Il Calderone di Severus

Posts written by ellyson

view post Posted: 6/5/2024, 20:53 (Profilo Autore) ellyson - Gli autori di Magie Sinister
Titolo: I due guardiani
Autore: Ellyson
Tipologia: racconto breve
Rating: Per tutti
Genere: triste
Personaggi: Severus Piton, Minerva McGranitt
Pairing: nessuno
Epoca: 7 anno
Avvertimenti: preparate i fazzoletti...
Riassunto:

C'é un messaggio per Minerva nel nascondiglio dietro il quadri di Silente
view post Posted: 6/5/2024, 20:41 ellyson - I due guardiani - Severus - racconti brevi
Titolo: I due guardiani
Autore: Ellyson
Tipologia: racconto breve
Rating: Per tutti
Genere: triste
Personaggi: Severus Piton, Minerva McGranitt
Pairing: nessuno
Epoca: 7 anno
Avvertimenti: preparate i fazzoletti...
Riassunto:

C'é un messaggio per Minerva nel nascondiglio dietro il quadro di Silente

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

I due guardiani



- C'è qualcosa per te, Minerva.
Silente parla dal quadro.
È triste anche lui, è solo un’immagine, ma è triste e lei non riesce a bloccare l’onda di rabbia che la investe.
- Perché non dirmelo, Albus?- sibila con astio, seduta su una sedia vicino alla scrivania.
Le hanno dato la carica da Preside, ma lei non la vuole, non così, non con quel senso di fallimento e tradimento che sente sotto pelle.
- Perché era giusto così.
Fatica a non imprecare. Stringe i braccioli della sedia fino a farsi male le mani, vorrebbe prendere il quadro e lanciarlo fuori dalla finestra e sa che Albus – anche se solo dipinto – l’avrebbe capita.
Stringe la labbra così tanto da farsi male, ma si alza e si avvicina al dipinto.
Con una mano lo sposta rivelando il nascondiglio segreto dietro la tela, sapeva che c’era un buco nel muro, Potter l’aveva rivelato a tutti, ma non aveva controllato.
Troppo presa dalla ricostruzione della scuola, troppo impegnata a nascondere la vergogna e il senso di colpa.
C’era un rotolo di pergamena legato da un cordino di velluto verde.
Lo afferra e riposiziona il quadro.
Torna a sedersi.
Il sottile nastro cade a terra senza rumore.
Con mani tremanti srotola la pergamena e i suoi occhi stanchi incontrano una scrittura piccola e spigolosa.
Conosce quella grafia, trattiene un respiro, ma sente gli occhi inumidirsi.

Deduco che io sia morto, Minerva.

Non riesce a reprimere un sorriso leggero. Aveva previsto la propria morte, ma non quella dell’amica che nell’ultimo anno gli aveva voltato le spalle.

Non piangere per me. Era giusto così.

Le stesse parole di Albus.
Quanto quei due erano simili e lei non l’aveva mai capito fino in fondo?

I miei libri li liscio alla scuola, forse qualche testa di legno li troverà utili.
Il resto buttalo. Sono ricordi di una vita che non ho mai vissuto.


- Oh Severus…

Chiedo che il mio corpo venga bruciato e le ceneri sparse nel Lago Nero. Hogwarts è la mia casa. Non c’è altro posto dove voglio stare.
Non voglio discorsi strappalacrime.
Imbavaglia Potter, se necessario.


Si portò una mano alla bocca, un gemito strozzato le scappò dalla gola serrata, un misto tra un singhiozzio e una lieve risata.
Aveva smesso di lottare contro le lacrime che le rigavano il viso stanco.

Non ti ho mai odiato, Minerva.


* * * *



Aveva seguito le sue ultime volontà.
I libri erano finiti nella biblioteca della scuola.
I suoi effetti personali erano stati gettati, ma aveva tenuto qualche fotografia che aveva recuperato da un vecchio baule.
Le era sembrato il modo migliore per ricordalo.
Il suo corpo era stato cremato, le ceneri sparse nel Lago Nero con una cerimonia molto semplice, raccolta e intima.
L’avevano salutato discretamente, senza discorsi lacrimosi, come da lui richiesto.
Camminava sulle rive del lago, seguendo un sentiero che ben conosceva.
La lapide bianca era lì al solito posto, vicino al grande albero, ma non più solitaria.

I due guardiani.

Così avevano ribattezzato le lapidi i ragazzi e lei non poteva essere più d’accordo.

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Edited by ellyson - 7/5/2024, 09:51
view post Posted: 6/5/2024, 11:42 NOTIZIE VARIE DAL MONDO DI HARRY POTTER - Il mondo di Harry Potter
CITAZIONE (Ida59 @ 6/5/2024, 12:18) 
CITAZIONE (ellyson @ 6/5/2024, 11:11) 
Scrivere una storia e rendersi conto che i personaggi vanno da soli, prendono strade che tu non avevi tracciato.

Altro che prendere strade impreviste, Severus ha preso autostrade, perfino l'aereo, l'astronave...

Il problema é che la rowling non é stata capace di stargli dietro.
view post Posted: 6/5/2024, 10:11 NOTIZIE VARIE DAL MONDO DI HARRY POTTER - Il mondo di Harry Potter
Dopo tanti anni di riflessioni su Severus e su come la Rowling parla a volte del personaggio di Severus, sono giunta alla conclusione che Severus Piton sia il classico esempio di "personaggio che sfugge dalle dita dello scrittore e prende vita propria".
Capita anche a voi?
Scrivere una storia e rendersi conto che i personaggi vanno da soli, prendono strade che tu non avevi tracciato.

