Yu-Gi-Oh! Dual: Heaven's Gate

[AVVENTURA][SERIO][FANTASY][VM 13]

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  1. Ipercubo
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    Saga dell'Inizio


    Capitolo 1


    Pack allegati:


    Questa FanFiction è il seguito di Yu-Gi-Oh! Dual, presente in questa sezione; pertanto, saranno frequenti i riferimenti ad avvenimenti accaduti in quella storia.
    Tuttavia, Heaven's Gate rinnova completamente ambientazioni e personaggi rispetto al suo predecessore, di cui non è dunque un sequel a tutti gli effetti. Rispetto a quest'ultimo aggiunge anche un nuovo genere, il Fantasy; saranno infatti presenti elementi "magici" che nell'originale Dual erano assenti o appena accennati. Il rating, VM13, rimane invece invariato.
    Infine, la divisione delle Saghe sarà più netta rispetto alla prima Fic.
    Saranno inoltre presenti riferimenti a Le Cronache di Skaia (che prima o poi finirò di scrivere).
    È possibile, per chi lo volesse, presentare un personaggio da far comparire all'interno della Fic, inviandone via MP nome, Deck e sommaria descrizione fisica/caratteriale.

    ~~~



    Saga dell'Inizio


    Capitolo 1


    Kaito stava camminando per le strade di una città a lui sconosciuta. Intorno a lui vi erano alti palazzi di diversi piani, ma le figure dei grattacieli che si stagliavano contro l’orizzonte a pochi chilometri di distanza indicavano che quella non fosse che la periferia di un’enorme metropoli da milioni di abitanti, ancora più grande di Tokyo, la sua città natale.
    Indossava un largo cappotto e vestiti pesanti, e per la prima volta in vita sua aveva l’assoluta certezza che nessuno lo avrebbe mai riconosciuto. Sempre per la prima volta in vita sua, stava provando i morsi della fame: erano passate ventiquattro ore da quando era arrivato in questo nuovo mondo, e da allora non aveva ancora mangiato nulla. Quella notte aveva persino dovuto dormire all’aperto, come un qualsiasi senzatetto, lui che fino al giorno prima aveva sostanzialmente vissuto nel lusso.
    “Come diavolo mi sono cacciato in questa situazione?” si chiese comprensibilmente il ragazzo, cercando di non farsi prendere dallo sconforto.
    “E pensare che sono stato io a voler venire fin qui, e a tutto il casino che ho fatto per poterlo fare…”

