Mely Artfolio  ~  Fantasia in libertà (SkinExpo)

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    salve
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    Buonasera
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    PREMESSA: Poiché spesso trovavo incoerente che personaggi di 13 anni avessero comunque delle responsabilità di persone maggiorenni ho fatto un salto di età a tutti i personaggi che è di +3 per tutti quindi la guerra galattica inizierà il 1989 anziché il 1986. Terrò invece tutti gli eventi in ordine cronologico, quindi la storia si completerà nell'arco di aprirle 1990, 24/25 ('87 nel manga) contando anche il tenkai hen e l'inizio next dimension. La FF nonostante sia un What if? Cerca di collegarsi a tutti gli eventi accaduti in manga, anime e spin off per questo qui verranno raccontati i buchi mancanti. PS in riferimento a Saintia Sho prendo solo situazioni coerenti con il manga/Anime Originale
    ATTENZIONE: © delle Fanart prese in giro per il Web se le riconoscete come vostre basta che me lo facciate sapere e provvedo a inserire i credits
    COPYRIGHT: Storia basata sulla saga del maestro © Masami Kuramada ©Saint Seiya; Tutti i diritti della serie sono del sensei, della Toei e della casa editrice Shueisha; Per le immagini © Michi Himeno © Shingo Araki;


    Santorini - 1946
    La grande guerra era finita da un anno e sotto l'influsso del pianeta Giove in una casa di Fira, a Santorini, veniva al mondo Giánnis. Sua madre era in preda agli spasmi del parto, troppo giovane per definirla madre, troppo ingenua per non cadere sotto il fascino del soldato italiano nove mesi prima. Troppo stupida diceva ella stessa di se, per essersi fatta sedurre e abbandonare da quell'uomo. Per questo nonostante avesse portato avanti la gravidanza la giovane quando aveva dato al mondo il bambino non ci aveva pensato due volte a lasciarlo abbandonato al piede della cattedrale di sant'Irene a Perissa. Chiunque avrebbe trovato ai piedi di una basilica così grande un bambino piangente. Come l'uomo che l'aveva sedotta lo chiamò, Giánnis, Giovanni. E con una scrittura malferma che ne scrisse il nome sul biglietto



    «Prendetevi cura di Giánnis, figlio di Giove , nato il 23 novembre '46. Una giovane troppo debole per crescerlo.»

    E così scappò. Non temeva la donna che il bambino prendesse freddo. Lo aveva ben coperto con lo scialle che sua madre le aveva lavorato ai ferri il passato inverno. Pianse ricordando la madre e come ella soggiogata dal padre acconsentì a diseredare la figlia sgualdrina e cacciarla di casa. Non poteva stare lì a piangere se stessa, non poteva tornare indietro a riprendere Giánnis, non aveva nulla da offrigli se non una copertina fatta con amore e l'augurio di una buona famiglia. Non sarebbe tornata indietro la ragazza, alle prime ore dell'alba avrebbe preso il traghetto che l'avrebbe portata lontano da casa, da Fira e da Santorini, ad Atene. ...Erano passati dieci anni fa quando Giannis era stato trovato ai piedi dell'entrata della basilica. Nessuno sapeva di chi fosse figlio ma tutti dicevano che era uno splendido bambino con i capelli rossi e gli occhi azzurri come il cielo di Grecia. Nessuno e tutti adottarono quel bambino a Perissa, Giánnis si faceva voler bene. Al mattino andava a scuola, il buon padre pretendeva che si istruisse, al pomeriggio poi andava al molo ad aiutare i pescatori a districare le reti per la pesca della notte. Tutti lo chiamavano Diás, che in greco significava Giove, come appunto il pianeta sotto il cui influsso era nato. E il buon padre stesso facendogli vedere il biglietto lasciato da sua madre, gli aveva dato come cognome quel Diás, per ricordargli che nel suo gesto la giovane madre lo aveva amato. Era amato Giánnis, dalle donne e le anziane del paese, dai pescatori e dai fruttivendoli e dalla maestra. E lui? Lui amava tutti.
    Poi un giorno da Fira giunse una coppia, una ricca coppia italiana che aveva casa per le vacanze lì, la coppia aveva sentito parlare del piccolo orfano delle Cicladi e avevano chiesto al buon padre di poterlo allevare lui quel bambino. Che avevano già una figlia e che purtroppo non riuscivano a dargli più altri fratelli. Titubante il buon padre non poté non affidare il bambino ai Santoro che lo accolsero con piacere nella loro famiglia.
    "Le estati le trascorreremo qui Giánnis, non perderai i tuoi amici." Lo aveva rassicurato la madre adottiva.
    Per Giannis fu comunque un gran cambiamento, appena ottenuta l'adozione entrò a far parte di quella famiglia dove un imbronciata Juno, lo accolse titubante. Juno era la figlia dei Santoro, unica e sola a quanto pareva. Giánnis aveva provato ad esserle amico, ma questa difficilmente si apriva a lui.
    "È cresciuta sola. Noi abbiamo provato a darle un fratellino ma non siamo riusciti." Spiegò mamma Santoro. "L'abbiamo chiamata Juno in onore di Giunone, dea della famiglia. Tanto abbiamo pregato per avere una famiglia nostra io e Alessandro ma non arrivava nessuno. Poi dopo dieci anni di matrimonio è arrivata Juno, è la nostra gioia però non vogliamo resti sola quando noi non ci saremo più."
    Giánnis ascoltò curioso la storia della famiglia , era a conoscenza , si vedeva, che i Santoro non fossero giovani. Rita la mamma aveva raccontato che suo marito era stato tra le file dei soldati che avevano combattuto la guerra mondiale, l'aveva lasciata dopo otto anni di matrimonio sola poiché era stato chiamato alle armi. In quegli otto anni non erano riusciti ad avere figli, e anche quando era rientrato dalla guerra i tentativi erano stati tutti vani. Fino a quando non era arrivata Juno. Juno era la loro vita, ma erano persone consapevoli di sapere di avere una certa età e che presto o tardi avrebbero potuto lasciare questo mondo e con esso Juno. Per questo lo avevano adottato e Rita assicurò che avrebbero amato lui proprio come amavano Juno.
    ...
    Avevano veramente amato lui, come Juno. Dopo i primi mesi in cui i due dovettero conoscersi subito tra i due fratelli si instaurò un forte legame. Le estati trascorrevano a Santorini dove Giánnis non perdeva mai l'occasione di incontrare i vecchi amici, andare a pescare con loro e ad agosto vendemmiare l'uva nei vigneti che suo padre aveva acquistato lì. A settembre ritornava a Lecce e lui e Juno andavano a scuola, sempre più uniti anno dopo anno. I genitori gli davano la possibilità di poter realizzare i suoi sogni, nonostante il padre fosse un viticultore non si oppose alla scelta del bambino di scegliere una scuota e una professione diversa dalla sua. Perché Giánnis era attratto dal cielo, dalle nuvole e da tutto ciò che potesse volare, si proprio come Icaron Giánnis moriva di quel desiderio. Così quando dovette iscriversi a una scuola superiore non aveva dubbi, la scuola di aereo nautica. Il padre non gli aveva creato problemi con quella scelta ma lui sempre buono e responsabile aveva detto che avrebbe lavorato con lui nei vigneti per mantenersi in quella scuola a dir poco carissima. Si la scuola che si era scelto era a pagamento e numero chiuso, nonostante i Santoro fossero ricchi però Giánnis non voleva gravare sulle loro spalle, soprattutto da quando alla madre era stato diagnosticato un tumore. Poi al compimento del suo diciottesimo anno ecco che arrivò il primo lutto, Rita la mamma morì lasciando tutti con un profondo vuoto dentro. Soffrirono tanto i due fratelli ma Alessandro sembrava soffrire di più, non riusciva a restare lì a Lecce dove ogni cosa gli ricordava la sua amata e fedele moglie. Così con Juno si trasferì definitivamente a Fira, capiva il desiderio di Giánnis di diventare pilota e lo lasciò a studiare alla scuola aereo navale con la promessa che una volta diplomato però li raggiungesse a Santorini. Sei mesi ancora e Giánnis sarebbe stato un pilota ufficiale e li avrebbe raggiunti, lo promise... e lo fece.
    ....
    Summer 1965
    Santorini! Un quadro? Un sogno? No! È Santorini! Tornare nella terra madre era per Giánnis un lenitivo al dolore della perdita della madre. Lo era stato anche per Alessandro e Juno e lo vedeva Giànnis, adesso con la maturità dei diciotto anni il giovane iniziò a sfruttare anche ciò che indirettamente l'isola offriva. Troppo preso dagli studi e dagli obiettivi nonostante avesse già avuto delle ragazze in passato, Giánnis finalmente iniziò a comportarsi come tutti i ragazzi normali. Un casanova greco come avrebbero potuto dire in giro, lui è i suoi amici appena iniziava la stagione turistica si davano man forte e iniziavano a correre dietro a tutte le ragazze che attraccavano a Santorini. Giánnis chissà perché era tra i suoi amici quelli che restava affascinato da qualsiasi donna e anche uomo che incontrasse e in un modo o nell'altro riusciva sempre a sedurre qualunque di loro. Nei sei mesi che Santorini si riempiva Juno restava sempre più colpita e sorpresa dal fatto che egli ogni giorno era accompagnato da qualcuno.
    Fu così che accadde il loro primo scontro? No saprei come ma era accaduto, in Juno era scattato qualcosa e una sorta di gelosia si accese "Almeno deciditi, o gli uomini o le donne!... Così disonori tutta la famiglia... sei una vergogna... Non pensi a noi"
    Queste erano le frasi che spesso si sentiva dire dalla sorella e veramente Giánnis non riusciva a capirla proprio più. Si divertiva e voleva farlo era giovane e poteva farlo, era un ragazzo giudizioso e un buon figlio, aiutava il padre nei campi e in azienda e lei non poteva riprenderlo solo perché come tutti i ragazzi si divertiva a flirtare con le persone e perché no ad avere anche dei rapporti con loro. Non era così che funzionava!
    Certo che era così, proprio per questo non si faceva problemi a cambiare ragazza una volta p anche due al mese. Non c'erano turiste più belle di quelle italiane e francesi. No, non era selettivo, ma Anya la ragazza italiana che aveva conosciuto soltanto quella settimana era veramente uno schianto. Capelli neri, occhi altrettanto scuri e un fisico giovane e dalle curve perfette. Con lei era passione e Giánnis non si saziava mai di quella donna poco più grande di lui, anche lei sembrava apprezzare la sua presenza infatti prolungò la sua vacanza a Santorini, prima di una settimana, ancora di due poi..
    "Sono incinta." Giánnis si era fermato dall'operazione del baciarle i seni nudi ed alzò il capo per guardarla.
    "Cosa?" Chiese lui sorpreso
    "Sono incinta e sono fidanzata. L'anno prossimo devo sposarmi!" Disse la donna che si alzò e si rivestì.
    Giánnis la raggiunse e la abbracciò "Annulla il matrimonio. Aspetti il mio bambino non puoi appunto stare con un altro."
    "Tu non capisci. Sei un ragazzino Giánnis, mio padre ha organizzato questo matrimonio nei minimi particolari. È il salto di classe per la nostra famiglia. Non posso tenere il bambino." Disse lei fredda, Giânnis la guardò e si chiese dove fosse la ragazza che aveva amato fino a quel giorno. Quella donna fredda e calcolatrice non era la sua Anya.
    "Forse potrem..."
    "Niente forse. Cercherò di tenere nascosta la gravidanza ai miei genitori. Quando sarà il momento del parto ti vieni a prendere il bambino così io potrò sposarmi tranquillamente."
    "Stai scherzando?"
    "Certo che no. Sono sicura che i soldi di papino ti aiuteranno..." indossò i suoi sandali e si sistemò i capelli alla meglio. Poi prese un foglio di carta e glielo porse
    "Lasciami il vostro numero di telefono. Non farmi perdere tempo, è ora e mia madre si aspetta che la raggiunga a breve."
    Come in tranche Giánnis fece ciò che la donna gli chiese. Non teneva conto delle sua opinione, ovviamente avrebbe tenuto e cresciuto il bambino, era un orfano e sapeva cosa significava crescere da solo. Come sapeva grazie ad Alessandro e Rita quanto una famiglia fosse importante. Scritto il numero di casa e di azienda lo passò alla giovane e cercò il suo sguardo. "Ne deduco che non ci vedremo più."
    Lei sorrise cinica "Oh andiamo Giánnis. So quante ragazze hai avuto e che non sarò l'ultima. Spero solo che tu abbia usato precauzioni almeno con loro." Si avvicinò e gli stampò un bacio sulle labbra "Sappi che quando sarò tra le braccia di mio marito sarà a te che penserò." E così dicendo lasciò la stanza e con essa la sua casa.
    Juno con il suo sguardo di fuoco accusatorio lo osservava giungere alla porta anche se la sua amica era già andata via. "Sembrava soddisfatta. Potresti non portarle a casa!"
    Giánnis sbottò. "Andiamo Juno, non è proprio il momento." Si grattò la testa e pensò o almeno cercava di ricordare se avesse mai usato delle precauzioni con le sue spasimanti. Purtroppo conosceva la risposta: no. Non ci aveva mai pensato. Si mise le mani sul volto e coprì gli occhi, quante probabilità c'erano che avesse messo incinte tutte loro? Sperava poche, veramente poche. Anche se adesso le passavano tutte in mente. La bella Rosalie Dubois, Estrella Sanchez, Paul Shuber... ah no! I maschi non uscivano incinti. Le sue speranze aumentavano anche se continua a pensare a Johanna, Mariah, Francisca, Elena... tutte ragazze che aveva avuto in quei due anni. Ovviamente se nessuno si era presentato alla sua porta fino ad allora era decisamente salvo. Ma aveva deciso, si sarebbe dato una calmata e aveva preso una decisione: precauzioni!
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    Monte Olimpo
    Inizio 1900
    La guerra tra Ade e Athena tra le lande degli umani si era conclusa ormai da cento anni. Sua figlia, la sua adorata Athena nata dal suo capo, lottava al fianco degli uomini sostenendoli ed aiutandoli, combattendo al loro fianco. Era accaduto con Ulisse, adesso con Tenma ed era sicuro Zeus che ancora la sua adorata bambina sarebbe rinata quando il profilarsi di una nuova sacra guerra sarebbe comparsa all'orizzonte.
    "Ade sta recuperando le forze. Sento che la sua anima sta risorgendo tra i meandri del suo oscuro regno." Disse osservando in basso gli umani che andavano incontro al nuovo secolo con fiducia, nonostante ci fossero guerre che erano appena concluse. Guerre umane che avevano dato ai popoli occidentali l'indipendenza da un regno fatto di imperatori e sudditi.
    "E lascialo tornare." Disse Hera che nel suo angolino osservava il marito crucciato
    "Athena dovrà di nuovo affrontarlo... e ancora soffrire. Quanto ancora dovrà lottare questa mia figlia?"
    Hera lo guardò accigliata "Ti ricordo che non è la tua unica figlia. Dovresti pensare anche agli altri Zeus. Ai nostri figli, al sangue del tuo sangue."
    "Loro sono diversi. Sono capricciosi ed hanno tutto facile. Athena lei... lei ogni volta si innalza agli uomini e rinasce tra gli umani e cresce con loro e li protegge, questo i tuoi figli non lo fanno."
    "Questo tu per primo non lo fai. Ti diverti a cercare un ospite quando una fanciulla ti piace e poi abbandoni il corpo quando più ti aggrada. Tu sei il primo egoista e la prima feccia, quindi non sminuire il tuo retaggio quando sono testimoni dei tuoi gesti e delle tue azioni."
    "I tuoi figli non saprebbero vivere come mortali al contrario di Athena."
    "Tu non sapresti vivere come un mortale al contrario di Athena." Rincarò la dose ella.
    "Veramente lo pensi? Non sfidarmi Hera!" Disse lui
    "Perché non dovrei. Scendi tra gli umani e vivi al loro fianco.. sono curiosa di vederti."
    L'uomo la fissò con sfida toccandosi la barba bianca. Prese la moglie per il mento, nonostante tutto era sempre bellissima. Nonostante i tradimenti sempre al suo fianco...
    "E sia. Ma tu verrai con me!"
    La donna lo guardò sgomenta "Non oserai..."
    "Si che lo farò e le nostre memorie saranno cancellate da Mnemosyne. Solo quando i tempi saranno maturi ricorderemo noi stessi e la nostra divina entità. Accetti la sfida?"
    "Sicuro in mia assenza ti darai alla pazza gioia." Disse iraconda
    L'uomo le prese il viso tra le mani e la guardò "Sicuro per una volta sarai libera dalla mia influenza e potrai essere libera di amare qualcun altro."
    La donna lo osservò provando una stretta al cuore... non avrebbe avuto più l'uomo che amava da tempi immemori se avesse accettato. Non avrebbe mai voluto amare nessun uomo al di fuori di lui. Ma lui la guardava e con sfida allora ella non esitò più.
    "E sia. Nascerò da un ventre materno umano."
    "Nasceremo mia cara. Io e te. E racchiuderemo i nostri figli e le loro aure divine in bulbi sereni e tranquilli fino al nostro ritorno."