Edited by ellyson - 6/5/2024, 12:42
view post Posted: 6/5/2024, 09:28 Ogni tanto lo faccio pure io... - Immaginando Severus
E' qualcosa scritto di getto. Non é stato riletto. Non é stato pensato. E' stato solo scritto per accompagnare l'immagine.


- C'è qualcosa per te, Minerva.
Silente parla dal quadro.
È triste anche lui, è solo un’immagine, ma è triste e lei non riesce a bloccare l’onda di rabbia che la investe.
- Perché non dirmelo, Albus?- sibila con astio, seduta su una sedia vicino alla scrivania.
Le hanno dato la carica da Preside, ma lei non la vuole, non così, non con quel senso di fallimento e tradimento che sente sotto pelle.
- Perché era giusto così.
Fatica a non imprecare. Stringe i braccioli della sedia fino a farsi male le mani, vorrebbe prendere il quadro e lanciarlo fuori dalla finestra e sa che Albus – anche se solo dipinto – l’avrebbe capita.
Stringe la labbra così tanto da farsi male, ma si alza e si avvicina al dipinto.
Con una mano lo sposta rivelando il nascondiglio segreto dietro la tela, sapeva che c’era un buco nel muro, Potter l’aveva rivelato a tutti, ma non aveva controllato.
Troppo presa dalla ricostruzione della scuola, troppo impegnata a nascondere la vergogna e il senso di colpa.
C’era un rotolo di pergamena legato da un cordino di velluto verde.
Lo afferra e riposiziona il quadro.
Torna a sedersi.
Il sottile nastro cade a terra senza rumore.
Con mani tremanti srotola la pergamena e i suoi occhi stanchi incontrano una scrittura piccola e spigolosa.
Conosce quella grafia, trattiene un respiro, ma sente gli occhi inumidirsi.

Deduco che io sia morto, Minerva.

Non riesce a reprimere un sorriso leggero. Aveva previsto la propria morte, ma non quella dell’amica che nell’ultimo anno gli aveva voltato le spalle.

Non piangere per me. Era giusto così.

Le stesse parole di Albus.
Quanto quei due erano simili e lei non l’aveva mai capito fino in fondo?

I miei libri li liscio alla scuola, forse qualche testa di legno li troverà utili.
Il resto buttalo. Sono ricordi di una vita che non ho mai vissuto.


- Oh Severus…

Chiedo che il mio corpo venga bruciato e le ceneri sparse nel Lago Nero. Hogwarts è la mia casa. Non c’è altro posto dove voglio stare.
Non voglio discorsi strappalacrime.
Imbavaglia Potter, se necessario.


Si portò una mano alla bocca, un gemito strozzato le scappò dalla gola serrata, un misto tra un singhiozzio e una lieve risata.
Aveva smesso di lottare contro le lacrime che le rigavano il viso stanco.

Non ti ho mai odiato, Minerva.


* * * *



Aveva seguito le sue ultime volontà.
I libri erano finiti nella biblioteca della scuola.
I suoi effetti personali erano stati gettati, ma aveva tenuto qualche fotografia che aveva recuperato da un vecchio baule.
Le era sembrato il modo migliore per ricordalo.
Il suo corpo era stato cremato, le ceneri sparse nel Lago Nero con una cerimonia molto semplice, raccolta e intima.
L’avevano salutato discretamente, senza discorsi lacrimosi, come da lui richiesto.
Camminava sulle rive del lago, seguendo un sentiero che ben conosceva.
La lapide bianca era lì al solito posto, vicino al grande albero, ma non più solitaria.

I due guardiani.

Così avevano ribattezzato le lapidi i ragazzi e lei non poteva essere più d’accordo.

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Edited by ellyson - 6/5/2024, 12:03
view post Posted: 5/5/2024, 08:30 ellyson - Il Re e la Regina di Coppe - Storie in Progress
Capitolo 5


Weekend.
Agognato, amato, atteso weekend.
Era stanca.
Non avrebbe mai pensato che insegnare fosse così faticoso.
Era, comunque, più appagante di quello che aveva immaginato. I ragazzi l’avevano accolta bene e stavano lavorando velocemente; stava recuperando le lacune con i ragazzi più grandi e mettendo solide basi con quelli del quinto anno.
C’erano ragazzi dell’ultimo anno del tutto negati per la materia, ma non li avrebbe abbandonati a loro stessi, avrebbe puntato molto sulla teoria e meno sulla pratica della divinazione.
Sedeva alla sua scrivania anche quel giorno. Il gatto che ogni tanto veniva a trovarla non si era fatto vivo, Jim era spento da qualche ora e lei si stava godendo un po’ di quiete mentre mescolava un mazzo di tarocchi. Severus le aveva proposto un piccolo ufficio separato, ma aveva lavorato sodo per realizzare l’aula perfetta, attraversata dalle energie giuste e ne avrebbe approfittato.
Si era svegliata piena di energie e con le mani che prudevano dall’esigenza di leggere le carte, così si era recata in classe appena finita la colazione, impaziente di iniziare.
Solitamente, quando si sentiva così, c’era qualcosa di grosso che doveva sapere.
Aprì le carte davanti a lei e ne scelse tre a caso, come faceva sempre quando voleva una risposta rapida o quando aveva fretta.
Sette di bastoni.
La Temperanza.
Il Diavolo.

