Il rifugio dello scrittore

Posts written by gemma vitali

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    La mia raccolta di racconti gratis fino al ! aprile.
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    La tua scrittura è un poco acerba , potrei darti qualche consiglio, però ci sono persone molto più qualificate di me per farlo. Io come appassionata di scrittura posso solo dirti il mio punto di vista. Le prime righe del tuo racconto sono molto confuse, citi la libreria però, non è più presente nel racconto io ometterei.

    prova a togliere le cose che metto tra parentesi e vedi se ti piace

    Era una luminosa e tranquilla giornata di marzo. Alessia (stava maturando la consapevolezza che) era (anche) alla ricerca di qualcosa che andasse oltre alla sua grande passione per il grande universo della filosofia. Aveva capito che era importante trovare una risposta alle domande che erano emerse dalle sue numerose esperienze esistenziali.Decise quindi di andare nel vicinissimo convento delle suore domenicane. ( spinta dal semplice intento di capire. Era davvero felice di andarci, anche perché da anni desiderava fermarsi a salutare le dipendenti della piccola libreria del paesino dove aveva fatto uno lungo tirocinio. Ma all’improvviso cambiò idea, non solo perché si accorse che la libreria era chiusa, ma anche perché)

    Mentre camminava, si sentiva leggera come una piuma e aveva la sensazione di osservarsi dall’esterno: era consapevole che tutti i suoi perché stavano finalmente per dissolversi, in modo da riuscire a collocare ogni tassello della sua vita al posto giusto. Sapeva anche che stava per fare un passo molto delicato che necessitava un’attenta e approfondita riflessione, ma tutto quel pensare la portava all’unica conclusione che quella poteva essere la sua strada. Doveva solo aprire il suo cuore e mettere il tutto nelle mani del suo direttore spirituale. Mentre camminava, finiva di ascoltare la sua nuova playlist di canzoni inedite: gestiva un blog e aveva sempre piacere di ascoltare musica nuova. Era l’ennesimo disco che ascoltava e non riusciva a trovare un artista che la soddisfacesse davvero. Non era facile per lei riuscire a trovare un cantante che le affidasse l’ascolto del suo EP, dell’antologia o del singolo che anticipa l’album, perché era risaputo ( da chi?)che aveva un gusto incredibile per la stroncatura mediato da una scrittura tesa ma godibilissima. Le sembrò di vivere in un sogno quando si trovò davanti alla porta d’ingresso del chiostro proprio alla fine di una delle canzoni. Il suo cuore batteva forte perché sapeva che aveva preso in mano la sua vita e stava per darle l’importanza che merita. (due volte suo sua nella stessa frase togli il primo suo.)
    Proprio in quel momento la porta scorrevole si aprì e apparve suor Barbara.
    -Michi! Che bello vederti! Io e le sorelle abbiamo pregato tanto per te. Vuoi venire in cappella con noi? (Alessia o Michi?)
    -C’è Padre Lauro? Sono qui per parlare con lui.
    Barbara sorrise e annuì.( Quel giorno,) Michi entrò in chiesa col cuore che batteva forte: in quel momento, nessuno era più felice di lei. Era in un luogo dove si sentiva a casa: sapeva che in quell’ambiente riusciva a esprimere sé stessa con naturalezza. Appena entrò nella cappella si stupì del fatto che quel luogo era rimasto esattamente come se lo ricordava. Doveva soltanto cercare di ricollocare mentalmente alcune cose che avevano subito dei piccoli spostamenti, ma questo non influì minimamente sulla gioia grande che provava.
    Appena la porta si chiuse alle sue spalle, Michi fece il segno della croce e si mise a sedere nei primi banchi. Poi giunse le mani, chiuse gli occhi e disse una splendida preghiera a Colui che amava con tutta sé stessa e che era sempre stato il suo universo sin da quando era piccolissima. Era ancora concentrata nella preghiera, quando si accorse che la Messa stava per iniziare. Fu in quel momento che si sentì accarezzare la spalla destra. Immaginò che potesse trattarsi di Miriam, la ragazza che Michi conosceva da moltissimo tempo. Si ricordò di tutte quelle volte in cui, ai tempi del liceo, passavano gran parte del loro tempo libero a ascoltare, rigorosamente da vinile, gli album più importanti del buon rock progressivo. In quel periodo, Michi era fissata con Close To The Edge degli Yes, e lo riproponeva spesso, perché affermava che l’ascolto di quel disco spiegasse molte cose. Tutto questo la portava a sorridere. Pensò anche che conoscere Miriam poteva essere per lei un motivo di arricchimento spirituale, perché aveva fatto un po’ di strada in più in quel cammino e quindi avrebbe avuto molte cose da insegnarle. Stava riflettendo su tutto questo quando suor Ilenia le si avvicinò.
    -Tra poco Padre Lauro sarà qui.
    Alessia si limitò ad annuire.