    ---


    1 Settembre 2XXX, Tokyo
    “Sin dall’inizio, a tessere le fila dietro le quinte del Decennale non c’era una sola entità, ma due, ognuna delle quali ignorava completamente l’esistenza dell’altra: la prima è l’organizzazione che ha fatto comparire la sfera prima del Duello fra Kyle e Quasar, e la seconda è Lei… Imperatore Kaito!”
    Kaito si prese diversi secondi prima di rispondere: “‘Tessere le fila’ è una parola grossa, soprattutto se paragonato a ciò che è effettivamente successo durante il torneo; tutto quello che ho fatto io è stato spargere una scia di briciole di pane che conducesse a me.”
    “Beh, in ogni caso ti sei impegnato molto in ciò che hai fatto.” ribatté la donna. “Non soltanto ha ottenuto che durante i quarti di finale venissero utilizzate delle carte create da te e hai sviluppato un software di chat, ma hai anche scritto un intero libro. Salvo, poi, stampare quest’ultimo in una sola copia e inviarlo tramite regalo ad una delle future partecipanti al Decennale stesso.”
    “Credo che le sue ricerche non siano state sufficientemente approfondite: nulla di ciò che ha appena detto è vero.” disse il ragazzo, facendo comparire per la prima volta un’espressione confusa sul volto di Iris. “La chat non l’ho programmata io: l’ha fatto una mia amica, parecchio tempo fa; io l’ho solamente pubblicata. Quanto al libro e alle carte, entrambe le cose mi sono state inviate già complete da una certa persona, la quale mi ha detto anche a chi inviare l’unica copia del libro che poi io ho provveduto a far stampare. Di fatto, “Le Cronache di Skaia” io non l’ho nemmeno letto, sebbene ne risulti ufficialmente l’autore. Si tratta della stessa persona, tra l’altro, che mi ha consigliato di chiamare “Skaia” la chat. E pare che questo piano abbia funzionato, visto che adesso voi siete qui.”
    “Uhm, qui le cose si fanno più complicate; non pensavo che qualcuno avesse suggerito il piano a Kaito.” ragionò la donna fra sé e sé, per poi chiedere: “Posso domandare chi sia questa persona?”
    “Non ne ho idea; per tutto il tempo abbiamo comunicato soltanto via chat, prima ancora che questa avesse un nome e che fosse caricata online, e sempre via chat mi sono stati inviati i file delle carte e del libro. Non so nemmeno se sia un uomo o una donna.”
    "Uff, avrei tanto voluto avere un dialogo con questa persona. Magari offrendole del the." commentò Iris, con un tono velatamente ironico. "In ogni caso, pare che il suo piano abbia funzionato alla perfezione poiché io adesso sono davanti a Lei. C'è qualcosa in particolare di cui vuole parlarmi, o il piano finiva qui?"
    "... C'è una cosa che io desidero. Una cosa che non posso ottenere per vie legali, e che voi del Ministero della Sicurezza avete..." rispose il ragazzo, per poi interrompersi per alcuni istanti come se fosse insicuro se procedere o meno. "Il Varco. Voglio utilizzarlo per salvare una persona a cui tengo molto."
    Per la prima volta, Iris assunse un'espressione completamente interdetta; un simile risvolto degli eventi non lo aveva nemmeno preventivato. Superata l'incertezza sul da farsi, optò per la soluzione più sbrigativa: "Non se ne parla." rispose bruscamente, per poi incamminarsi in direzione della porta da cui era entrata. Si fermò tuttavia a metà strada, realizzando che quello non era il miglior modo di gestire la situazione e cercando di comportarsi in maniera meno impulsiva.
    "Io credo che Lei non abbia ben compreso la situazione: è riuscito a far venire qui un membro del Ministero, attirandone l'attenzione con un messaggio nascosto in maniera ingegnosa. In che modo questo dovrebbe darle il benché minimo vantaggio diplomatico? Nè tantomeno lo fa la sua carica, giacché questo esula da ogni sua competenza. Perché io non dovrei semplicemente girarmi e andarmene?"
