Posts written by Adeline Walker

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    Ciao XD a quanto pare ora importo anche sconosciuti sui gdr 😂 Qui sono tutti super gentili/disponibili, se porti un pg ci si becca on 😊
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    -Siamo spiati dunque?-
    Aveva sgranato gli occhioni verde-azzurri assumendo un giocoso tono serio, contenta in realtà come una bambina la notte di Natale - certo, non lei e non le sue di notti di Natale, che sino agli anni di Hogwarts aveva passato tra orde di aristocratici ladri e malfamati ubriaconi, o, con un po' di fortuna, nella più completa delle solitudini – e di rimando aveva fatto un leggero e muto cenno di assenso, aggiungendo poco dopo in un sussurro: -Ma non si preoccupi, posso difenderla io se si rendesse necessario.-

    Nel complesso, Adeline Walker si stava già ampliamente perdendo in quegli occhi azzurro ghiaccio, accento irlandese e vago odore di fumo che impermeava gli abiti di quel mago.
    Chissà quali storie riverberavano dietro al suo mettersi sull'attenti quando pronunciato il suo nome, o a quella stretta di mano così rapida come se il contatto con un altro essere umano lo bruciasse, o ancora a quelle scuse, per Londra sinceramente incomprensibili dato che di certo si potevano compiere tanti errori nella vita, ma avere le mani ghiacciate per le gelide temperature invernali non era di certo tra questi.
    Che poi, avrà avuto una pelle fredda e segnata magari dalle proprie avventure e disavventure, storie più o meno passate – più o meno superate – ma ad Adeline quel veloce contatto aveva fatto piacere, le aveva reso ancora più vicina e tangibile quella storia, personificata sotto il nome di Callum Mahoney, avvolta tra le ombre, metaforiche e non.
    Magari la mano calda era stata la sua, ma un tepore nascosto della sua controparte, un tepore diverso da quello che può diffondersi da un piccolo falò o da una stufa accesa – un calore che può bruciare, abbagliare, ferire, esposto alla gelida realtà quanto viceversa - un calore tiepido invece come quello di un carbone dalle venature ardenti, o la fiammella di una candela immersa nel buio..ad Adeline era parso di stringere la mano ad un'ombra, magari gelida in superficie, ma con inevitabilmente un anima pulsante, calda, anche se nascosta da qualche parte, in profondità. E quel tepore, l'aveva fatta sorridere.

    -Libertà.-
    -Libertà.-
    Si ritrovò a ribadire conciliante, a metà tra la gentilezza e la sicurezza.
    -Sono molto contenta che condivida il mio pensiero.- aggiunse quindi poco dopo, annuendo con la testolina dorata.
    Mosse le mani, senza neanche rendersene davvero conto: si stava srotolando la sciarpa, togliendo l'ultimo guanto ed il cappello azzurro.
    All'aria gelida della notte, scosse un poco il capo, lasciando che i capelli si muovessero seguendo le correnti notturne e che la pelle lasciata ora scoperta,si adeguasse alla nuova temperatura.
    Non aveva formulato un preciso pensiero per motivare quel suo gesto, ma semplicemente questo le era risuonato dentro: attimi dopo - dopo che un abbondante sorso d'aria gelida le ebbe riempito i polmoni e lo sguardo bicromo fu tornato attento sui lineamenti del mago – la strega si sarebbe silenziosamente detta che lasciar così al freddo una persona – mago o non mago, conosciuto o sconosciuto che fosse – non era affatto gentile.
    Si sarebbe persino offerta di prestare magari la sua sciarpa (di certo non il suo cappello con il pon pon) ma auto censurandosi in tempo, aveva preferito piuttosto condividere la temperatura più bassa e l'aria fredda, che aveva ora libero accesso a volto, collo e mani nonché gola e petto considerando i respiri leggeri che adesso liberavano ritmicamente piccole nuvolette di vapore dalle labbra.

    Per fortuna, qualcosa che le distogliesse la mente dal freddo pungente c'era: il mago si era presentato ad Abe, che con un piccolo cenno gli aveva risposto.
    Non era un tipo molto loquace, il suo elfo, a differenza decisamente della ex Bronzo Blu.
    -Irlandese, mylady. Siete esperta di cognomi o avete un orecchio molto allenato per gli accenti?-
    Ridacchiò Adeline, semplicemente contenta.
    -Forse entrambi, Sir. - rispose facendo spallucce -Ho due impieghi, ed entrambi mi fanno incontrare e conoscere davvero tante persone diverse. -
    Stropicciò un po' la sciarpa ed il cappello che aveva ancora tra le mani, prima che silenziosamente Abe glieli prendesse e li facesse scomparire – probabilmente ordinatamente ripiegati già nel suo armadio, in casa.
    -E a me piace- si ritrovò a chiarire il battito di ciglia successivo -Piace molto conoscere gente nuova, persone sconosciute. A lei?-
    Inclinò la testolina dorata con quel suo fare curioso e attento al tempo stesso, mentre dietro le iridi marine la mente lavorava frenetica: diversi attimi nacquero e morirono effettivamente, prima della grande ispirazione perchè sia mai che con Adeline Walker non si “carpi il diem”.
    -Conosco un posto che secondo me, potrebbe davvero piacerle.-
    Porse nuovamente la mano destra, il palmo rivolto verso l'alto a mo di invito, le labbra incurvate in un sorriso leggero e le iridi bicromatiche irrimediabilmente inchiodate in quelle del mago: -Si fiderebbe anche, invece, di una persona sconosciuta?-

