innaturale avvolge la radura. Lo sentite schiacciare fra i denti come qualcosa di fisico e concreto, ma non potete fare nulla: non emettete alcun suono; i vostri passi, non producono rumore.
    Qualcuno si schiarisce la voce.
    Dalla base della montagna, spunta… buffo.
    Una bandiera bianca.

    «troppo tardi per dire che vengo in pace?»

    Familiare, per alcuni. Non per tutti.
    Dalla roccia, la stramaledetta roccia, esce il volto di un uomo che gioviale sventola la bandiera e vi sorride.
    William Lancaster non è invecchiato di una virgola.

    «precauzioni necessarie»

    Fa un cenno alla foresta, e non sapete se si riferisce all'aver esiliato il Ministero, o alle misure di sicurezza che siete stati costretti a superare per arrivare a quel punto.
    Potete provare ad affrontarlo, se volete. È da solo, dopotutto. E se lo farete, scoprirete che nulla pare essere in grado di toccarlo: la magia sembra non percepirlo, come se non fosse davvero li. Ma lo è, ed è lui. Chi ha avuto l'onore di conoscere il fu preside di Salem, non ha dubbi in proposito: uno dei Grandi Tre, i maghi più famosi e potenti del mondo magico. William Lancaster, preside di Salem; Jeanine Lafayette, direttrice di Beauxbatons; il fu Dragomir Vasilov, morto all'avvento di Abbadon.
    Nessuno aveva più avuto notizie di Lancaster, né di Jeanine, dalla Guerra di Primavera, ma chi aveva partecipato schierandosi contro Abbadon, li conosce bene: sono stati loro a guidare l'esercito della rivolta.
    Loro, a perdere. La voce di William Lancaster quella a vibrare nei walkie talkie, annunciando che gli dispiacesse. Che fosse troppo tardi.
    Sparisce alla visuale, solo per rispuntare poco dopo. Vi guarda divertito, spingendo gli occhiali da sole alla radice del naso.

    «siete arrivati fin qui. non volete vedere perché? su, su!»

    Vi fa un ampio cenno con il braccio invitandovi a seguirlo oltre il muro, e voi … voi, potreste non farlo, sapete. Potreste rimanere nella radura, attendere che l'incanto svanisca e il Ministero possa tornare a raccogliere i pezzi.
    Ma non lo fate, perché Lancaster ha ragione: siete arrivati fin lì, vi meritate di sapere per chi. O per cosa. Quali memorie sono state cancellate, quali segreti persi fra un punto e l'altro della burocrazia. Se stanno davvero bene, tutti quanti. Di quale casa avessero parlato gli informatori, prima di perdere la vita sotto le cure dei responsabili dell'accampamento.
    Chi più reticente di altri, seguite l'americano oltre il Portale. L'aria è sottile, li. Vi sembra di attraversare il nulla per un istante, di non avere gravità né baricentro. Chi fra voi è in grado di manipolare le ombre, potrebbe trovarlo simile ai vostri passaggi oscuri.
    Non lo è. Non del tutto, perlomeno.
    Il paesaggio di fronte a voi, non è differente da quello che vi siete lasciati alle spalle. Vi sembra, se possibile, ancora più umido, e guardando le piante, vi rendete conto siano…diverse, rispetto alle precedenti.
    Non siete più in Sri Lanka.
    Messico, forse. Il terreno sotto i piedi è soffice, gli alberi alti e fitti. Scimmie vi osservano dai rami più bassi con occhi curiosi, e lo sfrullare d'ali degli uccelli tropicali vi accompagna mentre vi addentrate nella vegetazione.

    William Lancaster non parla, limitandosi a guidarvi nel dedalo verde. Vi indica una pianta, ogni tanto; vi offre curiosità sulla fauna con il tono paziente di chi ha passato tutta la propria vita ad insegnare, e lo trova ancora stimolante come il primo giorno.
    Non risponde alle vostre domande.
    Non è ancora il momento. O forse, semplicemente, non gli importa. Difficile dirlo, con l'uomo.
    All'inizio neanche ci fate caso. Sembra il solito Lancaster quello che si avvicina all'uno o l'altro dei vostri compagni, e date per scontato stia raccontando anche a loro quali specie sono a rischio estinzione. Non è quello, però, che bisbiglia con mani allacciate dietro la schiena ai Cinque. È impermeabile alla loro rabbia. Alla disperazione, risponde con i toni piatti e cordiali di chi nella vita ha preoccupazioni maggiori.
    E vi chiede, Adrian e Corvina. Liam e Amaranth. John. Vi chiede: li rivolete? Si sfiora il petto con il pollice, ed istintivamente fate lo stesso. Sapete di averlo ancora, il chip. Le altre cariche ministeriali si sono trattenute a a stento dall'estrarlo, supponendo avrebbe portato alla vostra morte. Gli servivate più da vivi, che da morti.
    Non siete obbligati ad accettare. Vi lascia un po' di tempo per pensarci, prendendo nuovamente le distanze.
    Svolta in una strada che non avevate notato, e non avreste notato, da soli. Vi rendete conto che l'ambiente sembra reagire alla presenza di Lancaster in modo subdolo. Sottile. Sembra adattarsi. O forse è il contrario, vi suggerisce divertita la vostra mente; forse è William Lancaster, il Portatore dell'Equilibrio, conoscitore di ogni zolla di terra. Ogni foglia.
    È divertente, fintanto che una parte di voi, immancabilmente, non finisce per crederlo possibile. Allora potete solo limitarvi a seguirlo.
    Quando parla, infine, la sua voce sembra giungere da ogni germoglio e tronco. Da alberi e frutti che non avete mai visto. Se non pensate al perché siate li, non potete fare a meno di trovarlo favoloso. Devastante, nella sua meraviglia.

    «voglio raccontarvi una storia»

    Un tono greve. Distante. Pesante. Perfino gli animali sembrano acquietarsi per ascoltarla.
    E come in tutte le storie, c'era una volta.
    C'era una volta un tempo lontano fatto di scelte e sacrifici. C'era una volta una leggenda, vi dice. C'era una volta una magia così potente in grado di riscrivere la storia.
    E c'era stata una volta che non era d'inizio ma di fine. Un'alba rosso sangue su un mondo al contrario. Non c'era stata davvero, vi specifica, ma sarebbe stata. Forse.
    La vegetazione si dirada, ma l'aria si ispessisce, scavando pesante una strada verso i polmoni. Magia. Così tanta, che vi sembra di sentirne il sapore sulla punta della lingua.
    Si ferma, William Lancaster. Apparentemente senza motivo. Piega il capo sulla spalla, ascoltando qualcosa.
    Qualcuno.
    Sospira.

    E sospira il mondo. Sospira ogni filo d'erba.
    Sospirate anche voi, quando la vedete: una costruzione monumentale, gradoni di pietra ad arrampicarsi gli uni sugli altri fino a giungere ad una cinta. Proseguire ancora. Rampicanti verde smeraldo sulle mura. Cancelli spessi.
    Un battito di ciglia.
    Vi sembra quasi di vedere -
    di vedere…? Il contorno del Lotus. Quello che ne è rimasto. Parte di quella… Città.
    Casa, mormora la voce di chi, per quel posto, c'era morto. Di chi, per poterci arrivare, avete ucciso.
    Lo sapevano loro. Lo sapevate anche voi.
    Il prezzo da pagare.
    Un tuffo al cuore vi mostra persone, dietro le Mura. Vi sembra vi stiano guardando. Vi sembra di riconoscerli.
    Non ne siete certi.

