Posts written by ¬Wævu

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    CITAZIONE (¬Wævu @ 9/4/2023, 10:52) 
    Cambio Eiji Aoki con Unmei non appena verrà approved
    Furuya Rei

    RIPrendo Eiji :giangi: :ruola:
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    Esame Genin

    L'esaminatore restò ad osservare il duo che, in pochi attimi, di tramutò in un quintetto che andò a circondare il chunin, il quale si ritrovò in una situazione alquanto scomoda: avrebbe dovuto lasciar cadere a terra il pacchetto di patatine, a favore di un vantaggio strategico, o avrebbe dovuto preservare la delizia salata, a favore del proprio appetito? Non fece in tempo a prendere la decisione più furba, poiché Taishiro si avventò su di lui senza preavviso. La schicchera partì in sua direzione, impattando sul suo corpo che riuscì (seppur dolorosamente) ad incassare la botta grazie anche alla forza usata per attutire il colpo. Nel contempo, Ayame si mosse con le sue copie dal fianco opposto e, sebbene un paio di loro vennero scoperte per via dell'assenza di ombra sotto ai loro piedi, la terza riuscì a dissimulare la studentessa che – con un attacco a sorpresa – riuscì a tenergli fermo il braccio con stretto il pacchetto di patatine. Fu in quel momento che l'altro studente fece una cosa che mai si sarebbe aspettato da lui: espanse la bocca a mo' di forno, iniziando ad ingoiare il suo intero dito.
    Ma che cazz-
    E mentre l'Otokozuki poté godere dei rimasugli speziati su quel mega wurstel nella sua bocca (i quali resero l'attacco particolarmente gustoso), la ragazza poté chiaramente scorgere il “terrore” negli occhi dell'esaminatore, non appena la vide notare il prezioso tesoro tra le sue dita...ormai prossimo al furto.
    Ok!Ok!Ok!Ok! Mi arrendo!
    Esclamò il chunin, cercando di scrollarsi lo studente dal suo dito (cosa che gli risultò parecchio difficile, vista l'assuefazione in cui stava finendo vittima Taishiro ma, alla fine, l'esaminatore riuscì a scrollarselo di dosso.
    Siete ufficialmente delle brutte pers....volevo dire, dei ninja della Foglia!
    Dopo essersi pulito il dito sulla propria casacca, prese fuori da una tasca due coprifronti, consegnandone uno a ciascuno di loro. Fatto ciò, prese il pacchetto con l'altra mano ed iniziò a mangiarsi il suo adorato spuntino con la calma che lo contraddistingueva...

    Esame concluso! Scusate per l'immenso ritardo, ma avevo bisogno di ricaricare le pile 🔋
    Siete entrambi promossi ed in aggiunta vi portate a casa anche 3 PE da mettere in scheda, bravi!

    HeartyHatefulIceblueredtopzebra-size_restricted

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    Trascinato dall'invisibile forza di Kaori, sul mio viso emerse un sorriso dovuto sia all'entusiasmo della Hyuga che alla dolcezza con cui reagì alla stretta della sua mano. La bancarella presso cui andammo, era ricca di balocchi in legno di ogni genere: c'erano quelli riservati ai più piccoli, quelli per chi amava i rompicapi basati sulla logica e, infine, alcuni pezzi riservati ai collezionisti. Gli occhi perlacei della mora si soffermarono su uno di questi ultimi, raffigurante un carillon finemente intarsiato e curato nei dettagli, il quale raffigurava una di quelle giostre che si scorgevano solitamente durante la sagra annuale di Kumo. Vedendo la luce nei suoi occhi alla vista di quell'oggetto così raffinato, non potei esimermi nell'avvicinarmi maggiormente alla bancarella, gettando un occhio al prezzo scritto sul fogliettino. Non costava molto (in realtà si, ma shhh) ma, qualunque fosse stato il prezzo, nulla poteva essere paragonato al valore di un sorriso sbocciato sul suo viso.
    Non farci l'abitudine.
    Ironizzai, con tono dolce, mentre dalla mia mano libera spuntarono diverse centinaia di ryo che andarono a depositarsi sul banco del negoziante, indicando poi con l'indice il carillon. Il falegname/artista, ringraziò per l'acquisto, adoperandosi subito per l'impacchettamento del presente.
    Lo faccio solo perché...
    Restai per un attimo con la frase lasciata aperta, mentre la mano chiusa a pugno andò ad affiancarsi alla bocca chiusa, così come gli occhi. Mi schiarii un paio di volte la voce, nel tentativo di guadagnare tempo così da trovare una scusa che potesse spiegare il motivo per cui l'avevo fatto.
    ...beh, l'ho fatto perché sì. Mica dev'esserci sempre un motivo, no?
    Alla fine, non riuscendo a trovare valide motivazioni, evitai ulteriori scuse uscendomene nel modo più sincero possibile. Anche perché il vero motivo, nemmeno il sottoscritto lo aveva ancora ben chiaro, per quanto mi facesse piacere vederla felice.

