ESTEL ~ Evviva Scrivere Trame E Leggere!

Posts written by Fanny Solomon

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    Anch'io ho una mezza ideuzza, magari sarà breve breve, ma spero di riuscire a completare entro il termine ☺️
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    Eccomi giungere finalmente anch'io a commentare le storie di questa bella sfida ^_^

    Prima di soffermarmi su ognuno dei tre componimenti, voglio premettere che sono rimasta piacevolmente stupita dalla scelta delle tre autrici di non trattare il classico amore romantico idealizzato di coppia, ma al contrario di saper declinare questo tema in una chiave molto personale e originale, mostrandoci personaggi e relazioni imperfette eppure per questo condivisibili e realistiche.

    Complimenti a tutte e tre per l'inventiva e l'impegno.

    Passo ora brevemente ai commenti.

    Hans, Principe della Danimarca di Rue Ryuzaki

    Ho avuto il piacere di essere scelta come beta-reader dall'autrice a cui tuttavia, a parte qualche refuso in punteggiatura, non ho avuto da appuntare grosse correzioni, trovando il suo stile come sempre pulito e scorrevole, con quella vena di ironia mista ad una punta di nostalgia che rendono la lettura davvero simile a quella di una favola.
    Mi ha colpito la sua scelta di trattare i legami di fratellanza, lasciando in secondo piano un accenno di amore romantico, o piuttosto il tema del matrimonio combinato, e ammetto che fino ad un certo punto non avevo minimamente pensato ad uno spin-off/what if di Frozen, sarà anche perché non è uno dei classici recenti che ho particolarmente apprezzato. Ad ogni modo, questo è un racconto che tra ambientazione nordica, linguaggio forbito e accenno a personaggi leggendari, è riuscito a trasportarmi in un mondo lontano, quello della corte di Danimarca, rendendomi partecipe dei battibecchi e dei momenti di complicità tra i giovani principi, tanto diversi per temperamento, ma uniti tra loro da un legame di fratellanza particolarmente forte nel caso di Hans e Sigurd, segnato da stima e affetto.
    Ovviamente, come già espresso dalle altre commentatrici, anch'io mi aspetto di leggere al più presto cosa hai pensato per riscrivere la storia canonica!

    Ferite rimarginate di -Laura-

    La narrazione fiume di questa storia intensa e molto introspettiva mi ha messa un po' in difficoltà, nel senso che mentre proseguivo a leggerla non potevo fare a meno di chiedermi se alla fine ci sarebbe stato un po' di sollievo e di riscatto per questi personaggi così tormentati, ma, ahimè, il finale da te scelto mi ha rincuorata solo parzialmente, nel senso che lascia intravedere l'inizio di una risoluzione, però io mi aspettavo qualcosa di più netto.
    La mancanza di comunicazione qui si accompagna all'incapacità di comprendere l'altro, e l'incomprensione pian piano si trasforma in paura, angoscia, depressione. In questo caso il tema centrale è un'amore materno prevaricante, oppressivo, quasi morboso, quello di Eloisa che finisce per soffocare la personalità e i desideri della figlia Luana, con la sua ossessione di proteggerla a tutti i costi dal male.
    La tensione è data anche dal fatto che scopriamo solo verso la fine da cosa derivi questo suo atteggiamento un po' malsano e allora diciamo che il suo comportamento diventa in una certa misura comprensibile. In alcuni punti ho avvertito qualche ripetizione di troppo, nelle parole e anche nei concetti, oltre a qualche piccolo refuso. Il pathos con cui tratti la descrizione di gesti ed emozioni è un po' ridondante, finendo per sfociare quasi nel patetismo.
    Avrei preferito vedere magari un salto nel futuro in cui si sarebbe capito che il loro rapporto avesse avuto un cambiamento, che la protagonista avesse riacquistato fiducia e sicurezza in se stessa, mentre così com'è il finale mi sa un po' di irrisolto.

