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VI
— PoV: Vaalirunah
Si sorprese di quanto quella banale rivelazione lo avesse deluso. Nessun nome, nessun volto... nessuna memoria? Una logica così umana, e allo stesso tempo così distante dalla sua realtà, che gli pareva stupido solo averla considerata. Del resto non aveva bisogno d'appigli per ricordare; nessuna parte della sua lunga esistenza finiva mai perduta veramente, tra i labirinti di una mente troppo vecchia e troppo perfetta. Eppure l'insoddisfazione restava, per qualche ragione che non riusciva a identificare. Cercò di mascherarla - simulando indifferenza. Mosse qualche passo verso di lei, raggiungendola in mezzo alle sottili vampate di luce azzurra che avevano preso a sollevarsi come fumo dagli intrichi di pietra attorno a loro.
« Possiedi dunque una grande forza. » cercò di rassicurarla « Solo chi non ha niente, neppure un nome, né uno scopo, è veramente libero. Attraverso le tue sole scelte sei così in grado di determinare il tuo ruolo; un privilegio che pochi possono dire di possedere. »
Avrebbe cercato di raggiungerla con la mano sporca di sangue per lasciarle una sottile carezza, quasi istintiva dinanzi all'apparente dolore che le era costato ammettere l'anonimità della propria esistenza. La reazione era stata così spontanea da quasi commuoverlo, proprio come prima, come un sorriso radioso in un cielo di tenebra assoluta. Così raro e prezioso.
« Un potere che puoi sin da ora iniziare a esercitare. »
Un bagliore più forte irradiò per un attimo la cima della piramide, e il coltello reagì alla pulsazione staccandosi autonomamente dalle sue dita, volteggiando per aria sino a raggiungere l'imponente statua. Lì il metallo saettò con ferocia, affondando dove si sarebbe potuto trovare il cuore del colosso, scavando nella pietra con disarmante facilità. La roccia ebbe un sussulto. Un gemito.
« Dimmi il tuo nome. » ripeté con gentilezza « Scegli il tuo nome. » scostò la mano dalla sua guancia « Vieni al mondo - qui e ora. » un secondo lamento squarciò le fauci dell'idolo, scuotendone la struttura « Così, quando ci rivedremo, saprò come chiamarti. »
La guardò famelicamente negli occhi durante gli ultimi istanti del suo tempo, sperando silenziosamente in una replica, mentre la luce si faceva più forte divorandone la figura. Attese una decisione per quanto gli fu concesso di farlo. Voleva sapere se davvero si sarebbe privata di un frammento di quel grande potere per lui, uno sconosciuto, prima che diventasse polvere di stelle, lasciandola sola in cima alle reliquie di un popolo annegato nelle proprie perversioni. Con la sola e traballante promessa che un giorno si sarebbero rivisti. Da qualche parte, in qualche modo.
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