L'aria è in presagio, si rende portatrice di segreti, identità e promesse di riscatto. Ha in sé la celebrazione di uno scacco matto, un colpo decisivo che pone fine al turbamento. C'è molto, in gioco. Il tuo tirocinio, il tuo esordio al mondo lavorativo, il tuo rischio vero e proprio. In gioco ci sei anche tu, Megan. E lo sai, è evidente: qui, ora, c'è un punto di contatto. Più volte hai avuto occasione di ritirarti, di andare via. Lo ha fatto il ragazzotto dai tratti orientali, l'ha fatto Rebecca pur involontariamente. La pattuglia che ha pedinato la zona, dal primo mattino, è notevolmente dimezzata; oltre gli Obliviatori più esperti, di carriera vera e propria, siete rimasti in pochi. Forse era previsto? Mr Khalwa, d'altronde, non sembra esserne né infastidito né dispiaciuto. Ti lascia spazio, si fa indietro. Un passo, poi un altro. Quasi è come se ti mandasse in avanscoperta, sulla linea di battaglia. Eppure, tu più di tutti potrai afferrare il senso della ritirata dell'uomo. Ti lascia spazio non perché abbia paura, affatto. Potrebbe mettere fine alla cornice con pochi, fulminei sortilegi. Mr Khalwa ti offre la scena perché è orgoglioso, perché
tu sei giunta fino alla fine. Hai seguito le indicazioni, rendendole proprie. In molti, prima e dopo di te, non seguono l'esempio: per molti, difatti, le regole di Mr Khalwa — uno specchietto riassuntivo che di per sé appare enciclopedico — sono caotiche, e poco nitide. Non hanno la stoffa dell'Obliviatore, e per loro la memoria resta una porta sigillata. Per te, Megan, è
Confine.Il tuo incantesimo è un dardo. Spezza l'assetto statico del momento, si allinea in leggerezza alla dinamica forza del vento; è un colpo secco, dritto al bersaglio, e non manca nessuno degli Angeli. La triade celeste rovina al suolo, in arresa demoniaca. Le loro bacchette scivolano, distanti dal contatto delle dita; le mani si prostrano a difesa, cercano di attutire la caduta. Nulla, tuttavia, possono contro la perdita repentina di memoria. Sono spaesati, e ti accorgi di come l'Oblivion riesca ad operare lungo altri sensi, al di fuori della sola mente. Non dormono, non svengono. L'azione è più sottile, a tratti infida: difatti, gli Angeli si crogiolano nell'incertezza, e le loro bocche sillabano domande inaudite. Presto sono portati via, Ministeriali in arrivo, altri in partenza. Tutto intorno l'aria è elettrica, ma si spegne: il vento, la magia in extremis, infine il riverbero azzurrino delle Passaporte. Noti una barella, e un'altra, e un'altra ancora. Anche tu sei ferita, ma sei in piedi. Graffi, tagli e stille di sangue non ti abbattono. Sei stanca, probabilmente, ma sei viva.
«Ben fatto, Megan.» Di nuovo, Mr Khalwa ti si avvicina. Non ti sfiora, non ti stringe la mano. Sembrerebbe una figura distante, ma il suo volto è illuminato da un sorriso sincero, e vivido. Con un colpo di bacchetta evoca a sé una pergamena, già arrotolata: ha lo stemma del Ministero, in ceralacca, e il simbolo degli Obliviatori. Ha la sua firma, in calce. Resta a mezz'aria, in attesa che tu la prenda. Accanto vi è poi una borsa di tela, subito apparsa in un tintinnio.
«Questo è il tuo attestato per lo stage svolto e terminato con successo, più una piccola retribuzione in Galeoni. Qualora tu scegliessi una strada ministeriale, che sia come Obliviatrice o meno, questo giorno farà la differenza come esperienza. E, sai, non tutti avrebbero potuto farcela.» Ti fa un occhiolino, e un cenno del capo. Veloce, in modo ufficiale. Non si trattiene oltre, ti invita semplicemente a seguire le pattuglie affinché vi scortino al San Mungo. Le Passaporte sono già attive: c'è solo una piuma in volo, brilla d'azzurro. Sfiorala, e ti porterà via.
