Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Il mio primo strap-on

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view post Posted on 1/11/2016, 17:23     +1   -1
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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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CITAZIONE (Vtx @ 1/11/2016, 15:03)
Non solo è complicato ma implica un coraggio non comune: per fortuna ti è andata bene e tua moglie è molto innamorata di te.

Quando si sta male dentro ed hai bisogno almeno di confidarti, il coraggio alla fine viene. Deve venire perchè se no vivi male. Non ci sono altre vie. Dovevo almeno condividere il mio segreto con lei e poi valutare la sua reazione. Non cercavo nemmeno che lei mi dicesse <si, va beh, da adesso sono la tua padrona>, cosa che accade solo nei raccontini privi di ogni approfondimento psicologico, ma almeno che mi comprendesse, che capisse il mio stato d'animo. Ecco, diciamo che cercavo solo comprensione più che una padrona, nella speranza che, preso atto della situazione, lei potesse anche concedermi qualcosa in futuro
CITAZIONE (lodesana @ 1/11/2016, 16:56)
Arti marziali e strap on credo sia il massimo.Ti prego finisci il racconto

Si tranquillo, entro domani posto il proseguimento. Si, credo anch'io che arti marziali e strap-on siano il massimo...... purchè accompagnati dalla dominazione. Altrimenti, che gusto c'è? ;) ;)
 
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view post Posted on 2/11/2016, 16:45     +1   +1   -1
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La sera stessa, come quasi tutti i sabati sera, giocammo. Sinceramente non mi ricordo come ma di sicuro non usò lo strap-on e nemmeno glie lo chiesi ma la volta successiva, complice uno scambio di messaggini, le feci capire che non vedevo l’ora di inginocchiarmi ai suoi piedi e di fare tutto ciò che lei avesse voluto nella speranza (assolutamente falsa visto che avrei desiderato il contrario) di non farla arrabbiare e di non meritarmi come punizione che lei usasse il membro finto. Da calcolare che pensavo di fare le cose pian piano. Non avevo nemmeno comprato un olio adatto per prepararmi ad un’eventuale penetrazione e comunque avevo anche una notevole paura, malgrado le piccole dimensioni del fallo. Però in qualche modo si sarebbe dovuto cominciare.
E da gran maestro della finzione, riuscii a portarla ad indossarlo. Alla prima occasione infatti, la pregai di non arrabbiarsi e soprattutto di non usare lo strap-on che, nel nostro linguaggio significava esattamente l’opposto. Lei capì l’antifona e andò a cambiarsi. Prima di questo, era stato tutto serio, con la lotta, la mia sottomissione e le solite altre cose, compresa la mia opera di cuoco-maggiordomo, con io che preparo la cena e la servo come una regina. So che sarà banale ma sono momenti che adoro perché è un altro di quei tasselli dello scambio di coppia. Sono strano forte io. Da bieco maschilista, aiuto pochissimo mia moglie nei momenti normali, cosa che la fa incazzare come una iena e che forse tollera solo grazie ad un tipo di educazione un po’ all’antica e poi mi tramuto nel più servile degli uomini, pronto a scattare ad ogni suo ordine. Mah! Non per niente mi sono fatto quasi un anno di analisi. Senza risolvere molto, a dir la verità. E, a proposito di servilismo, ovvio che poi ripulii la cucina mentre lei mi osservava con un occhio mentre con l’altro se ne stava su facebook. Ripulire la cucina è spesso il mezzo che mi porterà poi ad avere la mia dose di punizione perché qualcosa che non va lo trova quasi sempre. All’inizio lo facevo apposta ma ormai lei ha imparato ed è molto più eccitante cercare di fare tutto nel miglior modo possibile con la speranza di soddisfarla e con quel briciolo di timore che lei possa non gradire. Timore e al contempo speranza. Mah!! Con me anche Freud si arrenderebbe e cambierebbe mestiere. Ed anche quella volta un piccolo sbaglio lo dovetti fare perché lei mi minacciò che l’avrei pagata. Prima di entrare nel particolare di quella che fu poi la <punizione>, è veramente complicato spiegare cosa io provi esattamente in quei momenti. Sono emozionato, eccitato ma anche preoccupato. Non sono uno che tollera molto il dolore e spesso il dolore è la conseguenza della punizione (schiaffi, sculacciate). E poi strepito, chiedo umilmente di non punirmi ma, come ho detto prima, so che desidero quella punizione, perché penso di meritarmela e perché mi dico che è nel suo diritto fare di me ciò che vuole. E quella volta mi disse di aspettarla, ovviamente in ginocchio, perché andava a prendere il mezzo con il quale mi avrebbe punito. Speravo fosse lo strap-on. Cos’altro poteva essere visto che non usavamo nessun tipo di oggetto? Ma il tempo passava. Due minuti, cinque minuti, forse addirittura una decina e non si vedeva. Alla fine torno’ con quel membro azzurro che ballava tra le sue cosce ridendo come una matta
“ Aho tesò, io non ce riesco” Scoppiai a ridere pure io. La serata sottomessa si era interrotta miseramente. Non riusciva ad allacciarsi l’imbracatura che serve per sorreggere e tenere fermo il dildo. Nella mia inesperienza, ne avevo scelto uno piuttosto complicato che doveva essere allacciato anche su una gamba oltre che alla vita e penai abbastanza anch’io per trovare la soluzione giusta. Finalmente però ci riuscii ma ormai l’atmosfera era diversa
“ Amò, hai comprato il pisello dei puffi?” disse riferendosi al colore azzurrino ma forse anche alle dimensioni piuttosto contenute. Inutile dire che scoppiai di nuovo a ridere. Si, fu impossibile rientrare nei panni del marito sottomesso e della moglie dominante. La prima serata con lo strap-on si era conclusa poi col fare l’amore nel modo tradizionale ma il dildo era entrato di diritto nei nostri giochi. Non era la prima volta che una novità nel nostro rapporto femdom finisse con un fiasco clamoroso ma poi, bene o male, le cose avevano sempre preso il verso giusto e desiderato ed ero straconvinto che prima o poi anche per lo strap-on sarebbe accaduta la stessa cosa. Dovevo solo attendere il prossimo momento dedicato al mio gioco preferito.
 
