Posts written by BOLSHAK VS DOOM

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    L'orgasmo e le parole di Nefertiti accompagnarono con entusiasmo quella scoperta perversa, un mondo di lussuria creato appositamente per lei che in quel momento le apparteneva in maniera esclusiva. Nefertiti aveva creato con l'aiuto del suo maestro un harem perfetto, un segreto solo tra di loro senza nessuna pretesa che non fosse il piacere reciproco, e dal modo in cui i cazzi di quei Thresh impazienti vibravano sopra e dentro di lei, era chiaro che non speravano di sentire altro. Il piacere della ragazza aveva oramai preso il sopravvento, e quello che in un primo momento era stato il desiderio di scaldarla e lasciare che si abituasse gradualmente alla novità, adesso era un cocente desiderio che usciva all'unisono da tutti i suoi amanti e diventava difficile, se non impossibile da trattenere. Non ci furono né sguardi né sorrisi d'intesa, quei corpi stavano agendo di puro istinto e probabilmente sarebbe sbagliato dire che si coordinarono alla perfezione, ma riuscirono a non litigare se non altro. Il primo passo fu sentire la verga nella sua gola e quella dentro il suo utero che scivolavano lentamente dal suo corpo: lo fecero con poco entusiasmo, pulsando forte dentro di lei come se stessero esitando, incapaci di abbandonarla completamente. Il professore originale si lasciò sfuggire un gemito di disappunto quando la carne della sua diletta smise di avvolgerlo, lo fece con molta calma, stringendo la sua stessa verga tra le dita della mano destra, dita che si accanirono sulle carni di Nefertiti quando furono vuote, masturbandole con aria impaziente mentre la cappella scivolava vogliosa sulla carne umida del suo perineo, cercando un altro anfratto da violare. Le dita del Thresh vivo si staccarono dai suoi seni, lasciandoli insoddisfatti a penzolare con quei buchino leggermente dilatati che si contorcevano come carni vogliose, mentre si piazzava impaziente davanti a lei. Mentre la cappella dello zombie iniziava a farsi strada dentro il suo culo, gradualmente Nefertiti vide chiaramente il Thresh vivo che la fissava negli occhi con un desiderio assolutamente impaziente. Nella sua carne c'era un vigore assurdo, superiore a quello di tutti gli altri, un vigore mascolino, un desiderio imponente come se volesse metterla incinta solo con lo sguardo. Una fortuna che quella fosse, in effetti, solo una materializzazione dei desideri di Nefertiti, altrimenti di sicuro in quello stato il suo amante avrebbe potuto fare scelte poco etiche, e non esitò nemmeno a dirglielo.
    Ti verrò dentro fino all'ultima goccia... ti farò traboccare di me... fino a che non ci sarà solo il mio seme...
    Il modo in cui fece scivolare la sua verga dentro di lei, spingendola verso il basso, fu così irruento e veloce da non farle neanche il tempo di rigenerare l'imene, e la spinse verso il basso obbligando il suo corpo a venire impalato dall'enorme verga dello zombie, trasformando quella penetrazione anale graduale in una doppia penetrazione estrema ed improvvisa. Nefertiti si ritrovò ben presto stretta tra due fuochi, incapace di toccare terra come sospesa in un vuoto di puro piacere. Ma di vuoto, in quel momento, non c'era niente: la carne gonfia e venosa del suo professore le attraversava le carni in maniere nettamente distinte. Dentro il suo culo poteva sentire il tremolii di quelle protuberanze callose simili a punte tondeggianti che stimolavano ogni punto del suo culo, arrivandole fino allo stomaco e facendola sentire come una di quelle streghe impalate da parte a parte pronte all'esecuzione, ma in una maniera decisamente più perversa e meno pericolosa. L'altra, seppellita nella sua fica, tremava impaziente facendole sentire le vene gonfie e caldissime piene di sangue impazzito per lei, mentre la cappella pulsava impaziente di riempirle l'utero mentre lo conquistava spinta dopo spinta. I corpi perfetti dei suoi amanti l'avevano chiusa in una morsa irresistibile, erano pronti a partire, ma prima che Nefertiti potesse emettere anche solo un grido di piacere, venne subito intercettata dai restanti due amanti.
    La tua fame è irresistibile... voglio saziarla!
    Lo schiocco di entusiasmo della coda del Thresh dragonico riecheggiò nella stanza mentre pronunciava quelle parole e le afferrava la gola da dietro, obbligandola ad inarcarsi il più possibile, piegandosi su quei due amanti che avevano conquistato i suoi buchi e le avevano tolto le energie. In quel modo, il ventre di Nefertiti si trasformò in un ponte di lussuriosa carne, forse aveva fatto esercizi del genere solo in allenamenti più duri ma applicarlo al sesso era completamente diverso. Il suo corpo era in tensione a quel punto, bloccato da quelle carni immani e ben presto sarebbe stato ancora più difficile per lei, perché il dragonico insegnante l'aveva obbligata in quella posizione per unirsi alla festa: non le diede il tempo nemmeno di replicare, Nefertiti si ritrovò il grosso cazzo di quel drago in gola mentre dalla base della sua cloaca iniziava a fuoriuscire una massa di carne pulsante che somigliava ad un paio di testicoli, ma avvolti intorno alla sua stessa virilità. Questo non impedì alla massa immane di schiacciarsi contro il suo volto, annebbiandole i sensi col calore di un drago e l'odore pungente di un maschio impaziente di accoppiarsi. Il liquido verdastro che secerneva poi, era così pregno dio scura magia da somigliare al più delizioso e drogante cocktail che una strega potesse assaporare. La sensazione di sentirlo affondare dentro di lei, poi, fu assai amplificata dalla posizione scelta: da fuori, la gola di Nefertiti aveva preso l'aspetto di quella mostruosa virilità, che la attraversava impaziente, scopandole la bocca come se fosse una deliziosa fica. Le dita del dragonico avevano avvolto completamente la sua testa, tenendola ferma davanti a sé, senza perdere quel tocco arrogante e possessivo di prima. Le carezzava i capelli come poteva, e con i pollici che si incrociavano inevitabilmente sulla sua bocca carezzava le labbra carnose di Nefertiti come a volerla coccolare, a dirle che stava facendo un ottimo lavoro. Quella macchina perversa di cazzi che la impalavano in tutti i buchi trasformò quel ponte di carne in una danza oscena, resa ancora più eccitante dal seno morbido di Nefertiti che danzava in funzione dei loro affondi, abbandonato a sé stesso anche se non ancora per molto. Il Thresh spettrale infatti, rivendicò la sua parte a modo suo: attraversò il corpo di Nefertiti a partire dallo stomaco proprio come uno spettro evanescente, in modo che la sua verga da incubo si ritrovasse proprio in mezzo alle tette della ragazza. Usando le mani, afferrò quelle montagne di cioccolata perversa, avvolgendole con le sue dita e penetrando i due buchi aperti con i rispettivi indici e medi, iniziando a masturbarli come se fossero dei piccoli pertugi di piacere, allargandoli e affondando dentro di lei per lasciar scivolare al loro interno deliziosa energia spettrale. Quel potere rese i buchi più grandi e i seni aumentarono di qualche taglia, abbastanza da avvolgere completamente la sua verga spettrale. Mentre con le dita masturbava i suoi capezzoli, con le mani stringeva i seni intorno al suo cazzo, prendendo a muovere il bacino seguendo il ritmo di tutti gli altri, scopandosi il seno di Nefertiti e bloccando la ragazza con la sua presenza spirituale. Non c'erano solo tre enormi pali di carne a tenerla bloccata sul posto, ma c'era anche un vero e proprio spettro evanescente che la teneva bloccata in quel punto, impalandola più che letteralmente nell'anima e nello spirito mentre abusava di lei. Sae poteva fare una cosa del genere con i suoi poteri? Incredibile... neanche si rendeva conto di quanto fosse potente. Poco importa: ci avrebbe pensato Thresh a sfruttare quelle abilità, anche se solo momentaneamente, per poter soddisfare la sua preziosa diletta. Quell'estrema convergenza di carne perversa era solo per lei, e se Nefertiti pensava che non potessero andare oltre... avrebbe dovuto presto ricredersi: quello era solo l'inizio.
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    Kainhurst non rispose a Nariko, ma dal modo in cui rallentò, alzò il mento e sbuffò rumorosamente, sembrava proprio che il suo orgoglio fosse stato appagato. Quel silenzio valeva più di qualsiasi alleanza per un drago orgoglioso, una strega abituata ad avere a che fare con creature del genere di sicuro avrebbe capito che quello era un segno molto positivo. Le repliche di Nariko e Syndra fecero sbuffare anche Vega che abbassò lo sguardo arreso mentre teneva le braccia conserte. Quelle due erano davvero spensierate quando non si trattava di essere gelose per i loro uomini.
