Posts written by Adeline Walker

view post Posted: 2/5/2024, 19:58     Il Caso Malala Wisk - La Capitale del Mondo Magico
Le grida, le smaterializzazioni, l’allarme – il caos.
Nulla giungeva alle orecchie di Adeline Walker, nulla le catturava l’attenzione, ridirezionava i suoi sensi.
Il fuoco - unico, grande e solo protagonista di quell’infinitamente triste quadro dipintosi sulle rive di quel lago – strappava a Londra ogni più molecolare fibra del suo essere – ne assorbiva, lacerando con forza bruta, l’anima, rapiva lo sguardo, bruciando la pelle – infiammando i pensieri, il battito cardiaco, ogni cosa.
L’incanto lanciato sortì gli effetti desiderati:
sì, ma la Medimag, per assurdo, a malapena se ne rese razionalmente conto – il suo corpo, inconsapevole ma grato, registrò in quel rapido susseguirsi di eventi – attimi – caos, ancora - un cambiamento, una fine (?) –
ma la pelle bruciava ancora, così tanto -
e lei iniziava ad avere freddo ora - così tanto -
gli occhi di bosco e di mare arrossati dal fumo, la gola ed il petto scossi da colpi di tosse tanto irruenti quanto dolorosi.
L’ultimo guizzo di energia, ancora una volta, fu rivolto ad altri che non fossero lei: Scottdale, vigile, vivo - ora sotto le cure di altri Medimaghi, suoi colleghi – avrebbe dovuto aiutare –
avrebbe potuto cercare di avvicinarsi e –
La voce di Pierce sovrastò un fischio lieve ma costante alle orecchie – che neanche si era resa conto di avere.
Le parlava – le diceva cose - principalmente con tono insistente premeva perché tornassero di gran volata al San Mungo.
Giusto.
Bisognava riportare l’accaduto, bisognava compilare le cartelle - Mio Dio – la burocrazia per tutto quel macello – Pierce dobbiamo..
Ma in effetti, non fu granchè certa del fatto che gli assurdi pensieri in pieno vortice nella sua testa, trovarono anche una voce.
Il suo tirocinante la ringraziava - eh? - ma lo stato di shock, l’adrenalina - l’adrenalina che tiene in vita il corpo, sopprime il dolore – stava svanendo, piano piano, e la burocrazia, le cartelle da compilare, il lavoro, persino Scottdale – le fiamme, le rive del lago – tutto quel caos..

Alla fine – uno spiedino lo era quasi quasi diventata sul serio.


...Questo è il karma per quegli accidenti di spiedini di Snaso, mh?



Uaaaaah - grazie mille - in fondo, è stato divertente (?) :ihih: :<31: :abbraccio:
view post Posted: 27/4/2024, 13:17     This or That? - Angolo Giochini
POZIONI ovviamente :sballo:


Gelati: solo creme/solo frutta o mix con entrambi? :rainbow:
view post Posted: 7/4/2024, 20:20     Wild Ones - La Capitale del Mondo Magico
Affondo le dita nel cuscinetto di pasta morbida, il bancone spolverato di farina, gli ingredienti sparsi – i pensieri persi.
-Adsy?-
In realtà la voce di Lex riesce a superare le invisibili barriere che innalzo più o meno consapevolmente attorno alla mia figura in momenti come questo, ma in quei primi istanti di boh? è ancora troppo il bisogno di scaricare questa fastidiosa energia che mi attraversa sottopelle come scariche elettriche a intermittenza.
-Ohhh ehi ma guarda che torn-
”Torna sempre, Camillo” concludo la frase entro le pareti della mia scatola cranica, restando in silenzio ma ammorbidendo i movimenti sull’impasto.
Torna sempre – torna sempre – torna sempre me lo ripeto come un disco rotto mal sintonizzato su immagini altre, su immagini di chi – i molteplici, dovrei forse dire? - invece, non è tornato affatto.
Rialzo lo sguardo ritrovandomi ad osservare un Lex molto più vicino di quanto lo abbia lasciato poco fa – e mi ritrovo nell’assurda situazione per cui non so se scoppiare a ridere o a piangere all’idea di una Mirella in fuga.
Scappano tutti, alla fine.
Ma forse non è proprio di Mirella che stiamo parlando.
Le iridi di mare e di bosco sono nuovamente scivolate verso il basso, ma si risollevano ancora una volta quando di fronte al naso mi si para una fialetta dall’etichetta verde:
-E se ci facessi dei tortini caldi - quelli al cioccolato con il cuore morbido?-
Chiedo solo – facendo spallucce leggera.
Dondolo un po' la testolina dorata – tamburello le dita ora sul bordo del ripiano imbiancato dalla farina – non ci riesco proprio a stare ferma, ma il sorriso di Lex attenua quantomeno un po' la muta mareggiata in fermento entro il mio costato.
Mi faccio leggermente da parte, lasciando la postazione con l’impasto ancora da allargare all’olandese: è un mio silenzioso modo per invitarlo “ad entrare” – e mentre recupero una ciotola pulita dove iniziare a rimestare cacao e zucchero, erba o non erba da aggiungere poi, dondolo ancora qualche attimo sui talloni prima di riprendere a parlare:
-Vivo da sola da anni - e bastano due tuoni, anzi la sola idea di due tuoni e l’assenza di qualcuno per agitarmi.-
Rifletto ad alta voce, mescolando lo sguardo verde azzurro nel marrone scuro del cacao.
”Un puma, mh?”
Rincara una parte di me, quella con i toni più taglienti e affilati.
-Qual è la tua paura più grande?-
Chiedo quindi l’istante successivo fermando il moto del mio cucchiaio e puntando le iridi chiare sulla figura del mago.
Sono semplicemente curiosa, come mio solito – ma forse c’è anche un q.b. di un’emozione, o di un pensiero, uno stato più o meno cosciente ma sicuramente vivo entro il mio fragile muscolo cardiaco - ancora troppo indefinito però, per potergli dare un nome.
Torno alla mia ciotola solo quando un lampo di paura mi attraversa i lineamenti – solo che qualche mese fa ho ricontrollato ancora una volta le sembianze del “mio” molliccio.
Ce n’è uno a scuola dal quale torno, ogni tot settimane, come una tossico dipendente sempre con l’intima speranza volta a disperata convinzione di vederlo assumere sembianze diverse questa volta.
Sino ad ora, ho sempre ottenuto in cambio solo amare delusioni – e forse è anche un po' per questo che aggiungo un ulteriore cucchiaio di zucchero al mio preparato.
Ridirigo la mia attenzione all’olandese e gli sorrido mite, le guance e le orecchie arrossate dall’imbarazzo:
-Scusami.-
Di cosa, lo so solo io.
Ma d’altronde sono anche una di quelle persone che se ne vanno in giro per il mondo con la radicata convinzione di avere sempre un valido motivo per cui scusarsi.
Quindi..
-Non dovevo.- - chiedere? espormi troppo? agitarmi? esistere?
L’imbarazzo alla fine, è della scelta.
view post Posted: 7/4/2024, 18:12     From Ashes Through Blood - La Capitale del Mondo Magico
-Almeno fino a stamattina, sì. Sono, rispettivamente, mia nonna e mia madre.-
Fu come se una silenziosa bomba atomica – fosse esplosa all’improvviso.
Adeline sgranò gli occhioni chiari – senza neanche sapere più di avere un paio di occhi – ed entrò in apnea, trattenendo il fiato in due polmoni a suo dire altrettanto inesistenti.
Ma esisteva ancora, lei?
Esisteva ancora qualcosa - qualunque, cosa -
Esisteva ancora il mondo – poteva ancora esistere, se, Adeline Walker avrebbe giurato, sotto i suoi piedi il terreno cedeva – ma quale terreno poi – quale corpo – e tutt’attorno le pareti crollavano, il vuoto incombeva, divorava, risputava e ingurgitava masticando ancora –
Esisteva ancora –
Esisteva ancora.

