Hogwarts Mystery - GdR Harry Potter

Posts written by …Feyre…

  1. .
    Che palle che palle che palleeeeee
    Perché devi ammorbarmi la vita? Io mi faccio i cazzi miei, sto nel mio e non rompo il cazzo a nessuno.
    Ma ho te come piaga. In qualche vita passata devo aver fatto qualcosa di male
    CHE PALLE
  2. .
    L'ho fatto. Per quanto fosse importante, era una cosa inguardabile (l'ho destinata ad una persona che l'ha apprezzata moltissimo)

    Abbandoneresti mai una lettura a metà?
  3. .
    31 dicembre 2023

    Mattina
    La neve fresca scricchiolava sotto le suole delle loro scarpe, ma era una splendida mattina di sole e lei era elettrizzata da quello che sarebbe successo da li a poco. Strinse la mano di Juss, prendendo un piccolo sentiero alla sua destra, guidandolo con sicurezza in mezzo al verde mescolato al candore invernale. Quella era la sua foresta, la conosceva come le sue tasche.
    -Che vuoi fare stasera? Andiamo a cena da qualche parte o ce ne stiamo a casa, mangiamo una pizza e maratona film? Ogni tuo desiderio oggi è un ordine… nei limiti del possibile eh- era il suo compleanno alla fine, la scelta spettava a lui. Quella mattina l’aveva svegliato con pancake appena fatti e un “happy birthday to you” cantato a squarciagola, per poi passare ad una dose di coccole prima di buttarlo giù dal suo letto e spedirlo a vestirsi per uscire. Ancora ridacchiava per come la sua faccia aveva cambiato colore quando gli aveva comunicato che a casa sua non c’era una stanza degli ospiti e che dovevano condividere la sua camera e il suo letto… oppure poteva dormire sul divano. Ovviamente glielo aveva impedito di scegliere quell’opzione e dopo un imbarazzo iniziale, dormire insieme era stato semplicissimo, come se l’avessero sempre fatto. Quando era stata da lui durante l’estate, aveva dormito nella stanza per gli ospiti sorvegliata da una signora Dustin molto apprensiva nei riguardi del suo pargolo riccioluto, non che fosse strano, ma questo non aveva impedito loro di intrufolarsi nelle stanze reciproche per farsi compagnia. Da lei invece regnava la libertà assoluta, tanto che la nonna era partita la notte precedente, lasciando loro casa libera
    Usate le precauzioni” era stato il solo monito prima di andarsene, che era echeggiato nella stanza con un certo imbarazzo.
    Ma non era il momento di indugiare su simili pensieri; non ora che stava per sfidare secoli di tradizioni e segretezza, non ora che erano così vicini alla radura dove le pietre secolari e imponenti lo aspettavano.
    C’era stata qualche volta nel corso del tempo, ma non era mai riuscita ad entrare nuovamente nella radura. Si era fermata sul bordo, sentendo come una sorta di disagio nel varcare quegli ultimi metri, ma sapeva che prima o poi avrebbe dovuto superare quel disagio e affrontare quelle pietre e il richiamo che sentiva verso di loro.
    Ma non era quello il suo giorno, oggi toccava a Dustin affrontare le pietre e il loro canto. La foresta intorno a loro sembrava già diversa, più silenziosa. Sembrava quasi che li aspettasse, che sapesse del loro arrivo e delle loro intenzioni un po’ profane.