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view post Posted on 8/11/2016, 16:45     +1   -1
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Il primo giorno disponibile, tornai da solo nel solito sexy shop per comprare un lubrificante adatto per l’eventualità e la solita donna (c’era sempre solo lei nel negozio) mi consigliò anche di comperare dei preservativi da inserire sul dildo per poterlo poi lavare meglio senza i rimasugli degli escrementi. Era una vita che non compravo profilattici visto che da sposato non li avevo mai usati. L’unica grossa differenza è che, se tutto fosse andato bene, lo avrei dovuto usare dentro di me. E non era una differenza da poco. Non dovetti attendere nemmeno tutta la settimana. Nostra figlia sarebbe dovuta andare ad una festa e avevamo casa libera. Era mia moglie che doveva decidere se dare inizio al gioco ma l’aveva sempre fatto ogni qualvolta avevamo avuto a disposizione la casa tutta per noi ed anche quella sera il miracolo si rinnovò. Tornò a casa, non ricordo se dal lavoro o dalla palestra, e subito il suo atteggiamento mi fece capire che era disponibile a giocare. Si cambiò indossando proprio il corpetto comprato la volta precedente ed un pantalone in lattice, per la gioia dei miei occhi. Si ripeterono le stesse cose di sempre, con la solita eccitazione delle volte passate, le emozioni, i battiti del cuore che si moltiplicano e venne finalmente il momento della punizione e quindi dello strap-on. Stavolta lo indossò correttamente e lo fece sopra i pantaloni. Mi minacciò di usarlo dentro di me, come da copione ed io, carponi, mi avvicinai a lei. Ero titubante e nervoso ma alla fine le dissi, sempre stando al gioco, che non volevo essere punito e che per evitare appunto la punizione mi sarei sottomesso ulteriormente a lei e che per farlo avrei fatto una cosa che avrebbe accresciuto il suo potere su di me. Mi avvicinai e, tra gli occhi smarriti di mia moglie, lo presi in bocca. Lei comunque non si ritrasse ed era già un buon segno. Cosa provai? Disgusto e forze di stomaco, malgrado la misura piccola del dildo. Cercai di non farlo notare a mia moglie ed alzai gli occhi verso di lei che invece i suoi occhi li teneva socchiusi. Non c’era bisogno di parole per capire che stava provando una sensazione veramente forte. E pensare che temevo potesse allontanarsi perché stavo facendo qualcosa che non rientrava in ciò che le avevo detto, ovvero di usarlo solo come minaccia. Non la vidi in faccia invece, quando mi voltai per mettere il mio sederone peloso all’altezza dello strap-on. Non spingeva ma sentivo ugualmente quel coso che s’incuneava tra le mie cosce ma alla fine lei si ritrasse senza nemmeno toccarmi il buco e minacciandomi, sempre secondo copione, che la prossima volta mi avrebbe penetrato. Era stata una sensazione stranissima. Non era di umiliazione ma era qualcos’altro difficile da spiegare. Era la sensazione di essere un oggetto. Cavolo, ma è questo che provano le donne quando un uomo le afferra e le penetra?
Terminammo il nostro gioco alla solita maniera. Io volevo far finta di niente ma lei mi venne vicino e mi accarezzò la nuca
“ Tu lo volevi dentro, vero?” Ecco fatto. Scoperto e surgelato all’istante. Non volevo negare ma non potevo nemmeno essere completamente sincero
“ Forse stasera no ma quando ti ho vista con quell’affare, ci ho pensato” dissi infatti tra menzogna e verità, forse la prima bugia che le dissi dopo averle confessato i miei desideri anni prima
“ Perché?” Cercai di spiegarglielo omettendo il fatto che ci stavo pensando da tempo. Le dissi dello scambio dei ruoli e via discorrendo, tutte cose che mia moglie ormai conosceva a memoria. E poi, buttò una frase che la diceva tutta sulla sua inesperienza in materia
“ Ma non è che se poi scopri che ti piace, mi diventi gay?” La rassicurai su quello. Le dissi che se anche mi fosse piaciuto era una cosa che avrei potuto sopportare solo da una donna, ovvero da lei. E poi fu il mio turno di chiederle cosa avesse provato e non mi mentì. Mi spiegò che aveva provato una grande sensazione di potere, addirittura maggiore di quella che aveva quando mi immobilizzava con il suo judo o quando mi dava ordini ed io le obbedivo. Quello che facevamo, bene o male era finzione ma lo strap-on, pur senza usarlo fino in fondo, le aveva donato qualcosa di sconvolgente, di vera superiorità. Sensazioni che nel sesso forse una donna non può capire. Di sicuro, non lo aveva mai provato mia moglie. Mi piacerebbe che qualche mistress intervenisse per confermare se questa sensazione è comune a tutte le donne che lo usano. Ad ogni modo, non le chiesi nulla e né lei mi promise alcunché. Dovevamo ambedue ancora sbollire quel momento particolare.
 