    Edited by Adeline Walker - 20/3/2021, 07:19
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    -Mi avete fatto preoccupare, siete sicura vada tutto bene?-
    Accidenti, si era preoccupato sul serio.
    Preoccupata lei per la possibile preoccupazione di lui, preoccupazione effettivamente confermata.. risultato? Una preoccupazione al quadrato.
    Un tiepido porpore colorò le guance di Londra, che tuttavia alle parole seguenti del mago, si ritrovò nuovamente a ridacchiare:
    -Ma quale scortesia, ha proprio ragione- si sciolse in un sorriso, come a voler inconsciamente mostrare a quello sconosciuto come si faceva, a sorridere sul serio, mentre lo sguardo bicromo continuava il suo scrupoloso studio del neo conoscente.
    Gentile e socievole sempre, curiosa e analitica come se ogni nuovo incontro divenisse oggetto di studio, anche.
    -E conoscendo il vicinato dovrei darle doppiamente ragione, conosco qualche strega che al più sottile dei sussurri ha già le orecchie alle finestre!-
    Certo, diamo anche l'indirizzo di residenza al primo che passa Ad. Complimenti..
    Ma il pensiero nacque e morì nel giro di pochi decimi di secondo dato che il battito di ciglia seguente, Adeline stava già assaporando tredici nuovissime lettere combinate in maniera del tutto personalizzata da associare allo sconosciuto che le si parava di fronte – ora di fatto, un tantino meno sconosciuto.
    -Callum Mahoney- ripetè quindi sorridente, sfilando la mano destra dal tiepido guanto blu che la stava fasciando e porgendola così al mago.
    -Non ha freddo con solo quel cappotto indosso, signor Mahoney?-
    Chiese ridacchiando, mentre il freddo pungente cui aveva lasciato libero accesso dalla pelle candida lasciata allo scoperto le ricordava, attraverso un brivido con origine nella colonna vertebrale, quanto avesse fatto bene a tenersi così al caldo e sì – come merlino faceva la restante parte della popolazione, magica e non, a sopravvivere a quelle temperature con anche solo uno strato di lana in meno.
    Istintivamente la Medimag si strinse un po' tra le spalle, affondando il naso nell'ampia sciarpa azzurrina: le iridi verde azzurre continuavano a sondare curiose l'uomo lì di fronte, ma il corpicino della strega non poteva che ringraziare quei vari strati di vestiario e.. ricordarle, attraverso una lieve pressione dalle parti della sua coscia destra, che se Abe si imbarazzava enormemente di fronte a sconosciuti, figurarsi poi quando questi notavano che portava un qualsiasi capo.
    -Credevo...Credevo che gli elfi domestici non potessero indossarli.-
    -In effetti ha ragione.- dondolò un poco sui talloni, ponderando la risposta da dare che nel complesso avrebbe dovuto spiegare una situazione se non assurda agli occhi di molti (magari persino ripugnante, imbarazzante e diffamante la stirpe dei “portatori di bacchetta” per alcuni) sicuramente.. quantomeno bizzarra ecco: -Io.. non condivido l'idea diffusa di assoggettare creature magiche al nostro volere.- iniziò quindi, con tono gentile ma chiaro.
    -Ho fatto richiesta al Ministero per un elfo domestico, ma l'idea era più quella di trovare un semplice aiuto e possibilmente.. un amico.-
    Lo sguardo verde azzurro si spostò dal mago all'elfo, mentre una muta richiesta vibrava tra la strega e quest'ultimo.
    -E per fortuna così è stato. Abe mi aiuta moltissimo in casa e con alcune commissioni, dato che ho anche due differenti lavori per cui gli impegni sono molti.. ma ha per questo una paga mensile e un giorno libero a settimana e - soprattutto – di fatto la libertà di fare ciò che più gli aggrada, libertà di espressione.. libertà di andarsene, se lo volesse.-
    Tornò ad osservare il suo interlocutore, ancora più curiosa adesso della sua eventuale reazione.
    Sapeva bene di vivere in un mondo in cui determinati pensieri e prese di posizione potevano sollevare da polemiche polverose a polveroni polemici, ma in ogni caso non era in alcun modo intenzionata a ritrattare la sua posizione, tantomeno su determinati argomenti, ed era pronta ad ogni evenienza.
    In compenso, al solo citare la buia e terrificante “libertà di andarsene” un potente tremolio aveva pervaso il suo elfo che, ben lungi dal non comprendere e accogliere con benevolenza la possibilità che gli veniva offerta, comunque rabbrividiva al solo pensiero.
    Questo principalmente perchè, per contro, la possibilità di andarsene significava anche la conseguente possibilità di ritrovarsi poi alla mercè di chissà quali maghi e streghe, uffici ministeriali alle calcagna, derisione e sdegno dai suoi simili nonché dagli umani, solitudine.. con quella strega aveva trovato sì lavoro, ed un lavoro di cui si sentiva partecipe, ma anche accoglienza, libertà comunque di vario genere e sopra ogni altra cosa calore ed affetto sinceri, nati e cresciuti in maniera reciproca letteralmente sotto lo stesso tetto.
    Un piccolo moto di decisione e orgoglio personale mosse quindi finalmente i lunghi arti della creatura, che con una nuova luce negli occhi si sistemò decisa il suo bel cappello rosso sulla testa. Il suo, perchè se lo era comprato da solo con i suoi soldi, guadagnati grazie al suo lavoro. Ecco.
    -Piacere di conoscerla, signor Mahoney.-
    Si pronunciò quindi finalmente Abe, mettendosi a fianco della sua strega.
    Adeline sorrise, più tra sé e sé che rivolta a qualcuno in particolare.

