Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Posts written by silwus

view post Posted: 23/3/2022, 21:37     +8Miss. Victoria Colonna - LAZIO
Vi recensisco l’ultima sessione fatta con Mistress Victoria Colonna, in cui abbiamo inscenato un role play: io ero una spia fatta prigioniera che era a conoscenza di un codice segreto di accesso a delle preziosissime informazione. Mi trovavo nudo e immobilizzato con la schiena a terra con gambe e braccia divaricate. E’ arrivata la Mistress in uno splendido completino scuro con cravatta, scarpenere Louboutin e collant neri. Mi ha ordinato di rivelarle il codice ma io mi sono rifiutato.
Mistress Victoria allora mi ha rifilato una lunga serie di calci sulle palle per farmi parlare, ma io ho stoicamente resistito. Lei allora si e’ tolta le scarpe e ha iniziato a calpestarmi su tutto il corpo, mi ha quindi legato una corda intorno ai genitali mettendomeli in tiro e ha quindi iniziato a farmi il solletico fino a quando non ho piu’ resistito e ho dovuto rivelare il codice.
Mistress Victoria si e’ quindi seduta sul trono a leggere le informazioni riservate facendomi leccare le sue scarpe e i suoi piedi . Poi ha incominciato a torturarmi senza pieta’ con trampling, footgagging, ballbusting e spitting ridendo delle mie sofferenze. Ha poi indossato uno strapon e, dopo avermelo fatto leccare e succhiare per bene, mi ha penetrato e si e’ divertita ha fottermi nelle piu’ svariate posizioni, facendomi diventare la sua puttana.
Alla fine Mistress Victoria mi ha infilato un plug vibrante nel culo e mi ha immobilizzato nuovamente con la schiena a terra, si e’ tolta i collant e mi ha sommerso con la sua pioggia durata, marcandomi cosi’ come sua proprieta’. Mi ha quindi calpestato nuovamente e facendomi leccare i piedi impregnati del suo divino nettare. Per concludere si e’ seduta sulla mia faccia concedendomi l’onore di poter leccare il suo superbo culo mentre lei, col tocco sapiente della sua mano, mi ha fatto raggiungere un poderoso orgasmo, raccogliendo poi il seme versato con un piede e facendomelo leccare fino all’ultima goccia. Mi ha poi lasciato li’ legato e sconfitto in attesa di subire le prossime sevizie.

Che dire … una sessione fantastica!!!!
view post Posted: 26/11/2021, 14:05     +2T r a m p l i n g ! - FOTO NOSTRE MISTRESS E SLAVE SECONDO PRATICA EFFETTUATA
Essere calpestati da Mistress Victoria Colonna e' un privilegio piu' unico che raro.

Non ci sono parole adatte per descrivere le sensazioni che si provano a stare sotto i suoi divini piedi
view post Posted: 23/9/2021, 12:46     +1MISTRESS VICTORIA COLONNA - Roma - MISTRESS
CITAZIONE (latex @ 23/9/2021, 12:04) 
La barra alle caviglie amplifica la sensazione di totale controllo da parte Sua.

A quanto pare il plug gonfiabile e vibrante che le ho donato è apprezzato da molti, immagino il suo divertimento nel pompare😀😀😀

Sono lo schiavo nella foto.
Posso confermare che l'essere immobilizzato e avere il plug vibrante infilato ti fa sentire completamente inerme nelle mani di Mistress Victoria, ed e' una bellissima sensazione.
E' stata una sessione memorabile :)
view post Posted: 23/7/2021, 10:36     +13Sessione con Mistress Victoria Colonna e Madame Angelique - MISTRESS IN TOUR E RECENSIONI MULTIPLE
Salve a tutti,

Voglio raccontare la mia esperienza di una sessione a coppia con Mistress Victoria Colonna e Madame Angelique, due splendide donne e mistress.
Per la sessione abbiamo fatto un gioco di ruolo in cui io ero un ladro che si era precedentemente introdotto nello studio di Mistress Victoria, la quale era riuscita facilmente a stordirmi e immobilizzarmi ed ha quindi pensato bene di chiamare la sua amica Madame Angelique per impartirmi la giusta punizione. Mi trovo con i polsi legati ai piedi del trono e le caviglie ad un divaricatore agganciato in alto in modo da avere il bacino sollevato da terra. Mistress Victoria ha avuto la premura di infilarmi un plug nell’ano in modo da prepararmelo per l’imminente punizione.

Mentre attendo legato in quella non comoda posizione, sento i passi delle due mistress che scendono lentamente per le scale. Mistress Victoria mi presenta a Madame Angelique come l’incauto ladro che ha osato introdursi nel suo studio, mentre io non posso far altro che guardarle dal basso ammirando la loro straordinaria bellezza. Le due scoppiano a ridere e mi avvisano che verro’ severamente punito per la mia azione. Iniziano quindi col farsi leccare le suole delle scarpe e a tirarmi calci sulle palle (non forti ma tali da farmeli sentire ;-)). Poi si tolgono le scarpe e iniziano a calpestarmi; per diversi minuti vengo costretto a subire trampling, facesitting, ballbusting e solletico senza la minima pausa. Come provo a lamentarmi per le sofferenze, ecco che una delle due mi infila il piede in bocca fin quasi a farmi soffocare mentre l’altra continua a torturarmi senza pieta’. Mi ordinano di dichiararmi loro schiavo ma sadicamente mi impediscono di terminare la frase schiacciandomi le palle o sedendosi sul mio viso e mi costringono quindi a ripetere la dichiarazione di sottomissione numerose volte.

Queso pero’ non e’ che l’inizio: le due meravigliose e sadiche Mistress vanno ad indossare gli strapon e mi costringono a leccarli e succhiarli uno ad uno. Poi me li infilano in bocca tutti e due assieme e si divertono a vedermi soffocare con i due falli in bocca. Dopodiche’ mi slegano e iniziano ad abusare di me in svariate posizioni: alla gogna, a quattro zampe, con la pancia a terra e con la schiena a terra e le gambe all’aria; dandosi sempre il cambio: mentre una mi fotte, l’altra si fa succhiare il fallo o leccare i piedi. Vengo sodomizzato senza pieta’ per un periodo che mi sembra interminabile, le due Mistress si divertono proprio a scoparmi trasformandomi nella loro puttana. Non credo di essere mai stato cosi’ abusato prima.

Dopo avermi fottuto fin quasi allo sfinimento, le due Mistress mi legano nuovamente ai piedi del trono e si spogliano delle loro vesti. Mentre resto ammaliato da tale visione, ecco che a turno iniziano a battezzarmi con il loro divino nettare. La loro pioggia dorata mi arriva su tutto il corpo, dai genitali al viso aumentano ulteriormente la mia eccitazione. Dopo avermi marcato come fanno gli animali con il loro territorio, mi calpestano e mi costringono a leccare i loro piedi imbevuti della loro saporitissima urina. Mistress Victoria poi si siede sulla mia faccia e mi concede il privilegio di un meraviglioso anal rimming. E mentre io faccio lavorare la mia lingua per darLe soddisfazione, Madame Angelique inizia a giocare con il mio pene che e’ oramai al massimo dell’erezione: prima con i piedi e poi con le mani fino a che non raggiungo un poderoso orgasmo. Le due divine Mistress vanno allora a raccogliere il mio seme versato con i loro meravigliosi piedi e me lo fanno leccare fino all’ultima goccia. Poi se ne vanno lasciandomi li’ legato ai piedi del trono, loro prigioniero pronto ad essere usato come giocattolo per il loro divertimento …

