Vampire GdR

Posts written by Shaitan

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    Benvenuta.
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    Ciao.
    In off topic. Si dovrebbero sbloccare a 4/6 mex inviati.
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    I due e soli Tremere vennero puntati da Duchamp qualche attimo prima del saluto, dandogli il tempo di staccarsi con garbo dal precedente interlocutore.

    "Signori, vi ringrazio sentitamente." Inizialmente guardò più Malachia, ma dopo qualche secondo sembrò comprendere qualcosa delle dinamiche tra i due e rivolse il corpo più verso Jonathan. "L'importante è che siano giunti, carissimo."

    Raccolse le mani sopra ai lombi, con pacata lentezza. "Certamente, andiamo pure in una delle stanze private." Si voltò verso un uomo, chiaro attendente. "Mi assenterò per qualche minuto, nel caso uno dei Primogeniti mi cerchi." In risposta un secco cenno del capo, di chi non controbatte mai.

    "Prego, seguitemi."


    da qui puoi anche fare la tua azione di uscita.




    Noah, solo ed abbandonato alla tavolata, si guardò attorno.

    E notò come PugnoFacile stesse abbandonando non solo il suo tavolo, ma la sala. Scostava la gente, diretto agli ascensori con un'espressione tetra e un filo irata.


    Se vuoi provare a fermarlo per parlarci prego, ci riesci anche se dovrai inseguirlo fino agli ascensori.
    Se decidi di avvicinarti ad altri png già nominati, tieni conto delle descrizioni sommarie già usate.




    Jack si insinuò tra la pausa tra due cicalii, riuscendo ad accalappiare le attenzioni della Primogenita. O meglio, venirne risucchiato.

    Perché Penelope, che già in ambienti normali sapeva come presentarsi, come vendersi, quella sera era a dir poco stupenda. Facendo sua la semplicità di un lungo abito bianco con doppio strascico, e la carezza che solo il capello sciolto sapeva dare ai bei tratti, aveva stretto a sé moltissimi dei presenti.

    Jack non ne fu da meno, al punto da meravigliarsi, da incantarsi. Una consapevolezza, o ancor meglio, un arrendersi a tanta beltà, che finì per lasciarlo senza parole.

    Visto che hai già parlato molto, giocati che l'incanto (da intendersi come difetto di Clan) avviene, come da consapevolezza, nel giro di quei cinque, sei secondi in cui hai terminato di parlare.

    Non ti impedisce di parlare, visto che non è un'opera mai vista...ma pensa bene a come ruolare il tutto.


    "Brook, lunganotte." Un piccolo passo, si avvicinò. "Dovrebbe smetterla di frequentare certi tipi, le stanno insegnando davvero troppi termini da salotto. Di quelli che non dicono molto, ma suonano gradevoli." Rise dolcemente, seppur ebbe riguardo a mantenere basso il tono di voce e non spargere la battuta. "Quando fa così non sembra nemmeno lei."

    Accompagnò molto con un silenzioso assenso, e un sorriso calcificato.

    "Siamo molto fortunati ad avere l'Anziano Zane qui a New Orleans, signor Brook. Era da tempo che voleva risiedere in queste coste, e il Clan ha accolto con gioia la sua volontà." Peccato che Brook non ne aveva saputo proprio niente, essendo lontano da certe politiche e discussioni. "Oltre alle varie possibilità di contorno, chiaro."

    Lasciandosi andare ad un'espressione da 'ma che te lo dico a fare, è ovvio!'

    "Mi fa piacere la sua intraprendenza, ma per un incontro con me e il signor Zane mi aspetto che ci presenti anche qualcosa di consistente. Capirà bene che le azioni del nostro Sangue devono essere ben ripartite tra le Rose, e cadenzate con i giusti tempi, invece che esposte come una lista della spesa."

    Gli sfiorò la mano, per tranquillizzarlo. Jack si sentì più vicino a lei, e capì anche che doveva ballare con i giusti passi. Con i suoi Anziani era inutile buttarsi di faccia. "Se pensa di riuscire a trovare qualcosa di utile, veramente utile per il Clan...che sia una vera alleanza, delle risorse, delle idee, o qualsiasi altra cosa...lascerò una sedia vuota al prossimo incontro che terrò alla Galleria. Per uno spettatore." Mise in chiaro. "Pensa di riuscirci in...due settimane da oggi?"




    Come Noah, anche Alice notò Lennox andarsene di gran carriera. Ma non riuscì a capire il perché, né a vederlo in volto vista la posizione.

    Al tavolo, la Nosferatu continuava ad armeggiare con i fiori secchi, sostituendoli a quelli freschi. Guardando meglio stava arrangiando una nuova composizione floreale, e anche molto bene. Prendeva gli steli con una delicatezza inaspettata, rigirando il vaso per tener conto dei vari lati. Le sue attenzioni si alternavano da quello al biondo, ignorando bellamente ogni altri riquadro e possibilità.