    Voi siete streghe di Umbra, sapete quanto è difficile scendere a petti con i demoni, tanto che li dominate, no? E' più facile che stare ai patti di un contratto magico perché è difficile starci dietro. Un drago di quel lignaggio non è facile da gestire, mi sto solo preoccupando il giusto...
    E basta! Adesso stai facendo la vecchia ciabatta brontolona!
    Intervenne addirittura Endymion, con un tono acuto di rimproverò che riuscì a zittire Vega prima che potesse continuare con quella lagna. Endymion fece un passo avanti tenendo il pugno destro alzato, chiaro segno di risolutezza per le parole che stava pronunciando.
    Me lo hai detto tu stesso no? Tutti hanno il diritto di prendere il Samsara come preferiscono e non bisogna giudicarli in base ai loro gusti! Se Sheba vuole il seme di Kain devi lasciarli fare!
    A quel punto tra i due guerrieri dai capelli bianchi crollò un mutuo silenzio. Iceringer era ben conscio di quanto le nuove generazioni fossero mature ed Endymion non sembrava neanche "così" piccolo, ma lo disse con una naturalezza disarmante. Vega invece sperava che non fosse mai troppo chiaro quanto si era spinto col suo addestramento con lui per permettergli una sopravvivenza vera nel contesto pericoloso in cui si erano trovati. Endymion piantò le braccia in una posizione conserte, con l'espressione seria e determinata sul volto di chi sa di aver detto qualcosa di giusto, una posizione che poteva difendere senza vergogna.
    Hai troppe manie di controllo ultimamente: datti una regolata, non puoi riportare le cose a come stavano, dobbiamo agire come una squadra adesso!
    Cogliendo la palla al balzo, Iceringer si fiondò di fianco al ragazzo per afferrarlo da un lato e stringersi a lui dandogli manforte, parlando in maniera estremamente veloce e frettolosa.
    Giustissimo! Questo è un vero argomento! Non parliamo di sperma di drago, parliamo di gioco di squadra! Oramai non ci sono più segreti quindi non serve fare gli evasivi! Sistemeremo tutto e se Sheba vorrà un matrimonio dragonico avrà il nostro appoggio! Magari ne vorrà uno tribale africano? No aspetta forse ho detto qualcosa di razzista, non intendevo questo!
    Cogliendo il panico di Iceringer, Endymion gli diede qualche pacca sullo stomaco per invitarlo a riprendere fiato, non senza un sorriso di consolazione.
    Andiamo, la situazione non è così grave. Pensiamo alle cose importanti ora.
    Endymion rivolse quell'ultimo, gentile invito verso la figura che fino a quel momento gli aveva fatto da padre, e Nariko e Syndra avrebbero potuto vedere chiaramente lo sguardo cinico e severo di Vega sciogliersi come se gli avessero messo davanti un cucciolo di gatto che miagola pianissimo. Se non fosse stato un guerriero dall'immane forza di volontà, di sicuro gli sarebbe uscita una voce molto meno convincente.
    E va bene... lasciamo correre per ora. Sono stato stupido io: come faccio a convincere un clan di streghe a non fidarsi di uno dei figli del diavolo? Devo scegliermi meglio le mie battaglie...
    La situazione sembrava essersi stabilizzata, tranne per Iceringer che aveva l'espressione tipica di chi stava pensando esattamente: "figlio del diavolo...?".
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    Nefertiti non avrebbe sentito solo il loro vigore, ma anche la gelosia di Thresh, forte perfino nei confronti di sé stesso. Infatti, appena la ragazza iniziò a toccare gli altri, il dragonico mostro in piedi davanti a lei allungò una mano scagliosa verso le ciocche di capelli sulla sua tempia, infilandoci dentro gli artigli per carezzarla in maniera quasi aggressiva, sembrava quasi volesse afferrarla con violenza ma tratteneva quel pensiero e quel desiderio, accompagnandola sulla sua verga. Si notava subito che non era un "vero"drago, ma piuttosto qualcosa di artificiale, creato con la magia. Le sue scaglie infatti non seguivano movimenti naturali, non si aprivano solo durante i movimenti più complessi ma sembravano quasi pulsare, attraversati da energia densa verde e luminescente nascosta sotto di esse. Sembrava quasi una sorta di armatura fatta di scaglie di drago che non una vera mutazione, fusa alla carne del non morto al punto da corromperla. L'esempio più lampante era proprio la sua verga, che in quell'istante si crogiolava sulla lingua e tra le labbra di Nefertiti, reagendo alla sua vogliosa dichiarazione perversa come se volesse ricambiare. La saliva della giovane apprendista si mescolò ben presto ai fluidi maschili che fuoriuscivano da quella carne, che trasudava magia non solo dall'uretra ma anche dalle scaglie più morbide che circondavano la cappella. La lingua e le labbra di Nefertiti divennero verdi come se avesse mangiato una di quelle caramelle dal gusto forte, abbastanza da macchiare anche la carne di chi le assapora, e si sarebbe lasciata inebriare da quel sapore intenso che sapeva di magia. Thresh non poteva godere del potere magico di Umbra, né sapeva come imbrigliarlo, non ne era capace, ma quando Cia aveva trasformato il suo corpo per goderne assieme quella forza era stata sua per un breve momento, e anche se non poteva controllarla Nefertiti ne poteva godere ampiamente. Forse non avrebbe mai trovato un cazzo più gustoso da assaporare con la bocca di quello. Salvo trovare un vero drago, ovviamente... quel tipo di magia neanche il labirinto può imitarla. Per quanto fosse piacevole quella situazione, il dragonico Thresh non cedette mai alla tentazione di spingersi più del necessario e violarle la gola in un solo colpo: con quelle dimensioni sarebbe stato doloroso e complesso, ma la voglia era facile da leggere nei suoi occhi affilati e mostruosi. Avrebbe lasciato che fosse Nefertiti a farsi avanti, senza fretta, conscio che anche a lei ben presto non sarebbe più bastato. Dopotutto, come poteva? La verga del suo maestro era vigorosa e possente, spingeva dentro di lei con grande entusiasmo ad ogni stretta che Nefertiti le concedeva, ma quando c'erano gli sguardi di così tanti Thresh vogliosi su di lei, uno solo bastava davvero?
    Anche il Thresh "vivo" aveva qualcosa di insolito, dopotutto l'avevano "risvegliato" proprio le streghe più anziane ed esperte con cui aveva giaciuto il non morto, ma in quel caso la magia di Umbra non lo aveva contaminato come quando era successo con Cia, bensì lo aveva riportato ad uno stato precedente alla non morte, seppur per poco tempo. Un evento che lo aveva senz'altro riempito di potere magico, ma che non aveva superato il suo. Infatti, Nefertiti poteva sentire un calore diverso provenire da quelle mani, era un pò come se il potere della lanterna di Thresh fosse più forte in quel corpo, vigoroso e tonico, a differenza di quello "normale" da zombie. Thresh era possente anche nel suo stato "deperito", vero, ma evidentemente il suo reale fisico poteva essere ancora più vigoroso, e quella copia ne era la dimostrazione. Quindi Thresh era ancora più potente da vivo? La non morte era un limite per lui? Assurdo da pensarci. Di sicuro però era un bene che quella versione del professore avesse deciso di dedicarsi proprio al suo seno, perché altrimenti non avrebbe potuto godersi il suo "respiro". Già, forse normalmente Nefertiti non ci aveva mai fatto caso, ma il suo professore non le sospirava addosso perché gli fiato gli era stato mozzato. Quello che sentiva era una sorta di "flusso magico" che Thresh scaricava naturalmente per l'eccitazione. Caldo, inebriante, assuefacente, ma comunque artificiale per certi versi. Quello che carezzava adesso la sua pelle bruna e i suoi capezzoli tesi, reso ancora più intenso dalla saliva lasciata a suon di avide lappate, era un respiro vero, vivo, caldo, impaziente. Esprimeva davvero passione, molto più di quanto le dita stessero stringendo le sue carni. Con estrema perizia, il corpo vivo di Thresh sciolse la stretta dei piercing in modo da liberare i capezzoli di Nefertiti, ma dando prova di essere estremamente potente in quel momento, gli indici di quell'amante si infilarono dentro i capezzoli stessi di Nefertiti, penetrandoli come se fossero altri caldi pertugi con cui stimolarla. Venne naturale proprio come se quei buchi ci fossero sempre stati, e forse era colpa della magia perversa del professore, uno dei tanti motivi per cui le aveva fatto un simile dono. Un pervertito inguaribile. La stimolazione divenne più intensa e intima, di sicuro Nefertiti non era pronta a provarla ma sarebbe stato esattamente come avere altre due fiche bollenti e impazienti che venivano stuzzicate e stimolate come mai prima di allora.