    «non tutto è perduto. La guerra non è stata vinta. Respiriamo; esistiamo; resistiamo. E vi stiamo aspettando.
    Il prezzo da pagare è un debito ancora aperto: potete scegliere la moneta.
    O lo faremo noi»


    Ripete, guardando i Cinque.
    È stato lui a darvi il messaggio.
    È stato lui, a farvi uscire.
    È stato lui, a -

    «ne ho un'altra, di storia. e penso che ora siate pronti per sentirla»
    to be continued
    &&. off gdr
    La prima, non ultima, scelta. Chi ha partecipato alla Quest con lo switch, ha tempo fino alle 23:59 per scegliere chi parteciperà all'ultima settimana - per gli altri, beh, questa scelta è obbligata, ma vi chiediamo comunque di postare in questo topic. ATTENZIONE! Non siete legati alle scelte fatte ad iscrizione: non dev'essere necessariamente uno per blocco. Se vorrete entrambi i personaggi della stessa classe, basterà che uno dei due prenda il posto del personaggio mancante (ad esempio, il mio switch era Poor in prima settimana, e Stan nella seconda; se volessi portare entrambi, potrei, ma uno dei due prenderà livello PE e classe di un altro dei miei gruppi dove in ultima settimana non avrei nessuno). Il loot ed i premi degli armadietti, verranno ereditati dai successori (🙏) quindi potrete portarveli dietro anche in questa ultima avventura.
    &&. modulo
    nome pg: NOME e COGNOME
    classe: PALADINO CAVALIERE / ROGUE LAME MORTALI / ecc
    (solo se special) potere:
    arma: se ne avete rubata qualcuna in giro, potete tenere quella
    punti salute a fine settimana: i suoi, o quelli del pg di cui prende il posto nel caso dello switch
    punti attacco / punti difesa: i suoi, o quelli del pg di cui prende il posto nel caso dello switch
    (se switch) partecipa per: qui scrivere i due pg del gruppo E il livello (matricola, leader, ecc)
    CODICE
    <i class="fas fa-arrow-right" style="font-size:8px"></i> <b> nome pg:</b>
    <i class="fas fa-arrow-right" style="font-size:8px"></i>  <b>classe:</b>
    <i class="fas fa-arrow-right" style="font-size:8px"></i>  <b>(solo se special) potere:</b>
    <i class="fas fa-arrow-right" style="font-size:8px"></i>  <b>arma:</b>
    <i class="fas fa-arrow-right" style="font-size:8px"></i> <b>punti salute a fine settimana:</b>
    <i class="fas fa-arrow-right" style="font-size:8px"></i> <b>punti attacco / punti difesa:</b>
    <i class="fas fa-arrow-right" style="font-size:8px"></i>  <b>(se switch) partecipa per:</b>
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    If the wind turns, if I hit a squallAllow the ground to find its brutal way to me
    april 20th, 2024
    «il cielo…»
    Non sai a chi parlare, se a te stesso o a chi ti è intorno. Il punto è che, di certo, passare per uno schizzato che comunica da solo non è il tuo problema principale.

    Va tutto bene.

    «il cielo… sta…»
    Alzi l’indice, indicando lo spazio sopra di te. Lo segui distrattamente, per il semplice fatto che è nel tuo campo visivo, ma non ti sfugge il fatto che sta tremando. Lo ritieni del tutto comprensibile.

    Apri gli occhi.

    «sta… crollando…»
    Nel secondo stesso in cui lo dici, ti rendi conto di quanto sia assurdo.
    Eppure lo sai, lo senti, che i tuoi occhi non ti ingannano.

    Lo vedi?

    Quella voce… fino a quel momento, non sei riuscito a percepirla davvero. Un brusio di sottofondo, parole lasciate al vento dal marasma di gente della piazza, un rumore bianco a rimbalzare dentro di te senza attecchire da nessuna parte.
    Adesso, non puoi ignorarla, così come non puoi pretendere di non conoscerla: lo stesso senso di déjà-vu che hai vissuto con i tuoi compagni da quando…
    Da quando…
    Da quanto?
    Dieci minuti. Due ore. Cinque giorni. Tre mesi. Due anni.
    Non sai quantificarlo, mentre ti volti alla ricerca della voce. L’unica impressione che hai è quella di aver vissuto una vita intera, un’intricata trama che ti aggroviglia e alla quale ti avvinghi con le unghie e con i denti.
    Lo sguardo si ferma sulle persone. Su quelle che continuano a camminare in quel tiepido, infinito sabato pomeriggio, ignare del fatto che il cielo stia crollando; su quelle immobili, i cui contorni e segmenti divergono dallo standard e si spostano, scorrono su loro stessi, spariscono, e poi tornano al punto di partenza; su quelle poche con la testa sollevata, come te.

    Non è così male.

    Non è… non è così male?
    Non è così male che i palazzi e le case, dalle cime dei loro tetti, stiano iniziando a perdere pezzi? Tratti di costruzioni, sfumature di marrone che si erodono a blocchi e si staccano da ciò che erano fino a due secondi prima, che scivolano avanti e indietro e a destra e a sinistra e scompaiono, lasciando dietro di sé… il nulla. Spazi del nero più scuro, con venature geometriche di blu elettrico e rosso sangue, laddove avrebbero dovuto lasciare il posto, idealmente, agli spazi interni dell’edificio.
    Non è così male che chiunque si sia fermato, lo sguardo perso nel nulla? Se gli si muove una mano davanti, essi non si muovono; se vengono presi a schiaffi, non fanno una piega. Continuano ad esistere nel momento in cui si sono bloccati, ed in nessun altro al di fuori di quello.
    Non è così male che pezzi di cobalto si stacchino dall’alto, come pannelli di un soffitto logoro, e che cadendo a terra perdano forma e consistenza? E che dietro di essi, lo stesso spazio nullo – senza profondità, senza fine, con vene e arterie che si accavallano quasi, quel posto, fosse un organismo?

    È solo un –

    Li guardi. I tuoi compagni, che fermi ed incuranti iniziano a disintegrarsi come gli edifici, come il cielo.
    Pezzo
    dopo
    pezzo.
    E tu lì, impotente. Cerchi di raggiungerli, cerchi di svegliarli ancora, e ancora, e ancora, e ancora, senza riuscire nel tuo intento.
    Fino a che del primo non resta che una sagoma vuota. E del secondo, e di quelli a venire, e non puoi più raggiungerli – perché sotto di te l’asfalto incorre nella stessa, medesima e tragica fine.

    Ohi?

    Sollevi le mani, solo in quel nulla cosmico.
    Non sei solo, però: c’è ancora qualcuno. Qualcuno che ti guarda con la stessa espressione che sai di aver dipinta sul viso, e tu guardi quella persona – e poi di nuovo le tue mani, mentre sempre un po’ troppo lentamente, e troppo velocemente, le dita iniziano a svanire sotto i tuoi occhi.

    Mi senti?

    E le mani. E le braccia. Le sollevi, ma non ci sono più.
    E non ci sei più.




