Io vado controcorrente, nel senso che mi trovo estremamente favorevole alla privatizzazione delle acque e alla gestione privata con permessi, abbonamenti & c. soprattutto se ben fatta. Anche io sono cresciuto pescando liberamente in acque pubbliche, cave, canali, ecc. quindi anche io ho provato fastidio inizialmente nel vedere le acque libere ridursi, specie perché la situazione negli anni è cambiata, le varie ex cave nell’hinterland hanno cominciato a venire recintate anche per obblighi di responsabilità legale dei proprietari… quindi sempre meno posti e sempre più pressati… sicuramente i giargianesi fanno danni ma non dimentichiamo i locali, ho conosciuto giovani in bellyboat baldanzosi e un po’ sbruffoncelli… che mi mostravano il belly e mi spiegavano come si lancia a skipping (peccato che ho avuto il primo belly quando loro succhiavano il biberon, la prima jonboat boat nel ’99 e la prima bassboat americana nel 2003) e mi mostravano dei bigbass fotografati col cellulare nell’erba in coppia, palesemente morti. Quindi occhio perché di certo un giargianese può fare danni, sporcare e prelevare pesce… ma un ragazzetto in belly attrezzato hi-tech che padella fa di certo molti più morti illustri. Un altro problema è la moda del bass fishing, spinta anche dai commercianti e dal mercato, perché per andare a trote bastano un paio di cannette e una borsetta di esche, per andare a bass e fare magari qualche garetta il budget aumenta vertiginosamente… chi bazzica i posti noti della provincia può fare qualche conto, dove attorno al 1999 / 2000 andavo in belly di sabato solo come un cane, e con una cannetta da spinning, una busta di cuprit worm e di salamandre facevo 10 pesci dagli 8 etti al kilo in tre ore, ora di sabato mattina ci ho contato 6 bellyboat… in cava infrasettimanale di sera ho contato fino a 10 macchine di gente a spinning attrezzata fino ai denti… chi bazzica i negozi si ricorderà il bugigattolo di pesca mania prima del trasloco, 70% trota 20% bass, adesso è il contrario… da decathlon dove vanno cani e porci si trova yamamoto, jackall (illex), yum, daiwa, ecc. ecc. Io credo che il futuro sia verso acque gestite privatamente, dove l’accesso, i comportamenti e il prelievo sia controllato, dove hai la macchina al sicuro (in molti posti liberi bucano gomme, spaccano vetri, rubano pezzi di carrello, ecc. ecc.), non trovi gentaglia, siringhe nell’erba, spazzatura ecc. ecc. ci puoi portare un bambino in sicurezza ecc. Il vero problema è la buona gestione, ne sono un esempio alcune cave privatizzate che abbiamo nelle vicinanze, che avrebbero un potenziale ottimo ma sono gestire da persone che non ne capiscono nulla né di habitat ecosistemi ecc. né di pesca al bass… quindi la gestione è fatta a culo… Aggiungo che lo stesso avviene nelle acque da salmonidi. E’ vero che dove è libero non si paga, ma c’è di tutto specie padellari locali che fanno piazza pulita, mentre nelle acque gestite è vero che paghi, ma paghi anche per qualcosa, specie se la gestione è ben fatta, quindi vale come per il bass, trovi le acque gestite a culo con le iridee senza pinne mollate pronta pesca, e trovi le acque dove seminano solo avannotti selezionati (vedi val di sole) e quindi le trote che prendi sono selvatiche al 100%. Io credo che molte volte colore che prendono in gestione queste acque da bass dovrebbero avere l’umiltà di richiedere una consulenza in primis ad un ittiologo, e in secondo a chi pesca il bass e ne conosce la biologia, l’ambiente, ecc, oltre alle esigenze dei pescatori che potrebbero garantire acque migliori per noi gestite come si deve, e migliori introiti per il gestore
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