Naruto GDR - La via del ninja

Posts written by ¬Dan

  1. .
    ehilà
  2. .
    up ShaneH
  3. .
    ~Imprevisti

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    Ahahah... gliel'ha suonate di brutto al tuo golem eh! Ogni promessa è debito, quindi ora tocca a te e vedi di impegnarti, che quel Genin rischia di suonartele anche a te!

    La risata di scherno del compagno Raido fece da epilogo alla breve ma gloriosa vita del Golem di terra: dopo aver steso con un poderoso gancio mancino il Suniano e averlo afferrato per i piedi pronto a scagliarlo in cielo, lancio fermato da una morsa di sabbia sotto forma di bozzolo e di cani/leoni che avvinghiatisi intorno al polso roccioso come tiranti d'acciaio piantati nel terreno, ancore metalliche capaci di bloccare il titano nato dalle fauci del Chuunin e messo in campo come contendente del Genin. Lo sciame di granelli dorati, quasi come fossero un esercito d'insetti ben addestrati, continuarono ad accumularsi intorno al polso dell'arto superiore sinistro aumentando di spessore e contestualmente incrementando la pressione esercitata sulla solida roccia che, se apparentemente pareva essere impenetrabile e indifferente a quella stretta, lentamente e gradualmente cominciò a incrinarsi in molteplici fratture e spaccature che ramificandosi e approfondendosi sino a raggiungere gli analoghi sull'altro fronte, lasciando cadere grossi detriti rocciosi frammisto a pulviscolo terroso. Muscoli, tendini, ossa: uno a uno come in una dissezione anatomica grossolana e condotta da un medico inesperto e alle prime armi, blocchi scuri emergevano dalla coltre sabbiosa che stanca dopo lo sforzo appena compiuto, aveva perso la propria tenacia cominciando a scivolare verso terra, scadendo il tempo come in una clessidra incapace di determinare lo scorrere del tempo bensì sensibile alla vita del golem che fuggiva e si esauriva. Grossi tonfi scandivano il tempo di quell'elegante fruscio: persa la presa sui piedi di Yuichiro, dapprima il braccio sinistro, poi la gamba destra esplosero in centinaia di frammenti facendo cadere in terra il Golem, impatto che sollevò la nube di polvere poco prima utilizzata; quindi privo di vita, i vari componenti rocciosi che lo tenevamo magicamente insieme si disattivarono, tramutando il glorioso e minuziosamente dettagliato soldato in pietre disomogenee, nuovo pezzo di arredamento di quel campo d'addestramento che almeno fino a quel momento non aveva subito grossi danni dallo scontro tra i due.

    Che seccatura... Dovrei farti i miei complimenti, visto che hai distrutto il mio Golem., e visto che ogni promessa è debito, ora mi toccherà scendere in campo...

    Genma...

    Lo so, Aoba. Non ci metterò molto...

    Il compagno, in veste di caposquadra, non era mai stato uno loquace o dalla parlantina asfissiante ma un ermetico capace però di esprimere tutto il proprio pensiero in poche, pochissime parole: decifrare quei messaggi criptici era qualcosa di impossibile se non per i suoi compagni di squadra, oramai abituati a quello stile e capaci di interpretare tutta una serie di segnali non propriamente verbali come sguardo, postura, intonazione di voce e calandoli nel contesto in cui si trovavano, riuscire a capire il messaggio nascosto. Essendo a Konoha, in missione, attirare troppo l'attenzione in combattimento/allenamento tra stranieri non era la cosa più saggia da fare, inotlre era passato già del tempo dal loro arrivo e dal momenti in cui si erano congedati dal convoglio e sebbene fosse improbabile che tutto fosse già pronto, era loro dovere controllare l'avanzamento dei lavori e la qualità dello stesso. Il Chuunin, ancora a petto nudo nel perseguire il suo personalissimo compito di abbronzarsi, si alzò e si avvicinò di qualche passo entrando di fatto nell'arena da cui aveva tentato di fuggire.

    Dovrai scusarmi, ma non ho molto tempo. Il capo ha parlato...

    Detto questo, avrebbe mosso rapidamente e con precisione le proprie mani a formare le cinque "parole" dell'incantesimo che gli avrebbero permesso di evocare una palla di fuoco enorme e apocalittica da sopra le loro teste e diretta contro l'avversario tentando per lo più di spaventarlo e di coglierlo in fallo, confondendolo sulla natura di quell'attacco illusorio ma che, per i meno esperti, poteva sembrare un'arte magica di altissimo livello, tecnica che paradossalmente il Chuunin avrebbe potuto conoscere e utilizzare - anche se sarebbe stato altamente fuori luogo - ma non quell'aplomb e con quella naturalezza. Non attendendo di vedere se e come avrebbe reagito l'avversario, il Chuunin avrebbe questa volta impastato del Chakra per creare effettivamente delle sfere di fuoco di più piccole dimensioni, cinque proiettili che avrebbe scagliato in sequenza con una disposizione a raggiera e convergenti verso l'obiettivo che, ancora una volta, sperava fosse capace di difendersi, almeno in parte visto che aveva comunque dimostrato una certa abilità nel Ninjustu e nella manipolazione della sabbia. Resistendo alla tentazione di utilizzare le proprie armi sia nascoste nei dardi infuocati, come era solito fare, che tramite un loro utilizzo più classico, Genma avrebbe optato per sfruttare i resti del fedele alleato caduto in battaglia collegando i propri polpastrelli a frammenti rocciosi di piccole dimensioni e scagliandoli come una pioggia - una versione estremamente depotenziata della tecnica delle pietre volanti - contro il malcapitato.

    La prossima volta avremo uno scontro più serio... fino ad allora, stammi bene, continua ad allenarti e prova a non dare fastidio, la prossima volta...


    Riassunto Azioni


    Azioni
    • Illusione Demoniaca: Tecnica della Discesa Infernale (Magen: Jigoku Gouka no Jutsu)
    • Tecnica della Mitica Fenice di Fuoco (Housenka no Jutsu) (5 dardi)
    • Tecnica della Manipolazione delle Lame (Soshujin) (su 15 sassi dimensioni Minuscolo)

    parametri
    Resistenza: 400
    Stamina: 517-10-5-30= 472

    Maestrie e Abilità
    • Concentrazione del Chakra
    • Concentrazione Superiore del Chakra
    • Disperdi (Kai)
    • Carica di Chakra
    • Esplosione di Chakra
    • I Livello: Apprendista del Fuoco

    equipaggiamento
    # 1 Spiedo
    # 1 Spiedo
    # 5 Shuriken
    # 5 Kunai

    # Ricetrasmittente v.4000 (Seras)
    # Kobashot (70m filo metallico)
    # Maschera Respiratoria

    Consumabili
    # 20m Filo Metallico
    # 1 Tonico coagulante

    Conoscenze
    • Militaristiche strategiche Liv II
    • Tecniche e del chakra Liv III
    • Orientative e Geografiche Liv I

    note
    Tenshi, so che te non ti saresti arreso, ma voglio finire lo scontro. Ho troppi eventi, faccio un sacco di ritardo!
  4. .
    ~Quando il gatto non c'è...

    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Altri

    Il briefing tra i Genin si era concluso, Shun era stato eletto capitano della squadra e braccio destro di Irene e una volta stabilito il piano d'azione e la formazione con cui procedere in quel luogo impervio verso la destinazione designata per lo svolgimento del loro incarico, il Foglioso si avvicinò a Irene per confrontarsi con lei sul da farsi. I due erano a distanza dalla giovane recluta, nonostante la sua posizione avanzata, dunque non riuscì a sentire nulla della breve conversazione, visto che la Chuunin lo liquidò in pochi minuti, dando l'impressione che tutto ciò che avevano fatto fosse inutile e insensato, un piccolo gioco ideato per passare il tempo durante il viaggio e per ammazzare la noia. Forse questo sarebbe apparso più o meno evidente ai compagni di squadra di Akame, la cui ingenuità la lasciò indifferente a quelle dinamiche di potere: i suoi occhi e la sua attenzione erano interamente catturati dalla sabbia, dalla scarsa e peculiare vegetazione desertica e dalle carovane di merci trainate da animali che non aveva mai visto, bestie pelose e mastodontiche, dal muso allungato e dai denti massicci capaci di spezzare qualsiasi cosa vi ci capitasse a tiro.

    Shun, questa armatura è fantastica! Non mi sembra nemmeno di averla addosso? Come ci riesci?

    Akame si rivolse al caposquadra che camminava dietro di lei, in quella formazione che aveva ideato in quattro e quattr'otto; non aveva ancora osato parlare al tizio della Sabbia avanti a lei, uomo che dopo aver perso l'elezioni era stato assegnato all'avanguardia del piccolo plotone in modo da sfruttare tutte le proprie capacità sensoriali legate visceralmente ai quei granelli dorati. Non aveva paura di lui, però c'era qualcosa in lui che la intimoriva: era forse il suo modo di fare? La sua voce o il suo aspetto in generale? Non riusciva a decifrare quella figura criptica ed ermetica, rinchiusa nel suo silenzio eremitico, eppure c'era qualcosa in lui che sembrava trasudare cattiveria. O almeno questa era l'impressione che si era fatta in quel breve frangente e probabilmente si era completamente sbagliata. D'altronde l'esperienza non era dalla sua parte. Raccolse tutto il suo "coraggio" e in nome dello spirito di squadra, cercò di intavolare un dialogo anche con l'avanguardia.