- Oh. – mormorò stupita – Con chi devo litigare?
Fece per girare una quarta carta quando la porta dell’aula si aprì.
La prima cosa che notò fu il vestito: un tailleur Chanel rosa pallido, una borsa firmata che probabilmente le sarebbe costata un anno di stipendio, scarpe alte col tacco, una pelliccia mollemente appoggiata sul braccio, gioielli vistosi… un caschetto biodo platino a una faccia che avrebbe riconosciuto anche in mezzo alla folla.
Affilata, tesa, truccata in modo magistrale per nascondere l’età.
- Portia. - sibilò il nome come un insulto, un veleno da cui non vi è antidoto, una maledizione ben più forte di quelle che ti mandano ad Azkaban senza il biglietto di ritorno.
La donna la fissò come se non valesse nulla, come se la sua sola presenza fosse un insulto per tutto il mondo.
- Dovevo vederlo coi mei occhi. – pronunciò malefica, poggiando la costosa pelliccia su un banco – Sei davvero tu l’insegnate di Divinazione.
- Conosci qualcun altro col mio nome? – domandò ironica.
- Sai perché sono qui?
- Oh sì.
- L’hai visto nei tuoi preziosi tarocchi?
- No. Ho ricevuto le tue lettere. Tutte e dieci.
Portia fece una smorfia e si avvicinò alla scrivania, il suono dei tacchi rimbombò per l’aula.
Forse voleva essere intimidatoria, ma Anathema conosceva molto bene Portia Vaughan.
Erano state compagne di Casa e purtroppo di dormitorio, per sette anni.
Si era interrogata spesso sulle decisioni del Cappello Parlante; in sette anni aveva conosciuto Grifondoro che sarebbero stati meglio nella calda e materna casa di Tosca; Serpeverde che avrebbero trovato più sostegno nell’alta torre di Corvonero, Tassorosso coraggiosi e leali come solo Godric e avrebbe apprezzato e poi c’era Portia.
Corvonero sul taschino della divisa, Serpeverde fin dentro l’anima.
Non si erano mai sopportate. Lei rappresentava quello che Portia detestava: povertà, mediocrità, vestiti scadenti e una dieta ricca di dolci.
Per anni l’aveva presa in giro per il suo aspetto e le sue forme rotonde.
In più era follemente gelosa del suo dono. Portia, da quando la conosceva, aveva sempre vantato di avere nella sua famiglia molti veggenti e profeti, millantava chissà quale dono della preveggenza, ma Anathema sapeva benissimo che l’unica cosa che Portia vedeva sul fondo di una tazza di tè era della porcellana sporca.
La strega appoggiò le mani ingioiellate e fresche di manicure sulla scrivania.
- Non mi hai risposto perché sapevi di essere in torto, vero?
- A dire il vero. – precisò con una smorfia – Speravo che ignorandoti avresti smesso di infastidirmi.
- Sono un genitore preoccupato.
Anathema si alzò dalla sedia, puntò le mani sulla cattedra e si piegò verso di lei.
- Regina non ha il dono, Portia. Così come non ce l’hai tu. Fattene una ragione.
- Non sai con chi stai parlando! – sbottò indignata la donna.
- Io ti conosco molto bene Portia Vaughan. Ti sei sposata con Ibram Schroede, il ragazzo con cui uscivi ai tempi della scuola. Un nome altisonante per un matrimonio altisonante. Ho riconosciuto tua figlia non appena ha messo piede nella mia aula. Mi è sembrato di rivedere la tua faccia ossuta dopo anni, ma questo non cambia quello che ti ho detto prima. E la tua famiglia ricca non mi spaventa.
- Sei solo invidiosa.
- Di te?
- Parlerò col Preside Piton.
- Fa pure, ma mi ha dato lui il permesso di allontanare i ragazzi che non erano adatti al mio corso.
- Regina è molto scossa.
- Regina è solo dispiaciuta di aver perso un corso che attirava le attenzioni della madre.
Portia rizzò la schiena e alzò in mento in segno di sfida.
- Conosco il Ministro Kinsley!
- Anch’io. – rispose una voce profonda alle sue spalle.
Anathema allungò il collo oltre la spalla della secca Portia e sorrise. Severus era alla porta, braccia incrociate al petto, sopracciglio sollevato e sguardo duro.
Dietro di lui si intravedeva Gazza.
- Preside Piton… - balbettò improvvisamente intimidita Portia.
- Signora Schroede, mi sembrava di aver già risposto alla sua lettera di protesta qualche giorno fa. Le avevo esplicitamente scritto che non tollero che qualcuno minacci gli insegnanti di questa scuola.
- Sono qui per fare gli interessi di mia figlia!
- Sono certo di questo. – concesse – Ma sono altrettanto certo che voglia che Regina segua la strada più adatta alle sue potenzialità.
- Senz'altro…
- Mi risulta che sia una buona pozionista e un’abile creatrice di incantesimi.
- Sì.
- Il professor Vitius ha indicato a Regina i corsi più adatti alle sue capacità.
- Mia figlia non finirà chiusa in un ufficio al Ministero.
