【 ORYX LIGHTSHIELD 】

Umano Aurora | Antipaladino/Barbaro | Liv 8 | C/M | Scheda | Oryx's Room

Osservò per qualche attimo l’attrezzo che la donna stava usando per filare. Il cucito, un’attività strana ed, almeno in parte, sconosciuta ad Oryx.
Certo, s’era rassettato qualche volta la casacca, ma in maniera becera e poco certosina. Era, tuttavia, un’attività che spesso faceva Orianna Van, la sua prima padroncina.
Erano gli unici momenti dove la ragazzina si dimostrava attenta e puntigliosa ed al piccolo biondo, anche se era spaventato da lei e ne era completamente succube, affascinava vederla armeggiare tra ago e filo.
Ma mai aveva visto un arcolaio o un punteruolo per cucire.

La risposta della ragazza lo sorprese, ma non perse la calma. Sembrava molto più sulla difensiva che altro, come se avesse paura di esporsi.
Che caratterino… La canzonò lui. Eravate voi a spiarci per prima, vi ho visto con lo sguardo alzato. Siete incuriosita? Chiese, con tono leggero ma anche basso, come se volesse parlare solo con lei.

E poi potrei saperne molto più di quello che pensate. Io non so niente voi… e voi non sapete niente di me. Ma non preoccupatevi, siamo solo viandanti, sperduti in una foresta.
M’è parso strano trovare, appunto, una sartoria… quindi mi sono incuriosito, tutto qui. Ho voluto sfruttare una possibile curiosità “Condivisa” con voi, se così vogliamo dire Le confessò, osservando l’arcolaio e gli strumenti che la donna stava utilizzando.

Mi chiamo Oryx Lightshield. Si presentò lui, padrone della sua lingua e, sperava di quella conversazione.
E come v’ho già detto.. sono solo curioso. Cosa ci fanno delle donne, tutte sole, in una foresta del genere… a tessere? A quest’ora di notte poi.
Si chinò all’altezza dell’arcolaio, per studiare meglio sia l’oggetto che la ragazza che stava tessendo

Non volse nemmeno per un attimo lo sguardo a Fanyare, che era li con lui, nonostante sapesse che la donna aveva guardato pure l’elfa.
Voleva che l’attenzione fosse tutta per lei, voleva carpire qualche segreto.
Non sarò bravo a cucire… ma sono bravo a capire che questa non è una sartoria come tutte le altre, vero? Le disse, rivolgendole un sorriso.

Mentre Friederik veniva calmato dalla povera Venalia, che cercava in tutti i modi di mantenere il giovane uomo con i piedi ancorati a terra, il terrore si faceva sempre più vivido.
Forse il giovane non aveva tutti i torti a spaventarsi di fronte al fantasma e quando Venalia cercò di richiamarlo a se, i movimenti nella selva si fecero più costanti, più… pressanti.

I Giganteschi Lupi, con quello sguardo spiritato, uscirono dal bosco, mentre lo spettro s’alzava e fluttuava, lentamente, inesorabilmente verso di loro.
Il Sangue continuava a colare dal suo collo squarciato, lo sguardo era triste e pieno di ira allo stesso tempo, mentre i Lupi pregustavano quello che sarebbe potuto essere un lauto pasto.
Gli era sfuggito il marchese, non gli sarebbero sfuggiti anche loro.

A nulla valsero le parole dell’elfa, mentre Elvia alzava la mano.
Non suo figlio, non Byron, non il fatto che quella gente volesse solo aiutarla sembrò dare allo spettro la calma e tranquillità che cercava.
Come avrebbe potuto?
Lei era morta e niente l’avrebbe riportata alla vita. Nulla. A nessuno… era mai importato davvero di lei.
A nessuno.

Eppure, quando Venalia parlò del flauto… si fermò, di colpo.
Il sangue smise di gocciolare dalla sua gola e lo spettro fece qualcosa di assennato. Alzò la mano verso il branco dei lupi, come per dirgli di non attaccare. Di stare fermi.
Questi, fedelmente, ubbidirono.

Lo spettro, dunque, volò verso i due, trovandosi a pochi centimetri da loro. Certo, era sempre la donna assassinata, ma adesso era un ombra… qualcosa di diverso da quella presenza che prima faceva gocciolare il suo sangue a terra.
No, non avrebbe potuto toccare Friederik, nonostante, per un attimo, i suoi occhi si fossero posati su di lui.
Che riconoscesse, anche in quello stato, che fosse un bell’uomo?
Guardò poi Venalia, senza dire niente, protendendo la mano verso di lei, con il palmo aperto. Non voleva toccarla.
Voleva qualcosa indietro ed entrambi poterono capire cosa: Il Flauto.
Ma era la loro scelta, se consegnarlo alla donna fantasma o no. Lei attendeva, senza muovere nemmeno un velo del suo lugubre sudario invisibile.
Non un lamento.
Non un urlo.
Non un pianto… solo l’ululare del vento.