    Ehm... Tutto bene, con la sorveglianza?

    [...]

    Il pernottamento del gruppo non fu degno di nota e alle prime luci dell'alba il plotone riprese la sua marcia: Akame si stringeva nei suoi vestiti strofinandosi le braccia in cerca di calore, visto il rapido declino della temperatura, una brusca escursione termica non solo spiegato dalle peculiari proprietà meteorologiche dell'ambiente desertico, ma anche dal progressivo ma brutale cambiamento ambientale da sabbioso a roccioso e montuoso. Con l'avanzare del tempo e dei chilometri percorsi dalle loro instancabili gambe, Akame non potè notare il cambiamento del paesaggio intorno a lei e il progressivo aumentare della pendenza del sentiero con il conseguente innalzamento della quota: come una coperta corta e logora, il manto dorato e regale che dominava il deserto si faceva sempre più rado e inconsistente, lasciando ampie zone scoperte svelando la dura roccia sul fondo; una timida vegetazione costituita per lo più da arbusti di cui ignorava il nome cominciava a fare capolino da quei fazzoletti di terra che avevano riacquisito la loro libertà, adornando il sentiero in salita e adattandosi al freddo crescente e pungente che caratterizzava quel paesaggio di montagna. Ancora più in alto, cumuli biancastri costeggiavano la via a intervalli regolari, cumuli di neve che evidentemente l'uomo aveva spalato e tolto da quell'arteria in modo da garantire il transito e che in quel momento avevano attirato tutta l'attenzione e la curiosità della fanciulla che si obbligò a restare in posizione e a non rompere la formazione sebbene la sua mente e il suo spirito avrebbero voluto condurla da quelle attrazioni per studiarle con cura.

    Passiamo alla formazione aperta.

    Col Villaggio all'orizzonte e con il manto nevoso che aveva praticamente sostituito quello di sabbia del giorno precedente associata a un'inversione drastica della temperatura, il caposquadra ordinò ai suoi "sottoposti" di cambiare lo schema di marcia, non interessando particolarmente la Genin che non dovette fare grossi cambiamenti e che vide piuttosto la retrovia avanzare alla sua destra in modo da chiudere quella sorta di poligono irregolare. L'entrata nel villaggio non fu trionfale, entusiasmante né quanto meno apprezzato: tranne qualche giovane curioso, la maggior parte degli abitanti del borgo si allontanò dalla via principale che i militari stavano camminando, donne e madri strattonavano i propri figli più piccoli estasiati dalla vista dei loro "eroi" o riaccompagnavano i genitori anziani nelle case, chiudendo le porte e sbarrando le finestre, osservandoli guardinghi dai piccoli spiragli delle persiane in metallo o legno.

    Perché hanno paura di noi?

    La domanda non trovò una vera e propria risposta che comunque non venne data dai propri compagni di squadra o da Irene bensì da un giovane uomo forse sulla ventina, vestito di una tuta gialla da cui si intravedeva una muscolatura ben sviluppata che poco aveva da invidiare a uno Shinobi ben addestrato: questi si presentò come Tatsumi, figlio del precedente capo villaggio morto vittima di uno di quegli incidenti per cui si erano affidati a loro. L'aspetto più sinistro della questione era però che oltre a quella dell'anziano, erano morte altre persone a seguito di quegli incidenti e quello era un aspetto di cui non erano a conoscenza. Trasferitisi nella casa del facente funzione di capo villaggio, la conversazione si fece fitta e gli interlocutori maggiormente coinvolti nella stessa non erano altro che il locale, Shun e Sanji i quali condussero quell"interrogatorio" al fine di carpire tutte le informazioni possibili in modo da avere un quadro completo di quel mistero che avrebbero dovuto svelare. Quanto più Shun incalzava con la propria indagine, tanto più Akame si sentiva un pesce fuor d'acqua: le domande erano più che pertinenti ma lei non ne aveva pensata nemmeno una, non aveva nulla di quello spirito critico e capacità analitiche di base che si richiedevano anche al meno brillante degli studenti, per poterlo promuovere al rango di Genin. Un tetro velo calò sulla testa della ragazza, costringendola ad abbassare il capo e a incrociare con il proprio sguardo la placca metallica con la famosa nota finemente incisa, simbolo del proprio Villaggio e del proprio rango: mentre ascoltava le risposte del proprietario di casa, si interrogò sui propri meriti e pregi, non spiegandosi secondo quale motivo i suoi maestri avessero deciso di promuoverla nonostante il minor tempo speso in Accademia, debito importante che evidentemente non aveva ancora risanato. Che si riducesse tutto alle sue capacità fisiche e combattive? Eppure non era la miglior in tal senso né un prodigio in assoluto, i molteplici allenamenti condotti in team e al di fuori dello stesso le avevano fatto capire quanto la sua innata propensione al Taijustu fosse ancora grezza e da affinare, per non parlare delle arti magiche di cui padroneggiava i soli rudimenti. Il suo flusso di coscienza fu interrotto dall'epilogo della conversazione e dalla decisione comune, alla quale partecipò solamente annuendo, di andare a indagare la scena del crimine, il magazzino all'interno del Villaggio più volte saccheggiato. Accodatasi alla processione in uscita dall'abitazione, ancora pensierosa e colma di dubbi, la giovane cercava con difficoltà la determinazione necessaria a scacciare quell'aura di insicurezza e a distinguersi anche lei come Shinobi, apportando il proprio valore e talento al servizio del Team.


    Riassunto Azioni


    Azioni




    parametri
    Resistenza: 200
    Stamina: 100

    Maestrie e Abilità
    • Concentrazione del Chakra

    equipaggiamento
    # 4 Shuriken
    # 2 Kunai

    Consumabili


    Conoscenze
    • Naturalistiche Liv I

    note
  5. .
    Benvenuto
  6. .
    ~Imprevisti

    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Altri

    Con una smorfia di dolore e gli occhi socchiusi, non intenzionati a testimoniare gli errori da lui commessi, Genma non poté constatare l'assoluta superiorità del Golem nei confronti del "giovane" Genin, interrogandosi dunque se scegliere di farlo allenare con quel fantoccio di terra e pietra fosse stata l'idea più giusta: nel condurre il suo attacco aveva domandato al suo scudiero di avere la mano più leggera, invero sfruttando una minor quantità di Chakra rispetto al solito che necessariamente aveva reso il costrutto meno agile, veloce e forte.
    Eppure l'handicap autoimposto non fu sufficiente a livellare i due differenti livelli di forza, o almeno non completamente: le nocche rocciose del suo pugno cozzarono contro la metà sinistra del suo torace e addome, la traiettoria discendente dell'impatto fece schiantare il corpo del Sunanio contro il terreno, facendolo rimbalzare come fosse di gomma - o almeno così avrebbe sperato in modo da minimizzare qualsiasi tipo di danno.
    Le particolari tecniche di Sabbia di cui si era avvalso non erano state particolarmente utili in quel frangente: pigramente e quasi controvoglia la sabbia si era raccolta e plasmata a formare tre leoni bizzarri che alla vista del loro inerme padrone, quasi mossi per compassione, arrivarono in suo aiuto: Yuichiro era appeso a testa in giù, i piedi erano strettamente bloccati in quella morsa ferrea e se non fosse stato per le "zanne" sabbiose degli animali strette contro i pugni del fantoccio, questi lo avrebbe scagliato in cielo a una distanza tale da permettergli di godere di una vista panoramica del Villaggio prima di rovinare al suolo probabilmente con più di qualche osso rotto.

    Un vero ninja della Sabbia! Deve aver utilizzato quell'arma per distruggere il manichino, poco fa...

    Genma vide con la coda dell'occhio che i suoi due colleghi avevano cessato le loro rispettive attività per dedicarsi completamente al match che sebbene non fosse un granché in termini di spettacolarità, sembrava li stesse appassionando per il pathos che uno scontro alla "Davide contro Golia" riusciva sempre a suscitare, inducendoli a tifare per la controparte apparentemente inferiore e dal destino segnato.
    Non si trattava di una mera supposizione o di una sua suggestione, Genma aveva sentito chiaramente il suo amico Raido schierarsi dalla parte del suo contendente.

    Non dovresti fare il tifo PER ME?!

    Finché il tuo culo è lì per terra e non lì a combattere, non hai diritto al mio supporto....

    Ehi, guarda che è faticoso far muovere quel coso eh!