    "Negli ultimi tre anni" rispose il ragazzo "non sono stato con le mani in mano. Ho fatto delle ricerche. Sa cos'è questa?"
    Nel fare quest'ultima domanda Kaito pose una fotografia alla donna. Essa non raffigurava all'apparenza nulla di particolarmente strano, un semplice primo piano su un muro sul quale scorreva una crepa lunga circa un metro. Iris non disse nulla, ed effettivamente attraverso una semplice immagine non era possibile nulla di anormale in quella crepa, ma ciononostante Iris aveva intuito che essa era molto più di quanto non sembrasse.
    "Questa non è una crepa in un muro." continuò a parlare il ragazzo. "Questa è una crepa nel tessuto spazio-temporale; se ipoteticamente avessero buttato giù il muro, la crepa sarebbe rimasta lì dov'era. E, sebbene questa non sia assolutamente la versione ufficiale, c'era una crepa di questo tipo quando Claire scomparve due anni fa. Da allora ho cercato ogni possibile informazione al riguardo, e ho scoperto che c'era già chi studiava quelle cose da parecchio tempo. Il Ministero della Sicurezza è stato fondato quindici anni fa dall'Imperatore dell'epoca - mio padre - insieme a colui che ne sarebbe diventato Ministro: Eridian Newgate. Il Ministero è così segreto che i comuni cittadini sono tenuti all'oscuro della sua stessa esistenza; quei pochi che sanno che esiste credono che esso si occupi dei casi che mettono in discussione la sicurezza nazionale, ma in realtà persino questa è una copertura: ciò che il Ministero fa realmente è studiare il comportamento di queste crepe, al fine di creare un dispositivo capace di sfruttarlo a proprio vantaggio: il Varco."
    Iris aveva ascoltato allibita l'intero discorso; tutto ciò che per quindici anni aveva tenuto nascosto al mondo intero e anche a suo figlio era stato scoperto con tranquillità da un ragazzo più piccolo di quest'ultimo. Ma ciò che più di tutto trovava inquietante era la dedizione dimostrata dal suo interlocutore: "Da quando esiste il Ministero né io nei i miei compagni ne abbiamo fatto parola con nessuno; anche considerando la mole di documenti che l'Imperatore ha a disposizione, quanto a fondo deve aver cercato questo ragazzino per procurarsi da solo tutte queste informazioni? Se anche avesse incominciato il giorno stesso dell'incidente dovrebbe aver passato ore e ore ogni giorno a ricercare. Quanto è determinato a raggiungere il proprio obbiettivo?"
    "Non tiriamola inutilmente per le lunghe." risprese la parola Kaito. "Io so che il Ministero ha passato gli ultimi diciotto anni a costruire una macchina del tempo; so che qualche mese fa ci è riuscito, e adesso voglio utilizzarla per cambiare il passato e salvare la persona che amo. Questa è la mia richiesta."
    "Lei 'sa'? Lo ammetto, la quantità di informazioni che Lei è riuscito a raccogliere in così poco tempo è a dir poco incredibile, non credevo che qualcuno ne sarebbe mai stato capace. Ma dal modo in cui parla è evidente che sono ben più numerose le cose che Lei NON sa, Imperatore; in particolar modo, se avesse la benché minima idea della natura di questo mondo non avrebbe mai accampato una richiesta simile. Sorvolando sul fatto che il Varco non è ancora stato sperimentato sugli esseri viventi, infatti, cambiare il corso della storia ha delle conseguenze estreme, a prescindere dall'entità delle modifiche effettuate. Per nessun motivo farò mai qualcosa di così distruttivo."