    Quando Alice si presentò uno dei Lebbrosi si avvicinò quasi impercettibilmente alle spalle della ragazza, mani in tasca e sguardo alto. Deschain la accecò con un dolce tendere di labbra, salutandola. "Alice, salve." Fissò prima il viso, poi il resto dell'armamentario. "Sei veramente splendida stasera, avrai fatto la gioia di molti." Sincero, guardò appena alcuni di quelli che fino a poco prima erano seduti con la Brujah.

    Poi la William porse la mano alla ragazza, e lei la osservò come per capire...cosa ci dovesse fare. Confusa, guardò Julius che annuì appena. Poi guardò anche il Fratello alle sue spalle, che non proferì parola ma studiò attentamente Alice.

    "Elle est mon amie. Elle ne vous fera aucun mal, sous ma responsabilité." Gli disse Julius. Fu così che la guardia grugnì, scostandosi appena.

    In tutto quello la Nosferatu era rimasta fissa sulla mano, cercando di decifrare il gesto quasi fosse un astruso algoritmo. Alla fine alzò la gigantesca mano, e la poggiò senza alcuna forza a quella di Alice. Le falangi, diafane e lunghe come zampe di ragno, toccarono appena la pelle della Furia. Tastandola, prima di ritrarsi.


    "Emilia..."

    Sussurrò in primis, a malapena udibile. Alzò il volume. "...no, Sunshine." Il timbro di voce era perfettamente normale, da donna. O ancor meglio, da ragazza. Basandosi su quello, e la corporatura minuta, non le diede nemmeno vent'anni.

    "...va bene." Bofonchiò Sunshine.

    Dopo l'assenso di Sunshine venne quello di Deschain, che stava aspettando la decisione della ragazza. "Certo, accomodati pure." Julius le offrì la sedia alla sua destra, levando i guanti che aveva poggiato. "Come sta andando la serata? Noble mi ha detto che hai conosciuto Rebecca, e siete diventate subito care amiche."


    Ovviamente sunshine ti sembra un po' una presa per il culo per un mostriciattolo del genere...ma sei abbastanza accorta da nascondere reazioni in merito, e anche al suo aspetto. Certo, quella mano potrebbe strapparti via la pelle fino al gomito. Quello è unpensiero non molto rassicurante.




    La ragazza che ospitava il suo Anziano era una bella donna, caucasica, sulla venticinquina. Portava i capelli lunghi in una coda stretta, che scendeva sulla spalla, ma aveva un'espressione che cozzava con il suo aspetto.

    Gli occhi freddi, il sorriso costruito...era una bambola, tirata per esprimere sentimenti non ben calibrati.

    Haller, l'anziano Nosferatu, alzò un calice a favore di Rebecca. Mentre Goode annuì e basta, osservandola per bene prima di alzarsi.

    "Faden, le lasciamo il tavolo. A dopo."

    "Si, vedere un altro cucciolo spaurito che se la fa addosso non è il mio ideale di festa." Cantilenò in accompagno il Nosferatu, con quel suo timbro degno di una falciatrice a scoppio. "Lunga Notte."

    "A voi, e grazie."

    Faden aspettò che i due fossero lontani prima di rivolgersi alla Neonata. "Intanto grazie mille. Ti assicuro che liberarci di quell'inutile è stato tutt'altro che semplice."

    Lunghi secondi, prima di lasciarsi andare ad uno scialbo gesto di via libera.

    "Parla pure." Facendole segno di avvicinarsi, ignorando le preoccupazioni della Gangrel a poca distanza.


    Edited by Shaitan - 14/5/2024, 13:57
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    Jonathan, giovane dal futuro esplosivo, fu il primo a capire che gli annunci erano terminati e quindi il primo ad abbandonare il tavolo sei, puntando direttamente verso Malachia Johnson.

    Il prete era di scorta al Principe, ma venne seguito solo dallo Sceriffo dentro la sala privata del Concilio. Così, Johnson, come i suoi colleghi, iniziò a spargersi per la sala, come guardie alla fine di un turno massacrante. Non appena vide il paio di lenti polarizzate sulle gambe, gli venne incontro, concentrando ogni suo pensiero con un secco movimento del capo.

    "Andiamo." Seguì così Vardaman in quella giungla di sorrisi e bugie, diretto verso il Siniscalco.

    L'Anziano Re aveva il suo gruppo di seguaci attorno, che tra domande e complimenti gli davano parecchio da fare. Ma alla fine arrivò il turno dei Tremere, o meglio, di Jonathan.


    A te l'approccio, prossimo post descriverò meglio il punto in cui siete etc. Comunque considera sempre vicini alla zona del Concilio.