I polmoni in fiamme, lo sguardo di bosco e di mare si era piantato sui lineamenti del mago – se dapprima in metodico e incuriosito studio – ora come le vitree iridi di una statua di marmo, un corpo fossilizzato nel tempo e nello spazio una lapide, allora la cui anima sradicata si faceva e disfaceva e rifaceva continuamente confusa, ingarbugliata, senza perni o punti d’appoggio di sorta.
Gli gravitava attorno, quell’anima, a quel ragazzo – e lo faceva come se dalla sua sola presenza in quella stanza ne dipendesse la sua vita e la sua sopravvivenza stessa.
-Cecilia, Adeline e Ameliè sono sorelle, figlie di Lilien Shaw.-
Quanto tempo era passato?
Un’eternità, probabilmente, le labbra ancora premute in assordante silenzio, i polmoni svuotati – solo al sopraggiungere di ciò che, ordunque, pareva quindi ovvietà - ovvietà - per i più, Londra con un piccolo respiro mozzato e dolorante aveva ripreso a respirare muta – un oceano inquietantemente taciturno e immobile nascosto entro il suo costato, un gorgo oscuro senza confini né orizzonti congelato nello spazio tempo, in una dimensione in cui il più piccolo granello di polvere adesso, cadendo, avrebbe lacerato i timpani.
Un’eternità - prima di rendersi conto che quell’oceano tanto normalmente fragoroso e caotico quanto ora silenzioso e fisso, immobile - chissà poi per quanto? - qualcosa di sé stava a onor del vero cedendo e rivelando al mondo esterno, in silenziosa testimonianza di un cuore che ancora, incredibilmente e persino per Adeline, batteva:
gocce, calde – in realtà – e salate – comunque –
a percorrerle le guance di perla e di marmo senza che null’altro nella Medimag si muovesse, battesse ciglio, desse la sola impressione che fosse viva.
Ma i polmoni immettevano ed emettevano aria come piccoli mantici ancora a lavoro, il muscolo cardiaco, nascosto, batteva, le lacrime scendevano in quel modo che è un modo di pochi - come quando ad un bicchiere già pieno aggiungi ulteriore acqua – acqua che inizia così a strabordare, scivolando silenziosa, quasi penitente, rammaricata e mortificata di questo suo gesto – … e i timpani, i timpani vibravano.
Vibravano al suono di una storia – vibravano rabbrividendo a quei suoni di quella storia.
Londra non riusciva a distogliere lo sguardo dal mago – ma al contempo in realtà ascoltava, tremava e inorridiva – allo sciogliersi e dislegarsi di quei nodi e intrecci, al riempirsi di quei vuoti.
Ascoltava quella storia – una storia pregna di amore e cura quanto di odio e violenza – una storia con talmente tanti personaggi, che ad Adeline quasi girava la testa.
Aveva la nausea.
Era troppo.
Era tutto troppo.

Quando la terza missiva le arrivò tra le mani, Londra faticò a leggerla e ad elaborarne il contenuto.
Quelle righe, quelle ulteriori informazioni, furono memorizzate in un angolo buio del suo metodico cervellino – ma lì sul momento, in questi istanti di ghiaccio, Adeline a malapena percepì il lieve singulto di un battito mancato alla parola “nipote”.
Ne aveva abbastanza.
Era stanca, era esausta.
Aveva la nausea – un’emicrania impellente, le dolevano i muscoli per la rigidità inconsciamente imposta, il suo unico e solo desiderio all’improvviso era quello di smaterializzarsi via, lontana da quella stanza – lontana da quelle persone – lontana da quella storia di violenza ed abbandono a quanto pare marchiati a fuoco nei suoi geni ben più di quanto mai si fosse aspettata.
Dopo vent’anni abbondanti di vita aveva scoperto il suo vaso di Pandora – anzi, glielo avevano più o meno letteralmente gettato in faccia, e tanti cari saluti – e adesso?
Da brava discendente di Pandora, ciò che le aveva rivelato quel gesto l’aveva fondamentalmente ferita - aveva liberato nel suo mondo demoni e mostri degni solo dei suoi incubi più bui – e in ultimo l’aveva lasciata lì, inerme, svuotata, a contemplare ciò che accartocciato rimaneva sempre, in fondo ad ogni vaso.

Trovò a malapena le energie per passare la fragile testimonianza su carta a quel ragazzo - quel ragazzo - che, ne era certa, avrebbe popolato le sue notti insonni, insieme a quei due nuovi e sconosciuti nomi – per la prima volta nella vita di Londra – legati al suo ma diversi.
Lo osservò ancora per qualche interminabile attimo – per poi voltarsi, tornando a far disperdere lo sguardo chiaro oltre la finestra incredibilmente ancora intonsa, in una stanza di fatto ancora intera, in una città inesplosa, in un mondo che ancora viveva, a quanto pare, ancora viveva a dispetto di tutto.
"Basta".
Avrebbe recuperato l’energia necessaria per smaterializzarsi e null’altro – e anzi, sino ad all’ora.. avrebbe fatto esattamente come Pandora:

[lasciata lì, inerme, svuotata, a contemplare ciò che accartocciato rimaneva sempre, in fondo ad ogni vaso.]

