Tensione costante che attraverso il film, non ci si annoia mai, filo narrativo chiaro che consente allo spettatore di seguire con facilità la storia lasciando spazio al coinvolgimento emotivo nelle vicende dei personaggi, senza distogliere l'attenzione verso il dover riscostruire mentalmente l'effettivo svolgersi dei fatti (in questo modo si evita un difetto tipico di molti horror, ricerca esasperata di trame complesse e cervellottiche che depotenzia la carica emotiva costringendo lo spettatore a rimuginare per capirle e seguire il filo).
Molto tenero il rapporto di amicizia che lega il bambino protagonista, a Mae la bambina fantasma, elemento insolito in un Horror in cui l'elemento soprannaturale tende quasi sempre a esser rappresentato in termini minacciose e non anche, come invece in questo caso, in termini amichevoli e rassicuranti, apparentemente "terreni" e ordinari
Gradevole da guardare, da non amante fanatico del thriller alla Argento. C'è anche una forte tensione nella fase iniziale, personalmente ho vissuto una certa empatia. Poi tende a diventare prevedibile, schematico, con la scansione della filastrocca come assoluto letiv motiv narrativo. Ma in fondo è sempre stata una caratteristica dei film di Argento (quelli che finora mi son capitati di vedere) concentrare i momenti di emotività nelle scene splatter, anziché crare un'atmosfera di tensione costante e uniforme (forse fa eccezione La Terza Madre, con tutta la caratterizzazione del clima di una Roma demoniaca e decadente), una caratteristica che sta al gusto personale apprezzare o meno.
Roma-Milan, derby familiare con mio padre (milanista)
Tadej Pocagar in versione Annalisa Scarrone, ogni anno prova a vincere a Sanremo, ogni volta parte da favorito, invece finisce terzo, con la faccia triste e amareggiata.
"Host. Chiamata mortale" del 2020 di Rob Savage. Citato come "l'horror più spaventoso della storia", l'ho trovato di una piattezza unica, trama banalissima, campata per aria, senza un minimo di contesto che aiuti a far luce sulle motivazione e personalità dei personaggi, che restano figure senza alcuno spessore, senza possibilità di attrarre simpatia o coinvolgimento. Unici pregi, ha un discreto ritmo, buona tensione nella parte iniziale (ma penso sia stata solo dovuta al fatto di aver letto prima di iniziare il giudizio sull'horror più spaventoso della storia). La bruttissima copia di Unfriended, che aveva ben altro spessore.
Aggiungerei il nudo di Barbara Bouchet in Non si sevizia un paperino (anche se più che erotismo in senso stretto, trasmette più un senso di ammirazione prettamente estetico, scultoreo, qualcosa che si può avvicinare alle sensazioni che può suscitare una scultura neoclassica, una bellezza scissa dalla sessualità).