    ci sono tante altre cose da vedere, verbi punteggiatura ecc. io posso dirti solo una cosa leggi molto se ti piace scrivere ti accorgerai di migliorare senza fatica.
    spero di esserti stata un pochino utile.
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    Questi versi scivolano delicatamente, piaciuta.
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    Grazie fare, la filastrocca l'ho scritta per bambini,ma ho pensato anche agli adulti, di questi tempi c'è bisogno di speranza.Grazie per il commento.🤗
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    https://www.amazon.it/Una-goccia-mare-Racc...FtD79jb7ZRbYdhU
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    La speranza ci confonde
    negli anfratti si nasconde
    occhi spenti, visi mesti
    parlan di giorni funesti.

    Rincorrendo la speranza
    un omino pazzo danza.
    Si dibatte tutto il giorno
    con la musica d’intorno.

    Gira con la banda in testa
    annunciando una gran festa.
    Chi sogghigna, chi sghignazza
    quest’idea è proprio pazza.

    Già nei secoli chiamata:
    miele, dolce serenata.
    Scaccia lesta ogni tristezza
    si riveste di bellezza.

    Danza, danza la speranza
    come trottola s’avanza.
    D’ogni luce si colora
    e noi tutti c’innamora.

    Ora che l’abbiam scoperta
    ogni porta resta aperta.
    E l’omino pazzo abbraccia
    ogni uomo che s’affaccia.

    Ora che l’abbiam trovata
    ogni lacrima è scacciata.
    Si ritorna a respirare
    la bellezza dell’amare.
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    Un brano molto intenso. La ricerca del protagonista di sentirsi uguale agli altri. E nel suo stato di non vedente riuscire a cogliere il mondo attorno a sé in maniera sorprendente.
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    Versi di speranza, in un mondo che di speranze ne ha poche. Chiudi gli occhi e prova a baciare il sole, forse si può.
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    Una storia dolce, ricca d' amore è tenerezza. Quasi una favola di Natale, 🌹😍
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    Ho attraversato foreste, bagnate di pioggia,
    respirando effluvi segreti.
    Ho volato con nuvole passeggere
    per scoprire spazi indelebili dell'etere.
    Ho abbracciato un vento in rivolta,
    con foglie secche che non volevano morire.
    Ho percorso una via lattea senza semafori e incroci
    seguendo strie multicolori che guidavano il cammino.
    Ho sciolto vincoli misteriosi e muti
    che a questa terra mi tenevano prigioniera.
    Sulle ali di un canto, appena sussurrato,
    attraverso un filo invisibile, ho raggiunto il sole.
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    alcune piccole imprecisioni che ho notato.



    Un rumore. Drizzo le orecchie. Qualcosa si avvicina: passi come frutti troppo maturi che cadono a terra. E il respiro un po’ in affanno di un passero col gozzo troppo pieno per levarsi in volo.

    Non c’è dubbio. E’ ( la è masciuscola è questa:È) proprio lei: la grande gatta.

    Entra dalla corteccia squadrata che delimita la mia porzione di tana nella grande colonia. Si volta verso di me, mostrando i denti.
    Spalanco le fauci in uno sbadiglio. Grossi gatti senza coda che camminano sulle zampe posteriori. A volte fatico ancora a crederci. Ma accettare la realtà è come sputare una palla di pelo. Da’ fastidio, ma poi ci si sente meglio.

    “Ehi Allen, amore. Come stai? Ancora in gabbia?”

    Si avvicina al nido di rametti lucenti in cui sono rinchiuso. Tra le zampe stringe una di quelle coperte che fanno quel delizioso rumore di foglie secche quando ti ci butti sopra. Si tengono tutte le cose più divertenti per loro, questi gattoni.

    La grande micia si scrolla di dosso la pelliccia, rivelandone un’altra del colore del latte. Potersi mimetizzare a piacimento, come quelle lucertole strabiche che ho visto una volta dentro al grande acquario luminoso. E’ affascinante.

    La gatta scocca una occhiata alla mia ciotola. “Ma non hai mangiato niente? C’era anche la medicina dentro!”

