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| | "Mi rincresce, non mi garbó affatto, dianzi, del desinar l'olfatto!" Ragionando cosi, il pruno bianco prese la sistola di sopra il banco scosse le buccole virevoltando, puntò e centrò il viso e gesticolando pienò d'acqua 'hamicia e pantaloni. Fui molle e mezzo infino ai 'H------i. Se lo si fa leggere a un triestino, dicendogli ch'è stato scritto da un siciliano, il poverino andrà fuori di testa... Edited by Forumista errante - 15/5/2021, 14:15
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| | Ohbbrava mimma! La triestina che lo legge potrebbe anche esserci, cara la mi' nonnina... te che disci, legge o un legge?
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| | Mimma? Adesso spiegami st'ennesimo toscanismo, please...
Se per triestina pensi alla BunBurry, vai a sapere. Ma se mi fido a una analisi abbasta semplice dei numeri della colonna "visite" non credo.
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| | CITAZIONE (Forumista errante @ 15/5/2021, 14:22) Mimma? Adesso spiegami st'ennesimo toscanismo, please... Mimma/o è un nomignolo affettuoso per bambini CITAZIONE (Forumista errante @ 15/5/2021, 14:22) Se per triestina pensi alla BunBurry, vai a sapere. Ma se mi fido a una analisi abbasta semplice dei numeri della colonna "visite" non credo. Bene, troveremo di meglio a Trieste, sicuramente.
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| | Non dubito un instante che tu non abbia ragione, sisepruno. Mi bastano, comunque, gli attimi di empatia che mi fai vivere e ne sono contento. Continua a scodellare toscanismi, se ti va, e io proverò e 'ha'hare endecasillabi sballati, come se fossimo nel cortile della prima elementare a giocare a campana (a chiappeḍḍa in siciliano)...
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| | Ibbòia.
E' una parola strana, forse più pistoiese che toscana. Si usa per dire "che schifo!". Per esempio, un bimbo si china per raccattare una lumaca e se la porta alla bocca, la madre accorre inorridita gridando: "Ibboiaaaa". Ecco, credo di essermi spiegata. Non so assolutamente da cosa derivi, forse è un "boia" rafforzato nella doppia.
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| | Le pera, du' setti.
"Ovvìa, vo a coglie' du' pera". Ecco, il contadino toscano sovverte le regole della grammatica italiana, o meglio, le semplifica. Chi glielo fa fare di metterci una e? E quindi funziona così: una pera, due pera. Però per il sette no, in questo caso gli garba che il sette diventi setti. Perché il toscano è duro come le pine verdi e fa tutto a modo suo. Hai voglia a dirgli che l'italiano ha le sue regole e che lui da toscano dovrebbe conoscerle meglio degli altri. E nulla... un omino che gioca a carte, tira sul tavolo due sette ed esclama: "Ecco du' setti!"
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| | Agguantare e brancata.
Ha agguantanto una brancata di riso e l'ha tirato agli sposi. Credo che abbiate già capito il significato... e sinceramente non so quanto siano solo toscane queste due parole... so solo che qui si usano comunemente.
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| | Noi + si. Noi un si compra nulla senza scontrino! Noi si va al fiume, e voi? Mai sentito un toscano che dice: noi non compriamo niente, oppure, noi andiamo al fiume. C'è questa forma tutta particolare di un "si" impersonale (non riflessivo, non passivo) che aggiunto al pronome in prima persona plurale va poi a reggere un verbo alla terza persona singolare... oddio, forse mi sto incaticchiando ma credo di aver scritto bene ..... lo rileggerò domani ed eventualmente correggerò!
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| | Patire.
Mai sentito un toscani dire sofferenza o soffrire in tutti i suoi tempi e persone.
Pativa il caldo, non stare lì a patire per nulla, un patimento continuo, eccetera.
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| | Lezzo.
Il cane corre sull'argine del torrente, a un certo punto sparisce tra le canne e riappare dopo qualche minuto tutto bagnato. E' entrato in una pozza d'acqua stagnante e puzza di pesce marcio... ecco, è proprio il caso di dirgli: Ti sei lezzato (le zeta rigorosamente aspre) tutto!
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| | Schizzapiscio, impiastro, troiaio.
Termini usati soprattutto in ambito familiare coi più piccoli. Per esempio: "Levati di torno, impiastro!" (Impiastro, alias soggetto fastidioso e confusionario) "Ma indoe tu vo' andare te, schizzapiscio!" (della serie, quante pretese!) "Oh che è tutto 'sto troiaio! Pulisci!" (troiaio è, per esempio, un tavolo tutto imbrattato da farina, mestoli, gusci d'uovo etc. Insomma, in un troiaio che si rispetti c'è sempre una gamma di roba varia e, diciamo, organico/sudicia)
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| | Pelandrone. Etimo incerto. Pare che sia in uso in Piemonte, fatto sta che qui in Toscana si usa alla grande. Con il significato di fannullone, lo si sente spesso in bocca alle madri esasperate mentre inveiscono contro ai figlioli o anche alle figliole pelandrone.
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| | Lo usiamo anche noi. E' un termine abbastanza usuale.
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| | Chetarsi.
L'acqua cheta rompe i ponti, dice un raffinato proverbio italiano. Qui in toscana il vocabolo 'cheto' come aggettivo non si usa mai, ma si usa di molto il verbo. Ecco due icastici esempi, icastici come sempre lo sono i toscani:
"Chetati! Per dio!" "Un si cheta mai, quella donna!"
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