    -Mahoney.. non è propriamente inglese, o sbaglio?-

    Aaah, Adeline Walker e la possibilità di conoscere nuove persone e fare amicizia: un'accoppiata indissolubile e perfetta, come la sua sciarpa azzurrina ed i suoi guanti blu.
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    Se doveva esserci una grande verità nella vita, per Adeline Walker questa era che una sola risata – una di quelle risate genuine, cristalline, che nascono dal cuore per poi diramarsi saltellando nel ventre, singhiozzando in gola e imporporando le guance, spezzando il respiro e illuminando gli occhi – ecco, una sola di queste, portava con sé uno di quei poteri e magie del mondo assolutamente incomparabili, inspiegabili, assurdamente invincibili.
    Ridere così per un solo minuto su 24 ore poteva ribaltare completamente la giornata della strega, se non persino l'intera settimana o, perchè no, un intero mese.
    Era talmente presa dalle risate condivise con il suo elfo che quasi le mancava il fiato, e più pensava alla scivolata, ai suoi borbottii di poco prima nascosta com'era sotto quei soffici e caldi strati di vestiti, più rideva – e rideva ancora, e a quel ridere andava a sommarsi la stanchezza della giornata, le risate assurdamente strane di Abe accanto a lei, i suoi tentativi di frasi -Ommerlino Abehh- le cui conclusioni cadevano irrimediabilmente nel vuoto, echeggiando nell'aria gelida di quella notte.
    La via principale del paesino magico era pressochè deserta, ma per quei brevi attimi di genuina ilarità la risata cristallina della ex Corvonero aveva riempito lo spazio attorno a sé ed il suo elfo tanto che, al suono di una voce sconosciuta, Adeline per un attimo aveva trattenuto il respiro, sorpresa, portandosi una mano al petto.
    Lo sguardo bicromatico, rapido, era volato così a sondare la figura che le si era stagliata a fianco: era un giovane mago, vestito elegante, i dettagli del volto dalla sua posizione sfuggivano ancora alla vista della Medimag, ma l'odore di fumo che portava con sé l'uomo le fece istintivamente arricciare un po' il naso.
    Lui stava osservando con occhio dubbioso? Scettico? Abe - che d'improvviso alla comparsa dello sconosciuto si era tirato su in piedi cercando di darsi un tono, tossicchiando un poco in attesa di un primo passo dato dalla sua strega – strega che d'altrocanto stava ancora fissando lo sconosciuto stesso.
    -Va tutto bene?-
    Sarà stata la comparsa improvvisa e silenziosa dell'uomo, quasi fosse un'ombra sbucata dal nulla – o quantomeno così era parso a Londra – ma sino a che la voce del mago non era riverberata nuovamente nello spazio tra loro, l'inglese era rimasta in una sorta di vaga trance, incantata con lo sguardo verde-azzurro fisso sui lineamenti sconosciuti.
    -Oh io.. sì, assolutamente!-
    Riprese quindi contatto con la realtà Londra, sbattendo per un attimo le ciglia e scrollando un poco la testolina bionda.
    Si schiarì piano la voce, mentre veloce riacquistava la sua più naturale stazione eretta:-Fa così freddo che.. non ho notato il tombino ghiacciato e sono scivolata. E' stato solo piuttosto.. buffo, principalmente. -
    Aveva spazzato via dal cappotto i residui di neve ghiacciata, risistemandosi velocemente, e lo sguardo bicromo era tornato così a fissarsi sul mago: quello sconosciuto avrà avuto si e no all'incirca la sua età..E dei glaciali occhi azzurri.
    Sorrise, mentre un nuovo pensiero le attraversava la mente: -Mi dispiace se l'abbiamo fatta preoccupare o..disturbata, non era nostra intenzione.- aggiunse quindi in fretta -L'abbiamo fatta preoccupare?- chiese, probabilmente più preoccupata lei stessa della questione rispetto al mago lì di fronte.
    Abe nel frattempo, una volta vista in piedi la sua strega aveva assunto una delle sue posizioni preferite quando si trattava di sconosciuti con cui relazionarsi: cercare di scomparire il più possibile dietro le gambe della Medimag, con le lunghe dita che andavano a circondargli la coscia destra e il cappello rosso che spuntava da dietro il bordo del suo cappotto, poco sopra uno dei suoi grandi ed acquosi occhi, fissi sullo straniero.
    -Lui è Abe, il mio elfo domestico.-
    Aggiunse infine Adeline, cordiale, ricordando il primo sguardo del mago fisso sulla creatura.
    -E beh io.. Adeline, Adeline Walker, piacere.-
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    Ciao! ** Io sono Adeline o anche Eleonora, benvenuta :D
    Hai già in mente quale pg portare? (Non che Ad faccia discriminazioni, fa amicizia pure con le pietre 🤔😂)
    Ad ogni modo ci si becca on **
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    Nome e Cognome + link scheda: Adeline Walker + scheda.
    Prestavolto: Jennifer Lawrence
    Link Role: Role attiva
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    Non era una novità che Adeline Walker fosse colta nel corso di una sua giornata tipo o preda dei suoi mille ed uno impegni, principalmente lavorativi, o in situazioni palesemente strane, imbarazzanti, o quantomeno curiose.
    Di vie di mezzo, in questo contesto, ne aveva ahimè ben poche.
    In questo particolare caso, Adeline era sì effettivamente a lavoro, di turno al San Mungo con tanto di camice, cartellino identificativo, il catalizzatore che puntato su un gracile braccio lo stava magicamente immobilizzando e fasciando al busto di un altrettanto gracile anziana strega.. ma beh, in questo particolare caso la londinese fu comunque colta più in una situazione * curiosa * che di serioso impegno.
    La Medimag infatti pur cercando di mantenere una certa dignità professionale, con tanto di sguardo attento per darsi un tono, era di fatto.. a pois. Blu.
    L'anziana strega di cui si stava occupando non aveva reagito benissimo al commento di un paziente passato di lì poco prima, e dopo aver sfoderato la lunga bacchetta in frassino aveva cercato di rispondere per le rime al maleducato sconosciuto: peccato però – peccato per la Walker si intende – che la vecchia strega peccasse anche di mira, in particolar modo dato il braccio infortunato.. così che al posto di colpire l'uomo, era stata proprio la biondina che si stava affrettando nel raggiungerla ad essere colpita in pieno petto. Nel giro di pochi attimi enormi macchie blu mirtillo erano comparse lungo tutto il viso ed il collo, e l'anziana che per rimediare si agitava, prodigandosi in scuse e ravanando nella sua enorme borsa alla ricerca di quel particolare infuso che avrebbe rimesso a posto tutto.. beh, non aiutava affatto. Adeline non solo si presentava a pois blu, ma in più doveva anche fare attenzione a non prendere qualche gomitata dalla signora tanto agitata e insistere seppur gentilmente che -Davvero signora, può capitare, ora la prego stia ferma così il bendaggio non.. berrò il suo tè quanto prima, ma prima vorrei finire di medicarla!-
    Aveva concluso la medicazione e accolto persino con un sorriso il piccolo filtro ripieno di erbe da un odore maleodorante ma che – aveva ripetuto più e più volte l'anziana – a quanto pare avrebbero risolto in un paio d'ore l'inconveniente-blu-mirtillo.
    Che poi, non poteva essere rosa-lampone? Le piacevano di più, i lamponi.