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    Il pugno venne efficacemente contrastato dal ginocchio dell'allieva, la quale non perse tempo nell'incalzare – in contropiede – il sottoscritto. Nel tentativo di aggiungere forza d'impatto, Emerella roteò sul proprio asse sferrando tre attacchi con gli arti inferiori. Una buona idea che venne tuttavia accolta non solo dal mio sguardo, ma anche dal mio avambraccio. Un sorriso si fece spazio sul mio volto, mentre il torso si mosse come un girasole all'alba verso la figura della mora, così da accogliere col palmo destro lo stinco nel secondo colpo e con la mano gemella la caviglia, durante l'ultimo attacco. Feci in tempo a stringergliela e, nel farlo, a trattenerla nel dar origine ad una leva sufficientemente solida da farla roteare in volo per centinaia di gradi, per poi lasciarla andare verso una parete rocciosa. Se non si fosse ripresa in tempo, avrebbe facilmente impattato col corpo contro ad essa; altrimenti, riprendendosi, avrebbe avuto diverse alternative.
    Usa le tue emozioni come energia per lo scontro.
    Il tono era energico, deciso e velatamente curioso di scoprire per quanto a lungo la ragazza sarebbe stata in grado di ruggire, anziché miagolare.
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    B-Rank
    "Between the Rock and a hard place"

    Di tempo n’era trascorso a sufficienza.
    Allo scadere della mezz’ora di tempo, lasciato ai vari ninja per prepararsi adeguatamente e presenziare nel mio ufficio, mi volsi verso l’interno della stanza per fissare i presenti con scrupolo.
    Yu-kun, prendi nota degli assenti e assicurati che venga ritirata loro la licenza di ninja della Roccia.
    Ordinai con tono autoritario e sguardo tagliente, segno che non sarebbero state prese mezze misure con chi non dava certezze: essere ninja non era un hobby, ma un impegno da rispettare, e in futuro dovevo sapere di quante forze potesse realmente disporre il villaggio, in caso di emergenza, nonché su chi poter contare. Volsi quindi il mio sguardo ai presenti, tra i quali vecchie e nuove conoscenze, alcuni con già dell’esperienza mentre altri ancora freschi di promozione. In tutto, v’erano una dozzina di shinobi in quella stanza, un numero idoneo per gli incarichi che avrei – a breve – dato loro. Portai le mani sulla scrivania, chiudendo gli occhi per un attimo, lasciando il capo chino verso il basso, mentre le lunghe ciocche dei capelli scivolarono oltre le spalle. Non appena il mio assistente terminò di annotare le assenze, restando immobile sul posto gettai la bomba sul tavolo.
    Gli esploratori, mi hanno riferito d’aver avvistato una creatura dalle dimensioni gargantuesche – a nord. Una creatura oltre una catena montuosa al limitare della nebbia maledetta, avente quattro code…ma potrebbero essere di più. La creatura era troppo lontana per essere riconosciuta e troppo sfuggente per calcolare con esattezza il numero delle code.
    Lasciai qualche secondo ai presenti per metabolizzare la notizia, per poi riprendere il discorso da dove lo avevo lasciato.
    Di creature simili se ne parla solo nelle leggende tramandate dai nostri avi, dunque non so quanto attendibilità possa esserci dietro ad un simile rapporto…anche perché simili calamità, erano state date per estinte.
    Sollevai i palmi dalla scrivania, sistemandomi per un attimo i capelli prima di proseguire.
    Fatto è che (vera o falsa che sia) non possiamo permetterci di lasciare libero un simile pericolo. Per questa ragione, ci suddivideremo in tre squadre operative e rastrelleremo tutta la zona a nord, alla ricerca di questa fantomatica creatura mitologica. Se volete ritirarvi, fatelo ora.
    Avrei atteso una decina di secondi, in silenzio, attendendo eventuali rinunciatari nel far cenno a Yu di prendere – ovviamente – nota, così come fatto per gli assenti.