- Oh non mi preoccuperei di questo. – fece eco Anathema alle sue spalle girando due carte – Regina passerà davvero poco tra gli uffici del Ministero. Seguirà le orme di sua madre. Tacchi alti e vestiti babbani firmati compresi. – sollevò lo sguardo e le lanciò un’occhiata – Salutami Ibram quando tornerai a casa. – abbassò lo sguardo riordinando le carte – E anche suo fratello Joseph.
Tornò a guardarla in tempo per vederla sussultare ed afferrare con un gesto nervoso la pelliccia abbandonata sul banco.
- Sei solo uno fenomeno da baraccone. – sibilò velenosa – C’è un motivo se quelle come te sono sole. Tornatene al circo.
Si voltò di scatto e si incamminò verso la porta ancora occupata dalla figura del Preside.
- Scriverò al Ministero! – minacciò – Non capisco come una scuola così rispettabile possa assumere insegnanti tanto discutibili.
Severus la fissò per un lunghissimo minuto, poi si spostò di lato.
- Signor Gazza. – pronunciò con voce ferma – Si assicuri che la signora Schroede raggiunga il cancello principale senza problemi; sappiamo che alle scale piace cambiare.
- Certo, Preside Piton. – gracchiò la voce del vecchio custode – Mi segua, signora Schroede.
Restarono in silenzio sentendo il rumore dei tacchi di Portia che sbattevano con violenza sul pavimento del corridoio.
Anathema sistemò il mazzo con gesti calmi.
- Hai appena insinuato che Regina Schroede tradirà il suo futuro marito con suo fratello?
- No. – rispose lei picchiettando il mazzo sul tavolo – Con sua sorella.
Sollevò lo sguardo incontrando il sopracciglio alzato del mago.
Si alzò con un gesto veloce e aprì il cassetto della scrivania afferrando un mazzetto di salvia bianca. Afferrò la bacchetta e incendiò la punta del mazzetto. Non appena il fumo bianco e denso iniziò a liberarsi in piccole spirali agitò il mazzetto per spegnere il fuoco.
Con gesti ampi delle braccia fece volare il fumo profumato per tutta l’aula.
- Cosa stai facendo? – domandò Severus sventolando la mano davanti al viso per disperdere il fumo che l’aveva colpito.
- Brucio della Salvia Bianca. – spiegò – Secondo i Nativi Americani serve per purificare un’ambiente dalle influenze negative e Portia… - continuò indicando la porta – è come una nuvola nera che distrugge ogni equilibrio che ho faticato a creare.
- Posso restare o rovino anch’io i tuoi equilibri?
- Puoi restare. – acconsentì mentre passava la salvia sull’infisso della porta – Apri un paio di finestre, per favore.
Eseguì l’ordine senza commentare. L’odore della salvia si stava diffondendo per tutta l’aula.
- Mi ha chiamato fenomeno da baraccone! – borbottò indignata osservando il fumo che si liberava – Quella… quella… argh! Non trovo l’insulto giusto!
Mosse le braccia con foga, cercando di placare il nervoso che sentiva sottopelle. Sentiva l’impulso irresistibile di inseguire Portia e dar fuoco a quel tailleur rosa cipria con il suo mazzetto di Salvia Bianca.
In quel caso le influenze negative sarebbero state estirpate dalla radice.
Chissà se i Nativi Americani avevano mai pensato a questo uso alternativo della salvia bianca.
Si sentì toccare una spalla e lanciò un’imprecazione sorpresa.
Persa nel suo monologo mentale pieno di insulti verso Portia aveva scordato della presenza del mago.
- Stai bene? – le domandò Severus con le mani alzate, come se potesse usare quel mazzetto bruciacchiato come una bacchetta.
- Sì! – sbottò – Sto bene. Sono solo… arrabbiata…
- Non ti ho mai visto arrabbiata. – valutò inclinando il capo – Neppure da ragazza.
- Nessuno mi aveva mai dato del fenomeno da baraccone!
Con delicatezza le prese la salvia fumante dalle mani, fece apparire una ciotola di metallo e la mise dentro lasciandola bruciare piano senza correre il rischio di dare fuoco a tutta l’aula.
- Non sei un fenomeno da baraccone. – la rassicurò – Sei capace, gli studenti frequentano volentieri le tue lezioni e non perché è un corso semplice, ma perché li coinvolgi, li interessi, apri le loro menti e il loro… terzo occhio… - si bloccò – si chiama così, vero? - Anathema ridacchiò e annuì. – Quindi al diavolo quello che pensa Portia Schroede. Sono io il Preside di questa scuola, giusto?
- Giusto.
- Bene. Ora mi dica, professoressa Shipton. Cosa potrebbe risollevarle l’umore?
Le labbra della strega si allungarono in un sorriso che contagiò i suoi occhi, l’intero corpo, l’anima e anche quella del mago che la guardava rendendosi improvvisamente conto che qualcosa nel suo petto aveva ripreso a battere più forte del normale.
- Bignè al cioccolato.