E’ stata veramente una sessione memorabile che non potro’ mai dimenticare.
view post Posted: 24/10/2014, 08:07     27 ottobre PESCARA / 28 ottobre ANCONA!!!! Ultimi tour di SAMANTHA EMILIANI e STEFAN - TOUR ED EVENTI MISTRESS / FETISH / MASTER
Salve Mistress Samantha,

e' prevista una tappa a Roma in questi ultimi tour?
Mi piacerebbe reincontrarla :)
view post Posted: 5/10/2014, 21:06     Padrona Mya - MISTRESS ROMA - LAZIO
Oggi pomeriggio sessione con Padrona Mya.
Sono anni che la frequento regolarmente e rimango ogni volta estasiato dalla sua capacità di dominare.
Con Lei si ferma il tempo, sembra di andare in un'altra dimensione ...
Grazie Padrona!!!!
view post Posted: 3/2/2014, 16:53     MISTRESS SAMANTHA EMILIANI ITALIANA A BOLOGNA - MISTRESS
Salve Mistress Samantha,

a Roma verra' anche con Padrona Stefania?
view post Posted: 30/9/2013, 12:28     +1Padrona Mya - MISTRESS
Anche la signorina desy ha apprezzato :wub:
view post Posted: 16/11/2012, 15:28     Mistress Berlino - RESTO DEL MONDO
Con Lady Caprice e Lady Orlanda.
Brave entrambe, ti consiglierei cmq Lady Caprice.

Conoscendo il tedesco non ho avuto problemi ad arrangiare la sessione, non so dirti se parlano inglese ma credo di si'.
view post Posted: 16/11/2012, 13:27     Mistress Berlino - RESTO DEL MONDO
Ciao,

Io sono andato allo Studio Tartarus di Lady Caprice e mi sono trovato molto bene.
Su internet puoi trovare maggiori informazioni riguardo lo studio e le mistress.
view post Posted: 2/7/2012, 12:18     LauraLib, Genova - MISTRESS
Mi piacerebbe incontrarti a Roma ...
view post Posted: 11/12/2011, 13:55     Mistress A Roma - MISTRESS IN TOUR E RECENSIONI MULTIPLE
Quoto Sagittario.

Talvolta può non essere facile organizzare una sessione con Lei, ma credimi, ogni sforzo è alla fine più che ripagato.

Secondo me, è la migliore che ci sia.
view post Posted: 8/12/2011, 13:04     Mistress A Roma - MISTRESS IN TOUR E RECENSIONI MULTIPLE
Padrona Mya è superlativa.
Il suo modo di dominare è ineguagliabile, e con lei si possono realizzare delle fantasie incredibili.
Riesce a catturarti con al mente.

A mio avviso è lei la migliore.

view post Posted: 3/6/2011, 16:14     La mia vecchia compagna di classe - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
Ciao, ecco la settima parte del racconto.

Buon week-end a tutti.


