| Per il momento mi astengo dal fare valutazioni in merito, credo sia veramente troppo presto per giudicare.
Ci sono sicuramente delle cose che mi hanno lasciato molto perplesso, quando non addirittura disgustato: dal tira e molla sui due forni, al governo tecnico no, però politico sì, però ci mettiamo comunque a capo un tecnico che male non fa; da "i nomi non sono importanti, quel che importa è il contratto", al "se non ci approvano Savona al MEF minacciamo di far saltare la Presidenza della Repubblica e bisogna stare attenti a insurrezioni popolari", per poi ritrattare di nuovo tutto...
Detto questo, che non ci siano le coperture è il segreto di pulcinella, che il programma sarà in parte (o in toto) irrealizzabile pure, ma voglio mostrare comunque un po' di ottimismo di fronte all'incertezza: hanno il mandato per governare, quindi è quantomeno giusto che ci provino e vediamo di cosa sono capaci. Dal canto mio, visto che ormai sono lì, non posso che augurarmi che riescano a combinare qualcosa di buono per tutti, e che si facciano due conti sulla fattibilità ed equità delle loro proposte elettorali prima di metterla in pratica; se non sarà così, vorrà dire che non avranno più un alibi a cui aggrapparsi e alle prossime elezioni si voterà diversamente.
Nel frattempo, la loro esperienza di governo potrebbe essere un utile periodo di riflessione su dove vogliamo andare come Paese, che tipo di classe politica abbiamo in mente, se ci interessa o meno ricostruire una sinistra (e se sì, quale, con che toni e con che programma), che idea di Europa vogliamo propugnare, e così via. Abbiamo bisogno come l'aria di una rifondazione completa del sistema politico e di una forte rimessa in discussione del nostro sistema di valori e delle nostre priorità, di chiarire senza ambiguità qual è la linea da seguire, e identificare nuovi modelli di leadership e una nuova classe dirigente preparata ma con idee fresche, più a stretto contatto con le persone ma non per questo incompetente. Dobbiamo scrollarci di dosso il concetto di politica come espressione dell'establishment, e per quanto non mi vada particolarmente a genio, questo governo e questa maggioranza danno un forte segnale in questa direzione; sta poi a tutto il resto del panorama politico capire questa esigenza e trovare il modo di incanalarla verso una espressione proficua, fortemente europea ma non per questo irrilevante sul piano internazionale, con più attenzione al lavoro, alle fasce deboli della popolazione, al merito, e così via.
È decisamente troppo presto per farsi prendere dal panico e stroncargli le gambe prima ancora che siano partiti, stiamo a vedere e speriamo portino a qualcosa di buono.
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