* * * *



Aveva lasciato Anathema in biblioteca, entrambi fin troppo carichi di zuccheri dopo la sosta nelle cucine.
Si era allontanato a passo veloce incrociando un gatto nei corridoi.
Lo seguì con lo sguardo e un sopracciglio alzato fino a quando non lo vide entrare nella biblioteca dalla porta socchiusa. A Madama Prince non avrebbe fatto piacere.
Accantonò il pensiero del gatto non appena varcato il portone del castello.
Percorse con passo deciso la strada fin troppo conosciuta, costeggiò il sentiero lungo il lago; presto il freddo avrebbe fatto gelare la prima parte dell’acqua. Poi sarebbe arrivata la neve.
Gli piaceva la neve.
Arrivò alla tomba bianca senza neppure accorgersene.
Aveva bisogno di pensare.
Lontano dal castello.
Dalle sue aule.
Specialmente da quella di Divinazione.
I suoi pensieri erano confusi, disordinati e ingarbugliati. Un nodo difficile da districare.
Gli zuccheri in corpo non aiutavano a calmare i nervi.
Sospirò massaggiandosi la radice del naso e chiudendo per un istante gli occhi neri.
- Avrei bisogno di un aiuto. – mormorò al marmo – O forse no. Se avessi voluto un aiuto avrei chiesto al tuo stupido quadro. Lui mi avrebbe risposto. – sospirò di nuovo – Forse non sono pronto a sentire quello che ha da dirmi.
Osservò la pietra bianca, un blocco unico che simboleggiava l’uomo tutto d’un pezzo che era stato Albus.
Chi aveva pensato a quella tomba non aveva mai visto Silente ubriacarsi al compleanno di quello che era stato l’unico amore per tutta la sua lunghissima vita.
Lui aveva avuto quella sfortuna, conosceva lati del vecchio preside che avrebbero fatto impallidire chiunque. Forse solo Aberforth non si sarebbe sorpreso.
Le volte in cui si era sbronzato con il vecchio si potevano contare sulle dita di una mano, e si svolgevano sempre nello stesso modo: lui che trovava Albus già alticcio in presidenza, una bottiglia a metà e due in attesa di essere aperte. Lui che beveva quasi sotto costrizione e, alla fine della terza bottiglia, entrambi che biasciavano parole a caso su quanto faccia schifo essere innamorati.
Marmo bianco: purezza dell’animo dell’uomo.
- Chi ha creato questa non sa quello che hai fatto in nome dell’amore, vero Silente? Di candido tu non hai proprio nulla. Però è giusto che gli altri ti ricordino così. Un eroe senza macchia serve sempre in una storia.
L’etichetta eroe ce l’aveva cucita addosso pure lui che gli piacesse o meno, ma lui non era senza macchia.
Era un dannato quadro di Jackson Pollock in bianco e nero.
Voltò la testa verso la scuola. Il sole era alto in un cielo così perfettamente azzurro da essere quasi accecante. Accarezzò con lo sguardo il profilo della scuola e non riuscì ad evitare di soffermarsi più del solito sulla torre più alta.
Là dove tutto era finito e iniziato.
Là dove ora c’era anche il ricordo di una sedia da campeggio, un margarita con troppa tequila e una visione dove veniva respinto.
Tornò alle cucine, dove il suo cuore si era fermato più di una volta quel giorno: intento a fissare una strega troppo golosa che emetteva mugugni viziosi ad ogni boccone, che si era leccata la cioccolata dalle dita senza vergogna e pulito le labbra con la punta della lingua. Il tutto ignara del suo guardo improvvisamente affamato.
Non di cibo.
Gemette frustrato e tornò a fissare la tomba.
Pensieri deprimenti per raffreddare un corpo che si era reso conto di essere ancora vivo dopo anni di letargo.
- Avevo promesso che non sarebbe più accaduto. – mormorò – Mentre fissavo quella parete al San Mungo e salutavo per sempre Lily. Avevo promesso che certe sensazioni… certi sentimenti… non avrebbero più influito sulla mia vita. Ho amato fino a consumarmi, Silente. Tu lo sai. Tu l’hai visto.
Dopo tutto questo tempo?
Che domanda stupida gli aveva posto quella volta nello studio, con la luce fioca del suo patronus che ancora gli illuminava lo sguardo.
Chissà se era ancora in grado di evocarne uno. Non ci aveva più provato.
- Eppure, sono ancora qui. – continuò il suo monologo senza nessuno ad ascoltarlo, probabilmente non era importante che qualcuno lo ascoltasse. Lui doveva solo ascoltare sé stesso. – Problema molto simile. Donna differente. Non imparo mai dai miei errori, vero?

Immagini legate al capitolo 5

Portia Schroede


Anathema che purifica l'aula



Severus davanti alla tomba di Silente

view post Posted: 4/5/2024, 18:39 Cosa state ascoltando adesso? - Canzoni e Cantautori e Cantanti
Altro tassello di vecchie canzoni che in qualche mondo fanno da sottofondo a Il Re e la Regina di Coppe

Edith Piaf - Non, Je ne regrette rien - 1956



testo:
Non! Rien de rien
Non! Je ne regrette rien
Ni le bien qu'on m'a fait
Ni le mal tout ça m'est bien égal!

Non! Rien de rien
Non! Je ne regrette rien
C'est payé, balayé, oublié
Je me fous du passé!

Avec mes souvenirs
J'ai allumé le feu
Mes chagrins, mes plaisirs
Je n'ai plus besoin d'eux!

Balayées les amours
Et tous leurs trémolos
Balayés pour toujours
Je repars à zéro

Non! Rien de rien
Non! Je ne regrette rien
Ni le bien, qu'on m'a fait
Ni le mal, tout ça m'est bien égal!