    Si staccò dal muro, da dove per un breve periodo di tempo era rimasto ad osservare la stanza nel suo complesso, in un silenzio rotto soltanto dai rumori dei motori e dei macchinari in funzione. Non c’era una singola ruga d’espressione a corrucciare il volto dell’uomo, impassibile nonostante le circostanze: in fin dei conti, era tutto sotto controllo.
    Andava tutto come doveva andare.
    Raggiunse il ragazzo al centro della stanza, piegando il capo sulla spalla e picchiettando con il pugno chiuso sulla sua testa. Non si mosse di un singolo centimetro quando le nocche impattarono su di un materiale appena più duro di quanto non avrebbe dovuto essere il corpo umano, esattamente come aveva immaginato – un po’ meno come aveva sperato, ma erano lì per quello.
    Fece scivolare lo sguardo cioccolato dalla mano, poggiata su un prisma olografico, fino al volto, gli occhi fissi su di un punto imprecisato davanti a sé. Sarebbe stato difficile, per chiunque altro, affermare che quella fosse una persona e non una sua replica, una statua di cera fatta e finita.
    «ok, direi che va bene così, ora apri gli occhi.» gli batté le mani di fronte, ma il ragazzo non fece un singolo movimento. Sporse il labbro inferiore, braccia incrociate e dita della mancina a tamburellare sul gomito. Secondo i suoi calcoli, avrebbe dovuto svegliarsi subito: non era preoccupato, semmai affascinato nonché desideroso di capire cos’era che intaccava il processo. Con ogni certezza, un nonnulla per il quale non avrebbe nemmeno avuto bisogno di chiamarla. «non è così male, uh?» qualsiasi cosa stesse succedendo, intendeva. Non che quel che, a conti fatti, era un guscio momentaneamente vuoto potesse rispondergli; avrebbe aspettato che tornasse in sé.
    O forse no.
    Prese mentalmente nota di quel lieve tremolio nel corpo immobile del giovane, e del lieve bagliore all’interno del prisma tra le sue dita. «oh, capisco picchiettò ancora sulla sua testa, avvicinando le labbra al suo orecchio: i canali naturali, a quel punto del lavoro, avrebbero dovuto funzionare correttamente. «ohi, mi senti?» tecnicamente, sì. «è solo un glitch, non preoccuparti.» facile parlare dal canto suo, ne era consapevole – a volte, era anche quello il bello di essere lui.
    Il fatto che la matrice stesse glitchando, poteva voler dire soltanto due cose.
    La prima, era che chi l’aveva messa in moto stesse uscendo: doveva davvero perfezionare quel fattore.
    La seconda, era che la realtà stava per implodere su sé stessa – il che avrebbe implicato o la morte di chi vi era all’interno, o comunque innumerevoli deficit mentali.
    Rischi che andavano corsi.
    Rischi che erano stati corsi.
    «alla buon’ora!» sorride, l’uomo, quando lentamente il ragazzo torna a muovere la gabbia toracica. «mancavi solo tu.» indica, con nonchalance, altre persone rimaste fino a quel momento in silenzio; non salutano, perché anche loro devono ancora riprendersi.
    «non dovreste essere qui.» serio ed imperscrutabile, sul suo volto non permane nemmeno l’ombra della piega che fino a pochi infinitesimi d’istante prima premeva sulla bocca. «seguitemi.»
    E lo sanno, che non possono fare altrimenti.
    Sanno, di essere già andati troppo oltre.
    «cos’era quello?»
    È notte: un’informazione apparentemente irrilevante, ma non per chi ha messo piede in quella stanza.
    È notte, e mentre passano davanti alle stanze, alle casupole all’esterno dell’edificio fuori dal quale siete appena stati scortati, se ne rendono realmente conto. Non c’è anima viva che si aggiri per quella che, ormai da un mese e poco più, è diventata una piccola comunità. Ognuno è nelle sue stanze, e dorme.
    Perché non noi?
    «oh, quello volge il capo sopra la propria spalla, guardando il piccolo gruppetto senza mai smettere di camminare. «quello, come lo chiami tu, è… una misura cautelativa, diciamo.» torna a guardare davanti a sé. «un piano b, ecco. uno dei tanti.»
    Si guardano, quelli dietro l’uomo, e tutti quanti si stanno ponendo la stessa domanda – lo sanno, senza il bisogno di doverla esporre a voce.
    «sapete, le cose potrebbero andare male sempre, da un momento all’altro. non si può mai sapere cosa succederà, è sempre meglio tenersi quanto più preparati. quella in cui sei stato tu,» con il pollice, indica il ragazzo. «era la… realtà virtuale, chiamiamola così,» fa intendere che è molto più complicata di così. «più verosimile. la mia preferita è quella in cui sei capitata tu,» e guarda la giovane donna, sorridendo estasiato. «voglio dire, cowboy spaziali!» c’è bisogno di dire altro?
    Non è mai stato un uomo di tante parole, in quell’ultimo periodo. Diceva quanto necessario, senza mai sbilanciarsi: manteneva l’equilibrio, e pochi sapevano l’avesse sempre fatto; in quella situazione, non sarebbe certo stato da meno. Avevano sempre saputo, tutti quanti, il necessario.
    Niente più.
    Quindi: perché, dopo averli colti in fragrante, stava anche spiegando cosa fosse quella stanza?
    «oh!» si ferma di colpo, battendo le mani tra di loro. «siamo arrivati.»
    Non c’è bisogno che spieghi dove sono arrivati. È chiaro, che quello sia il Confine.
    «spero vi sia piaciuta l’esperienza, ma mi dispiace…» unisce le mani e si picchietta il mento, pensieroso. «sono cose top secret quelle che avete visto…»
    Sospira; chiude gli occhi.
    «non posso continuare a tenervi qui.»
    Un pretesto.
    Tutto ciò che gli serviva.
    «mi dispiace, ragazzi.»
    Tira fuori la bacchetta, e non esita a puntarla contro il petto – uno dopo l’altro, senza che possano fare nulla per difendersi. Come se avessero una minima possibilità di farlo, s’intende: tutti loro sanno che è ben oltre le loro capacità.
    Un gesto secco ciascuno, all’altezza della clavicola sinistra e poco sopra al cuore. Lo sentono, che non serve difendersi – perché, d’altronde, quando dal petto viene tolto un peso. Qualcosa che non avrebbe dovuto essere lì, e che dal ventiquattro febbraio spinge tra la carne e le ossa.
    L’uomo solleva la mano, dove sospesi a mezz’aria giacciono i microchip che erano stati impiantati nei loro – come in quelli di tutti gli altri – corpi. Affari di magi-tecnologia che a lui erano sempre interessati relativamente, ma che si erano rivelati molto utili: sinceramente, dubitava che nella loro progettazione non ci avesse messo lo zampino anche quell’altro; erano un’arma vera e propria. Bastava non rientrare entro l’orario stabilito, dire una frase fuori posto, e – puff. La medimagia non avrebbe nemmeno saputo bollare la causa del decesso.
    A mali estremi, estremi rimedi: l’aveva sempre saputo; che gli piacesse o meno, era un altro discorso.
    «siete liberi di uscire, ora!» spalanca le braccia, gioviale, ma nel sorriso c’è qualcosa… di sbagliato.
    Machiavellico.
    Non fanno in tempo, i sei di fronte a lui, a chiedersi cosa significhi.
    «oblivion» un gesto della bacchetta fluido, che coinvolge i presenti lasciandoli inermi.
    Soppesa i chip, studiandoli vago. Per inciderci sopra una magia potente come quella che portava alla morte al minimo sgarro, bisognava vincolarli in qualche modo, a qualche condizione: costringevano le persone a non gironzolare senza meta, a tenerli relegati lì dentro, per cui aveva pensato che per eliminarli dall’organismo, dovesse venire a mancare la possibilità di rimanere. Quale miglior occasione, se non l’eventualità che un segreto così grande trapelasse?
    Un rischio, certo: non era sicuro avrebbe funzionato, e nelle peggiori delle ipotesi avrebbe avuto sei persone sulla coscienza.
    Tutto bene quel che finisce bene, no?
    «ricorderete quel che è necessario ricordare, tranquilli.» incalzò, veicolando l’incantesimo di memoria a proprio piacere: non aveva senso che dimenticassero ogni cosa. Dovevano poter portare delle prove, al mondo esterno, appigli cui aggrapparsi. Immagini, scene di vita, alcuni nomi. Gli bastava resettare alcuni punti, tutto lì.
    Un altro, lieve colpo con il catalizzatore. Un «imperio» necessario, affinché arrivassero esattamente dove voleva arrivassero.
    «tornate a trovarci, mi raccomando!»
    Li guardò voltarsi, succubi della maledizione, e non guardarsi mai alle spalle mentre oltrepassavano la soglia.
    L’americano si sistemò la giacca, e sventolando la mano al cielo si smaterializzò.




    È il venti aprile, e va tutto bene.
    Siete liberi. Siete a casa.
    Liam, Amaranth, John.
    Adrian, Corvina, Scarlett.
    Non avete fatto rumore, quando siete tornati alle vostre vite, ma solo perché non era il momento di farlo. Vi siete mossi in automatico, guidati da memoria muscolare ed istruzioni che neanche sapevate di star seguendo. Un libretto destinato a giungere alla sua conclusione dopo un paio d'ore; cinque, sei. Tutto normale, finché in un battito di ciglia non lo è più, e la realtà si schianta su di voi rendendovi improvvisamente consapevoli.
    Giunge casuale: mentre fate colazione; mentre uscite per andare a cercare la vostra famiglia; mentre vi state gustando il vostro letto dopo quaranta giorni lontani da lui.
    Ma giunge, e sapete bene qual è la vostra missione.
    Una sola – la più semplice, e la più pericolosa.
    Parlare.
    Sapete, perché lo sa colui che vi ha affidato quel compito, da chi andare, e dove farlo. Cosa dire, soprattutto: avete ricordi frammentati - camere d'hotel, fronde spesse dietro cui nascondervi, il sudore lungo la schiena, le corse a saltare radici; le persone con cui avete condiviso quel mese lontano dalla società popolano ogni vostro brandello di memoria, anche dove non riuscite a rimembrare cosa abbiate fatto, o dove abbiate vissuto. Non ricordate se siete scappati, o se siete stati liberati; non ricordate né il viso né la voce di chi ha passato l'ultimo mese a darvi ordini - ed anche se il messaggio da consegnare non ha alcun senso per voi, non ha importanza. Lo ha, per qualcun altro: non tutto è perduto. La guerra non è stata vinta. Respiriamo; esistiamo; resistiamo. E vi stiamo aspettando.
    Il prezzo da pagare è un debito ancora aperto: potete scegliere la moneta.
    O lo faremo noi.

