Lo sguardo di mare e di bosco osservò il terreno inglobare il corpo di Scottdale – e Adeline, ancora in apnea, parve tornare a respirare appena – un respiro rapido e leggerissimo, come il battito d’ali d’un colibrì.
La bacchetta di nocciolo ancora stretta nel pugno – le iridi ancora piantate su quella tomba improvvisata – i timpani a vibrare in risposta ad un vociare attorno a lei sempre più insistente, rumoroso - pregno di dubbi – domande -
che cosa hai fatto -
che cosa hai fatto -
Fu, ad ogni modo, il vento pungente, improvviso, a sorprenderla e ridirezionare quindi la sua attenzione.
Fu l’ombra – quel semi buio inaspettato: un crepuscolo che non aveva senso di esistere, ancora – un’aria buia, artificiosa,
incantata.
La testolina dorata – ora così tanto in contrasto con quel buio grigiume, con quell’aria di tempesta imminente – si alzò al cielo.
-Maledettissima ficcanaso.-Il suddetto naso, per la precisione, da rivolto all’aria – tornò a ridirezionarsi contro il nuovo venuto nel giro di un battito di ciglia appena.
La voce carica d’odio le scaricò addosso un’elettricità che non saggiava da tempo.
L’associazione allo sdegno, allo
schifo - all’odio più puro – che le riversava addosso sua zia Ada ad ogni occasione che le si presentava, fu talmente automatica che quasi Adeline scoppiò a ridere: aveva appena sotterrato un vampiro in via di risveglio, Pierce era scomparso – sperava – alla ricerca di aiuto e, tra le altre cose,
sangue - un completo sconosciuto le si parava di fronte pronto chiaramente all’attacco aggressivo.. e lei stava ancora a pensare a sua zia (?!)
L’associazione alla tanto amata zia in realtà, fu più che altro un inaspettato aiuto – di quell’odio così astioso,
velenoso, schifato e ostile aveva fatto talmente tanta esperienza, che quell’equivalente di una scossa elettrica ad amperaggio invidiabile – a lei adesso, attraversava la pelle, i muscoli, il costato sino allo stesso muscolo cardiaco - come se fosse appena un fastidioso prurito, un formicolio tanto leggero da non farti scostare nemmeno le dita dal punto d’origine.
Fu, d’altro canto, la rapida e tanto razionale mente della Medimag – ancora una volta - a venirle in soccorso per tutto il resto, tenendo
ogni cosa sotto un rigido e minuzioso ipercontrollo.
C’era altro infatti, su cui potersi e doversi concentrare.
L’odio di un tizio a caso, non la tangeva affatto.
[C’era altro] ed era
altro che lo sguardo di mare e di bosco della londinese stava rapidamente scandagliando, assorbendo ed elaborando, catalogando, attimo dopo attimo – il corpo che reagiva muto in risposta: quell’uomo (non più poi
tanto tale) le si rivolgeva con una dolorosa furia tra i lineamenti marmorizzati nel tempo – e la pelle morbida, ancora
calda, viva di Adeline, in risposta riconosceva del nocciolo stretto tra le dita, le familiari venature, i ghirigori e i disegni lievi – dell’impugnatura e del legno stesso.
Alfie. Alfie Terrier?- Lui... lui mi ha rovinato, mi ha sottratto tutto. Tutto. Anche lei.-Fu il dolore – muto, privo di lacrime impossibili per una creatura come
lui, ma non per questo meno atroce – ad incrinarle l’anima quell’attimo di troppo.
La sofferenza di quell’immortale – sebbene ben (o mal?) mescolata alla rabbia – era straziante, era
vera, e Adeline Walker non poteva non
capire, comunque, a dispetto di tutto…-Incendio.-Il fuoco – rapido, in
quell’attimo lasciato di troppo, le cui lingue ustionanti in un solo battito di ciglia già le avvolgevano le gambe, le braccia, oltrepassando il camice ed i vestiti sino alla pelle chiara - bruciò tutto, ogni cosa.
Bruciò anche l’empatia per quel dolore
per il momento – bruciò la pelle ed i pensieri, lasciando in vita soltanto quell’istintuale sete di sopravvivenza e difesa primordiale, che si mette rapidamente in moto in condizioni più o meno similari d’attacco.
Doveva fermarlo -
doveva fermarlo - ed ogni sua più piccola molecola,
atomo gridavano di dolore tanto quanto di un assoluto imperativo, tanto da vibrare nell’aria come certezza:
[Doveva] fermarlo, ora - no – [lei lo avrebbe] fermato, ora, [E BASTA].
Senza altre possibilità di sorta.
[[La mancina tornò a sollevarsi in aria, il nocciolo stretto tra le dita come un’ancora di salvezza: la veloce frustata verso l’alto del catalizzatore fu dettata per Londra in parte da un automatismo un po' pignolo, data la conoscenza assodata dell’incanto, in parte dall’estrema decisione della strega che pregnava quasi l’aria stessa che la circondava, già satura di calore, e in parte da quell’istinto alla sopravvivenza che – adrenalinico – avrebbe concesso alla Medimag pressoché di tutto
almeno.. per un po'.
Contemporaneamente al movimento sicuro, le dita ed il palmo della mano fermi, stretti attorno al legno, quel
-Petrìficus- ben scandito tra le labbra, che avrebbe aperto un’altra via a quella pensata dal vampiro – un’altra via quanto meno per Adeline, per Scottdale se non anche per Terrier stesso se tutto fosse andato secondo i suoi piani – seguito immediatamente dopo dal
-totàlus- scandito con ugual decisione e fermezza, rapidità, in quanto unica formula e fluido incantesimo.
Quest’ultima parte di enunciato verbale avrebbe però visto il catalizzatore puntato dritto dritto contro Alfie Terrier – ora fermo, il legno, quanto lo erano
ancora le volontà della Walker.
]]Se tutto fosse andato come previsto – temporaneamente immobilizzato il vampiro, avrebbe potuto occuparsi delle fiamme – delle ferite –
Colpevole “o meno” che fosse
e memorizzate le parole di poco prima, di “meno” c’era decisamente molto poco .. il rogo, non era
comunque il finale della sua storia –
non doveva esserlo - non se avesse potuto scegliere Adeline almeno.
Piuttosto, l’attimo seguente lo avrebbe scaraventato nel lago –
beh, empatia e cura dell’altro ok, ma se mi dai fuoco scusa se tengo pozioni curative e bende prima per me e gli altri - poi magari anche per te, mh.
E Scottdale?
E Pierce?
[Cavoli.
Non era giornata, quella, per diventare succo di Adeline a portata di vampiro.]
… e magari, neanche una costoletta bruciata -
grazie.
[[]] - azioni sottoposte al giudizio del Master.
Inventario attivo e conoscenze:
Statistiche: PS: 200 PC: 150 PM: 156 PE: 27
- Bacchetta: Nocciolo, Crine di Unicorno, 13 pollici, rigida (nel porta bacchetta da coscia);
- Borsa a tracolla con all’interno: tesserino identificativo, pergamene pulite con penne e piume per scrivere, boccette ed ampolle vuote, guanti puliti, set di bisturi, specchi incantati (Veritatem Reperio, x2), un bezoar medio ed uno piccolo;
- Referto medico del caso in corso precompilato dal capo reparto.
- Animagus principiante (Puma);
- Classi di Incantesimi apprese: I, II, III, IV (esclusi i proibiti);
- Pozioni: Facili e Medie.