Non! Rien de rien
Non! Je ne regrette rien
Car ma vie, car mes joies
Aujourd'hui, ça commence avec toi!


Traduzione

No, Non Rimpiango Niente


No! Niente di niente
Non rimpiango niente
Nè il bene fattomi
Né il male, tutto ciò mi è indifferente!

No! niente di niente
No! Non rimpiango niente
E’ saldato, spazzato via, dimenticato
Me ne infischio del passato!

Ho acceso il fuoco
Con i miei ricordi
I miei dispiaceri, i miei piaceri
Di loro non ne ho più bisogno!

Spazzati via gli amori
E tutti i tremolii di voce
Spazzati via per sempre
Riparto da zero

No! Niente di niente
No! Non rimpiango niente
Né il bene fattomi
Né il male, tutto ciò mi è indifferente!

No! Niente di niente
No! Non rimpiango niente
Perché la mia vita, perche le mie gioie
Oggi, tutto comincia con te!
view post Posted: 3/5/2024, 18:18 Gli orrori della IA. - Immaginando Severus
No dai sirenetto con le braccia da gorilla non si può vedere. :lol:
view post Posted: 2/5/2024, 09:47 ellyson - Il Re e la Regina di Coppe - Storie in Progress
CITAZIONE (Arwen68 @ 1/5/2024, 22:40) 
Letto il quarto capitolo! 3_3
Veramente originale la tua Anathema, Elly! E deliziosa la scena di Severus e Minerva che giocano a scacchi: deliziosa e divertente.
Una storia veramente godibile. <3

Grazie. <3 :]
Anathema é un po' pazzerella... ha quella stravaganza che per me deve assolutamente avere una divinatrice e il passato al circo la rende decisamente unica.
E non ha filtri... o, per lo meno, é così che sto cercando di rappresentarla.

Minerva é vecchia... é stanca... e vuole assolutamente che Severus sia "sistemato" prima che decida di lasciare del tutto Hogwarts.
Sistemato no vuol dire, per forza, con una donna, ma lo vuole sereno.
Ci sarà un capitolo più avanti con i pensieri di Minerva. Uno dei miei preferiti :shifty:
view post Posted: 1/5/2024, 16:25 Conversazioni con Severus - Giocando con Severus
Chiara non ti arrabbiare, so che lo fai tu di solito.

- Cosa devo fare?
- Entra in vasca.
- Non ci penso proprio.
- Se non lo fai ti spingo.
- Sono vestito... non oseresti.
- Per amore delle immagini questo e altro.
- Allontanati da me Strana Babbana!
- Oh siamo tornati ai vecchi soprannomi! Vieni qui Pipistrellone.
- Non provarci neppure!


Splash

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- Corri lontano.

view post Posted: 1/5/2024, 08:30 Le favole con Severus Piton - Giocando con Severus
Primo Maggio! Festa dei lavoratori!
Giorno perfetto per ascoltare una fiaba di Zia Elly.
Quindi venite ragazzi, ragazze, ragazz*, prendete posto, una copertina se da voi fa freddo e ascoltate la storia di questo mese


Il bel Piton addormentato nel bosco



PS: Sempre per la solita questione dello sbatti le immagini sono sotto spoiler e non firmate. Sempre create con IA.

Copertina



C'era una volta in un regno lontano lontano un Re e una Regina.
Il Re e la Regina desideravano moltissimo un figlio, ma, per quanto il loro desiderio fosse forte e il loro amore infinito, sembrava che nel loro futuro non ci fosse posto per un bambino.
Il Re e la Regina erano molto tristi per questo.



Finalmente il regno fu benedetto dall'arrivo di una graziosa bambina paffuta che chiamarono Piturora.
Il Re e la Regina decisero di fare una grande festa in onore della loro bambina, così che tutto il regno potesse salutare la principessa Piturora.
Furono invitate anche le fate del bosco incantato che diedero regali speciali alla piccolina.
Fauna le fece il dono della bellezza.



Flora le diede il dono del canto.



Quando si avvicinò al terza fata, Serenella, si udì un forte boato e fiamme nere e verdi apparvero nel centro del salone.
Dalle fiamme uscì la strega del bosco, Malefica, una donna crudele, arrabbiata perché non era stata inviata alla grande festa in onore della principessa.



La strega invidiosa della felicità dei sovrani lanciò una maledizione sulla piccola Piturora.
La giovane sarebbe cresciuta bella e buona, amata da tutti e felice, ma al compimento dei sedici anni si sarebbe punta il dito con un fuso e sarebbe morta.
Malefica sparì in una nube nera, la sua risata inquietante echeggiava ancora nel salone mentre la Regina piangeva tra le braccia del Re, disperata per la sorte della figlia tanto amata e desiderata.

Serenella, la più giovane delle tre fate, nonché l'unica non aver ancora dato il suo dono alla fanciulla, modificò la maledizione della strega cattiva.
Non poteva annullarla, Piturora si sarebbe punta ugualmente con il fuso, ma non sarebbe morta. Sarebbe caduta in un sonno profondo, fino al quando non avrebbe ricevuto il bacio del vero amore.



