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Il duro lavoro di un volontario
All'epoca ero un ragazzo di 27 anni, senza lavoro e senza aspirazioni. Poi un giorno ebbi l'ispirazione di interessarmi al volontariato europeo e presi i contatti con una organizzazione; tramite essa trovai infine un progetto in Danimarca per un anno con lo scopo di cooperare per gestire dei giovani adulti necessitanti di sostegno e aiuto. Tempo qualche mese e mi ritrovai in un altro Paese, a dover parlare un'altra lingua e a vivere da solo in un appartamentino monolocale, in mezzo ai monti e nei pressi di un piccolo paesello. Dopo alcuni giorni di apprendimento dei miei compiti, incontrai uno dei gruppi di ragazzi e ragazze: l'eta di essi era compresa tra i 16 e i 20 anni, i Paesi d'origine erano tra i più svariati e così erano i motivi che avevano condotto tali giovani in quella comunità. Diventare un aiuto-sostegno riconosciuto non fu facile ma alla fine qualcuno di essi iniziò ad affezionarsi a me e a seguirmi; il problema era che alcune ragazzine erano davvero delle gran gnocchette e in alcuni casi era difficile stare concentrato sul mio compito, invece che su di loro; ad esempio in alcuni episodi qualcuna mi si era seduta in braccio, provocandomi la sofferenza di dover tenere a bada il mio membro; oppure certe volte mi si aggrappavano ad un braccio, schiacciando i loro seni, talvolta non troppo modesti, contro di me.
In particolare c'era Elisabeth, che si faceva chiamare Liz; era una tipetta di 19 anni e di origine Polacca, castana dai bei capelli lisci che portava a coda di cavallo, occhi grandi marrone chiaro, un poco bassetta ma dai lineamenti sinuosi e sensuali, con un bel culo da 10 e lode che compensava i suoi seni non troppo generosi. Da quanto capii ella era stata abbandonata a 16 anni dai suoi genitori, incapaci di crescerla, e dopo vari viavai era stata portata alla comunità; i miei responsabili mi dissero che la sua ricerca di affetto era dovuta a ciò e quindi non dovevo farci molto caso; tuttavia era la ragazza che più cercava il mio contatto fisico e certe volte mi pareva che essa ci mettesse anche un po' di malizia; ad esempio una volta che sedevo su uno dei divani del Centro la giovane mi si sedette appiccicata accanto e come se niente fosse mi pose una mano sulla coscia, molto vicina alla mia parte bassa, lasciandola lì per parecchio tempo mentre guardavamo la televisione; inutile dire che quella volta non riuscii a trattenermi e esso si ingrossò, cosa quasi impossibile da non notare al tatto anche se lei rimase impassibile; per fortuna eravamo soli. In un altro episodio, mentre c'erano i turni di pulizia per i giovani ed io ero sempre davanti alla tv, Liz si mise a pulire nella mia zona vestita con una maglietta, chiaramente senza reggiseno osservando le forme che trasparivano, e dei pantaloncini molto corti da casa; mentre passava l'aspirapolvere in parecchie occasioni si chinò mostrandomi inequivocabilmente apposta il suo bel sederino e mi parve di vedere anche lo "zoccolo di cammello"; stavo per esplodere e tornato a casa mi segai godendo come un porco fantasticando su ella.
Passò qualche mese e il rapporto con la ragazza aumentò, nel senso che bene o male era divenuta la mia preferita, ed entrai più in confidenza con lei; pure con tutti gli intoppi della lingua, parlavamo molto e essa iniziò a chiedermi aiuti in faccende che in teoria non mi dovevano competere; ad esempio mi chiese più volte di accompagnarla nei negozi di vestiti del paese, visto che non poteva andare da sola; in quelle occasioni attendevo fuori dal camerino con una pila di abiti in braccio mentre lei si cambiava; il problema era che, sicuramente facendolo apposta, lasciava con la tendina un piccolo spazio aperto che mi permetteva di vedere in parte l'interno, dunque ogni tanto intravedevo la sua schiena nuda o se ero fortunato un assaggio visivo di qualcosa di più piccante.