    Il filo rosso d'amore di Nancy Cuomo

    Abbastanza particolare anche questa storia che comincia in media res mettendoci subito di fronte ad una drammatica rottura determinata dalla classica divergenza di opinioni, anche se qui entra in gioco pure un po' di giustificabile amor proprio: un rapporto d'amore dovrebbe essere alla pari, non pretendere sottomissione né da una parte né dall'altra, tantomeno essere vissuto come un dovere.
    Comunque sia, il tuo protagonista Salvo sembra mettere da parte tutti i suoi buoni propositi e le sue convinzioni nel momento in cui si rende conto di poter essere determinante per il futuro di una giovane, esattamente la sorella della donna che, nonostante tutto, continua ad amare. Lo svolgimento della vicenda dell'incidente mi è parso un po' affrettato, avrei apprezzato qualche dialogo in più, però il discorso del filo rosso - una leggenda giapponese, se non erro - funziona bene nell'evidenziare il legarsi di queste tre persone, che sono quasi state destinate a incontrarsi, e negli ultimi paragrafi il breve sguardo al loro futuro fino ad oltre la vita terrena è stato un tocco emozionante e inaspettato.


    Infine, per rispondere alla domanda di Elizabeth Swann , io sarei benvolentieri disposta a fare da lettrice beta per eventuali nuove iniziative :)

    Edited by Fanny Solomon - 22/3/2024, 19:46
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    Avevo indovinato la citazione <3 (conosco a memoria tutti i dialoghi dei primi tre film della trilogia :] )

    Ho seguito Poldark e visto una volta anche Cenerentola live action (anche se continuo a preferire la versione animata), mentre sconoscevo Grand Hotel.

    Comunque sia, le tre opzioni per la storia da scrivere mi ispirano parecchio, perciò potrei riuscire a comporre qualcosa, anche se non troppo lungo.
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    Ciao Rue! Io non ho altre correzioni da segnalarti, per me puoi pure pubblicare :)
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    Sto leggendo "La vera storia del pirata Long John Silver" di Bjorn Larsson, scaricato in formato e-book tantissimo tempo fa, cominciato e poi lasciato a metà nei meandri del PC :XD:
    Capisco che lo stile è volutamente molto "grezzo" e schietto, in quanto l'autore immagina che a raccontare sia proprio il pirata in questione in prima persona, però a volte tutte quelle ripetizioni mi urtano. Per il resto, a me che sono appassionata dell'argomento, sta piacendo molto.

    Veramente vorresti riscrivere Frozen?! Ammetto che io non l'ho amato particolarmente, né il primo né il secondo, visti più che altro perché sono affezionata al brand Disney e perché se ne faceva un gran parlare come di un qualcosa di rivoluzionario, cosa che ho colto solo in parte.
    Beh, sarò curiosa di leggere la tua versione ;)
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    Ho scelto la frase "C'è solo una tenue speranza", non solo perché l'ho riconosciuta, ma anche perché la condivido: è un pensiero solo apparentemente rassegnato, ma che in realtà implica la volontà di non arrendersi davanti ad una situazione che appare immodificabile, di reagire nonostante tutto sembra contrario alla riuscita.
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    Guarda, i refusi sono abbastanza frequenti anche su testi pubblicati da case editrici, perciò non fartene un cruccio ;)

    Ma sai che anch'io sto leggendo in questi giorni un libro, tradotto dall'inglese, in cui ogni due righe c'è un "disse, dissi", che un po' mi ha fatto storcere il naso: la lingua italiana è così ricca di vocaboli che mi pare un pigro non sfruttare dei sinonimi. :)

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 31/1/2024, 15:29) 
    Vorrei chiederti come mai il la "s" di "si alzò" non va in maiuscolo? Cioè capisco il perché, visto che è preceduto dalla virgola, ma allo stesso tempo non mi è chiaro perché l'anno scorso mi era stato fatto notare che:
    i verbi del "dire" legati al discorso diretto vanno in minuscolo, mentre gli altri verbi che non sono verbi del dire vanno in maiuscolo. Quindi io ho ragionato: c'è il punto esclamativo e dopo di esso va la maiuscola, anche perché non è un verbo del dire.
    Spero di essere stata chiara :XD:

    Questa regola sinceramente non la conoscevo :blink:
    Non reputo sbagliato né il maiuscolo né il minuscolo, a dire il vero. Ammetto che dovrei fare qualche ricerca in proposito per dirimere la questione.
    Comunque io avrei inserito una minuscola solo per uniformare al resto del testo.