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view post Posted on 10/11/2016, 11:35     +1   -1
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Interessante, perché anch'io ci sono arrivato per gradi.
Ora mi immobilizza, gode usandomi e poi mi penetra, mi frusta, si veste da regina e appena pronta mi libera e usciamo immediatamente .
Il vero schiavo tease and denial.
 
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view post Posted on 11/11/2016, 16:25     +2   +1   -1
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CITAZIONE (impacchettato @ 10/11/2016, 11:35) 
Interessante, perché anch'io ci sono arrivato per gradi.
Ora mi immobilizza, gode usandomi e poi mi penetra, mi frusta, si veste da regina e appena pronta mi libera e usciamo immediatamente .
Il vero schiavo tease and denial.

Interessante anche la tua esperienza, a dimostrazione che le donne hanno un certo piacere a fare questa pratica.

Ed ecco l'ultima parte. Pronti alla penetrazione?


Ancora una volta dovetti attendere veramente poco. Il sabato era già alle porte e lo vissi con un’emozione indicibile. Bene inteso, tutte le volte che mi appresto a giocare sono nervoso e tirato ed avevo trascorso parecchi fine settimana quasi sulla stessa lunghezza d’onda ma sapevo che quella volta c’era qualcosa in più. Mentre l’attendevo, cominciai a fare le prove e, dopo essermi riempito di lubrificante, iniziai a provare con il dito coperto da un guanto di lattice. Non provavo particolarmente dolore ma la sensazione era sgradevole ed era identica a quando, tempo addietro, un urologo mi aveva controllato la prostata.
Quando si presentò a casa, ci guardammo entrambi negli occhi, cosa abbastanza anomala perché di solito cerco di entrare subito nel ruolo sottomesso e di avere lo sguardo basso. Ma cercavo conferme e mi sembrò quasi che quel suo sguardo me le avesse date. Si andò a cambiare e tutto fu come sempre. Poi, si rinchiuse in camera. Sapevo che stava per giungere il momento tanto voluto e tanto temuto. Io ne approfittai intanto per lubrificarmi ulteriormente. Le avevo lasciato insieme alla scatola che conteneva il dildo un biglietto con i profilattici avvertendola di usarne uno se avesse avuto l’intenzione di indossarlo e quindi si materializzò dopo aver indossato l’imbracatura. Mi gettai ai suoi piedi chiedendo di non usarlo ma sapevamo entrambi che stavo rispettando per l’ennesima volta il copione. Mi arrivarono un paio di schiaffi che contribuirono a farmi avere un’eccitazione ancora maggiore e poi mi trascinò per un braccio nella nostra camera. Mi diceva che dovevo imparare chi comandasse, che stavo per avere la giusta punizione, tutte frasi che, tempo addietro, mi ero raccomandato di usare per rendere il tutto più verosimile e che lei ormai usava in maniera piuttosto sciolta. Poi si guardò intorno cercando di capire quale potesse essere il posto migliore e quindi mi spinse addosso al mobiletto davanti allo specchio, proprio dove avevamo fatto l’amore innumerevoli volte, quando la prendevo da dietro durante i momenti vanilla. Ma stavolta le parti erano invertite e dietro c’era lei. Ancora una volta sentii quello strano coso tra le mie cosce e poi lo avvertii all’ingresso del buco. Non entrava e dovetti aiutarla io allargando ulteriormente le gambe. Poi sentii qualcosa ed un dolore piuttosto persistente ma tollerabile. Mia moglie si era comunque bloccata e poi esclamò, con un tono quasi di meraviglia