    Non sono io a controllarli... e non sei neanche tu. Rispondono al tuo desiderio... e più cresce, più ne vogliono. Sei davvero ingorda Nefertiti... mi rendi estremamente orgoglioso...
    Thresh articolò quella frase negli spasmi più totali, era preso dal piacere a sua volta come se stesse provando quello che assaporavano i suoi corpi assieme a loro. La voce spezzata del professore risuonò anche attraverso il suo corpo spirituale, che lampeggiava come se stesse mandando lo stesso messaggio direttamente all'anima di Nefertiti. Se le orecchie della ragazza fossero state troppo distratte per cogliere quel messaggio, quel corpo lo avrebbe spedito direttamente dentro di lei, proprio come stava facendo con le sue attenzioni. Nefertiti poteva sentire le mani di quella creatura, così come le sue labbra e la sua lingua, non limitarsi semplicemente a stuzzicarla e palparla, ma penetravano dentro di lei come e fosse un liquido ectoplasmatico che si spalmava sulla sue membra e le toccava sempre più in profondità. Sembrava quasi che stesse cercando l'anima di Nefertiti per tirarla fuori, e nel tentativo la toccava sempre più intimamente, avvolgendo al verga del professore e rendendola più calda, più forte, più impaziente.
    Desideralo ancora... esprimi i tuoi desideri... dì che ne vuoi di più...
    Quella squadra di mostri perversi continuò a stuzzicarla a lungo prima di impartire quel nuovo suggerimento, il cui scopo era semplicemente dargliene ancora, farle desiderare ancora di più e sfogare assieme tutta quella perversione che avevano generato in un unica, singola stanza, fuori dal mondo, che esiste solo per loro due.
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    Due tizi potentissimi pronti a darsele di santa ragione possono fare paura al pubblico, specialmente se si trovano dentro un laboratorio pieno di strumenti e manufatti delicati. Ma in confronto, la gelosia inquisitoria di un paio di streghe troppo prive di contesto per starsene tranquille aveva il potere di raffreddare ogni possibile bollente spirito, riportando non solo Vega ma addirittura Kain alla quiete, costringendo entrambi a fare un passo indietro ed abbassare lo sguardo. Vega strinse le braccia conserte sul petto mentre Kain si portò un pugno chiuso sulla bocca, fingendo di starsi schiarendo la voce. In un primo momento Iceringer rimase affascinato da quello sfoggio di potere di Nariko, ma poi lo sguardo di Syndra gli ricordò che anche lui era un diretto interessato della faccenda, facendolo sobbalzare e costringendolo a stringere le gambe preoccupato mentre Syndra sfogava il suo stress su quella sfera oscura. Endymion capì subito che c'erano guai in vista e si sentì privilegiato in quel contesto dove le sue mamme non solo lo proteggevano ma lo escludevano anche dai problemi degli "adulti" o sedicenti tali.
    N-non fraintendere, Nariko... Sheba è semplicemente la nostra Hacker. Considerando quello che è successo di recente, voglio assicurarmi che non ronzino problemi intorno ai Watchmen...
    Vega aveva preso molto sul serio l'ultima falla nel loro sistema di sicurezza. Due dei loro erano stati uccisi in maniera orribile mentre lui se ne stava in panciolle in compagnia di Nariko. Aveva deciso di stare di più con le streghe, ma per starsene più sicuro doveva aumentare la consapevolezza che aveva intorno a sé. Kain si lasciò sfuggire un mezzo ruggito quando si sentì definire "problema", ma Vega lo incalzò riprendendo il discorso.
    Sono sicuro che il nostro orgoglioso drago nero abbia faccende più importanti di cui occuparsi che dare fastidio ad una ragazzina, giusto?
    Un altro verso minaccioso, ma dopo aver incrociato lo sguardo con Nariko, ricordandosi cosa aveva fatto a Despia davanti a tutti, preferì non replicare ulteriormente. Fece spallucce e chiuse gli occhi, dando loro le spalle.
    Io faccio il cazzo che mi pare, ma in ogni caso preferisco non avere problemi. Vedi solo di non sfogare su di me le tue frustrazioni, bel tipo. Tieni alla larga le vere minacce se vuoi atteggiarti a capo.
    Vega non sapeva quanto Kain conoscesse a proposito di Watchmen, Gil Poltergeist e affini, ma preferì non indagare. Quello non era il momento giusto. Incassò il colpo e lasciò che il drago nero se ne andasse. A quel punto Iceringer fece qualche passo avanti, affiancandosi a Nariko per dire la sua, parlando a quattr'occhi con Vega senza peli sulla lingua.
    Apprezzo la tua presa di posizione, ma non credi che ci farebbero più comodo alleati e non nemici? Kain ci ha aiutati, forse per tornaconto personale ma se non altro ha fatto la cosa giusta. Non è un semplice favore quello che ci ha concesso, e lo sai che con i draghi non è mai così semplice.
    Vega iniziò con uno sguardo fermo, poi prese un profondo respiro e mantenne lo sguardo con Iceringer.
    Sei sicuro di aver capito chi è quello? Kainhurst Blackwing è un nome importante, e noi per adesso dobbiamo mantenere un profilo basso. Tu lo sai che intendo, vero?
    Si voltò verso Nariko, in cerca di sostegno. Le Streghe di Umbra sanno fin troppo bene quanto è importante nascondersi all'occorrenza, ed evitare di attirare l'attenzione se ci sono nemici che ti danno la caccia. Iceringer non fu contento di quella risposta, ma non disse nulla, soppesando meglio che poteva le sue parole. Non voleva lasciarsi trascinare troppo dalle emozioni, perché sapeva che da un lato Vega non aveva tutti i torti.
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    Dato che le loro forze erano completamente distratte, i poteri che alimentavano quelle oscure lanterne non potevano fare altro che osservare in silenzio quello sfogo di passione irrefrenabile e crescente, mentre i due amanti si consumavano inarrestabili e colmi di voglia, decisi ad andare avanti finché i loro corpi avrebbero resistito... e quei corpi potevano resistere per sempre. Nefertiti accolse il bacio di Thresh e per quanto fosse frustrante non esercitare ogni goccia del suo potere per farla godere, il non morto si beò di quanto intenso fosse quel momento nella usa semplicità, rendendosi conto che lei lo stava assecondando, invitandolo a scoparla più forte, a prenderla, a farla sua. Non avevano abbastanza corpi per potersi soddisfare in quella maniera, tanto erano potenti i loro sentimenti. Ma se da una parte si stavano godendo quell'istante senza interruzioni, dall'altra i loro poteri non potevano restarsene con le "mani in mano", o in questo caso con le lanterne in mano. Quegli oscuri strumenti avevano iniziato a volteggiare intorno a loro oramai da un pò, come se stessero dando inizio ad un perverso rituale in attesa di un comando da seguire. Thresh non aveva sentito il bisogno di usare uno dei suoi trucchi, ne aveva già messi a disposizione abbastanza, ma Nefertiti non era di certo esperta quanto lui a controllare un simile potere, quindi le lanterne seguirono l'istinto della ragazza, avvolgendo con le loro fiamme il letto per intero, circondando i due amanti e ascoltando l'unica preghiera che Nefertiti aveva espresso distintamente da quando aveva perso il controllo. L'influenza delle lanterne accese i poteri di entrambi, senza controllo: le mani avvolte intorno ai seni di Nefertiti si accesero di una densissima fiamma verde e le labbra di Thresh si fecero incandescenti, come se si stesse per trasformare. I brividi di piacere sul corpo di Nefertiti si cristallizzarono come un'onda di oscurità che convergeva verso il suo amante, prima semplicemente carezzandolo, poi unendosi a lui come se le fiamme verdi del non morto potessero sciogliere i cristalli della sua diletta per fonderli in una cosa soltanto. Fu un momento intenso per loro, anche se i loro corpi non giunsero all'estasi fu come se le loro energie avessero raggiunto l'orgasmo all'unisono in maniera esplosiva, stordendoli entrambi ma senza impedire loro di continuare cosa stavano facendo. Quando i sensi tornarono a funzionare in maniera chiara, Nefertiti si sentì afferrare da qualcosa che non la stava possedendo: una mano bollente, artigliata, che la prese per la spalla. Un'altra massiccia, vigorosa, ammantata da una forza spirituale diversa da quella di Thresh, "viva" e potente, la prese per la mano. Infine un tocco a dir poco spettrale, come se una fiamma verde densa avesse preso forma e corpo, consistente per quanto eterea, la prese per il mento costringendola ad alzare lo sguardo. E mentre quelle mani afferravano lei... al tempo stesso, quelle del professore afferravano loro, fissando con diffidenza lo spettacolo che si era manifestato.
    Oh, mia adorata... te lo avevo detto che dovevi stare attenta a cosa desideravi...
    Vicini e seduti sul letto, prossimi a chiudere le distanze con Nefertiti, c'erano altri tre Thresh che per aspetto e fattezze differivano molto dal professore, eppure risultavano così maledettamente riconoscibili che era impossibile confonderli. Uno non somigliava affatto ad un non morto, anzi era mostruoso: aveva il corpo coperto di scaglie nere, marchiate da simboli runici che sembravano quasi delle catene verde spento dipinte direttamente sul suo corpo. Nonostante il muso allungato, le fauci e le corna simili a dei lunghi capelli rivolti verso l'alto, lo sguardo era quello di Thresh e le punte di un paio di quelle corna somigliavano a dei ganci. Un altro di loro era identico in tutto e per tutto a Thresh, ma aveva un colorito del corpo naturale, una pelle leggermente abbronzata e i capelli più lunghi e vaporosi, di un rosso ramato e completamente liberi, privi di trecce o legacci. Sembrava una versione "viva" di Thresh, più tonica e con più pelo sul corpo a differenza del fisico glabro del non morto. L'ultimo corpo era totalmente spirituale, sembrava fatto di pura fiamma verde: i suoi tratti e le dimensioni del suo corpo erano distinte, ma portava addosso dei segni rossicci dal colore spento, come se delle mani avessero provato a tirarlo via, facendogli del male. Quando Thresh li "riconobbe," mise di tenerli. Istintivamente si era preoccupato di difendere Nefertiti, ma adesso che li riconosceva poteva capire perfettamente cos'era successo. Thresh era sempre stato estremamente sensibili alla magia, e la sua lanterna gli aveva permesso di lasciarsi influenzare da essa in molti modi. In particolare con le sue amanti, quel genere di influenza era capitato fin troppo spesso: rivedeva in quei corpi creati il potere di Cia, di Midna, di Desdemona, perfino di Sae e altre ancora. Evidentemente Nefertiti aveva poteri al di fuori della comprensione di Thresh ed era riuscita a dare forma ai suoi stessi desideri... un pò come se fosse gelosa di ciò che le altre avevano fatto con lui, e adesso (come promesso) erano solo sue, almeno per quella notte. Quei corpi non erano spenti né vuoti, anzi dal loro sguardo sembravano confusi e curiosi proprio come "l'originale", ma a giudicare dal sorriso malefico che si scambiarono tutti e tre assieme era evidente che nessuno sarebbe finito nel panico. A parte Nefertiti, probabilmente.
    Forse tutta la notte non ti basterà...
    Thresh la afferrò con forza, tirandola verso di sé, per poi sedersi con le gambe quasi conserte sul letto, mentre teneva le gambe di Nefertiti per l'articolazione delle ginocchia. Si trasformò nelal sua perversa poltrona di carne, senza permettere ad un singolo centimetro della sua verga di uscire da dentro di lei. Si assicurò, però, di tenere le gambe della ragazza quanto più spalancate possibile, in modo che tutti gli altri corpi potessero ammirare lo spettacolo che avevano creato. Da quella posizione, il gonfiore provocato dall'estrema penetrazione del sesso di Thresh dentro di lei era particolarmente visibile e pulsava sulla pelle bruna della ragazza. Non servirono inviti, perché i corpi dei nuovi Thresh si fiondarono immediatamente verso di lei. Lo spettro si mise alla sinistra della ragazza, carponi verso di lei, portando una di quelle mani spettrali all'altezza del suo sesso, e la bocca poco più su. Con le dita circondava la grossa amzza che la penetrava e le grandi labbra di lei, massaggiandole con impaziente perizia mentre torturava la clitoride, il tutto mentre teneva la bocca spalancata in prossimità del monte di venere, baciandola e leccandola, risalendo quel gonfiore dentro la sua carne fino a dedicarsi al suo ombelico, leccandolo come se stesse violando un nuovo pertugio. Il redivivo dai capelli rossi invece, si piantò all'altezza del suo petto, baciandole e tastandole il seno, tirandosi addosso a lei dal lato opposto a quello dello spirito come se volesse offrirle il suo corpo, massiccio e vigoroso come mai era stato quello di Thresh prima di allora. Massaggiava energicamente i suoi seni concentrando le dita sui capezzoli per torturarli, sembrava quasi che stesse cercando un modo per staccarle i piercing, ma non lo faceva per rendere tutto più interessante. Baciava e leccava la sua pelle, passando dai seni alla gola, facendole sentire tutta la sua impaziente passione, voglioso di averne di più. Il drago invece fu quello più spavaldo e impavido di tutti: non si chiese cosa poteva dare alla ragazza, ma cosa poteva prendersi. Nefertiti se lo ritrovò in piedi, di fianco a lei, con quella grossa mazza stesa in orizzontale davanti agli occhi, perfino più mostruosa di quanto la ricordasse. Nera, priva di quella delicata carne pallida che aveva imparato a conoscere. Sembrava un'arma a giudicare dalle scaglie nere che portava, ma quando pulsava intravedeva al suo interno dei flussi di energia verde, sembrava quasi un vulcano spettrale. Era una verga rovente che le sfiorava le labbra, impaziente di darle un assaggio. La invitava e la tentava a prenderlo in bocca, ma non la manipolò in nessun modo se non carezzandole la testa con quella mano scagliosa, coccolandola e sfregandola su di sé in maniera erotica e oscena. Dopotutto... quello era il suo desiderio. TUtti quei maestri erano lì solo per lei.
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    Le risposte pronte delle sue "mamme" lasciarono Endymion completamente interdetto. Lotor gli aveva dato una spietata sentenza, quasi un'ammonizione, come a dirgli che non doveva fare cose stupide con la magia o avrebbe ottenuto risultati come quelli di Iceringer. Nariko e Syndra invece parlavano come se il problema fosse già risolto. Venne spontaneo al ragazzino cercare una risposta nello sguardo di Iceringer: lo faceva da sempre e tutti avrebbero potuto notare come stesse cercando in lui una guida, chiaro indizio di cosa era stato Vega per lui. Lo sguardo del campione sembrava assorto in pensieri profondi, appariva quasi serio, Endymion capì che quel "problema" richiedeva una soluzione particolare e il fatto che Iceringer non fosse preoccupato gli infuse coraggio. In realtà, dietro lo sguardo serio del campione, non c'era una profonda riflessione: stava semplicemente ponderando che proprio come suggeriva Syndra, poteva diventare un espediente utile per la sua identità segreta. Magari poteva mettersi una di quelle protesi artificiali super fighe che però non sono utili per il combattimento, depistando tutti i suoi avversari! Se la sua fronte fosse stata uno schermo in quel momento, sarebbe comparso scritto "troppo togo".
    Senza dare ulteriore importanza alla storia del braccio, le streghe si preoccuparono di scoprire che fine avesse fatto Vega, sembravano entrambe preoccupate e in particolare Syndra non nascose la sua preoccupazione per lui, a modo suo ovviamente. Iceringer si lasciò sfuggire un sorriso sincero: non era né stranito né amareggiato, certo forse quella situazione non aveva precedenti ma aveva sempre considerato Vega il suo "padrino spaziale". Era un amico, un alleato e una guida. Conoscere la sua identità rendeva semplicemente le cose più chiare e sensate da un certo punto di vista, e poteva capire perfettamente sia i sentimenti delle ragazze verso di lui, sia il contrario. Sorrise a Syndra, facendole capire che la situazione era meno assurda di quanto si potesse immaginare nella sua testa. E poi, a mente fredda, quel loro rapporto era sempre stato piuttosto strano, no? Con loro tre che facevano di tutto e quando capitava ci finiva in mezzo anche altra gente. Aveva giurato amore a delle streghe di Umbra, non si aspettava di sicuro una situazione "normale". E poi poteva biasimare sé stesso per essere tornato indietro nel tempo e stare ancora con le persone che amava? No, in fondo proprio no.