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 31/1/2024, 15:29) 
    Ho una domanda generale, secondo te la storia è fluida ed è comprensibile anche a chi non ha visto l'opera originale?

    A mio parere la storia è scorrevole, leggera, ironica e fino ad un certo punto, precisamente fino a quando non hai menzionato Arendelle, io l'avrei reputata del tutto originale. Tra l'altro la tua predilezione per le ambientazioni e le leggende Nordiche, che hai già trattato in altri scritti, la rende riconoscibile come tua opera.
    Inoltre hai trattato l'argomento dei legami d'amore in maniera molto trasversale, puntando più sulla fratellanza e anche questo non mi ha rimandato subito alla trama di Frozen.
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    Ciao Rue! Eccomi con i miei appunti e suggerimenti :)

    Premetto che, come avevo già avuto modo di notare leggendo altre tue composizioni, scrivi in maniera molto lineare, chiara e scorrevole. Non ho infatti riscontrato, come già ti anticipavo, grossi errori a livello verbale o sintattico, quanto piuttosto qualche refuso qui e là e delle inesattezze nella punteggiatura, specialmente quando introduci o chiudi il discorso diretto.

    Mi sento più che altro di suggerirti di cercare di variare un po' di più i verbi con cui descrivi proprio le linee di dialogo, perché c'è una ridondanza di "disse" anche a distanza di poche righe, che può essere sostituito con dei sinonimi, per rendere meno ripetitivo il testo.

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    [...]Il mostro ruggì e stramazzò a terra. Il nemico era stato sconfitto e la principessa era finalmente sana e salva, pronta a ricongiungersi al suo amato,” concluse il giovane Hans, posando il pennino tra le pagine del libro e voltarsi voltandosi verso il fratello, Sigurd, seduto sull'erba al suo fianco. “Allora, quali sono le tue considerazioni in merito a quanto ho letto?”
    Sigurd si potrò portò una mano sul mento e aggrottò la fronte. “Ebbene... credo che non sia del tutto malvagia come fiaba, anzi, direi che sia la migliore che tu abbia mai scritto, giacché c'è lo scontro con il drago. Le altre sono un po' troppo... troppo...” Posò lo sguardo su quello dell'ultimo fratello, i cui occhi silenti fremevano nel ricevere una risposta; allora strinse i denti e continuò: “smielate...?”

    A parte i due refusi, che ho corretto in neretto, ritengo che sia più corretto continuare la frase subordinata con il congiuntivo, che già avevi usato nella proposizione principale; inoltre, volendo riportare un linguaggio un po' antico e ricercato, trovo che "giacché" suoni meglio rispetto a "visto che".


    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    Hans sussultò e sospirò, posò posando la vista verso l'orizzonte il sole primaverile si rispecchiava nel mare che brillava in lontananza, con tanto di vascelli ormeggiati nel porto[...]

    Qui metterei un gerundio, anziché un altro passato remoto, solo per questione di musicalità della frase: non è un errore di concordanza.

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    “Grazie per l'onestà, fratello”, intervenne il più piccolo tra i due [...]
    “Oh, già... Hans il misericordioso!”, esclamò Sigurd con un sorrisetto beffardo sul candido viso.

    Una correzione che ti consiglierei di apportare in tutto il testo è quella che vedi sopra: dopo il discorso diretto, che tu hai deciso di racchiudere tra le virgolette ad apice, la virgola andrebbe messa per separare appunto la frase pronunciata dal personaggio rispetto al commento del narratore, proprio per distinguere dialoghi e descrizioni.

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    “Spiritoso! Dopotutto non sono io ad aver il nome del leggendario eroe che ha salvato la valchiria Brunilde,” gli rispose di rimando e subito notò Sigurd alzare appena il mento, gonfiando il petto. Allora Hans non poté fare a meno di ridere: avrebbe dovuto avere un'aria alquanto regale e altezzosa, ma il vento giocherellone gli aveva scomposto i fili dorati al tal punto da farli sembrare una matassa tutta arruffata.

    Qui, credo che ci siano un paio di refusi: l'apostrofo mancante dopo un e il verbo farli che dà un senso più compiuto al "sembrare una matassa" riferito ai capelli.