PARTE SETTIMA

Anna mi allaccio' il guinzaglio al collare e mi lego' ad un palo nel giardino. Poco dopo mi porto' due ciotole: in una vi era un po' di pasta scotta e in un'altra dell'acqua. Mi disse di mangiare tutto e se ne ando'. Dopo circa una mezz'ora torno' e guardo' con soddisfazione le ciotole che avevo lasciato completamente vuote (nonostante la pasta non fosse un granche', ero veramente affamato, dopo quella mattinata).
- Bravo, il mio cagnolino – disse Anna slacciando il guinzaglio – Adesso vai nella tua stanza e riposati, che stasera ne avrai bisogno – aggiunse sorridendo maliziosamente.
Ancora dolorante per quanto subito in quella tremenda mattinata andai in stanza e mi accasciai sul letto. Ben presto caddi in un sonno profondo.
Dormii per circa tre ore ininterrottamente, mi risvegliai un po rintronato ma piuttosto riposato. Andai nel bagno e mi feci una bella doccia per svegliarmi bene. Mentre mi trovavo sotto l'acqua pensai che quella sera le Signore non ci sarebbero state, tuttavia Gina mi aveva praticamente “consegnato” ad Anna, il che mi preoccupava non poco, dopo aver visto di cosa era capace la ragazza.
In effetti, ognuna delle tre donne, aveva un modo diverso di agire: Cristina era sicuramente la piu' violenta, quella il cui sadismo si manifestava chiaramente sin dal primo momento; Gina invece era piu' tranquilla ma aveva un sadismo piu' sottile che tendeva non solo a dominarti fisicamente ma anche ad annullarti psicologicamente; Anna invece era quella che all'apparenza si direbbe una “brava ragazza”, cordiale, gentile ma che aveva un lato nascosto e fortemente perverso, potenzialmente la ritenevo la piu' “pericolosa” delle tre.
Uscii dalla doccia e mi diedi un'asciugata, dopodiche' rientrai in stanza dove mi attendeva una sorpresa: Anna sedeva sul letto con le gambe accavallate, indossava calze nere autoreggenti e lingerie anch'essa nera, aveva una vestaglia chiara di seta che pero' teneva aperta in modo da mettere in mostra il suo splendido corpo.
Mi fisso' in modo intenso, quindi si alzo' e si diresse lentamente verso di me con passo felpato; rimasi imbambolato e ammaliato, aveva un modo di muoversi cosi' seducente che mi eccito' non poco, e naturalmente l'erezione rimase soffocata in quella maledetta cintura di castita'.
Anna mi spinse contro la parete e si appoggio' col suo seno prosperoso sul mio petto e, tirando un attimo fuori la lingua e passandosela sulle labbra, mi disse in modo molto sensuale – Sai, stasera siamo soli e io ho proprio voglia di divertirmi un po' … - e cosi' dicendo mi fisso' intensamente negli occhi avvicinando la sua bocca alla mia come volesse baciarmi.
Mosso dall'istinto anch'io mossi la testa in avanti per baciarla, ma lei si ritrasse.
- No, mio caro – disse la ragazza – sono io che devo divertirmi, non tu! - e cosi' dicendo mi spinse verso il letto e mi ordino' – sdraiati sul letto e apri bene gambe e braccia.
Io, ancora imbambolato, feci come mi aveva detto. Anna allora ando' in un angolo dove c'era una borsa nera che non avevo avuto modo di notare prima; tiro' fuori dalla borsa delle corde e venne verso di me. Mi fece divaricare ulteriormente le gambe in modo che le mie caviglie raggiungessero gli angoli del letto (era un letto ad una piazza e mezzo) poi' le lego' alle estremita' in modo che non potessi muovere le gambe in alcun modo. Poi fece lo stesso con i miei polsi fissandoli alle altre estremita' del letto. Ero dunque immobilizzato in una posizione a “quattro di spade”.
Anna si mise a cavalcioni sopra di me, sedendosi sul mio petto e guardandomi dall'alto verso il basso con uno sguardo che non lasciava presagire nulla di buono.
- Cosa hai intenzione di fare? - provai a chiedere.
Anna mi colpi' al viso con un violento ceffone – Stai zitto! Non ti ho dato il permesso di parlare! - e mi colpi' con un altro schiaffo.
- Ora sei completamente nelle mie mani – disse – posso fare di te cio' che voglio!
Mentre io la guardavo impaurito, lei con una mano ando' ad afferrare i miei testicoli e incomincio' a massaggiarli piano piano.
- Oh, ma come sono gonfie le tue palle – disse la ragazza – Avresti proprio bisogno di venire. E' un vero peccato pero' che il tuo pisellino sia rinchiuso in quella cintura di castita' – e cosi' dicendo sposto' la mano andando con le dita a battere sul gabbiotto di plastica che teneva imprigionato il mio membro, facendo cosi' aumentare la mia eccitazione e, conseguentemente, la mia sofferenza.
Anna prese poi a strofinare la mano sui miei genitali e mi chiese – Cosa si prova ad avere il cazzo intrappolato? A essere eccitati e non poter dar sfogo al proprio piacere? Su, dimmelo!
- Anna, ti prego – dissi io – smettila, non farmi soffrire in questo modo.
Lei sorrise in modo perfido - E perche' dovrei? Ora che posso divertirmi come mi pare e piace – e continuo' a strofinare la mano sui miei genitali avvicinando il suo pube vicino al mio viso. – Guarda – mi disse - ti piace il mio fiorellino? - La sua fica era a pochi centimetri dal mio viso e stava iniziando a bagnarsi.
Era una tortura tremenda: il mio pene rimaneva imprigionato e lei continuava ad eccitarmi sempre di piu'. Dopo un paio di minuti di strofinamenti, improvvisamente mi afferro' con forza i testicoli fino a farmi urlare dal dolore. Poi li lascio' e mi guardo' con soddisfazione. Io la guardai implorante, ma lei non si impietosi', anzi sembro' trarre piacere dal mio sguardo impaurito, mi afferro' nuovamente i testicoli e incomincio' a giocarci.
- Adesso sei nelle mie mani – mi sussuro' con voce sensuale – Ti tengo per le palle. Mi basta stringere un pochino per farti soffrire terribilmente – e strinse nuovamente i testicoli con forza facendomi urlare ancora per il dolore. Cercai di divincolarmi ma era inutile, avevo gli arti bloccati e non potevo muovermi in alcun modo, ero completamente alla sua merce'.
Anna continuo' a stringere per alcuni interminabili secondi, ridendo della mia sofferenza e dei miei inutili tentativi di liberarmi.
- Su, dimmi cosa si prova a dover subire senza poter reagire – mi disse la sadica ragazza.
- Anna, ti prego … - feci io ma lei strinse nuovamente i miei testicoli e, mentre io mi contorcevo sotto di lei per il dolore, scoppio' in una fragorosa risata. Poi allento' di nuovo la presa e continuo' a giocare con le mie palle con le sue dita che si muovevano sinuosamente sui miei genitali. Nel fare cio' mi guardava dritto negli occhi con uno sguardo molto eloquente che non lasciava adito a dubbi: era lei la padrona ora.