    Il "battibecco" tra i due venne interrotto da una moltitudine di granelli di sabbia che cominciarono a levitare intorno ai due contendenti, piccoli diamanti volanti che catturarono l'attenzione del Chuunin che smise di punzecchiarsi con l'amico per osservare e analizzare l'offensiva che da lì a poco il suo avversario avrebbe messo in atto: moltiplicandosi in numero fino a divenire una coltre dorata ben visibile, il manto sabbioso era diretto contro il braccio, il polso e la mano che avvinghiavano e incarceravano Yuichiro in quella scomoda posizione.
    Ritenendo plausibile che l'intento di lui fosse di avvolgere completamente l'arto roccioso e di frantumarlo sotto la pressione della sabbia, Genma avrebbe ordinato al Golem di dimenarsi e agitando il braccio di colpire quella coltre ancora informe in modo da spezzarne la formazione e così probabilmente anche il controllo telepatico del suo avversario sulla stessa.
    Approfittando della sua distrazione, le creature di sabbia avrebbero fatto la loro mossa cercando con le loro zampe e i loro artigli di arrampicarsi sfruttandoli come arpioni su una parete sino a conquistarne la vetta e tentando di smussarla e romperla delle poderose testare: sfruttando entrambi gli arti superiori, di cui uno ancora intimamente legato al nemico, avrebbe tentato di disarcionare quei mostri facendo una sorta di movimento a "mulinello", sbracciando in modo da sfruttare la forza centrifuga per scagliare gli essere quanto più lontano possibile, potendo in questo caso esprimere tutto il suo vigore, non avendo in questo caso preso di mira direttamente il Genin, che forse avrebbe solamente sofferto indirettamente per colpa di tutti quei movimenti bruschi.
    E ancora, altra sabbia, e in quantità superiore, avrebbe tentato nuovamente di insidiarlo questa volta prendendo di mira, oltre che all'arto superiore sinistro, anche la gamba destra: sfruttando la mano libera avrebbe ordinato al proprio suddito di eseguire una"spazzata" verticale con l'obiettivo di infrangere le due coltri dorate facendole disperdere in terra, immobili e inanimate.

    Genma si issò assumendo una posizione seduta più "composta" prestando maggiore attenzione alla schermaglia tra i due, "preoccupato" di dover essere obbligato a scendere in campo per onorare la parola data al sottoposto, il quale si stava lentamente, faticosamente ma efficacemente costruendo l'opportunità di danneggiare il Golem e quindi vincere la "scommessa" fatta, ottenendo lo scontro tanto desiderato col il Chuunin.

    Vuoi proprio farmi combattere, eh?


    Riassunto Azioni


    Azioni
    • Genma: mantenimento Golem
    • Golem: dimenare braccio sinistro per "rompere" gabbia di sabbia
    • Golem: "mulinello" con entrambe le braccia per colpire gli Shisa
    • Golem: "spazzata" braccio destro contro la sabbia rivolta a braccio sn e braccio dx

    parametri
    Resistenza: 400
    Stamina: 547-30= 517

    Maestrie e Abilità
    • Concentrazione del Chakra
    • Concentrazione Superiore del Chakra
    • Disperdi (Kai)
    • Carica di Chakra
    • Esplosione di Chakra
    • I Livello: Apprendista del Fuoco

    equipaggiamento
    # 1 Spiedo
    # 1 Spiedo
    # 5 Shuriken
    # 5 Kunai

    # Ricetrasmittente v.4000 (Seras)
    # Kobashot (70m filo metallico)
    # Maschera Respiratoria

    Consumabili
    # 20m Filo Metallico
    # 1 Tonico coagulante

    Conoscenze
    • Militaristiche strategiche Liv II
    • Tecniche e del chakra Liv III
    • Orientative e Geografiche Liv I

    note
    Roy, abbiamo concordato i dialoghi e che usavo il golem per dargli un avversario. Spero per te non sia un problema, lo scalo come azione "bonus" prima della mia difesa
  7. .
    ~Quando il gatto non c'è...

    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Altri

    Uno ad uno, tutti i Genin reclutati per la missione arrivarono al punto d'incontro concordato e segnalato nella richiesta d'intervento che non aveva mentito sul fatto di essere stata inviata a tutti i membri dell'alleanza Ninja, facendo sì che a rispondere alla domanda d'aiuto fossero stati ben tre Villaggi: i coprifronte dei cinque scintillavano alla luce dell'intenso sole e riflettevano fasci di luce concentrati e talmente intensi che avrebbero potuto dare fuoco a qualunque cosa. Sicuramente la pelle di lei si stava già scottando sotto quella luce infernale, per cui, nonostante avesse caldo e l'istinto le chiedesse di spogliarsi dei suoi abiti, cercò invece di celare tutta la cute esposta sotto la protezione della stoffa dei propri vestiti.

    …Akame?

    La Genin si voltò al richiamo del proprio nome, vedendo come una grossa, corpulenta figura familiare si stava facendo strada in quel terreno ostile e poco adatto alle camminate: il volto sorridente e sorpreso di Shota incrociò lo sguardo di una più rassicurata Akame, contenta di aver ritrovato un volto noto in quel contesto pieno di incognite che non la facevano sentire a suo agio.
    La ragazza ricambiò entusiasta il saluto sventolando in aria la propria mano e con la mente che le aveva fatto inconsciamente pensare e ricordare la missione svolta insieme nel suo Paese e conclusasi con un gran successo.

    Ciao Shota! Anche tu qua per la missione? Non lavori mai nel tuo Paese eh? Non vedo Asahi, non siete venuti di nuovo insieme?! Avremmo potuto riformare il nostro team...

    Il volto già arrossato per la troppa e inusuale esposizione ai raggi solari mascherò l'emozione e l'imbarazzo con cui lei aveva pronunciato il nome di lui, incantesimo che anche a distanza di tempo esercitava il proprio potere facendola arrossire e annodandogli le viscere: aveva parlato di questa strana sensazione ai propri "coinquilini" della struttura, una volta rientrata dall'incarico commissionato da un famoso latifondista di Oto, ricevendo una semplice risposta tra risate e sorrisi sornioni. Non aveva familiarità con l'espressione "prendersi una cotta" per qualcuno, né tantomeno con il concetto di innamoramento che alcuni gli avevano proposto.

    Il torrido vento del deserto penetrava le mura imperiose del Sunagakure incanalandosi nelle immani fenditure che consentivano l'accesso al centro urbano, e lì discendeva verso terra fischiando e acquisendo velocità per poi rigettarsi nella vastità dorata da cui era provenuto, rendendo l'accesso complicato per i passanti, commercianti o militari che fossero: sebbene quel fenomeno fosse quotidiano, una sorta di avvertimento per coloro che ambivano a valicare quegli ingressi, da qualche giorno sembrava che il vento fosse foriero di ansia e di preoccupazione, di una tensione che era palpabile dentro e fuori quelle mura, ma di cui nessuno sembrava volersi occupare, come se qualcuno avesse imposto un tabù, un divieto inviolabile pena la mutilazione della lingua.
    Ma Akame non conosceva bene quella lingua né tantomeno era in grado di decifrare gli ululati del vento.

    Il quintetto si era dunque riunito e impaziente attendeva l'arrivo della Chuunin. Come di consueto, come si è soliti fare dinanzi a qualcosa di sconosciuto che stuzzica la curiosità e l'attenzione dell'osservatore, Akame cominciò a studiare uno a uno i suoi quattro compagni di squadra, tutti ragazzi coetanei o forse leggermente più grandi della sottoscritta, fatta eccezione per il noto Akimichi.
    Notò inoltre come il Team della Foglia la facesse da padrone, per quantità di militari inviati, confermandosi come uno dei Paesi più "ricchi" dal punto di vista militare.
    Il primo a catturare la sua attenzione fu il Ninja locale, un ragazzo dagli abiti e dai capelli scuri come lei, un caschetto piceo che sovrastava due occhi innaturalmente color iride e apparentemente un volto inespressivo che la lasciò inquieta; il ninja della Foglia Shun aveva una postura fiera, sebbene non sembrasse godere di un grande vigore fisico, e sulla sua testa poggiava un'aquila che, come lei, stava passando in rassegna tutti i presenti con i suoi occhi rapaci e poco rassicuranti; sorvolando rapidamente sull'amico Shota, di cui però apprezzò un aumento in stazza probabilmente frutto dei suoi allenamenti, non fece in tempo a posare lo sguardo sul biondo della Foglia che questi si era gettato ai suoi piedi afferrando le sue mani e custodendole nelle sue - particolarmente morbide e curate -.

    Salve bellissima fanciulla! Posso avere la tua mano?

    Eh?!

    Bene bene... Vediamo un pò chi abbiamo qui... Sembrate un bel gruppetto...

    L'imbarazzo della scena venne freddamente spezzato dall'arrivo di una donna in bikini, anche lei fregiata del coprifronte della Foglia, le cui forme più pronunciate oltre che più in vista fecero subito cambiare idea al ragazzo biondo che puntò la Chuunin presentatasi come Irene e le cui parole e il tono di voce sembravano trasudare inspiegabilmente violenza e sadismo, tanto da gelare qualsiasi suo tipo di desiderio lussurioso e in un istante, quasi fosse un'altra persona, riacquisì tutto il suo portamento e la sua eleganza.

    [...]