Edited by Adeline Walker - 8/4/2024, 09:30
view post Posted: 3/3/2024, 23:27     Il Caso Malala Wisk - La Capitale del Mondo Magico
Tante immagini si susseguirono di fronte alle iridi chiare di Adeline Walker.
La bacchetta di nocciolo ancora stretta in pugno – Londra in un’estremamente lenta sequenza di fotogrammi poté osservare l’incantesimo appena scagliato raggiungere il suo obbiettivo, compiere il suo dovere.
Contemporaneamente, Scottdale apriva gli occhi: Adeline lo aveva visto, lo aveva visto mentre Terrier smuoveva la terra già prima incantata perché invece proteggesse quel neo immortale – quella vita, comunque -
ed ora eccolo, ancora lui ma al tempo stesso non più, un nuovo Albert Scottdale, un nuovo corpo cristallino quanto cristallizzato.
Se muoio io, muore anche lui.
Due sole immagini a vorticare entro lo sguardo di bosco e di mare della londinese – il dolore di Alfie Terrier, motore primo di quel gesto tanto estremo, e Albert Scottdale, intrappolato in quel reticolo d’ombra – e poi quelle parole, se muoio..muore, mentre in una eco infinita rimbalzavano entro le pareti craniche di Londra.
Buffo.
Buffo perché in fondo, nella testa di Adeline, in quei rapidi attimi che fugaci nascevano e morivano l’uno di seguito all’altro.. avrebbe dovuto esserci ben altro, no?
Un esempio totalmente a caso mh –
le fiamme.
Il dannato incendio che le lambiva le carni, le cui lingue di fuoco le accarezzavano la pelle con quella crudele dolcezza caratteristica solo di quel preciso elemento – e di talune personalità, ma questo sarebbe stato un discorso ancora diverso.
In realtà, faceva male.
Faceva tanto male – faceva ancora più male mentre Terrier, divorato dal suo stesso incanto, trovava infine la pace – o quantomeno questo fu ciò che intimamente riuscì persino a sperare, per lui, Adeline.
Stupida - ma indipendentemente da cosa rimbalzasse o meno nella sua testolina dorata, su quali dettagli si fosse soffermata, su quanto dispiacere provasse.. in quei rapidi, ustionanti battiti di ciglia, anche altro continuava a muoversi entro il suo costato.
La decisione - in primis.
Probabilmente fu una delle poche cose a cui riuscì ad appellarsi in quei ferini istanti dilatati solo nella sua testa - ancorandocisi – serrando la presa sulla sua bacchetta - doveva finire lì – ogni cosa doveva finire lì – adesso – in quello stesso istante - ora -
persino nella tanto analitica quanto caotica abissale, ingarbugliata quanto precisa e metodica testolina di Londra, il tempo tornò tutt’assieme a scorrere come sempre: [[il catalizzatore si mosse in un fluido ma quanto mai deciso movimento, dall’alto verso il basso, le iridi chiare che inquadravano quelle fiamme ardenti – il cui calore faceva tremolare l’aria – cercando, più che di accoglierle nella loro totalità (vista la velocità con cui cresceva inevitabilmente il rogo dato l’ambiente circostante, sarebbe stato persin quasi inutile oltreché ai limiti dell’idiozia – le avrebbe evidenziato la sua parte più razionale in altre condizioni) di focalizzarsi invece su quelle che più circondavano lei ed il neo vampiro appena risvegliato.
Sarebbe stato sufficiente liberarsi delle lingue di fuoco che li avviluppavano per poi smaterializzarsi in fretta anche solo ad una decina di piedi da lì sulle rive del lago ad esempio -
ma ci avrebbe provato Londra, sino alla dannata fine – lei ci avrebbe provato.
La formula infatti, si srotolò tra le labbra della Medimag con una forza tale da farle tremare la spina dorsale – o forse era più quella convinzione, e forza e volontà spremute sino alla loro ultima oncia o le ustioni sulla pelle, che dici dolce Adels?: -Extinguo!-
Scandì l’incanto con ancora il riflesso di quelle danze infuocate nelle iridi – sin dentro le pupille sin dentro la sua dannata carne, in effetti - ed il nocciolo come estensione naturale del suo braccio – volontà – pensieri ed animo.]]
Non avrebbe ceduto – non tanto facilmente.
Né per lei.
Né tantomeno per qualcun altro.
Neo vampiri inclusi.