    Chi non vi prenderà per pazzi, così come è già successo a chi, quel lontano ventiquattro di febbraio, è riuscito a fuggire dal Lotus Mirage Resort.
    Chi vi ascolterà realmente, quando racconterete di aver contribuito alla costruzione di –
    un mondo nuovo... alcuni di noi lavoravano all’interno, altri dovevano uscire in piccoli gruppi e... cercare qualcosa. non potevano restare
    –; chi lo farà da dietro un angolo, carpendo quel che serve.
    Chi, quelle informazioni, le farà girare nei giusti posti, e con le giuste persone; chi creerà una rete funzionale, utile, schermandola dalle istituzioni ufficiali e mobilitando piccole masse.
    Chi saprà decifrare le coordinate rimaste impresse a fuoco nella corteccia, mappa alla mano così da segnare i punti più strategici per circondare la zona e organizzare l’operazione di recupero. Voi sei non siete gli unici a cui è stata affidata una missione, ce ne sono altri come voi - ma non tutti a riportare le stesse vostre coordinate: buffo, non è vero? - e per ciascun punto d'incontro, il Ministero stesso prenderà provvedimenti.
    Il messaggio è arrivato chiaro e forte, ad Abbadon, e non gli è piaciuto. Squadre vengono organizzate per estirpare il malessere alla radice, prima che possa allargarsi come una malattia: l'obiettivo è sterminare.
    Ma c'è anche chi avrà bisogno di sentirsi raccontare qualcosa, qualsiasi cosa, per avere uno spiraglio di speranza. Chi di quel messaggio sentirà solo che i loro amici sono vivi, da qualche parte. Qualcuno connetterà i puntini: i morti che sono apparsi per le strade di Londra e dintorni, tutti deceduti senza apparente motivo, e tutti con il medesimo segno sulla clavicola che portano i Sei. Una cicatrice; un chip a controllarli. Qualcuno capirà che l'unica differenza è insita nella memoria, e che il chip funzioni come un hard disk: con un contenuto danneggiato - ad esempio, ipoteticamente, una memoria manipolata e selettiva - non ha più motivo di funzionare. Non ha nulla da proteggere. Nessun segreto da portare alla tomba.
    E ci sarà, fra chi ascolterà il vostro racconto, chi storcerà il naso quando capirà, o supporrà, chi ci sia dietro tutta quella storia; chi ne sorriderà guardingo. Chi alzerà gli occhi al cielo, capendo che in ballo ci sia molto più di quanto non appaia.
    Voi, dovete solo fare la vostra mossa.
    Una soffiata.
    Dovete soltanto accendere la miccia: il resto, verrà da sé.
    but
    pay as you go.
    well,
    you don't know me
    ..
    but i know you
    and i've got a message
    to give to you
    here comes the planes
    so you're better get ready,
    ready to go
    can you
    meet me halfway
    &&. iscrizioni
    Avete tempo per iscrivervi fino alle 23.59 del 05.04.
    Dal 06.04 al 13.04, sarà possibile svolgere le role pre quest. Sono facoltative ma faranno guadagnare PE, e ricordo che alle role pre quest (che saranno... role normalissime, semplicemente ambientate prima della quest, e di conseguenza dopo quanto avvenuto in questo post) potranno partecipare solo pg effettivamente iscritti alla quest.
    La Quest inizierà ufficialmente il 14.04.

    &&. come funziona
    ON GDR, come deducibile dal post, la missione è organizzata dal Ministero.
    Sempre on gdr parlando, esistono più missioni, in quanto non tutti i tornati portano le stesse informazioni. Nessuno sa quali siano le coordinate giuste, quindi vengono prese in considerazione tutte quante. OFF GDR, seguiremo solo un tipo di coordinate (:moon:) che saranno quelle riportate dai nostri amici del Lotus. Ufficialmente, l'obiettivo della missione è scoprire cosa stia succedendo, e distruggere eventuali minacce al Regime di Abbadon; meno ufficialmente? Citando i Linguini, ce ripigliamm' tutt' chell che è 'o nuost'. Starà a voi scegliere i motivi per i quali i vostri personaggi partecipano alla quest, ma sappiate che possono essere i più vari (vendetta, dedizione al regime, salvataggio: you do you!) e che dall'arrivo dei tornati alla missione vera e propria, passeranno una decina di giorni (info utile nel caso vogliate svolgere role pre quest, che andranno ambientate in quel lasso di tempo).
    Aggiungo che i sei fortunelli (ne è stato estratto uno per player dei player già precedentemente contattati per sapere se sarebbero o meno rimasti al Lotus, aka coloro con pochi, se non unico, pg) sanno solo quanto scritto nel post, ma se vorrete portarli in quest e avrete bisogno di specifiche precise, hit us up.

    In seguito al sondaggio, a maggioranza di voti ha vinto l'opzione con switch o senza switch. Funzionerà esattamente come la scorsa quest. Per chi non ricordasse:
    I PG che si possono portare sono un totale di 8, 4 per ogni settimana. A tal proposito, avrete due scelte: fare uno switch di personaggi tra la prima e la seconda settimana, o proseguire con gli stessi per tutta la durata della quest.
    [ESEMPIO PRATICO]
    Switch. Lele decide di portare Justin, Balt, Al e Dave, ma di muoverne soltanto due per ciascuna settimana: la prima Justin e Balt, la seconda Al e Dave. In questo caso, Justin ed Al varranno come un solo personaggio (stesso discorso per Balt e Dave) al fine dei PE presi a fine evento e di progressi lungo tutto la sua durata (punti salute, eventuali bonus, etc…).
    Senza switch. Lele decide di portare Justin, Balt, Al e Dave, e di muovere sempre loro per tutto il tempo: alla fine della prima settimana, questi PG lasceranno il gruppo con cui sono stati per essere riallocati in un altro della seconda settimana.
    Nel caso del non-switch, sarà possibile portare un massimo di quattro personaggi. Nel caso dello switch, otto personaggi ma in modo che siano in numero pari così da fare in modo di avere una continuità (quindi verranno iscritti in coppia – appunto, Justin-Al).


    &&. incantesimi, poteri, armi e bonus
    Al momento dell'iscrizione, vi sarà concesso di scegliere un'arma: qui trovate la lista delle armi bianche, qui di quelle da fuoco; ciò non toglie che possiate portare qualsiasi cosa voi desideriate (anche un coltello da cucina, per intenderci.)
    NOTA BENE: Le munizioni delle armi da lancio e di quelle da fuoco, come il numero di granate, non sono illimitati. Per arco e balestra saranno disponibili 24 frecce. Shuriken e coltellini da lancio saranno riutilizzabili (a discrezione del Fato) e saranno 5. Le granate di qualsiasi tipo saranno in confezioni (?) da 5. I fucili disporranno, che siano a canne mozze o semiautomatici, di 12 munizioni ciascuno. Le pistole semiautomatiche avranno 2 ricariche (una già all’interno dell’arma e l’altra di scorta) da 12 proiettili ciascuna. Le rivoltelle hanno un tamburo con la capacità di contenere 6 proiettili, e ci saranno 4 ricariche per un totale di 24 proiettili. Le pistole mitragliatrici hanno un totale di 60 proiettili, ma ogni volta che si spara con quest’arma sarà il Fato, estraendo un numero compreso tra 1 e 10, a decretare il numero di proiettili sprecati nell’attacco.
    Sempre al momento dell'iscrizione, dovete specificare la classe del personaggio (spiegate in regolamento combattimenti); il livello dei punti esperienza (qui il regolamento); il gruppo di livelli per i quali guadagnerete i PE; il potere (se wizard/muggle). Qui trovate la lista incantesimi e la lista poteri come dovrà essere usata all'interno della quest. Qui trovate una simpatica guida nient'affatto simpatica sempre utile quando si parla di quest. attenzione: nel momento in cui aderite ad una quest, accettate che i vostri pg possano subire ripercussioni a livello di storyline (perdita di memoria, di arti, di vita), quindi prestate molta attenzione alla vostra scelta.