    Dopo i dovuti ringraziamenti alla sala, molti tra i presenti si sciolsero dall'impasse degli annunci. Iniziarono ad abbandonare i tavoli e riversarsi al centro della sala, per discutere e dare il via alla più vile forma di vita sociale: il chiacchiericcio fine a se stesso.

    Jack si alzò, cercando di scrollarsi di dosso la presenza di Faden. Senza rendersene conto, finì per voltargli le spalle, quasi a far finta che non fosse lì.

    La sua punta, con obiettivo la Prima Arpia, finì male. Non perché l'altro fosse sparito, ma perché era circondato da una mezza dozzina di Fratelli in piena chiacchiera. Un muro da buttare giù, se voleva arrivare a lui e guadagnarne l'attenzione.

    Ti avvicini senza problemi, le chiacchiere sono irrilevanti...complimenti, leccate di culo, etc. Sempre irrilevanti sono i png attorno a lui, nessuno che conosci. A circa 10 metri di distanza, seduto al tavolo con una piccola figura incappucciata, ritrovi anche il tuo biondo di fiducia. Sbucato fuori da chissà dove, chiacchiera e rincoglionisce la marmaglia.




    Per fortuna di Alice, sembrava che lo scioccante risciacquo politico avesse tolto a molti la voglia di ballare. Non che il pericolo fosse passato, ma in quel momento la sala era piena di gente che parlottava, discuteva e spettegolava.

    Libera di alzarsi in tranquillità, e anche di dar uno sguardo più ampio alla sala, incontrò i sorrisi dei due Custodi. Già immersi nel loro lavoro, sembravano aver colto il cambio di rotta con professionalità. Di certo avevano i loro pensieri in merito alla faccenda, ma Alice dovette ammettere che li nascondevano più che bene.

    Le Lance erano, invece, sparse per la sala. Vide Johnson passarle vicino, accompagnato da Vardaman. Il prete sembrava scocciato, quasi avesse un braccio su per il culo e nessuno gli avesse consegnato il modulo firmato per acconsentire all'ispezione anale. Ma Malachia Johnson era sempre così.

    Forse, addentrandosi tra la folla, avrebbe potuto parlare un po' con le restanti Lance e carpirne l'umore.

    In coda, e qualcuno direbbe anche finalmente, riuscì a beccare Deschain. Il consanguineo era a qualche metro da lei, seduto al tavolo con una piccola figura incappucciata. Chiacchieravano, il timbro dolce dell'uomo che calamitava gli sguardi dei poveri disgraziati lì attorno.


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    La Nosferatu in sua compagnia era una strana, piccola creatura, dall'apparenza docile nonostante le malformazioni. Gli occhi, chiari e tristi, non mollavano l'interlocutore. Se ne stava rannicchiata sulla sedia, estraendo uno ad uno gli steli delle composizione floreale che serviva da centrotavola. Poi li passava a Julius, che con un tocco li faceva appassire e li riconsegnava allo strano cucciolo deforme.

    Alice notò che aveva le mani abnormi per la sua taglia, e con diverse falangine extra. Come Haller.

    C'era anche un'altra cosa, molto particolare. Alcuni Nosferatu tra la folla osservavano bene chi si avvicinava a quel tavolo, guardinghi. Ma non riservavano lo stesso trattamento all'uomo seduto.


    Libera di andare dove ti porta il vento. Vedi che chiacchierano, ma per carpire qualcosa devi avvicinarti.

    per jack brook: non ti ho descritto tutto questo perché ho immaginato fossi più interessato alla Prima Arpia.




    Alla fine anche Rebecca abbandonò la nave, lasciando solo il buon Noah.

    Dopo una buona dose di "scusi", "permesso" e "attenzione, carichi speciali!" riuscì ad avvicinarsi a Zachariah Faden. O meglio, al suo tavolo. La ragazza se ne stava seduta al tavolo con alcuni del Concilio: il Celato Haller e il Giudice Goode.

    Prima di poter fare un altro passo le si parò davanti una figura maculata, la Lancia O'Ryordan.

    "Ferma, biondona. Un passo indietro." Comandò la Gangrel, che era stata lasciata a guardia del perimetro. A quanto il suo compagno di Coterie le aveva raccontato Alyssa era una delle poche Lance veramente capaci, la cui considerazione andava guadagnata.

    "No. Falla passare." Dal tavolo, dalla ragazza che ospitava l'Anziano.


    Puoi passare, la gangrel ti indica di stare a due passi dal tavolo. Prossima azione descriverò meglio il tutto, anche in base a come si muove rebeccona


    Edited by Shaitan - 9/5/2024, 00:01
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    Jack ritentò la lettura dell'aura, ottenendo la stessa risposta di prima. In fondo le impressioni, siano esse giuste o errate, sono piuttosto difficili da lavar via.