    CITAZIONE
    Satomi Habana e Kumiko Uzumaki non sono più kunoichi di Iwa.
    Se e quando i player torneranno attivi, se ne ridiscuterà.
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    A differenza di quella adottata da Emerella, la mia posa di combattimento fu tutt’altro che precaria: le gambe, divaricate, vedevano le piante dei piedi ben piantate a terra nel formare una postura del tutto simile a quella di un cavaliere, a cavallo. Stabile sul posto, la struttura corporea era pronta ad esprimere il suo pieno potenziale, alla stregua di un trabucco alle porte di una fortezza. Le braccia si levarono verso il cielo, tracciando verso l’esterno un arco che si sarebbe unito una volta che i pugni si sfiorarono – sopra la mia testa – abbassandosi verticalmente fino ad unirsi all’altezza della vita.
    Pronta?
    Tuonai, buttando fuori l’aria che avevo immagazzinato con l’ultima inspirazione, muovendo poi il braccio mancino verso di lei nel piegarlo a 90° e liberare indice e medio verso l’alto; l’altra mano, invece, avrebbe preservato l’intero pugno, portandosi al fianco destro col palmo chiuso rivolto anch’esso verso l’alto. Durante la separazione delle mani, il torso avrebbe accompagnato il movimento dell’arto sinistro, torcendosi in senso antiorario nell’assumere una postura più da arciere: gamba sinistra piegata e l’altra divenuta tesa. Non appena ricevetti una risposta affermativa, avrei compiuto uno slancio in direzione della kunoichi che – ora – si sarebbe dovuta esprimere fisicamente in un modo totalmente differente rispetto al consueto: il mio primo attacco, puntò al suo addome e la ragazza si rese immediatamente conto che non avrebbe avuto modo di difendersi con un’evasione.
    Si sarebbe dovuta inventare qualcosa…e alla svelta.
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    Sabaku no Akuma
    scheda – Studente – Sunagakure
    Suna-Symbol-Large
    Il modo in cui il nemico si liberò della sabbia, irritò di molto l’adolescente che – tuttavia – si limitò ad assottigliare il proprio sguardo e a stringere i propri pugni. Il suo silenzio, valse più di mille parole: il nemico era forte, dunque non avrebbe perso tempo a contestare le scelte altrui. Questo, tuttavia, non stava a significare che avrebbe esposto (inutilmente) sé stessa. Beneficiando della momentanea cecità del nemico, Akuma unì le mani, dando origine ad una copia di sé stessa che avrebbe mandato avanti a posto suo, sfruttando le ombre garantite dalle nubi di sabbia – oltre che da quelle alte in cielo. Fatto ciò, per non destare sospetti si sarebbe infine spostata di qualche metro, per poi trasformarsi in una roccia dalla forma comune ma diversa da quelle nei paraggi. Divenuta immobile, a differenza degli altri avrebbe potuto operare senza alcuna restrizione; tutto ciò che le occorreva per muovere la sua sabbia, era la sua volontà. Fece dunque avanzare il bunshin e con esso la sabbia, con una sola differenza rispetto a prima: l’avrebbe fatta scorrere attraverso le crepe del terreno, così che una seconda (potenziale) tecnica fuuton, non la spazzasse via come cenere. Avrebbe, invece, atteso il momento propizio, alzando la sabbia non appena avrebbe scorto una distrazione da parte sua, magari proprio dopo un secondo jutsu elementale. Solo in quel momento, colse l’opportunità tentando di agguantare ambo gli arti superiori del nemico con lo stesso jutsu utilizzato su Kuroumi durante l’esaminazione…il Tokubetsu - Suna no Kaiwan. Il tentativo, fu chiaramente quello di negargli la possibilità di congiungere le proprie mani per richiamare eventuali creature, oltre che di limitarlo nei movimenti e – quindi – unirsi alla manovra dei compagni nel far guadagnare tempo al jonin. Qualora gli arti di sabbia si fossero sfaldati, li avrebbe rigenerati a oltranza, usando la copia per ostacolarlo e costringerlo ad occuparsi anche dei suoi attacchi – seppur fasulli.