    &&. fittizi
    Un pg fittizio è un pg da utilizzare solo e soltanto per la quest, per cui non sarà necessaria una scheda pg. Saranno personaggi che voi strutturerete in tutto e per tutto, carattere e biografia, ma la cui storia accennerete solamente nelle role e non in una scheda vera e propria. Potrete decidere la fazione, se Ribelli o Mangiamorte, se Esperimenti. Ovviamente per rendere il tutto più intrigante, potrete per questi pg creare degli inciucci con pg già esistenti, oppure fra i pg fittizi stessi. Ad esempio, un fratello, un cugino, un vecchio amante, un amico dei vostri o di altri pg. Una volta che avrete in mente un personaggio, se vorrete potete chiedere in wanna..? delle relazioni esattamente come fate per i pg normali.
    NOTA BENE: Se avete un pg in costruzione, o pensate ad un futuro personaggio che vorreste provare a muovere, questa è la vostra occasione!


    &&. modulo per iscriversi
    SENZA SWITCH
    HTML
    <table cellspacing="2" bgcolor="#0a0a0a" width="100%" style="font-family:nunito,sans-serif;font-size:10px;line-height:14px;color:#aaa;width:520px">
    <tr>

    <td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">

    <tr><td width align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b>
    classe bonus </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i>
    <div style="padding-top:5px"> arma & potere </div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td>
    </tr>

    </table></td>
    <td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">

    <tr><td width align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b>
    classe bonus </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i>
    <div style="padding-top:5px"> arma & potere </div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td>
    </tr>

    </table></td>

    </tr>
    <tr>

    <td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">

    <tr><td width align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b>
    classe bonus </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i>
    <div style="padding-top:5px"> arma & potere </div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td>
    </tr>

    </table></td>
    <td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">

    <tr><td width align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b>
    classe bonus </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i>
    <div style="padding-top:5px"> arma & potere </div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td>
    </tr>

    </table></td>

    </tr> </table>


    CON SWITCH
    HTML
    <table cellspacing="2" bgcolor="#0a0a0a" width="100%" style="font-family:nunito,sans-serif;font-size:10px;line-height:14px;color:#aaa;width:520px">
    <tr>

    <td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">

    <tr><td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td>
    <td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b>
    classe bonus </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i>
    <div style="padding-top:5px"> nomepg: arma & potere
    nomepg: arma </div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td>
    </tr>

    </table></td>
    <td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">

    <tr><td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td>
    <td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b>
    classe bonus </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i>
    <div style="padding-top:5px"> nomepg: arma & potere
    nomepg: arma </div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td>
    </tr>

    </table></td>

    </tr>

    <tr>

    <td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">

    <tr><td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td>
    <td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b>
    classe bonus </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i>
    <div style="padding-top:5px"> nomepg: arma & potere
    nomepg: arma </div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td>
    </tr>

    </table></td>
    <td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">

    <tr><td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td>
    <td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b>
    classe bonus </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i>
    <div style="padding-top:5px"> nomepg: arma & potere
    nomepg: arma </div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td>
    </tr>

    <tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali
    <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td>
    </tr>

    </table></td>


    </tr></table>


    Edited by #epicWin - 2/4/2024, 14:58
  4. .
    If the wind turns, if I hit a squallAllow the ground to find its brutal way to me
    april 1st, 2024
    Lo vedi.
    Tu sì, lo vedi.
    Per quanto tenti di strabuzzare lo sguardo, di premere i pugni sugli occhi per accomodare meglio la vista, di non vederlo, lo vedi.
    Non riesci affatto a non farlo – la tua attenzione è tutta lì, come un magnete alla costante ricerca del suo polo.
    «ehi,» non ti giri verso la voce, sei troppo preso, ma non hai dubbi sul fatto che sia rivolta a te. «che hai?» guardi quella che riconosci – perché la riconosci? – essere Chouko. Non ti sovviene il cognome, ma sai che è lei. Nei suoi occhi, non trovi però quello che stavi cercando – ma cosa, cosa stai cercando?
    Sorpresa? Confusione? Sgomento?
    Che cosa?
    Riflesso nelle iridi di lei, c’è solo un senso di sollievo che, lento ma inesorabile, si espande nel tuo torace. «non lo vedi?»
    Sai già la risposta.
    Sai già la domanda.
    «che cosa dovrei vedere?»
    Niente.
    «… niente» sollevi un angolo delle labbra, silente saluto alla ragazza che – con uno scappellotto ben assestato ed il consiglio di farti un bel riposo, sembri stanco – se ne va.
    Ma tu lo vedi, occhi puntati su quella calamita; non puoi non vederlo, anche se vorresti.
    Anche se ci provi.
    Va tutto bene.
    Leonard sta camminando, quando vuoi avvicinarti a lui – quando sai di doverlo fare, mosso da qualcosa che non hai trovato in precedenza negli occhi degli altri.
    Un passo, due passi.
    Non serve farne di più, perché
    (va tutto bene)
    va tutto bene.
    E lo stesso vale quando vedi Vin seduta sulla fontana, a chiacchierare del film con gli altri ragazzi.
    O Theo, che rincorre i bambini che giocano con il pallone; e Roxie, che non si sa bene dove ma è riuscita a recuperare un coltello con cui inseguire quella mandria.
    O Diaz, seduto su una panchina che lancia da mangiare ai piccioni con Giacomino.
    O Vincenzo, che chiede una sigaretta ad un Twat appoggiato con una scarpa contro il muro di un edificio ai bordi della piazza.
    Va tutto bene.
    Ti è solo sembrato si fossero bloccati – di nuovo, anche loro –, giusto?
    Te ne convinci, e guardi di nuovo i tuoi compagni, i palazzi.
    Il cielo.

    Apri gli occhi
    «il cielo…»
    È solo un –
    «il cielo… sta…»

    Va tutto bene.
    you can come as you are.
    so hold me,
    mom,
    in your
    long arms
    ..
    in your
    electronic arms
    to be continued
  5. .
    If the wind turns, if I hit a squallAllow the ground to find its brutal way to me
    april 1st, 2024
    Vieni accolto naturalmente, ed in maniera altrettanto spontanea ti muovi per quella piazza.
    Non c’è niente di strano in quei sorrisi casuali che i passanti ti rivolgono quando incroci il loro sguardo; tantomeno, nei timidi cenni del capo con cui ricambi quel saluto. Quella piazza è sempre affollata, d’altronde: nessuno sembra far caso a quelle cinquantasei persone in giro, e nemmeno tu ci fai caso. In ogni passo, in ogni gesto, non c’è l’ombra di disagio – solo… serenità.
    E tranquillità, e libertà.
    Ma libero da cosa?
    Non ti viene in mente niente, sebbene per qualche istante cerchi di fare mente locale – nel secondo successivo, però, capisci che non c’è nulla che debba fare capolino nella memoria.
    Hai solo una domanda. Semplice e banale per molti, ma non per te.
    Ti avvicini alla donna con il passeggino, e gettando uno sguardo nella minuta culla scopri che il bambino pare essersi finalmente acquietato. «salve,» sorridi alla giovane madre. A vederla meglio, non diresti abbia molti anni in più di te. «perdoni la domanda, ma saprebbe dirmi che giorno è oggi?»
    Lei ricambia il tuo sguardo, genuinamente sorpresa e confusa da quel quesito. Chi è che esce di casa senza nemmeno sapere che giorno sia, giusto? «sabato!» gioviale, candida, la sua voce: “oh beh”, deve aver pensato, “magari è qualche tipo di esperimento, o di trend, in effetti sono fuori dal giro dei social da un po’ di tempo”.
    Ma non è quello che ti interessa. «mi scusi… intendevo la data.»
    È abbastanza istintivo quel noi a balenarti nella testa, quando la vedi tentennare a quella richiesta e chiedere una risposta al cielo sollevando lo sguardo: sempre complicato, quando ci sono dei numeri di mezzo.
    «ventiq-»
    Apri gli occhi.
    «ventiquatt-»
    Apri gli occhi.
    «ventiquattro febbr-»
    Apri gli occhi.
    «primo apri-»
    Apri gli occhi.
    «oh cielo,»
    si passa una mano sulla nuca, occhi chiusi e fossette sulle guance.
    Tu, invece, corrughi le sopracciglia.
    È successo? È realmente successo? Per un attimo hai creduto che la ragazza si fosse fermata – anzi, non fermata: bloccata.
    Forse stava solo pensando, ed è normale che la stanchezza del badare un bambino la porti ad assentarsi in pubblico – no?
    Ma… è successo? O magari hai solo guardato il sole per troppo tempo, quando hai aperto gli occhi: i segmenti corporei della gente, dopotutto, non vanno a scatti.
    «ci credi che non mi viene in mente?» piega la testa, e sai che è sincera. «devi scusarmi, questo periodo è davvero...» non c’è mica bisogno che finisca la frase, dopo quello sbuffata sarcastica. Ne ridi con lei, e la ringrazi comunque prima di lasciarla.
    Alla fine, è sabato.
    Sabato, lo era anche il ventiquattro febbraio.
    Alzi lo sguardo sui tuoi compagni, e sui palazzi che circondano la piazza.