    Si fermò a diversi metri di distanza dal luogo del suo culto, lasciando la mano del ragazzo e voltandosi a guardarlo, sistemandogli i ricci corti -Ti prego non ascoltare più Hunter. Anche se sembri più grande, mi manca la tua criniera- passò una mano anche tra i suoi, sistemando le onde scure, più ricce del solito per averli fatti asciugare al naturale. Con un movimento tolse lo zaino dalle spalle, aprendolo e iniziando a cercare
    -Allora Justin Dustin- disse con tono serio, sistemandogli la collana con appeso un piccolo Mjöllnir in argento finemente decorato su cui aveva fatto applicare un incantesimo di protezione, che gli aveva regalato per Natale e tirando fuori una borraccia e una piccola ampolla con contagocce -Stiamo per infrangere secoli di regole sacre, ma sti cazzi. Mesi fa ti avevo promesso che prima o poi ti avrei fatto conoscere la mia foresta e i suoi spiriti. Quel giorno è giunto. Proseguendo dritto, spunterai nella radura con il suo cairn sacro… il tuo rito sta iniziando- prese l’ampolla, mettendo qualche goccia di olio profumato sul dito -Io non posso venire con te, è un viaggio che devi completare da solo, ma ti aspetterò giusto fuori- lo tranquillizzò, passando il dito sulla sua fronte, mormorando alcune parole in gaelico così antico da non saperne nemmeno con precisione il significato. Gli passò la borraccia contenente il tè cerimoniale, la stessa mistura che aveva bevuto lei sette anni prima, ma l'aveva allungato per far durare meno il suo effetto allucinogeno.
    -Prendi un bel sorso ed entra. Segui solo l’istinto non ti perderai e non ti succederà niente, parola di druida. Io so esattamente qual è il percorso e saprò ritrovarti, sempre. Non vedo l'ora di conoscere il tuo nome- strofinò il naso contro il suo e gli diede un bacio, prima di fare un passo indietro e fargli cenno con la testa, con un sorriso incoraggiante

    Edited by …Feyre… - 14/5/2024, 22:37
  4. .
  5. .
    PlayStation

    Foto appese o in album?
  6. .
    -Mi dispiace, mi sono espressa male- sospirò pesantemente, mentre ogni parola di Vanilla la feriva come una pugnalata. Il suo darle della pazza era stata più una battuta, ma evidentemente non si era spiegata e l’aveva offesa. Non aveva voglia di parlare ancora di Dragomir e del casino che aveva nella sua vita, non aveva niente da ribattere, o meglio non ne abbe l’occasione. Come se fosse un’ombra scura, Lawrence si palesò da dietro uno scaffale. S’irrigidì di colpo, sentendo lo stomaco sprofondare. Quanto aveva sentito della loro conversazione? Dalla sua espressione furiosa sembrava tutto. Voleva parlare con entrambe, anzi lo impartì come un ordine cui non potè far altro che alzarsi, prendere le sue cose e seguirlo, lo sguardo basso.
    Varcò la porta dell’aula, sentendosi improvvisamente prigioniera di quella situazione. Guardava tutto tranne che lui o Vanilla, mentre stringeva la cinghia della sua borsa e si preparava alla sfuriata del Corvo. Deglutì quando iniziò proprio da lei.
    Stava per ribattere alle sue parole, dirgli che lei c’era rimasta male per davvero e che aveva avuto paura di perdere Juss per davvero, quando lui sferzò l’attacco finale “Tu non ami proprio nessuno, Starfoll, è ora che lo ammetta a te stessa
    Sgranò leggermente gli occhi, mentre quelle parole le davano il colpo di grazia, facendole fare un passo indietro. Forse sarebbe stato meglio uno schiaffo, avrebbe fatto meno male. Perché il suo giudizio pesava più di tanti altri, perché era sempre maledettamente sincero e diretto. Perché era come se le parlasse uno specchio
    Alzò la testa, sbattendo gli occhi per impedendosi di piangere e nascondere la sua espressione ferita.
    Perché lui aveva ragione, Vanilla aveva ragione. Lei era confusa e trascinava nel suo vortice chiunque le si avvicinava. E alla fine stavano male tutti
    Fece un altro passo indietro, voleva solo andarsene il prima possibile. Ma sapeva che solo un passo verso la porta le sarebbe costato una nuova sfuriata da parte dell’ Americano e per quel giorno ne aveva abbastanza.
    Poi però lui attaccò Vanilla, le sue ultime parole furono veramente pessime e alzò la testa -Lawrence non c’è bisogno di essere così stronzo- lo riprese, infischiandosene se l’avrebbe attaccata di nuovo -Vanilla ha espresso una sua opinione, non c’è bisogno di essere volutamente cattivi- lo sapeva lui ringhiava e attaccava, ma Vì non meritava certe parole -E’ amica anche di Annie, se ti sentisse dire una cosa del genere s’incazzerebbe anche lei- provò a difenderla. Poteva offendere lei, poteva gestirlo più o meno
  7. .