Quel giochetto continuo' per qualche minuto ancora, di tanto in tanto stringeva la presa fino a farmi urlare dal dolore e poi la allentava godendosi il mio sguardo sofferente e spaventato.
Poi lascio' definitivamente la presa, si alzo' in piedi e sali' sul mio petto appoggiandosi con le mani sulla parete per mantenere l'equilibrio. Adesso gravava con tutto il suo peso sul mio corpo, fortunatamente il materasso era piuttosto morbido e mi aiutava a sopportare quel peso.
Anna appoggio' lentamente un piede sul mio viso: l'odore era un po' forte, probabilmente era tutto il giorno che indossava le calze. - Bacia – mi disse.
Io poggiai le mie labbra sulla pianta del piede e incominciai a baciarlo come mi aveva ordinato. Dopo esserselo fatta baciare per bene, mi ordino' di leccarglielo. Tirai quindi fuori la lingua e incominciai a passargliela sulla pianta del piede. - Apri la bocca – mi disse dopo un po' e non appena lo feci mi infilo' la punta del piede in bocca e inizio' a spingere infilandomelo sempre di piu'. A un certo punto non riuscivo quasi piu' a respirare.
- Forza, continua a leccarlo – disse Anna.
Con grande difficolta' cercai, per quanto riuscivo, di passare la lingua sul suo piede che per la meta' era infilato nella mia bocca. Anna, in piedi sopra di me, mi guardava con un sorriso trionfante.
Dopo un po' ritiro' il piede e mi porse l'altro; dovetti ripetere il lavoro anche con questo: prima lo baciaci e poi lo leccai fino a che lei non me lo infilo' in bocca. Dalla mia posizione riuscivo a vedere che le sue mutandine incominciavano ad inumidirsi, Anna stava godendo mentre io, sotto di lei, soffrivo con il suo piede nella mia bocca.
Quando si ritenne soddisfatta, sfilo' il piede e scese dal mio petto, rimanendo pero' sempre in piedi sul letto. Si tolse quindi le mutandine e si abbasso' verso di me portando la sua fica a pochi centimetri dal mio viso: era bagnata ed emanava un forte odore di sesso. Quasi istintivamente tirai fuori la lingua per leccargliela ma lei me lo impedi' tirandosi su.
- Non ancora, mio caro – mi disse e poi si giro' sedendosi con il sedere sulla mia faccia.
- Leccami il culo invece! - mi ordino'.
Ebbi un attimo di esitazione ma Anna mi afferro' con forza i testicoli stringendoli. Tirai immediatamente fuori la lingua e incominciai a passargliela in mezzo alle natiche.
- Ah, bene – disse Anna gemendo per il piacere - adesso infilala bene nel buco!
Io infilai la lingua nel suo ano e lei incomincio' ad emettere degli intensi mugolii' di piacere. Ogni tanto mi stringeva i testicoli in modo da farmi contorcere dal dolore, sembrava che cio' aumentasse la sua eccitazione, almeno a giudicare dalle urla di piacere che faceva. Io continuavo a passarle la lingua nell'ano e ogni tanto mi mancava il respiro. Fortunatamente Anna ogni tanto sollevava il bacino consentendomi di respirare, ma quel gioco era una vera tortura per me. Tra l'altro ero eccitato anch'io ma il mio pene soffriva intrappolato nella cintura di castita'.
Anna poi sollevo' il bacino mettendomi la sua fica davanti alla faccia – Adesso puoi leccarla – mi disse - ma fallo lentamente e con delicatezza. - Io tirai fuori la lingua e dolcemente gliela passai sul suo sesso gia' piuttosto bagnato. Anna nel frattempo si era chinata col busto e con la lingua aveva preso a leccarmi i testicoli. Il mio pene stava per scoppiare: l'eccitazione era tremenda ma l'erezione era contenuta nella maledetta cintura di castita'. Purtroppo non potevo fare altro che soffrire e sperare che quella tortura non durasse a lungo.
Dopo circa cinque interminabili minuti, Anna si alzo' e disse – E' giunto il momento di godere. Voglio essere penetrata! -
Io la guardai e le dissi – Ti prego allora, toglimi questo maledetto affare.
Anna sorridendo mi rispose – Anche se volessi non potrei, le chiavi le hanno le Signore. E poi il tuo pisellino e' piuttosto piccolo, non mi darebbe alcun piacere. - e cosi' dicendo ando' verso la borsa nera e ne estrasse una sorta di slip con un pene finto di gomma di dimensioni ragguardevoli.
Torno' verso il letto e mi applico' quegli slip intorno alla vita (gli slip avevano un laccio laterale e me li pote' mettere senza dovermi slegare le gambe) in modo che il pene finto stesse proprio sopra quello mio vero che era chiuso nella cintura di castita'. Si tolse una calza appoggiando,il piede sui miei testicoli gonfi mentre se la sfilava, e fece lo stesso con l'altra. Appallottolo' poi le calze e me le infilo' in bocca, in modo che non potessi parlare. Monto' quindi a cavalcioni sopra di me e, dopo essersi infilata il dildo sulla sua rosellina incomincio' a cavalcarmi, mentre lo faceva, emetteva degli intensi gemiti di piacere e con le dita mi pizzicava i capezzoli provocandomi degli acuti dolori.
In poche parole, era come se stessimo facendo una scopata, con la differenza che io avevo il pene intrappolato nella cintura di castita' e lei si stava fottendo selvaggiamente il pene finto che stava proprio sopra quello mio vero. Per me era una sofferenza tremenda, ero eccitato al massimo pero' non potevo dar sfogo in alcun modo al mio piacere, di tanto in tanto emettevo dei rantoli soffocati dalle calze che riempivano la mia bocca. Li', legato mani e piedi al letto, ero diventato il giocattolo sessuale di Anna che si muoveva ritmicamente aumentando sempre di piu' l'intensita' ed emetteva delle acute urla di piacere. Non avevo mai visto una donna godere in quel modo, inoltre, il fatto che a me il piacere fosse precluso, sembrava darle un'eccitazione e una carica sessuale ancora maggiore.
Per quasi 20 minuti Anna mi cavalco' come un'ossessa, fino a che non emise un intenso urlo di piacere e si fermo', rimanendo seduta sopra di me. Dopo diversi secondi, in cui pensai addirittura che fosse svenuta, apri' gli occhi e mi guardo' sorridendo – E' stato bellissimo! - disse – Ci voleva proprio una bella scopata!
Io, la guardai senza dire parola.
Anna poi aggiunse in modo canzonatorio – E' un peccato che anche tu non te la sia potuta godere! Mi dispiace proprio tanto! - fece in modo canzonatorio.
- Ma non ti preoccupare, non ti lascero' a mani vuote – disse mentre si alzava in piedi sopra di me – Ti potrai consolare gustando il mio prelibato succo – Mi tolse gli slip con il dildo per indossarli lei stessa e si inginocchio' con il corpo sopra il mio petto, mi sfilo' le calze dalla bocca e mi mise davanti al viso quel membro finto tutto bagnato dai suoi liquidi vaginali.
- Forza! Leccalo per bene e assaporane il gusto – cosi' dicendo mi afferro' per i capelli e mi infilo' il dildo in bocca.
