| Con grande soddisfazione finisco "Da Mosca al mar Nero" di Teffi, libro brillante e scorrevole in cui la fa da padrone l'enorme affresco storico della guerra civile russa. Teffi, intellettuale Russa, narra la sua fuga da Mosca, prima in Ucraina e poi a Novorossijsk e infine il più lontano possibile da quella patria che si volta a guardare un'ultima volta presagendo che sarebbe stata l'ultima. Con garbo ed eleganza Teffi racconta la sua rocambolesca fuga, che a tratti è quasi leggera come un viaggio improvvisato e ricco di avventure e incontri, ma che in realtà è dominato da dolore, orrore e violenza. Del doman non v'è certezza in questo lungo pellegrinaggio verso la salvezza, ma in qualche modo si sopravvive, non si può farne a meno, nonostante la guerra, la spagnola e il tifo petecchiale. La grande macchina del viaggio picaresco avanza e ad un certo punto, ad Odessa, inizia uno dei tratti più belli che abbia mai letto. I Bolshevichi arrivano, ad Odessa si spara per le strade e scatta la legge del "si salvi chi può", senza dignità, onore o buone maniere. Teffi non si scoraggia e trova il modo di salire su una nave, quasi sia il suo destino quello di cavarsela quando non sembra ci siano strade per farlo; la nave però non funziona, viene rimessa alla via dallo stesso equipaggio e....divolone che pagine! Storia, avventura, viaggio e grande narrativa si condensano in passo indimenticabile, paragonabile forse alla fuga da Mosca verso Varekino del Dottor Zivago. Insomma un bel libro, peccato che di questa autrice sia stato tradotto ed edito pochissimo.
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