Highams Park muta in un limbo di vita e non-vita, creature diurne si arrestano all'immortalità dei notturni: Alfie Terrier, Albert Scottdale, e tanti, tanti altri. Siete pedine di una scacchiera in fiamme, basta un passo falso affinché cadiate del tutto. Se la terra è in cenere, il cielo è in pianto: l'esordio dell'Incantesimo Recanto è spezzato, giacché Alfie Terrier è scomparso per sempre. Il suicidio dell'ex produttore musicale è già pagina vivida sui giornali del mondo magico, la Gazzetta del Profeta vi si fionderà da qui a breve come un avvoltoio sulla preda più ghiotta. Quante altre note a piè pagina dovrà delineare, però? Il necrologio è funesto, si rende presente: le fiamme, difatti, non si fermano, e profanano l'esistenza del giorno stesso. Risalgono come lingue di serpe, sfidano le gocce di magia piovana di Ministeriali e Medimaghi: è un fuoco più forte, impavido ed estremo, cui nulla può un colpo di bacchetta alla rinfusa. Occorre determinazione, una presa ferrea. Intervenire, agire,
fuggire, non c'è altra soluzione. Così ti accorgi, Adeline, di ombre volatilizzatesi intorno; hanno in sé la memoria di cavallette, un insetto dopo l'altro che sfuma in colore, fumo e lampi di luce. I più si Smaterializzano, chi si allontana, chi trova rifugio altrove. Dovresti fare lo stesso, qualcuno ti grida di metterti al sicuro. Qualcuno — voci familiari, oramai indistinte — ti prega di proteggerti, di distanziarti il più possibile dall'incendio. La terra arde, sotto di te. Brucia la stessa pelle delle tue gambe, s'innalza lungo le caviglie; le fiamme più audaci e frenetiche ti pizzicano le braccia, brandelli di carne, di sangue e tessuto. Il dolore è lancinante, ti appanna la vista, ma è fortunatamente soltanto superficiale: il fuoco ti raggiunge e s'arresta, una mano invisibile vi si chiude in palmo e lo ingloba perfettamente. Il tuo sortilegio, l'Extinguo, compie il proprio operato e ti offre respiro. La verità è nel tuo sacrificio: lì c'è l'etica che ti appartiene, il giuramento che hai svolto alle orme del San Mungo. Avresti potuto evitare ogni dolore, oggi. Ed essere fuggiasca, come tanti altri. Invero, sei presente: per il prossimo.
Albert Scottdale è vigile, ora. Noti i suoi occhi in tempesta, il fremito di una vita che si riplasma; la trasformazione non è pronta, il rituale è incompleto. Il fuoco, improvvisamente, si rende mostruoso. Quasi è come una bomba, un vortice d'ardesia e d'oro, è un firmamento in stelle recise. Il Magisterium, difatti, è una benedizione. Il tuo intervento è un allarme universale, Aiden. La bacchetta trema, al peso di magia avanzata: eppure, sei in comando e in controllo. Il fuoco sembra impreparato, e tenta l'ultima rappresaglia. Ti brucia la pelle delle cosce, risale fino al bacino; ti scortica carne e vestiti, rivoli di sangue che spezzano nuovamente il respiro. L'acqua che ti ricopre, ora che sei uscito dal lago, è una protezione di leggerezza. Ma le fiamme si ritirano, un tornado splendente che la tua bacchetta attira a sé e cancella, in definitiva. Restano sbuffi lontani, di cenere. I Medimaghi intervengono, repentini: chi per coprire nuovamente di terra Scottdale, chi per imporgli un sonno necessario; chi per soccorrere te, Dottoressa Walker. Torna, difatti, il tirocinante del San Mungo: il Dr. Pierce ti prende sottobraccio, Adeline. E ti parla, ti parla continuamente. Ti ringrazia, e omaggia il tuo coraggio. Quanto riuscirai ad ascoltare, ora che l'adrenalina sfuma via? Ti sarà spiegato tutto, al San Mungo. E così a te, Aiden. Mentre l'Agente Raziah ti raggiunge e si presta a servizio, scorgi il riverbero del tuo distintivo e comprendi che il Quartier Generale, finalmente, sia stato avvisato. Ti raggiungeranno, ti faranno domande. Daranno ad entrambi risposte, concludendo un puzzle più grande e complesso del previsto. Questa, d'altronde, non è una storia a lieto fine: Malala Wisk è stata uccisa, anni addietro. Alfie Terrier, ex produttore musicale, ha fatto di tutto per conquistare la carriera e l'amore della Veela cantante; e senza riuscirci, ha ucciso anche lei. Il marito ha cercato verità, cadendo in una trappola mefistofelica. Lui, Albert Scottdale, ha scoperto tutto. Ed è stato ucciso, alla stregua della moglie. Ucciso, e gettato nel fiume: ma la morte è gentile, torna a galla.
Questa è una storia d'omicidio e di giustizia.
E voi, insieme, avete scritto il suo finale.
Caso Malala Wisk – Il Profeta parliamo delle prime ore dell'alba, quando il corpo privo di vita di
Albert Scottdale – nonché marito della oramai defunta star musicale
Malala Wisk – viene rinvenuto nei
pressi del lago da una coppia anziana che passeggiava da quelle parti. Si tratta per certo del caso di
cronaca nera più intricato e complesso della storia Londinese. [...] Quesiti irrisolte che con l’aggiunta di nuovi elementi potrebbero portarci finalmente alla
chiave del mistero.