    Era umana, era divertita. E ora fissava proprio Jack, che di istinto si ritrasse visibilmente all'indietro. Impaurito da qualcosa di indecifrabile, nascosto sotto strati di mondanità. Alice, Jonathan e Rebecca notarono il cambiamento in Jack, la preoccupazione nel suo volto mentre fissava una giovane in lontananza. La ragazza si stava avvicinando al tavolo del Concilio, mentre Artemisia riprendeva il discorso staccando lo sguardo da Haller.

    Il resto del Concilio era rimasto neutro, a parte il Primogenito dei Brujah sempre più confuso. Era chiaro che tutti loro sapessero, ma la Feccia fosse stata tenuta da parte.

    "Prima di lasciarvi alla vostra serata, ai vostri balli, ho delle ultime cose da dire a tutti voi."

    La donna strinse impercettibilmente il pugno, facendo trasparire una stanchezza che difficilmente mostrava in pubblico. Spostò la sedia e circumnavigò il tavolo, fermandosi davanti alla sua Corte. Separata da pochi gradini e, ovviamente, da un baratro sociale. Si fecero avanti due persone, in attesa al suo fianco: l'ex Primogenito Ventrue, Duchamp, e la ragazza ormai ben conosciuta da Jonathan e Jack.

    "D'ora in poi l'Anziano Duchamp dei Re servirà il concilio come Siniscalco." Non il Principe, notarono quelli un minimo ferrati nell'arte e svegli di testa. Il Concilio. Duchamp di suo ringraziò i Primogeniti e sua Maestà per quanto concesso, tenendosi di poche parole e preferendo concentrarsi sulla folla, la sua temperatura. "Concilio di cui entrerà a far parte Zachariah Faden, Il Dogma del Clan della Luna, per rappresentarlo con pieni poteri." Indicò, inaspettatamente la ragazza al suo fianco. La quale sorrise lasciva. "Non è potuto essere presente con noi oggi, quantomeno fisicamente."

    "Ci sono con il cuore, Sorella mia." Le due donne si guardarono in un assenso tutto loro. "E presto sarò da voi in carne e ossa. Nel frattempo lascerò in città questo guscio, attraverso cui potrete parlarmi."

    Con ciò si fece tre passi indietro, mimando Duchamp.

    Artemisia era sola sul pulpito, a fissare la sua New Orleans dritta nell'anima.

    "In questo ampio decennio, in cui ho governato e protetto i Domini di New Orleans, ho dovuto far fronte a cose di cui molti di voi non sanno, e mai sapranno. Altre che sono passate naturalmente alla ribalta, come gli scandali che abbiamo ereditato dal precedente principato, la costante minaccia del Sabbat, ma anche gli svariati problemi interni figli di Clan allo sbando." Una nemmeno sottile stilettata, seppur era chiaro che fosse sincera. "Vi ho governato con giustizia e fermezza, premiando quei pochi utili alla Torre nella speranza che aiutassero a cementare una Camarilla più forte, che rimanesse salda anche in uno dei Territori più problematici dell'intera costa."

    La voce, che celava acceso sentimento, spezzò la sala.

    "Sembra che non sia bastato."

    Scosse leggermente il capo, un gesto che a molti sembrò un...gettare la spugna.

    "Una settimana fa il concilio ha decretato, all'unanimità, la mia rimozione dal ruolo di Principe di New Orleans."

    La sala esplose in un vociare senza forma, un brusio di stupore e paura. Qualcuno si fece avanti in direzione delle cariche, ma per fortuna non osò andare oltre.

    "Una decisione...UNA DECISIONE!" Per sovrastare la folla. "...una decisione a cui mi piego, seppur nolente. Da questa notte il Dominio di New Orleans sarà governato dal Concilio, che entro il ragionevole periodo di sei mesi dovrà scegliere un nuovo Principe." Dalle labbra le spuntavano i canini, ma il tono era controllato. Sapeva di non poter far altro. Quella che i Fratelli e le Sorelle avevano davanti era un despota sconfitto, che lasciava lo scranno con le sue gambe.

    "Pertanto lascerò questi Domini, stasera stessa. Auguro vita eterna alla Torre di New Orleans, che prosperi anche senza il mio comando." Un breve, ma dovuto, chinare del capo al suo popolo. Poi si girò e fece lo stesso al concilio, anche se rimase a fissarli a lungo prima di girarsi e andarsene verso l'uscita, evitando lo sguardo di tutti. Scortata dallo Sceriffo e cinque dei suoi uomini, che spezzarono la folla attonita come una falce su campo di grano, Artemisia lasciò la sala spogliata dei suoi poteri.

    Sconfitta.



    A breve sarete liberi di andare. Con il termine degli annunci le porte si apriranno e alcuni inizieranno a scemare via, frastornati dalle novità.