    Non è passato per niente. Forse è arrabbiato con me.
    Endymion spezzò il flusso di pensieri con quella sentenza e un sospiro arreso. Non abbassò lo sguardo mortificato, ma era chiaro che si sentisse in colpa e riusciva a capire i sentimenti del suo "genitore adottivo". Quel casino era in grossa parte colpa sua, era già strano che non ce l'avessero tutti con lui. Iceringer scosse il capo, sorridendogli per non farlo perdere d'animo.
    Ma no, non essere sciocco, sicuramente è come dice Syndra: avrà visto una minaccia interdimensionale e starà cercando modi per tenerla alla larga mentre ancora è a letto convalescente. Voglio dire... probabilmente è quello che farei io. Anche se non sono sicuro che potrei farlo da solo...
    In una delle rare volte in cui Iceringer accendeva il cervello sul serio, ebbe un lampo di genio: in caso non fosse riuscito a trovare aiuto nelle sue fidate streghe, di sicuro si sarebbe appellato a qualche amico o alleato per ottenere informazioni. E se Traesto era impegnato, non restavano che poche alternative. Iceringer iniziò quindi a fare lunghe falcate verso la porta di uscita, nel mentre si voltò verso gli altri, sfoggiando un discreto entusiasmo.
    Forse so dov'è... andiamo, non vorrete mica passare tutta la giornata dentro queste stanze!
    Certo avevano bisogno di riposo ma mica dovevano rimanere allettati come dei vecchi bacucchi. L'entusiasmo di Iceringer contagiò anche Endymion che decise di seguirlo senza pensarci due volte. Il pensiero di Iceringer era stato che Vega aveva intenzione di raccogliere informazioni su quanto era accaduto lasciando i suoi amici a riposare, così da condividere quanto più possibile una volta che si sarebbero ricongiunti. Vega doveva essere da qualche parte ad interrogare gente in giro, da bravo vigilante, sarebbe bastato seguire il proprio intuito per poterlo trovare. La base in cui si trovavano non era né troppo complessa né enorme, sembrava piuttosto un piccolo distaccamento di un sistema più grande alla quale però non avevano bisogno di accedere. Il corridoio su cui si trovavano c'erano molte altre stanze dove i loro alleati stavano presumibilmente riposando, su di una in particolare c'era una traccia magica insolita, stranamente familiare ma che aveva qualcosa di inquietante e pericoloso. Elimona forse? A giudicare dal segnale rosso che testimoniava il blocco della porta, evidentemente non voleva essere disturbata. Iceringer si soffermò in una delle stanze che sembrava la meno utilizzata, come se il suo inquilino fosse andato via di fretta. Le streghe avrebbero potuto riconoscere la chiarissima energia magica di Kain al suo interno: un drago per di più figlio di Satana aveva una macchia addosso facile per una strega da identificare. Come c'era da aspettarselo, il drago aveva pernottato pochissimo lì dentro e se n'era andato quasi subito, ma Iceringer non si perse d'animo e tornò a fiutare le sue tracce, fino a che non arrivarono in quella grossa camera dove all'interno c'era lo "stargate" che gli avventurieri avevano usato per viaggiare verso Despia. L'intero laboratorio era spento e vuoto, ma di fianco ad uno dei portelloni che dava verso l'uscita c'erano un paio di figure che stavano conversando. L'intuito di Iceringer aveva fatto centro.
    Ti ho già detto tutto quello che so, ti ripeto che questo non è il mio campo. Mio padre non voleva averci niente a che fare con questo genere di cose, gli accoliti di mio padre in passato mi hanno detto che il vecchio "Palazzo" di Kurayami aveva rivelato a Deathwing una verità mostruosa sui mondi che esistono di fianco al nostro, uno stormo di draghi neri non è facile da intimidire solo con le parole, quindi l'ho sempre considerato superstizione...
    Il grosso drago nero, nella sua forma umanoide, se ne stava all'uscio con un sacco di provviste sulle spalle e nient'altro, pronto ad andarsene. Vega, a braccia conserte, lo fissava con la massima attenzione. A differenza di tutti gli altri quei due non sembravano particolarmente provati dal viaggio.
    Se vuoi un consiglio: tieni d'occhio le natalità dalle vostre parti. So che questi pazzi amano far "passare" mostri nella nostra realtà attraverso le donne gravide. I loro rituali sono intriganti, ma estremi.
    E va bene, ti ringrazio... ti lascio in pace.
    Rassegnato, Vega lo congedò. Kain annuì con il capo, facendo per andarsene, ma prima di potersene andare Vega gli piazzò una di quelle mani demoniache sul petto, dandogli un ultimo monito.
    Cerca di stare alla larga da Sheba, chiaro? Ti sono grato per il tuo aiuto, ma tu stesso hai detto che non sei nostri amico, e se non sei un alleato sei un potenziale piantagrane. Spero di non dovermi ripetere.
    Una scintilla si accese negli occhi di Vega, simile ad una minaccia. Il drago nero ricambiò quello sguardo, accennando un sorrisetto minaccioso e tenendogli lo sguardo con aria aggressiva.
    Questo è un consiglio... o una minaccia?
    La situazione si stava scaldando...
  7. .
    Anche mentre Nefertiti si ribellava e lo intimava di non dire nulla di vuoto o frettoloso, Thresh continuò a scandire quelle parole senza mai fermarsi, come una cantilena, no anzi... come una preghiera. Non di quelle che ripeti perché sei fiaccamente in processione in attesa che giungano le luci del mattino. Una preghiera sentita, di quelle pronunciate a denti stretti, con le dita rosse e le nocche pallide. Una preghiera che si incrinò soltanto mentre la carne di Nefertiti lo avvolgeva, facendolo tremare di piacere. Riprese a muoversi, più forte, più intenso, voleva farla gemere, zittirla col piacere ma l'aveva addestrata bene e la cosa divenne maledettamente chiara mentre sembrava quasi volersi opporre a lui. Piangeva, ma non scoraggiò Thresh perché il professore sapeva che quelle non erano lacrime di rabbia o di frustrazione, men che meno disperazione. Quelle erano lacrime di gioia, perché voleva esattamente ciò che Thresh le stava dando. Con un affondo più deciso le fece sentire la cappella contro l'entrata dell'utero e prese a spingere gradualmente per poterla penetrare, lento ma inesorabile, mentre i loro corpi si schiacciavano uno contro l'alto. Le dita di Thresh la tenevano ancora col mento sollevato, e lui le respirava addosso impaziente, sentendo l'odore di quelle lacrime salmastre che le rigavano il viso. Forse rovinandolo, per alcuni. Ma per lui... quello era il tocco finale, un dettaglio da artista che non poteva avere né nome né forma. Quell'opera non apparteneva a lui, né a Nefertiti, era qualcosa che avevano creato assieme... e che avrebbero continuato a coltivare assieme.
    Pensi che siano false? Senza significato? Ascoltale di nuovo... ti amo...
    Lo pronunciò più velocemente stavolta, perché cedette come un bimbo impaziente alla tentazione di leccarle via dalla guancia quella grossa lacrima che le solcava il viso. Fu un gesto così possessivo e lussurioso che la ragazza avrebbe sentito chiaramente tutto il desiderio del suo maestro mentre finalmente penetrava la parte più profonda della sua carne e riprendeva a scoparla con vigore, senza riprendendo quella preghiera oscena che sembrava sempre più vera man mano che la pronunciava. Dare senso a quelle parole non era una provocazione, ma un obbiettivo. Non le pronunciava per ingannarla o per tenerla buona, le ripeteva fino allo sfinimento perché Nefertiti capisse che non aveva importanza quante volte le avrebbe pronunciate. Non avrebbero mai avuto il valore che in realtà Thresh voleva darle, neanche tra mille anni, neanche passando tutta la sua immortalità a pronunciarle senza mai smettere. Sapeva che Nefertiti poteva comprenderlo, dopotutto lei stessa gli aveva chiesto di restare tutta la notte con lei. Non sarebbe stato semplicemente il suo premio, né la banale valvola di sfogo per entrambi. Quel momento avrebbe ottenuto valore, sarebbe stato unico, come unico era il loro legame.
    Ma se vuoi zittirmi sul serio... puoi sempre baciarmi, mi adorata Nefertiti...
    Sospese la preghiera solo per mostrarle il suo volto: eccitato, intrigato, affascinato da lei, preso completamente. Non era sconvolto né melenso, era sempre il suo professore, il Thresh che aveva imparato a conoscere e che sarebbe stato sempre al suo fianco. Come guida... e come amante. Voleva il suo bacio, e se Nefertiti glielo avesse concesso si sarebbe bloccata in una danza con la sua lingua e le sue labbra vorticosa, impaziente, carica di desiderio, più emblematica e potente di qualsiasi "ti amo" pronunciata fino a quel momento. Nel mentre, i loro corpi avrebbero ripreso a unirsi con vigore, così forte da far tremare il letto, da far sbattere i muscoli possenti del ventre di Thresh contro le natiche morbide di Nefertiti, creando una fontana di umori e suoni perversi che li avrebbe portati a scopare ancora una volta senza freni. Forse si stavano limitando nell'uso delle loro capacità, ma per il momento Thresh non voleva impressionarla con piaceri fuori dalla sua percezione, voleva dirle esattamente cosa provava in modo che Nefertiti non avesse più dubbi su di lui.
  8. .
    CITAZIONE (Black_Flame @ 6/4/2024, 22:10) 
    Acquisti per Kaiden Black

