Yu-Gi-Oh! Dual

[AVVENTURA][SERIO][SHONEN][VM 13]

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  1. Ipercubo
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    Sezione III

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    1 Settembre 2XXX
    “Umh, penso di aver capito la situazione.”
    Eridian stava seduto su un divano, con le dita incrociate e le mani posati sulle gambe; davanti a lui c’era un tavolino basso, e oltre quello un secondo divano, su cui erano seduti Kyle ed Emily. Nessuno oltre loro tre era presente nella stanza – un salotto, a giudicare dall’arredamento.
    “Bene, vi ringrazio per avermi raccontato quello che è successo a Neo Arcadia, queste informazioni mi sono molto utili per comprendere cosa stia realmente accadendo. Ora…” continuò l’uomo, “…immagino che voi vogliate che io faccia il contrario; da dove comincio?”
    “Da Noah.” rispose seccamente Kyle; Emily non disse niente, ma era chiaro che anche lei fosse d’accordo con l’amico. Erano passate due settimane dal torneo, e da quando Eridian aveva promesso loro che successivamente glie avrebbe spiegato le cose in maniera più dettagliata; in tale lasso di tempo nessuno dei due aveva avuto concrete informazioni su Noah, salvo il fatto che era entrato in coma e che le sue condizioni non stessero in alcun modo migliorando.
    “Dunque… partiamo dal presupposto che la malattia di Noah non ha un nome; la comunità scientifica non gliene ha dato uno a causa del basissimo – fortunatamente – numero di vittime. Proprio per questo motivo nessuno sa quasi nulla al riguardo; si sa soltanto che è una malattia genetica ereditaria e degenerativa, e che si manifesta improvvisamente ad un certo punto della crescita dell’individuo, bloccando gradualmente le funzionalità delle varie cellule del corpo.”
    “Quali sono le percentuali di sopravvivenza nel momento in cui si viene colpiti?” lo interruppe Emily. Eridian in risposta sospirò, quindi assunse un’espressione ancora più seria, se possibile, di quella avuta finora: “Non voglio mentirvi, quindi ve lo dirò semplicemente: tra le persone che finora si sono ammalate, la percentuale di quelle sopravvissute o morte per cause differenti… è dello 0%.”
    Per la prima volta da quando avevano iniziato la conversazione, entrambi i ragazzi impallidirono.
    “Z-Zero?!? Stai dicendo che finora i malati sono tutti morti?!”
    “Sì, è esatto. Ma questo è dovuto anche, come ho detto prima, al fatto che i pazienti fino a questo momento sono stati pochissimi: ce ne sono stati tre; Noah è il quarto, e probabilmente l’ultimo.”
    “L’ultimo? Come fai a dire che sarà l’ultimo?” si affrettò a chiedere il ragazzo.
    “Kyle, tu sai come funziona una malattia ereditaria?” domandò Eridian. “Senza entrare nei dettagli, nel momento in cui un bambino viene concepito il DNA di entrambi i genitori viene mescolato in parti uguali e in modo casuale, generandone una completamente nuovo; in questo processo può capitare però che venga generato un gene anomalo, non presente in nessuno dei due genitori. Nella maggior parte dei casi ciò non comporta nessuna conseguenza concreta, ma nel raro caso in cui le conseguenze siano particolarmente negative tale condizione viene definita malattia genetica. E siccome il gene difettoso entra a far parte del DNA del nascituro, esso può essere trasmesso anche ai figli del malato. Con la malattia di Noah è successa la stessa cosa: il paziente zero, colui che sviluppato alla nascita il gene difettoso, si chiamava Joseph Arclight. Siccome sapevo che ne avremmo parlato, alcuni giorni fa ho controllato i documenti relativi a lui e ai due pazienti successivi; sembra che Joseph abbia sviluppato i primi sintomi in età adulta, arrivando gradualmente al coma e quindi alla morte. Ovviamente, essendo lui il primo ad avere tale malattia, nessun medico riuscì ad identificarla all’epoca. Quando morì, comunque, egli aveva due figli: Oswald e Cecyle Arclight, rispettivamente la seconda e la terza vittima di questa malattia; anche loro manifestarono i primi sintomi in età adulta. Prima che ciò accadesse, però, Cecyle si fidanzò con un ragazzo, Harada Christopher, a sua volta fratello di Harada Iris, madre di Kyle. Chris e Cecyle ebbero un figlio, e lei face appena in tempo a partorirlo prima di morire. Questo figlio, ovviamente, è Noah. Ho detto che lui sarebbe stato l’ultimo malato perché per sua natura una malattia genetica si può trasmettere solamente di genitore in figlio; Oswald è morto senza sposarsi e senza avere figli, e nemmeno Noah ne ha, quindi non c’è più nessuno che possa ereditarla. Curiosamente, in Noah la malattia si è presentata molto più presto e in maniera molto più improvvisa che negli altri pazienti; se l’avesse fatto quando questi fosse stato adulto, probabilmente avrebbe avuto dei figli a cui poterla passare. Sotto questo punto di vista, si può dire questa malattia si sia estinta a causa della sua stessa aggressività.”