    "Io guarderei la cosa da un altro punto di vista: è vero che sono molte le cose che non so, ma al contempo ce ne sono anche molte altre che so; per esempio, conosco la lista completa dei nomi dei membri del Ministero. Anche tra quei pochi che sanno dell'esistenza del Ministero, nessuno ha idea, neanche in linea di massima, di quante persone esso mobiliti; per quanto ne sanno, potrebbero essere poche decine come svariate migliaia. Secondo lei, a tutte queste persone, e magari anche ai comuni cittadini, interesserebbe sapere che in realtà il Ministero conta esattamente tre membri, incluso Eridian? O meglio ancora, cosa succederebbe se la gente venisse a sapere che avete creato una macchina del tempo?"
    A Iris gelò il sangue nelle vene. "Ha... ha la più pallida idea di quali sarebbero le conseguenze del dire una cosa simile pubblicamente? Se le persone venissero a conoscenza dell'esistenza di una macchina del tempo funzionante, realisticamente molte di esse sarebbero disposte a ricorrere a mezzi illeciti e violenti per mettervi le mani sopra; si scatenerebbe una violenta caccia al tesoro nei confronti di un oggetto che non saprebbero nemmeno che forma abbia, né dove si trova o chi potrebbe nasconderlo. Potenzialmente, ognuno potrebbe pensare che il proprio vicino di casa faccia parte del Ministero e che stia nascondendo la macchina. In breve, in molti ambienti calerebbe l'anarchia e l'illegalità. Lei, che è l'Imperatore di questo paese, farebbe mai una cosa del genere al suo stesso popolo?"
    "...Il mio popolo?" chiese Kaito, quasi sorpreso da quella domanda. "Io credo che la monarchia sia una forma di governo molto stupida. Dare a qualcuno ruoli che richiedono grandi responsabilità soltanto perché ha certi genitori porta inevitabilmente a mettere al potere gente che non ne avrebbe assolutamente i requisiti. Mio padre questi requisiti ce li aveva, quando era ancora in vita, ma io non li ho ereditati da lui; a me non interessa assolutamente il potere politico, quello è soltanto un mezzo che utilizzo per arrivare ai miei obbiettivi. Nè tantomeno mi importa qualcosa di questa nazione. L'unica cosa che mi dispiace è che ci debbano andare in mezzo persone che con questa storia non c'entrano nulla, ma questo non mi fermerà arrivati a questo punto: ho passato più di un quasi della mia esistenza a cercare un modo per salvare Claire, non fermerò ora che ci sono arrivato così vicino. D'altra parte, se lei avesse perso la persona che più amava al mondo non sarebbe disposta a tutto pur di reincontrarla?"
    Per un singolo momento Iris pensò di rispondere a tono a quell'affermazione. Avrebbe voluto obbiettare che lei stessa aveva perso una persona estremamente importante, il fidanzato nonché padre di suo figlio, proprio in un incidente riguardante le crepe nello spaziotempo; avrebbe voluto contestare che anche lei, al tempo, aveva subito lo stesso dolore che stava provando lui ora, ma che nonostante ciò non le era mai passata per la testa l'idea di mettere in pericolo il mondo intero per questo motivo; e magari avrebbe anche voluto prenderlo a pugni per l'egoismo dimostrato nel mettere la vita di così tante persone innocenti dopo quella di una singola ragazza.
    Ma non fece nulla di tutto ciò. Essendo una donna razionale, Iris analizzò le possibili opzioni che le erano state lasciate e le rispettive conseguenze, ed alla fine, resasi conto di essere stata messa con le spalle al muro, propose una soluzione che avrebbe potuto accontentare entrambe le parti.
    "Io... non le permetterò di cambiare il passato. A Lei come a nessun altro. Ma, se è disposto a rischiare la vita per questo suo obbiettivo... potrò mandarla nel luogo in cui si trova Claire."