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    “Non mi sembrava opportuno, non mi appartengono... sono vostri e non volevo incorrere ad in alcuna punizione.”

    Il verbo incorrere si accompagna sempre alla preposizione "in".

    Altri due refusi:

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    E così, con una frustata di redini, i due principi cavalcarono verso il castello.

    Quando fu al sicuro nelle proprie quattro mura, Hans sospirò sollevato, si sgranchì i muscoli e si tolse il soprabito, adagiandolo sul letto.

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    “Da come la descrivi sembra un uomo, non una nobile signora,” sottolineò Hans, trattenendosi le risate.

    Non occorre il riflessivo in questo caso, perché dopo trattenere hai inserito un complemento oggetto.

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    “Sarà meglio che ci accingiamo a raggiungere la cappella, prima di giungere in ritardo.”
    “Ebbene, fate strada, fratellino,” disse Sigurd, invitandolo con un gesto di mano.

    Nella prima frase, per evitare la ripetizione di un verbo quasi identico, suggerirei di sostituire "giungere" con "arrivare"; la frase seguente ho evidenziato il "solito" disse che può anche in questo caso essere sostituito da un sinonimo, o anche da un verbo che enfatizzi il significato di invito, come "spronò", "incitò".

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    Insieme raggiunsero la chiesetta, situata nel giardino nord del castello gremito di nobili e cavalieri, giunti da ogni angolo della Danimarca e Svezia.

    In questo paragrafo sposterei le due virgole che ho evidenziato nel seguente modo: Insieme raggiunsero la chiesetta situata nel giardino nord del castello, gremito di nobili e cavalieri giunti da ogni angolo della Danimarca e Svezia.

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    Verso sera, l'orchestra diede inizio alle danze e a quel punto Sigurd, rimasto in disparte insieme ad Hans, incominciò a guardarsi intorno.

    Non è certo un errore, né credo una dimenticanza, ma l'aggiunta del verbo suggerito mi dà l'idea di rafforzare il concetto. Scegli tu, ovviamente, se inserirlo o meno.

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    Il rosso distolse lo sguardo dal proprio libro e lo guardò, alzando le spalle. “Non credo che troverai la tua consorte qui, anche perché deve essere approvata prima da nostro padre, che e dubito gli aggrada aggraderebbe una contessa come figlia acquisita.”

    Dato che si sta riportando un'ipotesi, una probabilità, è più appropriato esprimerlo con un condizionale; il che invece come pronome relativo in questo caso è proprio scorretto grammaticalmente perché non può sostituire il complemento di termine che si lega al verbo "dubitare"; io lo ometterei del tutto sostituendolo con la congiunzione "e" o al limite da un "a cui".

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    Oh! Eccola!”, si alzò di scatto e si sistemò capelli e vestito, poi si voltò verso il fratello. “Tu non vieni?”
    Hans alzò il capo su di lui e gli sventolò il manoscritto: “No, voglio annotare di Belinda e Bjørn, ho avuto un'idea.”

    Qui c'è sempre da correggere la mancanza della virgola dopo la chiusura delle virgolette e in questo caso non occorre mettere una maiuscola, anche se è presente il punto esclamativo.
    Nella seconda frase invece il discorso diretto va introdotto con due punti.

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    Rimase quasi per una buona parte della serata da solo, immerso in quel fiume di parole che andava, via via, a imprimere nelle pagine, quando la sua quiete solitaria non fu disturbata.

    Oltre alla possibilità di aggiungere un "fino a" per rimarcare l'interruzione dell'azione, si potrebbe togliere quel "non" per indicare lo stesso concetto.

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    “O guarda... il giovane Hans tutto solo, in compagnia del suo solito scribacchiare”, disse Frederik, scambiando un'occhiata complice con l'altro fratello, Erik. “Chissà cosa scarabocchia.”

    “Invero ci annoiavamo,” disse Frederik, richiamando l'attenzione di entrambi su di sé, “per questo siamo qui!”

    Nessun errore, semplicemente la ripetizione del verbo "disse" che già è comparso diverse volte nel testo e riutilizzi poco dopo. Nel primo caso ci potrebbe stare bene ad esempio un "proferì", nel secondo "affermò".