“ E’ entrato!!!” Io scossi la testa avanti e indietro. Stavo per essere posseduto dalla mia padrona e ancora una volta la sensazione non era di umiliazione ma direi di impotenza, di passività di fronte a lei. Anche se più che di fronte ce l’avevo dietro. Lei si muoveva poco per paura di farmi male, come fa un uomo innamorato che penetra una donna vergine, senza nessun sussulto ma comunque l’affare penetrava sempre di più, grazie al lubrificante ed al preservativo messo sul dildo ed allora il dolore cominciava a diventare più forte ma strinsi i denti. In quel momento, non riuscivo più a pensare a nulla tranne che a cercare di non lamentarmi, per timore poi che mia moglie lo estraesse. Volevo concludere l’opera e accompagnavo con il movimento del bacino il dildo fino a che questo entrò completamente. Rimasi ancora diversi secondi in quella situazione di paura e di dolore ma non uscì una sola parola dalla mia bocca. Poi la paura scomparve. Ormai era tutto entrato ma rimaneva una spiacevole sensazione del corpo estraneo dentro di me. Di piacere nemmeno l’ombra. Mia moglie ricominciò a fare la padrona ed a dire frasi inerenti alla situazione, muovendosi con cautela avanti e indietro e pian piano il dolore cominciò a scendere e poi a svanire quasi del tutto. Quasi perché mi sentivo ancora indolenzito. Dopo una manciata di secondi mia moglie lo tirò fuori lentamente. Era tutto finito e non ero più vergine. Il piacere? No, la prima volta non lo provai per niente e lo scoprii solo in seguito. Troppa forse la tensione per quella prima volta e la stimolazione della prostata non avvenne o comunque non riuscii a sentirla ma avevo conosciuto la stranissima e, per me strabiliante, sensazione di essere posseduto da mia moglie che, da parte sua, aveva conosciuto il potere più grosso che una donna può avere nei confronti di un uomo. Non riuscii nemmeno ad eiaculare e addirittura l’erezione che avevo prima della penetrazione era scomparsa, forse a causa del timore. Al contrario, l’eccitazione mentale fu enorme ma solo in secondo tempo, superato lo scoglio della completa penetrazione e quando lei cominciò a muoversi e soprattutto a parlare, quando cioè raggiunsi la consapevolezza che mia moglie mi stava possedendo. Era durato veramente poco ma sapevo già che volevo rifarlo in seguito. Estratto il fallo, mia moglie mi accarezzò e mi disse
“ Adesso si che sei veramente mio” baciandomi. Io la ringraziai e le dissi che l’amavo e lei lo disse a me a sua volta, ringraziandomi per averle fatto scoprire la dominazione. E quella dominazione era proprio come io l’avevo desiderata per una vita: bastone e carota, botte (sempre entro certi limiti), superiorità, scambio dei ruoli ed in questo lo strap-on era stato straordinario e lo sarebbe diventato sempre di più, ma anche tenerezza e amore, proprio come faceva l’eroina di quel racconto. Grazie, amore mio, grazie anche se a volte mi fai incazzare come nessuna persona al mondo riuscirebbe, se a volte vorrei essere io a darti uno schiaffone perché sembra quasi, col tuo comportamento, che tu lo voglia, e pur di non starti a sentire mi costringi ad andarmene in un'altra camera. Ma tutto questo scompare solo pensando a quanto hai fatto e stai facendo per me. Grazie ancora, mia padrona.
 