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    PREMESSA
    Storia basata sulla saga del maestro © Kuramada Saint Seiya
    Tutti i diritti della serie sono del sensei, della Toei e della casa editrice Shueisha.
    Per le immagini di alcune donne © Michi Himeno (Alexandria Monogatari) © Shingo Araki

    I capitoli nella maggior parte dei casi per non confondere avranno il titolo dei protagonisti quando si va nello specifico di un personaggio

    Sin da tempo immemori i destini di personaggi non principali mi hanno sempre dato un fondo di amarezza. Personaggi ben visti (da me sola sicuro) e messi lì per dare un senso alla storia del maestro e poi lasciati al loro destino a noi sconosciuto.
    Io ci ho messo un po' di mio, persone di cui non ho accettato la morte o la scomparsa, adesso hanno un senso, qui scritto finalmente dopo anni.
    Cercherò di essere abbastanza coerente con il manga classico e gli spin off tranne per Next generation (è appunto ancora in lavorazione e diciamocela tutta è anche una grande baggianata, il saint del sagittario trasformato in centauro e i due leoni del saint del leone non si possono sentire, per non parlare di tutto il resto, rifiuto totale) e cercherò di legare il tutto anche alla nuova generazione di Omega. ad alcuni personaggi per coerenza alla mia storia e conoscendone i caratteri ho anche cambiato la data di nascita
    Altra piccola premessa. Poiché spesso trovavo incoerente che personaggi di 13 anni avessero comunque delle responsabilità di persone maggiorenni ho fatto un salto di età a tutti i personaggi che è di +3 per tutti quindi la guerra galattica inizierà il 1989 anziché il 1986. Terrò invece tutti gli eventi in ordine cronologico, quindi la storia si completerà nell'arco di aprirle 1990, 24/25 ('87 nel manga) contando anche il tenkai hen e l'inizio next dimension. Racconterò poco di shura causa Assassin G che lo ha come protagonista, non lo sto leggendo e non vorrei andare fuori OC.
    Cronologicamente ho scoperto da poco che Esmeralda è nata nel 73 come Shun e gli altri, ma dato come ho impostato la storia le ho appunto aumentato l'età di due anni, è del 71 come Ikki. Mentre per la sua morte che da enciclopedia ufficiale Taizen e manga, resta l'anno in cui Ikki è diventato saint ovvero il 1989 (1986)
    È assurdo che uno Hyoga (in anime) di 14 anni porti l'auto, come assurdo che un Milo di saintia sho appaia la prima volta in anime che dovrebbe avere 15 anni ed invece ah sempre l'aspetto del Milo storico. Assurdo che Miho a 13 anni lavori già quando invece dovrebbe essere ancora un orfana in età di studio. Assurde un po' tutte le cose inerenti all'età come i fisici armoniosi delle donna che a tredici anni ancora non sono prosperose. Dai sedici è già più accettabile
    Detto questo... buona lettura e aspettatevi dei ritorni in vita.
    Tutto ha un filo logico e una spiegazione ❤️
    Ps: avverto che la storia nonostante abbia provato a metterci anche Saintia Sho mancherà di un paio di punti di quell'anime altrimenti incoerente proprio con la storia classica. In pratica:
    Alla partenza per il Santuario e quindi la mattina della battaglia delle 12 case Saori ha ipotizzato dell'esistenza di 12 gold saint e non ne aveva ancora la certezza.
    Quindi per me la parte che Aphrodite va a prendere Saori e la porta al grande tempio, non esiste. Diciamo che non la approvo neanche in saintia sho.
    Come anche non racconterò e per me non è esistito l'incontro tra Saori e Saga che rivela già nell'episodio 5 (prima degli eventi del santuario appunto) la doppia personalità di Saga ed il suo voler uccidere Athena, per poi volerla difendere e chiederle di ucciderlo per il bene supremo.
    ASSOLUTAMENTE NO! È una scena importante del classico manga/anime del maestro Kuramada ed è lì e solo lì che deve stare.
    Grazie ancora dell'attenzione

    Pps: io una cosa però devo dirla su SS Omega. Capisco l'animazione e tutto e che in 14 anni questa gente pare non invecchiata. Io amo Hyoga, Ikki e Shun. Sono i miei bronze preferiti ma... cazzo in 14 anni passati sempre gli stessi vestiti? Cioè non si lavano? E le armature anche quelle sempre le stesse! Capisco i nuovi gold saint ma loro erano stati
    riconosciuti come gli eredi di Shaka, Aiolia e Camus. Pace e amore e fateli lavare almeno
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    Siamo ancora vive
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    Vernon e Petunia Dursley by J.K. Rowling Harry Potter - PotterPedia.it

    Gli zii di Harry Potter si incontrarono sul lavoro. Petunia Evans, da sempre inacidita perché i genitori sembravano apprezzare la sorella strega più di quanto non apprezzassero lei, lasciò definitivamente Cokeworth per frequentare un corso da dattilografa a Londra. Il corso le fruttò un lavoro d'ufficio, dove conobbe l’estremamente non-magico, presuntuoso e materialista Vernon Dursley. Grosso e senza collo, quel dirigente in erba parve alla giovane Petunia un modello di virilità. Non solo lui ricambiava i suoi sentimenti, ma era anche deliziosamente normale. Aveva proprio la macchina giusta e voleva fare cose del tutto ordinarie, e in capo a una serie di noiosi appuntamenti, durante i quali Vernon aveva parlato principalmente di se stesso e delle sue prevedibili idee sul mondo, Petunia sognava già il momento in cui lui le avrebbe infilato l’anello al dito.

