Addestramento Galatea Shishi

Hijutsu di livello B - Taru Yuurei no Jutsu

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  1. H.Basil
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    L'ipotesi che il cervello la stesse ingannando ebbe vita breve; questione di attimi. Forse per un istante poteva essere un'allucinazione, uno scherzo dell'immaginazione. Ma dopo tre, quattro, cinque, sei secondi, il fantasma di chakra che percepiva al centro del petto non poteva che essere realtà. Proprio come prima, la Endan era stata formata e addormentata e ora giaceva quiescente dentro di lei. La riconferma giunse con un misto di sollievo e soddisfazione, condita da un pizzico di autocompiacimento che mise Galatea di buonumore e nella giusta predisposizione per proseguire, più rilassata e incline all'ironia. Rispose a Kisuke con un occhiolino sbarazzino accompagnato da un lievissimo cenno del capo. Una piccola celia prima di tornare a bomba sull'addestramento e sulla serietà. D'altronde Kisuke non faceva sconti o concessioni.
    Sì, è un po' evasiva ma riesco a percepire distintamente anche i due diversi chakra, il Katon della Endan e quello base del Barile intervenne la kunoichi, a metà della lezione, ammettendo quanto era riuscita a sentire con chiarezza poco prima; la tecnica tenuta in sospeso era un po' come la nausea, c'era ma non era una presenza ben definita. Se ci pensava allora sembrava fin troppo evidente e invasiva, ma bastava una minima distrazione e non era più così presente. Ne restava solo un sentore. Come un alone. Una vaga sensazione che però non mollava mai la presa e restava lì aggrappata subdolamente ai suoi nervi.
    Qui l'unica cosa che rischia di esplodere e vaporizzarsi è il mio clone e con lui il chakra che sto usando non poté far a meno di commentare a seguito del resto della spiegazione di Kisuke. L'assist era di una precisione chirurgica, il piatto di un argento lucido e sfavillante: chissà se aveva fatto quella scelta di parole appositamente per punzecchiarla, ma cadevano a pennello nella situazione in cui si trovavano. E lei certi servizi difficilmente riusciva ad ignorarli.
    «Avanti, prova così.»
    «Che fai, scappi?» ironizzò il clone, prima di girarsi in direzione opposta rispetto a Kisuke e al suo creatore e chiudere gli occhi. Due punti doveva tenere ben chiari: spaccare il Barile tutto in un colpo e non dimenticarsi di agevolare la fuoriuscita della Endan. Non sarebbe risalita lungo la gola fuori dalle sue labbra da sola: se non l'avesse sospinta, sarebbe esplosa lì, al suo interno. Doveva terminare il processo che aveva solo messo in pausa: se normalmente era lei che spingeva fuori il chakra mente assumeva forma fisica, anche adesso doveva essere lei a riprendere quel chakra e accompagnarlo verso l'esterno. Era fondamentale proprio perché aveva del tutto trascurato quest'aspetto nel suo primo e unico tentativo.
    Prima, però, doveva aprire le porte della prigione e farlo diversamente da prima. L'avrebbe aiutata conoscere anche un solo Jutsu con una meccanica simile, così improvvisa e veemente, a cui potersi rifare e usare come esempio. Ma a livello di lavorazione, o disfacimento, di chakra, non conosceva nulla di analogo. L'unico appiglio veniva sempre dal mondo dei Fuuinjutsu, dal processo di trasferimento: un po' con il Tenrou, che veniva trasmesso con una sonora esplosione, istantanea. Solo che sono due procedimenti che non ci azzeccano niente l'uno con l'altro. Niente analogie, doveva procedere a tastoni, improvvisare, inventare. La tecnica tenuta in congelatore si manifestò come un piccolo globo di chakra, man mano che su di lei focalizzava tutta la sua attenzione: un guscio di fredda barriera e un caldo nocciolo di fiamme. Non era semplice? Bastava ridurre lo strato esterno in briciole e convogliare all'esterno il draghetto interno che scalpitava. Molto più semplice che manipolare dell'energia intangibile e trasformarla in fiamme reali, in lava, magma, gomma, terra, carne e ossa, per dire. Cos'era quello scherzetto al confronto? Eppure tutto quello sai farlo senza nemmeno sapere perché e di fronte ad un uovo da rompere sei del tutto handicappata. Avesse avuto natura tangibile, Galatea avrebbe girato e rigirato il globo di chakra tra le mani come fosse un scrigno di cui non trovava alcuna apertura, nessuna serratura per la chiave o, più pertinentemente, nessuna fessura su cui fare pressione e forzare come con un piedi di porco si forza una serranda qualunque. Ma non stava trattando con un oggetto estraneo. Stava lavorando sul suo chakra, su una parte di sé, su se stessa. Ficcatelo bene in testa. Puoi farci quello che vuoi. E con ritrovata determinazione, affondò sul globo di chakra con tutte le sue energie e tornò a lavorarlo come fosse energia pura ancora intatta, appena accumulata. Non pensare che è una tecnica fatta e finita può essere un buon punto d'inizio. E' solo chakra, il tuo chakra che puoi manipolare come vuoi. Divise mentalmente strato esterno e materiale interno, che non doveva turbare o colpire per non intaccare la Endan, e si impegnò per frantumare tutta la patina di chakra che costituiva il Barile. E man mano che picconava, spinse su il chakra Katon come fosse appena lavorato e lo trasformò in fiamme, cercando di soffiarlo via dalle labbra.

    Chakra: 160-8=152-8=144-8=136-4-2=130-8=122-4-2=116/160
    Stato fisico e mentale: incoraggiata
     
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