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view post Posted on 11/11/2016, 18:50     +1   -1

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Che dire Davide, se non che sembra un altro dei tuoi magnifici racconti.

Come ti ho già detto, sei stato fortunato a trovare una moglie che ti ama così tanto da assecondare i tuoi desideri, ma la sorte l'hai aiutata con il tuo coraggio nel confessarglieli.
Lo avevo già detto una volta e lo ribadisco qui: chapeau!
Ma non per la splendida narrazione, ma per la scelta coraggiosa che hai fatto.
 
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view post Posted on 12/11/2016, 19:37     +3   +1   -1
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CITAZIONE (Vtx @ 11/11/2016, 18:50) 
Che dire Davide, se non che sembra un altro dei tuoi magnifici racconti.

Come ti ho già detto, sei stato fortunato a trovare una moglie che ti ama così tanto da assecondare i tuoi desideri, ma la sorte l'hai aiutata con il tuo coraggio nel confessarglieli.
Lo avevo già detto una volta e lo ribadisco qui: chapeau!
Ma non per la splendida narrazione, ma per la scelta coraggiosa che hai fatto.

Ho avuto un bel coraggio, in effetti. Un coraggio che però mi è costato otto lunghissimi mesi di separazione. Ed inoltre diversi anni in cui non è stato facile per me rapportarmi con lei in quanto mi aveva detto che avrebbe provato ad accontentarmi ma in realtà non accadeva quasi nulla e quell’illusione mi faceva star male, tanto che poi mi bastava poco per rinfacciarglielo e andare poi a litigare. Insomma, non sono state tutte rose e fiori ma per andare a cogliere quella rosa mi sono punto diverse volte e per lungo tempo. Quando sai che lei non vuole, forse ti metti l’anima in pace, ma quando lei ti dice che è pronta ma poi non accade quasi nulla e molto sporadicamente, passi un’infinità di tempo nella speranza, nell’illusione appunto e quell’illusione ti logora dentro.
Malgrado quel periodo buio della separazione e quello a luci intermittenti in cui provava (poco) ma non riusciva, come ho scritto nel racconto, le sarò grato in eterno per aver poi (finalmente, meglio tardi che mai) deciso di accontentarmi ed avermi permesso di poterla amare come avevo sempre desiderato. Ma soprattutto mi resta la soddisfazione di aver potuto constatare quanto questo tipo di vita, sia pur ridotto ad un paio di episodi a settimana, l’abbia soddisfatta, molto più di quanto lei stessa avrebbe potuto immaginare. Forse, se non avesse trovato quel piacere, soltanto con l’amore nei miei confronti non saremmo andati molto lontano
 
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