    Quando a tempo debito Vernon Dursley le fece la proposta di matrimonio, con grande correttezza formale, in ginocchio nel soggiorno della madre, Petunia accettò al volo. L'unico ostacolo alla sua felicità era la paura di ciò che il fidanzato nuovo di zecca avrebbe pensato di sua sorella, che allora stava frequentando l'ultimo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Vernon era incline a disprezzare perfino chi metteva le scarpe marroni con il vestito nero; come avrebbe giudicato una ragazza che passava quasi tutto il tempo a scagliare incantesimi con indosso una lunga tunica? Petunia non poteva nemmeno pensarci.

    Confessò la verità durante un lacrimoso appuntamento, mentre se ne stavano seduti nella macchina scura di Vernon, davanti a un fish and chips dove lui aveva appena comprato uno spuntino per il dopo-cinema. Come Petunia supponeva, Vernon rimase profondamente scioccato; tuttavia giurò solennemente che non le avrebbe mai rinfacciato di avere per sorella uno scherzo della natura. Petunia gli si gettò tra le braccia con una tale violenta gratitudine che Vernon lasciò cadere la salsiccia impanata.

    Il primo appuntamento tra Lily, il suo ragazzo James Potter e i futuri sposi andò male e da allora i rapporti peggiorarono rapidamente. James trovava Vernon divertente e commise l'errore di mostrarlo. Vernon cercò di trattare James con condiscendenza chiedendogli che macchina guidasse. James gli descrisse la sua scopa da corsa. Vernon si lasciò sfuggire che i maghi dovevano di certo vivere con il sussidio di disoccupazione. James gli raccontò della Gringott, e della fortuna che i suoi genitori vi custodivano, in oro massiccio. Vernon non riusciva a capire se James lo stesse prendendo in giro oppure no, e si arrabbiò. La serata si concluse quando Vernon e Petunia se ne andarono infuriati dal ristorante. Lily scoppiò in lacrime e James (che si sentiva un po' in colpa) promise di sistemare le cose con Vernon alla prima occasione.

    Non accadde mai. Petunia non volle che Lily le facesse da damigella al matrimonio perché era stufa di essere oscurata da lei; Lily ci restò male. Vernon si rifiutò di parlare con James al ricevimento, ma lo definì, mentre era a portata di voce, 'una specie di prestigiatore dilettante'. Una volta sposata, Petunia cominciò ad assomigliare sempre di più a Vernon. Adorava la loro graziosa casa squadrata al numero quattro di Privet Drive. Era finalmente al sicuro: niente più oggetti che si comportavano in modo strano, niente teiere che fischiettavano motivetti al suo passaggio, niente lunghe conversazioni su cose che non capiva con nomi come 'Quidditch' o 'Trasfigurazione'. Lei e Vernon decisero di non andare al matrimonio di Lily e James. L'ultimissima lettera che Petunia ricevette da loro annunciava la nascita di Harry: lei le lanciò un'occhiata sprezzante e la gettò nel cestino.

    Quando poco più di un anno dopo trovarono il nipote ormai orfano sulla porta di casa, rimasero quindi sconvolti. La lettera che lo accompagnava descriveva l'omicidio dei suoi genitori e chiedeva ai Dursley di accoglierlo. Spiegava che Lily aveva sacrificato la vita per suo figlio, e che quindi Harry sarebbe stato al sicuro dalla vendetta di Lord Voldemort finché avrebbe condiviso la casa con Petunia, che aveva lo stesso sangue della sorella. Di conseguenza, il numero quattro di Privet Drive era l'unico rifugio davvero sicuro.

    Prima dell'arrivo di Harry, Petunia era diventata, tra i Dursley, la più decisa a evitare ogni accenno a Lily. Petunia provava un senso di colpa latente per averla esclusa dalla sua vita, consapevole del fatto che la sorella, sotto sotto, l'amava, ma questo sentimento era sepolto da gelosia e rancore. Petunia aveva inoltre soppresso, senza mai raccontarla a Vernon, la speranza infantile di scoprire di essere una strega, e di essere portata nel magico mondo di Hogwarts.

    Dopo aver letto la sconvolgente lettera di Silente sulla coraggiosa morte di Lily, sentì di non avere scelta: doveva accogliere Harry e crescerlo insieme all'amato figlio Dudley. Lo fece malvolentieri e trascorse gli anni successivi a punire il nipote per la sua scelta. L'antipatia di zio Vernon per Harry derivava in parte, proprio come quella di Piton, dalla sua somiglianza col padre, odiato da entrambi.

    Le bugie che i Dursley raccontarono a Harry sulla morte dei suoi genitori erano basate principalmente sulle loro paure. L'idea di un Mago Oscuro potente come Lord Voldemort li terrorizzava e, come tutti gli argomenti che consideravano inquietanti o sgradevoli, la rinchiusero in un angolino della loro mente e ripeterono la storia dell'incidente stradale talmente tante volte che cominciarono quasi a credere che fosse vera.

    Nonostante sia cresciuta insieme a una strega, Petunia è decisamente ignorante in materia di magia. Lei e Vernon condividono l’idea confusa di poter soffocare in qualche modo i poteri di Harry e, nel tentativo di sbarazzarsi delle lettere che arrivano da Hogwarts per l'undicesimo compleanno del nipote, lei e Vernon si basano sulla vecchia credenza che le streghe non possano attraversare l'acqua. Dato che Petunia aveva visto spesso Lily saltare fossi e correre sui passatoi dei ruscelli quando erano piccole, non avrebbe dovuto sorprendersi quando Hagrid non incontrò alcuna difficoltà a superare il mare in burrasca per arrivare alla catapecchia sullo scoglio

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    1978

    La motocicletta svoltò rapida la curva a gomito: così veloce, nel buio, che i due poliziotti nell'auto che la inseguiva gridarono: "Wow!". Il sergente Fisher frenò bruscamente con il suo piedone, convinto che il ragazzo seduto dietro sarebbe finito sotto le ruote dell'auto. Invece, la moto girò l'angolo senza disarcionare i due centauri, e sparì nella stretta viuzza con una scintilla rossa del fanalino posteriore.

    "Li abbiamo presi!" strillò l'agente Anderson. "E' un vicolo cieco!"

    Chino sul volante, scalando in fretta le marce, per infilare l'auto nel vicolo Fisher raschiò via metà della vernice dalla fiancata.

    Lì, illuminata dai fari, stava la loro preda, finalmente immobile dopo un quarto d'ora di inseguimento. I due centauri erano in trappola: da una parte un alto muro di mattoni, dall'altra l'auto della polizia, che si avventava su di loro come un predatore ringhiante con gli occhi fulgenti.

    Lo spazio tra le portiere e i muri del vicolo era così angusto che Fisher e Anderson ebbero difficoltà a uscire dall'abitacolo. Era un duro colpo per la loro dignità, dover strisciare come granchi verso i due teppistelli. Fisher trascinò la grossa pancia rasente il muro, facendo saltare i bottoni della camicia uno per uno, e alla fine staccò lo specchietto retrovisore con il fondoschiena.

    "Scendete dalla moto!" intimò ai ragazzi, che sorridevano sotto la luce blu a intermittenza, come se la trovassero divertente. Ubbidirono. Fisher si liberò dal retrovisore rotto e li squadrò con occhio torvo. Dimostravano circa diciott'anni. Quello che guidava la moto aveva lunghi capelli neri; la sua bellezza insolente ricordò a Fisher quel chitarrista perdigiorno, il fidanzato di sua figlia. Anche il secondo ragazzo aveva i capelli neri, ma più corti e sparati in tutte le direzioni. Aveva gli occhiali e un largo sorriso. Entrambi i ragazzi indossavano magliette con un grande volatile dorato sul petto: senza dubbio il logo di qualche rock band assordante e stonata.

    "Niente casco!" gridò Fisher, indicando in successione le due teste scoperte. "Eccesso di velocità... considerevole!" (In effetti, Fisher non era disposto ad ammettere che una moto potesse raggiungere la velocità che aveva visto sul suo tachimetro.) "E non vi siete fermati al posto di blocco!"

    "Ci sarebbe piaciuto fermarci a fare due chiacchiere" disse il ragazzo con gli occhiali, "solo che cercavamo di..."

    "Non fare lo spiritoso. Voi due siete nei guai fino al collo!" ringhiò Anderson. "Nomi!"

    "Nomi?" ripeté il motociclista dai capelli lunghi. "Be', allora, vediamo... Wilberforce... Bathsheba... Elvendork..."

    "E la cosa bella di Elvendork è che va bene per maschi e femmine" aggiunse il ragazzo con gli occhiali.

    "Ah, ma lei vuol sapere i NOSTRI nomi?" chiese il primo ragazzo, mentre Anderson sbavava di rabbia. "Be', poteva dirlo subito! Questo qui è James Potter, e io mi chiamo Sirius Black!"

    "Black, eh? Nero... Sì, la vedo proprio nera per voialtri, spudorati piccoli..."

    Ma né James né Sirius gli prestavano attenzione. D'un tratto erano all'erta come segugi, e guardavano oltre Fisher e Anderson, oltre il tettuccio della volante, verso il buio imbocco del vicolo. Poi, con un fluido movimento in simultanea, si misero una mano nella tasca posteriore.

    Per un istante entrambi i poliziotti immaginarono pistole puntate contro di loro, ma un attimo dopo videro che i centauri avevano estratto delle semplici...

    "Bacchette per tamburi?" li schernì Anderson. "Siete due burloni, non c'è che dire. Bene, siete in arresto con l'accusa di..."