Io, oramai senza piu' alcuna volonta', incominciai a leccarlo. - Bravo, leccalo per bene – diceva Anna in modo canzonatorio – Ti piace il succo della tua padroncina?
Dopo un po' mi tiro' con forza la testa verso il suo pube infilandomi cosi' il membro ancora piu' in profondita' – Adesso succhialo! Forza, spompinami come una brava troietta! - Mi ordino'.
Io incominciai a succhiare il dildo e quasi non riuscivo a respirare, mentre lei rideva divertita e, afferrandomi per i capelli, spingeva con forza la mia testa verso di lei e mi incitava – Forza puttanella! Succhia! - Dovetti fare quel servizietto per diversi minuti, in alcuni momenti temetti veramente di soffocare.
Quando decise che era abbastanza, Anna mi sfilo' il dildo dalla bocca e, restando seduta sul mio petto mi guardo' in faccia. Io, senza dir nulla, la guardai implorante e lei scoppio' a ridere fragorosamente. - Cos'e', non ti ha soddisfatto? - Mi disse in modo canzonatorio.
Io tacqui, temendo che parlando avessi potuto solo peggiorare la mia situazione.
- Mmmh, che possiamo fare adesso? - disse pensierosa. - Hai in mente qualche gioco? - mi chiese.
- Ti prego, Anna – risposi – Non ce la faccio piu'.
- Ma come? Sei gia' stanco? Eppure stai comodamente sdraiato sul letto, sono io che faccio tutta la fatica - disse la sadica ragazza – Ma forse sei solamente stanco di stare sempre in questa posizione – aggiunse poi – non preoccuparti, mi e' venuta in mente una bella idea.
Cosi' dicendo scese dal letto e mi libero' le caviglie. Mi fece quindi tirare su il bacino e portare le gambe verso il corpo fino a che i piedi non raggiunsero la parte opposta del letto. A questo punto mi fece divaricare le gambe e lego' le caviglie ai polsi. Adesso mi trovavo in una scomodissima posizione con il corpo ranicchiato su se stesso, con il sedere rivolto verso l'alto e completamente esposto.
- Bene – disse Anna – mi piaci proprio in questa posizione.
- Che hai intenzione di fare? - chiesi io timoroso.
- Meriti un premio per avermi fatto godere cosi' tanto! - rispose – Voglio che anche tu prenda quel che ho preso io. E cosi' dicendo monto' in piedi sul letto avvicinandosi col dildo verso di me.
- No, ti prego, Anna. Non farlo. – implorai.
- Fai silenzio, sono io che decido cosa fare. Poi mi ringrazierai – disse Anna incominciando a “mirare” il fallo finto verso il mio ano.
- No, fermati – gridai e cercai di muovermi quel poco che potevo per non farmi infilare il dildo nell'ano.
- Non muoverti, altrimenti e' peggio – disse risoluta Anna.
Io pero' continuavo a dimenarmi per non farmi penetrare. Anna allora mi afferro' con forza i testicoli facendomi gridare per il dolore e disse minacciosa – Se non stai fermo te li stritolo.
A quel punto cessai ogni tentativo di opposizione e mi preparai ad essere penetrato.
- Bravo, cosi' ti voglio – disse Anna lasciando la presa e inizio' ad infilarmi il fallo finto nel culo. Questo dildo pero' era un poco piu' grosso di quello con cui la sera prima mi aveva penetrato Cristina, per cui non riusciva ad entrare bene. Anna si mise quindi a spingere con maggior forza facendomi gemere per il dolore (oltretutto la posizione in cui mi trovavo non mi facilitava certo a sopportare la sofferenza).
- Il tuo buco e' piuttosto piccolo, mio caro – disse Anna in tono canzonatorio – Vuol dire che dovrai soffrire un po' – e cosi' dicendo diede una botta forte con il bacino in modo da farmi entrare il dildo nel culo e facendomi gridare per il dolore.
- Hai visto? - disse Anna – con un po' di fatica ci e' entrato. Adesso inizia il divertimento! - Io soffrivo troppo per poter dire qualcosa, potevo solo gemere per il dolore.
Anna inizio' a muoversi lentamente in avanti e indietro con il bacino in modo da far entrare ed uscire il fallo dal mio ano che pian piano incominciava a dilatarsi.
- Beh, ti piace ? - mi chiese Anna dopo qualche minuto in cui mia aveva scopato lentamente.
- Veramente no – risposi a fatica – mi fa male.
Anna scoppio' in un fragorosa risata e, dopo avermi afferrato i testicoli con una mano disse – Beh, ora lo fara' ancor di piu' – e inizio' a spingere con maggior forza. Ogni volta dava una vigorosa botta col bacino causandomi un forte dolore, poi, quando tornava indietro, mi stringeva con forza le palle causandomi un dolore ancor maggiore. In poche parole non avevo un attimo di respiro: una botta al culo e poi subito dopo una stretta alle palle.
Quella tortura duro' per diversi minuti, Anna aumentava gradualmente il ritmo lanciando grida di piacere. Per un momento credetti di morire, non riuscivo quasi a respirare e ad un certo punto non sentii piu' nemmeno il dolore. Alla fine Anna lancio' un ultimo, acuto grido di godimento e poi si fermo' guardandomi dritto negli occhi. Non disse una parola, ma il suo sguardo era eloquente: mi guardava vittoriosa e trionfante mentre io avevo finalmente capito quale era definitivamente il mio ruolo.
Dopo un po', si sfilo' gli slip lasciando pero' il dildo infilato nel mio culo. - E' bene che tu lo tenga ancora per un po' – disse – Il tuo culo e' un po' stretto e bisogna allargarlo per bene.
Detto' cio', alzo' un piede e me lo pose in faccia andandosi a sedere sul mio bacino sollevato a mezz'aria. Oltra a dover stare in quella posizione scomoda, con il dildo nel culo, dovevo ora sopportare anche il suo peso mentre lei mi poggiava un piede in faccia.
- Forza, leccalo. – mi ordino' – E questo come ringraziamento per il regalo che ti ho fatto.
Io, oramai completamente soggiogato nel fisico e nello spirito, tirai fuori la lingua e iniziai a leccarle lentamente il piede, mentre lei con le mani mi accarezzava i testicoli e tamburellava con le dita sulla cintura di castita' che teneva il mio pene ingabbiato. - E' un vero peccato che tu non abbia potuto godere – mi disse in modo canzonatorio – Sai, io ti avrei pure liberato, purtroppo pero', non ho le chiavi … - e si mise a ridere mentre io continuavo a leccarle il piede.
Dovetti ovviamente leccarle anche l'altro piede, e dopo circa una decina di minuti, la sadica ragazza si ritenne soddisfatta, sia alzo' e mi sfilo' lentamente il dildo dal culo. Il sollievo che provai fu incredibile.
Poi mi slego' e potei finalmente distendere il mio corpo.
Anna rimise poi tutti i suoi “attrezzi” nella borsa mentre io, sdraiato sul letto lentamente cercavo di riprendermi. Prima di uscire mi tiro' un bacio e disse – Riposa bene stanotte, te lo sei meritato ...
view post Posted: 11/5/2011, 20:06     La mia vecchia compagna di classe - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
Salve a tutti,