    Lo vedi?
    you can come as you are.
    and i said
    okay, who is this
    really?
    ..
    and the voice said
    this is the hand

    the hand that takes
    to be continued
  6. .
    If the wind turns, if I hit a squallAllow the ground to find its brutal way to me
    april 1st, 2024
    Apri gli occhi.
    Lo senti? Il piacevole tepore del Sole primaverile sul viso: ti sembra una vita dall’ultima volta che hai dovuto chiudere le palpebre per non rimanere accecato dalla sua luce, e nemmeno un giorno.
    Non sai davvero dirlo, ma non ti interessa realmente quanto tempo sia trascorso da quando hai potuto sentirlo premere sulla pelle, scaldandola ed alleviandone ogni tensione. L’importante è che ci sia, in questo momento. Ti sembra che ogni singola cellula del tuo corpo ne stia godendo, raccogliendo tutte le particelle di luce che può e tenendole per sé, ed è tutto ciò che ti serve adesso – nient’altro che questo.
    Apri gli occhi.
    Lo senti? Non serve nemmeno che ti impegni più di tanto, per accettare che quell’odore penetri nelle narici, solleticandole. Dopotutto, potresti riconoscere il profumo del pane appena sfornato lontano chilometri: arriva da est, e non ti è difficile credere che alla tua destra ci sia un forno.
    Quello un po’ più acre del tabacco arriva con qualche secondo di ritardo, ma non ti dà così tanto fastidio.
    Ciò che ti fa prudere il naso, che odi dal profondo delle tue viscere, giugne con un po’ di ritardo – più tenue, infido bastardo che si maschera e si fa percepire appena. “Polline”, ti viene da pensare, “polline infame”.
    Apri gli occhi.
    Le senti? Tutte quelle voci – e no, se te lo stai chiedendo, non sono tutte nella tua testa. Arrivano da ogni dove, e dietro quel sipario scuro che ti cela la vista riesci a malapena a capire quanto siano distanti da te.
    Un bambino che piange, le ruote della carrozzina che si muovono – avanti e indietro, avanti e indietro – sull’asfalto, e la soffice voce della madre che canta una ninna nanna nel tentativo – vano, supponi – di farlo tornare a dormire.
    Un gruppetto di adolescenti che parlano animatamente dell’ultimo film uscito al cinema, e che sembrano aver appena visto: anche tu conosci la pellicola, ma non ricordi di averlo ancora visto; sapevi sarebbe uscito tra poco, ma forse ti sei sbagliato. Ti arriva anche lo zampillare dell’acqua – una fontana!, ma certo, come potevi aver dimenticato ci fosse una fontana lì? –, da quella che ti sembra essere la stessa distanza.
    Una coppia, e dalla cadenza dei passi riesci a dire che di anni insieme devono averne già vissuti parecchi, che non parla molto: passeggia non molto lontano da dove sei tu, commentando piano gli sprazzi di vita che si susseguono tutt’attorno – dal “ricordi tesoro? anche susan piangeva sempre così tanto!” ai borbottii dell’uomo uniti alle risatine di sua moglie, ormai avvezza ai modi poi non così tanto burberi di lui, quando dei ragazzini giocando gli correvano davanti.
    Quella donna d’affari che se ne frega, al contrario dei due anziani, di cosa succeda fuori dai propri spazi personali: ha la sua chiamata di lavoro da fare, tutto il resto per lei è fuffa.
    E tante persone, tante vite, tante voci che piano piano si fanno spazio.
    Apri gli occhi.
    L’hai sentito? Non si è scusata, quella donna impegnata, quando ti ha dato la spallata – troppo presa dai suoi doveri, per rendersi conto di averti urtato per il semplice fatto che eri sulla tua strada.
    Carne contro carne – e tu, che avevi creduto essere inamovibile fino ad ora, che ti sposti, un corpo la cui inerzia è stata annullata senza che potesse rendersene conto.
    Apri gli occhi.
    Va tutto bene, apri gli occhi.
    Sei vivo, apri gli occhi.

    Lo vedi?
    È esattamente come te lo sei immaginato, come ogni parte di te l’ha sentito.
    Ci metti un po’ a riabituarti alla luce naturale di quella giornata, ma la fontana è esattamente al centro della piazza esagonale – non grande, ma nemmeno così piccola –, e sul suo muretto c’è quel gruppo di ragazzetti che parlano animatamente. Andranno al liceo, forse è il loro ultimo anno. Alzi lo sguardo, e vedi quel vecchietto brontolone che rimprovera il bambino che gli ha tagliato la strada, la moglie che a sua volta gli dà un tenero schiaffo sulla spalla – imbronciata, ma non davvero. Segui il pianto del bambino, che ancora non cede alle preghiere della mamma: lei ti sembra stanca, evidentemente il figlio non smette mai di lamentarsi per qualcosa, ma comunque felice. Sulla spalla, tiene una busta con il logo di un – ma certo, il forno! È proprio dietro di lei, la porta ancora socchiusa. E della donna che ti ha colpito, vedi solo lo strascico mentre si allontana. Indossa un tailleur nero, elegante, i capelli bruni e mossi lasciati cadere sulle spalle: non si volta a guardarti, non potrai mai dire che aspetto abbia.
    Conosci quel posto.
    Non ricordi perché, né se ci sei mai stato; forse l’hai soltanto visto in un film quel piccolo borgo appena fuori Portsmouth, o ne hai letto in un libro.
    Non sai come tu ci sia arrivato, lì.
    È importante?
    Quando senti la mano calare sulla tua spalla, e sorridi, ti dici che non lo è poi così tanto.
    Sovrappensiero ti tocchi il collo, e quel lembo di pelle appena dietro l’orecchio, prima di voltarti a guardare di chi sono quelle dita – non che ce ne sia poi così tanto bisogno, per sapere che si tratta di una di quelle persone che senti di poter chiamare compagna.
    Ma compagna di cosa?
    Compagna perché?
    Tutto ciò che ti sovviene, è compagna da quando e compagna da dove: ventiquattro febbraio, Lotus Mirage Resort, Montrose, costa est della Scozia.
    «siamo…» ti guardi intorno, e finalmente li vedi. Alcuni sono ancora lì dove sei tu, altri si sono già lanciati a perlustrare la zona, altri ancora si sono seduti sulle panchine dietro di voi, a scroccare una sigaretta – o forse qualcosa di più pesante e rilassante: non li giudichi.
    «a casa?» annuisci.
    «se abiti qui direi di sì, io sto un po’ più al nord a dire il vero.»
    you can come as you are.
    hello?