    Chi vuole può rimanere ma lo faccia con un obiettivo, non per semplice salotto. Nel caso uno di voi voglia che il suo pg rimanga in sala ma senza muoverlo ok, sarà eventualmente mosso come png e sarà a conoscenza di eventuali altri discorsi pubblici o possibili accadimenti.
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    PER TUTTI: voi NON conoscete Artemisia, non sapete come si comporta e come agisce. Forse due di voi l'hanno incontrata per cinque minuti, perché generalmente faceva fare le presentazioni ad altri Status. Sapete a malapena delle storie e delle lamentele sulla sua stretta di ferro sul dominio.


    La mano alzata del Principe chetò di nuovo il brusio, le chiacchiere di fondo, tirando a sé gli sguardi della mandria. "Silenzio." Comandò una singola volta, con quel tono, quello spirito dittatoriale ed egocentrico che la contraddistingueva.

    "In questi mesi abbiamo avuto diversi avvicendamenti anche nel concilio, a partire dalla ribalta delle Anziane De la Fuente e Miller a rappresentanza dei loro rispettivi Clan." Lasciò il tempo di un applauso, anche se era tutt'altro che una nuova per la Corte. "E l'entrata ufficiale nel Concilio dell'Anziano Goode, degli Assamiti. Una aggiunta doverosa, dopo che i non proprio recenti trattati hanno sancito l'effettiva entrata del Clan all'ombra della Torre." Anche in quel caso lasciò il tempo alla folla, anche se il popolo non sembrò così convinto come per il plauso a Rose e Ventrue. Gli immortali non digeriscono bene le novità, e alcuni non sono nemmeno abbastanza accorti da fare buon viso a cattivo gioco. Soprattutto i pochi Stregoni in sala.

    Prima di continuare un po' tutti al tavolo sei notarono Lennox guardare prima Duchamp, da parte, e poi Il Nosferatu che era seduto accanto a lui. Un po' smarrito, ma nemmeno coinvolto.

    "Vorrei inoltre dare il bentornato nel concilio ad un rappresentante dei Nosferatu, a lungo assenti." Lo disse nel tono più smorto possibile, al punto che tutti i presenti in sala, quantomeno quelli dotati di un minimo di senno, si resero conto che non fosse per nulla felice del suo stesso annuncio. "E il benvenuto al loro nuovo Primogenito, Jonathan Haller."

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    La creatura che si fece avanti era ben più alta del Principe, e terribile a vedersi. A differenza di molti Celati la sua malformazione gli aveva imposto dei tratti privi di rughe o escrescenze, simile ad un rettile. La pelle era un misto di grigio e cicatrici, tirata da nuovi fasci muscolari e ossature andate ben oltre la norma. Privo di espressività e sorriso, e felice detentore di un timbro di voce cavernoso e cupo, la prima sensazione che dava era quella di non essere adatto a stare lì, sul pulpito. Era una digressione dalla norma, non repulsiva come molti altri suoi fratelli...ma errata. Aliena.

    "Grazie, Artemisia." Disse il Nosferatu, con una decisa ed inaspettata mancanza di rispetto al Principe. "Più che assenti, sarebbe meglio dire ostracizzati." Un riso breve, con voce cavernosa ed inumana che Vardaman subì in ascensore. "Ma non siamo qui per guardare al disastrato passato che ha caratterizzato il Dominio, giusto? Questa sera rappresenta l'inizio di un periodo più sano, in cui non solo i miei fratelli" indicò con una carezza della mano, grigia e con falangi mutate per afferrare, altri Nosferatu in sala. Fratelli che mancavano dalla scena da anni e anni. "ma anche altri possono godere della pace del Principe."

    Artemisia non si era seduta, e lo guardava con labbra serrate, dietro le quali scalciava pura rabbia.

    "Ora che i Nosferatu, uno dei Clan Fondatori, è di nuovo al suo giusto posto, chiedo a voi Fratelli di altro Sangue di tornare da noi. Di accettare la nostra mano tesa, e la promessa insita."

    Si inchinò alla sala, profondo. Sincero.

    In cambio ricevette il silenzio di una sala attonita, che non riusciva bene a comprendere quanto accaduto. Il discorso del Nosferatu era stato un vero e proprio schiaffo al Principe e ai suoi dictat, alle sue colpe. Dritto ad un punto che ben pochi avevano osato toccare, soprattutto in una sala dell'Eliseo.

    Ad un tratto partì un applauso isolato, da un uomo sul fondo. Poi un altro. Un altro ancora, spinti dalla prima fiammella e dal suo coraggio, ma anche dalla sconfitta di Artemisia. Dopo poco l'intera sala venne catturata dall'onda, dal battere di mani.

    In quel tripudio Brook e Vardaman, sospinti da una strana sensazione, guardarono in un punto sulla destra del tavolo del Concilio. Lo sguardo dei due si posò su una donna, quella che Rosa e Stregone avevano visto poco prima. Ma c'era qualcosa di diverso in lei, che se ne stava immobile, sorridendo a braccia conserte.