chiedo perdono se ho fatto attendere così tanto prima di postare questa sesta parte ma purtroppo per vari motivi non ho potuto prima. Spero che anche questa volta il racconto sia di vostro gradimento.
Vi assicuro che continuerò a proseguire la storia, ma abbiate pazienza se ogni tanto dovrete aspettare un po' ...


PARTE SESTA

Dopo qualche minuto a fatica mi rialzai, misi in ordine il salotto e andai in cucina a lavare i piatti come mi era stato ordinato da Anna, dopodiche' andai nella mia stanza e mi gettai esausto sul letto. Incominciai a pensare a quanto accaduto: ero stato depilato completamente, costretto a indossare un collare e una cintura di castita' che mi impediva la minima erezione, sottoposto a innumerevoli e mortificanti umiliazioni, sodomizzato e usato come oggetto di piacere sessuale da quelle terribili donne. E il tutto in un solo giorno!
La cosa peggiore era poi che dentro di me non avevo avuto la forza di reagire, avevo subito la situazione passivamente senza mai tentare di oppormi ad essa. Adesso gli eventi avevano preso veramente una brutta piega per me... ben presto pero' sprofondai in un profondo sonno.
Fui bruscamente svegliato da un ceffone: era Anna che mi schiaffeggiava – Svegliati, dormiglione!- mi disse - Sono le otto e mezzo e tu sei ancora al letto! Forza vieni subito con me in cucina!
Ancora intontito sbadigliai incominciai a stiracchiarmi restando pero' ancora disteso sul letto e non dando cenno di volermi alzare.
Anna mi afferro' allora i testicoli e li strinse con forza, sussultai improvvisamente gemendo per il dolore. Tenendomi sempre i testicoli la ragazza mi trascino' giu' dal letto e lascio' poi la presa: io mi accasciai al suolo per il dolore. Poggiandomi un piede in testa mi disse – Te lo ripeto per l'ultima volta: vieni con me in cucina ! E vedi di non farmi piu' arrabbiare!
Sorpreso per il brusco risveglio e per il severo comportamento di Anna (era veramente trasformata), non osai replicare e, con i testicoli ancora doloranti, mi alzai e la seguii, nudo come sempre ovviamente, ancora un po' barcollando. Entrammo in cucina e Anna mi ordino' di mettermi a quattro zampe nei pressi del tavolo, cosa che feci prontamente (non volevo farla arrabbiare nuovamente, quella mattina non mi sembrava certo dell'umore migliore).
Anna prese un ciotola e me la mise davanti al viso e ci mise dentro dei biscotti.
- Forza, mangia – disse – questa sara' la tua colazione stamattina.
Non volendola contrariarla mi misi a mangiare accucciato a terra come un cane mentre lei preparava un vassoio con le colazione per le due Signore. Una volta che ebbi finito di mangiare i biscotti, Anna pose il vassoio con la colazione per le Signore sulla mia schiena e disse – Adesso seguimi a quattro zampe e bada a non far cadere niente, altrimenti per te saranno dolori.
La ragazza si diresse quindi verso il corridoio e io la seguii camminando lentamente a quattro zampe con il vassoio sulla mia schiena facendo la massima attenzione a rimanere il piu' fermo possibile con il tronco per non far cadere nulla dal vassoio. Seguii Anna per tutto il lungo corridoio fino ad arrivare ad una porta sul fondo.
Anna busso' leggermente ed apri' con delicatezza la porta quanto bastava per poter fare capolino con la testa. - Signora Gina – sussurro' Anna dolcemente
Dall'interno della stanza udii' la voce di Gina – Si' Anna -
- Mi perdoni, spero di non svegliarLa, ma avevo pensato di farvi servire la colazione al letto – disse Anna.
- Ottima idea – udii Gina rispondere – Hai fatto benissimo. Tant'e' che Cristina dorme ancora e lo sai, per farla alzare dal letto, ci vuole sempre tanto ... Su, fai portare pure la colazione -
- Subito, Signora Gina – rispose Anna e poi, rivolgendosi a me, – Forza, porta la colazione alle Signore – disse aprendo la porta in modo che potessi entrare.
Camminando a quattro zampe entrai nella stanza con il vassoio della colazione sulla schiena. Entrambe le donne giacevano su un letto matrimoniale. Gina stava seduta con la schiena appoggiata sul cuscino mentre Cristina dormiva ancora. Non appena mi vide Gina scoppio' a ridere e disse – Ma che bravo il nostro schiavetto, adesso ci porta pure la colazione al letto.- e poi tocco' Cristina scuotendole la spalla – Su Cristina, e' ora di svegliarsi -
- Mmmhh – borbotto' Cristina – Dai, Gina, fammi dormire ancora un po' -
- Su Cristina, svegliati che oggi il nostro schiavetto ci porta la colazione al letto -
Borbottando ancora un po' Cristina apri' gli occhi e non appena mi vide a quattro zampe col vassoio sulla schiena scoppio' anche lei in una fragorosa risata. Mi sentii ancora una volta tremendamente umiliato.
- Forza, portami la colazione nel frattempo che la mia amica si sveglia – ordino' Gina.
A quattro zampe mi avvicinai al suo lato del letto. Gina prese la brioche e inizio' a mangiarla, nel frattempo verso' il caffe' sulla tazza (che stava sempre sul vassoio sopra la mia schiena) ci mise un cucchiaino di zucchero e inizio' a mescolarlo. Nel frattempo Cristina si stiracchiava e si sedeva anche lei appoggiando la schiena sul cuscino e guardandomi con aria divertita. Anche Anna era rimasta in stanza e assisteva alla scena.
Gina termino' di mangiare la brioche, prese la tazza di caffe' e mi disse di portare la colazione alla sua amica. Obbedii e, camminando a quattro zampe, raggiunsi l'altro lato del letto in modo che anche Cristina potesse servirsi. Cristina prese la sua brioche, tiro' fuori un piede dalle lenzuola e disse: - Forza, schiavo! Leccami il piede mentre faccio colazione! - poi aggiunse – E bada di non far cadere il caffe', che devo ancora berlo.!
Lentamente mi girai su me stesso in modo da volgere il viso verso il piede di Cristina e lentamente incominciai a leccarglielo come ordinatomi. Le due donne ridevano fra loro mentre passavo la lingua fra le dita deil piede. A un certo punto sentii la mano di Cristina infilarsi tra le mie gambe, ando' ad afferrarmi i testicoli e, senza stringere, incomincio' a giocarci un poco con le dita. Io per un momento smisi di leccare ma Cristina mi disse – Chi ti ha detto di smettere?!?! Forza continua a leccarmi il piede e mi raccomando, non far cadere il caffe'!
Io tirai fuori nuovamente la lingua e proseguii nel mio compito mentre Cristina continuava a giocare con le mie palle. Dentro di me fremevo terribilmente, sapevo bene che avrebbe potuto stringermi con forza le palle da un momento all'altro e sicuramente sarei sobbalzato dal dolore facendo cadere il caffe' a terra. Cercando di rimanere impassibile continuai a passare la lingua sulla sua estremita' mentre lei teneva in mano i miei testicoli. Cristina di tanto in tanto aumentava la stretta, tuttavia lo faceva in modo graduale e quindi ero in grado di sopportare il dolore senza dover fare movimenti bruschi. Quel che pero' inizialmente credei essere un accorgimento di pieta' nei miei confronti, in realta' era una tattica ben studiata: aumentando la stretta gradualmente io ero in grado di mantenermi in posizione per non far rovesciare il vassoio, e quindi la tortura continuava. Forse sarebbe stato meglio sussultare e far cadere il vassoio: avrei subito la punizione ma almeno avrei posto termine a quella sofferenza che aumentava sempre di piu'.
Le due donne ridevano mentre leccavo il piede di Cristina e questa mi stringeva le palle. Soffrivo terribilmente, ma continuavo a passare la lingua sul piede della mia aguzzina che di volta in volta lo muoveva facendomi capire che parte dovessi leccare. Quando pensai di raggiungere il limite e di accasciarmi Cristina allento' la presa e fece sporgere l'altro piede dal letto. - Forza – mi disse – Adesso lecca l'altro.
Io incominciai quindi a muovere la lingua sul secondo piede e Cristina riprese a stringermi gradualmente i testicoli. Dopo un brevissima pausa il sadico gioco di Cristina era nuovamente ripreso. Passai altri cinque minuti di sofferenza dopodiche' Cristina lascio' definitivamente la presa dicendo – Ora indietreggia, ho voglia di prendermi il caffe'.-
Obbedii e camminai a quattro zampe all'indietro in modo da avvicinare nuovamente il vassoio alla donna che verso' il caffe sulla tazza. Nel frattempo Gina si era alzata dal letto e si stava togliendo il pigiama quando noto' che lo smalto sulle unghie dei piedi (che io ricordavo bene …) era un poco sbiadito. - Uhm – disse – penso proprio che dovro' rimettermi lo smalto sulle unghie.
- Fattelo fare dal nostro schiavetto – disse Cristina.
- Meglio di no – fece Gina – Altrimenti mi tocchera' rimproverarlo come l'altra volta. Preferisco fare da me – e cosi' dicendo chiese ad Anna di portarle l'occorrente. Mentre la ragazza si diresse a prendere quanto richiesto Gina ando' a sedersi sulla parte del letto vicino a Cristina e poggio' i piedi sulla mia testa. Adesso mi trovavo a quattro zampe col vassoio sulla schiena e i piedi di Gina sopra la nuca.