    Ma Anderson non riuscì a formulare l'accusa. James e Sirius avevano gridato una parola incomprensibile, e le luci dei fari si erano mosse.

    I poliziotti si voltarono di scatto, e poi indietreggiarono barcollando. Dall'imbocco del vicolo arrivavano tre uomini in volo – sì, IN VOLO su manici di scopa – e nello stesso istante, l'auto della polizia si impennava sulle ruote posteriori.

    Le ginocchia di Fisher cedettero; l'uomo piombò seduto a terra. Anderson inciampò sulle gambe di Fisher e cadde sopra di lui, mentre – FLUMP – BANG – CRUNCH – sentivano gli uomini sulle scope schiantarsi contro la macchina rovesciata e cadere a terra, apparentemente svenuti; schegge dei manici di scopa ricadevano a terra intorno a loro.

    La motocicletta era tornata in vita con un rombo. A bocca spalancata, Fisher trovò la forza di voltarsi in direzione dei due adolescenti.

    "Grazie mille!" gridò Sirius sopra il ruggito del motore. "Vi dobbiamo un favore!"

    "Già, piacere di avervi conosciuto!" disse James. "E ricordate: Elvendork! E' unisex!"

    Si udì un fracasso assordante, e Fisher e Anderson si gettarono le braccia al collo terrorizzati; la loro auto era appena ricaduta a terra. Ora toccò alla moto impennarsi. Di fronte agli occhi increduli dei due poliziotti, la moto decollò in aria. James e Sirius rombarono via nella notte: dietro di loro, il fanalino posteriore si dileguava rilucendo come un rubino.
  8. .
    Buongiorno e buona settimana santa a tutti
  9. .
    cambiare skin
  10. .
    BLA
  11. .
    Bla bla
  12. .
    Legni con cui vengono fabbricate le bacchette:

    Abete:Gerbold Octavius Olivander, ha sempre definito quella di abete 'la bacchetta del sopravvissuto', perché l'aveva venduta a tre maghi che, in seguito, avevano superato indenni un pericolo mortale. Senza dubbio questo legno, provenendo dall'albero più resistente in assoluto, crea bacchette che richiedono ai loro legittimi proprietari un potere stabile e propositi fermi, mentre sono uno strumento scarso nelle mani di una persona indecisa e incostante. Le bacchette di abete sono particolarmente adatte alla Trasfigurazione e preferiscono un padrone dal comportamento deciso, determinato e, di quando in quando, intimidatorio. proprietari: Minerva McGonagall

    Acacia:Si tratta di un legno da bacchetta piuttosto raro da cui si ricavano bacchette dal carattere difficile che spesso rifiutano di prodursi in incantesimi se non per il loro proprietario, e riservano i migliori risultati solo ai maghi più talentuosi. Questa suscettibilità le rende difficili da piazzare,l'acacia non è adatta alla cosiddetta magia “fumi e botti”. Se ben abbinata, la bacchetta di acacia non ha nulla da invidiare a nessun’altra, anche se spesso è sottovalutata a causa del suo carattere particolare. proprietari noti: Narcissa Malfoy

    Acero:Le bacchette d'acero scelgono maghi che per natura amano viaggiare ed esplorare; non sono bacchette nate per stare in casa e prediligono una strega o un mago ambiziosi, altrimenti la loro magia si appesantisce e si spegne. Nuove sfide e frequenti cambi d'orizzonte fanno letteralmente risplendere la bacchetta di acero che diventa sempre più brunita man mano che il suo prestigio e i suoi talenti crescono, insieme a quelli del suo padrone. L'acero da bacchetta di qualità è un legno bello e ambito e, da secoli, uno dei più costosi. Possedere una bacchetta d'acero è da sempre uno status symbol, perché ha fama di essere la bacchetta delle persone di successo.

    Agrifoglio:L'agrifoglio è uno dei legni da bacchetta più rari; ritenuto tradizionalmente protettivo, questo legno si sposa felicemente con chi può aver bisogno d'aiuto per superare la propria tendenza alla rabbia e all’impetuosità. Non di rado, inoltre, le bacchette di agrifoglio scelgono un padrone coinvolto in qualche pericolosa impresa di ricerca, spesso di tipo spirituale. L'agrifoglio è uno di quei legni la cui efficacia negli incantesimi varia radicalmente a seconda del nucleo scelto per la bacchetta. È notoriamente difficile combinarlo alla piuma di fenice, perché la sua imprevedibilità entra in qualche modo in conflitto con il temperamento distaccato della fenice. Nella remota eventualità in cui una simile combinazione trovi il suo proprietario ideale, tuttavia, niente e nessuno dovrebbe provare a ostacolarli. Proprietari noti: Harry Potter

    Alloro:Si dice che queste bacchette non possano compiere cattive azioni, tuttavia bacchette d'alloro hanno compiuto incantesimi potenti e qualche volta letali, alla ricerca della gloria (obiettivo non insolito per i compagni ideali di queste bacchette). Capita che la bacchetta d'alloro venga ingiustamente definita capricciosa. Il fatto è che non sopporta di avere un padrone pigro e quando è così si lascia vincere con facilità da un altro mago. In tutti gli altri casi la bacchetta d'alloro rimane per sempre felicemente fedele al suo primo compagno, anzi, produce uno spontaneo lampo di luce nel caso in cui qualcun altro cerchi di rubarla (caratteristica, questa, davvero accattivante).

    Biancospino:Gregorovitch, il fabbricante di bacchette, scrisse che dal biancospino si ricava 'una bacchetta insolita e contraddittoria, ricca di paradossi esattamente come l'albero che l'ha generata: i fiori e le foglie hanno poteri curativi, mentre i rami tagliati odorano di morte'. Sulle bacchette di biancospino consideriamo la loro natura complessa e intrigante, esattamente come quella di chi è più adatto a possederle. Le bacchette di biancospino saranno sì particolarmente efficaci nella magia curativa, ma sono anche versate nelle maledizioni, e ho notato che in generale si sentono più affini a un carattere ricco di contrasti, o con un mago che attraversa un periodo turbolento della sua vita. In ogni caso il biancospino non si domina facilmente e non mi sognerei mai di dare in mano una di queste bacchette a qualcuno che non sia un mago di dimostrato talento, o le conseguenze sarebbero disastrose. Vale la pena di ricordare che le bacchette di biancospino hanno una peculiarità: se maneggiate in modo sbagliato, i loro incantesimi possono ritorcersi contro chi li scaglia. Proprietari noti:Draco Malfoy

    Carpino:Questo legno sceglie come compagno per la vita una strega o un mago con un'unica e pura passione, che qualcuno potrebbe definire ossessione (anche se io preferisco il termine 'sogno'), e che è quasi sempre destinata a realizzarsi. Le bacchette di carpino si adattano allo stile magico del loro proprietario più in fretta di molte altre e diventano così personali che gli altri maghi faranno molta fatica a utilizzarle anche per gli incantesimi più semplici. Allo stesso modo le bacchette di carpino acquisiscono il codice d'onore (qualunque esso sia) del loro proprietario e si rifiuteranno, nel bene e nel male, di fare qualunque cosa che non corrisponda ai principi del loro padrone. Sono bacchette molto ricettive e ben calibrate.

    Castagno:Questo legno è molto interessante e sfaccettato. Muta carattere a seconda del nucleo a cui si abbina, e prende molte sfumature dalla personalità di chi lo possiede. La bacchetta di castagno è attratta da streghe e maghi esperti nel domare creature magiche, da chi è particolarmente dotato in Erbologia e da chi possiede un talento naturale per il volo. Tuttavia, se al castagno si abbinano le corde del cuore di drago, la bacchetta si sposa perfettamente con chi è innamorato del lusso e dei beni materiali e non si fa molti scrupoli su come ottenerli. Per contro, tre capi consecutivi del Wizengamot sono stati proprietari di bacchette di castagno e unicorno, dal momento che questa combinazione sembra prediligere coloro che si occupano di giustizia, in tutte le sue forme.

    Cedro:Qualcuno con una bacchetta di cedro ha forza di carattere e una lealtà fuori dal comune. Gervaise Olivander diceva sempre 'non potrai mai ingannare chi possiede una bacchetta di cedro' e non posso che essere d'accordo: la bacchetta di cedro trova il suo habitat naturale dove albergano intuito e perspicacia. Ma dirò di più: non ho mai tenuto a oppormi a un mago con una bacchetta di cedro, specialmente nel caso in cui qualcuno abbia fatto del male a un suo caro. La strega o il mago correttamente abbinati a una bacchetta di cedro sono potenzialmente temibili avversari, e spesso chi li sfida con leggerezza ne rimane sconvolto.

    Ciliegio:Da questo legno molto raro si ricavano bacchette dal potere singolare, apprezzatissime dagli studenti della scuola di Magia di Mahoutokoro, in Giappone, dove possederne una è fonte di grande prestigio. Il compratore Occidentale non deve pensare che da quest'albero, visti i suoi bei fiori rosa, si ricavino bacchette puramente ornamentali e frivole. Il ciliegio, infatti, genera spesso una bacchetta dal potere davvero letale, qualunque sia il nucleo; ma se abbinata alle corde del cuore di drago, non dovrebbe mai appartenere a un mago che non abbia un eccezionale auto-controllo e forza d'animo. Proprietari : Mary Cattermole, Neville Longbottom

    Cipresso:Le bacchette di cipresso sono associate alla nobiltà d'animo. Il grande fabbricante di bacchette medievale, Geraint Olivander, scrisse che per lui era sempre un onore abbinare correttamente una bacchetta di cipresso al suo proprietario, perché sapeva di trovarsi in presenza di una strega o di un mago che sarebbero morti in circostanze eroiche. Fortunatamente ora, in tempi meno sanguinari, coloro che possiedono una bacchetta di cipresso sono chiamati raramente a sacrificare la propria vita, ma senza dubbio molti di loro lo farebbero, se necessario. Le bacchette di cipresso trovano la loro anima gemella tra i coraggiosi, gli audaci e chi è pronto a sacrificarsi, cioè coloro che non temono di confrontarsi con le proprie ombre e con quelle degli altri.

    Corniolo:Il corniolo è uno dei legni che preferisco, e ho scoperto che abbinare correttamente una bacchetta di questo materiale al suo proprietario ideale è sempre piacevole. Le bacchette di corniolo sono vivaci e capricciose; giocherellone per natura, cercano ostinatamente un compagno che offra emozioni e divertimento. Detto ciò, non c'è niente di più sbagliato che pensare che le bacchette di corniolo non siano in grado di cimentarsi in magie serie quando richiesto. È risaputo, infatti, che in condizioni difficili sanno compiere incantesimi notevoli e in coppia con un mago abile e ingegnoso possono produrre incantesimi davvero splendidi. Molte bacchette di corniolo hanno una curiosa fissazione: si rifiutano di compiere incantesimi non-verbali e spesso sono piuttosto rumorose.