    æ code © non copiare, vile
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    Le lasciai tempo e modo di esternare le sue considerazioni in merito al nuovo outfit che le procurai quel giorno, il quale non era altro che una comunissima divisa usata nelle più comuni arti marziali.
    Entrambe le cose.
    Le risposi con tono pacato, facendole quindi ceno di andare a provarselo nel mentre – come d’abitudine – mi voltavo in direzione opposta, portando le mani ai fianchi nell’assumere una postura d’attesa.
    Quest’oggi verificherò i tuoi progressi con un breve duello.
    Spiegai, lasciando alla kunoichi qualche secondo per riflettere su ciò che le avevo appena detto, così da farle fare mente locale a riguardo.
    Questo mi permetterà non solo di valutare il tuo pieno potenziale (per futuri incarichi), ma anche di considerare l’eventualità di insegnarti il nintaijutsu.
    Accennai in ultimo, piuttosto convinto che la mia allieva potesse – tutto sommato – riuscirci, qualora avesse perseverato lungo la via intrapresa da qualche settimana.
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    Sabaku no Akuma
    scheda – Studente – Sunagakure
    Suna-Symbol-Large
    La biondina si unì al resto del gruppo, lasciando che la sua sabbia si disperdesse in pochi attimi così da mettere piede sul più solido suolo. Ascoltato il jonin, concentrandosi con le sue doti poté effettivamente confermare che ci fosse una fonte di chakra in arrivo, fonte che si delineò ben presto in un omone piuttosto grosso e pieno di cicatrici. L’uomo, a quanto pare, aveva già combattuto – in passato – col nostro capitano, riuscendo a persino a sopravvivere. Le direttive furono chiare: creare un’opportunità per il capitano e subito la piccoletta iniziò ad elaborare cosa potesse fare, in una simile circostanza. L’idea che le venne in mente, fu quella di debilitare la vista del brutto ceffo (attraverso la sua sabbia), ma…avrebbe fatto di più. Kuroumi le chiese di fornirgli una traccia del suo sangue e per quanto la tredicenne ne ignorasse il motivo (probabilmente qualcosa inerente al suo essere stalker), lo avrebbe tacitamente aiutato. Poteva farlo da solo? Sicuramente, detenendo simili abilità – seppur con una rena differente; tuttavia, Akuma sapeva anche che gli uomini non erano multitasking, dunque si sobbarcò anche di svolgere una seconda cosa – in parallelo. Come un velo, la sabbia si sarebbe rapidamente mossa tra i fili d’erba (o al limite tra le crepe nel terreno), così da passare quanto più possibile inosservata, agli occhi del nemico; qualora la sabbia fosse riuscita a raggiungerlo senza destare sospetti, questa si sarebbe improvvisamente alzata verso il suo viso nel tentativo di insinuarsi non solo nelle fessure degli occhi, ma anche attraverso il setto nasale, il condotto uditivo e – ovviamente – la bocca. Una parte della sabbia, inoltre, si sarebbe diretta tra i grossi polpastrelli delle dita dell’omaccione. Un evocatore, aveva bisogno di procurarsi delle ferite per richiamare le proprie creazioni ed uno con la sua finezza sicuramente non perdeva tempo a pulirsi le mani dal sangue in eccesso. Ci avrebbe pensato la biondina (seppur in parte) a ripulirgli le mani di qualche traccia di sangue, portando le tracce raccolte a Kuroumi…per i suoi giochetti da stalker. Poche tracce (ma sufficienti per stabilire la connessione), sarebbero rimaste sospese davanti ai suoi occhi. Qualora avesse voluto ingerire il sangue del tizio, tuttavia, avrebbe dovuto ingerire pure un po’ di sabbia.