    Zio bricco che nervoso
  8. .
    Fece un verso quando le strinse le chiappe, per spingerla su -Selvatica e intraprendente? Peccato, vorrà dire che metterò per altri i miei bellissimi completi di pizzo- lo punzecchiò mentre la raggiungeva. Si sistemò il cappotto, osservandolo avvicinarsi di qualche passo, ponendole una domanda su un effetto collaterale del coprire le pozioni
    “Esplode” pensò, mentre le sue mani si posavano sui suoi fianchi e le rispondeva esattamente come aveva pensato e si specchiava nei suoi occhi freddi e calcolatori al momento. Doveva aver capito che nascondeva qualcosa, stava girando troppo su quell’argomento.
    Deglutì visibilmente. Forse quel destino era anche peggio. Che fosse il suo però non era detto. Aprì la bocca per replicare, ma cosa poteva dirgli?
    -E con questa esplosione… il soggetto può impazzire o scatenare questo fantomatico potere? Può farsi e fare male?- se continuava a chiedere senza spiegare era probabile che la legasse da qualche parte per farla parlare. Beh, l’idea non era così malvagia…
    Scosse la testa, non era proprio il momento di indugiare su certe cose. Si schiarì la gola
    -Altroché. André è un’anima affine. Abbiamo molte cose in comune, piacevoli e non- scrollò le spalle, ancora una volta senza approfondire. Sempre più vicina a farsi sculacciare. Di nuovo la sua mente divagò… Si, forse era un bene dividersi
    Drago si risentì subito quando espose la sua idea e lei ghignò divertita -Me stessa. Finché siamo all’aperto non puoi darmi ordini- fece un passo verso di lui abbassando volutamente il tono della voce -O mi preferisci sempre sottomessa e obbediente?- gli tolse nuovamente la sigaretta ma questa volta per dargli un rapido bacio, allontanandosi da lui a marcia indietro, portandosi due dita alla fronte
    -Agli ordini professore- calcò l’appellativo e lo salutò in modo militare, girandosi verso la direzione che doveva prendere lei.
    Una nuvoletta condensata le uscì dalla bocca mentre si soffia sulle mani per scaldarle, mentre stava in ginocchio ad osservare i funghetti.
    Sorrise nel vederli ritirarsi al suo tocco -Non tutto è perduto allora- sussurrò, mentre il rumore che aveva udito poco prima si avvicinava e qualcosa invadeva il suo campo visivo. Dall’altra parte della piccola radura una figura osservava immobile.
    Strinse la bacchetta, mentre registrava l’entrata in scena di Dragomir. Si alzò subito, aggrappandosi al suo braccio, mentre capiva che cosa avevano di fronte quando vide il bagliore sanguigno dei suoi occhi brillare.
    Vampiro
    E la stava guardando come se fosse un dessert al cioccolato
    Non ne aveva mai visto uno dal vivo e quando Drago le si parò davanti a mo di scudo si sporse, osservandolo con più curiosità che paura, ed era sempre più convinta che questo l’avrebbe uccisa un giorno.
    Però era strano… di solito i vampiri ci tenevano a presentarsi nel migliore dei modi, così che il loro fascino ammaliante fosse ancora più forte
    -Sarà un reietto?- sussurrò, magari era stato allontanato dal suo clan.
    Sussultò quando sentì la sua voce e questa volta si nascose sul serio mentre quell’essere si lanciava contro di loro, rimbalzando contro l’incanto di lui.
    Per un attimo la sua attenzione fu catturata dalla lunga frusta che fuori uscì dalla sua bacchetta
    -Dovresti insegnarmelo- gli disse, portandosi al suo fianco -Certo, io tengo sempre un paletto tra le tette!- gridò mentre lui l’allontanava dalla traiettoria del vampiro. Lo schianto che seguì la colse di sorpresa e poi si sgomentò -No! Li sotto c’erano degli Horklump buoni!- le preoccupazioni primarie di una Corvonero, non poteva farci niente. Ormai il danno era fatto
    Fuoco, ci voleva tanto fuoco e forse un po’ di legno. Non era frassino, ma perchè non tentare?