    Priva di ferite.


    Edited by Shaitan - 30/4/2024, 19:38
  8. .

    Quest conclusa.

  9. .
    La prima notte di una nuova vita si aprì a Jonathan, conscio di molti dei cambiamenti che avrebbe dovuto affrontare da lì in avanti. Dopo un saluto ad un amico inaspettato, che difficilmente lo avrebbe dimenticato, tornò alla sua nuova casa.

    Al suo nuovo Clan.


    Sonne ~ Fine

  10. .
    "D'accordo, Jonathan. Lascerai ad Elin il seggio di Maundrell, e tu verrai presentato come nuovo Primogenito degli Stregoni. Mi aspetto grandi cose."

    Acconsentì, lasciando trasparire un sorriso furbo. Tale che Vardaman pensò che volesse condurlo lì, dove verità e desiderio si intersecano.

    "Ah, a proposito! Mi sono permessa di prenderti un appuntamento, con Elin, che ti attende alla Cappella per le tre di questa notte." Guardò l'orologio al posto."Hai ancora diverse ore, per cui goditi pure la notte. Un po' di pace."

    "Se invece sei diventato allergico alla tranquillità, Elias sarà al molo 32 da mezzanotte all'una, poi tornerà in incognito. Il tempo di un saluto, o di una gomitata sugli zigomi."


    Allungò la mano, in saluto. "A presto, Jonathan."

    Sei libero di andare in chiusura, verso l'infinito e oltre. Se decidi di andare a salutare/sparare Elias, puoi sia descriverlo in uscita sia giocarlo.
  11. .
    sarà un'azione risicata e scritta un po' di merda, il perché lo sapete. Trovate le foto dei png nel topic apposito, portate pazienza. Per riconoscere gli anziani minimo politica 2, a meno che non li abbiate incontrati in una giocata. A parte il Nosferatu, quello lo sa solo jonathan chi cazzo è.


    Spezzata come terra durante la siccità, la folla accolse con un applauso il Principe Artemisia e il suo codazzo, che finalmente si erano fatti vivi. La rossa signora andò spedita al suo posto, sicura ma al tempo stesso lontana.

    Con lei i Primogeniti Goode degli Assamiti, De La Fuente dei Toreador e Miller dei Ventrue, insieme all'alienato Nosferatu che Jonathan aveva avuto il piacere di conoscere nell'ascensore. A parte Artemisia, tutti si sedettero al tavolo del concilio, dove Lennox attendeva un po' scocciato. E dietro a loro una figura in attesa, ritta in piedi: Duchamp, il vecchio primogenito Ventrue.

    La plenipotenziaria Maestà, signora del Dominio e Voce dei Malkavian, fissò in silenzio la sala fino a quando anche l'ultimo battere di mano non cessò.

    "Fratelli e Sorelle di New Orleans, do a tutti il benvenuto nella mia casa!" Eruttò improvvisa, con tono ben impostato e forza inaspettata. Falciò le ultime chiacchiere come steli durante il raccolto, afferrando l'attenzione di tutti. "E' passato molto tempo, troppo tempo, dal nostro ultimo incontro. La Torre ha accolto nuovi di noi, mentre altrettanti ci hanno lasciato. Questa sera sarà, com'è giusto che sia, dedicata alla novità."

    "La prima, che tocca le nostre vite e la sicurezza del dominio, è la promozione ufficiale del nuovo Sceriffo. Jordan Cooper!"

    Il Brujah si alzò un po' impacciato, e si inchinò al Principe prima di ringraziare la sala. Probabilmente molti si aspettavano qualche parola dalla Furia, che invece percorse la sala con lunga occhiata prima di alzare appena la mano in nuovo ringraziamento, sedendosi.

    "Vorrei inoltre dare il benvenuto della Corte unita ad una nuova Sorella, che ha da poco fatto suo l'onore di Custode dell'Eliseo Monteleone, sede del Concilio."

    Alma Gil Delgado si fece avanti, inchinandosi al Principe e al Concilio. Poi a tutta la sala. Si presentò, Toreador e Progenie di punta del Clan, ritagliandosi pochi ma importanti minuti. Un discorso sulla Torre e i suoi Pilastri, i luoghi sicuri nella buia notte. Un invito a riunirsi, a ricongiungersi, a vivere le sue Sale come un'unica comunità. Ma in fin dei conti non era un semplice invito, quanto più uno spronare.

    Qualcosa di cui, con molta probabilità, solo pochi avrebbero compreso le tante implicazioni.

    Sua maestà riprese la parola, e ancora una volta la mandria di immortali si chetò. Artemisia era una figura sfuggevole e dura, e ogni sua apparizione era tanto preziosa quanto spinosa.

    "Ora silenzio."

    Anche l'ultimo brusio cessò.

    "Signor Zane."