    Ebano:Questo legno nero lucente ha un aspetto e una fama impressionanti, essendo particolarmente adatto a ogni tipo di magia da combattimento e alla Trasfigurazione. L'ebano dà il suo meglio nelle mani di chi ha il coraggio di essere se stesso. Spesso anticonformisti, diversi o inclini a essere fuori dagli schemi, si trovano proprietari di bacchette di ebano sia tra le fila dell'Ordine della Fenice che tra i Mangiamorte. Secondo la mia esperienza, il padrone ideale di una bacchetta di ebano è colui che, a dispetto delle pressioni esterne, resta aggrappato alle proprie convinzioni e non si lascia distogliere facilmente dai suoi propositi.

    Faggio:La persona giusta per una bacchetta di faggio sarà: se giovane, molto più matura della sua età, se adulta, intelligente e ricca di esperienza. Le persone intolleranti e di vedute ristrette ottengono scarsi risultati con le bacchette di faggio. Capita spesso, in questi casi, che chi ha ottenuto una bacchetta di faggio senza essere adatto a essa (bramando questo legno estremamente ambito e apprezzato e ricco di sfumature) si presenti alla porta di esperti fabbricanti come me chiedendo come mai la loro bella bacchetta sia così fiacca. Con il mago giusto, la bacchetta di faggio è in grado di compiere magie di un'arte e una finezza tali che si riscontrano raramente in altri legni; da qui deriva la sua fama prestigiosa.

    Frassino:La bacchetta di frassino resta sempre fedele al suo unico e legittimo padrone e non dovrebbe essere mai tramandata né regalata perché perderebbe i suoi poteri e le sue doti. Questa tendenza è esasperata se possiede un nucleo di unicorno. Raramente le antiche superstizioni sulle bacchette reggono a un esame attento, ma trovo che nella vecchia filastrocca sulle bacchette di sorbo, castagno, frassino e nocciolo ci sia un briciolo di verità (il sorbo sparla, il castagno sogna, testardo è il frassino, il nocciolo si lagna). Nella mia esperienza, le streghe e i maghi più adatti alle bacchette di frassino non si lasciano distogliere facilmente dai loro propositi e dalle loro idee. Tuttavia le streghe o i maghi insolenti e troppo sicuri di sé che spesso insistono a voler provare bacchette di questo legno prestigioso rimarranno delusi dai risultati. Il proprietario ideale può essere ostinato, e di certo sarà coraggioso, ma mai arrogante o grossolano. Proprietari noti : Cedric Diggory

    Larice:Resistente, durevole e di colore caldo, il larice è da sempre considerato un legno ricco di poteri e affascinante. Le bacchette da esso ricavate hanno fama di instillare fiducia e coraggio in chi le usa, per questo la loro richiesta è sempre superiore alle scorte. Tuttavia questa ricercatissima bacchetta è difficile da soddisfare quando deve scegliere il suo proprietario ideale ed è molto più insidiosa da maneggiare di quanto si immagini. Trovo che il larice produca sempre bacchette dai talenti nascosti e dagli effetti imprevedibili, caratteristiche che rispecchiano quelle del suo padrone ideale. Capita spesso che la strega o il mago destinati a una bacchetta di larice non si rendano completamente conto dei loro considerevoli talenti fino a quando non si uniscono a essa. A quel punto diventeranno una coppia eccezionale.

    Melo:Di bacchette di melo non se ne fabbricano molte. Sono potenti e appropriate per un mago con grandi mire e nobili ideali, dato che questo legno mal si addice alle Arti Oscure. Dicono che il padrone di una bacchetta di melo sarà beneamato e longevo e ho notato che spesso i clienti dal grande fascino personale si sposano perfettamente con questo legno. Tra i possessori di bacchette di melo si riscontra di frequente un'insolita abilità di comunicare con altri esseri magici nella loro lingua madre: tra questi possiamo includere il famoso autore di Guida completa alla lingua e ai costumi dei Maridi , Dylan Marwood.

    Nocciolo:Le bacchette fabbricate con questo legno sono sensibili e spesso rispecchiano lo stato emotivo del loro padrone, risultando più adatte a chi capisce e riesce a controllare le proprie emozioni. Chiunque maneggi una bacchetta di nocciolo quando il suo proprietario abbia recentemente perso le staffe o subito una cocente delusione dovrebbe stare attento perché la bacchetta assorbe l'energia ed è capace di scaricarla in modo imprevedibile. Tuttavia questi piccoli disagi sono più che compensati dagli aspetti positivi della bacchetta di nocciolo, che in mani capaci è in grado di compiere incantesimi eccezionali, ed è così devota al suo padrone che spesso 'appassisce' quando costui passa a miglior vita (in altre parole, espelle tutta la sua magia e si rifiuta di funzionare, rendendo necessaria la rimozione del nucleo e il suo inserimento in un altro involucro, sempre che si abbia ancora bisogno della bacchetta. Tuttavia se il nucleo è di crine di unicorno non c'è speranza, la bacchetta sarà sicuramente 'morta'). Le bacchette di nocciolo possiedono inoltre la singolare capacità di rilevare l'acqua nel sottosuolo ed emettono lacrime di vapore argenteo quando si passa sopra a fonti e pozzi nascosti. proprietari: Ginevra Weasley

    Noce:Alle streghe e ai maghi molto intelligenti bisognerebbe sempre far provare per prima una bacchetta di noce, perché, in nove casi su dieci, saranno perfetti l'uno per l'altra. Le bacchette di noce appartengono spesso a inventori e innovatori magici; si tratta di un bel legno, insolitamente versatile e adattabile. Ma attenzione: a differenza di altri legni difficili da dominare e che possono rifiutarsi di eseguire incantesimi estranei alla loro natura, la bacchetta di noce, una volta assoggettata, assolverà qualsiasi compito le venga affidato, a patto che chi la usa sia sufficientemente brillante. Ne risulta un'arma davvero letale se posta nelle mani di una strega o un mago senza scrupoli, perché il mago e la bacchetta possono alimentarsi a vicenda in modo malsano. Proprietari: Bellatrix Lestrange

    Noce nero:Meno diffusa della bacchetta di noce tradizionale, quella di noce nero è attratta da un padrone di buoni istinti e potente introspezione. Il noce nero è un legno molto bello, ma non è il più facile da dominare. Ha un vezzo marcato: è enormemente sensibile al conflitto interiore e perde potere in modo drammatico se il suo padrone cede all’auto-illusione. Se la strega o il mago in questione non possono o non vogliono essere onesti con se stessi o con gli altri, la bacchetta spesso non assolve adeguatamente il suo compito e dovrà essere affidata a un nuovo e più adatto proprietario per recuperare il proprio valore. Accanto a un padrone sincero e consapevole, la bacchetta di noce nero è tra le più leali e ammirevoli, con un talento straordinario in tutti i tipi di incantesimo.

    Olmo:Indubbiamente è stato un mago che possedeva una bacchetta di olmo e voleva dimostrare la purezza del suo lignaggio a far circolare la voce infondata che solo i Purosangue possono produrre magia con queste bacchette, poiché io stesso conosco Nati Babbani che sono compagni perfetti della loro bacchetta di olmo. La verità è che le bacchette di olmo preferiscono maghi di carisma, destrezza e innata nobiltà. Tra tutti i legni da bacchetta, nella mia esperienza l'olmo è quello che produce meno incidenti, meno errori sciocchi e gli incantesimi più eleganti. Sono bacchette sofisticate, capaci, nelle mani giuste, di magie avanzatissime (il che contribuisce appunto a renderle molto ricercate tra coloro che sposano la filosofia del sangue puro). proprietari: [[Lucius Malfoy ]]

    Ontano:Il legno di ontano è inflessibile, ciononostante ho scoperto che il proprietario ideale di una bacchetta fabbricata con questo materiale spesso non è testardo e ostinato, ma disponibile, rispettoso e molto simpatico. Mentre la maggior parte dei legni per bacchetta ricerca un'affinità con il carattere di colui che servirà al meglio, l'ontano fa eccezione poiché sembra essere attratto da una natura se non proprio opposta alla sua, certamente di tipo molto diverso. Quando una bacchetta di ontano viene collocata con successo diventa una meravigliosa e leale compagna. Tra tutte le bacchette questa è la più adatta agli incantesimi non-verbali: da qui la fama di essere idonea solo alle streghe e ai maghi di livello superiore.

    Peccio: I fabbricanti di bacchette inesperti definiscono il peccio (o abete rosso) un legno difficile, ma così facendo rivelano solo la loro incompetenza. È piuttosto vero che serve una particolare maestria per lavorare questo legno, da cui si ricavano bacchette inadatte a chi è di indole nervosa o insicura, e che diventano davvero pericolose tra dita tremanti. Con le bacchette di peccio serve una mano ferma perché spesso sembra che la pensino a modo loro sul tipo di magia che dovrebbero essere chiamate a eseguire. Comunque, quando una bacchetta di peccio trova il suo partner ideale – nella mia esperienza un mago audace e con un buon senso dell'umorismo – diventa una magnifica assistente, profondamente fedele al suo padrone e capace di incantesimi spettacolari e di grande effetto.

    Pero:Questo legno dalle sfumature dorate produce bacchette con magnifici poteri magici che danno il meglio di sé nelle mani dei buoni di cuore, dei generosi e dei saggi. Secondo la mia esperienza, chi possiede una bacchetta di pero è solitamente una persona benvoluta e rispettata. Non sono a conoscenza di un solo caso in cui una bacchetta di pero sia appartenuta a un Mago Oscuro. Le bacchette di questo legno sono tra le più resistenti e ho notato che tendono a sembrare incredibilmente nuove, anche dopo numerosi anni di strenuo utilizzo.

    Pino:La bacchetta di pino, dalla venatura dritta, sceglie sempre un padrone indipendente e anticonformista che può apparire un solitario, intrigante e misterioso. Alle bacchette di pino piace essere usate con creatività e, a differenza di altre, si adattano volentieri a nuovi metodi e incantesimi. Molti fabbricanti sostengono che le bacchette di pino riescano a individuare e diano il meglio di sé con chi è destinato a una lunga vita. Io non posso che confermarlo, perché non ho mai conosciuto un padrone di bacchetta di pino morto in tenera età. Queste bacchette sono tra le più ricettive agli incantesimi non-verbali.

    Pioppo:Se cerchi l’integrità morale, guarda prima tra i pioppi' soleva dire mio nonno, Gerbold Olivander. La mia personale esperienza con le bacchette di pioppo e i loro padroni combacia perfettamente con questa massima. Ecco una bacchetta su cui si può contare, forte, resistente e dal potere costante, che preferisce lavorare con una strega o un mago dalla moralità cristallina. Tra i fabbricanti di basso livello circola una storiella trita e ritrita secondo cui nessuna bacchetta di pioppo ha mai scelto un politico. Affermando ciò si dimostrano penosamente ignoranti: infatti due dei più validi Ministri della Magia, Eldritch Diggory e Evangeline Orpington, possedevano un'eccellente bacchetta di pioppo Olivander.