    “Quindi, dopo di Noah, nessun’altro soffrirà della malattia che ha ucciso lui e la sua famiglia…” disse a testa bassa Kyle, stringendo i pugni. “E SAI COSA ME NE FREGA, DELLA SCOMPARSA DELLA SUA MALATTIA! IO VOGLIO RIVEDERE MIO CUGINO!”
    Per la prima volta, persino Emily si spaventò dello scatto d’ira dell’amico, che si era alzato di scatto sbattendo le mani sul tavolino. Nemmeno Eridian era rimasto indifferente di fronte a quella pur comprensibile reazione, ma cercò di mantenere il più possibile la calma: “Se anche oggi stesso ordinassi ad un’equipe di scienziati di cercare una cura per la malattia di Noah, e non detto che ipoteticamente avrei l’autorità per farlo, essi si troverebbero a cercare una cura per una malattia che non hanno mai visto prima, con la consapevolezza che se non la troveranno entro qualche mese tutto il lavoro svolto fino a quel momento sarà stato completamente inutile. Le possibilità di riuscire in un’impresa simile sono praticamente nulle.” disse distaccatamente, aggiustandosi contemporaneamente gli occhiali con la punta delle dita.
    Rendendosi conto che Eridian non avrebbe potuto aiutarlo neanche volendo, Kyle tornò a sedersi, morendosi il labbro.
    “È doloroso da dire, ma quel ragazzo morirà.” proseguì l’uomo con tono freddo.
    “Tuttavia… potrebbe esserci ugualmente un modo per salvarlo.”
    Con quell’ultima frase, Eridian riguadagnò immediatamente l’interesse dei due ragazzi.
    “Prima di continuare, però, è giusto specificare che questo tentativo richiederà grande impegno da parte di molte persone, e che nonostante ciò le possibilità di riuscita sono estremamente ridotte. Ci ho pensato a lungo, negli ultimi giorni, e alla fine ho deciso di lasciare scegliere a voi se un simile piano possa valere o meno la pena di essere messo in atto.”
    “Vorresti salvare Noah… pur senza poter evitare che muoia?” chiese incredula Emily, senza riuscire neanche ad immaginare cosa avesse in mente l’interlocutore, il quale in risposta si limitò ad annuire con il capo. Dopo alcuni secondi di silenzio da parte di tutti, la ragazza deglutì e chiese: “Quanto sono ridotte, queste possibilità di successo?”
    Eridian fissò il vuoto, senza che nessuno dicesse una parola, riflettendo su qualche cosa. Dopo parecchi secondi si sistemò gli occhiali, e rispose.
    “Tre percento.”
    Emily e Kyle impallidirono sentendo quel numero, e ancora una volta passò diversò tempo in cui nessuno fece il minimo rumore. Dopo quelli che gli sembrarono interi minuti, il ragazzo guardò la compagna e poi rispose: “Per il 3% di possibilità, vale la pena di fare un tentativo.”