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    Frederik serrò i denti e strinse i pugni, le gote arrossate e la fronte increspata; l'ira trasudava in da ogni parte del suo essere a tal punto che Hans era quasi certo che lo avrebbe visto tramutarsi in un drago.

    Il verbo "trasudare" è un intransitivo che implica un movimento dall'interno verso l'esterno, perciò la preposizione corretta da associargli è "da".

    Altri due refusi, un apostrofo e una virgola mancanti:

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    “Ebbene, sì, figlio. Odo molti dire che ti diletti nell'arte dello scrivere e lo stesso Erik, venuto qui prima di te, ha elogiato le tue doti dialettiche. Per questo motivo ti ho convocato. Ho un' importante mansione da affidarti e solo tu, grazie a codeste abilità intellettive, puoi essere utile al Regno.”

    “In che modo, Sire?”, domandò il principe, lo sguardo fisso sulla figura imponente e fiera del padre.

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    Hans sussultò e il cuore perse un battito, scosse il capo e sbatté più volte le palpebre: “Mio signore, non credo che... che le mie doti oratorie possono possano essere all'altezza per una siffatta incombenza.”

    Qui è più corretto un congiuntivo, perché si sta esprimendo una possibilità.

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    “Oh... Vi sono grato, padre, mio Re, per avermi scelto,” disse Hans con un nuovo inchino, questa volta ancora più sommesso.
    “Partirai con le prime luci dell'alba. Sarai accompagnato da alcuni consiglieri e cavalieri. Ora va' a prepararti.”

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    “Domani parto partirò per Arendelle, affari diplomatici.

    L'uso del futuro è più corretto, anche se ormai nel parlato tendiamo un po' tutti a usare il presente.

    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 12/1/2024, 16:26) 
    Così alle prime luci dell'indomani, Hans s'imbarcò sul veliero reale e partì verso Arendelle.

    In quest'ultima frase non ci sono errori, bensì un suggerimento che puoi accogliere o meno: anziché "verso Arendelle", secondo me si potrebbe usare l'espressione "alla volta di Arendelle" proprio per suggerire l'idea di un viaggio lungo.

    Bene spero di essere stata chiara e non troppo pignola! Se hai domande, ovviamente non esitare a scrivermi ;)
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    Ciao Rue Ryuzaki ti scrivo in questo momento solo per rassicurarti del fatto che ho già letto la tua storia e ho fatto una prima revisione (anche se non ho trovato tantissimo da correggere).

    Prima di pubblicare le mie osservazioni, però, vorrei fare una seconda analisi a mente più lucida.

    Conto di risponderti non più tardi della metà della prossima settimana ;)
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    Anche se poco prolifica come scrittrice, confermo la permanenza nel gruppo "Signori di Andúnië" :)
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    CITAZIONE (Rue Ryuzaki @ 2/1/2024, 15:16) 
    Io, se per le altre va bene, vorrei chiedere a Fanny Solomon di farmi da lettrice-beta.

    Ciao Rue Ryuzaki Scusa se ti rispondo solo ora: accetto con piacere! A disposizione :D ;)

    Edited by Fanny Solomon - 6/1/2024, 17:43
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    1) Nasce il giorno
    Molto prima che l’alba giunga, il cielo già la preannuncia. Affiorano lentamente dal buio le sagome degli alberi e delle case, le stelle smorzano il loro scintillio e pian piano si spengono, la luna impallidisce. La notte ritira così il suo mantello di velluto scuro, pronta a lasciar spazio al giorno nascente.
    Un chiarore sempre più deciso delinea l’orizzonte a levante, finché non appare il sole. La luce dell’astro irrompe fra le ombre mattutine, illuminando i rami degli alberi e facendone risplendere i tronchi. Un gruppo di nuvole veleggia nel cielo azzurro pallido. Alcune, scontratesi coi raggi del sole, fiammeggiano come i resti ardenti di un falò.