    Pioppo Bianco:Il legno di pioppo bianco di qualità per bacchette è appunto di colore bianco e a grana fine, ed è molto apprezzato da tutti i fabbricanti per la sua elegante somiglianza con l'avorio e per gli incantesimi eccezionali che è in grado di produrre. Il proprietario ideale di questa bacchetta è spesso un abile duellante, o lo diventerà, perché il pioppo bianco si addice in modo particolare alla magia da combattimento. Si narra che possedere una bacchetta di pioppo bianco fosse un requisito indispensabile per entrare a far parte di un famigerato club clandestino di duellanti del XVIII secolo, chiamato dai suoi membri 'Le Lance d'Argento'. Secondo la mia esperienza, il proprietario di una bacchetta di pioppo bianco di solito è una persona forte e determinata, più facilmente attratta, rispetto agli altri, dalle imprese di ricerca e dai nuovi ordinamenti. Questa è una bacchetta per maghi rivoluzionari. proprietari noti: Gellert Grindelwald

    Prugnolo:Il prugnolo – che è un legno da bacchetta davvero poco comune – ha fama, secondo me ben meritata, di essere perfetto per un guerriero. Questo non significa per forza che il padrone di una bacchetta di prugnolo pratichi le Arti Oscure (anche se è innegabile che chi lo fa, apprezzerà il suo prodigioso potere); si trovano bacchette di prugnolo sia tra gli Auror che tra i detenuti di Azkaban. Caratteristica singolare dei cespugli di prugnolo, dotati di perfide spine, è quella di produrre le bacche più dolci dopo le gelate più rigide: sembra che le bacchette ottenute da questo legno, prima di creare un vero e proprio legame con i loro padroni, debbano attraversare al loro fianco pericoli e avversità. Se così accade, la bacchetta di prugnolo diventerà il servitore più fedele e leale che si possa desiderare. proprietari : ghermidore sconosciuto

    Quercia:Una bacchetta da avere accanto nel bene e nel male. È un'amica leale, proprio come il mago a cui è destinata. Le bacchette di quercia vogliono un compagno forte, coraggioso e fedele. Ciò che molti non sanno, invece, è che il possessore di una bacchetta di quercia di solito ha un potente intuito e, spesso, una certa affinità con la magia della Natura e con le creature e le piante necessarie a un mago sia per esercitare le sue arti che per svagarsi. L'albero di quercia è considerato 'Re della foresta' dal solstizio d'inverno a quello d'estate, quindi il suo legno andrebbe raccolto solamente in questo periodo (l'agrifoglio, invece, diventa Re quando il giorno ricomincia ad accorciarsi, e quindi andrebbe raccolto nella seconda parte dell’anno. Si ritiene che questa divisione sia all'origine del vecchio detto: 'Se lui è quercia e lei è agrifoglio, le nozze non consiglio'. Una superstizione che trovo infondata). Si narra che la bacchetta di Merlino fosse di quercia, anche se non si può provare, dato che la sua tomba non è mai stata ritrovata.

    Quercia rossa:Sentirete spesso qualche ignorante dire che la quercia rossa è un segnale infallibile del temperamento focoso del suo proprietario. In realtà, il legittimo padrone di una bacchetta di quercia rossa è dotato di un'insolita prontezza di riflessi, il che rende questa bacchetta uno strumento ideale per il combattimento. Meno comune di una bacchetta di quercia tradizionale, quella rossa si sposa a pennello con un mago dal tocco leggero, un mago sveglio e che sa adattarsi, capace di incantesimi dal tratto distintivo e personale, qualcuno insomma che vale la pena di avere accanto durante una battaglia. Le bacchette di quercia rossa sono, secondo me, tra le più belle.

    Salice:Il salice è un legno da bacchetta raro e dotato di poteri curativi. Ho notato che spesso il proprietario ideale di una tale bacchetta ha alcune insicurezze (di solito ingiustificate), per quanto bene cerchi di nasconderlo. Anche se molti clienti sicuri di sé insistono a voler provare una bacchetta di salice (attirati dalla sua bellezza e dalla fama ben fondata di consentire magia avanzata e incantesimi non-verbali), quelle da me fabbricate hanno sempre preferito maghi dalle grandi potenzialità rispetto a quelli che credevano di non aver più molto da imparare. Nella mia famiglia si diceva sempre: 'Chi più lontano deve andare, con il salice più in fretta ci potrà arrivare'. proprietari: Ronald Weasley

    Sambuco:Estremamente raro e considerato profondamente infausto, questo legno forgia bacchette assai difficili da dominare. Esse contengono una magia potente, ma disdegnano il padrone se questi non è a loro superiore; solo un grande mago è in grado di conservare una bacchetta di sambuco. Il vecchio detto 'Bacchetta di sambuco, non cavi un ragno dal buco' si fonda sulla paura che incute questa bacchetta, ma in realtà è una superstizione senza fondamento; e quegli sciocchi fabbricanti di bacchette che si rifiutano di lavorare con il sambuco non lo fanno perché temono questo legno ma perché dubitano di venderne il prodotto. La verità è che il sambuco si accompagna bene solo a una persona davvero fuori dal comune, e nelle rare occasioni in cui l'accoppiata riesce è sicuro che un destino speciale attende la strega o il mago in questione. Durante i miei lunghi anni di studio ho scoperto un altro fatto sulle bacchette di sambuco: chi le possiede spesso prova una forte affinità con chi è stato scelto da una bacchetta di sorbo. proprietari: Antioch Peverell, Emeric il Maligno, Egbert, Godelot, Hereward, Barnabas Deverill, Loxias, Mykew Gregorovitch, Gellert Grindenwald, Albus Silente, Draco Malfoy, [[Harry Potter]]

    Sequoia:Il legno di sequoia di qualità per le bacchette scarseggia, ma è sempre molto richiesto perché ha fama di portare fortuna al suo possessore. Com'è spesso il caso quando si tratta di tradizioni popolari sulle bacchette, la gente vede le cose al contrario: non sono le bacchette di sequoia in sé a essere fortunate, ma sono fortemente attratte da chi ha già di suo l'ammirevole capacità di cadere sempre in piedi, di fare la scelta giusta, di trarre vantaggio anche dalla catastrofe. La combinazione di una bacchetta di sequoia con una strega o un mago rispondenti a questa descrizione è sempre affascinante. Di solito, quando vedo uscire dal mio negozio una tale accoppiata mi aspetto da loro grandi gesta.

    Sicomoro:Il sicomoro produce bacchette con sete di ricerca, desiderose di nuove esperienze, e che perdono il loro lustro se impiegate in banali attività. Uno svantaggio di queste bacchette è che prendono fuoco se lasciate ad 'annoiarsi'; molte streghe e maghi di mezza età rimangono sconcertati quando la loro fedele bacchetta gli s'incendia in mano proprio quando, per l'ennesima volta, le chiedono di portar loro le pantofole. Come si può ben dedurre, il proprietario ideale di una bacchetta di sicomoro è curioso, pieno di vita e avventuroso. Quando si accompagna a un padrone di tal fatta, il sicomoro dimostra una capacità di adattamento e apprendimento tali da farne uno dei legni da bacchetta più apprezzati nel mondo.

    Sorbo:Da sempre il sorbo è uno dei legni da bacchetta prediletti, perché si ritiene sia il più protettivo; in effetti, secondo la mia esperienza, il sorbo rende particolarmente forte e difficile da spezzare qualsiasi tipo d'incantesimo difensivo. È opinione comune che nessuna strega o mago Oscuri abbiano mai posseduto una bacchetta di sorbo e non riesco a ricordare un solo caso in cui una bacchetta di sorbo da me fabbricata abbia compiuto del male in giro per il mondo. Il sorbo si addice di più a chi ha le idee chiare e il cuore puro, ma questa fama di virtù non deve trarre in inganno: queste bacchette sono pari alle altre, spesso sono migliori e di frequente le surclassano in duello.

    Tasso:Le bacchette di tasso sono tra le più rare. Il loro compagno ideale è una persona altrettanto fuori dal comune e, di quando in quando, famosa. La bacchetta di tasso è rinomata perché dà al suo padrone il potere di vita o di morte, il che naturalmente si potrebbe dire di tutte le bacchette. Tuttavia il tasso ha una reputazione particolarmente oscura e spaventosa nel campo dei duelli e delle maledizioni. In ogni caso, è inesatto dire (come fa spesso chi non se ne intende) che chi usa una bacchetta di tasso è più attratto di altri dalle Arti Oscure. La strega o il mago più adatti a una bacchetta di tasso possono ugualmente dimostrarsi strenui difensori del prossimo. Le bacchette ricavate da questi alberi plurisecolari sono appartenute sia a eroi che a criminali. Quando un mago viene sepolto con la sua bacchetta di tasso, di solito questa germoglia, dando origine a un albero che custodirà la tomba del suo defunto padrone. Secondo la mia esperienza, di certo le bacchette di tasso non scelgono mai un mago mediocre o timido. proprietari: Lord Voldemort

    Tiglio argentato:Questo legno da bacchetta raro ed estremamente affascinante era molto in voga nel XIX secolo. Le scorte erano sempre insufficienti e i fabbricanti di bacchette senza scrupoli tingevano legno scadente nel tentativo di ingannare i clienti. La bellezza di queste bacchette, però, non era l'unico motivo che le rendeva così appetibili: il tiglio argentato aveva fama di dare il meglio di sé con i Veggenti e con i maghi versati nella Legilimanzia, due arti misteriose, che accrescevano il prestigio di chi possedeva bacchette di tal fatta. Quando la richiesta di questo tipo di bacchette raggiunse il suo apice, il fabbricante Arturo Cephalopos insinuò che l'associazione tra tiglio argentato e chiaroveggenza era 'una menzogna messa in giro da commercianti come Gerbold Olivander (mio nonno) che hanno scorte eccessive di tiglio argentato e sperano di liberarsene'. Ma Cephalopos era un ignorantone e un fabbricante di bacchette di scarso livello e nessuno, Veggente o meno, si stupì quando dichiarò fallimento.