    -Max! Come sta andando la tua giornata?-
    Si ritrovò quindi ad esordire rivolta alla giovane strega che spesso e volentieri incrociava ormai da mesi tra i corridoi di quell'edificio, strega peraltro sempre particolarmente educata e gentile, nonchè brava ed efficiente nel suo lavoro. Magari un tantino maldestra ogni tanto.. ma Adeline apprezzava enormemente l'impegno che sembrava mettere nel suo lavoro, considerando peraltro anche la giovane età.
    Rivolse un ampio sorriso alla collega, con appena un cenno di sbuffo rivolto alle ancora evidenti macchie blu sul volto sebbene avesse già ingurgitato la magica tisana giusto qualche minuto prima. Il sapore di cavolo misto formaggio stantio di quell'intruglio le stava dando ancora la nausea al solo pensiero.
    -D'accordo Eve, io sono la medimag Adeline Walker, ma puoi chiamarmi tranquillamente Adeline. I bolidi non sono mai simpatici ma quantomeno hanno soluzioni sufficientemente semplici.- si rivolse quindi cordiale e quanto più rassicurante alla ragazza, lasciando che lo sguardo bicromo sondasse con occhio clinico il nuovo caso che le si parava di fronte.
    -Mi fai dare un occhiata alla zona contusa?- chiese quindi tirando con un colpo rapido di bacchetta le tende attorno a loro, per creare una zona di privacy -Probabilmente è solo una questione muscolare che non coinvolge lo scheletro, se il colpo è sufficientemente alto potrebbe anche spiegare le difficoltà respiratorie.-
    Sorrise gioviale, pronta ad esaminare con cura la ragazza e a somministrarle il prima possibile quantomeno una pozione antidolorifica per evitare il prolungamento di quello stato di malessere.
    -Ti va di raccontarmi com'è finita la partita? Giocavo anche io a scuola.-
    Concluse gentile, cercando di mettere magari a suo agio la studentessa chiacchierando di un tema conosciuto e che avevano in comune. Magari però, meglio non dirle che ai suoi tempi era lei quella dietro la mazza a lanciare bolidi..