    “Immaginavo che avreste risposto in questo modo.” disse Eridian, facendosi più avanti per avvicinarsi ai due ragazzi. “Adesso ascoltate bene la mia idea, perché è particolarmente complessa: Per prima cosa, sappiamo per certo che entrambi voi due siete reincarnazioni di altre persone; inoltre, duran-”
    “Aspetta un momento.” lo interruppe immediatamente Emily. “C’è una cosa che non ti avevo chiesto perché passata in secondo piano, ma che ora che è stata tirata in gioco ti chiederò: Quando eravamo a Neo Arcadia, tu sei comparso e mi hai detto che mi avresti restituito i ricordi della mia vita passata, giusto? E tuttavia non l’hai fatto; subito dopo che mi hai detto quella cosa mi sono svegliata e ho dovuto combattere contro il Cavaliere della Morte.”
    Eridian sospirò, giacché aveva sperato che quella domanda non gli venisse fatta. “Sei sicura che io non l’abbia fatto?” disse, senza che la ragazza capisse cosa intendesse dire; “Sì, ne sono sicura.” aggiunse lei, dopo un attimo di esitazione.
    Eridian, sentendo tale risposta, riprese a parlare: “Prima di mostrarvi i vostri ricordi passati, sia con te che con Kyle, vi dissi una cosa. Vi dissi che vi avrei fatto interamente ed istantaneamente recuperare i ricordi della vostra vita passata, e che poi voi avreste dovuto decidere se ricordare o dimenticare.”
    “Sì, è vero;” si intromise Kyle, che aveva avuto la stessa esperienza, “ed è stato in questo modo che, dopo essere stato messo completamente alle strette da Zaker, ho recuperato i ricordi di Yuuki che non avevo già sbloccato automaticamente.”
    “È successo lo stesso con me.” disse la ragazza in risposta. “Solo che, nel mio caso, in seguito a ciò mi sono svegliata normalmente senza che nulla fosse successo.”
    Fu in quel momento che un agghiacciante sospetto si insinuò nella mente di Emily, facendola immediatamente impallidire: “A meno che-”
    “Esattamente.” disse Eridian. “Io te l’ho mostrato, il tuo passato, ma subito dopo tu devi aver scelto di dimenticarlo.”
    “Ma non ha senso! Perché mai avrei dovuto fare una cosa del genere?!”
    “La mente umana non funziona sempre come noi vorremmo; a volte il nostro lato istintivo prevarica completamente quello razionale, impedendoci di prendere decisioni logiche; succede, ad esempio, quando siamo spaventati. Recuperare i ricordi di un’intera vita, probabilmente più lunga di quella che avete avuto finora, non sarebbe sicuramente stato un passaggio indolore, ed esisteva la concreta possibilità che un evento particolarmente traumatico vi avrebbe spinto al punto di decidere di dimenticare tutto quanto. È per questo motivo che avrei voluto proporvi quella scelta soltanto a eventi già conclusi, dopo avervi dato un’adeguata… preparazione psicologica, per così dire. Sfortunatamente, nel momento in cui vi siete trovati in grave pericolo ho pensato avreste potuto non uscirne vivi, e quindi ho pensato di darvi tutto l’aiuto che potevo… e nel tuo caso, Emily, ho sbagliato; se avessi saputo cosa sarebbe successo, non te l’avrei neanche proposto.”
    “E allora riproponimelo adesso, o fallo subito dopo una seduta psicologica o roba simile!” esclamò la ragazza.
    “Non posso; nel momento in cui ti mostro i tuoi ricordi, che precedentemente erano immagazzinati nella tua mente senza essere utilizzati, e tu scegli di dimenticarli, quei ricordi vengono completamente rimossi; ormai nessuna Arca della Reincarnazione potrà più recuperarli, e la colpa di questo è mia. Mi dispiace.”
    Emily non riuscì a rispondere nulla; riassunse la propria posizione, ed ascoltò in silenzio il resto del discorso dell’uomo:
    “Come stavo dicendo, stando al tuo racconto, Emily, il Cavaliere della Morte ha detto che l’Ordine ha quattro obbiettivi da eliminare con la forza: Tu, Makoto, Noah ed un quarto del quale in quel momento si stava occupando uno degli Imperatori; sicuramente si stava riferendo a Kyle. Ora, voi due non siete i primissimi casi di reincarnazione di cui abbiamo notizia; ce n’è stato un altro, prima di voi, che ha recuperato tutti i suoi ricordi quando era ancora un bambino; mi riferisco a Makoto.