    2) Scuola senza frontiere
    Mentre un giovane fotografo era intento a scattare alcune istantanee, Nina cominciò a intervistare i ragazzi cinesi. Avvicinò uno fra tanti.
    «Ciao, da quanti anni vivi in Italia?»
    «Due», rispose lui. «Sono venuto con i miei genitori e i miei fratelli minori. Abbiamo un ristorante qui a Milano, in periferia».
    «Che bello!», esclamò Nina. «Adoro la cucina cinese. A te piace quella italiana?»
    «Sì molto. Vado matto per la pizza, che è anche il piatto preferito dei miei fratelli!»
    «Hai detto che sono tutti qui con te in Italia, giusto?»
    «No, solamente i più piccoli», precisò il ragazzo cinese. «Meno male che ci sono, altrimenti mi sentirei solo: mio fratello maggiore è rimasto a Pechino e lavora lì».
    «Scommetto che ti manca», disse Nina in tono comprensivo.
    «È vero, ma verrà a trovarmi in estate e allora ci rivedremo».
    «Dei tuoi fratellini, invece, che mi racconti? Gli vuoi bene o ti fanno perdere la pazienza?»
    «Sono delle pesti, lo ammetto, però mi diverto tanto a giocare con loro», rivelò il ragazzo cinese.
    A Nina sfuggì un sospiro. «Sei davvero fortunato, sai. Io sono figlia unica …»
    «E ti annoi molto?»
    «Un po’».
    «Nina, per favore, dai un po’ di spazio anche a me! Lasciami fare qualche domanda», s’intromise un compagno di classe della ragazza. Guardò lo studente cinese e disse: «Sei molto bravo in italiano. Dove hai imparato a parlarlo?»
    «A scuola», gli rispose l’interpellato, un sorriso orgoglioso stampato sul volto. «Ormai la mia insegnante spiega in italiano e io capisco tutto … Tranne le parole troppo difficili, per quelle c’è il vocabolario».
    «E se non capisci una cosa durante la lezione, non interrompi la professoressa mentre parla? Sicuramente ti sarà capitato», incalzò il compagno di Nina.
    «Non credo che lo farebbe», intervenne lei. «Per un cinese è estremamente scortese alzare la mano per chiedere spiegazioni …»
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    Buona sera a tutti ^_^
    Purtroppo, nonostante le mie previsioni, riesco tutt'ora a frequentare poco il forum, tra lavoro e altre problematiche. Ma durante queste vacanze potrei avere un po' più di tempo libero.

    Perciò penso di poter dare la mia adesione come lettrice beta, per la scrittura al momento mi servirebbe maggiore concentrazione. Se per una sfida o un contest mi è indifferente :)
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    Rispondo al volo ^_^

    Personalmente da anni frequento EFP e Archive of Our Own in cui è possibile inserire parecchie specifiche riguardo la tipologia di storia, lo trovo utile a inquadrare meglio il tipo di racconto che ci si accinge a leggere, anche se è pure vero che a volte si rischia di dare troppe informazioni (nel caso del secondo sito dedicato alle fanfictions), alcune delle quali ripetitive o sottilmente diverse, come "angst" e "drammatico" (penso che il primo aggettivo indichi una storia particolarmente dura e angosciante, ma comunque di base drammatica.

    Le espressioni "missing moment" e "slice of life" sono effettivamente anch'esse di pari significato e mi sta bene farle rientrare nel canonverse, anche se in passato quest'ultimo termine credevo si riferisse a storie in cui vengono narrativi eventi successivi a quelli visti nel finale dell'opera di riferimento (a volte però, in questo caso, si trova anche l'espressione "post canon").

    Insomma, se qui su Estel si dovesse scegliere di semplificare questa terminologia, non sarei contraria ;)
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    Salve a tutti! bye1 Arrivo anch’io a commentare le storie di questo contest :)
    Come premessa, devo anche questa volta complimentarmi con l’inventiva e l’originalità di tutti gli autori che si sono messi alla prova, oltre che con chi lo ha ideato: l’idea delle zucche e delle parole suggerite per immagini era davvero molto carina. ^_^
    Chiedo perdono se i miei commenti saranno un po’ sintetici, ci tenevo a lasciare il mio parere nonostante in questi giorni il tempo libero scarseggi.