    Edited by Adeline Walker - 13/1/2021, 21:22
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    Oh ooooh solo perchè il tuo link riporta ad un pokemon forum 100 punti a Tassorosso! 🤗
    Ciao io sono Adeline, e sia pg che player vanno invece per i 27 ormai (anzi, la pg li ha già compiuti) ma entrambe Bronzo Blu 🤓
    Qua sono tutti super disponibili e simpatici, spero anche io ti troverai bene! :D
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    In quel breve lasso di tempo in cui la londinese si era ritrovata da sola ai margini della riserva, durante gli ultimi secondi di solitudine la mente frenetica di Adeline aveva fatto un breve ricalcolo di ciò che le sarebbe risultato utile in quella piccola e imprevista, anche se non per questo meno ben accolta, missione della giornata.
    Legno di faggio, anzi, legno di faggio da bacchette e questo per la ministeriale significava soltanto una cosa: Bowtruckle.
    Più comunemente noti come Asticelli – ma si sa, a Londra piaceva essere piuttosto precisa sul lavoro – erano uno dei principali e più comuni problemi degli addetti ai lavori quando si parlava di fabbricanti di bacchette alle prese con la raccolta della loro materia prima, il legno da bacchetta giustappunto.
    Come creature di fatto risultavano di per sé pacifiche, persino timide nei loro 15/20 centimetri di legnosa altezza, in grado di mimetizzarsi completamente nel loro habitat naturale, il bosco – gli alberi, grazie alle loro apparentemente fragili fattezze da rametti, bastoncini ornati da un paio di piccoli e adorabili occhietti marroni... ma guai all'avventata figura che tenta anche solo per incauto errore di avvicinarsi con più o meno nefande intenzioni nei confronti delle loro piccole abitazioni e nidi.
    Piccoli sì, teneri pure, ma quei piccoli e solo ad una prima occhiata fragili rametti erano in grado di trasformarsi in spietati artigli affilati, aventi come unico obbiettivo quello di ferire, graffiare e soprattutto cavare possibilmente il povero, totalmente privo di difese, bulbo oculare umano.
    La Walker aveva già avuto la fortuna di osservare di prima mano i risultati di una scarsa preparazione in proposito, quando un collega primino, prendendo sottomano la questione, privo delle più banali protezioni o accortezze si era ritrovato con una profonda ferita da taglio all'occhio sinistro che gli era valsa parecchie ore al San Mungo, una retrocessione alle scrivanie a lavoro, e svariate prese in giro da parecchi colleghi più attempati e – in questo caso c'era poco da recriminare – ben più furbi di lui.
    Nel complesso Adeline, lo sguardo bicromo fisso all'interno del suo piccolo marsupio da lavoro magicamente allargato all'interno per contenere tutto il necessario, pensava di aver tutto:
    i Bowtruckle si sfamavano di uova di fata, Doxy quando ci riuscivano e onischi, nonché risultavano sufficientemente distraibili con una semplice offerta di porcellini di terra.
    Ora, Londra aveva portato con sé una considerevole quantità di onischi e uova di fata, qualche Doxy paralizzato gentilmente fornito da una delle ultime disinfestazioni effettuate da un suo collega la settimana precedente, e infine, anche se sperava di non doverli utilizzare, quattro porcellini di terra, magicamente addormentati dentro ad un paio di bolle magiche, entro le quali in effetti, si trovava la maggior parte degli strumenti della ministeriale.
    Aveva con sé poi, banalmente, un paio di occhiali protettivi, uno per sé ed uno per la giovane strega che avrebbe accompagnato, ed infine qualche altro attrezzo del mestiere della serie “Adeline che porta cose in più perchè non si sa mai”. Con la scusa dell'incantesimo di estensione irriconoscibile sul suo marsupio da lavoro, la biondina era in grado di portarsi anche qualche pozione anti scottature in una missione subacquea per curare ippocampi.
    Ma per queste divagazioni non era proprio il momento.
    Soddisfatta, un ultimo rapido sguardo era stato dedicato al prelibato pranzetto rimpicciolito e riposto in un angolo di Abe, prima che la voce della strega che stava in effetti aspettando, irrompesse tra i suoi pensieri.
    -Grazie!- risposte sorridente al commento gentile della ragazza, ridacchiando poi rispetto al commento sulla puntualità e professionalità dei colleghi: -Beh credo che d'altronde tutti i luoghi di lavoro abbiano i loro alti e bassi - tentò gentilmente di giustificare qualche collega, -Anche se forse a qualcuno ogni tanto annoderei la bacchetta io stessa!- non riuscì però dal trattenersi, seppur mezzo sussurrando a denti stretti quella sacro santa verità.
    Lasciò le labbra distese in un ampio sorriso ancora per un istante, dopodichè la versione inarrestabile di “Adeline-si-va-in-missione” prese il sopravvento.
    -Dunque uno dei modi migliori - o quantomeno più semplici e veloci - per riconoscere il legno da bacchetta è, mi corregga se sbaglio, scovare nidi di Asticelli, dato che amano insediarsi in questo tipo di alberi e non su quelli “normali”. - Iniziò puntuale, lo sguardo marino già rivolto alla linea boschiva lì accanto.
    -Ho con me il materiale necessario per semplificare la loro ricerca e.. beh, distrarli ed eventualmente difenderci, visto che seppur piccole, come creaturine sanno dire la loro.-
    - Potremo adescarli e riconoscerli attirandoli con onischi e uova di fata-
    posò leggera la mano sul marsupio legato ai fianchi, contenente tutto ciò che stava elencando -dopo di chè con lo stesso materiale o eventualmente qualche aiuto in più che ho qui pronto, io lì terrò a bada mentre lei si rifornisce del materiale che le serve.- concluse sorridente.
    Lo sguardo verde-azzurro tornò su quello pece della ragazza, perdendocisi per un attimo. Mai viste iridi tanto particolari.
    - Ho portato un paio di occhiali protettivi anche per lei – gli Asticelli per difendersi amano mirare agli occhi – e.. beh, ho anche il pranzo volendo.-
    Fece spallucce, abbozzando un ultimo sorriso.