    Vite:I druidi consideravano un albero qualsiasi cosa che avesse un gambo legnoso, e la vite produce bacchette così speciali che per me è stato un piacere dare un seguito a questa loro usanza. Le bacchette di vite sono tra le meno comuni ed è stato affascinante notare come i loro proprietari siano quasi sempre streghe e maghi che perseguono uno scopo più alto, che hanno un intuito fuori dal comune e che stupiscono spesso chi crede di saperla più lunga. Pare che le bacchette di vite siano fortemente attratte da persone dotate di una profondità nascosta e ho scoperto che sono le più sensibili di tutte quando si tratta di riconoscere all'istante il proprio futuro padrone. Secondo fonti affidabili è sufficiente che un proprietario adatto entri nella stanza per suscitare una reazione magica in queste bacchette. Io stesso ho osservato il fenomeno due volte nel mio negozio. proprietari: Hermione Granger

    Rubeus Hagrid Quercia 16" Sconosciuto piuttosto flessibile Spezzata a metà dopo che Hagrid fu espulso di Hogwarts.
    James Potter Mogano 11" Crine di unicorno flessibile Un po' più potente e ottima per le Trasfigurazioni.
    Harry Potter Agrifolio 11" Piuma di fenice bella flessibile si spezzò a Godric's Hollow, ma Harry la riparò usando la Bacchetta di Sambuco.
    Lily Evans Potter Salice 10 1/4" - sibilante Una bella bacchetta, lavorava d'incanto.
    Lord Voldemort Tasso 13½" Piuma di fenice molto flessibile
    Ronald Weasley Salice 14" Crine di unicorno

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    Nuclei delle bacchette
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    Per la costruzione di bacchette, viene utilizzata una grande quantità di nuclei.

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    Nuclei più usati
    Crine di Unicorno
    Le bacchette con questo nucleo sono generalmente più difficili da convertire alle Arti Oscure. Sono le più fedeli ai loro primi proprietari, a prescindere che questi siano Maghi o Streghe esperti.

    Corde di cuore di Drago
    Di norma da questo nucleo si ottengono le bacchette più potenti, in grado di realizzare gli incantesimi più spettacolari. Le bacchette di Corde di Cuore di Drago tendono a imparare più velocemente rispetto alle altre. non sono tra le più fedeli, infatti cambiano facilmente bandiera una volta che il proprietario viene sconfitto.

    Le bacchette di Corde di Cuore di Drago sono le più facili da convertire alle Arti Oscure altro piccolo inconveniente di questa bacchetta è quello di essere molto "lunatica" per questo è la più incline agli incidenti.

    Piume di Fenice
    Questo è forse uno dei nuclei più rari; le bacchette di Piuma di Fenice sono in grado di compiere una vasta gamma di magie. Hanno grande spirito di iniziativa e tendono a comportarsi di loro spontanea volontà, caratteristica non molto apprezzata dalla maggior parte di Maghi e Streghe.

    Sono molto schizzinose riguardo alla scelta del proprietario. Poiché provengono da creature molto indipendenti (le Fenici), sono difficili da domare e la loro lealtà si conquista a fatica.
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    Ciao e grazie di esserti presentato eper i complimenti
  14. .
    Salve a tutti
  15. .
    Nicole Morris con Jhonatan Lucian Queen
    25 giugno alle ore 22.51
    [Giovedì 25 giugno ore 18 – Aeroporto di Barcellona – Nicole arriva in Spagna]
    *Finalmente Barcellona. Ero appena scesa dall’aereo e respirare quella nuova aria mi rese euforica. Ero felice e soprattutto lontanissima dal mio dolore. La mia partenza era stata pressoché improvvisa, non avevo potuto organizzarla nei minimi dettagli, ma istintivamente avevo scelto la Spagna come mia nuova dimora. L’Europa mi aveva sempre attratto e Barcellona rispecchiava ciò che cercavo in una città: storia, arte, spiagge bellissime, acque cristalline e divertimento. La mia nuova casa sarebbe stato un loft che non vedevo l’ora di vedere. Essere da sola non mi spaventava per nulla, anzi al contrario, trovavo nella solitudine la mia forza ed ero impaziente di godermi quella libertà conquistata a caro prezzo. Sì, sei libera Nicole, libera da ogni legame, libera da quelle mani che ti hanno quasi ucciso, dissi tra me, perdendomi in pensieri tristi. Ricordare quella brutta esperienza era all’ordine del giorno, il tempo purtroppo non rimarginava le ferite, ma non mi importava. Volevo quelle cicatrici sulla pelle e sotto la pelle, proprio per non scordare il buio che mi aveva avvolto, per non temerlo più, per non avere più paura. Era grazie a quel dolore che avevo disperatamente cercato la luce e adesso il mio nuovo sole sarebbe stato in quella grandiosa città, Barcellona. Desideravo con tutta me stessa ricominciare da zero, vivere senza pensieri, in un posto dove nessuno mi conosceva, in un luogo dove niente mi parlasse di lui. Sospirai e scossi la testa. Basta Nicole, basta. Non pensarci più. Mi rimproverai mentalmente e scacciai via quelle immagini che ogni volta mi provocavano una fitta al cuore. Tutto passa, tutto è esperienza. Era questo il mio mantra e ogni volta che lo ripetevo, ritrovavo la mia tenacia e il mio temperamento. Ce l’avrei fatta, ce la dovevo fare. Non vi erano altre alternative. Recuperai i miei bagagli, mi avviai verso l’uscita e cercai un taxi. C’era una fila assurda e dovetti aspettare un po’, fin quando giunse il mio turno. Camminai verso l’auto e fu in quel momento che un uomo mi sorpassò, aprendo lo sportello e sedendosi sulla vettura.* Ehi, c’ero prima io *mormorai contrariata.* Lui si voltò verso di me e sorrise, mentre il tassista si gustava la scena divertito.* Gli dica qualcosa *continuai rivolgendomi al proprietario del taxi che alzò le spalle e mi ignorò completamente.* Allora scende o no? *mormorai spazientita.*
    foto di Nicole Morris.
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    Jhonatan Lucian Queen Nel momento stesso in cui avevo deciso di lavorare tra Rio e Barcellona avevo saputo che avrei avuto una vita frenetica e movimentata. Fortunatamente essendo lo studio mio potevo gestirmi con le caute. Jordan mio fratellastro aveva anche preso in mano le redini
    Dello studio a Rio quindi si riuscivo a fare da spola. Ero appena rientrato a rio e l'aereo Era atterrato da poco. Dal momento che dovevo ritirare bagagli e tutto mi presi il mio tempo e chiamai anche l'agenzia di taxi per non impazzire poi all'uscita dell'albergo.
    "Certo signore taxi numero 42"
    Una volta attaccato sapevo che avevo tempo per questo andai a prendere un caffè ed infine con la mia valigia in spalla mi diressi all'uscita. Vidi arrivare il taxi 42 in lontananza e quando stai per entrare notai una ragazza bionda prendere il mio posto nel sedile posteriore dell'auto. La raggiunsi divertito e quando questa mi guardó continuai a sorridere tra me.
    "Vede signorina questo taxi e qui per me. Ho chiamato l'agenzia, taxi 42" le spiegai mentre il tassista annuiva.
    Guardai la donna sembrava stanca e spossata.
    "Eppure non mi costa nulla darle un passaggio se per lei non ci sono problemi. Sono l'avvocato Queen piacere di conoscerla."
    27 giugno alle ore 10.25 · Mi piace · 1

    Nicole Morris *Il distinto signore mi informò, spiegandomi che il taxi numero 42 era quello che era stato assegnato a lui, a seguito della telefonata che aveva fatto all’agenzia. Desiderai scomparire, volatilizzarmi nell’aria o sprofondare nel sottosuolo, per via della figuraccia che avevo appena fatto.* Mi scusi…. *sussurrai in un leggero bisbiglio.* Non ne avevo idea. *Continuai, cercando di arrampicarmi sugli specchi. Per fortuna,lui fu più che gentile e mi lanciò un’ancora di salvezza a cui mi aggrappai con forza. Era l’unico modo per uscire quasi indenne da quella situazione. Spostai lo sguardo sulla fila crescente, una folla di persone attendevano spazientite il loro turno per prendere un benedetto taxi. Ero stanchissima e il viaggio era stato lungo, perciò abbandonai subito l’idea di riposizionarmi tra quella calca che con ogni probabilità, mi avrebbe provocato un attacco di panico.* Ehm… se per lei non è un problema, accetterei volentieri un passaggio. *Dissi poi riportando lo sguardo su di lui. Si presentò e mi tese la mano che io afferrai, ricambiando la stretta decisa.* Nicole Morris. *Mi presentai e accennai un sorriso. “Dove deve andare signorina?” Mi chiese il tassista. Frugai nella borsa e presi il bigliettino con l’indirizzo.* Plaça de Catalunya *mormorai. L’autovettura iniziò il suo viaggio e io mi persi per qualche istante a guardare dal finestrino quella meravigliosa città. Al mio fianco l’avvocato trafficava con il suo cellulare, doveva essere di certo un uomo dai mille impegni, pensai, sbirciando nella sua direzione.* E’ davvero bellissima… * mi lasciai andare a un’esternazione ad alta voce, riferendomi a Barcellona. Mi sentivo come una bambina che ammirava per la prima volta un albero di Natale adornato da una montagna di regali.* Vivere qui deve essere magnifico, non è vero? * Domandai al signor Queen che posò il suo cellulare e portò la sua attenzione su di me.*
    27 giugno alle ore 11.45 · Non mi piace più · 1

    Jhonatan Lucian Queen *La donna sembró indecisa se accettare o meno il passaggio. Guardó fuori la folla in attesa sotto quel sole tropicale e sorrisi quando accettó il passaggio. Dissi Al tasiadta di accompagnare prima la signora mentre prendevo il cellulare per controllare finalmente le mail.
    Ascoltavo lei che parlava e guardavo il cellulare poi quando finii mi dedicai a lei.
    Vero Barcellona era bellissima. Aveva un oceano stupendo e parecchie strade erano fatte di storia compresi i monumenti. Ma la cosa che lui aveva apprezzato di più appena arrivato erano state
    Le persone, cordiali e disponibili, per lui newyorkese doc quella era una sorpresa. Nessuno si fermava per un saluto a New York.*

    È un bel posto dove vivere, io vengo da New York ma qui è tutto un altro mondo. Tutti gli spagnoli sono molto amichevoli e come puó vedere è una città molto colorata.*

    Le sorrisi e la guardai attentamente, quanti anni poteva avere, ventidue massimo ventiquattro anni, aveva dei bellissimi capelli biondi che gli cadevano sulle spalle ed un viso dall'incarnato perfetto.*

    Comunque preferirei che mi chiamasse Jhon, oppure Jhonatan, Nicole. Sa
    Se abita a Plaça de Catalunya allora siamo vicini di via.
    29 giugno alle ore 16.52 · Mi piace · 1

    Nicole Morris *Ascoltai con interesse il mio interlocutore, nonché compagno di viaggio improvvisato e scoprii con piacere che eravamo ambedue di New York.* Come è piccolo il mondo *dissi sorridendogli.* Anche New York è la mia città, anzi era. Bella ma troppo grigi...Altro...
    29 giugno alle ore 18.05 · Non mi piace più · 1