    Il gruppo si era messo in marcia, apparentemente verso Nord: il cielo era limpido e il vento soffiava mite e torrido sui sei militari, schiaffeggiati dall'aria calda e trivellati dai milioni di granelli di sabbia che volavano da un posto all'altro di quel magico ambiente capace di cambiare volto nel giro di qualche ora. La traversata non era già di per sé facile, o almeno questo era il pensiero della ragazza non abituata alla precarietà del manto dorato sotto il suo peso e all'impedimento che esso provocava a ogni suo passo, ma la Chuunin non sembrava pensarla allo stesso modo - o comunque non sembrava particolarmente interessata ai disagi dei suoi sottoposti - e quindi ordinò loro di presentarsi, di condividere le informazioni necessarie a poter collaborare nel corso dell'incarico e soprattutto di designare il capo tra i Genin che avrebbe agito da "liaison" tra i due ranghi militari, divenendo di fatto il vice capitano di quella piccola ciurma intenta a veleggiare sul mare aureo.
    Delle gocce di sudore più grandi, cariche d'ansia, imperlarono la fronte della giovane del tutto impreparata a quell'evenienza: esprimersi e condividere i propri pensieri era ancora una delle sue debolezze sia per i contenuti - non aveva che qualche anno sulle spalle, il resto era stato risucchiato in un buco nero - ma soprattutto per la forma.
    Uno ad uno, tutti gli elementi del quintetto fecero la loro presentazione, cui Akame ascoltò attentamente per capire e memorizzare ogni informazione, oltre che per cercare di dedurre dal modo di parlare, dai gesti corporei o semplicemente dalle parole selezionate che tipo di persona avesse davanti a sé:
    il primo a rompere il ghiaccio fu il ninja di Suna, di cui non aveva colto il nome qualora lo avesse detto, che sciolinò tutte le sue capacità magiche magnificate dalla presenza del deserto, definendosi dunque il più indicato al ruolo di capitano.

    Lui è troppo presuntuoso... e poi ha un aspetto bizarro, mi mette ansia...

    A seguire fu il turno di Shota, di cui conosceva bene lo stile di combattimento a meno di più recenti novità, e del giovane don Giovanni, Sanji: entrambi si erano proclamati artisti marziali e utilizzatori del Taijutsu, inoltre il secondo vantava una buonissima conoscenza del deserto sapendovisi orientare tranquillamente; nessuno dei due si propose per la carica in palio ma anzi votarono per il terzo elemento della foglia, Shun Senju, un ninja avvezzo alle arti magiche, possessore del Mokuton, specialista nel supporto e nella difesa e padrone di quella bizzarra aquila che sin da quando era arrivato era rimasta aggrappata alla testa quasi fosse un copricapo bislacco.
    Oltre a dare il proprio voto al più vecchio del gruppo, questi propose loro di creare su misura un'armatura in legno che, una volta indossata, sembrava sparire, divenendo un tutt'uno con il suo contenuto da proteggere e che non sembrasse causare impedimenti ai movimenti, come aveva dimostrato l'aquila che, dopo essere stata corazzata, sbatteva le ali con la stessa disinvoltura di sempre.
    Akame rimase sbalordita dal prodigio, e sembrò essere l'unica, visto che gli altri diffidenti non sembrarono accettare di buon grado la proposta e la declinarono, cosa che invece non fece lei, non riuscendo a trovare dei lati negativi a quell'offerta.

    Ehm... Io prenderi LO armatura, grazie!
    Io mi chiamo Akame, sono unO Genin del Villaggio del Suono... Ho svolto qualCUNA missione al Villaggio ma questa è la prima di questo grado... Sono più portata per il combattimento corpo a corpo che per le arti magiche...
    Ehm, credo che Shun dovrebbe farLI da capitano...


    Cercò di non parlare troppo per evitare errori di ogni sorta, quindi si avvicinò al neo-eletto capo per accettare i due doni lignei offerti, stesso materiale plasmato per assolvere a due funzioni differenti: protezione e localizzazione.
    Akame si infilò la trasmettitore in una tasca, sentendosi un po' più al sicuro e tutelata con quell'oggetto minuscolo su di sé.
    Schierati con una formazione inedita e messa a punto sul momento dal Konohaniano - l'esperienza di cui vantava, fra cui la recentissima guerra, sembrava dare i suoi frutti - osservò il comandante e il suo vice discutere di quanto appreso nel loro breve briefing e probabilmente dello svolgersi dell'incarico mentre era intenta a seguire le orme dello shinobi locale, immaginando che così sarebbe stato più facile districarsi in quell'ambiente così ostile.


    Riassunto Azioni


    Azioni




    parametri
    Resistenza: 200
    Stamina: 100

    Maestrie e Abilità
    • Concentrazione del Chakra

    equipaggiamento
    # 4 Shuriken
    # 2 Kunai

    Consumabili


    Conoscenze
    • Naturalistiche Liv I

    note
    Corretto


    Edited by ¬Dan - 8/5/2024, 22:06
  8. .
    Dì a Roy di sbrigarsi!
    Comunque é facile, c’è una sezione di regolamento apposito per guidarti nei primi passi e poi é come andare in bici.
    Impari facendo!
  9. .
    ~Imprevisti

    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Altri

    Forse non sono stato chiaro, è lui il tuo avversario.

    Pronunciò la frase con aria decisa e sguardo serio, da vero duro. L'aria si era caricata di elettricità statica, le molecole che ne componevano i gas si erano sovraccaricate di energia che cercavano di disperdere aumentando il loro movimento, generando così una bolla di calore intorno alla traiettoria del raggio elettrico sparato dalla bocca del Suniano, un microclima che cozzava e contrastava con quello subito adiacente, con il quale stava scendendo a patti per ritrovare un equilibrio, un compromesso: in natura questo sembrava essere un concetto ridondante e di vitale importanza e sebbene l'uomo fosse un profondo studioso della stessa arrivandone a comprendere una buona parte dei misteri, non riusciva ad applicare i medesimi principi nel suo rapporto con gli altri e la rottura di quell'equilibrio infatti aveva causato tutte le Grandi e famose guerre Ninja, ma allo stesso modo i piccoli conflitti tra Paesi minori che più spesso passavano inosservati. Il Golem sembrava tozzo ed essendo in roccia ci si poteva aspettare che fosse lento e goffo, eppure riuscì a schivare facilmente il fascio di energia lasciando scoperto il proprio creatore che allo stesso modo non ebbe difficoltà a sostituirsi con un grosso pezzo di legno, altra vittima del giovane Ninja, lasciando che questi fosse colpito esplodendo in una miriade di frammenti.

    Non male, però... Bella potenza di fuoco!

    L'odore di bruciato pervase l'area circostante e le sue note pungenti arrivarono presto alle narici dell'ex Villaggio della Cascata, mentre piccole fiammelle e scintille tentavano di sopravvivere, attecchendo alla vegetazione in terra che però sembrava essere troppo umida per farsi piegare e capitolare all'elemento di distruzione per definizione. I tre si erano collocati ai vertici di un triangolo scaleno, con Genma a circa sette metri di distanza dallo straniero, alle sue spalle e il Golem a circa cinque metri davanti a lui.

    Sei una testa calda, mi pare ovvio... E neanche troppo ben educato, visto che non ti sei presentato ma hai ben pensato di sparare quel coso contro di me. Devi stare attento quando usi dei Ninjutsu di alto grado, potresti farti o fare del male ad altri in maniera involontaria. Beh comunque, ci hai mancato, come avrai notato.

    Genma scrollò le spalle, cercando metaforicamente di liberarsi di un inconveniente che non aveva voglia di gestire: cosa avrebbe dovuto fare, mandarlo KO rapidamente e riprendere le proprie occupazioni, ovvero l'abbronzatura? Non era poi una situazione così semplice, un Chuunin di Hekisui che malmena un verosimile Genin di Suna nel Paese del Fuoco, dentro ai confini della Foglia: il numero di paesi e Villaggi coinvolti cominciava a essere sufficientemente elevato da fargli venire il mal di testa; inoltre già poteva immaginarsi sul quotidiano dell'indomani la notizia fresca di stampa e l'annesso incidente diplomatico che ne sarebbe conseguito. Fosse stato anche lui un Genin, probabilmente la cosa gli sarebbe stata perdonata come un peccato di inesperienza, ma il grado che portava non ammetteva ignoranza.

    Lascia che ti insegni come si fa: io mi chiamo Genma, Chuunin di Hekisui. Tu sei? Ad occhio e croce direi che sei un Genin, e anche se sei andato clamorosamente a vuoto, devo ammettere che non sei male, non me lo aspettavo.
    Ascolta, ti spiego come funziona: se i Ninja di Konoha mi vedono combattere con te e ferirti, qua scoppia un macello e io non ho assolutamente voglia di rimanere in mezzo a questa bomba...


    Tirò un grosso sospiro, cercando di soppesare le parole al fine di non pentirsi delle proprie decisioni.

    ... Facciamo così: semmai dovessi riuscire a colpire il mio Golem anche solo una volta, scenderò in campo per battermi contro di te. Prendilo come un riscaldamento, ecco... Preparati che adesso è il suo turno di attaccare.
    Ah, mettiamo in chiaro sin da subito che questo è un allenamento, quindi non tollererò alcuna bizzarria da parte tua altrimenti giro i tacchi e me ne torno ai miei affari...Ok?!


    [...]