    Emily sgranò gli occhi. “Makoto è-”
    “Con questo, dei quattro obbiettivi dell’Ordine ben tre erano reincarnazioni; a questo punto si potrebbe ipotizzare che anche l’ultimo, Noah, lo sia. Per quanto possa sembrare assurdo, sospetto che la vita precedente di Noah fosse proprio Zaker. Non potendo ormai tentare di discuterne col diretto interessato, lo chiedo a voi che lo conoscevate bene: Vi sembra un’ipotesi plausibile?”
    Emily non rispose; Kyle, invece, pensò a qualche cosa in silenzio per diversi secondi, prima di dare una risposta: “Siccome conoscevo Noah e ho avuto modo di dialogare a sufficienza con Zaker, penso di poterlo dire: Escludo categoricamente un simile legame, loro due non hanno nulla che li accomuni, a parte una vaga somiglianza fisica.”
    “Uhm, capisco… Quindi probabilmente quella pista era sbagliata. Tuttavia, se ipotizziamo che Noah abbia ugualmente una vita passata, potrebbe essere possibile salvarlo. Ecco ciò che ho in mente.”
    Nei minuti che seguirono, Eridian illustrò il proprio piano ai due ragazzi; nessuno di questi lo interruppe, ma i loro sguardi si fecero gradualmente sempre più increduli.
    “Tutte queste cose che hai detto… dovrebbero accadere nell’arco di tempo di pochi mesi, prima che per Noah sia troppo tardi?” prese infine la parola Kyle, dopo che l’interlocutore ebbe completato il proprio discorso. “La stima del 3% è fin troppo ottimista! Inoltre, poiché abbiamo bisogno paradossalmente dell’intervento dell’Ordine per il nostro scopo, noi due dovremmo letteralmente fare da esche?!”
    “Quasi sicuramente l’Ordine tornerà ad attaccarvi, prima o poi, quindi tanto vale cercare di volgere almeno parzialmente tale situazione a nostro vantaggio.” rispose Eridian, aggiustandosi gli occhiali. “Mi rendo conto del pericolo che correte, ed è per questo motivo che vi faccio questa proposta: Kyle, Emily, alleatevi con la Chiesa di Iperion! Non vi chiedo di diventarne membri, ma di collaborare per raggiungere uno scopo comune. Anche Quasar aveva stretto con noi un accordo simile prima del torneo, ed è per questo che vi ha partecipato, anche se non ho ancora ben capito quali fossero i suoi interessi. Se vi alleerete con noi, vi daremo tutto il supporto di cui attualmente disponiamo: giusto pochi giorni fa sono riuscito a stipulare una collaborazione con Edward Smith, il più forte duellante originario di questa linea temporale; se lo vorrete, potrete allenarvi con lui per tutto il tempo che riterrete necessario, in previsione dello scontro con l’Ordine. Inoltre, sebbene Makoto abbia rifiutato ogni mia offerta, sembra che sia ugualmente intenzionato a combattere contro il nemico comune. Che cosa mi rispondete?”
    Kyle scambiò uno sguardo preoccupato con l’amica e, al cenno affermativo di questa, parlò a nome di entrambi:
    “Accettiamo la tua proposta, Eridian.”

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    E così, dopo un Prologo, un Epilogo, trentacinque Capitoli regolari e sei altri Capitoli, questa Fic si è conclusa lasciando molte domane aperte.
    Ora che le motivazioni dell'Ordine sono state svelate, quali saranno le sue prossime mosse?
    Chi è il Maestro, e perché Ra sembrava averlo riconosciuto?
    Chi è il terzo Imperatore, la cui esistenza è stata implicata ma che non è mai apparso, e soprattutto chi è l'uomo misterioso che li controlla tutti e tre?
    Carestia è davvero un traditore, e che legame c'è tra lui e Ponta?
    Per quale motivo l'Occhio di Ormazd, il manufatto che Ra ha rubato a Jack nel Prologo, è identico al ciondolo di Emily?
    Che fine hanno fatto Mateus, il padre di Kyle, e Claire, entrambi scomparsi in circostanze misteriose?
    E che ruolo hanno negli eventi Elika e Rael?