    SP INIZIALI 620 SP RIMANENTI 15

    10+125+90+240+140= 605

    CITAZIONE
    • Primo stadio del potere
    Acquistando questa abilità sbloccherete il primo stadio del vostro potere speciale. Senza di essa il vostro potere resterà bloccato fino a che non l'acquisterete e non potrete fruire di nessuno dei suoi benefici in combattimento.
    Richiede: Livello 1
    Costo: 10 Soul Point

    • Tecniche di livello 1x5
    Per poter creare le tecniche di livello 1 avete bisogno del primo stadio del potere e di acquistare più di una volta questa abilità. Ogni volta che acquisterete questa abilità avrete diritto a creare una nuova tecnica da sottoporre al giudizio del master.
    NB: Dopo aver acquistato il numero massimo di tecniche per questo elemento, è possibile acquistarne ancora per poter cancellare una tecnica che non si reputa più utile e sostituirla con una dello stesso livello. Non sarà possibile farlo se la tecnica è la base di altre tecniche.
    Richiede: Livello 1
    Limite di acquisti: 5
    Costo: 25 Soul Point

    • Abilità fisiche al 2 (costo 10x9): GIGAS / MATCH / SHELL / JUMPER / SENSE / STRIKE / VISION / ENERGY / CHARGE

    • Abilità fisiche al 3 (Costo 30x8): GIGAS / MATCH / SHELL / SENSE / STRIKE / VISION / ENERGY / CHARGE

    • Arte Occulta: Essenza di Gaia
    Acquistando quest'anima si diventa eletti della Terra, guadagnando il diritto ad accedere all'Arte Occulta della Geomanzia. E' possibile camminare a piedi nudi sul terreno senza subire ferite. Non è possibile acquistare quest'Anima Fiera se si possiede uno di questi elementi: Fulmine. Non è possibile acquistare quest'Anima Fiera se si possiede già l'Arte Occulta "Ruggito del Fulmine". E' possibile acquistare un massimo di 2 Arti Occulte, ma la seconda sarà accessibile solo dal livello 2.
    Richiede: Livello 1
    Costo: 0 Soul Point

    • Arte Magica di livello 1x7
    Ogni volta che acquisterete questa abilità avrete diritto ad aggiungere un nuovo Ninjutsu o Rinjutsu compreso tra il numero 1 e il numero 10.
    Richiede: Livello 1
    Limite di acquisti: Nessuno
    Costo: 20 Soul Point