    Vuole quella roba? Si accomodi. Conosco quell’odore di cimice umida. L’ultima volta che l’ho sentito era nella tanta di un grande gatto bianco che me l’ha cacciata in bocca. Sono crollato addormentato come un micetto dopo la poppata, e al mio risveglio mi sono sentito più leggero sotto la coda. Da allora i richiami delle gatte in primavera mi lasciano più indifferente del tubare di un piccione.

    “Su, da bravo Allen. Fuori dalla gabbia!”

    Il nido si apre e mi stiracchio a dovere. E’ (È) ormai da trenta ciotole che sono stato catturato e iniziavo a sentirmi come un ratto in una tana di marmotte. E a dire il vero ho pure il pelo di una marmotta. Che disastro!

    “Bravo, fatti bello che oggi vengono a vederti per l’adozione. Magari vorranno davvero un bel micione morbido come te”

    Smettila di accarezzarmi! Sai quanta fatica ci vuole per…. proprio lì! Un po’ più forte. Ora a destra… Ehi dove vai? E i grattini sotto il mento?
    “Buongiorno! Prego, entrate!”

    Altri due gatti senza coda? Da dove sono sbucati? Come ho fatto a non accorgermene? Ah, già, le coccole. Non ha artigli, questa specie di mici( manca la a) ma sa come metterti fuori combattimento.

    I due nuovi arrivati sono una grossa gatta col pelo bianco sulla testa e un gattino. Gattino per modo di dire, visto che sarà il doppio di me. Come riescono a diventare così grossi, è un mistero. Forse è il latte. O forse si strafogano come un cane che ha saltato un pasto. I cani: gente( toglierei gente può trarre in inganno lascerei sono senza il senso della misura) senza senso della misura. Non c’è poi da stupirsi se poi ululano tutto il tempo per il mal di pancia!

    “Questo è Allen. L’abbiamo trovato due settimane fa. E’ sterilizzato e microchippato. E’ buono, coccolone…”

    “Veramente noi pensavamo a un gatto un po’ più giovane.”

    Qualcosa non va? Perché mi stanno guardando come l’ultima crocchetta rimasta nella ciotola?

    “Ma mamma! Io voglio un gattino!”

    “Non fare i capricci, Michele. E staccati un po’ da quel telefonino!”

    “Anche mia figlia è sempre a giocare con lo smartphone.”

    “Ormai ne sono dipendenti!”

    Il gattino sembra l’unica (l'unico) a non essere interessata a me. Ha gli occhi piantati su un sasso nero che stringe tra le zampe. Lo sfioro: troppo liscio per potersi rifare gli artigli.

    “Ehi… micio. Dai, lasciami stare!”

    Non ci posso credere. Quel sasso ha una specie di coda che oscilla a destra e a sinistra. A sinistra e a destra. A destra e a sinistra.

    “Lascia stare il mio cellulare!”

    Guarda come si arrabbia. Deve essere davvero prezioso. Forse è pieno di erba gatta. Dai fammi vedere, fammi vedere.

    “Mamma!”

    Un tonfo mi attraversa le orecchie e scatto indietro, col cuore che corre come topolino messo all’angolo.

    “Cosa c’è Michele, insomma?”

    “Mi ha fatto cadere il cellulare!”

    “Il cellulare, sempre il cellulare! Guarda come hai spaventato quel povero micio!”

    La gatta bianca allunga una zampa verso di me. Che cosa vuole? Oooh, sì. I grattini sotto il mento! E non dimentichiamo dietro le orecchie!

    “E’ cattivo! Io voglio un gattino!”

    “E invece penso proprio che questo micione faccia al caso nostro. Lo adottiamo.”
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    il racconto è carino e credo che possa piacere, arriva semplice,immediato. ti ho segnalato le imprecisioni sperando di esserti stata utile, per la punteggiatura sono una schiappa. A rileggerti. :wub:

    Edited by Artemis. - 7/3/2020, 22:02
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    mi viene in mente "una canzone per te" di Vasco , l'innamoramento che si traduce in parole e musica. :)
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    Certo hai ragione, tutti vogliono sentirsi dire bravo, ma che senso ha?
    non posterò nulla se non avrò letto qualcosa degli altri, questo è il mio motto. ciao a tutti,presenti e assenti. :wub:
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    Ho lasciato qualcosa di mio in questo rifugio. Triste e quasi deserto come alcune città in preda al virus. Chi sono? Mi chiamo in mille modi e in questo forum fui Esterella e tra poesia e prosa sognai. A volte si torna in compagnia dei ricordi che ci appaiono come velati e lontani, eppure se vogliamo sono lì a prenderci per mano. Buona scrittura a tutti.
14 replies since 2/3/2020
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