    æ code © non copiare, vile
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    Fratellanza Yang

    dximhi

    Missione B - Between the Rock and a hard place


    Le settimane trascorsero piuttosto in fretta e con esse, gli ultimi soffi freddi di una primavera ormai uscente. Con il rialzo delle temperature e l’estendersi delle giornate, i mercanti intrapresero rotte commerciali via via sempre più lunghe e (quindi) lontane, riuscendo così a scambiare beni e prodotti via via sempre più diversificati tra loro. Vista la rarità nella reperibilità di alcune merci, i commercianti mi richiesero sempre più ninja come scorta per le loro carovane; questo come prevenzione per le tratte più ostiche, ma anche per scongiurare (gli eventuali briganti) di prendersela con rotte più sguarnite. Per quanto crescente, tuttavia, la forza militare della Roccia era ancora ben lontana da potersi definire “numerosa”, in quanto occorrevano anni per la formazione di ninja e – considerato il tempo di pace garantito dalla Nebbia Maledetta – le iscrizioni erano piuttosto limitate, rispetto i secoli precedenti. La tendenza, fu dunque quella di dispiegare squadre ninja con un numero di componenti via via inferiore o, in alcuni casi, il minimo sindacabile. Questo portò ad una minor efficacia di ciascuna scorta e – di conseguenza – venne infine il giorno in cui (dopo svariati tentativi di saggiare le capacità dei ninja) alcuni razziatori riuscirono a far breccia, soverchiando il ninja grazie ad un soverchiante vantaggio numerico.
    Yu-kun.
    Volsi lo sguardo verso il mio giovane attendente, guardandolo dritto negli occhi mentre mi alzai dal seggio per poi volgermi verso la vetrata che dava sull’intero villaggio.
    Convoca al mio cospetto tutti i ninja disponibili, estendi la richiesta anche a coloro che oggi avrebbero la giornata libera.
    Dichiarai con tono fermo, portando le mani dietro la schiena nel scandagliare minuziosamente tra i vari quartieri di Iwagakure.

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    Alla mia richiesta, Emerella rispose con fervore – malgrado non fossi del tutto certo se a consigliarla fosse stata la sua determinazione o la sua sconsideratezza. Proseguimmo a ritmo sostenuto per secondi, minuti, ore, giorni, settimane; e se nei primi tempi i pesi furono per lei al pari di zavorre per mongolfiere (tanto da farla incespicare una moltitudine di volte), col trascorrere del tempo il suo corpo si abituò ed i suoi passi divennero sempre più precisi, guidati dagli arti inferiori via via sempre più atletici. Dopo un paio di settimane, le aumentai il carico d’una ventina di chili, distribuendoglieli proporzionalmente sui quattro arti e – stavolta – il peso le rallentò solo il passo di marcia. Le cadute delle settimane prima, avevano istruito il suo corpo e la massa muscolare – ora – le permetteva di non cedere più. Non fu l’unica cosa che notai: in alcuni punti del percorso ch’eravamo soliti a percorrere, notai alcune scintille dissiparsi a terra dalle sue caviglie, rivelando i primi frutti del duro allenamento conseguito. Fu ad un mese dall’inizio delle intensive sessioni che, ritrovandomi (come ogni mattina) nel punto di partenza del quotidiano circuito di marcia, decisi ch’era giunto il momento di verificare i suoi progressi.
    Ben ritrovata, Emy-chan.
    Sorrisi alla ragazza, non appena la vidi arrivare, osservandola nell’appurare come il suo fisico fosse mutato nel corso di quel mese. Chiaramente serviva avere un occhio scrupoloso per notare le differenze (rispetto a prima), ma bastava osservarla negli occhi e nel modo in cui si muoveva per comprendere la forza e la resistenza che era riuscita ad ottenere, oltre che ad una maggiore sicurezza in sé stessa.
    Quest’oggi indosserai questo.
    La kunoichi, molto probabilmente, si sarebbe aspettata un outfit avente un ulteriore incremento di peso all’interno del nuovo fagotto che le indicai. Invece, non appena andò ad aprirlo e prese tra le proprie mani i capi da indossare, notò (per la prima volta dopo molto tempo) una strana sensazione: la casacca, i pantaloni e i guanti erano sorprendentemente leggeri. Cosa stava a significare? Perché vestirsi con una divisa così leggera?