    • Tecniche dell'arte magica: Ninjutsu #2: Evocazione di munizione e di armi / Rinjutsu #1: Tekkai Parziale / Rinjutsu #2: Lampo Fumogeno / Geomanzia #1: Scheggia di pietra / Geomanzia #5: Scudo terrestre / Geomanzia #6: Scala di pietra / Geomanzia #8: Ariete

    SOLDI INIZIALI 4000 SOLDI RIMANENTI 500

    4000-1000-2500= 500

    CITAZIONE
    - Resistenza +
    Applicabile su qualsiasi arma. Solitamente non altera molto la forma o l'aspetto dell'arma, ma garantisce una resistenza leggermente superiore al normale rispetto a danni convenzionali o materiali.
    Costo: 1000
    Costo HF Credit: 50

    - Glifi protettivi benedetti
    Applicabile su qualsiasi tipo di arma, la abbellisce con glifi incantati che spesso pulsano di puro potere. Un'arma con questi glifi diventa più resistente ad attacchi energetici e a base di danni ad usura.
    Costo: 2500
    Costo HF Credit: 150

    Approvati
  9. .
    Ovvio che sarebbe stato falso, forzato, strappato, Nefertiti lo capì subito e non ci pensò due volte ad ammonire il suo professore che in tutta risposta si lasciò sfuggire una delle sue malefiche risatine compiaciute. Stavolta però, era distorta da lunghi e profondi sospiri di piacere, decisamente meno inquietante e convincente del solito, ma ugualmente appagata. Thresh si aspettava quel genere di risposte da lei, non poteva chiedere di meglio.
    Vero? Cosa c'è di vero? Come posso sapere se quello che provo è vero.. quando la mia mente e il mio cuore sono condizionati da quello che sto provando ora? Questa pelle... questa carne... questo odore... queste parole...
    Scandiva ogni sillaba sfregandosi lentamente su di lei, con la verga, con il corpo, con la voce, le spargeva il fiato bollente sul collo e le spalle come se potesse azzannarla o leccarla da un momento all'altro, facendola sentire più che desiderata. La sua verga tremava impaziente e non ci volle molto prima che Nefertiti cedesse al medesimo richiamo, costringendolo a stare fermo mentre si lasciava penetrare.
    Ah... ma certo. Proprio come questo piacere, una volta sola non basta... una volta sola sarebbe priva di senso. Allora lo dirò tante volte, più e più volte... tante parole prive di significato che assieme forse acquisteranno valore. Lo dirò ancora e ancora, fino a che non sarai soddisfatta... o avrà perso qualsiasi senso.
    Vigoroso, mentre pronunciava quelle parole, Thresh spinse con ogni grammo di forza che aveva in corpo verso di lei, penetrandola in maniera intensa, quasi violenta. Era troppo lubrificata e pronta per poterle fare male, ma l'unione si rivelò comunque intensa, tanto da far schioccare i loro corpi mentre il letto sotto di loro tremava. Thresh si spinse non solo col bacino ma con tutto il corpo in avanti, schiacciandola contro il materasso, l'unica cosa che Nefertiti sarebbe riuscita a sollevare erano la testa e il bacino per rendere più profonde le penetrazioni, per il resto il suo amante l'aveva coperta e soverchiata del tutto, come se volesse tenerla bloccata sotto di sé. E proprio mentre quella verga impaziente pulsava eccitata e vigorosa come non mai, una mano di Thresh scivolò sotto il mento della ragazza, tirandola verso di sé, accarezzandole il collo in modo da averlo a portata della lingua. E dopo una possessiva e lasciva lappata su quella pelle di cioccolata, il non morto le sussurrò all'orecchio la prima di una fiumana di parole appassionate.
    Ti amo...
    Scivolò fuori da lei, solo di qualche centimetro, quanto bastava per farle riprendere fiato. Poi spinse più forte di prima, deciso a placcare l'entrata del suo utero con quella cappella durissima. Le arrivò dentro come un pugno, mentre la voce del professore somigliò invece a una carezza.
    Ti amo...
    Più forte di prima, passionale, con un tono diverso, rapito. Lo disse ancora, accompagnando i suoi movimenti senza scandire nessun ritmo. Non era una macchina perfetta, non stava misurando niente, si stava semplicemente abbandonando alla passione, solo che invece dei versi animaleschi che si erano scambiati fino ad un momento prima, adesso stava parlando per dirle esattamente cosa desiderava comunicarle. La voce profonda di Thresh era oscura, perfino quelle parole così dolci sembravano oscure tra le labbra di un essere come lui, eppure erano talmente sincere ed intense che Nefertiti avrebbe colto chiaramente l'importanza di quel momento. Forse non era la prima volta che le pronunciava, ma era la prima volta in cui si sforzava di dare loro un vero significato. Per lei... solo per lei.
  10. .
    Difficile capire cosa fosse meglio in quel momento, se i suoni osceni provocati dai loro sessi, se il piacere scatenato dal loro comune orgasmo, se i versi strozzati di Nefertiti tra le labbra del suo professore. In realtà non c'era una risposta giusta, anche solo parlare di quei perversi sentimenti che li animavano non aveva senso perché faceva tutto parte di quella blasfema ricetta a base di egoismo, perversione e provocazioni che avevano realizzato gettandosi in un mare di pura lussuria. Solo loro due, proprio come voleva lei. E Thresh sentì il dovere di assecondarla i questo, anche più di quanto normalmente non le desse corda. vennero assieme, mentre si baciavano, lo fecero semplicemente masturbandosi e di sicuro per Nefertiti quella sarebbe stata una grande vittoria, una conquista unica tanto quanto la richiesta di passare la notte con lui, vista la fama e la resistenza che Thresh aveva maturato col tempo, diventando un amante insaziabile. Non che questo lo avesse appagato, ovviamente, ma comunque un risultato notevole. Assaporò il momento assieme a lei, baciandola avidamente mentre assecondando quei movimenti la carezzava sulle cosce e suoi fianchi. Le mani tremavano come se fossero impazienti di afferrarla e possederla violentemente, un desiderio trattenuto appena. Quando finalmente l'orgasmo si esaurì, le loro bocche si separarono e una lunga riga di saliva densissima vibrò nel vento scossa dai loro gemiti eccitati. Thresh, nonostante fosse venuto solo un momento prima e così abbondantemente, non diede neanche un cenno di essere stanco o sazio, tanto che la sua verga riprese a pulsare sulla carne della sua diletta. Non le rispose stavolta, non sentì il bisogno di provocarla ancora, era più che soddisfatto da quella risposta e voleva farglielo capire. Così senza darle il tempo di far circolare ossigeno al cervello, prese l'iniziativa. La tirò a sé in modo da poterla manipolare, il corpo possente del non morto stava esercitando tutta la sua forza, non si controllava minimamente e Nefertiti poté sentirsi fragile e minuta sotto la spinta di quelle mani. Si ritrovò sdraiata sul letto, pancia in sotto, con la schiena rivolta verso il petto di Thresh che aveva sostanzialmente ribaltato la situazione. Il non morto piantò la sua verga tra le morbide natiche di Nefertiti, riprendendo l'oscena danza di poco prima facendo in modo che stavolta fossero i suoi grossi e turgidissimi testicoli ad abbattersi sull'intimità della ragazza, non più semplicemente la sua asta di carne. Mentre se ne stava sopra di lei, non cercò distanze: lo spazio tra i loro corpi restò infimo mentre con un abile movimento della mano usava la catena attaccata al suo collare per legare la gola di Nefertiti, stavolta nessuna stretta da perverso gioco di soffocamento, solo un modo per costringere entrambi a stare quanto più vicini possibile. Da quella posizione sembrava pronto a scoparla da dietro in qualsiasi momento, ed aveva tutta l'intenzione di farlo, non prima però di aver giocato ancora un pò alle provocazioni, mentre con entusiasmo usava una di quelle grosse mani per raccogliere tutta al carne del seno sinistro di Nefertiti, massaggiandola e torturandole il capezzolo con forza, torcendo il piercing così che qualche stilla di sangue le scivolasse sulla pelle bruna.
    Allora ti tratterò come se fossi solo tuo... ti darò ogni cosa che mi chiederai... e ti sfiderò ogni volta che vorrò, consapevole che saprai superare ogni mia aspettativa...
    L'altra mano, nel mentre, afferrò la base del suo turgido affare, talmente grosso e duro in quel momento che sembrava quasi stesse torturando Nefertiti con una vera e propria arma sulla sua pelle, che scivolava dalla base della schiena al centro delle natiche, per poi infrangersi tra le grandi labbra e il buchino posteriore oramai completamente inzuppati di seme e umori. Le labbra perverse e vogliose del non morto si avvicinarono di nuovo alle orecchie di Nefertiti, tornando a pronunciare quelle parole con un tono profondo e malefico.
    Vuoi sentirtelo dire? Vuoi che pronunci quelle parole per te? Vuoi fremere come una delle poche... no anzi, come la prima dopo tanto tempo che mi fa pronunciare qualcosa di così vero per me...?