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view post Posted: 3/2/2024, 22:41     Il Caso Malala Wisk - La Capitale del Mondo Magico
Lo sguardo di mare e di bosco osservò il terreno inglobare il corpo di Scottdale – e Adeline, ancora in apnea, parve tornare a respirare appena – un respiro rapido e leggerissimo, come il battito d’ali d’un colibrì.
La bacchetta di nocciolo ancora stretta nel pugno – le iridi ancora piantate su quella tomba improvvisata – i timpani a vibrare in risposta ad un vociare attorno a lei sempre più insistente, rumoroso - pregno di dubbi – domande - che cosa hai fatto - che cosa hai fatto -
Fu, ad ogni modo, il vento pungente, improvviso, a sorprenderla e ridirezionare quindi la sua attenzione.
Fu l’ombra – quel semi buio inaspettato: un crepuscolo che non aveva senso di esistere, ancora – un’aria buia, artificiosa, incantata.
La testolina dorata – ora così tanto in contrasto con quel buio grigiume, con quell’aria di tempesta imminente – si alzò al cielo.
-Maledettissima ficcanaso.-
Il suddetto naso, per la precisione, da rivolto all’aria – tornò a ridirezionarsi contro il nuovo venuto nel giro di un battito di ciglia appena.
La voce carica d’odio le scaricò addosso un’elettricità che non saggiava da tempo.
L’associazione allo sdegno, allo schifo - all’odio più puro – che le riversava addosso sua zia Ada ad ogni occasione che le si presentava, fu talmente automatica che quasi Adeline scoppiò a ridere: aveva appena sotterrato un vampiro in via di risveglio, Pierce era scomparso – sperava – alla ricerca di aiuto e, tra le altre cose, sangue - un completo sconosciuto le si parava di fronte pronto chiaramente all’attacco aggressivo.. e lei stava ancora a pensare a sua zia (?!)
L’associazione alla tanto amata zia in realtà, fu più che altro un inaspettato aiuto – di quell’odio così astioso, velenoso, schifato e ostile aveva fatto talmente tanta esperienza, che quell’equivalente di una scossa elettrica ad amperaggio invidiabile – a lei adesso, attraversava la pelle, i muscoli, il costato sino allo stesso muscolo cardiaco - come se fosse appena un fastidioso prurito, un formicolio tanto leggero da non farti scostare nemmeno le dita dal punto d’origine.
Fu, d’altro canto, la rapida e tanto razionale mente della Medimag – ancora una volta - a venirle in soccorso per tutto il resto, tenendo ogni cosa sotto un rigido e minuzioso ipercontrollo.
C’era altro infatti, su cui potersi e doversi concentrare.
L’odio di un tizio a caso, non la tangeva affatto.
[C’era altro] ed era altro che lo sguardo di mare e di bosco della londinese stava rapidamente scandagliando, assorbendo ed elaborando, catalogando, attimo dopo attimo – il corpo che reagiva muto in risposta: quell’uomo (non più poi tanto tale) le si rivolgeva con una dolorosa furia tra i lineamenti marmorizzati nel tempo – e la pelle morbida, ancora calda, viva di Adeline, in risposta riconosceva del nocciolo stretto tra le dita, le familiari venature, i ghirigori e i disegni lievi – dell’impugnatura e del legno stesso.
Alfie. Alfie Terrier?
- Lui... lui mi ha rovinato, mi ha sottratto tutto. Tutto. Anche lei.-
Fu il dolore – muto, privo di lacrime impossibili per una creatura come lui, ma non per questo meno atroce – ad incrinarle l’anima quell’attimo di troppo.
La sofferenza di quell’immortale – sebbene ben (o mal?) mescolata alla rabbia – era straziante, era vera, e Adeline Walker non poteva non capire, comunque, a dispetto di tutto…
-Incendio.-
Il fuoco – rapido, in quell’attimo lasciato di troppo, le cui lingue ustionanti in un solo battito di ciglia già le avvolgevano le gambe, le braccia, oltrepassando il camice ed i vestiti sino alla pelle chiara - bruciò tutto, ogni cosa.
Bruciò anche l’empatia per quel dolore per il momento – bruciò la pelle ed i pensieri, lasciando in vita soltanto quell’istintuale sete di sopravvivenza e difesa primordiale, che si mette rapidamente in moto in condizioni più o meno similari d’attacco.
Doveva fermarlo - doveva fermarlo - ed ogni sua più piccola molecola, atomo gridavano di dolore tanto quanto di un assoluto imperativo, tanto da vibrare nell’aria come certezza:
[Doveva] fermarlo, ora - no – [lei lo avrebbe] fermato, ora, [E BASTA].
Senza altre possibilità di sorta.
[[La mancina tornò a sollevarsi in aria, il nocciolo stretto tra le dita come un’ancora di salvezza: la veloce frustata verso l’alto del catalizzatore fu dettata per Londra in parte da un automatismo un po' pignolo, data la conoscenza assodata dell’incanto, in parte dall’estrema decisione della strega che pregnava quasi l’aria stessa che la circondava, già satura di calore, e in parte da quell’istinto alla sopravvivenza che – adrenalinico – avrebbe concesso alla Medimag pressoché di tutto almeno.. per un po'.
Contemporaneamente al movimento sicuro, le dita ed il palmo della mano fermi, stretti attorno al legno, quel -Petrìficus- ben scandito tra le labbra, che avrebbe aperto un’altra via a quella pensata dal vampiro – un’altra via quanto meno per Adeline, per Scottdale se non anche per Terrier stesso se tutto fosse andato secondo i suoi piani – seguito immediatamente dopo dal -totàlus- scandito con ugual decisione e fermezza, rapidità, in quanto unica formula e fluido incantesimo.
Quest’ultima parte di enunciato verbale avrebbe però visto il catalizzatore puntato dritto dritto contro Alfie Terrier – ora fermo, il legno, quanto lo erano ancora le volontà della Walker.]]
Se tutto fosse andato come previsto – temporaneamente immobilizzato il vampiro, avrebbe potuto occuparsi delle fiamme – delle ferite –
Colpevole “o meno” che fosse e memorizzate le parole di poco prima, di “meno” c’era decisamente molto poco .. il rogo, non era comunque il finale della sua storia – non doveva esserlo - non se avesse potuto scegliere Adeline almeno.
Piuttosto, l’attimo seguente lo avrebbe scaraventato nel lago – beh, empatia e cura dell’altro ok, ma se mi dai fuoco scusa se tengo pozioni curative e bende prima per me e gli altri - poi magari anche per te, mh.
E Scottdale?
E Pierce?

[Cavoli.
Non era giornata, quella, per diventare succo di Adeline a portata di vampiro.]

… e magari, neanche una costoletta bruciata - grazie.




[[]] - azioni sottoposte al giudizio del Master.


Inventario attivo e conoscenze:


Statistiche: PS: 200 PC: 150 PM: 156 PE: 27

- Bacchetta: Nocciolo, Crine di Unicorno, 13 pollici, rigida (nel porta bacchetta da coscia);
- Borsa a tracolla con all’interno: tesserino identificativo, pergamene pulite con penne e piume per scrivere, boccette ed ampolle vuote, guanti puliti, set di bisturi, specchi incantati (Veritatem Reperio, x2), un bezoar medio ed uno piccolo;
- Referto medico del caso in corso precompilato dal capo reparto.

