La
poesia scorreva a fiumi alla stessa velocità con cui l'alcol iniziava a farsi spazio nel corpo degli avventori del Pandemonium.
Mimir aveva già assistito a scene simili, non di meno ne aveva anche preso parte, co-protagonista indiscusso di brevi ma intensi momenti di delirio. Quella sera si considerava ancora uno dei più sani, nonostante avesse già rivolto una domanda ad uno sconosciuto. Quello, in genere, era l'inizio.
Probabilmente poteva vantare un maggiore controllo rispetto agli altri solo perché aveva bisogno della razione doppia di alcol rispetto ad un comune essere umano; o, comunque, rispetto ad una creatura meno resistente di lui.
Mimir era il
quasi perfetto compagno di bevute. Quasi, perché probabilmente la perfezione l'avrebbe raggiunta in un periodo in cui nella sua mente non si annidavano pannolini e biberon.
Poesia, appunto.
Si rese conto dell'attività in cui era intento lo sconosciuto del club solo quando ottenne la risposta alla domanda che gli era scivolata fuori dalle labbra quasi involontariamente.
"Ehi, io sono vecchio!" esclamò in tutta risposta, cercando di far sentire la sua voce al disopra della musica assordante e indicando con entrambe le mani la sua figura, quasi a voler dimostrare, in fondo, che non fosse una cosa così folle.
Certo, in lui vi era un piccolo ma fondamentale dettaglio che cambiava le carte in tavola: l'aspetto ingannava inesorabilmente, non rendendo minimamente l'idea degli anni che il vampiro aveva visto passare.
Un ciclo eterno di eterna, apparente, gioventù.
Gli occhi azzurri scivolarono poi sulla figura ormai inerme della donna, con cui lo sconosciuto stava per compiere la sua follia. Mimir piegò la schiena per osservarla da vicino, inclinando il volto con sguardo assorto.
"Respira" dichiarò, annuendo un paio di volte e alzando il bicchiere in direzione della donna, bevendo alla sua salute un altro sorso di... chissà cosa c'era ora nel suo bicchiere.
Quasi si ingozzò, di fronte alla seconda risposta dello sconosciuto.
"Proprio lì, davanti a tutti?" domandò, inarcando entrambe le sopracciglia per poi scoppiare a ridere.
Quell'uomo doveva avere una vita difficile. O interessante, a seconda dei punti di vista.
"Ma è perché l'altitudine amplifica il piacere o è tutta questione di noia?" dando per scontato che avesse messo in pratica la sua seconda follia, considerato che alla prima ci era quasi arrivato proprio di fronte ai suoi occhi, si fece improvvisamente interessato.
"Comunque cin, amico" e il bicchiere si alzò verso di lui, questa volta.
"Hai vinto tu."Lui di follie ne aveva fatte di più pericolose, ma non era il caso di urlarle all'intero Pandemonium. Alcune erano state tutt'altro che legali e l'alcol non riusciva a portarlo a scherzare anche su quei fatti che l'avevano condotto a far del male agli altri.
Ma comunque, c'era sempre qualcosa di indecente nella sua vita. Anche se risultava ai più macabro e scabroso.
"Essere l'unico a ballare nudo ad una festa! Anche quella è stata una follia!"I suoi primi anni da vampiro non erano stati solo caccia e sangue, fortunatamente.
Anche se, al suo ritorno a casa, avrebbe dovuto dire ad Anna che farsi un vecchio era una follia.
Farci un figlio insieme forse anche di più.
Ne avrebbero dovuto parlare seriamente, ne era consapevole. Ma per quella sera, fu un pensiero che si permise di attraversare la sua mente per essere accantonato momentaneamente.