    Mosse il suo legno di noce, ringraziando la Starling per averla sfidata a migliorare negli incantesimi non verbali, e le schegge si alzarono piombando contro il vampiro come dei proiettili, trattenendolo per qualche secondo mentre uno dei ceppi creati da lui cedeva. Era forte, più di quanto potesse immaginare, ed era quasi sull’orlo del rinsecchimento. Figurati uno sano... ma tutto ciò aveva poca importanza
    -Immobilus!- gridò subito dopo, mentre la sua voce veniva sovrastata dalle urla della creatura, colpita da dietro dal fuoco dell’uomo. Nuovamente fendette l’aria con il legno, passando al fuoco pure lei, evocando un Incendio non verbale.
  9. .
    -Non mi aspettavo niente di meno da te- disse, un sorriso per ricambiare il suo. Un uomo davvero previdente Korczak, chissà perché teneva la tenda in tasca. Paura? Voglia di fuggire? O semplice ermetismo e voglia di solitudine? Poteva esser tutto e poteva esser niente di tutto ciò. Ormai aveva imparato a non porsi troppe domande su di lui.
    Forse era un male, ma non aveva senso pensarci in quel momento
    Lo ringraziò con un gesto del capo quando le aprì il cancello, seguendolo e chiedendosi se non stesse sbagliando a porgli certi quesiti. L’avrebbero reso sospettoso e inclini a domande alle quali lei non sapeva se rispondere o no.
    -Ah si? Tanto che hai tolto cinquanta punti alla mia casa- rispose stizzita, ancora incazzata per quel suo comportamento -E meno male che sono stata premiata per il mio lavoro, il mio composto era perfetto e meritavo di più- fece una smorfia divertita -Dovrai farti perdonare, soddisfacendo altre mie curiosità- concluse, con un sorrisetto malizioso
    La sua attenzione si spostò tutta sulla sua risposta, proseguendo il suo cammino, mentre le spiegava con calma le differenze tra obscuriale e obscurus
    “….quando essi si rivelano inadatti a controllare il proprio potere magico
    Che fosse il suo caso? Che non fosse in grado di controllare il potere trattenuto nell’inchiostro? Che, se si fosse rivelato, l’avrebbe completamente sopraffatta e consumata? Che prospettiva di merda le si parava davanti. Forse era meglio pensare ad altro
    Guardò il passaggio in silenzio -Per fortuna ho cambiato i tacchi con gli anfibi- e ringraziò mentalmente anche il tempo a vagabondare nel bosco dietro casa. Lasciò il suo braccio a malincuore e si avventurò, iniziando ad arrampicarsi con passo sicuro ma lentamente per colpa del terreno ghiacciato e degli arti infreddoliti. Sbuffò allungando una mano per aggrapparsi e tirarsi su, ma senza grandi risultati -Dammi una spintarella, sono bassa e non arrivo alla sporgenza- gli chiese, osservandolo da sopra la spalla, facendo leva sulle braccia dopo che l’aiutò.
    -E invece che mi dici di un potere latente? Che danni potrebbe causare se non si manifesta?- chiese, mentre si spolverava le mani una volta che l’ebbe raggiunta sul terreno più stabile, una piccola macchia di vegetazione coperta di neve
    -E’ un discorso che ho iniziato con André, in uno dei nostri pomeriggi insieme- disse con noncuranza, senza rispondergli veramente, prendendogli la sigaretta dalle labbra e tirandone un tiro, prima di restituirgliela -Volevo un parere da chi dovrebbe saperne un po’ di più- lo punzecchiò, riprendendo il cammino in cerca degli Horklump, estraendo la bacchetta per avere un po’ di luce in più.
    -Ci dividiamo? Tu vai a destra e io a sinistra, chi prima trova chiama l'altro- propose, più che altro per evitare di dover fornire spiegazioni extra sulle domande che gli aveva posto. S’incamminò, senza sapere se lui avrebbe accettato il suo suggerimento o se l’avrebbe seguita.