    La Lunga Notte di Prinder Lock di Tyrus
    Dramma horror dal ritmo altalenante, tra picchi di spavento e momenti di calma, perfettamente calato nell’atmosfera frenetica e abbacinante di un Luna Park, con sorprendenti risvolti fantasy, introspettivi e onirici e una spruzzata di piacevole romanticismo. Ho avvertito degli echi al concetto di multiverso visto negli ultimi prodotti del cinematic universe Marvel, come What If e Loki, ciò non toglie che rimanga un’interpretazione originale e con sviluppi inaspettati. Interessante l’uso delle parole chiave e in particolare della clessidra. Qualche svista nella forma e in particolare nell’uso dei verbi che passano dal passato al presente e viceversa senza logica, ma nel complesso lo stile introspettivo è coinvolgente e il messaggio finale di un superamento dei propri mostri interiori davvero riuscito.

    Il luna park infestato di Nancy Cuomo
    Stessa zucca di partenza e dunque stessa ambientazione ma questa volta si viaggia tra lo spazio e il tempo, con una casa dei fantasmi che diviene tramite magico tra ricordi, dolori e faccende in sospeso, personaggi storici e vicende personali. Mi ha un po’ spiazzato l’inserimento di un personaggio del Far West americano, dal momento che i due protagonisti hanno nomi italiani; anche il riferimento ai ragazzi del ’99 può includere varie nazionalità. Di contro mi è piaciuto il ribaltamento del classico tema ricorrente del fantasma in cerca di liberazione, che alla fine si rivela essere proprio Mena, in un certo senso, capendo di potersi liberare della sua sofferenza soltanto aiutando la madre a non essere più sola. Epilogo triste ma impregnato di una dolce malinconia.

    La danza macabra di Magic_Charly
    Fiabesco, inquietante e intrigante, ha i toni di un racconto tradizionale, antico, in cui infanzia, mistero, scoperta, perdita di innocenza, amore e sacrificio si tingono di morte, il tutto in una ben delineata atmosfera notturna, lugubre e quasi gotica, oserei dire burtoniana. Bello il legame d’affetto tra i due fratellini, affascinante la scena della danza con i folletti che improvvisamente diventano creature diaboliche, e poi gran colpo di scena l’entrata del licantropo/vampiro (sulle orme di Bram Stoker che lo descrisse così) con la sua proposta e lo svelamento del vero tesoro sepolto nel cimitero. Ho trovato lo stile scorrevole e suggestivo e ben amalgamate al contesto le parole, eccetto “teschio” che gioca un ruolo minore nella vicenda.

    La Strega del Bosco di Rue Ryuzaki
    Storia fantastica, metaforica ed ecologista, mi ha ricordato un po’ le leggende classiche un po’ le riflessioni leopardiane sulla volontà vendicativa della natura, che qui assume le vesti di una strega bellissima e affascinante ma anche crudele e inesorabile, con un terribile piano di sterminio stile Thanos, portato avanti però dapprima in maniera subdola con degli apparentemente innocui biscottini allo zenzero. Perfetto l'uso delle parole chiave. Vicenda suggestiva e ben raccontata, anche se non strettamente collegabile al periodo di Halloween, ma inseribile in un contesto più ampio.

    La maledizione di Seth di -Laura-
    Storia particolarmente lunga e complessa che mescola in maniera eclettica i miti dell’antico Egitto (che personalmente adoro e conoscevo) con un contesto inizialmente contemporaneo, con dei momenti che mi hanno fatto pensare un po’ a Casper, per parlare di famiglia, riscatto e rinascita. Non era affatto facile mettere insieme le parole chiave che le erano state attribuite, ma l’autrice ha saputo sbizzarrirsi, anche se non mi è stato ben chiaro il finale in cui il gesto nel presente di Jamal avrebbe cambiato il passato, ormai scritto, dell’Egitto … La narrazione è ricchissima di dettagli e vocaboli ricercati che ben si adattano a dare voce a personaggi di una certa levatura, sebbene il cattivo Seth lo trovo meglio caratterizzato rispetto agli eroi.

    In conclusione, ho apprezzato l’impegno e la fantasia di tutti gli autori, i racconti hanno tutti saputo intrattenermi e sorprendermi con risvolti e finali imprevedibili, ma il mio voto va a Magic_Charly la cui storia, per atmosfere, immagini e sentimenti l’ho sentita più vicina ad un omaggio alla festa oggetto del contest.
65 replies since 29/8/2022
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