    La provocava, domandandole se volesse sentirsi dire "ti amo" in maniera vera e sincera, mentre quel cazzo impaziente grondava di umori maschili, reduce da un orgasmo abbondante e ancora carico di seme, dedito ad una lussuriosa conta per decidere quale pertugio conquistare per primo, magari aspettandosi proprio che fosse lei a prendersi quello che aveva tanto disperatamente chiesto al suo maestro.
  11. .
    Approvata.
  12. .
    Se non fosse stato per la sua ingenuità e l'inesperienza, Nefertiti sarebbe stata capace di rispondere colpo su colpo, stoccata dopo stoccata a tutte le affilate nefandezze e parole di Thresh, dandogli esattamente quel perverso confronto che Thresh cercava con i suoi studenti, ma risultava fin troppo facile metterla all'angolo non solo con il corpo ma anche con la mente. La sua dolce Nefertiti aveva ancora molto da imparare ma adorava vederla crescere in quel senso. D'altro canto però, quei momenti di imbarazzo che uscivano fuori quando la corazza di malizia e prepotenza veniva incrinata, erano preziosi quanto il più dolce degli orgasmi di Nefertiti, e altrettanto piacevoli. Sentì il suo corpo contorcersi mentre le carni femminili si indurivano, pulsando, forse impazienti di provare piacere, forse vogliosi di zittirlo una volta per tutte. In un certo senso ci riuscì, perché la risatina del non morto si ammorbidì in un gemito di piacere decisamente profondo e incontrollato mentre sentiva la clitoride della sua diletta pungerlo con tanto insistentemente. Gli disse di mettere fine a quel discorso, ma con che coraggio poteva rinunciare a quell'espressione arrossita? Dopotutto, sulla sua pelle d'ebano, quel rossore era ancora più bello.
    Oh, e perché mai? Ti senti in colpa? Non dovresti... non è una gara mia cara, non sto di certo cercando di portarti via da lui... o forse senti di averlo tradito? Unirci nella carne è normale quanto banchettare insieme per noi lanterne, non sarai mica ancora legata a concetti così vetusti? No... ovvio che no...
    Usò un tono di voce molto basso, e parlò lentamente, scandendo ogni singola sillaba in modo che l'attenzione di Nefertiti fosse tutta per lui. Adorava giocare in quel modo e anche se non stavano scopando direttamente, quella stimolazione era meravigliosa. Voleva continuare a masturbarsi con lei, condividere quel momento senza spingersi oltre, magari anche venire assieme, non tanto perché i loro corpi si erano uniti, ma perché stavano scambiando tra di loro qualcosa di molto più profondo, intimo e osceno. Nefertiti poteva sentire quella verga pulsare distintamente ogni volta che si sfregavano più forte, come quando il professore si avvicinava ad un orgasmo. Glielo stava praticamente chiedendo, per questo se fosse stato necessario aumentare il ritmo per raggiungere quell'obbiettivo, Thresh l'avrebbe assecondata immediatamente, aggiungendo ai movimenti anche lunghi sospiri di eccitata passione.
    Ti senti in colpa per quello che mi hai chiesto... perché hai deciso di passare la notte con me, e non con lui. Non è così? Fino ad ora erano state solo sveltine, sentimenti confusi per il tuo maestro, magari una valvola di sfogo con l'uomo che ti ha aiutata... ma questo. Questo non è niente del genere. Questa è stata una richiesta egoista, puramente tua, solo per te... e hai deciso di avermi solo per te, per una notte intera. Qualcosa che non hai mai chiesto a nessuno... e che non avresti chiesto a nessuno che non fossi io. E te ne rendi conto solo ora... sei deliziosa.
    Mentre si masturbava assieme a lei, Nefertiti lo vide chiaramente leccarsi le labbra, ma non lo fece in maniera rapida e vistosa come quando cercava di inquietare e spaventare gli altri. Fu un gesto quasi spontaneo, naturale, probabilmente lui stesso neanche se ne rese conto. Era abbagliato dal desiderio possessivo di Nefertiti e se ne sentì avido da morire. Nei suoi occhi si poteva leggere distintamente la voglia di sentirne ancora, di evocare altri desideri e pensieri egoisti dentro di lei, ma doveva trattenersi perché... anche lui aveva dei limiti, da un certo punto di vista. Si avvicinò rapidamente, ma non di scatto, al suo volto. Sembrava volesse darle un bacio ma in realtà si avvicinò al suo orecchio, parlando così piano che somigliò più ad un fischio che ad una frase. No... forse non era un fischio. Forse è il suono che il metallo affilato fa quando lacera la carne. Un suono terrificante e doloroso, ma maledettamente eccitante. Nessuno poteva sentirli in quel posto, ma Thresh lo sussurrò comunque perché doveva appartenere unicamente a loro. Neanche le pareti dovevano sentirlo.
    Non avere paura... sarà il nostro segreto.
    A quel punto aprì la bocca, lentamente, allungando la lingua verso di lei. Voleva un bacio, e che fosse il più osceno e passionale possibile, perché doveva portarli entrambi al loro segreto e oscuro orgasmo. Thresh non avrebbe eseguito moine o trucchi mostruosi, niente di speciale, si sarebbe semplicemente sfregato con lei fino alla fine, fino a che non avrebbero raggiunto assieme l'apice, schizzando quel densissimo seme bollente sul ventre della sua diletta, come la saliva che resta tra le labbra di due amanti al termine di un bacio goloso. Un orgasmo tiepido, tutt'altro che esagerato, ma puro, possente, accompagnato ad ogni spinta da un respiro più intenso dell'altro.
  13. .
    Iceringer distolse lo sguardo passandosi una mano dietro la nuca mentre Nariko lo rimproverava, era in imbarazzo perché quel braccio monco probabilmente faceva più male a lei che a sé stesso e non poteva biasimarla.
    Dai, sono sicuro che c'è un modo per sistemarlo...
    O almeno così sperava, ma non volle insistere oltre, non era sua intenzione togliere il focus da Endymion. Il piccoletto non disprezzava di certo tutte le attenzioni che stava ricevendo, anzi tutto l'opposto: sembrava chiaramente qualcuno che era stato privato delle sue abitudini, della sua sicurezza e della sua felicità, e adesso gradualmente si stava convincendo che le aveva ritrovate e poteva tirare un respiro di sollievo. Anche quando Syndra si unì all'abbraccio esitò solo per un momento, ma ricambiò immediatamente quel gesto, sorridendole mentre si accoccolava sul suo petto in maniera del tutto naturale. Per lui Syndra era una specie di seconda madre, più di una comune zietta, per cui si lasciò andare con lei in maniera del tutto naturale, forse troppo, tanto che col senno di poi si sarebbe chiesto se forse si era concesso troppe libertà a schiacciarsi contro il suo morbido petto, ma oramai era tardi per scusarsi. Non si aspettò però di venir messo sotto la lente d'ingrandimento, tanto che i suoi occhioni si spalancarono perplessi quando Syndra lo afferrò per le guance, iniziando a studiarlo. Non gli dispiacevano quelle effusioni, sembrava uno di quei gatti troppo abituati ai suoi padroni per lamentarsi o fare lo scontroso, quindi si lasciava strapazzare senza problemi, tuttavia non riusciva a capire come mai Syndra fosse così sorpresa e curiosa. Per lui era normale essere... "Lui". Quindi non riusciva a immaginare che nella mente della sua seconda mamma si stesse formando un pensiero tanto articolato quanto vero. Aveva ragione: Endymion non apparteneva a nulla che fosse già esistito prima di allora, non era mezzosangue tra Lumen e Umbra come Nariko, né mezza Lanterna come Syndra, o contaminato in qualche modo come era successo con Lotor o Nefertiti. Endymion aveva il sangue puro di una casa nobile misto a quello oscuro e potente di una strega del caos, Gil era esatto sfortunato alla roulette genetica ma portava comunque i geni e il sangue della famiglia più potente di Londra. Ovviamente il ragazzino non aveva la minima idea di avere un simile potenziale dentro di sé. E altrettanto ovviamente Iceringer non aveva la minima idea di cosa stesse succedendo con quegli sguardi sorpresi: essendo digiuno tanto di magia quanto di genetica elementare, per lui Endymion era solo un ragazzino cazzuto con un'abbronzatura da paura.
    Quella comunque non si rigenera, è una bruciatura magica.
    Commentò all'improvviso il ragazzino, indicando il braccio monco di Iceringer, cogliendolo di sorpresa.
    La rigenerazione del corpo accelerata è una conseguenza della memoria spirituale. La carne, il sangue e le ossa recuperano il corpo in base a ciò che l'anima, l'energia e lo spirito "ricordano". Se però anche queste ultime vengono mutilate, il corpo non si rigenera più allo stesso modo, è come se ti avessero tolto l'anima da quel braccio, non puoi più rigenerarlo normalmente...
    Quando Endymion concluse la spiegazione, si rese conto dell'espressione preoccupata di Iceringer e di aver utilizzato un tono fin troppo serio per quella spiegazione, quindi abbassò lo sguardo con aria imbarazzata, cercando di giustificarsi.
    M-me lo ha detto Lotor, ne stavamo parlando poco prima che entraste...
    Detto questo si ammutolì, forse aveva detto troppo. Iceringer si ritrovò con lo sguardo vagamente perso. Era difficile interpretarlo in quel momento ma non sembrava spaventato. Piuttosto dava l'idea di aver compreso qualcosa di importante: non tutto si può aggiustare. Quel braccio mancante sarebbe stato un importante memento, da quel momento in avanti.