    -E mi dia del tu, se non le dispiace.-
    D'altro canto, non sarebbe mai riuscita a dividere il suo amato pasticcio di rognone con qualcuno che le dava del lei. Non sia mai.
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    D'accordo, d'accordo.
    Doveva ammetterlo, a sé stessa, al mondo intero, ad Abe che torvo le stava ancora lanciando imperterrito occhiate di muto rimprovero dal cucinino, dove – tra uno sbuffo ed un altro – stava sparecchiando una tavola intonsa e riponendo piatti altrettanto intoccati di una cena ormai gelida.
    Adeline Walker doveva ammettere che uno dei suoi problemi principali nell'affrontare la vita, ultimamente, era quel “tutto o niente” che come un mantra sembrava fungere da base gravitazionale di quel suo ultimo anno di vita.
    Prima si era gettata nel tutto: nuova casa, nuovo lavoro, nuovo animale da compagnia, secondo nuovo lavoro, nuovo amico/elfo (che sempre più spazientito ora sembrava voler consumare quella pentola, tanta era la foga con cui sfregava la spugna sul ferro), nuova famiglia (il che era stato a dir poco un colpo) per non dire delle nuove abilità da animagus scoperte e poi affinate, poi gli impegni, gli imprevisti, le missioni e le disavventure, quotidiane e non.. insomma. Le era successo un po' di tutto, per l'appunto.
    E lei in quel tutto ci era sguazzata sino al crollo – quasi letterale – su di un piatto di zuppa alla zucca.
    Quindi, la decisione di meritarsi un po' di quel famigerato dolce niente.
    Adeline si era presa un po' di tempo per sé, aveva lasciato tutte le sue cose in ordine, Abe di controllo, e per qualche settimana era scomparsa completamente dai radar.
    Le era servito, quel periodo. Si era riscoperta effettivamente esausta, con le mani impegnate in troppe cose, troppi affari, troppi pensieri, mentre adesso..
    Nel complesso, la londinese era stata grata a sé stessa di quelle settimane di puro riposo, dolce e soporifero niente.
    Ma adesso d'altronde.. Adeline Walker era una persona fondamentalmente attiva. Le piaceva lavorare, fare, muoversi, impegnarsi, pensare, uscire, dire, incontrare.. era disposta a sforare dal lato dell'attività, esaurirsi sino ad un possibile crollo per quel “troppo tutto” ma non il contrario.
    Le aveva fatto bene quella breve pausa, e ne era stata contenta tornando a casa con rinnovata energia, quindi.. quindi basta. Quindi era pronta a ricominciare, a tirarsi su le maniche e con un colpo di bacchetta e un po' di olio di mandragora riprendere in mano la sua vita a trecentosessanta gradi.

    Per cui, eccola lì.
    Londra se ne stava seduta scomposta sulla sua sedia alla scrivania, finendo di rileggere una delle ultime cartelle provenienti dal San Mungo, al quale era ovviamente tornata appena rientrata dal suo breve congedo.
    Durante la mattina ed il primo pomeriggio si era dedicata ai lavori ministeriali, che in effetti le avevano preso più tempo del previsto, per cui più tardi di quanto preventivato aveva iniziato ad occuparsi del suo lavoro presso l'ospedale magico.
    La casa era rimasta intonsa unicamente grazie alle magie – letterali e non – del suo amato elfo domestico, che però ora, dopo quasi 24 ore di mutismo della sua strega, troppo presa dai lavori, gufi più o meno urgenti da spedire, commissioni da svolgere fuori e in paese.. ecco, già il pranzo era stato consumato in fretta e da solo - dato che la londinese si era smaterializzata per un incontro con un collega del Ministero – ora pure la cena sarebbe stata ignorata?!

    All'ennesimo sbuffo così, Adeline pose il punto finale alla relazione che stava redigendo per il giorno seguente, e con un mesto sorriso sulle labbra alzò finalmente lo sguardo su quella piccola creatura imbronciata dalle orecchie a punta.
    -Perdonami Abe.. hai ragione. Ma ora ho effettivamente terminato tutto ciò di cui mi dovevo occupare oggi, e da domani la vita tornerà quella di sempre.-
    -Quindi da domani sarà indaffarata bene o male proprio come oggi.-
    Era stata la risposta ancora dal tono vagamente risentito dell'elfo, che però nel frattempo stava ritirando fuori i piatti della cena poco prima riposti.
    Adeline aveva sgranato un po' gli occhi, mordendosi il labbro, consapevole del fatto che all'elfo non poteva poi raccontarla, la conosceva ormai come le sue tasche – e avrebbe potuto rivoltarla come un calzino, se solo lui avesse voluto.
    -Facciamo così.- aveva quindi cercato di rimediare la londinese lasciandosi trasportare dall'ispirazione -Adesso ceniamo assieme con quel fantastico arrosto di cui sentivo già prima il profumino.- le labbra si erano aperte in un sorriso sempre più speranzoso, mentre spostandosi in cucina e iniziando a ri apparecchiare tavola per due, i pensieri volavano veloci come le sue mani su piatti e bicchieri: -Poi scendiamo giù in paese e ci facciamo una bella passeggiata solo io e te, con magari anche una piccola tappa da Mielandia se è ancora aperta, che ne dici?-
    Aveva afferrato la bacchetta e avvicinato i piatti con il cibo freddo, per scaldarlo in fretta lei stessa.
    -E se non è aperta potremmo passarci domani..?-
    Il catalizzatore in un attimo aveva riscaldato le pietanze squisite preparate dall'elfo, e la mancina della strega aveva avvicinato un piatto fumante alla creatura, con in aggiunta un sorrisone a trentadue denti: -Se non è aperta, ci passeremo tutte le sere di questa settimana.-
    E bon appètit.


    Fedele alla parola data, dopo la cena, un veloce bagno ed un cambio appropriato, la strega e il suo adorato elfo erano scesi in strada, accompagnati inaspettatamente anche da Gufo.
    Data la stagione, il freddo pungente aveva costretto l'elfo ad indossare un grosso cappello di lana rosso, che detestava perchè – a detta sua – preferiva avere sempre le orecchie libere, ma Adeline a vestirsi a strati si era persin divertita.
    Aveva scelto dei pantaloni aderenti di quella tonalità grigio-blu che tanto le piaceva, a cui aveva aggiunto dei calzettoni pesanti nascosti da un paio di stivali lunghi sin quasi il ginocchio. Sopra poi si era sbizzarrita con una canottiera, ben due maglie di cui una sottile ma a maniche lunghe, l'altra senza maniche ma con il collo alto, e ancora sopra un maglioncino di cashmere e ancora sopra un morbido maglione bianco di lana – il tutto comunque invisibile sotto il giaccone grigio, la sciarpa dalle sfumature azzurrine che le arrivava sin sotto al naso e il cappello che invece le copriva praticamente tutta la restante parte della testa e del volto.
    Il risultato? Di Adeline Walker si poteva scorgere giusto giusto lo sguardo bicromatico, ma per il resto, pure le piccole mani erano fasciate da morbidi guanti blu.
    Abe ogni tanto guardava la sua strega e ridacchiando le chiedeva come faceva a muoversi con così tanti strati di vestiti addosso.
    E infatti..
    -Abe smettila di prendermi in giro, fa freddo, l'aria è ghiacciata, le strade sono ghiacciate, io sono ghiacciata e per Merlin- Aah!-