- Animagus principiante (Puma);
- Classi di Incantesimi apprese: I, II, III, IV (esclusi i proibiti);
- Pozioni: Facili e Medie.
view post Posted: 28/1/2024, 13:14     Wild Ones - La Capitale del Mondo Magico
Mi accoccolo tra cuscini e coperta e una parte del mio analitico cervellino torna su un quesito visto e rivisto: come mai, adulta e vaccinata, ancora mi terrorizzano così tanto i tuoni?
Tra l’altro – io amo la pioggia.
Il ticchettio regolare e al medesimo tempo scoordinato delle gocce d’acqua mi acquieta e rassicura, il profumo di bagnato – di terra ed erba bagnata, di persone e pensieri zuppi – mi riempie l’animo dorato nascosto entro il costato – le gocce, soprattutto quelle grosse, pesanti, che impregnano i vestiti e si srotolano lungo la pelle, mi fanno rabbrividire di piacere.
I tuoni invece esplodono senza preavvisi di sorta – se non talvolta brevi accecanti lampi – e il loro cupo rombo riecheggia nelle stanze, entro il seno - ferendo delle emozioni cui neanche si degnano di considerare.
Detonano nei timpani e deflagrano cuori –
-Sì certo! Credo ne abbiano appena fatti uscire un centinaio per noi inguaribili romantici.-
Ridacchio appena, sommessa.
-E di che. Tra tutti, mi tenete allenata nel mio vecchio ruolo da Medimag.-
Rispondo poi alle parole successive dell’olandese.
Lo sguardo bicromo dardeggia seguendo lo zapping sullo schermo – ma mentirei a me stessa se non riconoscessi che, tra temporali in arrivo e film romantici – l’assenza di Camillo mi fa tremare il già delicato muscolo cardiaco:
continuo a sistemarmi e risistemarmi tra i cuscini come se non trovassi la posizione più comoda – per poi realizzare che, in fondo, per quanto Lex sia dolce e “olandese tanto quanto” (?), mi manca il profumo del mio e le sue mani addosso.
Mi riempio le guance di una seconda manciata di nachos – ma le sottili scariche elettriche sottopelle so bene che non saranno quietate da uno stomaco pieno - anzi, normalmente questo mi si chiude sempre di più mentre le dita iniziano a fremere per muoversi, fare qualcosa, qualunque, cosa -
bugia - finisco sempre con il cucinare chili e chili di pietanze.
-Sai cosa? Ho il terrore dei tuoni – sì – e questo mi agita molto - inizio quindi con voce a metà tra il borbottio e la determinazione, sbuffando appena -E mi manca Camillo e io così non riesco proprio a stare mhmh ho bisogno di cucinare qualcosa.-
Scivolo via da sotto la coperta e mi rialzo in piedi, come se l’elettricità che sento muoversi nervosa entro il costato - ben combinata alla mareggiata perenne che vi abita – riuscisse a muovermi con la medesima energia:
-Adesso preparerò dei biscotti e – no, una torta – una torta a tre piani - anzi una torta a tre piani e dei biscotti – o una torta di biscotti?-
Sventolo mani e parlo un po' da sola e un po' con Lex – apro mensole e tiro giù ingredienti –
nel dubbio sul bancone sto già sistemando il necessario per un pasticcio di carne, uno dei miei piatti preferiti, dei pasticcini al ripieno di crema pasticcera e –
-A te piace il tacchino ripieno? Potrebbe essere un’ottima seconda scelta insieme all’arrosto – al piatto di pesce e quello vegetariano - uh le polpette di melanzane - uh e la zuppa di piselli e i crostini – la pasta fresca - la pizza!-
Ho la testolina ficcata dentro al frigo, i pensieri dissociati completamente dispersi e l’animo in fermento, iperattivo tutt’insieme:
-Poi i cupcake, una cheesecake e qualche ricetta estera – amo la cucina marocchina ma volevo sperimentare qualcosa di diverso, magari un paio di piatti islandesi – ho una studentessa tanto carina a scuola che ha origini islandesi in effetti - mi giro veloce quanto lo sono i miei pensieri, le parole ad essi collegate ed il mio stesso cuoricino:
-Conosci i gusti di Mirella? Potrei preparare un paio di piatti anche per lei, che dici?-
E anche se i timpani sono tesi in pronta risposta alle parole del mago – le mani nel mentre.. ormai stanno già impastando.

Edited by Adeline Walker - 2/2/2024, 16:57
view post Posted: 22/1/2024, 20:39     Il Caso Malala Wisk - La Capitale del Mondo Magico
-Non avremmo mai creduto potesse complicarsi tutto più del previsto. Proprio così, Dottoressa Walker. Il cadavere di Albert Scottdale è stato ritrovato negli abissi, è stato portato in superficie dai Maridi che per primi hanno dato l'allarme. Da parte loro, si ribellano perché sostengono che le loro acque siano state profanate dall'assassino di uno dei nostri.-
-Sfido il chiunque a non ribellarsi se trovasse il cadavere di uno sconosciuto in casa propria.-
Commentò Adeline con un velo di sarcasmo - lo sguardo in realtà a scrutare metodico il mondo circostante – e i timpani tesi in direzione del caos non poi troppo lontano, tra i flutti scuri del lago -…hanno catturato alcuni dei nostri come ostaggi.-
Silenzio.
Un muro che si erge a protezione di un muscolo cardiaco già di per sé estremamente sensibile e terribilmente delicato – perché non era quello il suo compito, non ora, non era quello il suo ruolo né responsabilità o problema - non sino a quando qualche ferito non le si fosse parato a portata di catalizzatore, quantomeno e la voce di un collega nei pressi in qualche modo le venne in aiuto –
Adeline scrollò appena la testolina dorata e si limitò a schioccare un’occhiataccia al Medimag con il pepe sulla bacchetta.
Per sua fortuna, la pergamena in una mano e lo specchietto nell’altra – il trucchetto diede i suoi frutti: e mentre le iridi di mare e di bosco scorrevano rapide su quei numeri – tanti, tantissimi numeri – delle lettere, un timbro – un nome..
-Segni violenti di un morso.-
Ripeté in automatico Londra, lo sguardo ancora fisso sui contenuti di quel biglietto.
La mente dorata lavorava frenetica – ma al contempo sembrava completamente dissociata, in una stasi marmorea che nulla aveva da invidiare a quel corpo ancora lì, accanto a loro.
-Oh santi numi.-
Ma non servì l’esclamazione del giovane Medimag accanto a lei perché le iridi bicrome della londinese tornassero a sondare il cadavere.
I primi pezzi del puzzle iniziavano ad incastrarsi, uno dopo l’altro - a combaciare – e che poi la figura finale cui stavano dando vita preoccupasse improvvisamente Londra.. questa era un’altra storia.
Le pupille della Medimag divennero punte di spilli - [la ferita, lungo il collo, si fa nera come pece] – la pelle che bruciava così al sorgere del sole..
-Vampiro – Pierce, spostati!- esalò prima e aggiunse decisa poi, ogni sua più piccola molecola, atomo, improvvisamente iperfocalizzati su quel non - -
[[Sfilò il catalizzatore dalla sua custodia in un solo fluido e automatico movimento della mancina, pergamena e specchietto stretti nella morsa della destra: puntò rapida il legno di nocciolo contro il terreno sottostante al corpo, visualizzando con precisione entro la testolina dorata una porzione di terra adeguata perché, se l’incanto le fosse riuscito come voleva, in quello spazio ricadesse comodamente il corpo morto ma poi non troppo mh di Scottdale.
-Verto tenuis!- scandì poi chiara e sicura, facendo confluire con decisione la propria magia e direzionandola in e con quell’unico e preciso scopo: creare una nicchia nel terreno, uno spazio sicuro dove il vampiro potesse trovare rifugio dai raggi del sole grazie anche a quella terra-non-più-pesanteedeffettivamentemateriale-terra che teoricamente lo avrebbe avvolto e quindi coperto.
Poi il nocciolo si sarebbe diretto preciso contro Scottdale stesso, per porre fine all’incanto che lo lasciava sospeso a mezz’aria, con un - Finite Incantatem - altrettanto deciso ma scandito silenziosamente entro la testolina dorata della Medimag: una volta accolto dall’intangibile terreno al di sotto di lui, la sua ombra e riparo avrebbero dovuto lenire come balsamici la pelle del fu mago.]]
- Pierce contatta ora il San Mungo, serve qualcuno che se ne occupi se qui - se qui non c’è nessuno di specializzato o "succube-volontario" (?) ed i pochi sono tutti ostaggi dei maridi e del loro lago - Serve del sangue - adesso, se dovesse svegliarsi..- - Albert Scottdale si sarebbe davvero risvegliato? E soprattutto, nell’eventualità, con quanta sete?
Inconsciamente, le dita andarono a premere con più forza sulla bacchetta: i vampiri rappresentavano una lacuna non indifferente nel suo bagaglio di conoscenze.
Cavoli.
Non era giornata, quella, per diventare succo di Adeline a portata di vampiro.