    Ottenuto l'assenso del giovane - ma non giovanissimo quanto lui - Yūichirō, Genma riguadagnò un posto al sole qualche metro più in là, lasciando ancor più spazio ai due di battersi in quel duello atipico. Sotto lo sguardo felice del Chuunin, come se la sola esposizione avesse di già innescato una serie di reazioni chimiche volte a produrre ormoni veicolanti quel radioso sentimento, il Golem avrebbe preso vita e iniziativa spostandosi verso destra di un paio di passi per ben allinearsi e correggere la traiettoria con il suo nuovo avversario quindi il piccolo Buddha avrebbe iniziato l'offensiva colmando la distanza che li separava con grandi e incredibilmente leggiadre falcate caricando un gancio sinistro che con una traiettoria discendente, viste le disparità di altezze, avrebbe cercato il fianco e il torace destro di lui tentando inoltre di farlo schiantare al suolo; in seguito, cercando con entrambe le mani una o entrambe le gambe di lui , approfittando anche del possibile contraccolpo con il suolo e una piccola elevazione di "rimbalzo", avrebbe effettuato una piroetta completa su se stesso facendo roteare l'avversario e quindi scagliandolo verso il limitare dell'area di addestramento circondato da alberi dai tronchi spesso e rigidi. Non conoscendo le reali capacità dell'avversario e temendo di metterlo in una situazione di estrema difficoltà per lui impossibile da gestire, avrebbe "comunicato" telepaticamente al suo guerriero di non usare tutta la sua forza ma di contenerla, in modo da non infierire eccessivamente sull'avversario qualora fosse riuscito a colpirlo.

    Speriamo si difenda... avrò esagerato?


    Riassunto Azioni


    Azioni
    • Genma: mantenimento Golem
    • Golem: gancio sinistro (50% della forza)
    • Golem: rotazione e lancio Yuichiro (50% della forza)

    parametri
    Resistenza: 400
    Stamina: 577-30 = 547

    Maestrie e Abilità
    • Concentrazione del Chakra
    • Concentrazione Superiore del Chakra
    • Disperdi (Kai)
    • Carica di Chakra
    • Esplosione di Chakra
    • I Livello: Apprendista del Fuoco

    equipaggiamento
    # 1 Spiedo
    # 1 Spiedo
    # 5 Shuriken
    # 5 Kunai

    # Ricetrasmittente v.4000 (Seras)
    # Kobashot (70m filo metallico)
    # Maschera Respiratoria

    Consumabili
    # 20m Filo Metallico
    # 1 Tonico coagulante

    Conoscenze
    • Militaristiche strategiche Liv II
    • Tecniche e del chakra Liv III
    • Orientative e Geografiche Liv I

    note
  10. .
    ~Quando il gatto non c'è...

    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Altri

    Questo è il deserto? E' stupendA! Ma che caldo!

    Gli occhi di Akame brillavano eccitati alla vista di quella distesa dorata e brillante, le cui forme sinuose e transitorie interrompevano la monotonia e la monocromia dell'ambiente donandogli dinamismo e volume, come le pennellate di un pittore intento a fondere la realtà delle cose con la sua visione personale delle stesse, legando a ogni suo gesto una particolare emozione da condividere con l'osservatore.
    Quella era la sua prima visita al Paese del Vento - o almeno così pensava, non avendo il lusso di poter ricordare nulla della sua infanzia e della sua adolescenza - tutto per lei costituiva una novità in attesa di essere esplorata e studiata.
    Il paesaggio era cambiato bruscamente come anche il clima: alle loro spalle avevano lasciato l'impervio Paese della Pioggia e il suo clima umido e tetro per avventurarsi in quella distesa rovente contrapposta ad un cielo terso e privo di nuvole, nessun ostacolo si frapponeva tra quel globo infuocato e loro.
    Avevano deciso di prendersi una pausa prima di cominciare la difficile traversata per quella via che, seppur fosse ben segnalata da numerosi pali e segnali in legno, richiedeva un'attenzione particolare, un ottimo senso dell'orientamento e la dotazione di tutti gli strumenti necessari per orientarsi in mezzo al nulla.

    Shota Aizawa era il Jonin, oltre che suo Sensei, che la stava accompagnando e scortando in quel viaggio: l'uomo indossava dei vestiti scuri e dei particolari occhiali da sole, normalmente lasciava sciolti i suoi lunghi capelli corvini ma l'elevata temperatura l'aveva costretto a legarli in un'alta coda, in modo da minimizzarne il fastidio.
    Seduto all'ombra degli ultimi rari arbusti, si stava rifocillando bevendo un sorso d'acqua in modo da prepararsi alla prossima tappa, mentre la Genin si era allontanata di qualche metro in modo da arrivare al punto in cui il terreno lasciava spazio alla sabbia: Akame afferrò con le mani quel mucchio di polvere dorata percependone il calore, la consistenza e la sua tendenza a evadere dalla sua presa, scivolando tra le sue dita lungo il dorso il palmo della mano e ritornando al suo luogo di appartenenza come una cascata di minuscoli cristalli e brillanti.

    Dovresti riposare anche tu, Akame! Tra dieci minuti ci rimetteremo in cammino e vorrei arrivare al Villaggio senza fare ulteriori soste... il deserto...

    Sensei?! Cosa è quello?

    Akame interruppe la paternale del suo superiore sul nascere, indicando con un dito l'orizzonte e più specificamente delle dune, un paio di palme e un palo di segnalazione in legno, in direzione Sud. Nulla di strano se non che l'immagine delle stesse sembrava distorta, dai profili "ondulati", come se qualche forza soprannaturale fosse in grado di distorcere lo spazio intorno a quegli oggetti solidi, deformandoli, comprimendoli e facendoli "roteare" su se stessi.
    La Genin osservava quel miraggio incuriosita e stupita, strofinandosi gli occhi più e più volte ipotizzando che fossero i suoi occhi a mentirle e a mostrarle erroneamente quelle bizzarrie.

    Quello? Quello si chiama miraggio, o anche detto effetto Fata Morgana, deve il nome da un personaggio fantastico di un'opera letteraria di molto tempo fa.. E' un po' difficile da spiegare, è un fenomeno di rifrazione della luce...Ehm in pratica l'aria si comporta come uno "specchio" e quello è il risultato...

    Woow. Bello, anche non ci ho capito molto...

    Il Sensei aveva raggiunto la giovane leva ancora presa da quel mistero della natura, incantesimo che solo il tocco di lui sulla sua spalla riuscì a spezzare riportandola alla realtà. Lui le perse il suo zaino che prontamente indossò serrando tutte le cinghie e allacciandolo in vita in modo da risultare perfettamente solidale al suo dorso per non ostacolarla nella sua corsa.

    Da qui in poi non faremo soste. Cerca di stare al passo e non distrarti, perdere la via è più facile di quanto si pensi, nel deserto.
    Ricordati che siamo qua in missione, anche se con due incarichi differenti. Una volta arrivati al luogo del tuo appuntamento, ti affiderò a un Chuunin locale, mi aspetto che tu faccia bene e che non faccia fare brutte figure al Villaggio...


    Lo so Sensei, sarà la CINQUE voltE che mi ripeti questa cosa, da quando siamo partitA... Lo so, questa è il mio primo incarico di rango C che faccio senza di te, Denki e Eijiro... Ho un po' p.... Ehm volevo dire, me la caverò MEGLIO!
    Una volta arrivati a Suna, ci dirigeremo al villaggio di Jasti, che si trova verso il Paese del Ferro. Siamo statA chiamatA per investigare su dei furti e trovare i responsabilE.
    Non ti deluderò, Shota-Sensei!


    [...]

    Le entrate del Villaggio della Sabbia erano delle opere mastodontiche, difficile pensare che l'uomo avesse potuto creare e plasmare la roccia in quel modo tanto le mura erano alte e imponenti: a uno sguardo più attento poi, quelle che sembravano formazioni rocciose naturali e solamente levigate e sagomate, non erano altro che la somma di blocchi enormi sapientemente tagliati e impilati in modo certosino al fine di di creare quel pattern a "gradoni" che Akame non sapeva servisse a ospitare dei passaggi sfruttati dalle sentinelle e dalle guardie incaricate della sorveglianza della capitale di quel Paese.
    Alla vista di quell'opera la ninja pensò che fosse impossibile per il nemico assediare e conquistare quella "fortezza" enorme, ignorando completamente che a pochi chilometri di distanza si era consumata una delle battaglie più sanguinose della nuova era, i cui echi le erano arrivati vaghi e confusi.
    Congedatosi dalla sua guida, che proseguì per il Villaggio venendo inghiottito dall'ombra proiettata dalla struttura al livello della sua fenditura, Akame si avvicinò a un gruppo di giovani che parevano essere in attesa che qualcuno - fra cui lei - si presentasse all'appuntamento prefissato.

    Ce la puoi fare... dillo bene! Piacere, io mi chiamo Akame, sono una Genin di Oto! Sono qui per la missione!

    Piacere, io mi chiamA Akame, sono unO Genin di Oto! Sono qui per la missione!

    Andrà meglio la prossima volta.


    Akame

    Devo dargli una riletta!
    PS: aspetto le modifiche in aggiornamenti prima di mettere tutto lo specchietto ecc ecc


    Edited by ¬Dan - 21/4/2024, 16:53
  11. .
    ~Imprevisti

    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Altri

    Amava sdraiarsi sul prato al sole: i raggi accarezzavano la sua pelle ancora liscia e senza ombra di pelo, scaldando ogni sua cellula quasi donando loro parte della propria energia per alimentare quelle microscopiche industrie biologiche, che eseguivano migliaia di reazioni chimiche necessarie alla vita umana.
    Da bambino non ricordava di amare così tanto quel momento di ozio ma, al contrario, ricordava di non riuscire a stare fermo nemmeno un secondo, tanto era eccitato e felice di giocare. Spesso si ritrovava a interrompere un gioco a metà per iniziarne un altro, nell'insaziabile desiderio di abbeverarsi fino all'ultima goccia da quella fonte di contentezza.

    Raido, perché non ti rilassi un po'? Aoba, diglielo anche tu!