  14. .
    La risposta di Nefertiti divertì il non morto, e in senso molto positivo dato che riuscì a distrarlo dal sapore delle sue labbra, strappandogli una risatina compiaciuta proprio mentre si stava gustando il sapore della saliva della sua allieva con tanto diletto, leccandosi avidamente la bocca con gesti lentissimi di quella lungo muscolo pallido. Le replicò come al solito col suo fare ispirato e deciso, ma stavolta non utilizzò quel tono da paternale che spesso serbava per i suoi studenti. Non le stava facendo una lezioncina, piuttosto voleva condividere con lei la sua filosofia.
    Perché, pensi che a me piaccia giocare alla sonda aliena con i tuoi cristalli curiosi? No... a me piacciono le ragazze, mi piacciono i corpi morbidi che si sciolgono sotto il mio tocco, mi piace sentire le vostre viscere intorno al mio cazzo che non riuscite più a trattenerlo neanche serrando ogni muscolo dello stomaco... mi piace vedere il volto contorto dal piacere, perso nella passione, nella lussuria... ma non è così che funziona una sfida mia cara.
    Forse Nefertiti lo aveva sempre visto come un pazzo maniaco che non disdegnava nulla, che non gli faceva schifo niente e che avrebbe assaporato ogni genere di pratica con entusiasmo perché banalmente qualcosa nel suo cervello si era rotta o non funzionava più, ma questa era una semplificazione a dir poco sconcertante e tutt'altro che la verità. Thresh non abusava degli uomini per una latente pansessualità, non apriva le pance delle persone perché aveva un fetish morboso nei confronti delle interiora e delle fasce di muscoli usate come preservativi, non ingravidava le donne per puro piacere nel vederle con il pancione saturo tutto per merito di chissà quale virilità tossica e imperativa. No, la sua mentalità non era niente di così semplice. Si trattava del suo personalissimo modo di combattere gli altri, un confronto faccia a faccia senza esclusione di colpi, dove non era la mania e la follia a guidarlo ma la curiosità e l'incoscienza. Cose molto diverse, dal suo punto di vista.
    Se fosse solo una questione di ciò che voglio io, passerei il tempo a sfregarmi il cazzo tra le dita... ma noi siamo combattenti, non ci basta il monologo. Quello che vogliamo è un passo a due, a tre, un coro intero di contrapposizioni. Ciò che ci piace non è la mano stretta intorno al collo... ma la sensazione che ci dà lo sguardo della persona che abbiamo davanti mentre preme con forza. Non è perché vuoi sentirti umiliata che ti fai strozzare da me... è perché vuoi testare i tuoi limiti, vuoi vedere nella mia faccia la scintilla possessiva di chi ci gode a tenerti in quello stato... e vuoi che la tua rivincita abbia un sapore dolcissimo, che non avrebbe senso senza quel segno delle dita intorno alla gola.
    Mentre condivideva con lei quei pensieri, non solo la sua verga pulsava e si sfregava contro quelle carni più forte, segno che anche lui si stava godendo quel contatto anche senza penetrazione, come se stessero condividendo una masturbazione nello stesso momento, senza bisogno di esagerare o spingersi oltre, godendosi l'intimità in maniera perversa. Inoltre, i suoi occhi brillavano di un bagliore tetro unico, che Nefertiti non aveva mai visto prima. Evidentemente per lui non era possibile aprirsi in quel modo con tutti, anzi sicuramente Nefertiti era una delle pochissime persone che lo aveva sentito mentre condivideva in quel modo i suoi pensieri, la sua filosofia, e non lo faceva per giustificarsi né per impartire una banalissima lezione. Era come se le stesse donando una parte di sé, e sperava che Nefertiti ne avrebbe fatto tesoro, comprendendo meglio cosa significava per Thresh essere una potente Lanterna. Per evitare che il discorso diventasse troppo serio o filosofico, però, Thresh tornò a fissarla con un ghignetto malefico sul volto, e con fare dispettoso mosse il bacino in modo che la sua cappella si incastrasse tra le natiche di Nefertiti, come se dovesse penetrarla all'improvviso e senza la giusta preparazione, ma facendola scivolare via di scatto senza darle soddisfazione. Voleva provocarla. Dopotutto dovevano passare la notte assieme, e non significava che dovevano farlo solo scopando... o almeno, non nel senso stretto del termine. Adorava giocare con lei.
    Ma secondo me sai benissimo di cosa sto parlando... ti piace trasformare i ragazzi nelle tue troiette, non è così? Scommetto che non vedi l'ora di scoparti il culo di Artù come hai fatto con me... dici che non sei una pervertita, ma sono sicuro che inizieresti a sbavare nel vedere Artù che ti danza addosso supplicandogli di dargliene ancora, con quel petto muscoloso all'infuori e i capezzoli dritti come spilli, eccitati perché la sua padrona lo sta facendo godere come un pulcino...
    Scandì le parole molto lentamente, con voce profonda, assicurandosi che ogni singola sillaba riuscisse ad evocare quelle immagini oscene nella mente di Nefertiti. C'era comunque sangue di Umbra nelle sue vene, e anche se Nefertiti non lo aveva conosciuto a fondo Thresh sapeva che se lo stuzzicava allora qualcosa di perverso poteva uscire eccome.
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    Nefertiti non gli diede l'idea di aver capito esattamente cosa Thresh le aveva concesso, ma neanche lo aveva disprezzato. Il non morto doveva rassegnarsi al fatto che aveva ancora a che fare con un'adolescente ma confidava che, col tempo, la sua diletta avrebbe imparato ad apprezzare quei gesti enigmatici che il suo maestro le donava sporadicamente. Le sorrise, complice, appena si mise in posizioni più comode per permettere ai loro sessi di incrociarsi meglio, sfregandosi mentre i corpi si avvicinavano sempre di più, togliendosi dalla testa promesse e patti per tornare a quello che volevano entrambi fin dall'inizio.
    Che richiesta irragionevole... sai quanto amo il dramma.
    Replicò dispettoso, prima di avvicinarsi alle labbra di Nefertiti per poterle baciare di nuovo. Le punte intorno al suo collo erano così lunghe e irte che sfioravano la pelle bruna della ragazza ad ogni tentativo di approccio. Molti le avrebbero considerate un disturbo ma quello non era di certo un rapporto normale. Per assecondare le voglie di Nefertiti e farle capire che non doveva fare altro se non disporre di lui, iniziò a muovere il bacino molto più forte e velocemente rispetto a prima, così che quelle escrescenze carnose arrivarono quasi a grattare sull'intimità della ragazza. Con i movimenti profondi e ampi del bacino, poi, Nefertiti avrebbe sentito anche i grossi e duri testicoli del suo maestro, quasi come se stessero già scopando in maniera selvaggia, che si abbattevano sulle sue carni impazienti, neanche fossero il crudele mazzafrusto di uno spietato cavaliere sanguinario. Se poi quei gesti fisici e diretti non le bastavano, avrebbe distillato la passione del non morto direttamente dalla sua bocca: la lingua di quel non morto era davvero impaziente, una vipera predatrice che cercava in ogni modo di strapparle quanti più mugugni possibile. Col capo si spingeva verso di lei, e con le mani ancorate ai glutei della ragazza le avrebbe impedito di farsi troppo indietro, sarebbe stato come farsi divorare ancora e ancora, mentre quelle labbra si scioglievano come se volessero diventare una cosa sola. Il contatto con le natiche di Nefertiti non fu pacato né modesto, iniziò subito con uno schiaffo vigoroso di entrambe le mani, contemporaneamente, e le dita avrebbero iniziato a stringerle le carni come se fosse la morbida massa del pane migliore del mondo. Se non fosse stata allenata a dovere, quelle grosse falangi avrebbero sicuramente fatto a pezzi quella deliziosa carne, limitandosi in questo caso a lasciarle solo qualche vistoso segno dato che avevano ancora una forma alterata dai poteri di Thresh, presentandosi artigliate. Quel bacio colmo di lussuria però non sarebbe durato in eterno, perché non aveva la minima intenzione di spegnersi ad un mero approccio fisico. Si sarebbero confrontati finché la mente della ragazza avrebbe tenuto.
    Ma devo ammettere che la tua richiesta mi ha sorpreso... sapevo che eri una piccola masochista, ma vederti sbavare in quel modo mentre ti strozzavo e ti tenevo per la gola con la cinta... sei proprio una piccola pervertita. E' questo che ti ha fatto avanzare una richiesta tanto ardita? Vuoi farti prendere di nuovo...? Magari stavolta per i capelli...
    Nefertiti fino ad ora si era confrontata unicamente con l'amante, con la guida e al massimo con la figura affettiva che quell'uomo poteva conferirle. Quindi forse non immaginava che Thresh potesse diventare anche un rivale, per certi versi, e spronarla a tirare fuori quei lati di sé stessa che ancora non aveva esplorato. Nonostante il suo tono non fosse umiliante né accusatorio, era ovvio che la voleva punzecchiare.
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