[[]] - azioni sottoposte al giudizio del Master.

Inventario attivo e conoscenze:


Statistiche: PS: 216 PC: 163 PM: 156 PE: 27

- Bacchetta: Nocciolo, Crine di Unicorno, 13 pollici, rigida (nel porta bacchetta da coscia);
- Borsa a tracolla con all’interno: tesserino identificativo, pergamene pulite con penne e piume per scrivere, boccette ed ampolle vuote, guanti puliti, set di bisturi, specchi incantati (Veritatem Reperio, x2), un bezoar medio ed uno piccolo;
- Referto medico del caso in corso precompilato dal capo reparto.

- Animagus principiante (Puma);
- Classi di Incantesimi apprese: I, II, III, IV (esclusi i proibiti);
- Pozioni: Facili e Medie.
view post Posted: 17/1/2024, 21:42     Wild Ones - La Capitale del Mondo Magico
-Q-ui, anche se non vedo niente... tu vedi qualcosa?-
-Vedo vedo, con il mio piccolo occhio..- con una piccola litania torna alla mente e affiora tra le labbra un vecchio giochino che riusciva ad occupare intere giornate della piccola Adeline Walker: strizzava forte un occhio, un pugnetto appena aperto andava a sistemarsi davanti a quello spalancato sul mondo a mo’ di piccolo cannocchiale – ed ecco lì uno dei suoi passatempi preferiti al mondo.
Mi rendo conto in ritardo, di un attimo di troppo, di ripensare a questa parte della mia storia, come se appartenesse a qualcun altro.
Anche se persin ora, istintivamente ho comunque portato la dritta a mo’ di cannocchiale davanti all’occhione verde, e chiuso quello azzurro, sbirciando Lex dal minuscolo spiraglio che rimane.
-Vedo un dolce maghetto con due costole incrinate che prima si farà guarire, prima potrà accoccolarsi come si deve su questo divano sbocconcellando dolci come premio!-
Sorrido lieve all’olandese e torno a scrutare lui ed il mondo con lo sguardo bicromo ben sgranato ed attento – e mentre lui butta giù senza un fiato le pozioni messe a disposizione, io altrettanto silenziosa casto i due incanti pensati in precedenza.
Dovrebbero bastare per rimetterlo in sesto – e il Ferula in più, gli avvolge e fascia il costato con delle belle bende bianche che per un istante mi riportano ai tempi del San Mungo.
-Ti... ti dispiace se facciamo qualcosa di diverso?-
Inclino la testolina dorata come un gatto curioso – anche se all’accenno dell’imminente temporale, un lungo brivido mi scuote la spina dorsale: amo la pioggia ma ho il terrore dei tuoni – da sempre.
Da quando in effetti, quella Adeline bambina si divertiva a giocare a “Vedo vedo, con il mio piccolo occhio..”
Annuisco quindi rapida e con un pelo di nervosismo di troppo alla proposta di Lex - decisamente più quieta della mia:
-Io recupero nachos e coperta – tu scegli cosa guardare?-
Corricchio nuovamente sino alla cucina – come se d’improvviso mi aspettassi il cupo rombo di qualche tuono da un momento all’altro.
Verso le patatine in un’ampia ciotola e aggiungo voltandomi verso il mago: -Con o senza formaggio?-

Quando torno verso l’olandese, ho il piatto pronto tra le mani e un’enorme coperta superipermorbidosa tra le braccia tese (sì, stra piena di roba come al solito), appellata da una delle camere da letto.
-Troppa magia inutile per essere a casa di Millo – se ci scopre siamo nei guai, mhmh.-
Borbotto considerazioni a caso annuendo persin convinta mentre mi accoccolo comoda sul divano, e getto la coperta sopra ad entrambi:
-Ho il terrore dei tuoni.-
Sussurro alla fine, perché io questo genere di “segreti” mica li so tenere per me – e poi mi pare persin stupido borbottare cose a caso – sino a cosa, al mio palese prossimo tremore al primo cupo rombo di tempesta?
Prendo una manciata di nachos e me li ficco nervosamente tutti in bocca prima di tornare a guardare Lex.
Le guance piene e il crik crok tentano invano di alleggerirmi il cuoricino dorato mentre nel dubbio mi sistemo meglio tra i cuscini.
-Se sei in vena romantica – aggiungo infine una volta ingollato il tutto, come se con un boccone così potessi mandar giù anche la silenziosa paura che mi stringe appena la gola - potremmo optare per film altrettanto romantici. Lei che dalla grande città torna nel suo paesino natale – e riscopre il suo ex vicino di casa, ormai cresciuto e super wow - un grande classico, mhmh.-



Chiedo perdono e pietà per il ritardooo, zorry davvero :<31:
view post Posted: 14/1/2024, 13:34     Abbonamenti alla Gazzetta - La Gazzetta del Profeta
Nome e Cognome PG: Adeline Walker
Ruolo: Docente
Età: 27
Rinnovabile o non rinnovabile: Rinnovabile
Recapito (link): Ufficio di Adeline Walker, Hogwarts
view post Posted: 13/1/2024, 22:25     Come il fuoco nell'acqua buia - La Capitale del Mondo Magico
E’ ustionante, acida furia – e tristezza – e senso di insufficienza e colpa – a muovermi, adesso.
Trascino con me Alice nella smaterializzazione che ci porta lontano –
non è vero, in realtà, ci riporta esattamente al nostro punto di partenza.
Io ferita, dalle mie stesse lampanti colpe, lei sofferente.
Appena ogni stupida mia molecola torna al proprio posto entro queste stupide quattro pareti, Alice non la guardo neanche più.
A dispetto dell’inferno in nere fiamme che mi brucia entro il costato, mi muovo comunque silenziosa e lieve: le prendo un’enorme coperta che profuma piano di fiori bianchi e gliela porgo, pur non incrociando mai il suo sguardo, vado oltre la piccola isola della cucina e con gesti automatici metto su un tè.
-M-mi dispiace. Io non so cosa.. o meglio lo so ma non pensavo fosse così-
Le sto dando la schiena, ma il viso si gira appena quando mi parla.
O meglio, quando specifica anche che sapeva.
Torno a fissare il bollitore ricolmo d’acqua sul fuoco, come se tutta la calda rabbia che mi imperversa dentro, potessi riversala lì dentro e far scaldare il tutto prima.
Che pensiero stupido.
Anche questo.
-Da bambina sono quasi annegata in un lago ghiacciato. Non è una cosa di cui parlo spesso. Mi dispiace, non volevo rovinare la nostra uscita, pensavo di averlo superato.-
Sto tamburellando leggera quanto nervosa le dita sul bancone quando parla ancora.
Io mi giro e la guardo, finalmente: la osservo, la studio, una parte di me metodica – una così ancora sinceramente preoccupata per questa strega, a tal punto da sfiorare il terrore – una così dannatamente furiosa.
Non riesco a spiaccicare parola, sento solo un morso stretto alla gola che la fa bruciare come non mai – lascio solo scivolare, muta, lo sguardo bicromo sui lineamenti di questa Rosso Oro:
è così terribilmente piccola – e tenera – e bella sotto mille e uno aspetti, a dispetto di tutto ciò a cui potrebbe pensare, persino adesso – rannicchiata su di sé, un po' persa e dispersa, pare impaurita, triste - con queste ciocche di un gelido bianco che le costellano il capo.
Non avrei dovuto invitarla.
L’imperativo rimbalza nella mia scatola cranica, ferendomi però il muscolo cardiaco.
Avrebbe dovuto dirmi – COSA – avrebbe dovuto dirmi COSA, io che non sono niente per lei, e mi ostino da mesi a FARE CHE COSA CON LEI – PERCHE’ – HA SEMPRE E SOLO AVUTO RAGIONE AD INCOLPARMI DI TUTTO – DEL MIO ESSERE TROPPO E PER OTTENERE –
COSA-