    Un attimo di smarrimento generale, poi gli occhi di Artemisia si posarono sulla sinistra della sala, dove un uomo confabulava con un uomo di spalle. Il primo si fece avanti, mentre il secondo svicolò tra la folla, lontano dagli sguardi.

    L'anima chiamata dal Principe era un uomo, incastonato a metà dei quaranta. Alto e quasi allampanato, il suo viso sembrava racchiudere un'ascendenza europea, nordica. Sorrideva come solo i grandi figli di puttana potevano, al punto da alzare le gote in una perenne espressione ilare, ma anche affilata.

    Aveva una maschera in mano, che buttò su un tavolino a caso, e indossava uno di quei completi neri che solo i broker, o gli amanti del noir, riuscivano a portare.

    "Augusto Principe, è un onore." Prima del salamelecco d'ordinanza, che gli fece penzolare dal fianco una piccola fibbia nera, subito rimessa al suo posto. "E ancora, un dovere." Non sembrava americano, almeno dall'accento.

    "Arthur Zane, delle Rose, è stato scelto da me e dal Concilio per occupare una posizione da tempo vagante, di assoluta importanza nella nostra Camarilla. Egli sarà la Prima Arpia del Principato di New Orleans, con il compito di vigilare sulla nostra società, i nostri sistemi e, ovviamente, scegliere le nuove Arpie del Principato."

    Quello fu veramente un fulmine a ciel sereno, per tutta la sala. Ma l'applauso partì lo stesso, guidato da qualcuno in sala. Dopo pochi secondi l'onda crebbe di vita propria, omaggiando il Primo.

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    "Grazie! Grazie mille a tutti!" Anche lui applaudì, un po' divertito. "Darei la mia mano destra per poter immortalare questo momento, -ho, guarda caso, la mia 50mm con me - ma suppongo che questo non piacerebbe a molti di voi, tantomeno allo Sceriffo Cooper." Sorrise al Brujah. "Vorrei dire solo due cose, molto importanti. Ci saranno dei cambiamenti, e in meglio, per tutti voi." Guardò volti nella folla. "Sono serio, ma lo scoprirete sulla vostra pelle." Batte le mani, una singola volta. "Seconda cosa, entrò la fine di questo anno avrò con me spero...due nuove Arpie. Sarò felice di concedere un tete-a-tete a chiunque si pensa adatto al ruolo, anche se già conosco i pochi meritevoli di una chiacchierata."

    Di nuovo un inchino profondo, per tutti. Poi si fece indietro, per qualche parola agli Anziani. Una boccata d'aria per la folla, che iniziò subito a chiacchierare.


    Edited by Shaitan - 28/4/2024, 00:10
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    Non sembrò gradire, ma ascoltò il consiglio di Vardaman e lasciò stare il neonato. "Hai ragione, ovviamente." Un'Anziana che ascoltava un consiglio, era incredibile. A Jonathan venne quasi da piangere.

    Mise quindi una mano sopra la vasca principale, e chiuse gli occhi per concentrarsi. L'uomo sentì un tepore propagarsi dal vetro e si allontanò nolente di un passo, proprio prima della comparsa di alcune crepe nel cristallo. La soluzione amniotica iniziò a sobbollire e si fece torpida, poi le culle si fecero opache e i metalli a supporto incandescenti.

    Eleanor staccò la mano, e il liquido all'interno dello strano macchinario si fece di un vivido rosso sangue. Non commentò, anche se guardò ai Mnemosyne sulla sedia, ora in frantumi.

    "Si." Ad intercalare, per ingranare di nuovo dopo aver appena falciato più di una vita. "Si...allora." TOrnò a guardarlo, per fuggire dalla culla. "Se è quello che desideri, essere lasciato in pace, posso darti un ruolo in una cittadina minore della Louisiana. Continuerai con i tuoi lavori, ma sarai fuori dalla gerarchia per compiti speciali. Fin quando sarà al potere vivrai in pace, e se cadrò sarai libero da accuse e sospetti."

    "Dopo quanto mi hai detto non penso amerai la mia proposta, ma è giusto farla. Elin non conosce il territorio, non conosce la politica e gli altri Clan. E' una studiosa fidata, ma come Reggente ha molto da imparare. Vorrei chiederti di succedere a lei al ruolo di Reggente, mentre lei si occuperà delle questioni meno terrene. Il tuo compito sarebbe quello di amministrare il dominio e il Clan in loco, rispondendo a me sola. Voi due sareste i soli liberi dalle catene, chiaramente, ma spero che con il passare del tempo riusciate a selezionare qualcuno di adatto."