    Devo affinare la mia tecnica con la spada... Non mi avevi detto che volevi imparare anche tu? Smettila di oziare, muovi le tue chiappe e vieni qua... È per questo che sei il più scarso del gruppo!

    Genma sorrise e ridacchiò tra sé e sé, lasciando cadere la provocazione e spegnendo sul nascere quel finto litigio che verosimilmente lo avrebbe costretto ad abbandonare la sua postazione di lusso e finire a incassare una serie di fendenti, portati con le armi infoderate, e "morire" almeno una decina di volte
    Era vero, in passato aveva chiesto a Raido di insegnargli a combattere con la spada per migliorare il suo Taijutsu che era rimasto indietro rispetto al Ninjutsu, per cui si era naturalmente trovato portato. Dopo i primi entusiasmanti allenamenti, però, aveva cominciato a cedere e a richiedere sempre meno sessioni, non sentendosi progredire quanto avrebbe voluto. Forse non era adatto a quel tipo d'arma? Doveva forse puntare ad altro?
    All'inizio della sua carriera, sembrava particolarmente a suo agio con le Arti Illusorie. Forse era arrivato il momento di rimettersi a studiarle.

    Genma scacciò quei pensieri seri, svuotando nuovamente la mente e tornando a godersi l'effetto rilassante e terapeutico del sole. Rumori sinistri provenivano dalla zona dove un ragazzo si stava allenando, come di qualcosa di solido sotto pressione e che centimetro dopo centimetro non poteva che cedere fino al punto di rottura segnalato dalla sua rumorosa deflagrazione. Inclinò la testa verso il lato sinistro e, guardando dietro di sé, constatò che il ragazzo aveva impietosamente fatto esplodere chissà come e perché un povero manichino di legno, i cui frammenti più o meno grossi si erano disposti sul prato a qualche metro di distanza con una proiezione concentrica.
    Sbuffò infastidito da quel forte rumore che inconsciamente lo aveva messo in guardia e lo aveva destato dal suo riposo.
    Non lo avesse mai fatto.

    Non ti sembra un po' irrispettoso allenarsi qui e lamentarsi se qualcuno si riposa? Se vuoi riposarti, ci sono parchi e hotel.

    Le parole del Ninja giunsero alle sue orecchie pochi istanti dopo l'evento in questione e dopo che lui aveva ripreso la sua comoda posizione di riposo.
    Il suo volto si oscurò improvvisamente e aprendo solamente un occhio potè constatare che l'uomo - doveva avere forse una decina di anni in pi di lui - era arrivato al suo capezzale con la voce stizzita e nella posizione più infelice per il giovane Chuunin.

    Sei un po' lontano da casa per un allenamento, no? Potresti spostarti? Mi stai coprendo il sole.

    Scusa se ti sto privando delle tue preziose ore di sole, ma non mi sono allenato fino all'indigestione per consentire a un ozioso di guastare la mia concentrazione.

    Ahahahha, mi fai morire! Devi ancora imparare molto, amico mio! Forza, torna ai tuoi esercizi.

    La conversazione sarebbe potuta durare all'infinito senza trovare mai una conclusione,; i due sembravano le due facce opposte di una medaglia, due modi di fare, pensare e vivere completamente divergenti che non era che impossibile tentare una mediazione: Genma incarnava la quintessenza dello "zen", calmo e completamente disinteressato a le facezie "terrene"; il Ninja di Suna invece sembrava il classico Ninja facinoroso e violento, e in quel momento particolarmente irritato e stizzito, come ferito nell'orgoglio. Probabilmente non si aspettava di trovare uno come lui sul suo cammino, ma nonostante tutto continuava a parlargli e a tentare di far valere le sue ragione, come se stessero discutendo e come se a Genma interessasse veramente qualcosa.

    Devo ammetterlo, sei bravo con le parole per essere così giovane. Ma ricorda che non è la lingua a decidere l'esito di un combattimento o la qualità di un ninja. E se continui a provocare, potrei essere tentato di dimostrarti quanto vale un vero allenamento.

    Mannaggia a me che non mi sono morsicato la lingua... Senti, io non voglio provocare nessuno, né me ne frega nulla di cosa serva per vincere un combattimento. Veramente, non sono il tipo. Raido, quello sì che è il vero ninja fra noi. Però, per farmi perdonare dell'interruzione, ti posso offrire un compagno d'allenamento...

    Uno a zero per il Suniano. Genma si alzò dalla sua posizione sdraiata, anche per salvaguardare la sua abbronzatura, visto che l'altro non si era spostato nonostante la gentile richiesta. Seduto a gambe incrociate e scrutando lo sguardo particolare ed esaltato dell'altro, non potè che rimproverarsi di non aver camuffato adeguatamente la sua reazione di stizza e tentare di mettere una pezza all'incidente dando lui un contentino e lasciandosi tutto alle spalle. Concentrando il Chakra nel suo stomaco, avrebbe trasmutato il liquido gastrico ivi contenuto in roccia e terra e quindi avrebbe fatto risalire la miscela per l'esofago per poi riversarla in terra accanto a lui, modellando il primitivo blocco di terra in un golem dai dettagli così raffinati da sembrare umano, se non per il colore. Con un colpo di denti secco avrebbe spezzato l'appendice rocciosa che collegava il suo nuovo partner allo stomaco, rendendolo di fatto un'entità libera di muoversi e agire apparentemente secondo il proprio libero arbitrio.

    Ti prego, fa che questo gli basti. Devo abbronzarmi anche la schiena...

    Bella tecnica, ma mi sono stancato di allenarmi contro i manichini. Difenditi!

    Le sue speranze si infransero come vetri colpiti da un sasso scagliato da un ragazzino per mostrare alla sua cricca quanto fosse cool e ribelle. Solamente che il ragazzino in realtà era un adulto, motivo del contenzioso era un semplice gesto di disappunto del Chuunin e al posto del vetro c'erano i suoi due gioielli di famiglia.
    Che permaloso.

    Eh... cosa?!

    Il suo avversario aveva dilatato lo spazio tra i due balzando all'indietro e nel frattempo sembrava fosse in procinto di concentrare del Chakra nella bocca vista l'espressione facciale con le guance un po' gonfie tipico di cha un boccone o di chi ha riempito il cavo orale d'aria.
    Ma al contrario di un docile soffio, da lì emerse una lancia fulminante che sembrava essere diretta contro l'arto inferiore del golem e poco più dietro contro il ragazzo a cui pareva di essere stato chiaro di non voler avere nulla a che fare con un combattimento in quella splendida giornata primaverile.
    Il golem avrebbe risposto al comando "telepatico" di lui tentando una schivata laterale e lasciando così privo di qualsiasi difesa l'innocente Chuunin che, una volta perlustrata l'area circostante, riuscì a individuare un pezzo di legno sufficientemente grosso a circa sette metri dalla sua posizione, un paio indietro e sulla destra di lui e una volta "pronunciate" le parole magiche con il particolare linguaggio dei segni Ninja, avrebbe tentato di scambiarsi la posizione con lui e lasciando che fosse quel corpo inerte a subire l'ira elettrica.

    Forse non sono stato chiaro, è lui il tuo avversario.



    Riassunto Azioni


    Azioni
    • Tecnica del Golem (Golem no Jutsu)
    • Schivata laterale Golem
    • Tecnica della Sostituzione Genma

    parametri
    Resistenza: 400
    Stamina: 600-18-5= 577

    Maestrie e Abilità
    • Concentrazione del Chakra
    • Concentrazione Superiore del Chakra
    • Disperdi (Kai)
    • Carica di Chakra
    • Esplosione di Chakra
    • I Livello: Apprendista del Fuoco

    equipaggiamento
    # 1 Spiedo
    # 1 Spiedo
    # 5 Shuriken
    # 5 Kunai

    # Ricetrasmittente v.4000 (Seras)
    # Kobashot (70m filo metallico)
    # Maschera Respiratoria

    Consumabili
    # 20m Filo Metallico
    # 1 Tonico coagulante

    Conoscenze
    • Militaristiche strategiche Liv II
    • Tecniche e del chakra Liv III
    • Orientative e Geografiche Liv I

    note
    Roy, abbiamo concordato i dialoghi e che usavo il golem per dargli un avversario. Spero per te non sia un problema, lo scalo come azione "bonus" prima della mia difesa
  12. .
    Benvenuta
  13. .
    ~Imprevisti

    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Altri

    Il convoglio procedeva lentamente, il passo pesante dei cavalli e degli asini da soma scandiva l'incedere di quella piccola processione, partita da un paio di giorni dalla capitale del Paese delle Verdi Acque e diretta verso la più grande, famosa e rinomata capitale del Paese del Fuoco. Sebbene sulla carta i due Stati fossero alla pari, l'antica dizione di "Grande Paese" era ancora di uso comune nel linguaggio quotidiano, così come a livello giornalistico e divulgativo, segno della resistenza umana al cambiamento, in ogni sua forma: che sia una ricetta culinaria, un'opera teatrale, o un brano musicale, l'evoluzione è sempre una contaminazione. Parole, suoni e sapori di una terra migrano in un'altra e vi si insediano, modificando lentamente i fondamenti e le tradizioni del luogo, aggiungendo o cambiando loro il significato. Non avviene all'improvviso e né all'istante: è un processo lungo e insidioso, una guerra di logoramento dalla quale tendenzialmente si esce sconfitti, senza neanche accorgersene. Progressista e reazionario, i due volti dell'essere umano.