    ---


    Da quando Kaito aveva accettato quelle condizioni erano passati tre mesi, e giusto il giorno prima - dal punto di vista di Kaito - Iris aveva finalmente utilizzato il Varco su di lui.
    In questo lasso di tempo la donna aveva portato a termine diversi test che potessero assottigliare il margine di errore, e il ragazzo si era preparato psicologicamente e materialmente per quello che lo avrebbe aspettato. A quanto aveva capito, la crepa che aveva “rapito” Claire non la aveva fatta sparire nel nulla, ma semplicemente spedita in un punto più o meno casuale dello spazio-tempo, e Iris aveva “calibrato” il Varco su quella crepa per poter spedire ulteriori oggetti – in questo caso, lui - più o meno nello stesso momento e luogo.
    Evidentemente la calibrazione non era perfetta, visto che di Claire non vi era ancora nessuna traccia. In compenso ora Kaito si trovava da solo in una città che non conosceva, in un periodo storico che non conosceva, ed apparentemente anche in un mondo che non conosceva, visto che aveva trovato un planisfero in un cestino dei rifiuti e, sebbene la disposizione delle terre emerse fosse la stessa, quella degli stati era completamente diversa da quella a cui era abituato, o da qualsiasi altra che avesse studiato a scuola.
    “Stando a quanto ho imparato nell’ultimo giorno, questa città si chiama New Moon ed è la capitale dell’omonima “Repubblica di New Moon”, che geograficamente occupa l’intero continente americano. Iris mi aveva parlato di quest’eventualità: mi ha detto che forse Claire sarebbe potuta finire in una specie di universo parallelo, chiamato Aleph, ed io con lei. Mi ha detto anche che uno di noi due, o entrambi, saremmo potuti potenzialmente comparire sul fondo dell’oceano, o sulla parete esterna di un grattacielo, o più in generale affianco a qualsiasi superficie solida. Il solo fatto che io sia arrivato a destinazione illeso è già un’ottima cosa. Sicuramente anche Claire lo è, e prima o poi la troverò senz’altro.” si disse il ragazzo per darsi forza.
    La verità è che Kaito aveva passato gli ultimi tre mesi a prepararsi ad un viaggio che avrebbe potuto ucciderlo istantaneamente, e i due anni precedenti a raccogliere informazioni ed organizzare un piano per ricattare uno dei Ministeri del suo paese; aveva minacciato di gettare la propria nazione, che in teoria avrebbe dovuto aiutare a prosperare, nel caos e la aveva lasciata senza eredi al trono e con un caso di sparizione che non sarebbe mai stato risolto; aveva anche accettato l’idea di non rivedere mai più sua madre, a cui non aveva neanche potuto dire addio per non infrangere l’accordo che gli impediva di parlare con qualcuno del Varco e dei viaggi nel tempo, lasciandola da sola a patire lo stesso dolore provato dai genitori di Claire, e si era gettato in un mondo in cui nessuno lo conosceva. Tutto questo solo per riunirsi con una sua ex compagna di classe; e ora gli si presentava davanti la possibilità di non rivederla comunque più.
    In cuor suo Kaito non poteva accettare quest’eventualità: era convinto che tutto si sarebbe risolto per il meglio, e che tutto sommato il destino non avesse ancora smesso di sorridergli; d’altra parte, il suo piano era andato a buon fine ed era sopravvissuto al viaggio: le maggiori difficoltà le aveva già superate, si diceva.
    “Siccome non sapevo quale valuta sarebbe stata in vigore nel luogo dove sarei finito, non ho potuto portare con me del denaro; tuttavia ho portato questi, sperando che il loro valore economico sarebbe stato riconosciuto ovunque.” disse, aprendo leggermente la giacca ed osservando un sacchetto nascosto al suo interno, contenente oro e pietre preziose. Si interruppe tuttavia quando un brontolio del suo stomaco lo costrinse a richiudere il cappotto e a portarsi entrambe le mani sulla pancia.
    “Qui dentro ci sono gioielli per milioni di yen, e nonostante ciò sto morendo di fame. Non posso pagare un panino con un anello d’oro, né posso vendere dei gioielli d’oro senza fornire spiegazioni sul come gli ho ottenuti. E di spiegazioni credibili, in questo momento, non ne ho proprio. L’unica cosa che posso fare è continuare a vagare alla cieca, sperando di tro-”
    Questi pensieri, come pure quelli di tutti gli altri passanti, furono bruscamente interrotti dal rumore di un muro che crollava a qualche centinaio di metri di distanza. Sebbene la lontananza avesse attenuato parecchio il rumore, tutti quanti si girarono in quella direzione, alcuni incuriositi, altri preoccupati.
    “Che cosa è stato?” “Sarà crollato un balcone?” “Ci saranno stati dei feriti, dovremmo chiamare un’ambulanza!” si sollevarono voci indistinte dalla folla. Kaito, dal conto suo, faceva gli stessi pensieri. “Un muro avrà ceduto?” si domandò, senza nemmeno sapere che cosa ci fosse da quella parte della città. Però, diversamente dagli altri, incominciò a correre nella direzione del crollo. “Per quale motivo ci sto andando? Spero forse di potermi rendere utile? O di trovare qualcuno che possa aiutare me?” si chiese, senza sapere nemmeno perché stava correndo, mentre si dirigeva in direzione della nuvola di polvere che nel frattempo si era sollevata.

    Di tutto ciò che Kaito aveva detto e pensato fino a quel momento, su una cosa in particolare sembrava aver avuto ragione: nonostante la situazione avversa, il destino non aveva ancora smesso di sorridergli. Egli si stava infatti dirigendo verso un incontro che avrebbe influenzato non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero.
     
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