➤ Si agisca come si preferisce.
➤GM-Venalia-Asran - Rohitashwa-Zaratras -Friederik
➤Rohitashwa Zatras Possono postare quando vogliono, prima del Turno del Master, gli altri mantengano pure questa turnazione
➤Elvia è Attualmente Ostile

【 BALERION BLAZE 】

Umano Iboithi | Paladino | Liv 13 | L/B | Scheda | Balerion's Room

La voce della madre lo raggiunse ovattata, ma il ragazzo non poteva certo stare lì come uno stoccafisso e quando la sua tattica si rivelò giusta, facendo collassare la gigantesca statua sciogliendone le parti metalliche.
Il paladino crollò a terra, tossendo un po’ di sangue, ma ancora tutto sommato intero. Mentre si rialzava, la madre lo superava con dei graziosi passi di danza, mostrando la sua bravura e la sua bellezza.
Per un attimo si perse a guardarla, ma non poteva certo aspettare che quella zampetta venisse giù.

Guardò un attimo Zakahr e mimò un sorriso, come per ringraziarlo dell’aiuto contro la grossa statua e poi, osservando l’arma della madre che sfrecciava contro l’altra creatura… ebbe un idea.
Non aveva Astrum.
Non aveva nulla.
Ma aveva la sua mira ed qualche maceria.
Non è che chiodo poteva schiacciare chiodo, in questo caso? O forse Sasso poteva schiacciare sasso.

Raccolse una maceria abbastanza spessa da terra e quindi decise di prendere la mira e scagliare con malagrazia, ma potenza erculea, l’oggetto contro l’ultimo avversario, per renderlo inabile e permettere ai compagni di toglierlo di mezzo.
Ehi Stronzo! Chiamò, non sicuro che potesse sentire quello che gli voleva dire. Prendi questo!

L'arnese viaggiò, con velocità verso l’avversario. Tutto s’era aspettato tranne che usare un oggetto del genere come arma.
Ma, quando non hai un equipaggiamento a distanza… si fa di necessità virtù. Ed in quel momento qualsiasi cosa sarebbe potuta tornare utile, se si aveva abbastanza volontà e forza fisica per utilizzarla.

【 ORYX LIGHTSHIELD 】

Umano Aurora | Antipaladino/Barbaro | Liv 8 | C/M | Scheda | Oryx's Room

… Ovviamente. Disse lui, mentre vedeva la loro ospite andarsene, di gran lena, forse per parlare con chi comandava lì o più semplicemente… per trovare loro un letto.
Più il tempo passava più le cose fuori posto si facevano più pressanti, quasi soffocanti.
La sua voce interiore sembrava divertita dalla sua confusione, invece ad Oryx quella situazione non divertiva per niente, anzi.
Lo faceva andare in paranoia.
Cosa facevano delle sarte, nel pieno d’una foreste de genere, a cucire come se niente fosse.
No, quella situazione non lo convinceva.
Non lo faceva proprio per niente.

Fu la voce di Fany, tuttavia, a riportarlo un attimo con i piedi per terra, indicandogli una delle donne che cuciva.
Li aveva guardati più delle altre? Che forse… anche lei fosse arrivata in quel luogo da poco.
Forse… potrei chiederle qualcosa a lei. La tipa che ci deve cercare dei letti non sembra tanto sveglia. O forse lo è troppo.
Non gli importava se gli avevano detto di stare fermo, il Guerriero nero non l’avrebbe fatto.

Osservò l’elfa per qualche attimo, come a dirle che non si sarebbe messo in pericolo e poi… entrò nella stanza del cucito.
Stava alla bionda se seguirlo o meno, ma la sua direzione era verso la donna che stava filando e che li aveva guardati.
Forse lei… gli avrebbe dato delle risposte.
O forse, Urash avrebbe mosso la lingua della ragazza… In tutti i casi non avrebbe aspettato in quel posto senza fare nulla.

Buona sera… Sussurò, come a non disturbare le altre. Vi vedo indaffarata… cosa state tessendo? chiese alla sarta, in un sussurro gentile.

Si… penso che lo farò… stanotte darò un nome a quella povera creatura sventurata. In quella storia dovevano vincere tutti ed invece non parve che ci fosse nemmeno un vincitore. Il signore aveva perso un figlio e la sua linea di sangue si estingueva, Byron s’era rivelato essere un povero malato mentale, Peter aveva perso sua moglie e Elvia, per il voler troppo bene a qualcuno, aveva finito per morire.
Mentre era incinta, soprattutto.