    ..
    this is your
    mother,
    are you there?
    are you
    coming home?
    to be continued
  7. .
    bio. // ıɥɔɔo ılɓɐ ǝlıqısıʌuı ǝ̖ ǝlɐızuǝssǝ,l
    - 23:59 - 31/03/2024
    👋👋 Ciaooooooooooooo

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    - 23:11 - 31/03/2024
    O magari, è tutto vero. Ci pensate? #LOL

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    - 22:19 - 31/03/2024
    Ha Ha Ha voi ragazzi di Twizard siete così divertenti... 🤣🤣🤣...... Una #Bufala?! Magari sì...

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    - 13.45 - 10/03/2024
    Oh-Oh, chi di voi mi ha segnalato al m1n1stero (l'ho scritto giusto?)? Sono stato un bimbo cattivo e mi hanno sospeso 😎🤣 Sarò breve (1/4789 😀) . Da quasi un anno ormai continuano a sparire persone, ed anche se il #l0tus è il più clamoroso, non è un caso isolato. Qualcuno parla di nuovi #Laboratori, altri di una #Setta. Nessuno sembra prendere in considerazione l'ipotesi che possano aver #Scelto di andarsene

    (2/5) Allora perchè gli #Avvistamenti? So per certo (e no, non citerò le mie #Fonti 🤫) che alcune persone considerate smarrite sono state viste in giro per il mondo, ed in piccoli gruppi. Non hanno comunque fatto ritorno a casa 🏠

    (3/5) E se ....! Fossero tutti insieme....?!? Da qualche parte.... in segreto..... A costruire qualcosa...... E perchè no!!! Un Nuovo Mondo..... Con Nuove Regole..... 🤔🤔

    (4/5) Sarà tutto #Falso?!? Forse................

    (5/5) Una teoria alquanto affascinante. Non siete intrigati?! #LaStoriaStaCambiando
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    - 22.34- 04/03/2024
    @cryabout_it @howifuckyourmother 🤣🤣 LOL!!!!! Forse!!! 😝Oppure............. 🤔 #EsperimentoSociale ? Non sarebbe il primo.......... #èGiàSuccesso 🙊🙊🙊
    15 COMMENTS5 RETWEETS12
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    - 17.14 - 03/03/2024
    Voi ci credete nell'hotel scomparso nel nulla? 😳 Io ho delle #Teorie 🧐🤔
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  8. .
    bio. // ıɥɔɔo ılɓɐ ǝlıqısıʌuı ǝ̖ ǝlɐızuǝssǝ,l
    - 23:11 - 31/03/2024
    O magari, è tutto vero. Ci pensate? #LOL

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    Oh-Oh, chi di voi mi ha segnalato al m1n1stero (l'ho scritto giusto?)? Sono stato un bimbo cattivo e mi hanno sospeso 😎🤣 Sarò breve (1/4789 😀) . Da quasi un anno ormai continuano a sparire persone, ed anche se il #l0tus è il più clamoroso, non è un caso isolato. Qualcuno parla di nuovi #Laboratori, altri di una #Setta. Nessuno sembra prendere in considerazione l'ipotesi che possano aver #Scelto di andarsene

    (2/5) Allora perchè gli #Avvistamenti? So per certo (e no, non citerò le mie #Fonti 🤫) che alcune persone considerate smarrite sono state viste in giro per il mondo, ed in piccoli gruppi. Non hanno comunque fatto ritorno a casa 🏠

    (3/5) E se ....! Fossero tutti insieme....?!? Da qualche parte.... in segreto..... A costruire qualcosa...... E perchè no!!! Un Nuovo Mondo..... Con Nuove Regole..... 🤔🤔

    (4/5) Sarà tutto #Falso?!? Forse................

    (5/5) Una teoria alquanto affascinante. Non siete intrigati?! #LaStoriaStaCambiando
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    - 17.14 - 03/03/2024
    Voi ci credete nell'hotel scomparso nel nulla? 😳 Io ho delle #Teorie 🧐🤔
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  9. .
    bio. // ıɥɔɔo ılɓɐ ǝlıqısıʌuı ǝ̖ ǝlɐızuǝssǝ,l
    - 22:30 - 31/03/2024
    Ha Ha Ha voi ragazzi di Twizard siete così divertenti... 🤣🤣🤣...... Una #Bufala?! Magari sì...

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    - 13.45 - 10/03/2024
    Oh-Oh, chi di voi mi ha segnalato al m1n1stero (l'ho scritto giusto?)? Sono stato un bimbo cattivo e mi hanno sospeso 😎🤣 Sarò breve (1/4789 😀) . Da quasi un anno ormai continuano a sparire persone, ed anche se il #l0tus è il più clamoroso, non è un caso isolato. Qualcuno parla di nuovi #Laboratori, altri di una #Setta. Nessuno sembra prendere in considerazione l'ipotesi che possano aver #Scelto di andarsene

    (2/5) Allora perchè gli #Avvistamenti? So per certo (e no, non citerò le mie #Fonti 🤫) che alcune persone considerate smarrite sono state viste in giro per il mondo, ed in piccoli gruppi. Non hanno comunque fatto ritorno a casa 🏠

    (3/5) E se ....! Fossero tutti insieme....?!? Da qualche parte.... in segreto..... A costruire qualcosa...... E perchè no!!! Un Nuovo Mondo..... Con Nuove Regole..... 🤔🤔

    (4/5) Sarà tutto #Falso?!? Forse................

    (5/5) Una teoria alquanto affascinante. Non siete intrigati?! #LaStoriaStaCambiando
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    @cryabout_it @howifuckyourmother 🤣🤣 LOL!!!!! Forse!!! 😝Oppure............. 🤔 #EsperimentoSociale ? Non sarebbe il primo.......... #èGiàSuccesso 🙊🙊🙊
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    - 17.14 - 03/03/2024
    Voi ci credete nell'hotel scomparso nel nulla? 😳 Io ho delle #Teorie 🧐🤔
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  10. .
    I parchi richiamano sempre alla memoria ricordi. Rimangono impressi, per qualche motivo; pregni di nostalgia per un tempo passato. Magari la persona ora di fronte a voi ha pensato a quando, da bambino, passava le giornate a litigarsi l'altalena con i suoi compagni, o quando da ragazzo ha dato il suo primo bacio - chissà, magari su quella stessa panchina.
    Il perchè sia lì, non importa. Fra tutti i posti in cui avrebbe potuto smaterializzarsi, un tonfo vuoto e liquido a pochi passi da voi, ha scelto quello.
    Istinto.
    E forse razionalmente non riuscite a registrare nulla di lui. Non riuscite a vedere di che colore abbia gli occhi - scuri, vi direte in un secondo momento - o se abbia o meno le lentiggini - le ha, come noterete da quanto spiccano sull'incarnato pallido. Il rosso dei capelli permane anche quando cade senza emettere alcun suono.
    Non un sospiro. Non un sibilo.
    Qualcosa l'avete registrato, però. Un'ondata di terrore, mescolata a qualcosa che sulla lingua, se Hans sa riconoscerlo, ha il sapore del sollievo. Qualcos'altro, di cui non riesci a discerne le note. Una necessità che non ha tempo di concretizzare a parole, una mano al cuore e l'altra abbandonata distratta lungo il fianco.
    Non avete neanche bisogno di avvicinarvi, per sapere sia morto. Possiede il vuoto che solo chi ha abbandonato il piano mortale, ha.
    Magari vi chinate sul suo corpo. Magari non lo fate. In entrambi i casi, non vedete nulla che possa averne causato la morte.
    Nessuno si ferma a guardare. Il resto del mondo va avanti attorno a voi, solo fischi più pronunciati per richiamare i cani che, incuriositi dall'accaduto, si sono accostati.
    Ma hanno visto: pochi minuti dopo, un paio di Cacciatori inviati dal Ministero vi squadra. Non vi fanno domande; voi certo non avete tempo di farle a loro. Vi rivolgono un misero e solenne cenno con il capo a volersi fingere rassicurante.