Anna rientro dopo pochi istanti e porse a Gina il beauty case.
Gina si mise l'ovatta fra le dita dei piedi e, tenendomi sempre i piedi in testa, inizio' a passarsi lo smalto sulle unghie. Cristina nel frattempo aveva terminato di bere il caffe' e, dopo aver riappoggiato la tazza sul vassoio, aveva nuovamente infilato una mano in mezzo alle mie gambe. Stavolta pero' si limito' ad accarezzarmi dolcemente i testicoli ticchettando di tanto in tanto con la punta delle dita sulla cintura di castita'.
Nonostante i testicoli ancora fortemente doloranti, non potei controllare l'eccitazione che le carezze di Cristina mi provocavano e ben presto il mio pene incomincio' a ingrossarsi. La cintura di castita' pero' lo teneva indissolubilmente intrappolato. Inizio' cosi' per me una nuova tortura. Per tutto il tempo in cui Gina si passo' lo smalto sulle unghie dei piedi appoggiati sulla mia nuca, Cristina continuo' ad accarezzarmi i genitali in modo da mantenermi viva l'eccitazione e prolungare cosi' le mie sofferenze.
Non appena Gina termino' di smaltarsi le unghie, Cristina strinse improvvisamente con forza la presa sui miei testicoli, io non potei non urlare per il dolore e poi mi accasciai a terra facendo cascare il vassoio con tutte le tazze che si ruppero al suolo al suolo.
Cristina esclamo' – Razza di imbecille, guarda cosa hai fatto! Ti avevo detto di non far cadere niente! Verrai severamente punito per questo!
Gina allora poggio' entrambi i piedi sulla mia schiena e, montandomi sopra con tutto il peso, disse tranquillamente ad Anna
- Anna, porta lo schiavo in giardino e fallo stare buono. Poi vieni per favore a raccogliere i cocci. Nel frattempo Cristina ed io ci prepareremo e poi gli impartiremo una bella lezione! - cosi' dicendo scese dalla mia schiena calcando bene con i talloni e usci' di stanza seguita dalla sua amica, che mi calpesto' nell'andarsene.
- Guarda cosa hai combinato! - mi disse Anna con un tono di rimprovero. - Oggi non ci siamo proprio!Vedi di impegnarti, altrimenti passerai dei seri guai – aggiunse minacciosa.
Poi la ragazza mi afferro' per il collare e mi fece alzare in piedi, mi condusse fuori in giardino e mi fece mettere a quattro zampe sotto il portico. Ando' a prendere il guinzaglio, lo applico' al collare e mi lego' nei pressi della porta di casa. - Adesso stai qui buono ad attendere le Padrone – mi ordino' e, dopo avermi dato un calcio nel sedere, rientro' in casa.
Rimasi accucciato (che altro potevo fare?) ad attendere. Dopo circa una ventina di minuti arrivarono le Signore; erano entrambe in bikini: Gina indossava un bikini nero, Cristina uno viola acceso. Erano scalze e Cristina teneva in una mano una palla da tennis. Non appena mi videro li' legato e accucciato come un cane sorrisero perfidamente.
Cristina disse – Bene, e' pronto il nostro cagnolino a correre? - disse Cristina ridendo mentre mi prendeva per il guinzaglio. Le due donne si diressero sul prato e Gina si sedette su una sdraio a prendere il sole al bordo della piscina, era una magnifica giornata.- Inizia pure te Cristina, a giocare col cagnolino, pero', mi raccomando, lasciamene un po' pure per me dopo .. - e si mise a ridere.
- Non preoccuparti, Gina – rispose Cristina – te lo tengo in caldo cosi' poi potrai divertirti ben bene – e cosi' dicendo lancio' la palla da tennis che aveva in mano nel lato opposto del giardino (per raggiungerla bisognava fare il giro di tutta la piscina). Poi slego' il guinzagli o– Forza cagnolino, vai a prendere la palla e riportamela subito! Con la bocca, mi raccomando! - mi disse dandomi un calcio sul sedere
Immediatamente incominciai a correre, per quanto potevo a quattro zampe, fino a raggiungere la palla da tennis. La presi con la bocca e di nuovo ritornai da Cristina come un bravo cagnolino: le due Signore assistevano alla scena divertite.
Non appena raggiunsi Cristina, questa mi fece deporre la pallina ai suoi piedi ordinandomi di baciarglieli entrambi, cosa che feci prontamente. - Bene – disse la sadica donna – adesso tira fuori la lingua e ansima come farebbe un bravo cagnolino desideroso di giocare!
Tirai fuori la lingua e mi misi ad ansimare cercando di imitare al meglio che potei il verso di un cane, le due donne scoppiarono in una fragorosa risata.
Cristina lancio' nuovamente la palla dall'altro lato della piscina e, colpendomi nuovamente sul sedere con una pedata, mi ordino' di riportargliela. Io mi rimisi quindi a correre, la presi con la bocca e gliela riportai come un fedele cagnolino.
Cristina incomincio' a passeggiare per il prato costringendomi a seguirla, di tanto in tanto lanciava la palla lontano e mi faceva andarla a prendere. Ogni volta dovevo riportargliela, deporla ai suoi piedi che poi baciavo come ringraziamento per farmi giocare. Ogni tanto venivo premiato con una carezza sulla testa, altre volte, quando non ero celere nel riportarle la palla, riceve invece un bel calcio sulle natiche. Il tutto sotto lo sguardo divertito di Gina che prendeva comodamente il sole sulla sdraio al bordo della piscina.
Quel giochetto duro' per circa una mezz'ora, ogni volta la palla veniva lanciata dall'altra parte e io dovevo riportargliela. Alla (credo) ventesima volta che dovetti riprendere la palla lanciata da Cristina, non appena tornai mi accasciai al suolo, avevo le ginocchia ferite e doloranti.
Cristina mi assesto' un paio di calci sul fianco dicendomi – Forza, alzati!
Mi feci forza e, a fatica, mi rimisi a quattro zampe. Di sicuro pero' non sarei stato capace di andare a riprendere la palla se Cristina l'avesse nuovamente lanciata.
Gina pero' disse – Dai Cristina, fai riposare un poco il nostro cagnolino, altrimenti non potremmo piu' divertirci.
- Hai ragione, Gina – disse Cristina – lasciamolo riposare un poco - e cosi' dicendo si ando' a sedere sulla sdraio vicino a quella dell'amica.
- Su, cagnolino – fece Gina – vieni qui e sdraiati con la schiena a terra ai nostri piedi.
Trascinandomi sulle mie ormai logore ginocchia feci come ordinatomi. Gina ne approfitto' per poggiare i piedi sui miei genitali, mentre Cristina me li mise in faccia.
- Forza, leccameli – mi ordino' Cristina – Non vedi che sono sporchi? Su puliscimeli.
Effettivamente avendo camminato per il prato, le piante dei piedi di Cristina erano un po' sporche di terra. Tirai fuori la lingua e pian piano incominciai a passarla sulle sue estremita' cercando di ripulirle dalla terra. Gina nel frattempo aveva iniziato a muovere dolcemente i piedi sui miei genitali causandomi inevitabilmente l'eccitazione e, come previsto, il mio pene rimase bloccato dalla cintura di castita' che lo avvolgeva e, sebbene in quella posizione potessi riposare un poco le mie membra, la mia sofferenza continuava.
Passai circa un quarto d'ora in quel modo, ripulendo per bene i piedi di Cristina, mentre Gina mi strofinava i suoi sui genitali; di tanto in tanto Gina si divertiva ad aumentare la pressione sui miei testicoli facendomi soffrire ulteriormente.
Gina infine disse – Adesso e' il mio turno di giocare – si alzo' quindi in piedi e si fece dare la palla da tennis e il frustino da Cristina.
Io, senza nemmeno che mi fosse ordinato, mi rimisi a quattro zampe. Le ginocchia pero' erano ferite e non sarei durato credo a lungo. Gina mi guardo' e mi disse con aria canzonatoria – Come sta il mio piccolo cagnolino? Sei pronto a giocare?
Io guaii lamentosamente, per farle capire che non potevo rimettermi a correre a quattro zampe.
- Cosa c'e' cagnolino? Hai le ginocchia ferite? - disse Gina in tono canzonatorio – Ebbene, la tuo padroncina e' tanto buona e non vuole che tu ti rovini le ginocchia – e cosi' dicendo lancio' la palla dentro la piscina.
- Vai a prenderla e riportamela – mi ordino'.
Io la guardai stupito.
- Forza, cosa stai aspettando? - fece Gina – Tuffati nell'acqua e vai a prendere la palla. Nuotare non ti fara' certo male alle ginocchia – Cristina scoppio' a ridere.
Non potevo far altro che obbedire: mi gettai in acqua (era piuttosto fredda) e incominciai a nuotare verso la palla che galleggiava nel mezzo della piscina.
- Non cosi' – mi fece Gina – Nuota come fanno i cani, agita bene le zampe anteriori.
Mi misi quindi a nuotare a “cagnolino” fino a raggiungere la palla che presi, come al solito con la bocca, mentre le due Signore ridevano divertite.
Riportai la palla a Gina che di nuovo la scaglio' dentro la piscina ordinandomi di riportargliela. Per circa una decina di volte dovetti ripetere quel tremendo giochetto, alla fine mi accasciai al suolo stremato.
- Come, sei gia' stanco? - chiese Cristina ridendo – Su, forza, rimettiti a quattro zampe. Non penserai mica di cavartela con cosi' poco dopo quello che hai combinato stamattina.
Gina si risedette sulla sdraio e mi ordino' – Forza, cagnolino, vieni di fronte a me.