E, mentre Elwing si muoveva per poter pattugliare anche lui la stanza di Byron, dall’esterno, per poter controllare i suoi movimenti, il resto degli avventurieri decise di rimanere a palazzo… tutti tranne Venalia e Wishfried.
Per loro c’era qualcosa che non andava.
Qualcosa che andava ancora raccontato in quella storia e l’unica che poteva sapere qualcosa… era lo spettro vendicativo di Elvia, che s’aggirava laggiù, fuori dalla città.

Scoprendo che si stavano avventurando fuori, gli venne anche affidato il flauto d’argento, qual’ora non l’avessero avuto.
Forse l’oggetto avrebbe potuto in qualche modo tenere a bada il fantasma e dar tempo ai nostri di fuggire, se la situazione si fosse fatta grave.

E così Venalia e Friederik s’avventurarono per le strade di Talya, sentendo ancora il lamentare della donna spettrale, la fuori.
Quando giunsero alle porte della città, la guardia che li aveva fatti entrare si ritrovò a dover aprire, spaventata il portone.
La vita è vostra, non mia. Aveva detto, vigliaccamente, lasciando andare i due verso il ponte che collegava la piccola cittadina al bosco.

E fu lì… che videro il pozzo. Ed accanto ad esso, seduta, con delle lacrime di sangue che scendevano dal viso e la gola squarciata, stava Elvia.
Osservava il pozzo, nelle sue profondità, come a rimpiangere la sua vita terrena. I capelli spettrali dovevano essere splendidi quando era in vita.
Scuri e mossi, adesso erano solo un eco di quello che furono. Le labbra piene ed il nasino all’insù la rendevano splendida come donna e non si poteva faticare a pensare perché Byron avesse perso la testa per lei.
Era vestita da contadinella, con una lunga gonna zozza di quello che sembrava sangue ed un vestitino che ne metteva in risalto le forme abbondanti… come il ventre, leggermente prominente. Solo a saperlo si sarebbe potuto intuire.
Lei teneva una mano su di esso e si lamentava, come facevano i fantasmi.

Un Grembo che mai avrebbe più ospitato vita. Ma non furono solo loro ad accorgersi del fantasma. Anch’ella alzò gli occhi verso i due avventurieri. Erano bianchi e spaventosi, come quelli d’un morto e l’urlo che seguì andò a scuotere ogni cosa nel bosco.
Erano ancora lontani, quindi l’effetto malevolo della voce della morta non ebbe alcuna conseguenza su di loro, ma mentre urlava, i suoi occhi e la sua gola cominciarono a zampillare sangue.
Quello era rosso, vivo… ma scompariva una volta toccato il suolo.
E dopo il lamento… Arrivarono loro.
Dalla foresta, 30 paia di occhi cominciarono a scrutare gli avventurieri. Erano occhi spiritati, ma animati da un intento così malvagio che faceva accapponare la pelle.
Loro.
I Warg.

Adesso era il momento della follia. Erano andati lì per trattare… chissà se a Talya i morti raccontano favole.

➤ Si agisca come si preferisce.
➤GM-Venalia-Asran - Rohitashwa-Zaratras -Friederik
➤Rohitashwa Zatras Possono postare quando vogliono, prima del Turno del Master, gli altri mantengano pure questa turnazione
➤Elvia è Attualmente Ostile
➤ Se lo desiderate, potete effettuare un tiro di Intuizione per capire come potreste ammansire il fantasma (A meno che non abbiate idee voi, nel caso non serve tiro se non quello di Diplomazia)

Level UP!

► Livello del personaggio 6° ⇨ 7°
► Livello di partenza 6° Attaccabrighe ⇨ Livello finale 7° Attaccabrighe

Prossima soglia esperienza 51.000

Aumento Caratteristica Non Presente.
Punto Eroe+0 (3 Punto Eroe ⇨ 3 Punti Eroe)
Talenti: Aspetto della Bestia [Balzo Del Predatore]

HP +10 (72 HP ⇨ 82 HP)
Bonus di classe preferita +1 HP
Gradi 2-1+ 1 (Tratto Abile)⇨2
Acrobazia +2 (5 ⇨ 7)




Tempra +0 (+9 ⇨ +9)
Riflessi +0 (+8 ⇨ +8)
Volontà +0 (+4 ⇨ +4)
BaB +1/+1 (+6/+1 ⇨ +7/+2 )
DMC +22 ⇨ +23
BMC +10 ⇨ +11

Privilegi di classe ottenuti
»Addestramento Nelle Manovre 2 [Spezzare];