Il Re, tuttavia, non fu rincuorato dal dono della fata e ordinò che tutti i fusi del regno venissero bruciati. Poi chiese alle tre fatine di portare la figlia adorata nel bosco, di nasconderla fino ai suoi sedici anni e di crescerla con amore.
Le tre fate acconsentirono e portarono al bambina nel bosco crescendola come tre affabili zie.



Gli anni passarono velocemente e la giovane Piturora crebbe bella e dolce.
Passava le sue giornate nel bosco a raccogliere frutti e parlare con i suoi amici animaletti.



Un giorno passò da quelle parti il Principe Filippo, figlio del Re del regno vicino, vide la giovane Piturora cantare circondata agli amici del bosco e se ne innamorò perdutamente.



Anche la giovane lo vide e anche lei si innamorò immediatamente di lui, senza sapere che fin da quando era nata il Principe Filippo era destinato a sposarla per unire i due regni.
Arrivò presto il giorno del sedicesimo compleanno della giovane e le tre fate decisero di portare Piturora a casa, dove avrebbe potuto riabbracciare i genitori che la aspettavano da tanto tempo.
Con l'aiuto della magia le cucirono un bellissimo vestito rosa.



Col favore della notte portarono la principessina al castello.
Credendo di essere al sicuro, lasciarono la giovane in una stanza, per andare a chiamare i sovrani. Ma non avevano fatto i calcoli con la potente magia di Malefica che in questi anni non aveva mai smesso di pensare alla sua vendetta.
Non appena vide la giovane principessa era tornata a casa, con l'inganno la chiamò a se, verso una stanza nascosta del castello, dove era rimasto l'ultimo fuso del regno.
Incantata dalla potente magia, Piturora allungò la mano e su punse il dito.



Come previsto la giovane cadde in un sonno profondo e con lei tutto il regno.
La tre fatine disperate, adagiarono la loro protetta su un letto in attesa del vero amore.



Poi volarono verso il Filippo e lo avvisarono di quello che era successo.
Il Principe galoppò fino al castello di Malefica per costringerla a spezzare la maledizione e liberare la sua amata.
Ma la strega non aveva nessuna intenzione di ascoltare il Filippo e con la sua magia si trasformò in un orribile drago.



Le tre fatine donarono al giovane eroe uno scudo e una spada per combattere contro il mostro che voleva ucciderlo.
Fu una battaglia feroce e Filippo credette più di una volta di perire sotto le fauci della bestia, ma era guidato dal suo amore per la giovane e sconfisse il maledico drago.



Guidato da Fauna, Flora e Serenella, il Principe fino alla stanza dove la principessa giaceva addormenta.
Il giovane riconobbe al fanciulla che gli aveva rubato il cuore nel bosco si chinò e la baciò.



Piturora aprì gli occhi e riconobbe il giovane che aveva conosciuto nel bosco e di cui si era innamorata a prima vista.



Aiutata da Filippo incontrò i suoi genitori che la riabbracciarono felici di aver finalmente riavuto la loro bambina sana e salva.
Le nozze col Principe furono celebrate quella notte stessa.
Ballarono fino all'alba e vissero per sempre felici e contenti.



FINE


Ora mie care, miei cari e miei car* ho una brutta notizia per voi.
Bing, il programma di IA che mi permette di creare le immagini che tanto amate, ha deciso che non si può più usare il volto di Severus nella versione Alan.
Quindi questa storia, purtroppo, sarà l'ultima con le immagini di Severus/Alan.
Non ho conoscenze così approfondite per poter usare altri programmi più sofisticati (e a pagamento) e non ho intenzione di modificare ogni immagine aggiungendo il volto di Alan. Il gioco é iniziato con lo scopo di far ridere con immagini buffe, non che Zia Elly si metta a ritoccare immagini. Diventerebbe un lavoro impegnativo e non ho tempo nè, francamente, voglia.
Pertanto avviso fin da ora che la prossima storia (che sarà la Sirenetta) avrà un paio di immagini con Severus/Alan, le uniche che sono riuscita a fare prima che Bing ci abbandonasse, le altre saranno un Severus diverso.
Se non dovesse piacere sarà l'ultima storia che Zia Elly vi racconterà, almeno fino a quando non troverà il programma (o Bing rinsavisce) che creerà le immagini col Severus desiderato.
Se invece dovesse piacere comunque e riuscite ad andare oltre Severus/Alan allora il progetto andrà avanti.
<3 <3 <3

view post Posted: 29/4/2024, 19:49 ellyson - Il Re e la Regina di Coppe - Storie in Progress
CITAZIONE (chiara53 @ 29/4/2024, 20:02) 
È deliziosa. Ho letto. 💕💕

:] :] :] :] :] :*: :*: :*: :*:
view post Posted: 28/4/2024, 11:27 Cosa state ascoltando adesso? - Canzoni e Cantautori e Cantanti
Oggi vi offro due canzoni.