    Ecco appunto. In fondo il suo elfo, non aveva poi tutti i torti.
    Fasciata com'era nei suoi mille strati di maglioni e maglioncini, giacconi, sciarpe e cappelli, Londra non aveva visto quel tombino ghiacciato sul quale, ovviamente, in un battito di ciglia il suo stivale aveva perso la presa... facendole fare un capitombolo degno di nota, il sedere per terra sulla neve ghiacciata a bordo strada e lo sguardo sgranato di chi ancora deve capire di preciso cosa sia successo.
    Poi, un rumore stranissimo, le aveva fatto girare lo sguardo – un rumore dapprima quasi trattenuto ma poi sempre più forte, ritmico, sembrava che qualcuno stesse per soffocare ma in maniera così strana..
    Adeline si mise a sedere il più velocemente possibile, anche se ancora per terra sulla strada, e quando realizzò l'origine di quel rumore, si diede ancora di più della sciocca: Abe, con entrambe le mani sulla bocca per cercare di minimizzare il suono, le lacrime agli occhi e anche lui per terra ma per tutt'altro motivo..stava letteralmente morendo dalle risate.
    ..E Adeline a quella scena, si unì volentieri all'amico.
  11. .
    Adeline Walker
    ▬QUEST 2020 - C'est Paris ▬
    Alchimista - Livello 1 - 0
    CAR8 • COS15 • DES20 • FOR12 • INT30 • SAG15


    BACCHETTA: Legno di Nocciolo, Anima di Crine di Unicorno, 12 pollici rigida (+ 18 INT)
    ARMATURA/VESTITI: //
    ANIMALE: //

    SLOT EQUIPAGGIAMENTO

    (q.tà)
    oggetto1
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    oggetto10


    .
  12. .
    Mi iscrivo!
    (Anche se totalmente incapace di colorare il titolo della role) Role di presenza a Parigi!
    P.s Ho richiesto l'aggiornamento PE e al tempo stesso ho comunque postato la Scheda così com'è .. da brava ritardataria dell'ultimo momento, se si potesse modificare qualcosa bene, altrimenti pace ^^
  13. .
    Pace.
    Aveva inspirato a pieni polmoni l'aria tiepida e pulita di quella parigina mattinata estiva.
    A occhi chiusi, si era lasciata cadere sul soffice materasso del piccolo albergo francese che l'avrebbe ospitata per ben dieci giorni.
    Dieci giorni di pace.
    O, in altri termini, dieci giorni di vacanza.
    Da quando si era trasferita infatti, nel minor tempo possibile aveva cercato lavoro, si era sistemata nel suo appartamentino nuovo, aveva adottato Gufo, assunto Abe, si era buttata a capofitto nei mille e uno impegni – e diciamolo, anche qualche disavventura inattesa – che come Puffole Pigmee o talvolta più come Schiopodi Sparacoda avevano fatto capolino, riempendo le sue giornate settimana dopo settimana, mese dopo mese.
    Arrivata alle porte della stagione estiva così, Adeline Walker una sera si era ritrovata completamente esausta, svuotata quasi, abbandonata con la testa pericolosamente a ciondoloni sul suo piatto di zuppa di zucca ancora tiepido.
    Era intervenuto Abe, appena in tempo, perchè la londinese riprendesse il controllo di sé e si trascinasse senza dire una parola nella camera da letto, là dove circa 0,3 secondi dopo era svenuta con la luce accesa.

    Questa era stata bene o male la fatidica “goccia” che, lungi dal far traboccare qualsivoglia vaso, era stata però determinante il giorno seguente nel traffico mentale/decisionale della strega.
    Era l'ora di prendersi una più che meritata vacanza.
    Avrebbe avvisato a dovere sia il San Mungo che il suo Dipartimento al Ministero, dopodichè..via di vestitini in cotone e ampi cappelli adornati con fiorellini di campo.
    Si partiva.

    Eccola lì dunque.
    Il suo bagaglio era rimasto relativamente leggero, con pochi ma ben pensati abiti, e con sé aveva deciso di portare anche qualche libro e un piccolo diario da viaggio.
    Non ne aveva mai scritto uno, questo doveva ammetterlo, ma la sola idea le dava un senso di poetico.. e quale miglior città se non Parigi, se si parlava di poesia?
    Nelle prime pagine, con la sua grafia ordinata erano già state segnate le tappe più interessanti che la strega avrebbe visitato nei prossimi giorni, passando per luoghi storici, boutique più o meno famose e musei, parchi, la torre Eiffel..
    Già si vedeva a sorseggiare una tazza di tè sbocconcellando una brioche appena sfornata.
    Ma, per fare tutto questo.. doveva alzarsi da quel letto.
    Quel meraviglioso, morbidissimo e profumato letto.