Arrivai al punto di pensare di smettere di fare pensieri osceni su di lei e di cercare di distaccarmi un poco per evitare di farmi rizzare il membro ogni volta che la vedevo; forse la ragazza lo notò, o forse per qualche altro motivo, fatto sta che una sera rientrando stanco nell'appartamento trovai la porta non chiusa a chiave; non sicuro di averla bloccata entrai, accesi la luce e quasi mi venne un colpo; Liz era seduta in modo provocante sul mio letto in perfetto centro, vestita con una mia maglietta che le stava larga comprendola fino a metà coscia, e delle calze nere alla francese che le arrivavano fino alle ginocchia. Fu una scena così inaspettata e allo stesso tempo spettacolare che non riuscii a muovermi, rimanendo impalato sul posto; lei con le guance un po' arrossate tese una mano verso di me e con l'indice mi fece segno di avvicinarmi; poi vedendomi immobile scese dal letto e con la sua camminata femminile e provocante mi raggiunse, mi prese per mano e mi trascinò al bordo del letto dove risalì; io ero combattuto tra il mio dovere di guida e il mio essere un maschio sempre arrapato, quindi iniziai a balbettare qualcosa chiedendole cosa stava facendo lì e che non poteva; senza preamboli la ragazza si portò al bordo issandosi seduta per arrivare alla mia altezza poi mi avvicinò il viso e mi diede una lenta leccata sulle labbra zittendomi; a quel punto mandai totalmente a fare in culo il mio buon senso, la afferrai per la vita portandola contro di me e la baciai sprofondando nel profumo dei suoi capelli ora sciolti, che odoravano di un buonissimo balsamo e amoreggiammo a lungo. Poi divenendo sempre più eccitato e ardito le misi una mano su una gamba e la feci scorrere sempre più su, passandole sotto la maglietta e raggiungendo un suo seno caldo che afferrai e presi a massaggiare, sentendo il suo capezzolo turgido premuto sul palmo; poco dopo le raggiunsi con l'altra mano il gemello e lei iniziò ad ansimare staccando la sua bocca umida dalla mia e alzando la testa verso l'alto ad occhi chiusi; quando poi le presi un capezzolo tra le dita e inziai a giocarci lei si lasciò scappare un gemito di piacere e dopo poco un po' di latte le sgorgò fuori bagnandole la maglietta e colandole di sotto mentre lei si aggrappò ai miei capelli tirandoli piano. Intanto il mio cazzo ormai divenuto un pilastro di marmo picchiava contro i vestiti e di conseguenza contro di lei; Liz finalmente vi prestò attenzione, mi fece fare un passo indietro, si sedette sul bordo del letto e poi leccandosi le labbra vogliosa mi slacciò la cintura, mi sbottonò i pantaloni e me li abbassò, poi prese a massaggiarmi il membro ancora contenuto nelle mutande che in breve si inumidirono dei miei fluidi lubrificanti; quando accadde ciò la ragazza lo prese come segno di passare alla fase successiva e senza cerimonie mi abbassò le mutande liberando il mio pitone all'aria aperta, poi mi avvolse la cappella con le sue labbra e iniziò a leccarmela in senso rotatorio mentre io le sostenni i capelli dietro alla testa; dopo avermi insalivato tutto l'apice ella iniziò ad inglobare il mio cazzo poco a poco fino a che riuscì, poi iniziò una serie di pompini celestiali che me lo bagnarono totalmente. Dopo l'ultimo bocchino, staccandosi dal mio membro e rompendo un filo di saliva che ancora ci univa, la ragazza indietreggiò sul letto, si mise in piedi al centro e mantenendo come copertura la maglietta davanti si afferrò i bordi delle mutandine e se le fece scorrere piano piano sulle sue gambe sexy, se le tolse da una gamba e se le arrotolò sull'altra fino alla coscia, cosa che se possibile mi fece eccitare di più; poi Liz si mise a gattoni e tornò da me seducente, e si sedette sulle proprie gambe divaricando le ginocchia ma tenendo ancora la maglietta a coprire la sua grazia. A quel punto ritirò le braccia dentro le maniche dell'abito e senza farsi problemi strappò una spalla di esso in modo tale da creare un buco abbastanza grande da farselo scorrere, arrotolandolo fino sulla pancia; in tale modo liberò i suoi seni ed io mi avventai subito sul suo capezzolo bagnato di latte dal quale sporgeva ancora una goccia, e iniziai a succhiarglielo mentre senza fronzoli portai una mano tra le sue cosce sfiorandole prima la sua vagina dalla peluria rada e poi violandola con due dita, beandomi del suo interno bagnato. Passò poco tempo prima che lei mi fermò e mi accarezzò il cazzo con un evidente significato; detto fatto la feci sdraiare e le feci distendere le gambe che poi piegò e divaricò; portai il mio pitone davanti alla sua intimità, le strusciai la cappella sulle sue giovani labbra vaginali come preliminare e poi per gustarmi il momento la penetrai poco per volta, godendo mentre il mio membro strusciava lentamente tra le sue pareti interne; afferrai le sue belle gambe per farmi forza e iniziai ritmicamente a scoparla, ansimando entrambi quasi all'unisono. Aumentai il ritmo e ad un certo punto il mio cazzo troppo veloce sgusciò fuori da lei con uno scatto, trascinandosi dietro un filo di fluidi vaginali; Liz prese a gemere e dalla sua vagina fremente iniziò a schizzare copioso un fluido biancastro che mi investì tutta la zona inguine. Quando lo sgorgo sciemò la ragazza rimase ferma nella stessa posizione ansimando; io però non avevo ancora finito: mi portai di nuovo su di lei e la penetrai nuovamente facendola gemere ancora; le presi le gambe e con esse le feci circondare la mia vita, e le feci intrecciare i piedi dietro la mia schiena; le presi poi le braccia facendola aggrappare dietro al mio collo e la issai in braccio; era più leggera di quanto pensassi così non ebbi difficoltà a portarla contro una parete, sorreggendola da sotto le chiappe, dove ripresi a sbattermela con più foga generando ad ogni penetrata un sonoro tonfo contro la parete; riuscii incredibilmente a resistere qualche minuto poi infine il mio cazzo esplose in una eiaculazione da estasi, in cui schizzai almeno dieci volte dentro di lei. Quando infine la feci scendere le uscii dalla sua intimità una piccola colata di sperma. Dopo esserci ripresi dallo sforzo, ci facemmo la doccia insieme e la riaccompagnai di nascosto all'esterno della sua stanza, dove entrò dalla finestra. Quello diventò presto un nostro usuale segreto.
Edited by atbmatus - 25/8/2017, 01:08
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