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Ancora da Il sogno di una vita, un altro lungo brano estratto dal terzo capitolo "Il Professore di Pozioni": quando un figlio ricorda la madre, ma non si tratta di Lily.
So che ci sei tu, dietro le mie spalle. Il tuo profumo, come sempre, è giunto in anticipo ad annunciarti. Ormai so riconoscere anche il suono lieve dei tuoi passi ed il fruscio dell’elegante vestito. E’ il giorno del colloquio trimestrale con il Professore di Pozioni e tu hai diritto ad un appuntamento speciale. Sono quattro anni, ormai, che questa scena si ripete sempre uguale. Ed io vivo, trimestre per trimestre, nell’attesa di questo pomeriggio meraviglioso. Mi giro lentamente, già immaginando il tuo volto sorridente, quel sorriso che ogni giorno vedo in Draco. Sognando di perdermi nell’azzurro luminoso dei tuoi occhi, lo stesso che brilla nello sguardo di tuo figlio. Sei davanti a me, bella come sempre, desiderabile come non mai! Sfioro appena la tua mano con le labbra e come sempre le sento bruciare. Ti faccio accomodare sul divano e ti offro il the che ho preparato mentre ti aspettavo. Parliamo di Draco e del suo profitto nel mio corso di Pozioni. Perché, evidentemente, Silente ha deciso di negarmi ancora una volta la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure! Anche se io, ancora, non mi sono rassegnato. Ma soprattutto parliamo di lui che cresce, ogni giorno di più, nell’ombra pericolosa di suo padre. Sappiamo entrambi a quali terribili pressioni è sottoposto ed occorre agire con un delicato equilibrio di parole e di esempi. La mia posizione si fa sempre più difficile, soprattutto ora che avverto di nuovo il marchio bruciare sulla mia pelle ed è evidente che Voldemort sta tornando. Anche tu lo sai, tramite Lucius, è questa consapevolezza che oggi ti rende così pallida e tesa. Le tue mani tremano, mentre cerchi invano di portare alle labbra la tazza: - Ho paura Severus, ho tanta paura che tutto possa ricominciare. Cosa ne sarà del mio bambino? Mi guardi trattenendo a stento le lacrime: - Cosa ne sarà di te? – sussurri piano. Ti sorrido incoraggiante e stringo le tue mani fra le mie: - Andrà tutto bene, vedrai Narcissa. I tuoi meravigliosi occhi azzurri sono colmi di paura. Con la mano sfiori il mio avambraccio, là dove sai che c’è quel marchio maledetto, ed io non riesco a controllare un involontario sussulto. - E’ solo per colpa mia… - mormori, mentre una lacrima scende lenta sulla tua guancia. Ti sorrido teneramente e mi avvicino al tuo viso: vorrei asciugare con le labbra ogni tua lacrima. TI ho visto più volte piangere che sorridere, mio dolce amore. Invece sfioro appena la tua pelle, e le mie dita bruciano, come sempre: - No, Narcissa. E’ stata una mia scelta. Solo mia. Io solo ho sbagliato. Tu non hai alcuna colpa. Poi non resisto e ti stringo forte a me, affondando il viso nei tuoi capelli, respirando il profumo intenso della tua pelle. E ti desidero… ti desidero, irrimediabilmente e disperatamente. |