    La sua ricerca diede frutti, dopo qualche metro trovò degli Horklump, si chinò per controllarli, avvicinando la bacchetta ai funghi: il colore era brillante, vivo almeno. Sembravano ancora magici, buoni per essere utilizzati. Stava per chiamarlo quando sentì in lontananza un rumore, un fruscio trai cespugli poco lontani. Non poteva essere lui, era andato dalla parte opposta, o così credeva. Rimase in allerta, bacchetta alla mano, sperando che non fosse niente di pericoloso

    Edited by …Feyre… - 4/5/2024, 00:54
  10. .
    Chernobyl
  11. .
    Disastro
  12. .
    Era sempre più incredula -UNA VOLTA! E’ SUCCESSO UNA VOLTA!- vaffanculo a tutto e tutti -Il punto è, che non vuoi capire! Può succedere, di trovare la chimica giusta e fare quello che abbiamo fatto. La cosa può averci unito è vero, ma non significa che siamo stati insieme o ex scopamici!-
    Sgranò gli occhi -No Vanilla, non c’eravate perché non eravate qui. Tu eri troppo impegnata con Hunter, Annie era in tournée e Justin… si godeva le vacanze giustamente. Lui era qui, con me e posso assicurarti che è stata difficile per entrambi. E lo sai che non mi piace stare al centro dell’attenzione, vi ringrazio per il pensiero ma andava bene anche un cupecake con una candelina. Mi sono esposta più di quanto credi. Ma cosa ti fa credere che lui non meriti quanto voi?- apprezzava l’impegno che ci avevano messo, era sinceramente felice di quello che avevano fatto -Tra l’altro lui lo sapeva che avrei fatto storie, altrimenti non mi avrebbe mai portata di peso- specificò, prima di replicare al resto
    -E io non comprendo come tu ti limiti a non vedere oltre la superficie. Non mi ha soggiogata, ho solo scavato e ho trovato altro. Un Lawrence che merita di avere la mia amicizia! Non il galeotto o lo stronzo, sotto c’è un ragazzo che ha BISOGNO di essere compreso- le urlò di rimando, placandosi solo quando vennero ammonite dal resto della sala -Ma noi non stiamo fuggendo da niente! Ma quale alchimia?!? Non vuoi che gli altri mi giudichino ma sei la prima a farlo Vì- scosse la testa, non c’era più sordo di chi non voleva sentire
    -Quindi secondo te cosa dovrei fare? Smettere di parlargli e allontanarlo? Bene, lo farò. Poi quando mi chiederà perché, lo manderò dritto da te- possibile che non capisse? Sospirò -Soffrirei se lo allontanassi da me, mi sentirei davvero spezzata. Ma sarebbe lo stesso se dovessi farlo con André ad esempio.. sono due fratelli per me- per lei quel ragazzo era diventato un pilastro, una roccia a cui aggrapparsi nel suo caos. Prese un bel respiro e abbassò lo sguardo
    -Ma se pensi che Annie stia soffrendo, mi allontanerò da loro. Non parlerò più con Lawrence e nemmeno con lei, così entrambi avranno la libertà di stare insieme senza più incomprensioni- le venne da piangere, ma se le cose stavano davvero così e lei non l’aveva notato… non poteva fare altro
    Di nuovo, la stava giudicando solo per un impressione che si era fatta dall’esterno, le venne quasi da ridere
    -Ancora. Law mi soggioga, lui mi ammalia… cavolo sono proprio scema che non mi accorgo di nulla! E sono dentro alle situazione!- scosse la testa. Non avrebbe mai dovuto dirle di Korko, ma non avrebbe più fatto quell’errore.
    -Al momento si; ho bisogno di una via di uscita. Per te non sarà un problema amare qualcuno, per me si. Mi è permesso essere spaventata o devo chiedere il consenso? Amo Justin, ma se penso che devo definirmi la sua ragazza, essere una coppia… mi viene l’ansia- non poteva farci niente, se pensava a mettere delle etichette nel loro rapporto le sembrava di non respirare
    -Forse per lui sarebbe un bene perdermi, sarebbe sicuramente più felice con una ragazza tipo Fannie- una più simile a lui, meno problematica e stupida
  13. .