    Tutte queste domande, tranne una, troveranno risposta in Yu-Gi-Oh! Dual II. Quando uscirà? Non lo so nemmeno io, ma di sicuro non a breve. Nel frattempo, c'è una cosa che aspettavo di scrivere da tre anni e mezzo, e ora finalmente posso farlo:

    Yu-Gi-Oh! Dual - Fine




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    Da qualche parte, nel cuore di Tokyo, vi era una stanza che si distanziava parecchio dallo stile delle altre; mentre l’intera Capitale era caratterizzata, come tutte le grandi città, da uno stile moderno e sobrio, questa stanza richiamava esplicitamente il Giappone feudale; lunga una decina di metri, e larga quasi altrettanto, essa era fatta completamente in legno, dalle pareti al pavimento e al soffitto, e all’unico, imponente portone che vi si affacciava. Dal lato opposto rispetto a quest’ultimo vi era, superata una scalinata di tre gradini che divideva la stanza a metà, un trono, anch’esso di legno, ma lavorato interamente a mano e con molteplici decorazioni d’oro. Dei due muri laterali, uno era interamente dipinto come se fosse un enorme quadro che si sviluppava in orizzontale, e l’altro era percorso lungo tutto la sua lunghezza da una file di finestre, colorate in rosso.
    A tutto questo lusso faceva da contraltare la totale assenza di qualsiasi oggetto d’arredamento che non fosse il trono stesso. In compenso vi era un ragazzo, apparentemente di tredici o quattordici anni; aveva capelli corti castani e occhi azzurri, e stava in piedi davanti ad una di quelle finestre, con le braccia incrociate appoggiate sulla stessa e la testa sopra di esse, guardando l’esterno con sguardo assente.
    L’unico rumore che poteva essere udito era lo scorrere dell’acqua del ruscello davanti a lui, le cui sponde erano adornate da alberi di ciliegio in fiore; la gentile brezza che tirava in quel giardino agitava le loro chiome, e ogni tanto uno dei petali rosa da essa staccati passava davanti alla finestra da cui il ragazzo si sporgeva. Quando questo accadeva, egli allungava la mano per afferrarlo, e se lo passava fra le dita osservandolo per un minuto o due, prima di perdere interesse e di lasciarlo cadere al suolo, per poi ripetere la stessa cosa quando un altro petalo gli fosse capitato a portata di mano.
    Finalmente, un secondo rumore si sovrappose a quello del ruscello; era un rumore di passi in lontananza, provenienti da una stanza differente.
    “È arrivata.” disse fra sé e sé, alzando il busto e voltandosi in direzione del portone di legno. Questo si aprì lentamente dopo pochi secondi, permettendo ad una donna di entrare, e quindi si richiuse alle sue spalle, con un suono sordo. Per pochi istanti il suono dello scorrere dell’acqua tornò ad essere l’unico udibile.
    “Ce ne avete messo di tempo, voi del Ministero, a seguire la scia di briciole che avevo lasciato.” prese la parola il ragazzo, incominciando a camminare lentamente verso la sua interlocutrice e scendendo i tre gradini che li separavano.
    “Diciamo che le nostre indagini sono state… ostacolate, per così dire. Immagino che Lei sia al corrente degli imprevisti avvenuti durante la finale del Decennale.” rispose Iris. Il ragazzo smise di avvicinarsi, ma non disse nulla.
    “Ho notato subito che ci fosse uno strano schema ricorrente con la parola “Skaia”: La chat, il libro, le Carte Terreno durante i quarti di finale. Tutte cose scollegate fra di loro, ma che in un modo o nell’altro si ricollegavano alla figura dell’Imperatore del Giappone. Tuttavia, le mie indagini si sono arenate non appena ho cominciato a cercare un collegamento fra questo e gli eventi avvenuti durante la finale. Mi ci è voluto del tempo per capire che la pista che stavo seguendo era un vicolo cieco. Non c’è nessun collegamento fra la parola “Skaia” e la sfera viola, e questo è perché, sin dall’inizio, a tessere le fila dietro le quinte del Decennale non c’era una sola entità, ma due, ognuna delle quali ignorava completamente l’esistenza dell’altra: la prima è l’organizzazione che ha fatto comparire la sfera prima del Duello fra Kyle e Quasar, e la seconda è Lei… Imperatore Kaito!”
     
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