|
CITAZIONE (Antifa @ 20/7/2013, 19:51) Non ho mai letto il Capitale, però vorrei capire la teoria di Marx sullo sfruttamento.
Se non ho mal capito Marx dice che:
1) Il dipendente privato è sfruttato perchè non lavora per se ma solo per far un piacere al capitalista, che come "ricompensa" gli darà un salario che altro non è che la benzina per far funzionare l' operaio. Alla fine è il dipendente un mezzo della macchina. Però non ho capito perchè il dipendente privato alla fine (nel caso ci fosse uno stipendio alto) non possa avere accesso ai prodotti quanto uno statale. Forse per il motivo del punto 2 o perchè lo statale lavora solo per se insieme alla società e il motto "ognuno secondo le sue capacità ad ognuno secondo i suoi bisogni" non lo può rimpiazzare nessuno stipendio? 2) Se ci fosse una soloa economia pubblica avremmo a dispozione tutte le risorse del mondo senza nessuno che le priva alcune per i suoi interessi. 3) Il sistema di produzione può funzionare benissimo anche senza borghesi lasciando il lavoro in mano ai proletari che sarebbero liberi di usare i mezzi di produzione una volta abolità la proprieta privata su di essi. Il lavoro serve a soddisfare i bisogni umani, perchè dovrebbero esistere dei proprietari dei mezzi produttivi? Però non ho capito come fanno i borghesi a sfruttare l' operiaio... Forse perchè l' esistenza del borghese implica la sua superiorità sull' operaio che poi in realtà non deve esistere? 4) Il lavoratore produce tanta ricchezza. Una ricchezza che poi non li viene totalmente pagata. Quindi mi chiedo: Non basterebbe alzare lo stipendio? Non è un solo lavoratore a produrre ricchezza, ma sono tanti, lo stipendio quindi non è giusto così?
Sono convinto che ci sia molto altro sulla teoria marxista e che quelo che ho scritto potrebbe benissimo essere errato. Sarei grato se mi spiegaste le cose. Non conosco termini come: plus valore, lavoro concreto ecc... quindi non citatemi parola di Marx. Potete farmi un bel semplice riassunto?
Perchè il capitalismo è sfruttamento? Ti spiego in parole povere: Secondo la teoria marxista nella legge degli scambi il valore di una data merce dipende dalla quantità di lavoro necessaria per produrla. Il lavoro è esso stesso una merce, ma con proprietà uniche, in quanto vale più di quel che costa (come hai detto il prezzo della forza lavoro è il prezzo del mantenimento dell'operaio e della sua famiglia, che è meno di quel che produce), il capitalista quindi sottrae al lavoratore questo denaro in più (chiamato plusvalore), facendo nascere il capitale, che poi continuerà ad'accrescere con l'aumento dell'orario lavorativo, la cooperazione tra lavoratori, l'acquisto di macchine ecc. Tieni conto che il marxismo quando parla di produzione statale non la intende come la intendiamo noi oggi (cioè molto simile a quella privata) ma una sorta di produzione collettiva, in cui sono gli operai stessi ad'amministrare l'azienda, decidere cosa produrre, come produrlo e quanto produrre, creando un organismo di democrazia diretta. In questo modo scompare la figura del capitalista sfruttatore e i frutti del lavoro vanno direttamente a chi produce.
|