    Jhonatan Lucian Queen *la osservai pensando a quanto fossero diverse ma anche simili le due città.*
    In realtà è la gente che cambia.* ero pensieroso.* ma neanche. Sono entrambe città molto poliedriche che vivono sia di notte che di giorno. Diciamo che la differenza più grande è proprio la cultura che a Barcellona si fonda sulle tradizioni.*
    La guardai e pensai a tutti i monumenti storici che si trovavano a Barcellona.
    * io mi trovo bene anche perché ho trovato parecchi ami ci sia spagnoli che americani.
    *poggia la schiena sulla poltrona e mi rilassai.*
    Anche io ho voluto cambiare aria. Per esprimermi come me stesso sia nel mio lavoro che nelle mie passione. A New York sarei stato costretto dai doveri di un figlio che doveva mantenere le aspettative di un genitore.
    *confidai a quel punto tornando serio, ero stato catapultato nel pensiero di vita e di stile della mia famiglia.*

    Ha amici cui appoggiarsi Nicole e poi... Posso darti del tu?
    29 giugno alle ore 20.07 · Mi piace · 1

    Nicole Morris A dire il vero no, non ho amici qui *dissi con sincerità.* Sto proprio ricominciando da zero. Nuovo continente, nuova città, nuova vita.* Sorrisi mestamente e scelsi volontariamente di non aggiungere altro. Non era il caso di svelare il mio passato e soprattutto parlarne mi riusciva davvero difficile. Era già abbastanza faticoso stare dietro ai miei pensieri incontrollati, figuriamoci condividerli con qualcuno. Mi ritrovai a intrecciare nervosamente le mie mani, lo facevo spesso quando la mia mente vagava nei ricordi di quei luoghi che era meglio dimenticare e torturai, senza sosta, le mie dita, ma lo sguardo di Jhon mi fece smettere all’istante.* Certo che puoi darmi del tu *mormorai, riportando il discorso in un terreno più neutrale e meno pericoloso per me.* Hai detto che qui sei riuscito a coltivare le tue passioni. Quali sono i tuoi hobby Jhon? *Sospirai e per la prima volta dopo tantissimo tempo, mi sentii più rilassata. Stavo facendo un normale discorso, una conversazione tranquilla, senza alcun accenno allo scempio che avevo vissuto. Forse, dopotutto, sarei riuscita a riavere un’esistenza ordinaria, una vita comune, fatta di quella quotidianità semplice che mi mancava da morire*
    29 giugno alle ore 22.51 · Non mi piace più · 1

    Jhonatan Lucian Queen *La capivo. Anche io ero arrivato senza amici, ne conoscenti. Solo un gruzzoletto per aprire il mio studio adiacente casa mia, ed avviarlo al meglio.
    Nicole mi chiese delle passioni e sorrisi. Si sorrisi perché apparentemente potevo sembrare l'avvocato...Altro...
    30 giugno alle ore 0.12 · Mi piace · 1

    Nicole Morris *Musica… io adoravo la musica. Ascoltavo un po’ di tutto, non denigravo nessun genere, anzi al contrario, mi piaceva spaziare e spesso la scelta dei brani ricadeva su qualcosa che rispecchiava il mio stato d’animo. E poi il pianoforte, era lo strumento che mi affascinava di più fin da quando ero bambina. Quei tasti bianchi e neri che armonicamente creavano melodie. Mio padre lo suonava ogni domenica e io mi sedevo vicino a lui e lo ascoltavo, rapita dai suoi gesti e da quei suoni talvolta leggeri, talvolta più intensi. Un pizzico di nostalgia si fece spazio dentro di me, ma la ricacciai immediatamente. Era stato difficile dire addio alla mia famiglia, ma loro avevano compreso e sapevano che quella partenza era il lasciapassare alla mia rinascita. Ne avevo bisogno io e ne avevamo bisogno anche loro, afflitti come me da quel macigno che ci era caduto addosso. Era la speranza il filo sottile che ci avrebbe legato per sempre, speranza di poter sorridere ancora.* Il pianoforte è magico *dissi guardando Jhon. Nei suoi occhi, per qualche secondo, rividi la stessa luce che brillava negli occhi di mio padre, ogni qualvolta suonava o parlava di quella sua passione.* Le passioni vanno coltivate, hai fatto bene ad acquistarlo.* Mi voltai verso il finestrino e guardai fuori, il taxi aveva rallentato la sua corsa.* Siamo arrivati? *Chiesi girandomi poi verso Jhon.*
    30 giugno alle ore 0.32 · Non mi piace più · 1

    Jhonatan Lucian Queen *La guardai mentre mi diceva che le passioni dovevano essere curate. Si era una passione che con gli anni avevo trascurato ed ahimè era capitato anche a mio fratello Alex. Entrambi troppo presi a far carriera ognuno nel proprio campo. Eppure entrambi ci eravamo avvicinato alla musica ultimamene.
    Io ed Alex non ci somigliavamo molto, amavo i miei fratelli. Eppure proprio perché ero io maggiore avevo sempre visto Alex ed Elsa da lontano, crescere ed amarsi ed essere sempre legati tra di loro. Poi arrivo il giorno in cui nostra madre ci lasció decidendo di portare con se le nostre sorella e lasciare noi maschi con nostro padre. Non sapevamo il perché di quella scelta, sta di fatto che da quel giorno Alex cambio, iniziando con l'odiare la mamma per quel l'abbandono e perché le aveva portato via Elsa. Tra di noi erano rimaste solo fuggevoli chiamare che nostro padre cercava sempre di ottenere pur di farci rimanere tutti in contatto. Alex era però sempre cupo ed io non sapevo come prenderlo se non nell'unico modo che conoscevo, con la musica. C'erano giornate che trascorrevano lunghe ed in silenzio ed io per cercare di riavvicinarmi a lui iniziavo a strimpellare il piano ed allora mi raggiungeva ed iniziava a suonare un pezzo classico, Mozart, Puccini, Beethoven... Quello che voleva, noi suonavano il nostro pezzo a quattro mani. È la musica ci avvicinava e ci teneva legati tuttora.*
    Mi piace coltivare questa passione con mio fratello in realtà. È due anni più piccolo di me ma ci sa fare anche lui.
    *mi
    Guardai intorno mentre il gesso sta rallentava.*

    Si siamo arrivati, credo stia cercando io numero civico.
    30 giugno alle ore 0.43 · Mi piace · 1

    Nicole Morris *Jhonatan mi disse che coltivava quella sua passione con il fratello più giovane e poi mi confermò che eravamo arrivati. Improvvisamente mi sentii emozionata e cominciai a guardare con attenzione tutte le abitazioni per scorgere la mia. L’avevo vista solo in fotografia, ma ero sicura di riconoscerla. Avevo visionato case su case, ma quel loft mi aveva conquistato. Non appena mi ero soffermata su di esso, una strana sensazione mi aveva invaso, come a voler sussurrarmi tacitamente che quella doveva diventare la mia dimora. Era ben arredato, luminoso, spazioso e soprattutto colorato. Mi serviva luce, mi serviva calore, avevo bisogno di quattro mura che mi facessero sentire al sicuro e libera. Continuai a guardare, poi il taxi si fermò e la vidi. Casa mia, era davanti ai miei occhi.* Dal vivo è ancora più bella *mormorai felice. Percepii lo sguardo di Jhon su di me, molto probabilmente si era accorto della mia emozione, quindi gli sorrisi.* Grazie per la conversazione e soprattutto grazie per il passaggio. E’ stato un piacere conoscerti. Permettimi di ricambiare la tua cortesia *dissi poi frugando nella mia borsa. Cercai il portafoglio e lo tirai fuori. Volevo almeno pagare la corsa. * Quanto le devo? *Domandai, rivolgendomi al tassista.*
    30 giugno alle ore 1.02 · Non mi piace più · 1

    Jhonatan Lucian Queen *mi sedetti meglio sul sedile mentre il tassista si fermava e Nicole osservava la sua nuova casa.
    Uno sguardo fanciullesco, fatto di felicità, gioia e desiderio di rivalsa apparve sul suo volto e nei suoi occhi.
    Sorrisi, quello per lei era realmente un nuovo inizio e Le auguravo veramente tutto il meglio.
    Quando finì di contemplare la casa Nicole si voltò verso di me, era giunto il momento dei saluti anche se non mi sentivo pronto in realtà a salutarla. Eravamo stati in quel taxi per poco tempo ma Conversare con lei era stato piacevole e non mi ero accorto del tempo che passava. La vidi tirare fuori il portafogli e rivolgersi al tassista. Ma era impazzita? Avevo chiesto di portare prima lei proprio per non farle pesare la corsa. Allungai una mano a placarle il polso delicatamente.
    Le sorrisi per rassicurarla e farle capire che non ero un maniaco.*

    No grazie ma pago io. Sei stata una compagnia piacevole in un viaggio che da solo sarebbe risultato noioso è lento.

    *le sorrisi ed allontanai al mano dal suo polso mentre prendevo il telefono.*
    Se permetti potresti ricambiare la cortesia scambiandoci il telefono. Mi piacerebbe rivederti e poter parlare ancora con te.
    30 giugno alle ore 1.22 · Mi piace · 1

    Nicole Morris *Johnatan con innata gentilezza e con una cordialità di altri tempi, mi vietò categoricamente di pagare.* Grazie mille *mormorai riponendo il portafoglio nella borsa e cercando il mio telefono. Gli dettai il mio numero e lui fece altrettanto. “Avvocato Queen” digitai nella tastiera, ma poi lo corressi scrivendo semplicemente Jhon.* Non so davvero come ringraziarti, sei stato gentile e anche a me ha fatto piacere scambiare quattro chiacchiere con te. Allora a presto… *mormorai infine, prima di scendere dall’auto. Gli sorrisi un' ultima volta e poi presi i miei bagagli e mi avviai verso il mio loft. Mossi qualche passo, poi un tremore alle gambe mi fece fermare. Mi girai solo per qualche istante,John mi sorrise e alzò la mano per salutarmi ancora e quel suo saluto fu per me un incoraggiamento a proseguire verso la mia nuova vita. E allora ripresi a camminare, con un passo più deciso, con una forza ritrovata. Stavo camminando verso il mio futuro. Sospirai, mi fermai davanti al portone, poi presi le chiavi e con mani tremanti, aprii. Sei a casa Nicole, mi dissi, entrando. Una lacrima di gioia solcò la mia guancia, mentre con gli occhi sgranati e la bocca spalancata dallo stupore, riempivo le mie iridi dei colori accesi e vivi della mia nuova abitazione. Ero finalmente e a tutti gli effetti un abitante di Barcellona e come se non bastasse, avevo anche trovato un nuovo amico, Johnatan.*
1393 replies since 14/2/2007
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