    Vero

    L'utente dopo di me vuole comprare un libro nuovo
  14. .
    Misteriosa
  15. .
    Hunter tra le braccia della bionda, doveva essere completamente impazzita -Nemmeno lui lo farebbe mai, dovresti saperlo- ribatté nuovamente, guardandola mentre continuava a parlare e intraprendere il discorso sulla sua amicizia con Law.
    -Ok, adesso basta- sbattè la mano sul tavolo, fregandosene del silenzio -Ascoltami bene, perché non te lo ripeterò mai più. Questa storia deve finire! Io non sono la EX di Lawrence, perché non sono mai stata la sua ragazza! Abbiamo fatto sesso, non lo nego, ma non siamo mai andati oltre!- sibilò, carica di rabbia. Ne aveva abbastanza di quella storia, di essere giudicata per una notte -Lui è il mio riflesso: con lui non ho mai dovuto mettere una maschera, mi accetta così come sono, senza dover fingere di essere la perfetta Feyre- una torcia li vicino tremolò e lei fece un respiro profondo -Sai chi c’era con me quando mia nonna mi ha girato la lettera dove mio padre mi ripudiava? Lui. Chi c’era con me quando ho avuto il primo attacco di panico? Quello lì, come ti piace tanto chiamarlo- disse con voce bassa, carica di sarcasmo -Non c’eri tu, non c’era Annie e nemmeno Justin. C’era Lawrence, che non sapeva come cazzo fare per calmarmi ma è rimasto li, finché non mi è passato- chiuse la mano a pugno -Non ti permetto di giudicare il mio rapporto con lui Vanilla, puoi farlo con tutto il resto ma non con questo- si passò una mano tra i capelli, rimanendo però impigliata nell’elastico e imprecando -Con Annie ho già parlato e chiarito tutto. Se poi qualcosa non le è chiaro, le parlerò nuovamente. Mi strapperei un arto prima di farle del male- chiuse il libro con rabbia, incrociando le braccia sotto il seno, sentendo un peso all’altezza del cuore nel pensare che la sua Sunshine potesse aver frainteso nuovamente il loro rapporto. Alla fine avrebbe dovuto allontanare l’americano per farla stare tranquilla, anche se questo l’avrebbe spezzata… ma il benessere di Annie veniva prima di tutto
    -Vuoi che ti dica la verità? Sono innamorata di Justin, moltissimo. E sono abbastanza sicura che lui provi lo stesso, credo.. non lo so con certezza- spostò lo sguardo sullo scaffale alle spalle della bionda -Sono terrorizzata da questo sentimento, faccio schifo nelle relazioni umane. Lo ferirei, già lo faccio. Il biondo è un’uscita di sicurezza. Ne sono attratta come una falena lo è dalla luce. Con me non è come in classe- aveva delle premure nei suoi confronti, la trattava come una sua pari -Non lo so, forse- non lo sapeva se provava qualcosa nei suoi confronti -Forse cerco in lui una sicurezza che non ho avuto da mio padre, in modo totalmente sbagliato lo so- lo disse prima che ricominciasse con un’ altra paternale.
    -Vedremo, magari non se la sente ancora- liquidò la cosa, avevano tutte le vacanze per pensarci. C’era anche la probabilità che Juss non volesse fare niente e lei l’avrebbe accettata senza problemi.
    Sbuffò -Parliamo prima e m’insegna delle cose extra. Mi porta con se quando raccoglie quei pochi ingredienti che ancora sono magici- le lanciò un’occhiataccia -Non ho la sindrome di Stoccolma! Non mi ha mica rapita!- che esasperazione -Mi piace, non lo so. Sarò pazza quanto lui, evidentemente ho dei gusti di merda- sbuffò

    Edited by …Feyre… - 1/5/2024, 23:11
1611 replies since 9/11/2022
.
Top