That's Life · Frank Sinatra 1966



That's life (that's life)
That's what all the people say
You're riding high in April, shot down in May
But I know I'm gonna change that tune
When I'm back on top, back on top in June
I said that's life (that's life)
And as funny as it may seem
Some people get their kicks
Stomping on a dream
But I don't let it, let it get me down
Cause this fine old world, it keeps spinnin' around
I've been a puppet, a pauper, a pirate, a poet
A pawn and a king
I've been up and down and over and out
And I know one thing
Each time I find myself
Flat on my face
I pick myself up and get
Back in the race
That's life (that's life)
I tell you, I can't deny it
I thought of quitting, baby
But my heart just ain't gonna buy it
And if I didn't think it was worth one single try
I'd jump right on a big bird and then I'd fly
I've been a puppet, a pauper, a pirate, a poet
A pawn and a king
I've been up and down and over and out
And I know one thing
Each time I find myself layin'
Flat on my face
I just pick myself up and get
Back in the race
That's life (that's life)
That's life and I can't deny it
Many times I thought of cutting out, but my heart won't buy it
But if there's nothing shaking, come this here July
I'm gonna roll myself up
In a big ball and die

TRADUZIONE
La vita è così
La vita è così (la vita è così), questo è quello che tutti dicono.
Tu stai andando forte ad aprile, abbattuto a maggio
ma so che cambierò quella melodia
quando tornerò in cima, tornerò in cima, a giugno.

Ho detto che la vita è così (la vita è così), e per quanto possa sembrare divertente,
alcuni trovano gusto calpestando un sogno
ma io non lo lascio, non lo lascio buttarmi giù
perché questo bel vecchio mondo continua a girare.

Sono stato un pupazzo, un povero, un pirata, un poeta, un pedone e un re.
Sono stato su e giù e oltre e fuori e so una cosa:
ogni volta che mi trovo piatto sulla mia faccia,
io mi rialzo e torno in gara.

La vita è così (la vita è così), ti dico non posso negarlo,
ho pensato di finirla, piccola, ma il mio cuore non lo ha comprato,
e, se non pensassi che valesse la pena di provare almeno una volta
io saltarei su un grosso uccello e poi volerei.

Sono stato un pupazzo, un povero, un pirata, un poeta, un pedone e un re.
Sono stato su e giù e oltre e fuori e so una cosa:
ogni volta che mi trovo piatto sulla mia faccia,
io mi rialzo e torno in gara.

La vita è così (la vita è così), la vita è così e non posso negarlo,
molte volte ho pensato di finirla ma il mio cuore non lo ha comprato
ma se non succede niente qui per questo luglio
mi rotolerò in una grande palla e morirò.


Kind Of A Woman · Nancy Sinatra - 1972



Kind Of A Woman
(originale)
Well, I’m a sweet smelling, truth telling, city dwelling kind of a woman
Looking for a slow walking, sweet talking, hungry kind of a man
Well I’m a wine drinking, fast thinking, eye winking kind of a woman,
justa lookin’for a cool headed, unwedded serious kind of a man
Well I’m no man’s lady if your no lady’s man, so come and get me baby…
If you can, hmm, If you can…
I’m an icebreaking, painstaking, marry making kind of a woman, yeah looking for
a big hearted, uncharted, vulnerable kind of a man.
yeah I am.
Well I’m an eyecatching, back scratching, doorlatching kind of a woman,
just a lookin’for a love craving, coolshaving, courious kind of a man
Well I’m no man’s lady if you no lady’s man, so come and get me baby,
if you can, oh yeah, if you can…
Well I don’t want a knight in armour who would be untrue or a rich old man who
needs love too no juvenile delinquent trying to learn what to do,
just need a good man to carry me through
I’m a hardbusted, long lusted, maladjusted kind of a woman
looking for a good lookin', slow cookin, powerful kind of a man
Said I’m a big eyed, soft eyed, qualified kind of a woman
Looking for a hard riding, time binding, animal kind of a man
Well I’m no man’s lady If your no lady’s man, so come and get me baby,
hmm if you can, oh yeah if you can
Come on!
If you can…

Traduzione

Bene, sono una donna dall'odore dolce, che dice la verità, che vive in città
Alla ricerca di un tipo di uomo che cammina lentamente, parla dolcemente e affamato
Be', sono una donna che beve vino, che penso velocemente, che ammicca come una donna,
Sto solo cercando un tipo di uomo serio e freddo, non sposato
Beh, io sono una donna di nessuno se sei un uomo di nessuna donna, quindi vieni a prendermi baby...
Se puoi, hmm, Se puoi...
Sono una rompighiaccio, scrupolosa, sposata che fa una specie di donna, sì, cerco
un tipo di uomo dal cuore grande, inesplorato e vulnerabile.
si lo sono.
Beh, io sono una donna accattivante, che graffia la schiena, chiude la porta,
solo alla ricerca di un tipo di uomo curioso, bramoso d'amore, rasato e curioso
Beh, io non sono la signora di nessuno se tu non sei l'uomo di una signora, quindi vieni a prendermi piccola,
se puoi, oh sì, se puoi...
Beh, non voglio un cavaliere in armatura che sarebbe falso o un vecchio ricco che
ha bisogno anche di amore nessun delinquente giovanile che cerca di imparare cosa fare,
ho solo bisogno di un brav'uomo che mi accompagni
Sono un tipo di donna dura, bramosa e disadattata
alla ricerca di un bell'aspetto, di una cottura lenta, di un tipo potente di uomo
Ho detto che sono un tipo di donna qualificata, dagli occhi teneri e dagli occhi grandi
Alla ricerca di un tipo di uomo duro, legato al tempo e animale
Beh, io sono la signora di nessuno Se sei un uomo di nessuna signora, quindi vieni a prendermi piccola,
hmm se puoi, oh sì se puoi
Dai!
Se potete…
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