QUESTO?

ANCORA?

Mi costringo a non piangere, solo perché – anche questo – sarebbe l’ennesimo troppo, di me, con lei.
Sento ormai l’acqua bollire dietro la mia schiena, mi volto di nuovo e preparo una tazza sola.
Quando è pronta, con il tè infuso le cui volute di profumo iniziano a disperdersi nell’aria – torno dalla Grifondoro e gliela porgo: -Dispiace a me, Alice.-
-Mi dispiace averti trascinata sino a qui -
e non intendo fisicamente, in questa casa, o alla pista – ma in questa stupida, insensata – ancora - cosa?!
Non siamo amiche pare, a dispetto di tutti i miei sforzi – anzi, sforzi che sono stati poi probabilmente l’origine di tutto questo gran casino.
Non siamo niente - niente di più di una docente e di un’allieva – con in mezzo tre incontri, di cui uno casuale, e gli altri due...
Sarò pur io l’insegnante – ma la lezione in questo caso sono io ad impararla – le sue note dolenti mi stanno scavando il petto dall’interno, come un marchio a fuoco.
-Non avrei dovuto - sin dal principio - chiaramente ti avrei evitata – dio e per ben la seconda volta di fila, si vince per caso un premio? - E non posso prendermela con nessuno se non con me, Alice – avanti, questo lo puoi capire benissimo - io non - non lo sapevo – ma perché avrei dovuto saperlo d’altronde?-
Indietreggio di un paio di passi e torno a fissare il vuoto al mio fianco.
-Non avrei dovuto e basta.
Ti avrei evitato tutto questo e ben altro.-



-Io.. starò da un’altra parte, per un po'. Dormirò lì.
Tu rimani pure, se vuoi e quanto vuoi, riprenditi – per favore, prenditi solo.. cura di te.-

Adesso mi pare troppo persino questo, chiedere il minimo sindacale per lei – e [mi pare troppo persino questo] semplicemente esistere in casa mia, accanto a lei.
Dio, sono tornata la bambina che ha il terrore di esistere vicino a qualcuno perché chi le sta accanto alla fine o muore, o la lascia, o la disprezza e la odia - in ogni caso, chi mi le sta accanto alla fine dei conti soffre - io lei in fondo, non sono era la portatrice sana del male?
Questa alla fine, ne è solo l'ennesima riprova.
Stupida ed egoista io ad averci provato.
"Sono tornata" - o non ho mai smesso di esserlo.
Mi smaterializzo l’istante successivo, perché già sto piangendo, alla fine.
Nel dubbio, starò da Camillo sino all’inizio della scuola.
view post Posted: 3/1/2024, 22:44     From Ashes Through Blood - La Capitale del Mondo Magico
-Mrs. Walker, sono certa che capirà ancora meglio.-
Adeline aveva allungato nuovamente una mano, rigida come se ogni suo singolo muscolo, la pelle, l’animo stesso si fossero fatti di pietra.
Aveva stretto talmente tanto forte i pugni, che adesso le dolevano i palmi e le dita.
-Non vi farò leggere tutto il contenuto nella scatola ma arriveremo al dunque, per gradi, secondo le mie volontà.-
La lettera tra le sue mani aveva tremato appena mentre Londra si era trattenuta a stento dall’accartocciarla, lanciarla, bruciarla, non importava - il peso di quella verità letteralmente a portata di mano lettera, improvvisamente, era troppo.
Lo sguardo bicromo cadde sul foglio di pergamena, con la stessa gravità di un masso lasciato cadere nell’acqua.
Plumf.
E lì dentro, Adeline annegò.
”…Dovresti conoscere anche Ameliè: è intelligente, gentile e sempre così solare… “
La Medimag si ritrovò a leggere più e più volte quelle poche righe.
All’inizio neanche quasi in grado di comprenderle davvero.
Quella - quella era la testimonianza di una vita vissuta – la testimonianza che Ameliè Walker era esistita davvero – ed era intelligente – e gentile – e solare – lei era e basta, ed era anche come.. come lei?
Adeline era come sua madre?
Ed era allora davvero per questo - questo essere come lei ma non lei, non essere abbastanza sempre, ancora, comunque, non essere e basta - che sua zia Ada la odiava a tal punto?
”…Adeline è uguale a suo padre, non so come fare con lei ma confido che prima o poi le passi.”
Spoiler alert: “No – non le sarebbe passato niente - mai.
Imperversava talmente tanto il caos – una tempesta e mareggiata nel pieno della sua terrificante magnificenza – o magnifico terrore – entro il costato di Londra, che il suono dello stridio tra quell’immagine e al contempo la marmorea immobilità della ex Bronzo Blu, poteva udirsi nell’acquoso silenzio che permeava la stanza.
Adeline, neanche respirava più.
La consapevolezza, quella calda, confortante – di altro arrivò a intiepidirle la muscolatura fredda e irrigidita con quella manciata di attimi di ritardo rispetto a tutto il resto.
E in realtà, anche come consapevolezza, questa fece il giro più lungo dell’intero dannato mondo interno o esterno che fosse prima di colpire con la stessa delicatezza di una accidenti di mazza da troll la al momento davvero poco poco lucida mente della londinese.
..Chi aveva scritto quella lettera.
”.. le mie adorate figlie..” - ”Tua, Lili”.
Esisteva davvero, allora, anche qualcuno al di là - al di là di sua zia Ada, al di là della sua stupida cerchia di criminali d’alto borgo che ancora andava a definire famiglia (?) – esisteva qualcuno - esisteva qualcuno.
Una nonna.
Una seconda zia – lo sguardo saettò su ”..Cecilia - la più giovane delle mie adorate figlie..”
-Chi ha – chi ha scritto, questa Lili e - parlava, Adeline, senza rendersi conto che i suoi ingarbugliati e caotici pensieri stavano prendendo forma tra le labbra, accartocciandosi tra i respiri mozzati e srotolandosi a mezza voce nel freddo spazio che la separava dagli altri presenti -Chi è Cecilia – loro sono.. queste persone, sono – queste persone sono ancora vive?-
L’ultima parola le rimase quasi incastrata in gola – e Londra ingollò un’improvvisa disperazione e tristezza altrimenti traboccanti.
Lo sguardo di mare e di bosco si alzò di scatto da quelle righe vergate d’inchiostro – mentre la mancina si allungava ancora una volta, questa volta in direzione del mago, per far sì che anche lui potesse leggere le stesse parole.
Le pupille si strinsero, seguendo i lineamenti di quel giovane – in un silenzioso e metodico studio.
In tutta quella storia perciò..
lui chi accidenti era?
view post Posted: 2/1/2024, 12:40     +2Richieste Grafiche - Cortile
CITAZIONE (Megan M. Haven @ 2/1/2024, 12:32) 
Metti solo questo: https://i.imgur.com/QsCvJnG.jpg