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    Inutile dire che lo scambio di sguardi perdurò per i secondi a venire, tanto che persino i cloni iniziarono a guardarsi l'un l'altro, cercando di non darla a vedere. La curiosità insita nell'indole della ragazza, la portò ad accettare la mia proposta, dirigendosi subito verso i cloni che iniziarono – imbarazzati – a tossire nel far finta di averla notata sol ora. In pochi attimi si suddivisero gli ingredienti, per poi allontanarsi da noi, diretti ciascuno in direzione di un banco specifico.
    Al momento la tua mano.
    Gliela presi con un rapido movimento ma, contrariamente dalla mole della mia (rapportata alla sua), la stretta che Kaori percepì fu tutt'altro che dolorosa: il calore che dal mio palmo si diffuse sul dorso del suo, sul palmo, nonché sulle dita, fu accogliente – seppur leggermente ruvido, a causa dei calli provocati dagli allenamenti. Inoltre, la Hyuga avrebbe potuto svincolarsi da quella stretta in qualunque momento, qualora la mia iniziativa le avesse suscitato un profondo desiderio di colpirmi. Non potevo certo sapere se le avrebbe (o meno) fatto piacere, ma vederla sventolare in quel modo – davanti ai miei occhi – provocò in me una reazione che difficilmente avrei avuto, in circostanze diverse.
    Te la tengo solo perché voglio “misurarti i battiti”, ok?
    Daisuke Sato, aspirante infermiere, s'era infine rivelato al m-...Kaori.
    Mentre finisco l'analisi, hai già pensato ad un luogo dove andare a sbirciare?
    Chiesi alla piccoletta, pronto ad incamminarmi non appena avrebbe deciso la meta...

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    dximhi

    Restai in quella postura ad osservarlo mentre si adoperava a selezionare e/o (ancor prima) identificare le erbe che avrebbe potuto usare per l'antidoto, lasciandomi sfuggire un impercettibile sorriso quando lo vidi toccare – dubbioso – l'ortica. Vederlo mentre cercò in tutti i modi di non darmi a vedere il prurito che gli venne alla mano fu quasi divertente, ma il mio dovere prevalse sulla risata che – in condizioni diverse – mi sarei fatta per la sua reazione. Allo stesso modo tacqui per tutta la durata della scelta nonché della preparazione, conscia del fatto che (nei suoi panni) qualunque reazione di un potenziale mentore avrebbe avrebbe fatto tremare persino la fiducia nelle mie di capacità. Ad ogni modo, non appena il composto fu pronto, Yu andò a depositarlo all'interno dell'ampolla con all'interno il veleno e, solo in quel momento, sciolsi gli arti così d'allungare quello sinistro fino a raggiungere il collo di vetro del contenitore. Non appena lo ebbi tra le mie dita, iniziai ad agitarlo con moto circolare antiorario, osservando le gocce d'antidoto disperdersi nel veleno. Pochi istanti più tardi, il liquido assunse un colore violetto e fu in quel momento che posai l'oggetto sul ripiano annuendo – infine – col capo.
    Bene, l'antidoto è corretto, ma hai ancora da migliorare nel riconoscimento degli ingredienti di origine vegetale.
    Spiegai al moro, raccomandandogli velatamente di mettersi “in pari” in erbologia, avvicinandomi quindi a lui fino ad affiancarmi e posargli una mano sulla spalla in un disinvolto gesto d'approvazione.
    Ci vediamo domattina verso le 6:40, non tardare.
    Presi poi alcuni vetrini da un contenitore, inserendo il primo sotto la lente del microscopio per poi restare ad osservare le cellule sul monitor. Solo quando il giovane fu sulla soglia della porta avrei risposta al suo quesito.
    Con più sarai aperto di mente e con più carte la tua creatività avrà a disposizione, non appena ti troverai in situazioni in cui ti verrà chiesto di superare i tuoi limiti...non dimenticarlo.
    Se questa fosse una risposta affermativa (oppure un semplice commento), solo il tempo trascorso al mio fianco glielo avrebbe potuto rivelare. Per il momento, si sarebbe dovuto accontentare dell'essere stato riconosciuto in qualità di mio apprendista.