    Concluse mettendo una cosa in chiaro. "E' una scelta, non una costrizione." Doveroso ricordarlo, visto l'ambiente da cui venivano. "Se ne hai bisogno prenditi pure il tuo tempo per decidere."
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    Eleanor era di certo una buona ascoltatrice, perché non disse una singola parola durante tuto il simposio di Jonathan. E non lo abbandonò con lo sguardo, non mostrò noia o smarrimento. Rimase fisso nelle lenti polarizzate dell'uomo, accettando candida il suo punto di vista.

    Quando giunse la fine, dilatata per altri vaghi attimi, lei sorrise. Poi rise, scuotendo il capo con strano buonumore. "Per Crona, Jonathan. So che non era proprio tua intenzione ma hai appena dimostrato, ad un residuato anteguerra come me, che la verà libertà è genuina. Forse...libera da cause, perché personale." Schioccò con espressione satolla la lingua sul palato, e alla fine annuì.

    "Hai agito per te, per sopravvivere. Per dimostrare che la programmazione del concilio non cambia la psiche, almeno di chi ha spina dorsale. Questo posso accettarlo, senza dubbio. E però vero che appoggiare una causa, anche solo negli spogli ideali, non ti deve rendere un atollo solitari. Non tutti sono in prima linea, a buttare sangue. Un cambiamento è fatto di persone, di varie situazioni. Ognuna aiuta come può, lo fa fin dal momento in cui ammette a se stessa che una causa è giusta."

    "Questo per dirti che...ti comprendo. E ti ringrazio per la tua sincerità. Sarei però felice se, da mente affine, anche se non attiva nella causa, fossi disposto ad aiutarci con questo Dominio. Il Clan qui è decimato, e se voglio che questa sia una Cappella sicura Elin avrà bisogno di un aiuto. Mi permetteresti una proposta, o preferisci davvero rimanerne completamente fuori dalla faccenda?"

    Non c'era fretta nelle sue parole, giusto un tentativo di accordatura nei suoi confronti. Un velo comprensivo nel tono, sotterrato dall'ultima domanda di Vardaman.

    "Fossi da sola...ma non è più così. La scelta con chi ballare era solo sua, e non posso rischiare. Anche a costo di perdere il giro." Notò che non stava guardando la vasca grande, ma quella con il neonato. "Salviamo almeno lui." Fece per rimuovere i blocchi alla piccola culla di cristallo, e staccare il tutto dal supporto.
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    "Inizierei con la prima buona notizia. Agnieszka è stata giustiziata due settimane fa da una coterie scelta di Astor, che hanno raccolto delle prove compromettenti su di lei. Sembra che fosse nel loro mirino da quasi un decennio, dopo che qualcuno..." Guardò la vasca. "...ha fatto trapelare il contenuto di alcune riunioni private di una certa società segreta. Un lungo lavoro di Elias, che si è concluso con una vittoria epocale per il Clan Tremere."

    Si schiarì la gola. "Al netto di ciò il nostro amico ha richiesto di essere assegnato, in pianta stabile, alla Louisiana. Null'altro." Jonathan capì che quello era un pezzo importantissimo nella scacchiera di Eleanor. Gli Astor erano con lei, a controllare regioni di interesse in cui far fiorire un nuovo Clan. Proprio sotto il naso del vecchio. "Il Pontefice ha prontamente scelto un nuovo Lord, e la scelta è ricaduta su di me."

    Congiunse le mani sul grembo e sorrise a Jonathan, quasi satolla.

    Il feto nel grembo di vetro mosse pigramente la testa, come se stesse sognando.

    "Userò questo potere per costruire delle cappelle fidate, costituite da persone altrettanto fidate. Non possiamo vincere uno scontro diretto, non ancora, per cui si è scelto di crescere all'ombra del mostro. Almeno fin quando non saremo abbastanza forti e uniti da prenderlo per la gola."

    "Qui venite tu e Milosh."
    Li indicò entrambi. "Lui è un genio, Jonathan. Non esagero nel dire che se non fosse stato per il suo lavoro la rottura del legame sarebbe stata rimandata di decenni. E chissà cosa altro potrebbe creare per noi, con il tempo. Ma è anche vero che non gli importa assolutamente nulla degli altri." Guardò schifata la struttura in vetro, magna opera alchemica. "Per quanto odiasse le etichette, per quando insistesse a defirsi diverso...lui era, lui è un vero, perfetto figlio di Tremere."

    Sospirò, spezzata dalle sue stesse parole. Stava cercando di rimettere insieme i suoi pensieri, di fare una scelta.

    "Non ti conosco. Ma Elias e Elin si fidano di te. Hanno rischiato le loro vite per te, perché sei stato l'unico che ha deciso di lottare contro la marea, invece di assecondarla. Per cui voglio sentire...tutto. Tutto quello che hai da dire, tutto quello che pensi."

    Si avvicinò alle due culle in vetro. Toccò quella più grande, poi la piccola. Sfiorandole con gesto delicato, una carezza di madre.

    "Sperando che mi aiuti nella mia scelta."
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    vai di mp
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