Figurati, è stato un piacerissimo! :*-*:
Sono contenta che ti piaccia, moltissimo! ♡

... Non mi carica l'immagine (nel senso che mi ignora proprio la questione - mi dice "profilo utente modificato!" ma poi se scorro è sempre lo stesso) o peggio mi dice "estensione file non consentitaAAAAAAA" piango. Odio l'informatica e l'informatica odia me :cry2: :cry2: :cry2: :cry2: :cry2:

Ci provo ancora un paio di volte - poi do le mie credenziali a qualcuno e me lo faccio cambiare così FUFUFUFFFFFUFUFU :dead:

--------------------


............. SI NO OK CE L'HO FATTA - continuo a odiare l'informatica ma ora lo faccio con un set super :<31:

(Grazie ancora :fru: :abbraccio: )

Edited by Adeline Walker - 2/1/2024, 14:14
view post Posted: 2/1/2024, 12:28     +1Richieste Grafiche - Cortile
Grazie Meganinaaaa :love: :abbraccio:
Io...ora... nulla - cerco di capire come caricare l'avatar perchè sono un'incompetente totale e boh mi da errore MA super :sbrill: :abbraccio: - sei stata anche velocissima, wow :occhioni: grazie :<31: :occhioni: :<31:
view post Posted: 30/12/2023, 22:59     Wild Ones - La Capitale del Mondo Magico
-Mirella! Giusto – mh – hai ragione.-
Ridacchio, mentre sbocconcello il mio cornetto al cioccolato tutta contenta.
-Non è la stessa Mirella che ha distrutto il bagno di sopra – con modalità “ignote” - virgoletto con le dita, con una ridarella che mi solletica il muscolo cardiaco - qualche settimana fa?-
Dondolo un po' con il busto come una bambina – continuando a ridacchiare con le guance piene come un cricetino.
Ho sempre questa precisa impressione quando passo del tempo con Lex – anche se lo conosco da così poco in realtà – l’impressione che stare con questo mago, mi faccia bene al cuore.
E io, inizio ad associare questo, a Lex.
-Tu sei meravigliosa, ed io ti amo.-
La pace del –
-… credo che una costola non sia dove una costola dovrebbe essere.-
-Lef mannaffia- inizio con ancora le guance piene, gli occhioni sgranati a dardeggiare tra i suoi cristallini ed il suo costato -fovevi firmelo fubito.-
Mando giù con una pseudo molto pseudo e molto poca dignità l’ultimo boccone del mio cornetto mentre Lex mi dichiara il suo eterno amore ed io prima gli indirizzo una faccetta buffa schioccandogli un bacio nell’aria - poi rapida mi alzo dalla mia postazione per raggiungere le scorte di pozioni ed intrugli vari – quasi tutti di natura rigenerante e curativa, chissà perché.
-Io dico che sei un grande artista segretamente amante della polka.-
Ridacchio anche se in realtà in punta di piedi sto scartabellando tra le fialette ordinatamente riposte nello scaffale in alto, ognuna con la propria precisa etichetta.
-Fai un respiro profondo, se riesci – e in ogni caso dimmi se e quanto fa male – è gonfia la zona o hai ematomi?-
Indago metodica con il naso ancora infilato dentro al mobile.
Adels-mamma-cerbiatta-ex-Medimag-mode-on.
-Ho solo qualche scorta qui – accidenti, devo portare più.. più.-
Rifletto ad alta voce, mentre alla fine torno dall’olandese con la bacchetta stretta nella mancina e un paio di fialette variopinta nella dritta: -Certo che resto a farti compagnia – ma solo se tu la fai a me.-
Gli sorrido luminosa anche se con il catalizzatore gli faccio cenno di mostrarmi il petto, la mano destra che gli mostra gli intrugli pronti: -Dietro ho solo queste di utili, la Rigenerante Uncaria per l’emicrania e un’Anestetica per il dolore..-
Socchiudo appena lo sguardo, concentrata.
-Se si tratta di una o due costole incrinate, un Artum Emendo ed un Ferula dovrebbero bastare, abbinati alle pozioni.-
Poi metto su un broncetto lamentino e con scherzoso tono capriccioso aggiungo: -E poi devi stare bene mh – ho comprato delle robine cariine, volevo preparare il pranzo e giocare con il Menichino – o castare un Glisseo sulle scale e riempire la casa di palline colorate - o tutte queste cose assieme - tu che dici?-
Porgo al mago le due fialette, che in ogni caso dovrebbero quantomeno alleviare, se non parzialmente risolvere, una buona parte delle sue sofferenze.
A dispetto dell’intima preoccupazione che mi pervade al momento – sbuffo con un sorriso e mi risiedo accanto a lui, pronta ad intervenire con la bacchetta appena me lo permetterà: -Avanti, fammi un altro respiro profondo per piacere.
..Potremmo anche preparare una valanga di lecca lecca e sbaffarceli tutti in compenso.-

E scoppio a ridere così, solo perchè mi va.
171 replies since 7/2/2020