    Mi annoio! Perché non succede nulla?

    Uff...

    Genma sbuffò all'ulteriore lamentela di Raido: il Chuunin camminava alla sinistra del carro di testa, con le mani giunte dietro il capo e il passo svogliato e infantile tipico dei ragazzini costretti dai propri genitori a fare qualcosa controvoglia. Quel comportamento non si addiceva certamente a un Ninja e soprattutto non a uno che indossava quel smanicato acquamarina - in ragione della loro provenienza - simbolo universale di appartenenza a un rango superiore nella gerarchia militare: l'intero Team era stato promosso al rango di Chuunin, sebbene in tempi diversi e non durante i famosi e altrettanto temuti esami di selezione, ma in missione per meriti personali. Il primo ad aver tagliato il traguardo era stato Genma, a seguito della missione nel Paese del Fuoco; poco dopo l'aveva raggiunto Aoba, e come fanalino di coda si era diplomato Raido: i tre continuavano a collaborare in molteplici missioni vista la loro affinità, sebbene non fossero più supervisionati dal loro Jonin istruttore - assegnato inevitabilmente a delle nuove reclute - bensì sotto la guida del riflessivo e silenzioso Aoba, probabilmente il più idoneo dei tre al ruolo di comando.

    Non ti sono bastati i banditi di poco fa? Siamo quasi alle porte di Konoha: là lasceremo tutto in gestione alle autorità locali per i lavori di scarico e carico di ciò che dovremo riportare a casa. Non sappiamo di cosa si tratti, ma ci hanno avvertito che potremmo essere attaccati da più che semplici ladri... D'altronde c'è di mezzo l'OSU, deve essere qualcosa di importante...

    E non siete curiosi di sapere per cosa stiamo "rischiando" le nostre giovani vite?

    Francamente, no, non mi interessa...

    Genma giocava come al solito con lo spiedo che teneva in bocca, la lingua avvolgeva il freddo metallo spostandolo da una parte all'altra del cavo orale, di tanto in tanto rimanendo lievemente punta dall'estremità affilata, percependo quella strana forma di piacevole dolore per cui, nonostante sapesse bene che avrebbe potuto continuare a ferirsi e a provare dolore, il suo cervello non riusciva a impedirgli di continuare a ripetere quel gesto, sprezzante del pericolo. Neanche le loro credenziali OSU gli avevano permesso di accedere alle informazioni riguardanti quella missione, di cui molti dettagli restavano secretati per garantirne il successo. Non che al Chuunin interessasse molto il contenuto delle decine di casse accatastate nei vari carri coperti su cui si era infine seduto per riposare. E riflettere. I tre erano le nuove reclute dell'OSU, freschi dell'addestramento che aveva conferito loro poteri e capacità, legandoli all'organizzazione con una sorta di debito che prima o poi avrebbero dovuto ripagare. I loro ordini provenivano principalmente dai più alti gerarchi, non avevano ancora diritto a una sedia al tavolo decisionale, e neanche sapevano dove si trovasse o chi ne prendesse parte. Ma come in ogni ambito, anche in quello militare, gerarchico e segreto, i gossip e i rumors sfuggivano alla stretta riservatezza dell'ordine militare, diffondendo dicerie più o meno veritiere: apparentemente, a parte qualche tresca più o meno scandalosa, pareva ci fosse una grande mobilizzazione di armi e soldati, qualcosa bolliva in pentola, ma la maggior parte era ignara degli eventi e in attesa di ordini dall'alto.

    La porta Nord del Villaggio era immensa, come le altre disposte ai quattro punti cardinali di un Villaggio che sembrava stesse per esplodere all'interno di quel contenitore rigido e indeformabile, tanto era importante lo sviluppo demografico, tanto che gruppi di abitazioni - piccoli quartieri - cominciavano a essere costruiti anche sui versanti della montagna più famosa del paese, quella che custodiva i volti degli Hokage. L'entrata costeggiava il monumento e a ogni passo le linee apparentemente casuali e confuse delineavano il volto dei grandi Ninja che avevano prestato il loro servizio in una delle culle della civiltà moderna. La passeggiata storica divergeva però dai loro interessi più materiali, la loro strada piegava verso destra diramandosi come le dita di una mano in vie sempre più piccole e progressivamente più affollate: l'origine di quella tela era una grande piazza sul cui fianco erano stati costruiti diversi grossi edifici, dei magazzini custodi delle merci più variegate. Un Chuunin e un responsabile della logistica si avvicinarono al convoglio, intercettando il responsabile dello stesso scambiandosi convenevoli e formalità: documenti venivano sfogliati, controllati, firmati e timbrati, uno spettacolo di burocrazia tediante ma necessaria. Una volta finita quella danza amministrativa, venne fatto calare il sipario con l'uscita di scena del carico delle Verdi Acque verso il magazzino numero 3 per assolvere alla parte fisica e rude del lavoro. Il Foglioso annunciò loro che sarebbe servita loro l'intera giornata per assolvere all'incarico, congedando dunque i militari deputati al lavoro di scorta e dando loro le indicazioni necessarie per raggiungere i loro alloggi.

    [...]

    Il team non aveva molta voglia di chiudersi in casa a far niente, dunque decise di approfittare della splendida giornata primaverile che la Foglia aveva deciso di regalare loro, girovagando per il Villaggio alla ricerca di un parco o di un prato dove sdraiarsi per abbronzarsi un po', approfittando della generosità del Sole, autore indiscusso della vitalità e della rigogliosità di quel luogo. Senza una meta precisa e senza una guida, i tre si inoltrarono nel viale più grande, per poi perdersi nel dedalo di viuzze, spesso ripercorrendo lo stesso percorso più volte, come se fossero rimasti intrappolati in un labirinto senza possibilità di fuga. Piegando verso est, dopo essersi fermati a un chiosco per acquistare dei Dango, i tre presero una strada secondaria che li riportò più in periferia, fino alle porte di quello che sembrava un campo di addestramento o un centro sportivo: i tre ne approfittarono per conquistare il proprio obiettivo, un'area piuttosto grande e pianeggiante con qualche albero qua e là, piantato senza un'apparente logica urbanistica. Se all'inizio pensavano di essere soli, le loro aspettative vennero infrante dalla presenza di un singolo individuo parecchio distante e forse sul punto di cominciare il proprio addestramento. I tre presero la direzione opposta e, una volta trovato il luogo ideale, ognuno di loro cominciò a dilettarsi in quello che più amava: Aoba si arrampicò su un grosso ramo, largo abbastanza da permettergli di sedersi comodamente con le gambe distese e la schiena appoggiata al fusto, libro in mano e sguardo sognante - sebbene fosse nascosto dai suoi occhiali da sole -; Raido aveva trovato un paio di ceppi usurati dai continui soprusi dei viari ninja che come lui avevano deciso di usarli come obiettivi per le proprie armi, e dunque il Chuunin impugnò una sola spada e cominciò quel passo a tre, una danza ipnotica e silenziosa, se non per i fendenti tirati contro il legno. Infine, Genma, spogliatosi della propria giacca e maglia, si era sdraiato a petto nudo sulla fresca erba, inspirando appieno il suo intenso odore e crogiolandosi in quell'aroma che più di tutto gli dava serenità e lo riportava al mondo. Avrebbe pagato qualsiasi prezzo per fermare il tempo e restare lì, in quella bolla di felicità, senza che nessuno lo disturbasse.

    Questa è una vita da non morire mai...

    Non ricordava da chi aveva sentito questa espressione, o se l'aveva letta da qualche parte ma faceva fatica a non sentirla veramente sua, in quel momento.


    Come vedete il mio PG non ne ha mezza di combattere. Roy se sei d'accordo, attacco a Tenshi! Io e te ci accordiamo su dialoghi ecc in privato
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    Yo!
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    ~ Tecniche Ninja - Lezione I.II : Corsa a Ostacoli

    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Altri

    Quello è proprio uno sciocco... Vai, Akame, sbrigati!

    I due osservarono Denki fare i suoi primi passi sulla superficie liquida e poi accelerare, iniziando a correre: le suole delle sue scarpe sfioravano il liquido che, quasi magicamente, sembrava solidificarsi al contatto, creando una sorta di "super-fluido" capace di legare istantaneamente le molecole che lo costituivano, dando ordine al caos, una struttura solida su cui il corridore poteva fare affidamento durante la sua traversata.
    Chiaramente, il responsabile di questa violazione delle leggi della fisica era il Chakra. Lo sguardo stupefatto della studentessa rivelava la sua ignoranza riguardo a quell'energia presente in tutti gli esseri viventi, che i Ninja usavano come loro alleato, permettendo loro di compiere gesta sovrumane, a volte difficili da immaginare, soprattutto per i novizi.

    La coppia svoltò a sinistra, iniziando a saltare, arrampicarsi e aggrapparsi a ogni sporgenza o supporto naturale che potessero trovare: speroni o incavi nella roccia, liane o rami di alberi che si affacciavano sull'acqua, o detriti galleggianti come tronchi o massi che sporgevano dalla superficie.
    La natura accidentata del percorso non permetteva loro di avanzare rapidamente, a differenza del ragazzo biondo che aveva quasi raggiunto metà del percorso: Akame si trovava a suo agio in quella corsa ad ostacoli, leggera volteggiava da un supporto all'altro aprendo la strada al più goffo Eijiro, che doveva riflettere un po' più a lungo prima di abbandonare il proprio punto d'appoggio per passare al successivo.