    CITAZIONE
    Role conclusa! Attendiamo la valutazione da parte di Furu :addit:
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    B-Rank – "Necessitate cogente"


    Non appena Kishibe chiese loro la mappa della ronda, nonché i checkpoint ch’erano soliti pattugliare – durante il giro di guardia – m’inserii nelle richieste nel rivolgere loro la mia: una coppia di spade, così da essere meglio identificati come guardie del posto.
    Non essere così duro con loro.
    Commentai a voce bassa, spiegandomi meglio qualche attimo più tardi.
    Magari l’alcool serve loro per affogare il dolore per la perdita dei loro compagni. Credo che non fossero così negligenti all’inizio, qualcuno deve averli circuiti – in un qualche modo.
    Ipotizzai con espressione meditabonda, andando poi a consegnare una delle due armi bianche al jonin, seguendolo fino al punto in cui avrebbe deciso di muoversi, in attesa del calar della notte. Col calar del sole, l’umidità del luogo diede lentamente origine a dei banchi di nebbia via via sempre più estesi, fino a quando la bruma negò la vista a più di una dozzina di metri di distanza.
    Dici sia il caso di trasformarci nei proprietari delle spade, così da dissimulare la nostra identità?
    Qualora avesse accettato la mia idea, mi sarei trasformato nella guardia che non avrebbe scelto lui, schiarendomi la voce fino a trovare la modulazione giusta. Grazie alla nebbia attorno a noi, infondo, nessuno sarebbe riuscito a scorgere il vapore che ci avrebbe avvolti negli attimi successivi all’attivazione dell’Henge no Jutsu.

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    Unmei 運命

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    Innata: Scomposizione | Speciale: Jashin | Villaggio: Kiri | Grado: Genin


    Riuscimmo ad estorcergli qualche informazione – tra una tortura e l’altra – inerente perlopiù le abilità dei soggetti più pericolosi del gruppo separatista. Forse saremmo riusciti ad estorcergli altro, ma non fummo abbastanza accorti da bloccarlo prima che si recidesse (con un morso) la lingua, preferendo il suicidio al disonore o alla vendetta dei compari. Sbuffai impassibile, attendendo le successive direttive da parte del capogruppo, dando precedenza a Kigetsu nell’ascolto del suo modus operandi, facendomi poi portavoce anche di Pyke nel prendere parola dopo l’albino.
    Prima che tornassi con lo sgherro, abbiamo avuto il tempo per abbozzare un’idea di approccio. Anche noi pensavamo a procedere in modo silenzioso.
    Volsi lo sguardo per un attimo su Pyke.
    A meno che tu non abbia cambiato idea.
    Gli avrei lasciato tempo e modo per confermare a voce (o con un cenno), qualora ancora concorde col precedente piano, per poi mettere al corrente anche l’Hozuki.
    L’idea era quella di avvicinarci e scalare le mura durante il cambio di guardia, sfruttando la nebbia come copertura e la vegetazione alla base delle mura come punti ove nascondere i cadaveri che produrremo.
    Sospesi per un attimo la spiegazione, dando modo al proprietario di Kaku non solo di assimilare le informazioni, ma anche di valutarne l’utilità.
    L’attacco sulle vedette dovrebbe avvenire simultaneamente ed alla gola, così da evitare eventuali grida di dolore. Una volta assassinate le vedette e gettati i cadaveri oltre la cinta muraria, potremmo assumere il loro aspetto e muoverci con maggiore libertà all’interno dell’accampamento, avendo modo di identificare il duo più debole, assassinandoli uno alla volta sfruttando la nostra superiorità numerica – oltre che la sorpresa; fatto ciò, potremo infine occuparci del mukenin di livello superiore, indisturbati.
    Volsi infine lo sguardo verso il rosso dagli occhi concentrici.
    Shanks-san, lei potrebbe assumere l’aspetto del tizio che abbiamo appena ucciso ed occuparsi del loro capo, mentre noi ci occupiamo dei pesci più piccoli.
    Conclusi così la mia disamina, restandomene in silenzio nell’ascoltare l’idea di approccio di Pyke, nonché il verdetto finale del capitano.



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