    Così come sono arrivati, spariscono con il cadavere senza lasciare alcuna traccia.
  11. .
    Non c'è stato alcun segnale, prima. Nulla che abbia potuto prepararti ad affrontare la situazione ora sotto mano, inaspettata quanto pioggia in un giorno di sole.
    Sei all'Aetas, Cal, in attesa che si presenti il tuo appuntamento. È una giornata come un migliaio d'altre in quel del parco: padroni a spasso con il cane, adolescenti a ridere su una panchina, tornei di carte e scacchi sui prati ben curati.
    E -
    all'improvviso -
    Il suono asciutto di una smaterializzazione proprio lì, di fronte a te. Una donna che potrebbe avere la tua età, anche se sembra portare i suoi anni molto peggio: segni scuri sotto gli occhi, guance scavate, capelli spettinati. Viso sporco.
    Spalanca la bocca per dirti qualcosa.
    Non hai tempo, né bisogno, di armarti; e non ha tempo, lei, di dirti nulla.
    Cade come un burattino cui abbiano tagliato i fili.
    È ora riversa al suolo, con l'abbandono tipico della morte a scomporne gli arti. Occhi vitrei, e vacui. La pelle è ancora calda al tatto.
    Anche cercando, non troverai alcun segno di cosa la abbia uccisa. Neanche la magia ti viene in soccorso.

    Qualcuno ha chiamato i soccorsi.
    Cacciatori.
    Sono loro ad occuparsi del corpo; dove lo portano non è certo affare tuo.
    E se hai delle domande, farai bene a tenerle per te.
  12. .
    bio. // ıɥɔɔo ılɓɐ ǝlıqısıʌuı ǝ̖ ǝlɐızuǝssǝ,l
    - 13.45 - 10/03/2024
    Oh-Oh, chi di voi mi ha segnalato al m1n1stero (l'ho scritto giusto?)? Sono stato un bimbo cattivo e mi hanno sospeso 😎🤣 Sarò breve (1/4789 😀) . Da quasi un anno ormai continuano a sparire persone, ed anche se il #l0tus è il più clamoroso, non è un caso isolato. Qualcuno parla di nuovi #Laboratori, altri di una #Setta. Nessuno sembra prendere in considerazione l'ipotesi che possano aver #Scelto di andarsene

    (2/5) Allora perchè gli #Avvistamenti? So per certo (e no, non citerò le mie #Fonti 🤫) che alcune persone considerate smarrite sono state viste in giro per il mondo, ed in piccoli gruppi. Non hanno comunque fatto ritorno a casa 🏠

    (3/5) E se ....! Fossero tutti insieme....?!? Da qualche parte.... in segreto..... A costruire qualcosa...... E perchè no!!! Un Nuovo Mondo..... Con Nuove Regole..... 🤔🤔

    (4/5) Sarà tutto #Falso?!? Forse................

    (5/5) Una teoria alquanto affascinante. Non siete intrigati?! #LaStoriaStaCambiando
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    - 22.34- 04/03/2024
    @cryabout_it @howifuckyourmother 🤣🤣 LOL!!!!! Forse!!! 😝Oppure............. 🤔 #EsperimentoSociale ? Non sarebbe il primo.......... #èGiàSuccesso 🙊🙊🙊
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    - 17.14 - 03/03/2024
    Voi ci credete nell'hotel scomparso nel nulla? 😳 Io ho delle #Teorie 🧐🤔
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    Edited by portavoce del karma‚ ossequi - 10/3/2024, 17:55
  13. .
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    - hh.mm - gg/mm/aaaa
    @cryabout_it @howifuckyourmother 🤣🤣 LOL!!!!! Forse!!! 😝Oppure............. 🤔 #EsperimentoSociale ? Non sarebbe il primo.......... #èGiàSuccesso 🙊🙊🙊
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    - 17.14 - 03/03/2024
    Voi ci credete nell'hotel scomparso nel nulla? 😳 Io ho delle #Teorie 🧐🤔
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    - 17.14 - 03/03/2024
    Voi ci credete nell'hotel scomparso nel nulla? 😳 Io ho delle #Teorie 🧐🤔
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    Il TWIZARD è la nuova piattaforma magica che ha sostituito twitter dopo il ban del Ministero.
    Potete rispondere e partecipare alla discussione utilizzando il seguente codice.
    NDA: Le interazioni sono tutte on gdr, quindi potrete rispondere anche con più personaggi, se hanno cose diverse da dire. Fanno ovvia eccezione i dispersi del 24 Febbraio.

    HTML
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    </table> <div class="twizbody"><span style="color: #bb3627;">@USERNAMEACUIRISPONDI</span> SCRIVISCRIVISCRIVI </div> <div class="twzidatetime">hh.mm - gg/mm/aaaa - <span><b>powered by <span style="color: #bb3627;">twizard</span></b></span></div> <table width="100%" class="twizactionscomment" cellpadding="10">

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    </tr>

    </table></div>
  15. .
    gruppo due - piano interratomurphy, clayton, amaranth, tvättbjörn, remo, kieran, ryuzaki, adrian, nina, mckenzie, mis, milena, kaz & theo, liam, roxie, remi & nahla, marcus & sin, hold & reggie, avery, cybil & az, barbie & styx, cory & ciruzzo
    Avete tutti fatto una scelta.

    Armando ha fatto una scelta, quando ha deciso di affittare il Lotus più giorni di quanti fosse stato concordato. Una scelta veniale; interessata, e superficiale.
    Adrian ha fatto una scelta, quando ha deciso di cercare la sua vendetta. Una scelta crudele; una vittoria pirrica.

    E voi? Oh, voi anche, avete fatto una scelta.

    Chi prima, presentandosi al Lotus con armi alla mano e cuore pesante. Chi dopo, rimanendo a combattere per cercare vendetta o per puro spirito di squadra. Non importa, perché siate lì: ci siete, ed è quello che conta.

    Al piano interrato, sono i primi a rendersene conto. Quando anche l'ultimo dei nemici cade, ed hanno un istante - uno solo - per prendere fiato prima di raggiungere i compagni oltre le scale, sentono l’intero edificio muoversi. Un lento pulsare che fa pensare più a qualcosa di vivo che ad uno stabile, come se stesse trattenendo il respiro per soffiarlo tutto insieme. Svuotarsi. Vi dite sia solo un'impressione, dopotutto siete tutti ebbri, chi di adrenalina chi di tranquillanti.
    Vi riversate all’entrata, incontrandovi e scontrandovi con alleati ed altri ostaggi. Due affluenti che tornano ad essere fiume in piena, le suole delle scarpe intrise di sangue e scheggiate d’osso. Malridotti? Non troppo; siete decisamente stati peggio. E non fate in tempo a far niente, sapete - perchè rimanere fra quelle mura è stata una vostra decisione.
    Sembra gonfiarsi.
    La pressione vi tappa le orecchie, come se foste improvvisamente sott’acqua. Un fischio sottile, ma insistente. Ed accade tutto in fretta, mentre Koreain e Milo scivolano verso l’entrata, incespicando negli scalini che vi hanno accompagnato all’interno del resort.

    Sono all’aria aperta, loro due. Forse incontrano Finn, Hans e Chelsey, o Shiloh, Breccan e Iris, se ancora non se ne sono andati per cercare aiuto.Sono lì fuori, Milo e Rain, quando vedono -
    Qualcosa di inspiegabile.
    Qualcosa a cui nessuno, da quel giorno, avrebbe creduto.
    Qualcosa che ai piani alti sapranno sia vero, e che verrà comunque ignorato.
    insabbiato.
    Si parlerà di complotto. Di sfortunato incidente. Fin quando se ne parlerà, certo - poi si smetterà e basta.
    Il 24 Febbraio 2024, il Lotus è sparito, portando con sé chiunque fosse al suo interno. Non è rimasto nulla dell’hotel, se non l’impronta sul cemento.
    Uno scherzo, dirà qualcuno; di cose strane, ne sono successe abbastanza che un piazzale improvvisamente vuoto non faccia battere ciglio. Chiunque dica cosa sia realmente successo quel giorno, viene preso come un folle, l’ennesimo pazzo a millantare una terra piatta ed un sistema geocentrico.
    Non per tutti, però. Qualcuno quel giorno ha perso amici, parenti. A qualcuno, la verità interessa ancora.

    Una verità non per oggi, signori miei.
    Probabilmente, neanche domani.
    E allora non resta che aspettare: alla prossima scelta, allora.
    Magari sarà quella giusta.
1050 replies since 11/12/2011
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