    Adeline riaprì il suo sguardo bicromo sul mondo, esalando un lieve e tiepido sospiro.
    Era ancora presto, d'altronde.
    Si sarebbe fatta un rigenerante bagno in quella deliziosa vasca in ceramica intravista prima nel bagno annesso alla sua camera e poi.. sarebbe uscita all'avventura.
    O, ancora meglio, sarebbe uscita alla ricerca di un delizioso croissant.
  14. .
    Adeline Walker,
    richiedo la Certificazione dei PE conseguiti fino a questo momento.
  15. .
    Aveva affondato il naso in quella che era la sua quinta – o sesta forse – tazza di tè nero della giornata, una delle sue miscele preferite con pepe nero, vaniglia e cannella.
    Abe canticchiava sereno in cucina, tra una torta alle mele appena sfornata e pentole e mestoli che gli volteggiavano attorno alle grandi orecchie da pipistrello.

    Mandato giù l'ultimo sorso e poggiata la tazza ancora tiepida sulla scrivania, l'ennesima smorfia aveva tuttavia distorto i lineamenti fini del viso di Adeline Walker: aveva cercato di occupare mente e mani tutto il giorno, distraendosi con il lavoro - aveva compilato e concluso svariati casi cartacei sia per il San Mungo che per il Ministero - aveva poi aiutato Abe con la casa, aveva sperimentato nuove ricette in cucina, era uscita per qualche commissione ed era rientrata.. aveva persino fatto un po' di ginnastica.
    Ma niente.
    Quell'odore stagnante, di natura imprecisata ma irrimediabilmente fastidioso, nauseante ad un certo punto, l'aveva accompagnata costantemente in ciascun dei suoi passi, e in ogni suo più piccolo gesto – sempre più nervoso e febbrile, di ora in ora.
    Accidenti aveva oramai accumulato svariate esperienze sul campo tra il suo lavoro al Ministero e quello al San Mungo.. ma niente, niente sino a quel momento l'aveva talmente infastidita come quell'acido e putrescente odore che permeava ogni cosa attorno a lei, le si attaccava ai vestiti leggeri, si infiltrava tra le lenzuola pulite, si aggrappava alle tende in lino.. e Adeline, davvero iniziava a non poterne più.
    Ad un certo punto, stufa di storcere talmente tante volte il naso da aver timore di procurarsi qualche assurdo crampo (?!) aveva provato a svolgere su di sé l'incanto Testabolla:
    ma niente, ancora, dato che quell'odore di putrefazione era stato semplicemente racchiuso dall'incanto attorno alla sua testa, peggiorando così se possibile, ancor più la situazione.
    Uno dei suoi ultimi disperati tentativi l'aveva vista trasformarsi in quel piccolo volatile le cui misure e dinamiche le erano ormai divenute familiari: era uscita dalla finestra, raggiungendo quote non da poco, ma niente. ANCORA.
    Si era lasciata trasportare un poco dalle correnti, ma arresasi all'innegabile e puzzolente realtà, era infine tornata mesta nel suo appartamentino, rivolgendo uno sguardo disperato ad Abe che, ben lontano dalla sottile irritazione sottopelle della strega, come arma rivolta a quell'assurda situazione aveva scelto i fornelli e.. beh, due enormi fazzoletti in cotone, al profumo di lavanda, infilati su per le narici.
    Il che spiegava in effetti anche l'umore persino allegro della creatura che, respirando semplicemente dalla bocca, aveva vissuto una giornata come tante altre divertendosi persino tra prelibatezze di ogni sorta sfornate l'una dopo l'altra.

    -Abe.. io esco. Di nuovo.-
    Si era allontanata dalla sua scrivania con uno stridio della sedia contro il pavimento, borbottando tra sé e sè.
    Quel non riuscire a far niente di realmente pensato a causa di quell'olezzo nauseabondo la stava mano a mano irritando ancora di più, tanto da farle prudere la punta delle dita.
    Si era voltata così in fretta, facendo aprire involontariamente a raggio l'ampia gonna del leggero vestitino bianco che la avvolgeva, lasciandole scoperte le spalle. Aveva raccolto la sua bacchetta dal letto dove era stata gettata di malagrazia qualche ora prima, dopo il fallimentare tentativo del Testabolla, ed infine era uscita senza più dire una parola con una cadenza nei passi che suonava tanto come :

    Qui, o si risolve la situazione, o è la volta buona in cui questo passerotto si arrabbia sul serio...Arrr.”.


    Aveva spalancato il portone spingendolo con ambo le braccia, aveva assicurato il proprio catalizzatore nella custodia legata alla coscia sinistra..poi, con quella tempestosa aria da Non-ne-posso-davvero-più-preferisco-affrontare-tre-draghi-contemporaneamente-ma-questo-proprio-no- BASTA-ACCIDENTI aveva alzato lo sguardo bicromo lungo un High Street semi deserta.
    Semi, perchè in effetti.. aveva strizzato un poco gli occhioni adornati dalle lunghe ciglia, per mettere a fuoco, incredibilmente, un piccolo magico gruppetto di cui in effetti conosceva ogni singolo membro.
    Era infastidita, quasi irritata questo era vero.. ma una piccola ombra di sorriso non potè non nascere sulle labbra della londinese.
    La Medimag così affrettò il passo, avvicinandosi al piccolo gruppetto di maghi e streghe appena in tempo per catturare le ultime parole di Lexa Jones, la Negoziante già incontrata un paio di volte..
    In automatico, la mancina volò a sistemarsi una ciocca dorata dietro l'orecchio.
    -Io mi offro volontaria!-
    Esordì quindi, le iridi verde azzurre che adesso passavano da una figura all'altra mentre, ancora di un umore non dei migliori – sicuramente per i suoi standard – quantomeno riusciva però a rivolgere a ciascuno un flebile ma sincero sorriso.
    -Vi supplico, non resisterei un'ora di più con questo odore a permeare l'aria. Non si riesce neanche a ..pensare, Merlino.
    Idee?-
132 replies since 7/2/2020
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