A fatica mi rimisi in piedi (cioe' a quattro zampe volevo dire) e raggiunsi Gina che aveva accavallato le sue lunghe e splendide gambe e muoveva il piede in modo provocante. Cristina nel frattempo era andata a sedersi sulla sdraio vicino alla sua amica.
- Adesso dovrai espiare per aver fatto cadere il vassoio! - mi disse in tono severo – Forza mettiti in posizione per fare i piegamenti sulle braccia.
Distesi le gambe indietro e mi misi in posizione per fare le flessioni proprio davanti a Gina. Cristina ne approfitto' subito per distendere le gambe e poggiarmele sopra la schiena.
Dopo qualche secondo di silenzio, Gina pose i suoi piedi sotto il mio viso e disse – Adesso abbassati lentamente fino a poggiare le labbra sul mio piede e baciami un dito del piede. E mi raccomando, senza toccare per terra con il corpo.
Come ordinatomi mi abbassai lentamente fino a raggiungere i suoi piedi e baciai l'alluce del piede destro.
- Adesso tirati di nuovo su e ripeti l'operazione fino a che non hai baciato tutte le dita. - disse imperiosa Gina.
Flettei nuovamente le braccia e baciai il secondo dito del piede destro e ritornai su.
- Piu' lentamente – disse Gina – altrimenti ti faccio ricominciare da capo.
Con maggior lentezza flettei nuovamente le braccia e andai a baciare il terzo dito. L'operazione era piuttosto faticosa, sia perche' dovevo scendere lentamente, sia perche' sulla mia schiena grava il peso delle gambe di Cristina che comodamente assisteva divertita alla scena. Inoltre ero anche stanco per aver dovuto far il cagnolino e riprendere la palla per buona parte della mattinata.
Gia' alla settima ripetizione le braccia mi dolevano fortemente per lo sforzo, all'ottava iniziarono a tremare.
- Mi raccomando di non cedere – disse Gina impietosa – Altrimenti dovrai ricominciare dall'inizio. Cristina scoppio' a ridere e spinse un po' con le gambe verso il basso in modo da rendermi ancor piu' faticoso il lavoro.
Il dolore dei muscoli era quasi insopportabile pero' strinsi e denti e mi abbassai per la nona volta baciandole il penultimo dito e con grande fatica riuscii a ritirarmi su.
Mancava ora una sola ripetizione, ero allo strenuo delle forze, ma non dovevo assolutamente cedere, non sarei mai stato in grado di ricominciare dall'inizio. Con uno sforzo indicibile mi abbassai lentamente fino ad arrivare con le labbra a baciare il decimo ed ultimo dito, dopodiche' crollai al suolo esausto.
- Sei stato bravo – disse Gina – purtroppo pero' hai ceduto proprio all'ultimo e non sei riuscito a ritirarti su. Ora dovrai ricominciare da capo.
Provai a protestare dicendo che ero riuscito a baciare il decimo dito ma Cristina mi colpi' con una pedata – Zitto, verme! - mi grido' – Chi ti ha dato il permesso di parlare? Non hai sentito cosa ti ha detto Gina? Forza, tirati nuovamente su e ricomincia dall'inizio.
Cercai di tirarmi nuovamente su me le mie braccia erano troppo stanche, non riuscii a sollevarmi da terra. Cristina inizio' quindi a incitarmi prendendomi a pedate, ma non ce la facevo proprio.
- Vedo bene che le tue braccia sono troppo stanche per poter ricominciare. – disse Gina – Voglio essere generosa, ti concedero' un altro modo per poter espirare le tue colpe.
Io, a terra con il visto immerso sui suoi piedi, mi chiedevo cosa avesse in mente e cos'altro ancora avrei dovuto subire.
- Mettiti con la schiena a terra, con le gambe rivolte verso di me.
Con fatica rigirai il mio corpo su se stesso per mettermi come ordinatomi.
- Avvicinati di piu' – disse Gina – Fletti le ginocchia e divarica bene le gambe.
Feci come mi aveva detto e non appena divaricai le gambe, lei poggio' un piede sui miei genitali e accavallo' le gambe in modo che l'altro piede rimanesse sospeso a mezz'aria sopra il mio petto.
- Forza – disse Gina – adesso metti le mani dietro la nuca e, senza muovere le gambe, tirati su e vienimi a leccare il piede.
Contraendo gli addominali sollevai il busto fino a portare il mio viso vicino al piede di Gina, tirai fuori la lingua e iniziai a leccarglielo. La posizione era alquanto faticosa, dovevo rimanere col busto inclinato mentre Gina nel frattempo aumentava la pressione sui genitali con il piede piu' in basso. Inoltre Gina di tanto in tanto alzava un poco il piede allontanandomelo dal viso e costringendomi a sollevare ulteriormente il busto, poi lo riavvicinava di nuovo premendomelo sul viso e facendomi abbassare il busto senza pero' che io potessi mai poggiare la schiena a terra per riposarmi un attimo. Cristina rideva a crepapelle nel vedere il grande sforzo che stavo facendo mentre continuavo a leccare la pianta del piede della sua amica.
Dopo circa un minuto in quella scomoda posizione Gina mi premette con forza il piede sulla faccia spingendomi indietro fino a farmi portare la schiena a terra (potei finalmente rifiatare un attimo). Dopodiche' cambio' la posizione delle gambe e mi ordino' di leccarle l'altro piede.
Avevo gli addominali che mi dolevano, tuttavia strinsi i denti e risollevai nuovamente il busto per andarle a leccare l'altro piede. Anche in questa occasione Gina lo sollevava e lo abbassava facendomi faticare notevolmente, stavolta inoltre pigiava con piu' forza col piede che teneva sui miei genitali schiacciandomeli gradualmente sempre di piu'. Dopo circa 30 secondi il dolore e la fatica divennero insopportabili e stremato mi accasciai con la schiena a terra.
Gina aumento' la pressione sui miei genitali intimandomi di riprendere a leccarle il piede, provai a risollevare il busto per qualche secondo ma ero troppo stanco e mi riaccasciai nuovamente.
Gina allora sollevo' il piede che teneva sui miei genitali e lo fece scendere di scatto in modo da colpirli con forza. Mi piegai in due per il dolore.
- Guarda che pappamolla – disse Gina alla sua amica – non riesce a reggere per piu' di pochi secondi.
- Hai proprio ragione – disse Cristina – Dovremmo trovare qualche altro sistema per punirlo.
- Gia' - disse Gina mentre io mi contorcevo dolorante ai suoi piedi.
- Mi e' venuta un'idea! – disse improvvisamente Cristina – Che ne dici se facciamo un po' di step visto che oggi non andiamo a correre?
- Ottima idea! - esclamo' Gina che aveva compreso immediatamente cosa aveva in mente la sua sadica amica.
Le due donne si alzarono dalle sdraio e, dal momento che ero ancora dolorante a terra, mi afferrarono per le caviglie e mi trascinarono sul prato, mettendomi con la pancia in su.
- Adesso rimani fermo in questa posizione e non ti azzardare a muoverti' – mi ordino' Cristina in tono perentorio.
Iniziarono quindi a turno a salirmi sul petto, prima con un piede e poi con l'altro, come se stessero facendo step in palestra, con la differenza che lo step ero io.
Inizialmente riuscii a sopportare bene il loro peso, salivano a turno e rimanevano sul mio corpo per una frazione di secondo. Ben presto pero' le mie sofferenze aumentarono, le due donne infatti incominciarono a salire con un piede sollevando il ginocchio della gamba opposta in modo da gravare maggiormente col loro peso e presero a farlo in coppia contemporaneamente, Gina saliva sul petto mentre Cristina sull'addome. Rimanevamo poi ferme sopra di me per qualche secondo poi scendevano per risalire con il piede opposto. Proseguirono con quella “ginnastica” per circa una decina di minuti facendo esercizi sempre piu' dolorosi (per me ovviamente).
Ogni tanto mi contorcevo per il dolore, venivo allora preso subito a pedate, e costretto a rimettermi in posizione.
Infine si divertivano a saltarmi sul corpo con entrambi i piedi, prima lo fecero singolarmente e poi assieme. Al quinto salto che fecero entrambe sopra di me non potei resistere e mi piegai in due per il dolore. Non potevo resistere oltre.
Gina mi poggio' allora un piede in testa e Cristina sul fianco e mi guardavano ridendo dall'altro verso il basso. Non dissero nulla ma i loro sguardi erano piu' che eloquenti: mi avevano fatto capire ancora una volta chi e' che comandava e quale sarebbe stato il mio ruolo di li' in poi.
Alla fine mi ricostrinsero con la schiena a terra e, dopo essermi nuovamente salite sopra il corpo, si abbracciarono e si scambiarono un appassionato bacio mentre io giacevo sotto i loro piedi.
Poi scesero e fecero un tuffo in piscina mentre io rimasi dolorante al suolo, stremato, nel fisico e nello spirito.
Dopo qualche minuti giunse Anna che annuncio' che a breve sarebbe stato pronto il pranzo e chiedendo cosa fare di me.
- Legalo ad un palo e portagli un po' di cibo – disse Gina uscendo dall'acqua insieme a Cristina – Pranzeremo senza di lui.
E mentre le due amiche si incamminavano verso casa, Gina aggiunse – Ah dimenticavo Anna, oggi andiamo al circolo e staremo fuori anche la sera. Fallo riposare un po' nel pomeriggio, ne ha bisogno. Stasera te lo lasciamo, e' tutto tuo.
- Come desidera, Signora Gina – disse Anna e mi guardo' con un diabolico sorriso ...
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