    Stai andando bene! Segui I MIEI passi...

    La giovane prese la rincorsa con due passi corti e rapidi, saltando e aggrappandosi a una sporgenza rocciosa: piegando le gambe e facendo perno sui piedi, si slanciò in avanti per afferrare con i polpastrelli una concavità nella pietra larga solamente una decina di centimetri, appena sufficiente per ancorarvi le dita della mano. Da lì si protese verso l'alto per afferrare quella che sembrava essere una radice che correva longitudinalmente lungo lo strapiombo, impennandosi lievemente e conducendo i due alla sua sommità, dove poterono ricominciare a correre.

    Anf, anf... Accidenti, sei agile, non riesco a seguirti... Senza di te, sarei ancora al primo gruppo di rocce! Ehi, guarda, non siamo soli...

    La breve sosta dei due venne prontamente interrotta dall'immagine lontana ma chiara di due figure che sulla costa opposta si stavano facendo largo tra le avversità e le tortuosità della natura, mentre il terzo elemento, una ragazza, proprio come Denki, aveva scelto la via più rapida attraversando l'ostacolo acquatico nel modo più consono per una Kunoichi.
    Come se riflesse in uno specchio, la cui superficie intersecava ortogonalmente quella del lago, i sei studenti affrontavano la corsa con una sincronia e un equilibrio perfetto che sembrava irrealistico: ogni salto di uno era corrisposto da quello dell'altro, uno sprintava e l'avversario sulla sponda opposta non tardava a imitarlo, la giovane scivolava per passare sotto un tronco abbattuto e subito l'altro emulava il movimento.
    La situazione era paradossale. Quante erano le probabilità che i percorsi presentassero la stessa morfologia? Certamente, quell'area era stata costruita appositamente dagli architetti del Suono per testare specifiche abilità fisiche, ma non era certo verosimile che le intemperie avessero plasmato quel luogo esattamente allo stesso modo.
    Presi dal nervosismo, il primo a cedere fu ovviamente Denki, che, vedendo la sua compagna di classe viaggiare alla stessa velocità in una situazione di perpetua parità, cominciò ad attaccarla, scagliandole contro le armi a sua disposizione: gli shuriken dalla lama smussata viaggiavano secondo traiettorie semplici e rapide, trovando a metà strada altrettante armi in volo seguendo direzioni speculari, il secco suono del cozzare del metallo annunciava il fallimento dell'offensiva.
    Mentre le stellette cadevano in acqua, sprofondando fino al fondale per essere lì dimenticate, un altro arsenale veniva confusionariamente scagliato contro quel mimo capace di riprodurre in tutto e per tutto i suoi movimenti.

    Eijiro?

    Con la coda dell'occhio, Akame scorse il suo compagno arrestarsi mentre lei, rallentando il passo e voltando la testa, procedeva spedita verso la loro metà, oramai a portata di mano.
    Il compagno non solo aveva deciso inspiegabilmente di sabotare la loro gara, ma cominciò anche a muoversi in modo strano, alzando prima un braccio, poi l'altro, eseguendo infine un backflip all'indietro: il suo sguardo era fisso sulla sua "ombra" dall'altra parte della costa, figura che aveva scimmiottato tutti e tre i suoi movimenti, rendendo la scena sempre più goffa e imbarazzante.
    Poi l'illuminazione.

    DENJII!! Non attaccare, è tutta un'illusione! CORRI E BASTA!!

    Un'illusione?... Ma non dovevamo solo correre?!?

    L'epifania del "caposquadra" illuminò le menti degli altri due, uno emotivamente troppo volubile per fare caso a certi dettagli e l'altra ignorante in tutto ciò che riguardava le arti dei Ninja, se non il combattimento corpo a corpo, per quello che aveva appreso in maniera autodidatta.
    Ma ora che la loro attenzione era stata richiamata all'ordine, i due individuarono vari elementi che stonavano con la realtà: lo specchio d'acqua aveva perso la sua forma circolare per divenire una sorta di imbuto nella sua porzione finale, a uno sguardo più attento le tre figure che erano apparse a metà del loro cammino improvvisamente mutarono il loro aspetto, riflettendo solo l'immagine dei tre studenti, evidentemente caduti in una trappola illusoria, un Genjutsu-specchio con l'obiettivo di farli innervosire, rallentare la loro corsa e, nel peggiore degli scenari, farli ingaggiare in un combattimento impossibile da vincere o da portare a termine.

    DENKI!

    Un attimo di distrazione, non bastava molto per morire in una battaglia tra Shinobi.
    O almeno, questo era ciò che i loro Sensei ripetevano continuamente, in ogni situazione, fino allo sfinimento: repetita iuvant, dicevano i saggi. Forse la speranza era quella di instillare nel subconscio degli allievi quel concetto fondamentale in modo che il corpo rispondesse automaticamente in caso di pericolo.
    Due kunai fendevano l'aria, creando un sinistro rumore sibillino, su traiettorie lineari e parallele quasi raggiungendo il loro obiettivo, ma la lezione sembrava non essere stata appresa, vista la mancata reazione di difesa: due shuriken provenienti dalla sua sinistra deviarono i due pugnali, sufficientemente da sfiorare il suo torso senza causargli alcun danno.
    Il gesto provvidenziale di Akame salvò l'alleato da due brutte contusioni - i kunai avevano la punta smussata, difficilmente avrebbero potuto tagliare o lacerare - e questi cominciò a ringraziarla, sventolando le mani al cielo per attirare la sua attenzione.
    I prematuri festeggiamenti terminarono in fretta, infatti non appena il team si riunì sulla spiaggia terrosa, tre agili sagome emersero dalle chiome di un albero alla loro destra, balzando in avanti e distanziandoli di una buona decina di metri: ben diverse dalle copie illusorie di prima, la squadra avversaria aveva approfittato della loro esitazione per superarli e avvicinarsi al traguardo situato a 300 metri di distanza.
    Il trio cominciò l'inseguimento, Akame in testa alla formazione seguita dagli altri due che faticavano a starle dietro ma che, alimentati dall'orgoglio, non avrebbero mai ceduto per arrendersi così vicino al successo.
    I secondi si susseguivano lentamente, le falcate erano sempre più rapide, gocce di sudore imperlavano i loro volti prima di cadere a terra e mischiarsi alla sporcizia: gli "inseguitori" stavano lentamente recuperando il gruppetto in fuga, riducendo il distacco guadagnato all'inizio, facendo loro vacillare la sicurezza della vittoria.
    Come una squadra ben rodata, i due gregari rallentarono il passo per poi invertire direzione e puntare il terzetto al fine di rallentarlo e bloccarlo.

    Akame! Vai avanti, qui ci pensiamo io e Denki!

    Ma...

    Niente ma! Sei la più veloce... vinci!

    La ragazza evitò un placcaggio scartando di lato, quindi invocò tutte le sue energie per raggiungere il velocista avversario, uno degli studenti più veloci della classe secondo i testi fisici eseguiti poco prima. Ma lei non era da meno, la fiducia dei due era benzina per le sue gambe che non sembravano voler smettere di accelerare, una macchina che presto sarebbe andata fuori giri, ma non prima di aver tagliato il traguardo per prima.
    I due contendenti si trovavano l'uno accanto all'altro, speronandosi e spintonandosi per cercare di mandare il rivale fuori pista e assicurarsi la vittoria: le gambe cominciavano a farle male, i muscoli si contraevano non più in maniera armonica per generare forza e perpetrare il suo gesto atletico, ma generando crampi, inni di protesta contro quell'abuso e sfruttamento; le articolazioni cominciavano a infiammarsi e a inviare segnali di allarme e dolore, più in alto l'addome cominciava a essere in debito e a non riuscire più a ripagare quegli strozzini in cerca di glicogeno e a smaltire tutte quelle scorie tossiche in maniera sana ed ecologica.
    Il sistema "Akame" stava per collassare.

    Non pensare di rallentare! Loro contano su di me... corri, corri.... CORRI!

    50 metri.
    Delle "fiamme" divamparono dal ventre di lei, avvolgendola completamente, come una sorta di abito, un'armatura: dapprima le gambe, poi il torso e infine le braccia, in un istante tutto il suo corpo era ricoperto di un'aura biancastra, come se tutta l'energia spesa in quel folle scatto non venisse dissipata, ma restasse vincolata a lei, rigenerandosi e potendo essere riutilizzata immediatamente e in maniera più efficiente.
    Come sotto l'effetto di una sostanza stimolante, le sue gambe cominciarono ad avanzare più velocemente, falcate più ampie e più frequenti, le braccia accompagnavano il movimento con tale forza che avrebbero potuto generare del movimento solo loro.
    20 metri.
    10 metri.
    La situazione di stallo non sembrava essere ancora risolta, i due contendenti si contendevano ferocemente la prima posizione.
    5 metri. Qualche passo. Una singola falcata.
    Una cometa bianca e un fischio decretarono la fine della corsa a ostacoli.


    continua.
    Ditemi se vi aggrada per lo sblocco dell'innata
306 replies since 3/12/2016
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